RICORDI E PERSONE... ANZI PERSONAGGI


Ho letto l'articolo di Giacomo Sartori, "RICORDI E PERSONE….I PARROCI".

Voglio dar anch'io ben volentieri il mio piccolo contributo per quello che so.

Di Don Giuseppe Cumer, non ho nessun ricordo, perché non ho auto la foruna di conoscerlo, come anche di Don Ernesto, parroco di Matassone e Foppiano. Ma Don Armanini e Don Eugenio Cornella, li conosco anch'io.

Don Armanini , parroco al quanto estroverso, a parer mio, parroco fin a qualche anno fa di Trambileno.

Don Armanini, io l'ho conosciuto nel 1982, quando ho frequentato la prima classe dell'Istituto per il Commercio di Rovereto (IPC), che allora aveva sede in Via della Terra, proprio davanti al Castello e una filiale, o sede secondaria fra Piazza Rosmini e Corso Bettini. Io ero appunto lì, dove ho frequentato il primo anno, rimanendo bocciato (devo dirlo questo, a quei tempi non ero proprio un genio, e forse neppure adesso dopo più di 20 anni).

Don Giuseppe, don Bepo, come lo chiamavamo era il nostro insegnante di religione. Una volta, mi ricordo, ci disse: "Cari ragazzi, vi insegno un metodo infallibile per guarire dal raffreddore. Quando avete il naso tappato, prendete un recipiente pieno di acqua e, respirate l'acqua col naso, vedrete che si sblocca subito". La prima occasione che ebbi il raffreddore, provai anch'io. E fu un ottimo sistema per farsi salire la febbre a 39. Il naso si liberò, ma i giorni seguenti rimasi a letto con 39 di febbre, appunto. Ottimo sistema per non andare a scuola.

Ma, io penso che la più clamorosa "azione " di don Giuseppe, allora parroco a Moscheri di Trambileno, cosa che finì su tutti i giornali, fu quando, una domenica, al termine della Santa Messa, evidentemente non soddisfatto delle offerte dei fedeli, usci sul sagrato della chiesa parrocchiale di Moscheri, che sta' proprio di fronte al Muncipio, prese con se le offerte e le gettò per terra esclamando : "Dio non sa cosa farsene di questa ferraglia". Poi però hanno raccontato, che quando la piazza si svuotò della gente, corse fuori a raccoglierle,

Un'altra cosa gustosa, la lessi, sempre sui giornali di quegli anni, quando si lamentava di non aver preso finanziamenti dalla Provincia per l'eremo di San Colombano e rivolgendosi all'assessore provinciale di turno, e terminando la lettera o l'articolo scriveva: "caro assessore, arrivederci alle prossime elezioni".

L'ultima volta che vidi don Armanini fu, a Volano, una sera di qualche anno fa. Assieme ad un amico, ero andate a far delle condoglianze ad un altro amico, che aveva da poco perso il papà: stavamo in centro a Volano, davanti alla chiesa, quando il campanile batteva le ore. Ad un certo punto sento: "Perché cosa programmeranno le campane per farle suonare ogni ora, la vita è talmente tanto corta, che possono anche non segnare il passare delle ore". Vi giro e mi trovo don Armanini che commenta.

Comunque non so dove sia adesso, ma è da qualche anno che non è più parroco a Moscheri di Trambileno.

Don Euguenio Cornella, ho un ricordo particolare, è stato il sacerdote che mi ha battezzato nella chiesa di Raossi, intorno al 10 febbraio 1968, penso, devo chiedere ai miei genitori, dato che sono nato il 4 febbraio.

Don Eugenio, l'ho rivisto molto volentieri l'estate scorsa, quando è venuto a visitare il Museo Etnografico di Riva di Vallarsa, so che adesso, è parroco a Piazza di Terragnolo, e prima era a San Sebastiano, tra Folgaria e Lavarone, se non vado errato.

Per quanto riguarda Don Cumer, ci sono degli episodi molto divertenti, narrati dal professor Remo Bussolon nei suoi libri sulla Vallarsa. Uno me lo ricordo in particolare. Sempre alla guida della sua moto Guzzi, come ricorda anche Giacomo, nell'attraversare il ponte della Val di Foxi, ebbe un piccolo incidente con un altro motociclista, del quale adesso mi sfugge il nome, proprio sul ponte. Evidentemente entrambi erano in mezzo alla carreggiata ed entrambi intenti a guardare dappertutto a parte la strada, si urtarono e caddero. L'altro motociclista un po' stizzito se la prese con don Cumer, come per dire, "Ma guarda dove vai", e don Giuseppe gli ha risposto: "E di che ti lamenti, siamo sani e salvi tutti e due, e poi, se mi facevo male io, tu mi salvavi, e se ti fossi fatto male Tu, io ero qui pronto con l'olio santo". Olio santo, inteso per dare l'estrema unzione.

Purtroppo, adesso come adesso, non ho in mente altri personaggi, se me ne vengono ancora in mente, farò un secondo articolo.


PIAZZA RUDI




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