NEL NOME DI PAPA'
di Simonetta Minini



"Non leggo mai gli articoli o i libri che parlano di mio padre, mi bastano i miei ricordi e le mie opinioni personali".
Chi parla é Jacques Villeneuve, asso emergente della Formula 1 e primogenito di Gilles, il pilota scomparso durante le prove del Gran Premio del Belgio dell'82 al volante della Ferrari e che gli appassionati di corse automobilistiche non hanno mai dimenticato. Di lui Jacques non parla volentieri, un po' per il suo carattere riservato ma soprattutto perché, all'inizio della sua carriera di pilota il cognome Villeneuve era un'eredità pesante come un macigno per un diciassettenne alle prime armi che correva nel campionato italiano di Formula 3 e che commetteva errori e ingenuità come tutti i debuttanti. Per l'Italia non era Jacques Villeneuve ma soltanto il figlio di Gilles. Così il giovane caparbio canadese, per trovare la propria identità e per raggiungere la maturità necessaria a un pilota professionista, ha dovuto emigrare, prima in Giappone e poi negli Stati Uniti.
Anche se Jacques non ama i paragoni non si può fare a meno di guardarlo e ripensare al padre: stesso viso da monello, stesso sguardo, stesso fisico da fantino e stessi modi gentili. Certo Jacques ha in più quell'aria da intellettuale, con i suo occhiali rotondi che abbandona soltanto quando sale al volante della sua monoposto (per correre usa infatti le lenti a contatto). Parla quattro lingue, legge molto e suona il pianoforte, ma a parte questo ama la velocità pura esattamente come Gilles. Entrambi sono arrivati in Formula 1 a 25 anni, anche se Jacques ha già al suo attivo otto anni di carriera, la conquista, alla sua seconda stagione, di un titolo nella "formula regina" negli Stati Uniti, la "Cart", e una vittoria nella mitica 500 miglia di Indianapolis. Tutto questo è accaduto lo scorso anno. Poi, alla fine del '95, il canadese è stato ingaggiato dalla Williams, una delle squadre più prestigiose della Formula 1.
Villeneuve jr è fidanzato da tre anni con Sandrine, è molto innamorato e, con ogni probabilità, finirà col portare all'altare il primo amore, proprio come fece Gilles nel 1970 quando sposò Joanna, la madre di Jacques e Melanie. Anche Sandrine, come Joanna allora, segue il fidanzato durante i Gran Premi, lo accompagna ai box e resta al suo fianco fino alla partenza. Dopo si ferma all'interno del box Williams a guardare il suo Jacques alla televisione a circuito chiuso in compagnia di Georgie Hill, la moglie di Damon, compagno di squadra di Villeneuve. Con loro c'è sempre Frank Williams, patron della scuderia inglese che dall'87, dopo un incidente d'auto, è costretto a vivere sulla sedia a rotelle.
Sandrine e Jacques si sono conosciuti a Montecarlo, dove lui vive dal '77. La ragazza, invece, abita nel minuscolo Principato, insieme alla famiglia, solo da dieci anni. Jacques non parla volentieri nemmeno della fidanzata: la vita privata e le emozioni sono soltanto sue. Gli amici raccontano che Sandrine lo segue da quando correva negli Stati Uniti, senza però trascurare troppo gli studi. Infatti è iscritta alla facoltà di Scienze della comunicazione all'università di Montreal, sua città natale. La coppia, in questi giorni, si trova a Montecarlo dove domenica 19 Jacques disputerà il suo primo Gran Premio di Monaco. nell'89, quando correva in Formula 3, il canadese non riuscì a qualificarsi su questa pista. Jacques, però, qui si sente in casa e conosce alla perfezione le tortuose stradine del Principato. Qui, invece Gilles vinse alla grande nell'81, ma meglio di lui fece Graham Hill, il padre di Damon, morto nel '75 in un incidente aereo, che riportò ben 5 vittorie ('63, '64, '65, '68, '69).
Se Gilles fosse ancora vivo che cosa direbbe a Jacques? "Credo che Gilles (Villeneuve jr chiamava sempre suo papà per nome e mai papà ndr) sarebbe contento della mia decisione di fare il pilota", spiega Jacques. "io naturalmente ascolterei i suoi consigli, ma alla fine deciderei comunque con la mia testa". Jacques, del resto , é sempre stato un tipo indipendente: a 15 anni, durante una vacanza in Canada a casa dei nonni, prese la patente e decise che da grande avrebbe fatto il pilota. Si iscrisse una scuola di pilotaggio e, dal momento che non aveva i soldi per pagarsi l'iscrizione, chiese all'istruttore di farlo lavorare per due mesi come meccanico. Questa è stata un'esperienza fondamentale per il caparbio canadesino che ora stupisce i tecnici della Williams per la sua profonda conoscenza della meccanica. Allora, mamma Joanna non era entusiasta della scelta del figlio, però avrà certo sorriso pensando che anche Gilles avrebbe fatto lo stesso.


Tratto da "Tv Sorrisi & Canzoni" - 1996

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