E' GUERRA FREDDA TRA VILLENEUVE E HILL

di Nestore Morosini

A due giorni dal GP del Brasile trapelano indiscrezioni sul nascente dualismo tra i due piloti

«Guardati dal compagno di squadra, è il tuo avversario più pericoloso». Lo diceva Enzo Ferrari, quando parlava dei propri piloti. E se n'è accorta anche la Williams, quando ha messo insieme Damon Hill e Jacques Villeneuve.
Logico che la squadra debba coprire ogni polemica fra i suoi galli, ma alla fine in Formula 1 qualcosa trapela sempre. Com'è il caso di quel che è avvenuto a Melbourne, nella prima gara mondiale, fra il figlio di Gilles e il figlio di Graham.

Jacques Villeneuve è in testa al gran premio, davanti al compagno di squadra. Cinque o sei giri al comando sembrano, ad alcuni tecnici della Williams, sufficienti ad accontentare il ragazzo canadese. Si chiede a Patrick Head di ordinare a Villeneuve di far passare Hill. Ma il capo della squadra rifiuta, probabilmente ha subito intravisto in Jacques le qualità, anche d'immagine, che Damon non ha.
Qualche giro ancora, poi Head cede e dal box Williams parte, via radio, l'ordine.
«Non ci penso nemmeno - è la risposta secca del canadese - se Hill vuole passarmi lo faccia pure sulla pista».
La radio ripete l'ordine per un po' di volte, poi è il pit-stop che consente a Damon di andare in testa. Per quanto? Nemmeno mezzo giro, Jacques come una furia lo passa e ripassa. La radio ricomincia: «Jacques fallo passare...». Una, due, cinque volte.
«Jacques, il motore ti sta fumando, fai passare Damon». Jacques non sente, probabilmente sta pensando che il motore in avaria sia una scusa. E forse lo dice anche agli uomini del box e continua a tirare, con quel leggero fil di fumo che esce dallo scarico davanti a Hill. Poi esce il cartello «slow» e Villeneuve si tira da parte.

Al box, poi, dirà ai responsabili della squadra una verità nuda e nobile: «Io non sono venuto alla Williams per fare gli interessi di Hill, io sono venuto per fare le mie corse. Se Damon vuol vincere deve starmi davanti con i mezzi suoi». E alle parole, sembra abbia fatto seguire i fatti: perché Jacques, nei test, si mette la macchina come vuole lui senza dare spiegazioni all'altra parte della squadra. E Patrick Head (che aveva affermato dopo Melbourne «lui e Gilles hanno una cosa in comune, la disponibilità alla battaglia») se la ride: finalmente in squadra c'è un pilota vero, con gli attributi che servono per vincere un titolo. E Damon Hill, che credeva di avere a disposizione tutta la squadra, ha già cominciato a preoccuparsi.

Da Londra, intanto, suscita emozioni un'intervista della moglie di Damon Hill pubblicata dal «Sun». E' stata la nascita di un figlio down a cambiare la vita di Damon, dandogli la spinta per raggiungere il successo. E' questo il succo del racconto della signora Hill al quotidiano britannico. Quando sette anni fa nacque Ollie, i coniugi Hill erano una giovane coppia senza una lira, vivevano in un appartamentino a Londra. Lui era ai primi passi nel mondo dell'automobilismo e Georgie lavorava come disegnatrice di moda.
Nel 1989 nacque Ollie, fu insieme una grande gioia e un grande shock. E tutto cambiò dal giorno alla notte. «Damon sentì che era sua responsabilità fare ogni cosa per provvedere a noi». Si impegnò al massimo nella sua carriera, arrivando al successo.

Ora Damon Hill è miliardario. Lui e Georgie, oltre a Ollie, hanno avuto altri due figli - Joshua di 5 anni e Tabitha di otto mesi - e vivono in una splendida villa con vista sulla baia d'Irlanda. «Siamo felici. Damon - conclude la moglie - è diventato ricco, ma non è cambiato».


Venerdì, 29 marzo 1996

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