ventimaggio

V e n t i m a g g i o

se tante persone di poco conto facessero cose di poco conto in tanti posti di poco conto,
la vita sulla terra sarebbe migliore
(J.F.K.)

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 Per le azioni

Come detto, l’investimento azionario è molto rischioso. E’ perciò adatto a persone che, oltre ad avere la necessaria cultura finanziaria, abbiano anche il tempo per seguire costantemente l’evoluzione dei mercati.


Se non abbiamo le conoscenze ed il tempo che occorrono, è meglio delegare la gestione dell’investimento a persone competenti che se ne occupino per conto nostro.


Per tale scopo ci sono Fondi Comuni con diverse specializzazioni (geografiche, industriali, settoriali ecc.) che possono aiutarci. I Fondi sono gestiti da professionisti dell’investimento, i quali comprano e vendono le azioni in cui il Fondo è investito.


Ulteriore caratteristica dei Fondi (e degli ETF che esamineremo tra poco, e che sono una categoria di fondi) è quella di investire in un gran numero di titoli diversi tra loro, e quindi il loro pregio è la diversificazione.


Se investo in titoli azionari, per loro natura rischiosi, può avere un senso acquistare fondi: con la diversificazione posso realmente diminuire il rischio, e posso avere un alto grado di diversificazione anche con piccoli importi, acquistando quote piccole, ad esempio da 1.000 euro, di un fondo investito in 100 titoli azionari diversi.


Con soli 1000 euro, non potrei mai raggiungere il risultato di ripartire il rischio acquistando 100 titoli azionari diversi se operassi direttamente sul mercato, da investitore privato.


I pregi dei fondi, evidenti nella teoria, si rivelano purtroppo spesso inesistenti quando si passa alla pratica.


C’è da dire infatti che purtroppo che nella pratica sono pochi i Fondi che riescono a battere il proprio benchmark (cioè l’indice azionario che adottano quale strumento per misurare la bontà dei propri risultati), segno che il gestore non è riuscito a superare l’andamento del mercato azionario, realizzando l’obiettivo di rendimento che aveva indicato.


Nonostante ciò, molti Fondi richiedono il pagamento di commissioni anche onerose (sia di ingresso e/o di uscita dal fondo che di gestione nel periodo in cui si detiene il fondo nel proprio portafogli) che ne riducono ulteriormente i rendimenti.


Vi sono tuttavia anche Fondi ben gestiti e l’importante è saperli scegliere senza accettare passivamente quelli che la nostra banca ci propone, specie se si tratta di fondi gestiti dalla banca stessa.


In questo caso, c’è infatti un forte interesse della banca a piazzare al cliente tali prodotti, a prescindere dalla qualità dei risultati che il fondo riesce ad ottenere.

Per poter scegliere in modo consapevole un fondo comune è di aiuto http://www.morningstar.it/ , in cui si possono trovare molte delle notizie ed informazioni indispensabili per scelta del fondo comune che fa per noi.


Ad esempio, il sito Morningstar consente di valutare la capacità del gestore di superare, per più anni di fila, l’indice azionario assunto come riferimento per la performance del fondo.


Un altro strumento molto interessante (e che personalmente preferisco per l’investimento azionario) è costituito dagli ETF (Exchange Traded Funds): sono dei fondi che replicano esattamente l’indice azionario di riferimento.


Non c’è dunque una gestione attiva di titoli azionario: ciò che farà l’indice, quello sarà il risultato del fondo.


Il vantaggio in questo caso è che, non essendoci gestione, non c’è un gestore da pagare, e per questo motivo gli ETF fanno pagare commissioni di gestione estremamente contenute.


Inoltre sono quotati alla Borsa di Milano e sono negoziabili come le azioni in ogni momento della giornata.


Per saperne di più si può andare a questo link http://www.borsaitaliana.it/documenti/rubriche/sottolalente/cosaeunetf.htm


Per le obbligazioni

Anche per quanto riguarda l’investimento in obbligazioni vi sono disponibili sia i Fondi di investimento che gli ETF.


In questo caso, però occorre fare un distinguo. Premetto che si tratta di una mia personale opinione, e quindi valutatela come tale, non come una verità assoluta.


Come si diceva, Fondi ed ETF vanno bene in tutti quei casi in cui il rischio dell’investimento è elevato e dunque la diversificazione ci aiuta a minimizzare tale rischio.


Ma se l’investimento è a rischio minimo, tendente allo zero, allora molto meglio operare direttamente sul mercato.


Come esempio si indica l’andamento di un fondo monetario (che contiene in ampia misura obbligazioni di altissima qualità a breve e brevissima scadenza, e a rischio zero) confrontato col suo indice di riferimento (BOT a 12 mesi) : si può vedere che il BOT ha ampiamente battuto il fondo, e per i fondi di liquidità ciò succede praticamente sempre.


Occorre considerare infatti che il gestore del fondo di liquidità si fa pagare per la sua opera attraverso commissioni che non sono esplicite perché sono comprese nel prezzo.


Dunque noi clienti non le vediamo, ma le paghiamo.


Perché disturbare (e pagare) un professionista per acquistare dei titoli privi di qualsiasi rischio quando per ottenere lo stesso risultato è sufficiente acquistare un  BOT, cosa che potremmo fare noi senza alcuno sforzo andando semplicemente allo sportello della banca?


Le banche hanno tutto l’interesse a proporre ai clienti questi strumenti perché hanno larghi margini di guadagno, ed inoltre spesso lo “sportellista” riceve anche un bonus in funzione di quanti prodotti della sua banca riesce a piazzare alla clientela.


Sono costi che paga sempre il cliente, quindi attenzione !

 

In conclusione l’investitore che vuole investire in obbligazioni a bassissimo rischio, come sono di solito i titoli di Stato, ed in particolar modo quelli di durata contenuta, se acquista un Fondo paga per ridurre un rischio che in realtà non c’è.


Per tale ragione, per l’investimento in tali obbligazioni, consiglio di effettuare direttamente l’acquisto sul mercato, e procederò ad un breve approfondimento su quello che c’è da sapere in materia.

 

 


 

 

 

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