Eremo di San Colombano





San Colombano nacque in Irlanda nel 543, fattosi monaco si dedica alla predicazione della fede evangelica prima in Irlanda quindi in Gran Bretagna - Francia - Svizzera ed infine in Italia dove a Bobbio, in provincia di Piacenza, fa costruire la sua più grande abbazia. Morì a Bobbio il 23 novembre dell'anno 615 a 72 anni di età;
l'Eremo con annessa chiesetta a Lui dedicato, costruito a mezza altezza su uno strapiombo di circa 120 m. e protetto dalle interperie da un tetto naturale di roccia, è situato in territorio del comune di Trambileno e posto alla confluenza dei due Leno di Vallarsa e di Terragnolo.
Vi si accede attraverso un breve sentiero ed una successiva scalinata di 102 gradini scavati a mano nella viva roccia, forse dagli stessi eremiti che si sono succeduti nei secoli, sul cilio di un orrido dove in fondo scorre il Leno di Vallarsa.
Il primo insediamento, la «Grotta degli Eremiti», in base ad una iscrizione incisa sulla roccia accanto al campanile, sarebbe avvenuto nell'anno 753 quando un «Pio Uomo», proveniente presumibilmente da Bobbio, desideroso di ritirarsi a vita ascetica scopre alcuni coveli (grotte naturali) scavati nella roccia nel corso dei millenni dal torrente Leno sulla sua sponda sinistra e vi si insedia in tranquillità e solitudine lontano da ogni convivenza civile.
Non si ha notizia della data in cui fu eretta la chiesetta con l'annesso romitorio benché l'ipotesi più probabile sia quella che la fa datare in anni successivi attorno all'anno mille.
Le prime notizie che documentano l'esistenza dell'Eremo e della chiesetta sono contenute in un documento, datato 1319, riguardante un lascito fatto alla «Chiesa di San Colombano» da parte del Conte Gugliemo di Castelbarco della dinastia dei Signori di Lizzana e Rovereto.
In un altro documento, datato 1470 e conservato nell'archivio parrocchiale di Lizzana, viene descritta la fede degli abitanti del luogo verso la «Cappella di San Colombano» dove per devozione fanno delle celebrazioni in onore al Santo ed in occasione di particolari siccità vi si recano in processione per implorare la pioggia.
La leggenda narra che l'Eremita in veste di giovane cavaliere avrebbe mozzato il capo al drago che viveva nelle caverne della valle e appestava col suo alito di fuoco l'acqua del torrente, provocando la morte dei bambini che nelle sue acque venivano battezzati.
I vecchi della valle raccontano anche di una grave peste dei gelsi, alimento dei bachi da seta, cessata per intercessione di San Colombano. I valligiani riconoscenti, vollero allora costruire in Suo onore una chiesetta in corrispondeza del primo covelo in basso, ma con grande sorpresa ogni mattino trovavano i loro attrezzi nel covelo più in alto e fu proprio in corrispondenza di tale covelo che fu poi costruita la chiesetta.
Gli Eremiti furono i veri custodi dell'Eremo fino al 1782, anno in cui venne abolita la pratica del romitaggio.
L'Eremo e la chiesetta rimasero così incustoditi e lasciati alla cura dei valligiani che vi si dedicarono con amore e fedeltà.
Noto oltre che per la sua caratteristica ubicazione, abbarbicato a mezza altezza su una alta parete rocciosa «come sospeso nell'aria», l'Eremo contiene alcuni pregevoli affreschi di cui il maggiore, datato del XV° secolo e posto dietro l'altare al quale fa da pala, raffigura la Vergine con il Bambino ed ai lati S. Colombano e S. Mauro.



Tracce di affreschi si trovano anche nella Grotta dell'Eremita di cui uno, posto all'esterno, raffigura un drago in lotta con il Santo (lotta fra il bene e il male) ed uno, posto all'interno, riproduce un giardino lussureggiante (Il Paradiso).
Sull'affresco posto dietro l'altare sono incisi parecchi ex voto di invocazioni o partecipazioni al «perdono a S. Colombano» con date e nomi: le date vanno dal 1505 al 1782; i nomi appartengono a casate di nobili, principi, pretori e patrizi oltre a nomi di gente comune di abitanti della zona, del Veneto e dell'Austria e stanno a testimoniare come l'Eremo fosse, anche in passato, meta di pellegrinaggio da parte di molta gente di ogni ceto e condizione.
Dopo essere rimasto abbandonato per parecchio tempo in conseguenza degli eventi bellici e per effetto della costruzione della nuova centrale elettrica adiacente, è stato nuovamente frequentato da un gruppo di abitanti o ex abitanti della zona: il «Comitato Amici di S. Colombano», che si sono dedicati alla sua manutenzione e ne curano l'apertura al pubblico.
Contemporaneamente è stato oggetto di studio da parte di appassionati della storia antica di Rovereto e dintorni.
Nel 1996 l'Eremo è stato ristrutturato nell'attuale ottimo aspetto a cura e spese della provincia di Trento, allo scopo di eliminare le infiltrazioni di acqua che provocano il progressivo deterioramento delle strutture e degli affreschi, garantendo così la longevità del monumento.







Testo tratto dal libretto"L'Eremo di San Colombano" - Litografia Stella, Rovereto 1999
Fotografie: Fabrizio Piazza

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