LONDON - EDIMBUGH - LONDON

 1416 km. - 8100 mt. dislivello 

 

21-25 Luglio 2001


Resoconto di: Simone Bianchi.

   

 

20 Luglio 2001, ore 8,30, Aeroporto Milano Linate, D-Day.

Siamo Luigi Capellani, Giovanni Zilioli, Piera Marzani, Giampiero Lottici, Giorgio Bedetti, Michele Lombardini ed io.

Con la compagnia aerea BUZZ ci trasferiamo a London Stansted da dove raggiungiamo Harlow, luogo di partenza della prova, grazie ad un treno speciale per il centro di Londra.

Veniamo accolti all’Ostello dove ritiriamo il numero di gara, insieme ad una maglietta, una biro, una bustina di sali, e dove possiamo montare le bici nel giardino attiguo con le adeguate borse e quant’altro per completare una prova del genere in completa autonomia.

Finiti i preparativi depositiamo i cartoni “Porta-bici” in una casetta dell’ostello (ci serviranno per il ritorno in Italia), e ci trasferiamo presso l’Ostello che avevamo prenotato per passare la notte e in bicicletta ci sparapazziamo ben 33 km di riscaldamento invece della decina in programma.

Tra ingiurie di ogni genere, con sacchi e borse in spalla ed in ogni altro posto disponibile,  finalmente raggiungiamo la meta in mezzo ad un fitto e intrigante bosco (tipo foresta di Sherwood) tra le colline a nord di Londra e lì incontriamo Luigi Luzzana e Matteo Luzzana già arrivati in precedenza con un altro volo aereo.

Ceniamo presso un pub nelle vicinanze, mentre fuori incomincia a piovere e poi tutti a nanna.

Ci alziamo di buon ora visto i chilometri che ci separano dalla partenza, facciamo colazione mentre fuori sembra che la pioggia stia cessando dopo essere scesa incessante tutta la notte. Infatti come saliamo in bici e partiamo smette. Ad Harlow troviamo Barbara e Matteo di Milano.

Sono le 9,50 e siamo pronti ai nastri di partenza, ci sono bici di ogni genere; dalle superleggere, a quelle piene di borse e borsini, ci sono 2 recumbent, un triciclo e persino 2 con scatto fisso.

Finalmente arrivano le 10,00 e si parte; le prime pedalate sono sempre le migliori, si scherza, si conoscono persone nuove come Drago e il suo amico che si uniscono a noi per tutta la prova.

Il percorso già si rivela un toboga di saliscendi fra le aspre colline inglesi, ed in mezzo al gruppone formatosi alla partenza noi ci separiamo un po’.

Al 62° km. presso il primo punto di controllo al Village Hall di Longstowe con ristoro a pagamento (come scopriremo essere tutti i ristori) ci ricongiungiamo.

Del carnet de route composto da quelle che sembrano essere un’infinità di pagine ecco comparire il primo timbro che ci infonde coraggio a proseguire.

Alla ripartenza alcuni si portano avanti mentre io e Giovanni aspettiamo l’amico Ernesto che deve riempire la borraccia.

In tre riprendiamo e siccome ormai il gruppo si è già sfoltito dobbiamo ricorrere al road book, unico sistema disponibile per percorrere le strade giuste non segnalate da nessun cartello dell’organizzazione.

Dopo un decina di km. superiamo un villaggio in festa addobbato da pupazzi di ogni genere urbano, dal vigile con l’autovelox, allo spazzacamino che si arrampica su una casa fino ad una prostituta all’angolo della strada.

Poco prima del ristoro con controllo di Thurlby incontriamo gli altri che sbucano da una via secondaria dopo essersi accorti di aver sbagliato strada.

Presso lo Youth Hostel di Thurlby veniamo accolti da piatti di pasta e solite cibarie inglesi.

Con quello che diverrà il solito richiamo asinino delle soste di Giovanni: “fra 5 minuti si parte”, ci prepariamo e ripartiamo subito in salita per affrontare ancora toboga di saliscendi fino al controllo di Lincoln.

Il territorio che percorriamo è molto suggestivo, vediamo l’Inghilterra rurale con piccoli villaggi agricoli; è l’Inghilterra che la maggior parte degli italiani che si vanta di essere stato in questa nazione non ha mai visto fermandosi soltanto a Londra o Oxford.

Presso il controllo di Lincoln, che si tratta di una stazione di servizio, mangiamo presso l’annesso Burger King e prima di ripartire indossiamo il giubbino riflettente e quant’altro per affrontare la notte che già sta scendendo.

Per fortuna dopo Lincoln mi accorgo di avere il supporto della borsa allentato, tanto da costringermi ad una sosta per stringere le viti, mi aspetta Giovanni e insieme ci riportiamo sul gruppo.

Il prossimo controllo è a Thorne sede di partenza della randonnèe di 800 km. e seconda partenza della 1400.

In questo tragitto prevalentemente pianeggiante (…direi l’unico tratto piatto della Gran Bretagna), a ridosso dell’area di Sherwood (famosa per Robin Hood) aggiriamo delle centrali illuminate quasi a giorno.

A Thorne arriviamo circa all’una di notte presso il controllo del Rugby Club e proprio sull’erba del campo, con i sacchi a pelo, ci concediamo ben 1 ora e mezza di sonno. Nella prima giornata abbiamo percorso 296 km.

Al risveglio facciamo colazione con quello che ci capita e poco dopo le tre di notte ripartiamo.

Con le prime luci del giorno raggiungiamo la zona di Castle Howard con giganti monumenti, mura ed obelischi magnifici, ma soprattutto con dei saliscendi da 17% di pendenza sia in salita sia in discesa. Chi cominciava ad accusare i primi sintomi di sonnolenza subito si è svegliato.

Poco dopo arriviamo ad Hovingham sede di controllo e postazione delle borse che l’organizzazione ci ha fatto pervenire.

Alcuni, come me, cambiano calzoncini e rinforzano la borsa al seguito di cibo. Abbiamo percorso finora quasi 400 km. e per ora tutto bene, il sedere regge bene, anche grazie alle cremine varie che ad ogni sosta bisogna spalmare, chi fa uso di Prep, chi a creme più professionali tipo Sixtus sottosella o B.T.S..

Inesorabile come sempre Giovanni annuncia la ripartenza e via verso il controllo di Barton.

Superiamo il North Yorkshire con gli immancabili saliscendi fino ad un nuovo controllo sempre in una stazione di servizio con annesso self-service per mangiare.

A Barton si incominciano ad accusare i primi sintomi di indolenzimento nelle parti basse, ma siamo ancora all’inizio.

Qui incominciano le montagne, infatti iniziamo la prima vera salita della prova arrivando al nuovo punto di controllo di Langdon Beck posto a 10 km. dal colle di Yad Moss (600 mt).

Quando riprendiamo a salire scopriamo greggi di pecore che su tutte le montagne circostanti pascolano libere mentre vedendoci passare ci salutano ed incitano con i loro belati.

In cima alla salita discesa molto veloce verso il paese di Alston che presenta un tratto in discesa con mattonelle di porfido ed una pendenza superiore al 15% (…che dovremo ripetere in salita al ritorno).

Altri 30 km. e siamo al controllo di Carlisle sempre in area di servizio dove ordino una Coca-Cola e mi tocca aspettare un quarto d’ora per sentirmi dire che non possono servirmela perché non ci sono più bicchieri disponibili.

Ripartiamo dalla disperazione mentre il sole sta per tramontare all’orizzonte e decidiamo di arrivare al prossimo controllo per dormire.

Dopo una ventina di km. entriamo in Scozia e ci addentriamo in montagna per raggiungere il paese di Eskdalemuir in piena notte dove veniamo accolti presso il Centro Tibetano Samye Ling che dato il buio non riusciamo ad apprezzarne il Tempio ed i monumenti esterni.

La grande sala che ci ospita offre una dependance con materassi appoggiati per terra dove poter riposare, ma essendo già al completo ci dobbiamo arrangiare diversamente. Fuori la notte è fredda così ci accampiamo con i sacchi a pelo dall’altra parte della sala dove riusciamo a dormire per la solita ora e mezza. Nella seconda giornata abbiamo percorso 326 km.

Intorno alle 2, 2,30 di notte ripartiamo ancora un po’ assonnati alla volta di Edimburgo per il giro di boa.

Siamo nelle Southern Uplands, un susseguirsi di colli che quando l’alba ci rischiara si manifestano in tutta la loro bellezza tra la nebbiolina mattutina le montagne circostanti. Montagne da 600 – 700 mt. di quota, ma che sembrano le nostre Alpi da oltre 2000 mt.. Una miriade di pecore sparse su tutti i fronti che con il loro belare sembra facciano da sveglia ad un nuovo giorno per quei pochi abitanti del luogo.

Sino all’ultimo colle sulle Moorfoot Hills siamo tutti separati, ognuno procede in salita con il proprio passo. Proprio in cima a quest’ultimo colle si può intravedere all’orizzonte, tra la foschia, Edimburgo con il mare alle spalle. …finalmente !

20 km. e siamo a Dalkeith, periferia della città, dove c’è il punto di controllo al Rugby Football Club.

Così dopo tutta questa fatica Edimburgo la vediamo solo dalla periferia. A questo punto c’è da segnalare l’amico di Drago che si ritira per problemi fisici, non se la sente di continuare e lo ritroveremo ad Harlow.

Abbiamo percorso 708 km. e girata la bici si riprende la marcia al contrario sulle stesse strade per tornare ad Harlow che per l’occasione da luogo di partenza si trasforma in sede di arrivo.

Ripercorriamo le montagne appena valicate dove a differenza di prima troviamo nelle vallate un forte vento (…naturalmente contrario) che ci costringe (…soprattutto io) a pedalare in discesa … che disdetta.

Ripassiamo dal Tempio Tibetano che essendo giorno riusciamo a vedere, ammirare e fotografare. Rivalichiamo lo Yad Moss alle 11 di sera e ci fermiamo a dormire a Langdon Beck mentre la temperatura scende a 9 gradi e incomincia a piovigginare. Nella terza giornata abbiamo percorso 292 km. con la metà di dislivello dell’intera prova.

Riusciamo a fare anche una doccia prima di dormire la solita ora e mezza, e grazie alla sveglia organizzata dai gestori del posto ripartiamo tra il freddo della notte e la pioggia che scende non copiosa, ma fitta.

Con noi si uniscono anche altri due ciclisti romani, Torelli con il suo amico.

Per fortuna con le prime luci del giorno smette di piovere e tra un controllo e l’altro, ritorniamo ad Hovingham dove riusciamo a fare una doccia di fortuna e a cambiarci i vestiti presi dalla borsa che ci aspettava.

Risuperiamo Castle Howard e raggiungiamo Thorne dove succede il furto ai danni della bicicletta di Luigi Cappellani.

Dei ragazzini che bazzicavano la zona e che dopo non si sono più visti hanno rubato una borraccia, il computerino con l’altimetro e il fanale anteriore.

Dopo averne parlato con i responsabili del posto, tra discussioni ed arrabbiature varie, che non sono serviti a niente, riprendiamo il viaggio.

Arriviamo verso sera a Lincoln e decidiamo di fermarci a dormire al controllo successivo di Thurlby, così affrontiamo i 70 km. più duri della prova.

E’ notte fonda ormai quando ci troviamo in mezzo alle colline tutti mezzi addormentati, a rischio di cadute e di sbagliare strada.

Per tenerci svegli c’è chi canta e chi grida, il paesaggio non offre nessun spunto di veglia, non si vede niente, non si capisce neanche per quanto la strada sale o scende, è difficile anche consultare il road book o semplicemente guardare i cartelli stradali. Ci tiene in bicicletta solo la voglia di arrivare e di dire io c’ero. (…ma chi ce lo ha fatto fare ?)

Per fortuna possiamo ringraziare Matteo Luzzana, solo grazie al quale riusciamo ad arrivare al controllo senza esserci persi o aver percorso km in più.

Dormiamo chi in un cantone che da un’altra parte, ma alle cinque del mattino bisogna ripartire per gli ultimi 150 km. Nella quarta giornata abbiamo percorso 348 km.

E’ qui che accuso i primi sintomi di crampi al polpoccio sinistro. Riesco bevendo molto e sfruttando il consiglio di Giampiero di pedalare spingendo i talloni verso il basso a tenere a freno il crampo. Ma l’infermeria ormai è aperta a tutti, Matteo di Milano ha un problema al tendine della caviglia, Giorgio ha problemi di sonno e di sottosella, e quasi tutti non sanno più che crema usare per alleviare i dolori al sottosella.

A Longstowe facciamo apporre l’ultimo timbro che con grande orgoglio riempie finalmente il libretto.

Ci separano soltanto 60 km. dalla meta e dalla gloria. Si continua a salire e scendere tanto che alla fine l’altimetro segna un dislivello complessivo in salita di oltre 8000 metri.

Negl’ultimi 20 km. mi stacco per procedere tranquillo ed evitare così i problemi al polpaccio che sembrano tornare, mi aspettano Giovanni e Luigi Luzzana.

Alla periferia di Harlow ci ricongiungiamo agli altri mentre apprendiamo che Luigi Cappellani, Drago e altri si sono persi. Peccato non riuscire ad arrivare tutti insieme, comunque siamo ad Harlow, il road book segna l’ultima rotonda, l’ultimo tratto di strada, l’ingresso nel parco e gli ultimi 300 metri verso il meritato riposo.

Veniamo accolti da applausi e grida, i fotografi ci scattano innumerevoli foto per catturare le nostre ultime espressioni, delle miss ci incoronano con collane di fiori e medaglie mentre dei giornalisti ci intervistano sulle nostre sensazioni.

……

No ! non è vero niente. A differenza della calorosa accoglienza della Milano-Roma, qui aleggia solamente la nostra consapevolezza di aver fatto qualcosa di straordinario e di poter dire un domani "io c'ero".

……

Entriamo nell’Ostello, consegniamo il carnet de route con i timbri e paghiamo pure 7,50 £ per avere la medaglia ricordo che ci verrà spedita a casa insieme al diploma.

Ci sediamo un attimo a riposare mentre una signora gentile ci offre del thè con dei biscotti, e dopo 10 minuti arrivano anche Drago e Luigi.

Ritroviamo anche l’amico di Drago che con la famiglia al seguito ci offrono dell’ottimo pane e salame.

Recuperiamo le borse e uno ad uno ci dirigiamo a fare una bella doccia rinfrescante e rigeneratrice per poi ritrovarci nel giardino dell’Ostello a valutare in gruppo l’impresa appena conclusa, mentre Giovanni, tra il nostro stupore, già medita ad un altro brevetto (2200 km nella steppa russa).

Per concludere devo dire che è stata una meravigliosa esperienza che mi ha dato molta fiducia per una mia presenza alla Paris-Brest-Paris del 2003.

 

Prossimamente pubblicheremo il diploma della London-Edimburgh-London 2001 conclusa in 102 ore e qualche manciata di minuti.

 

Nel frattempo potete consultare il sito ufficiale della manifestazione

www.audax.uk.com