SAP PP E LA SCHEDULAZIONE A CAPACITA’ FINITA
La schedulazione a capacità finita non è disponibile nel modulo SAP-PP: le imprese infatti installano APO o comprano prodotti esterni che schedulano gli ordini pianificati o gli ordini di produzione. Con il livellamento di capacità è possibile rischedulare in una sola volta gli ordini pianificati, creati dall'mrp, mediante transazioni standard (è possibile trovare qualche guida su www.ourerpsolutions.com ), ma tale parte di R3 funziona solo una volta che gli ordini pianificati sono stati creati tutti e non sempre è agevole da usare.
In questo documento, sono presentati alcuni modelli
dove il problema della capacità finita è risolto internamente a SAP R/3
mediante l'uso di alcuni enhancement o/e con l’aggiunta di programmi
custom.
I modelli ottenuti sono stati testati con semplici
casi di test esposti in seguito.
Sono
presi in considerazione due modelli:
1.
schedulazione a capacità finita
2.
schedulazione in base alla famiglia produttiva
Questo modello è utile nel
seguente caso:
1. produzione per centri di
lavoro:
cioè i materiali da produrre passano da un centro all’altro e per ognuno di
essi (può valere anche per i soli colli di bottiglia) è effettuata una
schedulazione dettagliata. Quindi su un generico centro di lavoro sono allocate
molte fasi di ordini diversi: è quindi importante ordinarle in modo ottimale.
Ciò può essere fatto con diversi criteri (sono “customizzabili”): max carico
macchine, minimo setup, minimo ritardo consegna, CPM, minimo makespan, ecc. Il
modello in questione è sicuramente molto utile per gestire eventuali colli di
bottiglia.
Una presentazione sintetica di questo modello è
disponibile in formato pdf.
Le due figure successive riportano un esempio di
schedulazione di un ordine pianificato.
Per una demo più dettagliata del modello,
semplificata con schermate SAP, si può scaricare il documento sulla capacità finita .
Esempio 1. Le prossime figure mostrano 2 ordini
pianificati relativi a materiali identici: il primo è schedulato a capacità
finita, il secondo in modalità standard (capacità infinita)
E’ evidente come nel primo caso le fasi sono
discontinue mentre invece nel secondo non ci sono salti perché non esiste
controllo sulla capacità.
Maggiori dettagli su questo modello sono disponibili
nel documento citato sopra
e nel seguente video
http://www.youtube.com/watch?v=Qq6v0qS4NrA
.
.
Schedulazione in
base alla famiglia produttiva
Tale
modello è utile nei seguenti casi:
1. utilizzo delle linee
produttive:
cioè i materiali vengono prodotti in sequenza sulla linea. In pratica quando si
inizia col materiale “A”, si passa al successivo “B” solo quando la produzione
di “A” del periodo attuale è completata. In tali casistiche il setup tra
materiali è spesso un fattore critico
2. vasto assortimento di
prodotti:
in tali casi è oneroso pianificare ogni singolo materiale. Invece è molto più
semplice e attendibile prevedere l’impegno di capacità delle famiglie
produttive nelle varie finestre temporali. Spesso in queste casi si fa uso in
SAP del configuratore.
3. pianificazione preventiva
delle famiglie:
per ogni famiglia produttiva è assegnata la massima quantità producibile nei
vari intervalli temporali (giorno, settimana, mese, ecc.) identificati dalle
date di inizio e fine. Si viene così a creare una sequenza (non necessariamente
periodica) per la produzione delle varie famiglie: essa può essere creata simulando
differenti situazioni ottenibili dai dati storici. Una volta che il piano è
salvato, esso è il riferimento principale, sia per la fabbrica, sia per i
commerciali. Questi ultimi infatti possono interagire con i clienti
individuando le date di produzione dei materiali richiesti, visto che il
sistema li alloca nella prima finestra libera della propria famiglia.
Il modello appena discusso, è descritto in una presentazione.
Le 2 figure successive mostrano un esempio di
schedulazione in base alla capacità della famiglia produttiva.
Per una demo più dettagliata del modello,
semplificata con schermate SAP, si può scaricare il documento di schedulazione in base alle famiglie produttive.
.
Nel caso specifico di utilizzo del configuratore, la
schedulazione delle famiglie avviene in modalità leggermente diversa, cioè
avviene in base alle combinazioni dei valori delle caratteristiche, per cui si
consiglia di scaricare il documento sulla schedulazione per famiglie
configurabili .
Esempio 2. Piani produttivi delle famiglia-a e
famiglia-b.
Nella
figura successiva è mostrato un esempio in cui la schedulazione col materiale
“matfam1” è ottenuta dall’allocazione nella prima finestra libera della
famiglia “famiglia-a”, a cui il materiale appartiene. La videata si riferisce
al controllo disponibilità di un ordine di vendita (un video di esempio in inglese è riportato su youtube
http://www.youtube.com/watch?v=kAGo2cgNNeg
.
Maggiori informazioni sul modello appena citato,
sono presenti nei documenti scaricabili sopra.
Inoltre entrambi i modelli hanno un tool custom WHAT-IF
per simulare diversi scenari possibili e scegliere quello ottimale.
1) Nella schedulazione a capacità finita, il modello prevede un set di funzioni e programmi abap che consente:
·
di parametrare (o crearsi) il criterio con cui schedulare a capacità
finita
·
di simulare le diverse sequenze di ordini pianificati e di scegliere (o
crearsi) gli indicatori necessari a confrontare i diversi scenari.
2) Nella schedulazione per famiglia produttiva, il modello prevede un set di funzioni e programmi abap che consente:
·
di simulare e ottimizzare la pianificazione delle famiglie, scegliendo
(o creandosi) i criteri più opportuni: livello medio dello stock a magazzino,
previsioni vendite, criticità di alcune materie prime, minimo setup tra
famiglie, ecc.
·
di allocare gli ordini di vendita nelle finestre libere delle famiglie
coinvolte
·
di simulare le diverse sequenze dei materiali da produrre e di
scegliere (o crearsi) i criteri necessari per la scelta ottimale (setup tra
materiali, ritardi in consegna, equivalenza/priorità di alcuni centri di
lavoro, ecc.).
I due modelli sono parametrici e possono essere adattati alle esigenze dell’utente: per crearsi dei propri criteri di valutazione, bisogna realizzare in abap le relative funzioni.
Infine è da sottolineare
che i due modelli possono essere usati in modalità mista: schedulazione per
famiglia in fase di ricezione ordini, schedulazione a capacità finita in fase
di programmazione macchine.
In merito alla schedulazione a capacità finita, è mostrato in seguito un semplice esempio di ottimizzazione che evidenzia come sia utile avere un tool what-if per individuare la sequenza ottimale. Il criterio usato in questo esempio è il minimo makespan (la durata complessiva di tutte le schedulazioni considerate).
Nella figura sottostante è mostrata una sequenza di ordini pianificati e delle relative fasi.
Si può notare che:
1. il tempo di attesa per le
fasi è rilevante, in particolar modo per la prima fase di M4 (10 giorni).
2. il makespan per l’intera
produzione associata a questa sequenza è di 21 giorni.
Mediante un tool what-if è possibile individuare
sequenze con minori makespan: un esempio è riportato nella prossima figura.
Nella nuova sequenza è evidente che il makespan si è ridotto di 4 giorni (è passato da 21 a 17) e che i carichi si sono distribuiti meglio sui centri di lavoro.
Infine è bene sottolineare che in situazioni ordinarie, quando cioè i centri di lavoro e gli ordini sono molto più numerosi, un tool di What-If può diventare necessario per ottimizzare la schedulazione complessiva degli ordini.
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