CARDELLINO    

Caratteristiche - Voce - Diffusione - Habitat - Riproduzione - Alimentazione - Riflessioni - Bibliografia        


 Famiglia: Fringillidi

Genere: Carduelis  

Specie: Carduelis carduelis.

 Nome dialettale: Cardillo, Cardella  

 

Ascolta il canto

Fra tutti i nostrani il Cardellino è certamente il più bello e può senza sfigurare sostenere il confronto con molti esotici.    

                   


Caratteristiche

Vi sono numerose varietà del Cardellino (Carduelis carduelis), che si differenziano tra loro per una leggera variazione di lunghezza e per lievissime sfumature di colore. Nella varietà più comune il maschio è lungo sui 14 cm; la femmina, che si distingue per le tinte di poco più pallide e per il nero dell'inizio della spalla velato di grigio, è un po' più piccola.

Il manto, pregevole per i colori ed ancor più per il disegno, veramente sui generis si presenta cosi: maschera facciale rosso cremisi orlata di nero intorno al becco come pure nere sono le parti mediana e posteriore del capo; tempie e guance bianche; bianco-grigio il ventre ed il centro del petto, sfumato ai lati di nocciola; bruno nocciola il dorso, leggermente più chiaro il groppone; ali nere barrate di giallo, coda nera con macchie bianche. Il becco è biancastro rosato con l'apice nerastro od azzurrognolo e diviene completamente chiaro all'epoca degli amori. Zampe brune.

Muta completa in agosto. settembre. Giovani: parti superiori marrone-grigiastre; parti inferiori più biancastre. Becco bianco-rosato con punta di color nero-marrone; zampe color carne; iride marrone scuro.

Il maschio, durante il corteggiamento, inclina il corpo da lato a lato mentre tiene le ali aperte facendole oscillare rapidamente.

E' soggetto all'epilessia ed in vecchiaia può divenire cieco.  

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Voce

Un tsuitt-uitt-uitt liquido e caratteristico, difficile da trascrivere, ma inconfondibile. Canto vario e modulato che ricorda quello del Canarino.  

Canta praticamente tutto l'anno, ad eccezione del periodo della muta.  

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Diffusione

E' presente in tutta l'Europa centrale, nell'Africa settentrionale, nella sezione occidentale dell'Asia, fino alla Persia e nell'Arcipelago delle Canarie.

In Italia è stazionario nel centro-meridione mentre nidifica in tutte le regioni sino a un'altitudine di 800-900 metri. Più numeroso in primavera e autunno per il passo di soggetti provenienti dal nord .  

In Campania è presente sia nel Parco Nazionale del Cilento che in quello del Vesuvio.

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Habitat

E' specie essenzialmente arboricola e raramente si posa sul terreno, dove si sposta saltellando con impaccio mentre si arrampica sui rami con grande agilità. 

Ama riunirsi in gruppi numerosi per svolazzare tra le fronde degli alberi, effettuando di tanto in tanto perfette capriole. I cardellini prediligono i frutteti, gli orti, i giardini in vicinanza delle abitazioni e si trovano anche numerosi nei boschetti e nei parchi.


Riproduzione

Verso la fine di aprile la femmina inizia e porta a termine la costruzione del nido senza l'aiuto del maschio e depone da 3 a 6 uova bianco bluastre e bianco verdastre punteggiate di grigio, rossiccio e bruno. L'incubazione dura 12 e talvolta anche 13 o 14 giorni e a 14-15 giorni dalla nascita i piccoli abbandonano il nido ma restano in vicinanza dei genitori anche quando questi attendono alla preparazione della seconda covata.  

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Alimentazione

Il Cardellino prende nome dalla pianta di cardo, su cui ama posarsi nella ricerca dei semi prediletti. E' specie essenzialmente granivora ma non disdegna anche insetti: piccoli coleotteri, larve di lepidotteri, ditteri, afidi, ecc.  

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Riflessioni

Poiché è luogo comune affermare ch'esso sia un uccello che si adatta benissimo alla cattività, il cardellino è forte oggetto di bracconaggio, in particolare, per quanto riguarda il Parco Nazionale del Vesuvio, nella zona di Ottaviano, di Terzigno e nel Mondragonese:

La realtà è un'altra: su cento esemplari catturati, circa la metà periscono nel giro di pochi giorni e dei restanti si può calcolare che un buon 50% soccomberanno alla prima o seconda muta. Ne consegue che solo un quarto all'incirca dei soggetti catturati sopravvive alla prigionia, rassegnandosi più o meno bene e più o meno rapidamente alle ristrettezze della gabbia, senza mai adattarsi completamente alla presenza dell'uomo, al cui avvicinarsi manifesteranno sempre timore. Le debite eccezioni, confermanti la regola, sono quasi sempre frutto di un addomesticamento paziente che pochi allevatori hanno il tempo e la capacità di praticare. 

Solitamente si verifica uno di questi tre casi:

1)  l'uccellino rifiuta ostinatamente di cibarsi;

2)  mangia regolarmente pur sbatacchiando disperatamente per la gabbia;

3)  non fa che mangiare senza mostrare soverchia paura dell'uomo, giungendo talvolta al punto di prendere il cibo dalla mano.

Ma non illuda il terzo caso poiché la disperata fame altro non è se non una corsa al suicidio per indigestione, tanto poco interessa la vita al povero recluso.

Fortunatamente il cardellino è specie protetta in Italia ed è vietata la detenzione di soggetti non anellati e di cui non si dimostri certificazione di nascita in cattività, pena una salata multa e causa civile se si detiene un numero superiore a sei soggetti fuorilegge.  

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Bibliografia

V. Menassè - Uccelli nostrani da gabbia, Encia, Udine 1978;

AA.VV. - Rassegna completa degli uccelli d'Europa, Rizzoli, Milano 1972.

Referenze fotografiche

Da Italia Ornitologica 8-9\98 P. Castellanza

Note

Questa scheda è stata realizzata grazie alle ricerche del socio P. Trematerra di Napoli.