LA SORTE DEI CONTADINI NEL PROGRAMMA DELL' OPERA NAZIONALE COMBATTENTI

L'appello-promessa ai contadini si giustificava col fatto che, su cinque milioni di italiani impegnati al fronte, i lavoratori agricoli rappresentavano circa il 60%.   

Finita la guerra venne istituita l'opera nazionale combattenti, con lo scopo di provvedere alle necessità dei reduci. In particolar modo essa avrebbe dovuto provvedere ad acquisire i terreni incolti o bisognosi di trasformazioni colturali, appartenenti allo stato, alle province, ai comuni, ad enti ecclesiastici o a proprietari privati, da affidare, poi, a cooperative di agricoltori oppure di coltivatori diretti ex-combattenti, sotto forma di locazione a miglioria rinnovabile oppure a miglioria con diritto di acquisto. "Un tale programma avrebbe richiesto", afferma Salvatore Coppola "tempi lunghi che la classe contadina, sopratutto quella meridionale, non era in grado di sopportare per cui nel Salento si verificarono appropriazioni spontanee delle terre incolte e demaniali da parte dei contadini".   

 

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