5°giorno, sabato 12 aprile 2003

La notte è stata una vera sofferenza, tra la pelle che brucia e le zanzare inferocite! Alle 5.30, disperati, ne approfittiamo per osservare l'alba dalla spiaggia. E' piovuto anche stanotte ed alcune nuvole coprono ancora il cielo. Aspettiamo il sole facendo colazione con un po' di frutta e alle 6.15 fotografiamo l'alba ; un attimo dopo si abbatte un nuovo acquazzone . Il taxi è puntuale e alle 7.00 partiamo.

Il nostro viaggio percorre una zona pianeggiante, trascurata e confusa, fino ad incontrare la "Cordillera Oriental" che va da Higuey a Miches: da questo punto la strada è un saliscendi continuo, ed è di solito sterrata. Il paesaggio è da "Giurassic Park": la vegetazione alterna latifoglie a noi conosciuti e arbusti dai fiori rosso intenso, con pascoli sui colli spelacchiati, dove le palme sembrano ombrellini infilzati sulle coppe di gelato.

Incontriamo tanti centri abitati, i "pueblos", costituiti principalmente da piccole abitazioni di legno colorato, distribuite lungo la strada; in esse possiamo osservare scene di vita quotidiana, in un sabato mattina qualunque, con bambini che giocano, donne alle prese con le faccende domestiche, persone lungo la strada elegantemente vestite o raccolte davanti ad una bottega; ma anche tanta povertà, con animali che convivono in stretti spazi insieme ai loro padroni, bambini scalzi che lavorano con uomini.

Alle 10.00 precise giungiamo al porticciolo di Sabana De La Mar (con un'auto a noleggio non credo ce l'avremmo fatta: le indicazioni stradali sono inesistenti!!).

Ramònez ci viene incontro, ha già capito che forse può guadagnare qualcosa: ci aiuta con gli zaini ad entrare nel piccolo scafo ancora vuoto, ci fa accomodare e ci presenta il costo della traversata che sarebbe di 100peso a testa; scompare con una nostra banconota da 500peso e dopo dieci minuti si ripresenta con il resto e con la pretesa di una mancia! L'imbarcazione lentamente si riempie di dominicani ; c'è posto anche sul tetto!

La traversata dura un'ora abbondante e si transita vicino a Cayo Levantado, un'isola con una spiaggia favolosa che avevamo visto ieri in una cartolina.

Appena sbarchiamo veniamo assaliti dai soliti taxisti disposti a portarci ovunque! Un mototaxi ci chiede 400peso ma prima di spostarci vorremmo pranzare e il ragazzo dice di volerci portare, lì vicino, da un suo amico: ci ritroviamo in una "cafeteria" che prepara anche piatti dominicani (si trova, sbarcando, a sinistra per 500 Mt., presso una rotonda). Pranziamo con uno squisito "pescado con arroz", per soli 305peso, che ci viene servito, come tutti i menù a base di "arroz", con un piatto di riso e una scodella di fagioli e zucca in umido a parte; il pesce è un "culirubia" o qualcosa di simile, cucinato a vapore con listarelle di peperone, cipolla e pomodoro. Nel frattempo il mototaxi ci aspetta.

Alle 13.15 partiamo, per questa nuova esperienza di viaggio, a bordo del carretto tirato dalla moto ; la strada raggiunge forti pendenze, ma è asfaltata bene; il nostro autista ci mostrerà poi, fiero di sé, la modifica alla catena con una di calibro superiore, per sostenere lo sforzo del traino. Attraversiamo nuovi "pueblos" nei quali la gente sorride e saluta il nostro passaggio . Giunti ad El Portillo, la strada riprende a seguire il mare e, poco dopo, siamo a Las Terrenas, dove già abbiamo modo di notare la quasi totale assenza dei turisti. Ci facciamo lasciare prima che la strada entri in paese, allontanandosi dal mare.

Conosciamo subito Santo, un giovane che accenna qualche parola italiana, al quale chiediamo se conosce un posto dove poter dormire senza spendere molto (affidarsi agli abitanti per avere informazioni è la cosa migliore da fare); Santo ci porta da Mariana, gestore della "Viejo Villa", una casettina con il mare in faccia, e quattro appartamentini indipendenti al costo di 400peso per una notte; per tre notti stabiliamo soli 900peso.

Santo c'invita inoltre a visitare le "Cascade del Limòn" e, se volessimo, l'indomani organizzerebbe tutto lui (al costo di 35$ a testa pranzo compreso). A noi va bene e ci si accorda per il giorno dopo alle 9.00.

L'appartamentino è in ordine, con due lettoni, il frigo, un cucinino, l'acqua calda e il ventilatore a tre pale sul soffitto (molto più sano dell'aria condizionata). Attraversando la strada si è già in spiaggia, il mare è stupendo e quieto; la costa è un susseguirsi di golfi contornati da palme basse e non esistono hotel o sdraio; diversamente rispetto al Bavaro, mancano i commercianti di souvenir, che si possono però trovare in paese! Riusciamo a gustarci anche il tramonto di questa giornata, che cade alle 19.30, seduti sul tronco di una palma.

La cena, questa volta, è affidata ad un ristorante italiano: iniziamo a sentire la mancanza dei carboidrati della pasta! Ceniamo ottimamente con un primo di pasta, una grigliata di pesce, del buon vino bianco e un dolce spendendo 817peso. Parliamo con Claudio, il proprietario, che si trova nella Repubblica Dominicana da 10 anni; dice di aver scelto Las Terrenas perché è il paradiso! Ci consiglia inoltre di andare a Playa Bonita, 3 Km dopo il paese, dove potremo trovare un paesaggio ancora incontaminato, oppure di lasciarci incantare dalla bellezza di Las Galera (sulla punta della penisola di Samanà), che, purtroppo per noi, è un po' fuori strada!

- fine 5°giorno-