Km 650    TEMPO IMPIEGATO  DALLE 2:00 am alle 6:00 pm

Già da tempo stavo pensando di andare allo Stelvio in vespa ma ormai le vacanze arano finite e con la scusa del motore che non funzionava alla perfezione non avevo fatto ancora un giro di quelli memorabili. E' venerdi 30/09/02 si diceva che il fine settimana promettesse un tempo magnifico; partire la domenica era troppo un massacro visto che il lunedi cominciavo a lavorare e quindi mi stavo convincendo la sera stessa di dover partire nella notte. La sera esco con gli amici e continuo a pensare se è il caso di fare questo viaggio, visto che la serata alle 1:30 era già finita decido di andare a casa preparo uno zaino in tutta fretta lo metto in spalle ed esco allo sbaraglio sono le 2:00 di notte, partito di fretta mi accorgo di non avere nemmeno la chiave da 13 (uno dei comandamenti del vespista) con me, ormai è troppo tardi in caso di foratura sarei rimasto a piedi ma tornare a casa per prenderla non ci pensavo nemmeno. 

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Arrivo a Recoaro Terme dove faccio la prima fermata, è freddo visto che avevo solo una maglietta e la giacca vento, mi fermo faccio il pieno alla vespa (cosi pieno che ho allagato mezzo distributore), riempio anche una tanica da 5 litri che ho nello zaino e lo fisso quindi al portapacchi quindi parto in direzione Valli del Pasubio; comincio a salire al Pasubio, il freddo si fa sentire, arrivato al passo scendo per la Vallarsa in direzione Rovereto, dalla fretta avevo tralasciato anche di regolare il freno posteriore che non frenava praticamente nulla già qui (immaginiamo quando sarei tornato), tuttavia ho sempre il freno anteriore!, prima di arrivare a Rovereto rischio un paio di volte di uscire di strada visto che essendo molto buio e non avendo freni efficenti mi trovavo le curve a gomito davanti all' improvviso. Ora mi aspettava un bel pezzo di strada noioso, nella statale del brennero non c'è quasi nessuno, con l'acceleratore a 3/4 arrivo  circa alle 5:00 a Bolzano fin qui tutto ok ed ora dirigendomi verso Merano finalmente avrei preso una strada che non avevo mai fatto, da qui prendo una strada a due corsie per senso di marcia con careggiate separate, mentre viaggio le auto che vengono da dietro mi fanno i fari e non riesco a capire perchè, più avanti noto un segnale di velocità massima consentita che segna i 110 Km/h allora un mi viene un dubbio atroce che in poco si rivela realtà, non ho parole sono andato in tangenziale, se la polizia mi scopre passo il resto della giornata in caserma, ormai visto la situazione rischio tutto e mi faccio quasi 20 km in tangenziale fino alla città di Lana dove esco, fortunatamente tutto è andato bene, arrivo al centro di Merano e trovo un loacale aperto dove mi fermo per prendere una cioccolata ed un caffè caldo. Noto che già a quest'ora molti bar sono aperti, quando entro la barista mi parla in tedesco io le chiedo in italiano allora anche lei comincia a parlarmi italiano. Riparto velocemente, cominciano a vedersi le prime luci dell'alba quando sono tra Merano e Silandro dove scatto la prima foto ad un bel castello che si nota lungo la strada (foto sopra). Poco dopo faccio di nuovo il pieno (sono arrivato fin qui con il pieno fatto a Recoaro),  mi dirigo a Malles Venosta e continuo fino ad arrivare a Curon Venosta davanti al famoso campanile che spunta dal Lago Résia, è magnifico le luci dell'alba sfiorano le punte delle montagne il tempo si svela abbastanza buono ma sembra che delle nuvole minacciose vogliano rovinarmi la giornata. Faccio alcune foto, una anche al plastico che mostra come sono stati sommersi i paesini dal bacino artificiale del lago. Il sonno non si fa sentire particolarmente visto le magnifiche dormite interminabili che mi sono fatto durante le ferie. 

digaresia.jpg (52076 byte)plastiresia.jpg (42135 byte)resia1.jpg (33307 byte)resia2.jpg (45510 byte)resia3.jpg (39306 byte)

Ora mi vesto e mi preparo al peggio, indosso la tutta anti-aqua, un tedesco appena arivato in auto vedendomi sorride e mi saluta con un pollice alto, io rispondo con il pollice e contraccambio con le due dita del saluto del motociclista, lui divertito risponde con le due dita. (probabilmente è un motociclista in viaggio in auto con la famiglia). Parto di tutta fretta per tornare a Spondiga dove avrei preso la valle di Trafoi, mi concedo quattro pieghe prima di arrivare a Malles visto le magnifiche curve in asfalto rosso. In direzione del passo dello Stelvio c'è una foschia intensa che avvolge le punte delle montagne, una particolarmente si erge al cielo impressionante, altissima e grigia color della roccia e con le punte innevate, guardando la cartina vedo che si tratta dell' Ortles con i suoi 3905 mt.  A Prato allo Stélvio vedo un segnale in mezzo alla strada, mi avvicino dice che la strada del passo verrà chiusa dalle 9:00 di mattina alle 3:00 del pomeriggio; mi viene un colpo al cuore! sono le 8:20, tornare indietro non ci penso nemmeno parto a tutto spiano in sorpasso convinto di arrivare al passo in tempo costi quel che costi, quando comincia la salita mi accorgo che la strada è letteralmente invasa da ciclisti, non potendo perdere un secondo passo tra loro a tutta velocità e tutti i 48 tornanti così tra auto e ciclisti, l'asfalto è in cattive condizioni, i tornanti sono veramente tanti. Arrivo al passo giusto 5 minuti prima della chiusura del passo, chiedo alla polizia che trovo in cima se è possibile scendere poi a Bormio e fortunatamente mi dice che chiudono soltanto il pezzo di strada da Trafoi al passo che avevo già passato, quindi posso rilassarmi e fermarmi tranquillo un'po per vederlo meglio e scattargli alcune foto. E' sicuramente il più bel passo che abbia mai visto, molto ben servito (bar, ristorante, negozi) e in un posto meraviglioso con una veduta fantastica di val di Trafoi e del Monte Cristallo e Bràulio  

trafoi1.jpg (50905 byte)trafoi2.jpg (45143 byte)stelvio1.jpg (56228 byte)stelvio2.jpg (44264 byte)trafoi.jpg (33491 byte)

Riparto tranquillo verso Bormio, qui la strada è magnifica, l'asfalto buono, rischio di inforcare alcune auto in delle gallerie con il fondo bagnato visto che non posso frenare troppo con il freno anteriore (il freno posteriore non esiste praticamente più), a Bormio decido di andare a Livigno e salgo quindi fino al passo di Foscagno qui mi trovo di fronte alla dogana, la polizia stà controllando tutti quelli che rientrano e c'è una colonna non da poco, mi fermo prima pensando che poi mi avrebbero fatto perdere un sacco di tempo, la polizia doganale mi guarda sospettosa, faccio una foto ricordo e torno a Bormio, tornando prendo una buca terribile credevo di aver daneggiato il cerchio della ruota ma fortunatamente non è così visto anche che non avevo con me la famosa chiave da 13 per cambiarla. A Bormio giro in direzione Gàvia, salgo la Valfurva e poi la Val di Gàvia; anche qui la vegetazione è quasi inesistente visto l'altitudine, al passo c'è un bellissimo laghetto, scendono alcune gocce ma poca cosa (e poi ero attrezzato come un palombaro!). Non arrivo neanche al passo che vado in riserva, al rifugio mangio qualcosa visto che era tutto il giorno che non mettevo qualcosa sotto i denti e faccio il pieno con la benzina che fortunatamente avevo tenuto nella tanica nello zaino. E' circa mezzogiorno, parto da Passo Gavia per scendere a Ponte di Legno, il freno posteriore oltre a non frenare a volte si blocca e devo sbloccarlo con le mani così non lo uso praticamente mai, la strada ha delle protezioni che sono dei ferri con delle stecchette di legno (non tengono neanche il peso di una capra), la strada è strettissima e incrociando le auto hai paura di toccarle e finire nel precipizio.
valbraul.jpg (50199 byte)foscagno.jpg (48909 byte)gavia.jpg (43767 byte)gavia1.jpg (53566 byte)gaviaponte.jpg (49386 byte)
Arivato a Ponte di Legno svolto verso Edolo e quindi scendo lungo la statale 42 fino ad Edolo anche qui trovo un gruppo di ragazzi in auto che dopo avermi sorpassato si voltano per salutarmi con il pollice alzato. A Breno prendo una stradina per Passo Croce Domini lungo la strada mi imbatto in una mandria di vacche che occupano tutta la strada mi butto tutto a sinistra e aspetto che passano, proseguo e  più su trovo i figli piccoli dell'allevatore di vacche che mi fanno segno di andare piano (il padre gli ha insegnato di fare cenno di andare piano, ma non ha spiegato loro di farlo solo a quelli che vanno in direzione della mandria) figuriamoci. Al passo Croce Domini piove un pochino e piove fino a Bagolino, la strada è tutta bagnata e le curve scivolose ancora una volta devo farmi la discesa praticamente senza freni.
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Intravvedo finalmente il lago d'Idro mi sento già a casa (a casa un corno è  ancora lunga!), arrivo a Piève Vechia dove mi fermo per fare benzina, togliermi la tuta anti-aqua e per bere qualcosa al bar del paese, la barista e alcuni clienti mi guardano in maniera strana, quando torno alla vespa e mi specchio mi accorgo di avere gli occhi rossi e una facia come se fosse un mese che non dormo, da qui non ha più piovuto passo per il lago di Valvestino e arrivo a Gargnano quindi Salò, Peschiera, Verona e tutti i soliti paesi che ormai sono stanco di vedere e che non passano mai quando la strada l'hai fatta un sacco di volte e non sai più dove guardare mentre la percorri per far passare il tempo. A Montorso vado in riserva e arrivo ad Arzignano alle 6:00 del pomeriggio, invece di tornare a casa mi permetto anche l'ultimo sforzo di portare i rullini dal fotografo come non fossi abbastanza distrutto. Tornato al mio paese trovo gli amici che mi salutano e mi fanno domande, purtroppo sono così stanco che non capisco nulla e alcuni che mi salutano e li guardo non capisco chi sono, vado quindi a casa a riposare a letto uscirò la sera alle 9:30
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