IL PREDESTINATO

di Nestore Morosini

L'eccellente debutto in F1 di Jacques suggerisce un affascinante confronto a distanza con il padre
Villeneuve ha gia battuto papa Gilles - Il suo modello è il professor Prost

«E' un pilota nato, ha disputato una corsa brillante. E' stato davvero un gran peccato avergli chiesto di rallentare nel finale del Gran Premio d'Australia per colpa di una perdita d'olio nel motore. Un autentico peccato perché Jacques, a quel punto di una corsa sempre al comando, aveva una grande opportunità e avrebbe disputato un'emozionante fine corsa, uno spettacolare testa a testa con Damon Hill».

Patrick Head, progettista capo della Williams Renault, ha espresso con convinzione il proprio parere su Jacques Villeneuve, giunto secondo dietro al compagno-avversario di squadra Damon Hill nel Gran Premio d'Australia, prima gara del campionato mondiale '96 di Formula 1.
Ma se Damon ha vinto, oggi non si parla che di lui, del figlio di Gilles Villeneuve, il figlio dell'ex ferrarista che, soprattutto in Italia, è ricordato come un mito dell'automobilismo. Eppure in tutto il post-gara di domenica, sul circuito di Melbourne, non è venuto fuori una sola volta nei discorsi il nome di Gilles.
Infatti, già in più occasioni, il Villeneuve della seconda generazione ha avuto modo di affermare di non avere papà Gilles come punto di riferimento: «Io assomiglio piuttosto ad Alain Prost, mi piace ragionare e soprattutto concentrarmi per mettere a punto la macchina».
Proprio Alain Prost, oggi dirigente della McLaren, non si è detto certo sorpreso della performance di Jacques: «Ha fatto tanti test durante l'inverno, conosce la macchina molto bene. Caso mai a sorprendermi notevolmente è stata la Ferrari: non mi aspettavo che fosse già così avanti la nuova F310».

Villeneuve junior ha un rapporto eccellente col team Williams, una totale e professionale disponibilità a fare gli interessi della squadra (cosa che ovviamente viene molto apprezzata dal patron Frank Williams) e una qualità che per un tecnico supera molte altre.
Dice ancora Head: «Molta gente sostiene che Jacques è differente dal padre. Sarà anche vero, ma hanno una qualità in comune: adorano la battaglia. Però il giovane Villeneuve è un pilota da corsa naturale, lo ha dimostrato quando è andato lungo alla prima curva ed era in testa: ha saputo riprendersi con grande abilità, magistralmente. E pensare che ha solo 24 anni».

Ora la Williams dovrà gestire due piloti che vogliono puntare al titolo, sembra di essere tornati al 1981, quando la macchina britannica aveva dominato il Mondiale dell'anno prima e s'apprestava a bissare con Alan Jones e Carlos Reutemann. Reutemann disobbedì all'ordine di lasciar passare Jones e, nonostante una monoposto eccezionale, il titolo a fine stagione lo vinse Piquet. Pericoli, oggi, di coabitazione?
Sorride Patrick Head: «Per gestire due piloti competitivi occorre mettere in pista una macchina forte». Libertà, dunque, per Jacques e Damon, figli d'arte. Ma fino a quando?


Martedì, 12 marzo 1996

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