Soldati



Altri tre soldati italiani sono morti in Irak.
E' triste vederli tornare nelle bare ed è triste pensare alle famiglie di quegli uomini, al loro dolore.

E' sempre triste la morte e sempre lascia senza parole.

Quasi sempre coglie tutti di sorpresa, la morte, ma non in questo caso. Non sorprende, infatti, che in una guerra ci siano dei morti: questi morti, come i precedenti, erano previsti statisticamente, erano stati messi in conto nel costo della partecipazione alla guerra, erano un rischio (cinicamente) calcolato per chi li ha mandati a morire.
E' stato deciso di mandare i nostri soldati in una guerra che per l'Italia non solo è sbagliata ma anche illegale (vedi: Costituzione italiana art. 11) ben sapendo che in guerra si muore e si uccide. Si sono mandati i nostri soldati a morire e ad uccidere. Il nostro paese si è reso complice di una guerra di aggressione, di invasione, di occupazione, di menzogne, di massacri, di torture, di abusi e crimini di ogni tipo.
Chi ne paga le conseguenze in termini di vite è purtroppo, come sempre, il soldato: l'ultimo anello della catena. Perché non imbraccia un fucile mitragliatore e non ci va lui il PresDelCons in Irak a combattere?

Sarebbe bello pensare che il primo atto del nuovo governo, che si insedierà nei prossimi giorni, fosse decidere il ritiro immediato delle nostre truppe. Purtroppo non sarà così. Anche il nuovo governo sarà composto in maggioranza da gente che a suo tempo ha appoggiato l'entrata in guerra dell'Italia o se ne è lavate le mani astenendosi dal voto.
No ... temo che il primo atto del nuovo PresDelCons non sarà ritirare le truppe ma telefonare all'inquilino della casa bianca per rassicurarlo che in Italia anche se cambiano i governi non cambia la politica del governo: cambiano i suonatori ma non cambia la musica. C'è già chi ha rinnegato i propri ideali in cambio dei "trenta denari" di una poltrona. Con qualche altra seggiola staranno buoni anche quelli che fino a ieri si dicevano pacifisti.
Stia tranquillo Mr. President, è tutto sotto controllo.
All the best.


Fabrizio






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