Medici in rivolta: non segnaleremo i clandestini.
Vescovi: aiutare i malati



05/01/2009 - Articolo da ADNKRONOS


Il presidente dell'Ordine: ''Appello alla Camera perché fermi l'emendamento della Lega: non aumenta la sicurezza toglie solo valore al Paese''.
Poi avverte: ''C'è possibilità che si crei sanità parallela, con il rischio di incremento delle malattie infettive''.
No anche dai camici bianchi cattolici: ''Irregolari rinunceranno a cure per paura''. La Cgil invita all'obiezione di coscienza

Il responsabile Cei per l'immigrazione: ''Sopra tutto c'è il rispetto della salute''


Un appello alla Camera dei deputati affinché "fermi" l'emendamento della Lega Nord che ha ottenuto oggi il via libera di Palazzo Madama, e che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. A lanciarlo è Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), che si dichiara "profondamente amareggiato, perché nonostante tutti i nostri sforzi e i molteplici tentativi per far ascoltare la nostra voce, abbiamo visto il Senato lasciar passare la misura".

Bianco si appella "alle ragioni del buonsenso, libere da ogni ideologia, affinché vengano ascoltate dai deputati, così che aggiustino questo passaggio del Ddl, che non aumenta la sicurezza ma toglie solo valore al nostro sistema Paese e al nostro Ssn". In particolare, secondo il presidente della Fnomceo, "ci sono due aspetti dell'emendamento che ci preoccupano. Da un lato - spiega - allontana gli irregolari dal Ssn, aumentando paradossalmente la clandestinità. E creando, di fatto, la possibilità che si crei una sanità parallela, con un rischio di incremento delle malattie infettive e trasmissibili, e con un conseguente pericolo di recrudescenza di patologie ormai debellate".

Dall'altro lato "è indubbio che un provvedimento del genere - incalza Bianco - lanci un'immagine del nostro sistema Paese meno solidaristico, gettando ombre su un tratto forte e distintivo del nostro Ssn e della nostra classe medica. Di fatto - conclude il numero uno della Fnomceo con un'ultima stilettata - questo emendamento sottrae alle cure pazienti che hanno l'unico difetto di essere clandestini".

Anche i medici cattolici si ribellano all'emendamento della Lega. "Sono certo - spiega all'ADNKRONOS SALUTE il presidente dei medici cattolici, Vincenzo Saraceni - che i medici si asterranno dal denunciare gli irregolari a cui prestano cure. E anche noi daremo indicazioni in tal senso, fatta eccezione, chiaramente, per quei pazienti che si sono macchiati di gravi crimini. Ma questo vale anche per gli italiani, non solo per gli immigrati".

Saraceni si dice convinto che i medici italiani si asterranno dal segnalare i clandestini ai quali prestano cure, "la mia preoccupazione - spiega - è legata alla possibilità che gli irregolari non si rivolgano più al Ssn, per comprensibile paura". E su eventuali ripercussioni sulla salute della collettività, Saraceni riconosce: "non vorrei agitare spettri, ma è chiaro che se una malattia infettiva non viene curata cresce il rischio che si diffonda. E comunque, al di là di questo aspetto, siamo preoccupati per la salute dei singoli".

Sulla stessa linea è la posizione dei vescovi. ''Alla Chiesa competerà sempre di aiutare le persone in pericolo di vita. Le leggi sono votate secondo le regole della democrazia, ma noi continueremo ad aiutare poveri immigrati non regolari'', dichiara all'ADNKRONOS mons. Domenico Segalini, vescovo di Palestrina e Segretario della commissione Cei per le migrazioni. Tuttavia, anche su questa materia, secondo mons. Segalini è possibile ''riaprire un dialogo con lo Stato per raggiungere una mediazione''.

''Il mio cuore di pastore - ha affermato ancora - mi dice di aiutare chi è in difficoltà e non sono obbligato a denunciare nessuno''. Così ''le indicazioni che daremo alle realtà di base sono quelle del rispetto delle leggi ma al di sopra di tutto c'è il rispetto della salute'', ''continueremo a mettere al caldo i barboni'' ha aggiunto. Quindi, ha spiegato il responsabile Cei per l'immigrazione, bisogna valutare in questo specifico frangente ''oltre le strettezze delle leggi le capacità del cristiano''.

E' grave, ha spiegato, che una persona in pericolo di vita ''non vada a farsi assistere per paura di essere denunciato''. In quanto a ciò che sceglieranno di fare i medici, mons. Segalini ha osservato che ''i medici aiutano le persone che soffrono'' non so come faranno in questa situazione '' a difendere la loro professionalità''; ''compito di un medico è quello di assistere chi soffre senza guardare ala religione, al colore della pelle o se è un condannato a morte''.

Dal leader della Fp Cgil, Carlo Podda arriva l'invito ai medici all'"obiezione" di coscienza e alla "disobbedienza civile". "A nome e per conto dell'intera Funzione Pubblica Cgil, che organizza, fra gli altri, i lavoratori ed i medici del servizio sanitario nazionale, condanno fortemente quanto avvenuto - sottolinea -. L'emendamento rappresenta in tutta la sua drammaticità il degrado culturale, valoriale e politico che attraversa la maggioranza di centro destra sul tema dell'immigrazione. Rappresenta, inoltre, una grave lesione del principio di universalità del diritto alla salute, ed indurrà tantissimi stranieri senza permesso di soggiorno a rinunciare alle prestazioni del servizio sanitario nazionale, con tutto quello che ne consegue per i rischi per la salute di tutti i cittadini", spiega Podda.





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