VALLARSA NOTIZIE N° 39 - dicembre 2006 pag. 54


RICORDO DI P. ROMEDIO ZAPPINI

Cari amici,
come a tutti è noto P. Romedio Zappini frate cappuccino della Val di Rabbi ci ha lasciato il 15 ottobre dello scorso anno all'età di 74 anni lasciando in noi tutti un vuoto incolmabile.

Aveva trovato infatti in questa valle, dopo la lunga missione di assistenza agli emigrati italiani in Olanda, una seconda terra natale e vi aveva profuso tutte le sue energie pastorali.
Oltre al servizio liturgico in Valmorbia, lo si trovava puntualmente con gli anziani della casa di riposo, con le associazione della valle, con i gruppi e con tutti quelli che volessero per un attimo trovare un po' di ristoro nello spirito e ringraziare il Padreterno per una ricorrenza, un anniversario, un avvenimento di classe.
Anche con i soci del consorzio di Raossi, come con tutti quelli che operavano nell'agricoltura, era attento e pronto ad una benedizione, ora che le rogazioni non si facevano più. Molti in valle sanno della sua attenzione per i nostri poveri vigneti, per le nostre povere colture.
E' per questo che con il Consorzio era diventato amico e proprio qui il P. Romedio ha intessuto le lodi e pregato il Signore per tutti noi, per le nostre famiglie e i nostri cari.
Qui l'ultima messa - una messa di ringraziamento - l'ha celebrata in occasione del pensionamento di Renato e di chi vi parla.
Chiunque, anche chi al Padreterno non pensava, spesso trovava in Padre Romedio un momento di incontro con Lui, fra un bicchiere e l'altro, fra un sorriso e un "ben... ben... ".
Non c'erano preti né vescovi... prima veniva nel suo cuore la gente della valle, quella che il Signore gli aveva affidato nel crepuscolo della sua vita di pastore e che andava a trovare a casa, nei posti di lavoro o di svago e se serviva anche in ospedale.
La sua ultima messa fu per l'associazione "Il Tucul" ad Ala, pochissimi giorni prima di morire.
Non stava più in piedi ma non volle venir meno ad un appuntamento. Era testone, un montanaro tenace: quando aveva dato una parola la rispettava ad ogni costo.
Caro P. Paolino Lei che l'ha assistito negli ultimi giorni, quando si trovava nell'infermeria del convento saprà non c'erano infatti inviti alla prudenza dei superiori che tenessero!
P. Romedio fece infatti di tutto per tornare in Eritrea dove l'associazione 'il Tucul" operava, portando il suo contributo non indifferente tanto che la chiesetta di Feledareb porta il suo nome.
Come anche assistette a malattia avanzata al matrimonio di un suo amico alle isole Canarie.
Era fatto così P. Romedio! Un cuore grande come queste montagne e frate fino in fondo e umile!
Non l'abbiamo mai visto, anche nei lunghi viaggi senza il suo saio, non sprovvisto di "sacconi" e di vita vissuta. Lui che di onorificenze della Repubblica Italiana ne aveva ben due, lui che una foto ritraeva insieme al compianto Papa Giovanni Paolo II pronto alla concelebrazione di una Messa!
Era giusto quindi ricordarlo qui dove ogni sabato prima della Messa al ricovero si incontrava con gli amici a parlare e ad ascoltare il Signore in questo che lui definiva un piccolo paradiso.
Ci ha prestato la mano il nostro amico Carlo Fia che ne ha ben ritratto le sembianze e che ringraziamo per l'attenzione alla valle. Infatti i bronzi all'inizio delle nostre strade e financo quello sulla porta del comune sono di sua mano.
Come dobbiamo un sentito ringraziamento alla Fondazione nata con la fusione della nostra Cassa Rurale con quella di Rovereto che l'opera ha finanziato e qui rappresentata dal presidente e sindaco prof. Gios.
Ora la parola a P. Paolino per la benedizione e per un ricordo più completo dell'amico Romedio e per una breve preghiera.
Dopo due parole le aggiungerà anche il Sindaco e per ultimo il nostro Renato che mai faceva mancare il ristoro delle sue vigne a chi qui si trovava il sabato pomeriggio e un grazie infine a tutti quelli che hanno predisposto questo momento.

Antonio P. Arman

Crosetta di Vallarsa, 7 luglio 2006



Il testo riportato è il discorso per l'inaugurazione del cippo a ricordo del compianto P Romedio.





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