VALLARSA NOTIZIE N° 38 - giugno 2006 pag. 3


EDITORIALE

Frequentemente, quando si parla della Vallarsa, compare una nota di rimpianto per un mondo che è stato e non è più, per un modo di vivere ritenuto a misura d'uomo, per valori considerati importanti e che si ritiene siano andati perduti.

A differenza di quanto avviene in altre aree o in altri settori, il mutamento viene considerato come un peggioramento. Prevale il desiderio di conservare anche se, molte volte, non sono ben chiare le strategie necessarie per arrivare allo scopo. In altri termini è diffusa la sensazione che la nostra comunità abbia raggiunto un proprio culmine in un non meglio precisato passato e che da quel momento in avanti non vi possa essere che un peggioramento.
Questa visione pessimistica quasi fatalistica dello sviluppo della nostra comunità parte dalla constatazione dei limiti che si incontrano a vivere in Vallarsa. In effetti da un certo punto di vista il limite rappresenta l'essenza stessa della vita in Vallarsa. Nella nostra valle è limitato l'orizzonte, vi sono limiti altitudinali per le diverse colture, vi è un limite fisico alla possibilità di comunicazione anche tra paesi che in linea d'aria sono estremamente vicini e via di questo passo. Si tratta di una situazione comune a tutta la montagna ma che nella nostra valle diventa più evidente.
Se la risposta a questa situazione è in alcuni casi la rassegnazione, in altri casi, la tentazione diventa quella di imitare ciò che si fa altrove, in altri contesti che, per qualche ragione, si considerano più fortunati. In questo secondo caso si considera la nostalgia per la "Vallarsa" del passato un vuoto rimpianto di valori ormai privi di senso, che sono di inciampo per il progresso. Ciò che conviene fare, allora, non è niente altro che cercare di eliminare il più in fretta possibile qualsiasi differenziazione, omologando dal punto di vista sociale, economico e, per quanto possibile anche dal punto di vista fisico, la valle alle aree vicine.
Rassegnazione ed imitazione sono, per motivi diversi, due modelli perdenti. In effetti è possibile dimostrare che solo partendo dai limiti e dalle opportunità propri della nostra valle per costruire un percorso di crescita economico e sociale innovativo sarà possibile avere uno sviluppo duraturo. Trasformare i vincoli in opportunità rappresenta quindi l'unica strada possibile. Strada sicuramente difficile ed impegnativa, ma anche l'unica possibile per sperare in un futuro migliore per noi e per le generazioni future. Strada per costruire la quale ognuno è chiamato a dare, in prima persona, il proprio contributo.

Geremia Gios




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