3°giorno, giovedì 10 aprile 2003

Ore 7.30 sveglia e colazione con caffè e frutta tropicale (ananas, melone e papaia). Lasciamo il Green House pagando l'abbondante e gustosa cena di ieri sera per soli 220peso. Con un taxi ci spostiamo alla stazione di partenza dei bus che si trova dall'altra parte della Zona Colonial (70peso per il taxi); non ci sono problemi a capire quale sia l'autobus giusto in quella giungla, perché si viene automaticamente travolti da un turbinio di domande da parte degli "addetti agli autobus": basta conoscere la città di destinazione e al resto ci pensano loro.

Questi autobus da viaggio sono esattamente come i nostri; c'è perfino un monitor su cui viene proiettato un film preceduto da trailer di pellicole che in Europa devono ancora arrivare. I nostri zaini vengono caricati nel bagagliaio e paghiamo il biglietto prima di salire: S.to Domingo - Higuey costa 80peso a testa e il viaggio dura circa un paio d'ore, fra sorpassi azzardati, attraversamenti di animali e persone, dossi improvvisi e tratti stradali dissestati, su quella che per loro è un'autostrada.

Appena partiti, lungo la strada che segue parallela la costa meridionale dell'isola in direzione est, il secondo autista passa a ritirare il biglietto appena acquistato, probabilmente per riutilizzarlo! La periferia di S.to Domingo è malmessa e trascurata: notiamo parecchi cantieri abbandonati e cumuli di spazzatura; di tanto in tanto leggiamo, affisso su qualche catapecchia, il cartello "se vende".

Al capolinea di Higuey cambiamo sul pulmino per Playa Bavaro: altri 50km da percorrere in circa 1 ora e 30 minuti. Questi pulmini sono circa la metà in lunghezza dei bus tradizionali ; non hanno bagagliaio e così siamo costretti ad occupare, insieme ai nostri zaini, l'ultima fila da 4 posti, pagando così il doppio del biglietto, che a persona è di 30peso.

Giunti nella zona dei residence ci facciamo segnalare dall'autista la fermata per Playa Bavaro: in effetti, la strada continuerebbe mantenendosi lontana dalle spiaggia, fino a rientrare verso Higuey e l'autista ci lascia all'imboccatura di uno sterrato che, perpendicolare alla carreggiata principale, va dritto verso il mare. Qua troviamo botteghe di commercianti di souvenir, ristoranti in stile dominicano (strutture in legno con tettoie in frasche di palma), un minimarket e un "rent habitacìon": l'appartamentino per dire il vero non è il massimo per l'igiene e le zanzariere ci lasciano immaginare possibili battaglie notturne con le zanzare, però c'è acqua calda, aria condizionata, tv e frigorifero. E' l'unico nella zona e per 25$ a notte decidiamo di fermarci un giorno e partire poi sabato mattina.

Un rapido sopralluogo alla spiaggia e poi pranziamo assaggiando un piatto tipico dominicano, il "pescado con cocco", a base di "palgo" (un pesce rossiccio di questi mari) cucinato in salsa di cocco.

La spiaggia è bianchissima, ma il mare non ci soddisfa del tutto: è un po' agitato e il vento soffia forte verso terra ; la spiaggia è profonda 5 o 6 metri e alle sue spalle si slanciano altissime le palme . Ci sdraiamo sui nostri teli da mare e ad intermittenza il sole è coperto dalle nuvole che qui si spostano velocemente; inoltre l'orientamento della costa è rivolto verso nord-est e quindi il sole, già nel pomeriggio, rimane dietro alle palme lasciando la spiaggia parzialmente in ombra.

Restiamo sdraiati fino a quando l'est viene inghiottito dal buio della sera verso le 19.30; quindi camminiamo sul bagnasciuga in direzione opposta, scoprendo così un susseguirsi di residance e hotel (grazie al cielo a scarso impatto ambientale: sono bassi e nascosti dalle palme) e sdraio sulla spiaggia; già nel pomeriggio ce n'eravamo resi conto dal gran numero di turisti che ci passavano davanti, riconoscibili dal braccialettino colorato dell'"all inclusive" che portano al polso: dopo due giorni trascorsi a contatto coi dominicani, sembrava di stare su una spiaggia europea!

Rientriamo dopo la lunga camminata che sono quasi le 22 e compriamo qualcosa al minimarket, frutta e birra, per fare cena di nuovo seduti a guardare il mare.

- fine 3°giorno-