![]() Loik |
Sempre
accigliato, con espressione eternamente malcontenta, a chi non lo conosceva
da vicino Ezio Loik poteva dare l'impressione del tipo scontroso, poco socievole,
misogino. Per avere una chiara smentita a tutte queste considerazioni, sarebbe
bastato scoprire Loik nell'intimità della sua bella casetta, quando
con la piccola Mirella giocava a cavalluccio o a mosca cieca o a rimpiattino.
Si poteva allora constatare che il sorriso, più sereno e più
soddisfatto, poteva benissimo allignare anche sulle labbra di Loik; e dalle
sue labbra potevano partire frasi gioiose che più nulla avevano nè
di scontroso nè di misogino... Ci teneva, Loik, a giocar bene ed a guadagnarsi le lodi della stampa sportiva; perchè poi, ogni lunedì mattino, si prendeva in braccio la sua Mirella e gli narrava tutto quanto i giornali dicevano di lui, particolarmente soddisfatto quando, al termine della lettura, Mirella chiudeva la seduta sentenziando un serio e grave: "Bravo papà!". Qualche volta succedeva anche a lui, al buon Loik, di non essere in gamba come il solito.., e la stampa allora lo notava e lui non si sentiva di leggere i commenti alla piccola. Se Mirella glie ne chiedeva cercava di scantonare, e ritrovava il buonumore solo quando la piccola, ormai smaliziata, gli diceva un "bravo lo stesso, papà! ". Strana la carriera di Ezio Loik. Nato a Fiume il 26 settembre 1919, dimostrando presto d'essere perfettamente utilizzabile sia come mezzala destra che come mediano destro si faceva luce ed era richiesto dal "Milan" col quale cominciava a giocare dalla stagione 1937-38 per restarvi fino al campionato 1940-1941. In maglia rosso-nera fu un giocatore dal rendimento onesto, nulla più: sempre pieno di buona volontà, sempre degnamente in campo... ma senza, in verità, offrire niente di eccezionale. Così che quando i milanisti lo lasciarono andare al "Venezia", i tifosi della "Madonnina" non ne rimpiansero gran ché la partenza. Ma appena al "Venezia", trovatosi in coppia con Mazzola, Loik tirò fuori certe partitone che lasciarono increduli un pò tutti; forse lo stesso Loik! Aveva trovata giusta carburazione, e l'intesa con Mazzola, divenendo sempre più perfetta iniziò anche per lui la strada migliore: quella che doveva portarlo alla nazionale (dove iniziando nel 1942 a Genova aveva sinora disputati nove incontri), che doveva condurlo al "Torino" con la stagione 1942-43, giusto in tempo ad entrare in quella raccolta di assi che alla forte società granata doveva offrire i cinque famosi titoli. Il passaggio di Loik al "Torino" avvenne contemporaneamente a quello di Mazzola; e fu trasferimento a cifra clamorosa, in quanto i due giocatori vennero ceduti dal "Venezia" per l'importo di un milione tondo, ed era un milione del 1942!... |
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Il Grande Torino 2003
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