7°giorno, lunedi 14 aprile 2003

Questa mattina facciamo un breve giro in Las Terrenas prima di spostarci a Playa Bonita.

Nel piccolo centro commerciale (una struttura in legno a due piani con tetto in frasche) troviamo un ufficio postale, dove prendiamo alcune cartoline e i relativi francobolli da 15peso; troviamo finalmente anche una dettagliata mappa dell'isola Hispaniola, sulla quale convivono la grande Repubblica Dominicana e la francese "République d'Haiti", situata ad ovest di fronte a Cuba.

Per giungere a Playa Bonita, ci serviamo dei frequentissimi motoconcho al costo di 30peso a testa (abbiamo ormai capito che la tariffa si aggira sui 10peso al chilometro ed aumenta fino al doppio di notte); dal paese ci si arriva in cinque minuti seguendo una serie di vie sterrate.

La spiaggia che ci si presenta è appena di pochi metri ed è umida e battuta come se fosse il bagnasciuga ; arriva fino alla base delle palme e sembra che una mareggiata abbia rosicchiato il terriccio dalle loro radici, tanto che qualcuna di queste palme è pericolosamente inclinata verso il mare ; il mare è il più bello incontrato fino ad ora: camminiamo per oltre 100 mt prima che l'acqua superi le ginocchia… l'acqua è cristallina , pacata e incredibilmente calda, soprattutto lo strato in superficie, mentre sotto la temperatura credo scenda di uno o due gradi; spesso si viene avvolti da correnti calde divine!

Ritornando a riva si ha la sensazione che l'acqua scotti e non possiamo fare a meno di sdraiarci dove essa è profonda poche decine di centimetri, usando una noce di cocco come cuscino!

Verso ovest il paesaggio c'incanta ancora di più: i colori del mare , le palme , i frammenti di corallo catturati dalla sabbia bianca, l'acqua trasparente senza quasi un'onda; monto il mio treppiede per qualche autoscatto e lascio Massimo in uno stato d'estasi totale…

Ci godiamo per qualche ora quel paradiso dove possiamo contare una manciata di persone in un tratto di oltre un chilometro di costa! Tra la sabbia, oltre ai frammenti della barriera corallina, troviamo coloratissime conchiglie e alghe mai viste, rivestite da piccolissimi e complessi anelli di materiale calcareo.

Nel pomeriggio il vento dal mare aumenta il ritmo delle onde e la loro inquietudine; in pochi minuti assistiamo all'alta marea che arriva fino alle radici delle palme, dando così un senso alle nostre osservazioni.

Costretti però ad abbandonare quel paradiso, ritorniamo in paese dove Massimo acquista alcune tele da uno di quei pittori che espongono lungo le strade, il quale ci dimostra essere rimasto senza pittura per lavorare… per cambiare i 500peso con cui paghiamo va direttamente a comperare la tempera! Nel frattempo io scatto qualche foto e riprendo una bimba che si riguarda stupita nel viewfinder della mia macchina fotografica digitale!

Ceniamo al ristorante con cucina spagnola "Yuca Caliente": tapas, paella e sangria su un tavolino a pochi metri dal mare e sotto alle palme per 805peso.

Durante l'ultimo giro nel "pueblo", passiamo davanti ai ritrovi dei ragazzi di Las Terrenas, che trascorrono la sera giocando a biliardo e ascoltando musica: l'atmosfera è particolare, perché siamo gli unici bianchi per le strade!

- fine 7°giorno-