Inaugurazione e storia successiva della strada destra Leno

di Francesco Cavallin


Nel numero precedente abbiamo cercato di narrarvi in tutta modestia e molto brevemente i fatti che si sono svolti in Vallarsa con particolare attinenza alle due strade che scorrono sui fianchi del Leno ed abbiamo visto come quella della sponda sinistra, pur non trattandosi di una strada modernamente concepita, era servita ai viandanti che da Recoaro volevano recarsi a Rovereto e come essa era stata testimone di eventi guerreschi. E' fuori dubbio il fatto che nei riguardi di quella sulla sponda destra, essa vantava una più spinta anzianità ma anche che era stata col tempo quasi abbandonata in favore di quella voluta e costruita con il lavoro dei vallarsesi, che portava da Rovereto a Pian delle Fugazze, su di un percorso che di poco si elevava sopra l'alveo del Leno.
Abbiamo anche visto come con il mutare delle concezioni politiche, che avevano fino allora impegnati ufficialmente i governi per la costruzione della strada di destra Leno, con la rivoluzione napoleonica venissero pure a cadere tali impegni e come dopo la convalida di Napoleone a Mosca, la strada fosse voluta dall'imperatore Francesco dopo la sconfitta e la morte dell'imperatore francese.
Ci ha lasciato una bella descrizione della festa dell'inaugurazione l'illustre archeologo e conterraneo STOFFELLA DELLA CROCE, nato a Camposilvano e morto a Rovereto purtroppo ancora in giovane età. Dopo una descrizione appassionata ed entusiasta della Vallarsa, terra, egli dice, che offre una gran varietà di vedute, ora maestose, ora amene, sempre nuove e suggestive da rapire il cuore, ci informa che l'inaugurazione della strada avvenne il 3 agosto 1823 con l'arrivo a Rovereto dell'Arciduca Ferdinando, altezza reale e imperiale della Casa d'Austria, accolto festosamente dalla popolazione, che da molto tempo non vedeva un rappresentante della monarchia asburgica.
La giornata era splendida sicchè l'illustre ospite ebbe modo di godere appieno il magnifico panorama del turrito castello di Rovereto e delle rupi di San Colombano. Si fermò a guardare il punto di confluenza dei due rami del Leno e il romitaggio di San Colombano, meravigliandosi per il solenne spettacolo offerto dalla natura alpestre.
Qui ricevette l'omaggio delle genti di Trambileno che avevano costruito un arco la cui scritta Inneggiava alla festa e all'Arciduca.
La carrozza imperiale si inerpicò poi per tutta la strada vallarsese fino a Parrocchia dove erano stati organizzati i festeggiamenti ufficiali con il tripudio di tutti i valligiani, convenuti nella piazza comunale.
Suono di campane, le più armoniose delle valli trentine, come sostiene il nostro cronista, sparo di mortaretti e discorsi accolsero l'arrivo di Ferdinando, che fu ossequiato dal giudice del distretto, dal Parroco e dalla Deputazione comunale. Un grande arco dava solennità alla festa e una scritta di benvenuto esaltava l'opera compiuta, diceva la gioia dei vallarsesi e ringraziava l'Arciduca per tanta predilezione. Ferdinando non arrivò fino a Pian delle Fugazze ma, dopo essersi fermato a riposare nella canonica di Parrocchia, tornava a Rovereto.
Grazie a quella strada si intensificarono i traffici e le reciproche conoscenze con i vicentini e per un periodo di tempo, esattamente per 25 anni si ebbe pace e prosperità.
Nel 1848, con l'inizio dei moti risorgimentali italiani, sfociati nella prima guerra d'indipendenza, la strada destra del Leno servì a 200 tiratori tirolesi per cercare di arrivare a Schio, città che era insorta contro l'Austria. A Pian delle Fugazze ci fu battaglia e i tirolesi vennero sconfitti.
Altri combattimenti nel 1866 per la conquista del Passo da parte dei garibaldini vicentini che si assicurarono anche il Passo della Borcola e Campogrosso, confine che verrà poi tenuto fino al 1915.
Ecco quindi che la strada diventa importantissima via di comunicazione attraverso il confine stabilitosi dopo l'annessione della regione veneta all'italia: sulla sommità del Pian delle Fugazze vigilavano da una parte i gendarmi austriaci e dall'altra quelli italiani, mentre intanto.., si intessevano traffici.., commerciali tra le forre del Baffelan e del Pasubio di qua e di là a mezzo di "bricolle".
Passò il tempo e venne una nuova guerra: quella del '15-'18.
Questo è un capitolo che seguirà, dal titolo: "La Vallarsa durante la grande battaglia della Strafexpedition".

Voce di Parrocchia 1965 - F.C.



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