Bivacchi, rifugi e sentieri
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la Valtellina

Ristoro S. Giacomo

Quota:
m 1950 s.l.m

Localita':
è situato in localitàPetěn, sulla sponda destra del lago di San Giacomo all'altezza dell'immisssario torrente che scende dalla Val Trčla.

Proprieta':
Sig.ra Martinelli Rocca Lina. Recapito in valle: P.za IV Nov. 7 - Isolaccia VAldidentro, con telefono 0342 798.51.54

Attrezatura:
posti letto 10, servizi igienici all'interno con acqua corrente e doccia, riscaldamento a legna, illuminazione a gas, servizio bar e ristorante. NON dispone di Locale invernale

Apertura:
meta' giugno - fine settembre

Itinerario d'accesso:
il Ristoro e' raggiungibile in auto lungo la strada in terra battuta che circonda le dighe di Cancŕno e di San Giacomo (bivio in localita' Fiordalpe sulla strada di Livigno, a 3 Km. da Bormio).

Itinerario consigliato:
Traversata Val Trčla - Valle Alpisella

Difficolta':
EE

Dislivello:
800 metri

Tempo:
ore 5-6

E', anche questo, un bell' itinerario che fa capo alla zona della Val di Fraéle: pure esso ricco di contrasti ambientalieed intriso di vicende legate alla dura vita che, per necessita', si svolgeva sui monti nei tempi passati. Di qui, infatti, passavano nelle buie notti, in tutte le stagioni, gli "spŕlloni" che, per arrotondare i magri stipendi e per 'tirare avanti' le famiglie, portavano fino a trenta o quaranta chili di merce di contrabbando da Livigno a Bormio. Molti sono i tristi episodi avvenuti in queste valli e la vita era dura non solo per i contrabbandieri ma anche per i Finanzieri che alloggiavano a S. Giacomo, chiamati da loro con disprezzo "Sgarbasŕc" (Strappasacchi): appostamenti, fughe, dispetti e, purtroppo, anche le avversita' della natura, che contribuivano a rendere piu' aspra questa "lotta" quotidiana. D'inverno il nemico piu' temuto era dato dalle valanghe, che non facevano differenza tra l'anziano e bisognoso padre di famiglia ed il giovane militare. Anche durante i lunghi anni di costruzione delle dighe artificiali in Val di Fraéle le valanghe hanno dato, fra i pendolari operai del Livignasco, le loro vittime. L'itinerario ci conduce, dapprima, in Val Tréla dove, su di un incantevole e verdeggiante pianoro, e' situato l'omonimo Alpeggio. Ad esso si puo' arrivare, su tratturo, attraverso la Val Corta, anticamente chiamata "Val dell'Acqua". La stradina, prima di raggiungere l'Alpeggio, corre per un tratto scavata nella roccia ai tempi della Grande Guerra. In precedenza, come e' riportato su di un pregevole volume del 1884, questo posto era detto La Plŕta ed era passaggio obbligatorio per raggiungere "le Cascine di Tréla attraverso l'angusta, profonda ed orrida Valle dell'Acqua". Alla Pŕlta era "d' uopo per tre o quattro metri strisciare, sopra una non larga sporgenza, lungo la roccia a picco mentre dall'alto scende sul capo un ruscello in tal modo che non si puo' schivare una bagnatura ". La parallela Valle Alpisella offre interessantissime particolarita' geologiche, essendo incisa su di una profonda e lunga frattura della crosta terrestre. Sul lato sinistro aggettano le dolomitiche e strapiombanti pareti del Pizzo Aguzzo e delle propaggini orientali del Pizzo del Ferro, con alla base estese ed omogenee falde detritiche, sulle quali si fa faticosamente strada la vegetazione pioniera, sulla destra gli stupendi strati calcarei raddrizzati dei Monti di Petěn e del Torraccia. La valle e' nota perche' sul suo ampio fondo, nelle vicinanze del Passo, vi e' l'area sorgentizia del fiume Adda, data da numerosi, piccoli laghetti circondati da rive torbose e pascoli coperti da Camedrio Alpino (Drias Octopetala): questo piccolo ed insignificante torrente diventera' il grande fiume Lombardo e dovra' percorrere oltre 300 km per raggiungere il Po, e quindi l'Adriatico. Le acque che si riversano a ovest del Passo verso Livigno, invece, raggiungeranno il Mar Nero. Dal Ristoro S. Giacomo si imbocca, in direzione S-0, la vicina Val Petěn che si percorre, fra mughi, su comodo tratturo sin dove la valle si biforca. Si prende, a destra, il ripido sentiero che attraverso la Val Lunga porta all'omonima bacchetta (m 2335). Da qui, verso nord, si risale per pascoli e detriti il pendio che porta ad un ampio pianoro a quota 2500 metri, punto panoramico sull'intera Val Trčla e sulla calcarea costiera delle Cime di Platňr. Si risalgono a mezza costa, in direzione N-0, ghiaioni e sfasciumi non sempre agevoli per circa duecento metri di dislivello, passando sotto le frastagliate creste dei M. Petěn e puntando verso il M. Torraccia. Raggiunta l'evidente insellatura si discende, dapprima in un canale detritico, in Valle Alpisella. Dal suo fondo, una comoda mulattiera militare riporta, in direzione est, verso la Val di Fraéle. Quasi all'inizio della Valle Alpisella e raggiunto un rado lariceto, dove la carrereccia fa, in discesa, il suo primo tornante, si taglia a destra e per una valletta si raggiungono le numerose baite della Val Petín e, da qui il Ristoro S. Giacomo.