Incontro con “Miss Marple”
di Eleonora Arlati



Non ricordo l’ora, non ricordo nemmeno il giorno,ma era solo qualche settimana fa.
Novembre quindi.. che da poco si è intrufolato per le strade con il suo freddo ancora incerto, lasciando ai passanti qualche vago ricordo della stagione estiva appena trascorsa. Berretti, sciarpe, foglie secche lungo i viali, qualche colore ancora vivace sugli alberi.. ma è tutto troppo pesante o troppo leggero per il clima di questo novembre… ancora caldo.
Ma torniamo all’inizio…ah sì…correvo senza ormai più fiato e temevo di perderlo quel treno. Per poco infatti ,all’ultimo secondo riuscii a mettere il piede sul predellino e ..oplà! Mi appoggiai alla porticina dello scompartimento alla mia destra e buttai uno sguardo cercando con aria stravolta di scorgere un posto libero. Ironia della sorte, proprio davanti alla porta, sul lato sinistro del corridoio, c’era un posto libero.. o meglio.. semi libero, visto che la persona che sedeva nel posto di fronte aveva occupato in parte anche il terzo sedile a sua disposizione. Tirai un sospiro di sollievo e mi decisi ad entrare. Come mi avvicinai, la persona “ingombrante” alzò obliquamente la testa e con sguardo fuggitivo capì che era nelle mie intenzioni più immediate sedermi davanti a lei.. e più precisamente accanto al sedile che aveva occupato con tre borse che riuscivano a giungere fino quasi a metà del sedile a cui io miravo impazientemente. Era una signora anziana, mi sorrise senza guardarmi mentre si alzava dal suo posto e allungava le braccia cercando di spostare tutto il suo arredo e trattenerlo nel limite di quel sedile. “ Fa niente, stia tranquilla ..”- “Eh no.. le sposto un po’ di roba così sta comoda..”. Le ricambiai il sorriso cercando lo sguardo che lei opportunamente schivò. Guardai fuori dal finestrino …il treno partiva con calma pedante nonostante fosse in ritardo sulla tabella di marcia, e mi venne da pensare che avrei potuto fare a meno di correre in quel modo sudando le cosiddette “sette camicie”. In quel mentre mi attraversò un odore forte…una vampata di profumo intorno a me che ancora adesso faccio fatica a definire. Avete presente quegli odori che ricordano qualcosa ? Qualcosa di lontano, di passato, di vissuto o solo raccontato…di qualcosa che conosciamo…qualcosa che sa un po’ di quello e un po’di quell’altro.. qualcosa che racchiude in sé altri profumi, tutti conosciuti. Caldarroste…no.. aria fredda respirata tramite la lana della sciarpa.. sì ma non solo… i vicoli di una città qualunque sotto Natale.. il campanello di un negozio che reca fuori della porta una bellissima stella di Natale.. una tazza di the fumante…arancio amaro.. rumore della neve fresca calpestata.. una famiglia raccolta intorno al fuoco ardente di una fornella, risate amiche, un libro letto a voce alta, canzoni intonate dopo un bicchiere di troppo, giochi di società su un tavolo ..il “giro dell’oca”….addobbi di Natale…
Fu qualcosa di talmente forte che mi s’impregnò nella testa e mi guardai attorno con discrezione per capire la provenienza di quel profumo misterioso…ma sì.. non mi sbagliavo.. era la signora che mi sedeva davanti e che ora aveva ripreso la sua lettura. Non potei fare a meno di piegare la testa in tutti i modi per scorgere la copertina del libro che teneva tra le sue eleganti mani…e la mia curiosità venne soddisfatta poco dopo. “Miss Marple al Bertram Hotel”era il titolo che troneggiava sulla copertina, un romanzo di Agatha Christie. Così ripresi a guardare fuori dal mio finestrino, lanciando di tanto in tanto delle rapide occhiate alla signora che, non so dire il motivo, aveva catturato la mia attenzione. Inutile affermare che era talmente immersa nel suo libro da non accorgersi del mio sguardo insistente. Ciò che non dava tregua ai miei occhi era il maglione che indossava, molto particolare per una signora della sua età. Non era eccessivo o volgare ..tutt’altro.. era.. non so come dire.. allegro, dai colori vivaci e dal motivo strano, caratteristica non comune nei vestiti che indossano normalmente le signore della sua età. Dicevo, un maglione di lana ritorta a cucitura raglan, recante i polsini, la parte finale e il girocollo a righe e rombi. Un maglione diviso a settori quadrati piccoli e grandi, ognuno di un colore diverso. Rimasi ad osservare quel maglione per quasi cinque minuti e mi divertivo a pensare che se l’era comperato in un negozietto chissà dove ,magari ad un mercatino di Natale,in mezzo a piccole statuine di folletti e gnomi del bosco,o magari lo aveva realizzato da sola…comodamente seduta sulla sua poltroncina color beige,mentre fuori nevicava ,inforcando un paio di vecchi occhiali come quelli che ora indossava. Sulla parte sinistra del maglione c’era una spilla recante due piccoli cerchi che quasi formavano un occhiale in miniatura e che servivano probabilmente,stando perlomeno all’uso che la signora ne faceva,per infilare le stecchette degli occhiali a fine lettura. Mi fece sorridere quella curiosa spilla e cominciavo a pensare che fosse davvero piacevolmente strana quella signora. I suoi capelli erano grigio-bianchi e sicuramente in tempi più giovani doveva avere dei capelli molto scuri. Notai,ormai poco sorpresa,visto il personaggio,che la pettinatura non l’accomunava affatto alle sue coetanee che sono solite accotonarsi i capelli con quella terribile lunghezza medio corta. La signora li aveva quasi lisci e le toccavano le spalle, raccolti accuratamente da un fermaglio o una pinza che non potevo vedere. La descrizione per il vero non rende bene l’effetto che suscitava …ma devo ammettere che quella pettinatura le stava bene. Sarebbe stata ridicola o fuori luogo per qualsiasi altra signora della sua età.. ma non per lei. La mia attenzione si spostò sul suo viso che presentava poche ma profonde rughe che però le conferivano una certa “classe”. Gli occhi di un marrone caldo,scuro,penetrante e le sopracciglia folte le conferivano un taglio ancora più duro. Il naso era semplice e minuto e un piccolo tic alla bocca sembrava rivelare la sua dedizione totale per la lettura delle avventure del personaggio di Agatha Christie.
I miei pensieri erano ormai irrefrenabili… cercavo di immaginarmi la sua storia…come era fatta da giovane, se portava i capelli lunghi oppure raccolti, la sua professione.. magari era una professoressa,una sarta, vendeva libri forse o cioccolatini ..magari aveva un panificio o forse una piccola bottega.. forse ..forse… ogni pensiero andava bene. Ma chi era quella signora? Ci avevo pensato scrutandola per tutto il viaggio e in quel mentre sentii l’annuncio della mia fermata. Proprio in quell’istante sentii la voglia di chiederle qualcosa, ma cosa mai avrei potuto chiederle se avevo cercato di conoscere della sua vita solo per supposizioni fatte nel tempo di un viaggio in treno? Niente. Mi abbottonai la giacca,guardai fuori dal finestrino. Ero arrivata. Mi alzai ed ecco che la signora mi guardò e con un sorriso luminoso mi disse “Arrivederci”. Fu il calore di un momento ..risposi al suo saluto .. trattenendo tra me e me un “..arrivederci Miss Marple..”. Le avevo dato un nome.
Scesi dal treno e percorrendo gli scalini del sottopassaggio pensavo all’incontro con quella signora. Perché certe persone riescono ad attirare in noi una tale attenzione? Perché sul treno non si parla più con nessuno,non si saluta più la persona che si siede davanti a noi quando arriva o se ne va ? Ognuno corre nel suo mondo e gli altri sono estranei….estranei per cui però ogni tanto mi piace inventare una storia ,sperando sempre di sentire un attimo prima di scendere… un timido… “arrivederci”…

…suono d’altri tempi….






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