Bologna 2005 Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi
Torino 2005 Fiera del Libro

Speciale Bilancio Fiere
(c’è da esserne fieri?)

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Indice articoli

Un’occasione annuale per riflettere sull’immaginario e sulle sorti del libro

Domenico Volpi

Cosa è successo in fiera

Debora Penzo

Docet

Debora Penzo

Gianni Rodari, ieri e oggi

Domenico Volpi

Parla il GSLG TO

Nuccia Resegotti

Lo stand del GSLG - Ragazzi lettori in fiera

Nuccia Resegotti
 Maria Luisa Gaj

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Bologna 2005
Un’occasione annuale per riflettere sull’immaginario e sulle sorti del libro

L’editare e il leggere 

   Forse la crisi del libro per ragazzi non c’è più. La flessione registrata negli ultimi anni è superata e siamo tornati ai livelli del 2001. Forse la crisi c’è ancora, e gli editori cercano di superarla con un balzo in avanti, invece di un altro passo indietro. Certo, hanno coraggio: i grandi e i piccoli, dato il moltiplicarsi di case editrici di dimensioni ridotte e di inventiva grande.

   Dai dati pubblicati da Li.B.E.R, la stampa di “novità” del 2004 è cresciuta del 7,7% sull’anno precedente, arrivando a presentare sul mercato 2226 nuovi titoli. Questo dato positivo è attenuato dalla diminuzione del numero delle riedizioni, cioè di ristampe edite negli anni precedenti: i libri per bambini e per ragazzi sono dunque un grande mercato dalla breve vita. Le opere, anche quelle meritevoli, vengono presto messe da parte. Alcune riappaiono con nuova veste tra le nuove edizioni: un mercato che è dunque frenetico. E che si espande solo grazie ai più piccoli: il numero delle pubblicazioni offerte ai bimbi di o-7 anni eguaglia o supera quello dei libri destinati agli 8-14 anni.

   È cresciuta anche la lettura? I dati ISTAT dicono che in Italia ci sono ancora due milioni di analfabeti. Secondo l’AIE, i ragazzi leggono comunque più degli adulti (il 64% contro il 41,4), le femmine più dei maschi, gli abitanti del Nord più di quelli del centro e del Sud. Nel 1997, i giovanissimi che leggevano più di tre libri l’anno superavano il 50%, nel 2003 erano scesi al 42,7.

   Scrive Fiorella Iannucci su Il Messaggero (12/4/95): “Sta cambiando il modo di leggere. ‘Come se la lettura scivolasse via, tra le tante attività in cui il teenager si trova impegnato’, nota Peyresson.[…]. Ed è inutile prendersela con l’invadenza delle tecnologie (il 29% dei ragazzini ha un suo telefonino personale, il 63% ha in casa un computer), con gli innumerevoli impegni extrascolastici o con la tv (a cui i più piccoli dedicano in media 80’ al giorno, contro i 5-6 minuti che dedicano alla lettura)”.

   Sono nate nuove collane, ma i titoli in esse inscatolati sono diminuiti, come sono in calo i libri “tascabili”: nonostante la crisi economica, si cerca il libro “bello”, robusto, rilegato, e quindi più costoso (ciò farebbe pensare al lento formarsi di biblioteche famigliari). Aumento medio dei prezzi, +5,4%. Si cerca il libro di moda, l’evento letterario. E si cercano “eventi” che spingano avanti il mercato.

   Per l’appunto, su Il Manifesto (12/4/05), Francesca Lazzarato descrive gli editori che corrono al riparo “nel modo più prevedibile, livellando la produzione verso il basso, tenendo d’occhio più la grande distribuzione che la libreria e cercando d’inventarsi un qualsivoglia evento.”

   Alla Fiera Internazionale del Libro di Bologna sono mancati gli eventi straordinari quali erano negli anni scorsi l’ospite d’onore e i grandi congressi a latere, ma ci sono stati da celebrare i 400 anni dalla creazione di Don Chisciotte (splendida la mostra degli illustratori spagnoli!), il secondo centenario della nascita di Andersen con altre bellissime mostre di illustrazioni, e il centenario della morte di Verne, in particolare con la presentazione a Docet, da parte delle edizioni Motta Junior e del geologo Mario Tozzi, proprio del meno scientifico tra i romanzi dello scrittore francese: Viaggio al centro della Terra. Numerosi sono stati i convegni di media e piccola dimensione e le presentazioni di autori e di libri.

   Però il 25° della morte di Gianni Rodari è passato un po’ in sordina, mentre il 15° dalla scomparsa di Dahl è stato celebrato dall’editore Salani alla presenza della vedova Felicity. “Amava i bambini, smascherava gli adulti” titola Fiorella Mannucci su Il Messaggero (16/4) parlando appunto di Dahl. Senza negare il valore letterario e anticonformista di alcuni personaggi infantili, che vanno da Gianburrasca a Mathilda e a Lavinia, mi sono sempre domandato quanto sia producente per la formazione dei bambini l’esaltare una produzione (e continuarla, e prenderla a modello, e soprattutto imitarla da parte di epigoni) che è basata sulla denigrazione delle figure adulte quali genitori ed educatori. È per “liberare” l’infanzia, per sfogare proprie esperienze, o per suscitare simpatie ed acquisti? I bambini hanno comunque bisogno di figure adulte di riferimento (non uso volutamente il singolare), che ogni libro, anche se satirico verso la società e verso certi tipi di educatori, dovrebbe contenere.

 

Un panorama in numeri

    Torniamo al quadro complessivo dell’editoria, dai dati Li.B.E.R. Su 180 case editrici che hanno pubblicato nel 2004 almeno un libro per ragazzi (media 13,4 titoli ciascuna), tredici di esse coprono più della metà dell’intera gamma di titoli: i primi sono Mondadori (278), Fabbri (143) e Piemme (125). Le opere di autori italiani, fertili di novità, sono in declino nel complesso (48,2%); seguono gli autori inglesi (21,36%), statunitensi (10%), francesi (9,7%).

   Per i tre quarti, la produzione è di narrativa (dalle favole alle filastrocche ai romanzi alla diaristica), con aumento delle offerte per gli 0-7 anni. La divulgazione (scientifica, storica, geografica ecc.) vede una prevalenza di produzione straniera: ciò deriva dal fatto che tali libri richiedono un ricco apparato illustrativo i cui costi sono ammortizzati solo da coedizioni o traduzioni, con la conseguenza che rischiamo di trovare ancora Bell al posto di Meucci.

   Esaminata per generi e fasce d’età, l’editoria per ragazzi appare formata per un quinto da albi e racconti illustrati e dal 14,51% da libri-gioco (due settori solitamente  per i più piccoli), seguiti da storie fantastiche e avventure (8,67%), storie dell’età evolutiva (7,37), fiabe favole e leggende (6,51), romanzi e racconti (5,12). La fantascienza e la fantasy sono al 3,19%, il giallo e l’horror al 3,37.

   Attenzione, ricordo che questi numeri riguardano i titoli editi, e non la quantità di copie stampate e vendute.

   Ma l’”evento Bologna” non è sufficiente. Mentre la Fiera Internazionale si rinserra sempre più nel cerchio prestigioso degli addetti ai lavori (editori, illustratori, autori, esperti…) e degli scambi internazionali, la quasi contemporanea manifestazione intitolata Docet riceve una folla di visitatori (numerosi gli insegnanti di scuola elementare, manchevole la presenza degli editori per la scuola media), e vengono aperte, anzi spalancate, altre occasioni d’incontro che richiamano l’attenzione dei diretti interessati, i bambini e i ragazzi.

   A Verona, ha avuto gran successo il Mondadori Junior Festival con un’ammirevole serie di intrattenimenti, letture recitate, giochi, laboratori interattivi, personaggi resi visibili come il topo giornalista Geronimo Stilton, incontri con autori, presentazioni di novità.. Sessanta “eventi” di vario genere ed importanza, in quattro giorni di festa, senza vendita diretta di libri ma solo per diventare “amici” dei libri e dei loro creatori.

   In altri “eventi”, i libri per ragazzi vi sono, ma in posizione non esclusiva e a volte defilata. MantovaFestival celebra la letteratura, e il maggio torinese è dominato dalla Fiera del Libro, che è anche mercato, dove il nostro Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile è stato sempre presente con uno stand che documenta il lavoro di animazione svolto con numerose scolaresche (vedi pag.   ).

Ernesto Ferrero, direttore della Fiera del Libro di Torino, auspica un’iniziativa simile a Napoli.

  

La lotta del Bene contro le forze del M…arketing”

   Alcuni hanno parlato di una “Fiera di transizione”. Carla Poesio, esperta di Letteratura Giovanile, ha spiegato. “Nelle edizioni passate non era troppo difficile additare orientamenti nuovi, generi privilegiati e validi. Oggi c’imbattiamo in blocchi spesso omogenei, simili tra loro o addirittura standardizzati o seriali, sia pure con i dovuti distinguo. Ma a monte va considerato un problema: la produzione editoriale si basa oggi sul binomio di due forze, creazione e marketing. Ed è la seconda che ha la predominanza”.

   La tensione verso il rapporto con i lettori è stata interpretata spiritosamente da Matteo Faglia, direttore della De Agostini, trasformando ciò che si diceva del fantasy come “lotta fra le forze del Bene e quelle del Male”, nella nuova frase “lotta del Bene contro le forze del M…arketing”.

   Il pendolo delle novità editoriali oscilla tra fantasia (la magia pervade anche le fiabe, le creature immaginarie tradizionali quali gnomi elfi e folletti trovano emuli o concorrenti di nuovo conio) e realtà (attualità e storia, recente o lontana), senza particolari picchi di creatività, ma con evidenti sforzi di sperimentazione sia nel trovare nuovi autori sia nella veste tipografica: pellicole dorate e argentate che arricchiscono le illustrazioni, pagine che si aprono o rivelano finestre e parti mobili, unione di testo e fumetto, ecc.).

   A proposito di creature immaginarie, la sempreverde Donatella Ziliotto, ne I Selvagnoli (Salani) inventa un popolo di troll nostrani che vivono tra i rifiuti delle periferie cittadine e che scambiano la loro principessa bassetta e dai capelli neri con la biondissima Perla, causando situazioni comiche nei rispettivi regni.

   Per quanto riguarda la creatività editoriale, questa è immediatamente visibile nei libri attivi. Dalla De Agostini vengono tre collane: nella prima, il folletto Pixie esce dai libri d’inglese della scuola primaria e si fa protagonista di una serie di narrativa; nella seconda, I Libri del più e del meno sono giochi fatti di pagine che le “alette” fanno crescere o calare e di storielle con personaggi che percorrono allegre avventure nel mondo dell’aritmetica; nella terza, denominata non a caso Ping-Pong, i testi e le figure provocano l’interazione tra bambini e adulti, con provocazioni, domande e rimandi.

   È indubbiamente brillante la trovata della Ed. La Coccinella nei due titoli Indovina chi va e Indovina chi viene: infilando una stringa lucente nei buchi delle pagine si trova la soluzione figurata dei vari indovinelli! Ed è da notare Giochi di Pace delle Edizioni San Paolo, con la proposta di una ventina di giochi che aiutano i lettori a gestire l’aggressività e a trovare la soluzione dei conflitti.

   Tra le novità, c’è una novissima editrice, la Buiabès, dal nome della famosa zuppa mediterranea, che è metafora di contenuti vari, all’insegna del racconto e del gioco. Tra le prime pubblicazioni troviamo Le cinque isole di Roberto Piumini, in cui un bambino è operatore di pace fra due popoli primitivi, e il librogioco Tutti uguali tutti diversi, le cui belle illustrazioni guidano i piccoli a scoprire che l’uguaglianza passa proprio attraverso le differenze.

   Segnaliamo in particolare la collana “intercultura” della Ed. Sinnos, con libretti bilingui, italiano e lingua originale, come Corri, lama, corri che descrive la vita, l’abiente e i giochi di una bambina boliviana.

   Ma approfondiamo quello che è, o dovrebbe essere, il mondo più congeniale alla fantasia: quello delle fiabe.

 

Dalla fiaba al fantasy

   Il settore delle fiabe è sempre vivo, nelle sue varie ramificazioni: fiabe per i più piccoli, con ripresa dei racconti tradizionali e loro adattamenti e trasformazioni; fiabe d’autore, da Andersen a Rodari; fiabe di altri popoli, che possono interessare anche i più grandi; fiabe nuove che spesso sono “metafiabe” cioè racconti fantasiosi che vanno oltre (ecologia, pace, politica…). Siamo però stupiti dal fatto che, a parte alcune bellissime mostre di illustrazioni e di antiche edizioni, non siano state presentate edizioni nuove delle fiabe del grande affabulatore danese, capace di animare persino gli oggetti più semplici e di narrare storie immerse nei fascino del Nord.

   La favola, strettamente intesa, dovrebbe restare un genere a sé, più legato ai tempi antichi in cui serviva ad ammaestrare gli uomini, eppure tra i più bei libri  della Fiera segnaliamo ed ammiriamo Storie del bosco antico (Mondadori), in cui Mauro Corona inventa tante piccole storie ispirate agli animali della foresta, narrando le origini leggendarie delle caratteristiche di ciascuno, in un linguaggio limpidissimo e con grande rispetto del Creato.

   Nella realtà degli autori e degli editori fiaba e favola si mescolano e s’intersecano. Poiché ha protagonisti animali, la saga disneyana da Topolino a Paperino potrebbe essere definita  favola, ma è anche racconto avventuroso, umorismo, satira, e molte altre cose.

   Un altro topo, di origine narrativa e non fumettistica, celebra i suoi successi: il libretti di Geronimo Stilton hanno raggiunto, solo in Italia, i 7 milioni di copie e sono tradotti in 35 Paesi del mondo. C’è piuttosto da domandarsi come mai i personaggi topeschi siano così diffusi, visto che un romanzo fantasy con forti dosi di umorismo, di personaggi bizzarri e di magia, si intitola La catastrofe rattastrofica (Ed. Buena Vista) e considerato il successo delle strampalate storie poliziesche, peraltro ben scritte e ben congegnate, del mite topo orologiaio Hermux Tantamoq di cui leggiamo con divertimento Topi alla ribalta, autore Michael Hoeye (Salani). Probabilmente, in modo inavvertito, Disney ha creato una generale simpatia verso un animale che, in natura, è sostanzialmente nocivo. Mi ricordo che quando, trent’anni fa, dovetti scegliere uno dei protagonisti del giornalino La Giostra, scelsi invece uno scoiattolo, che avendo gli arti anteriori prensili poteva almeno maneggiare oggetti, ma il contesto era diverso.

   Probabilmente ha ragione Sandrone Dazieri, responsabile della Mondadori ragazzi, nel dire: “Il fantasy è forse la forma più pura di narrativa di evasione, per ragazzi e adulti. Permette di creare nuovi mondi, personaggi dotati di poteri incredibili, nuove razze, nuove cosmologie. Si possono riscrivere tutte le regole, tutte le leggi, anche quelle della fisica. Ma di fantasy si è scritto moltissimo, ed è necessario oggi rinnovare il genere, cercando nuove strade, contaminando, inventando.” (Ufficio Stampa Fiera BO)

   La dichiarazione di Dazieri accompagnava il lancio del bel volume rilegato La magia del lupo di Michelle Paver, che agli scenari medievali propri del fantasy aggiunge quello della preistoria. Il romanzo è il primo della serie “Cronache dell’era oscura”: un gigantesco Orso, incarnazione di un demone, minaccia la vita dei cacciatori nomadi nelle foreste del Nord e si accanisce contro il ragazzino Torak, che dapprima trova l’intesa con un giovane lupo, orfano come lui, e poi l’aiuto di altri comprimari; egli scopre di essere il predestinato dalle profezie, chiamato “Colui che ascolta”, che dovrà sconfiggere il Male, tenendo fede alle promesse fatte.

   È indubbio che l’avventura ha bisogno di spazi grandi e poco definiti (fu questa una delle ragioni del successo che ebbe il genere western). Ebbene, la preistoria ha queste caratteristiche, soprattutto quando le vicende sono ambientate fantasiosamente ed impregnate di magia.

   Roberta Rizzo ha pubblicato con Giunti il romanzo fantasy tutto italiano Nina e la maledizione del Serpente Piumato, terzo di una serie che, con i primi due, ha  già toccato le 300.000 copie

   A mio gusto, l’autore migliore è ancora Terry Pratchett, che continua a reinventare il genere in senso umoristico e quindi fa la parodia del genere stesso senza far cadere il meccanismo dell’azione ed è letto sia da ragazzi abili sia da giovani e da adulti in cerca di relax.. Alla trilogia “Mondo Disco”, Pratchett ha aggiunto Piedi d’argilla (Salani): nella città “dove è impossibile rompere le regole perché non se ne trova più una intera” e anche gli assassini sono riuniti in sindacato e devono avere un permesso, accade un delitto imprevisto, fuori dall’orario di servizio: il valoroso capitano Vimes della Guardia Cittadina, ormai sobrio e felicemente sposato, si pone in caccia del criminale deviante insieme ai propri aiutanti nani, troll e lupi mannari, ma i pericoli sono immensi. Lo stesso autore si cimenta in un’opera più accessibile ai ragazzi narrando L’intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi” (Mondadori), ambientata nello stesso mondo capovolto e scritta con la stessa arguzia. Tiffany è una ragazza che va a liberare il suo fratellino (che è stato rapito dalla regina delle Fate), armata solo di una padella e di un libro supposto magico, incontrando strani amici ed alleati.

   Il ramo della magia, attenuato da ironia e vivacità di narrazione, è utilizzato abilmente da Nuccia Resegotti per una parabola su amicizia e solidarietà fra preadolescenti ne Il libro degli incantesimi e sui problemi della crescita in Due maghi fra noi (Ed. La Scuola). I personaggi sono gli stessi, a un anno di distanza. Stefano, studente non troppo amante della lettura, dovendo scegliere un libro tra quelli della biblioteca... ne cerca uno che sia “sottile”. Ne vede uno, prova a prenderlo, ma deve ingaggiare una vera e propria lotta col volumetto... o è questo che che non vuole mollare lui? Sulla copertina compaiono e scompaiono lettere: è un piccolo manuale per maghi. Uno degli incantesimi messi in atto serve ad aiutare Chiara, sua compagna di classe, liberandola da due bulli. Seguono avvincenti avventure, mai sopra le righe, in cui i due protagonisti evitano le manovre di chi vorrebbe fare cattivo uso della magia e poi a scoprire un omicidio e a recuperare un oggetto museale, ma tutto grazie a molto impegno personale , molta collaborazione, molta comprensione, intuizione e coraggio, in un percorso di maturazione reciproca.

   Una simpatica novità appare, dal primo volume della sua collana, Maga Martina di Knister (Ed. Sonda), per lettori di 6-8 anni: la magia vi è demistificata grazie all’imperizia di una bambina volenterosa ma pasticciona, che vorrebbe portare il suo aiuto in varie circostanze ma non ricorda o storpia le formule giuste causando umoristici inconvenienti.

  

L’etimologia di “edificare”

    Tanto e tanto tempo fa si parlava di libri “edificanti”, e la parola aveva qualcosa di precettistico e di barboso. In realtà, si travisava l’origine della parola “edificare”, che significa costruire. Vi sono ancora libri capaci di costruire una personalità, o meglio di aiutare la sua intrinseca forza di crescita?

   Sullo stand delle Edizioni San Paolo, a Bologna, campeggiava una scritta in arabo con la traduzione italiana: “Il sapere è la ricchezza più grande che esiste”: era ispirata al libretto di Bersanetti-Parravicini in  La ricchezza più grande (racconti sufi), in cui un bambino eredita dalla madre un libro che dovrebbe condurre al più favoloso dei tesori... ma è scritto in una lingua sconosciuta; il bambino che studia per riuscire a decifrare quelle pagine diverrà uno dei più ricercati traduttori e infine primo ministro di Persia e passerà a sua figlia quel libro non ancora svelato.

   Questa editrice vanta una collana di meritato successo, la Jam!, che si distingue per l’agilità dei libretti e per il vasto ventaglio di argomenti, suddivisi in collane che prendono ciascuna il nome di un frutto. Due volumetti accrescono le gemme della serie Uva Bianca, che ha per sottotitolo programmatico Salmi per voce di bambino”: la scrittrice Giusi Quarenghi è stata chiamata ad interpretare i Salmi biblici in chiave moderna, inserendoli nella vita dei bambini affinché possano capirli, con l’aiuto di illustrazioni adatte, ricche di colori e di emozioni. Ne Il canto del nome, prende dai Salmi 1-2-4-8-17-19 le parole e la fiducia con cui un bambino può mettersi in ascolto del nome di Dio e del suo respiro in tutte le cose; inoltre sviluppa il Salmo 23 (“Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla...”) con la presenza rassicurante del Signore in tutti i momenti, felici o difficili. In Tua è la vendetta, il Salmo 73 vede il bambino prendere coscienza della esistenza dei malvagi e delle loro opere, che però non durano: il lettore rimprovera il silenzio di Dio, ma si affida alla sua tenerezza non accettando il male.

   La stessa editrice pubblica due libretti che offrono, in chiave narrativa, qualche risposta e qualche soluzione, a livello dei bambini, su due argomenti delicatissimi: le violenze fisiche e verbali tra le mura domestiche e il bullismo di qualche compagno. Ne L’omino nero, Fulvia Degli Innocenti con le illustrazioni di Sandra Bersanetti narra di Andrea che vede il suo buon papà trasformarsi, a volte, in un’altra persona, irata e violenta, come se un omino nero prendesse il suo controllo: la mamma tenta di spiegare, ma solo la dolcezza e la capacità di risvegliare gli affetti riusciranno a vincere. In Un bullo da sballo, Maria Adele Garavaglia e Cristiana Cerretti presentano le storie del timido Davide e del prepotente Simone, suo persecutore, finché questi scoprirà di non avere amici veri e di poterne trovare uno proprio nel suo perseguitato.

   Sono di grande valore spirituale le recenti pubblicazioni della EDB (Edizioni Dehoniane Bologna). Un delizioso libretto della collana “Piccoli in ascolto” per l’età prescolare presenta i sette giorni della Creazione con vivide illustrazioni e un brevissimo test, affidato alla lettura degli adulti (Con le mani di Dio).

   In Ti ascolto Ti guardo, Patrizio Righero ha raccolto preghiere spontanee scritte da giovani che, oltre a fornire voci nuove al pregare quotidiano, danno uno spaccato della sensibilità e della religiosità giovanili.

Sempre per la EDB, una biografia narrata da Gisella Gaudenzi ci fa conoscere la vita di Mariele Ventre, la sua profonda spiritualità, e l’opera a cui dedicò tutta la sua vita, il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna e la realizzazione annuale di quel singolare Festival che è ancora lo Zecchino d’Oro; la narrazione è inframmezzata dai brani delle canzoni che lei scelse e diresse, con amore verso i piccoli (Mariele. Una donna, uno zecchino”)..

   In collaborazione tra la ElleDiCi e l’editrice protestante Claudiana (che celebra i 150 anni dalla sua fondazione), è nato il robusto libro Le Parole della Bibbia, di Laffon-Cugno, che su sette temi fondamentali (le origini, il tempo, la natura, l’uomo, la rottura, i primi passi, Dio) spiega il significato di nomi, protagonisti, animali, oggetti, feste e situazioni con linguaggio e immagini adatti ai ragazzi, destinando ad ogni argomento quattro pagine comprendenti: la parola, la scritta in ebraico, la frase della Scrittura da cui la parola è tratta, un testo biblico che la amplia, il significato e il “per saperne di più” per approfondimento.

 

 Dalla Storia vera alle grandi ali dell’avventura

   Accanto alle storie fantastiche, emerge la Storia con la S maiuscola, il ritorno al passato con il gusto di ritrovarne i sapori dolci e amari, le grandi imprese e i grandi errori. In Prigioniera della storia: Margaret Bubr Neumann, testimone assoluta (Ed. El), Frediano Sassi ricostruisce la biografia di una donna che riassume in sé le tragedie del secolo scorso, avendo sperimentato i lager tedeschi e i gulag sovietici.

Autobiografico è anche Ho sognato la cioccolata per anni, Trudi Birger, internata con la mamma in un campo di concentramento, e sopravvissuta.

   Molto toccante e coinvolgente è il libro ad epistolario di Luigi Garlando Mio papà scrive la guerra (Il Battello a Vapore), formato dalle lettere che il papà giornalista, sequestrato in Afghanistan, scrive con un mozzicone di matita su un taccuino, e quelle del figlio Tommi che batte sui tasti della macchina del padre. Lettere che nessuno riceve, che si accumulano finché i destinatari potranno leggerle, da una parte la vita del ragazzo con i suoi amici (c’è anche un arabo) e dall’altra le note del prigioniero. L’abile e fertile Lia Levi immagina che una foto scateni, tra nonna e nipote, un gioco di ricordi, un ricomporsi di frammenti di memoria degli anni della resistenza e di un dramma personale (La ragazza della foto, Piemme).

   Non è smarrito il gusto dell’avventura, anche senza magia e interventi soprannaturali. L’eccellente vena narrativa di Rossana Guarnieri si rivolge anch’essa alla preistoria in Koor dei mammut (Ed. San Paolo), ma fa svolgere le avventure di un giovane coraggioso, che addomestica un lupo e uccide il grande animale assicurando cibo ai suoi, in un contesto che rievoca usi e costumi autentici e perciò tanto più stupefacenti. Alessandra Jesi Soligoni, un’altra autrice ricca di eleganza stilistica e di abilità narrativa anche se non celebrata quanto meriterebbe, narra “Avventura in fondo al mare” per le edizioni Tredieci: l’amicizia tra un ragazzo e un delfino coinvolge anche una coetanea, quindi l’intelligenza dell’animale e la curiosità dei ragazzi portano alla scoperta di un’antica nave sommersa con importanti reperti; Delfhis, il mammifero marino, è un vero personaggio, audace e melanconico, che suscita simpatia nei lettori..

   Ci sono i racconti che parlano al cuore, ma per arrivarci La Bambina Babilonia (Salani) di Anna Russo parte da lontano: è assolutamente pestifera (una Giamburrasca moltiplicato quattro) e si dedica a terribili”Scherzi” ai danni di tutti e specialmente del coetaneo Robin, neo vicino di casa, che risponde con gli stessi mezzi; lui ha una famiglia perfetta, lei ha genitori sempre assenti perché fanno gli assistenti di volo: il padre è giapponese, la madre è russa, la tata ungherese e il nonno lappone, ma si esce dalla incomunicabilità linguistica scoprendo i dolci gesti della tenerezza, che rappacificano tutti.

   Gli adolescenti, soprattutto le ragazze, sono interessati ai sentimenti e ai problemi dei coetanei, ed hanno bisogno di libri che traccino itinerari di soluzione, di crescita, di identificazione di sé. Un tema universale è l’amicizia: quella che si sviluppa tra una bambina e una ragazza colpita da distrofia muscolare in Stelle di Nebbia (Città Aperta Junior) e quella che unisce la vivace Giulia a Grazia, costretta su una sedia a rotelle, ne Il cuore sulla fronte di Loredana Frescura (Fabbri), con i relativi problemi degli handicap. E sono proprio due ragazzi down a salvare un intelligentissimo delfino sottraendolo a crudeli esperimenti scientifici (Due cavalieri nella notte di Mark Roberts, Ed. Giunti).

 

Divulgate, divulgate, qualcosa resterà

    Non c’è dubbio che libri e libretti ben equilibrati fra testo e illustrazioni di documentazione possano favorire le conoscenze, attivare qualche hobby e persino fungere da spinta verso una vocazione. Mentre l’Istituto della Enciclopedia Treccani annuncia l’edizione di una Enciclopedia dei Ragazzi, ci soffermiamo rapidamente a notare alcune fra le tante opere di più modeste dimensioni uscite di recente.

   Brilla tra i ragazzi la passione per l’astronomia. Le Ed. San Paolo vi rispondono con uno dei libretti della collana “Jam”, serie “Le castagne”: Stelle e Pianeti offre, in dense paginette ricche di informazioni e di grafici, i modi per riconoscere le stelle e “chiamarle per nome”, di identificare i pianeti, di riconoscere le costellazioni, a cominciare dal Grande e dal Piccolo Carro con la Stella Polare (e quindi sapersi orientare) e poi, con un gioco di collegamenti fra queste, trovare le altre costellazioni disegnate dall’immaginazione degli antichi. È un ottimo prontuario da portare in vacanza. Per le Edizioni Lapis, Ettore Perozzi ne Il cielo sotto la Terra ci conduce a spasso per il Sistema Solare presentandoci in ordine cronologico, le figure e le scoperte dei grandi astronomi, a partire dall’antichità: ci sono informazioni sul Sole e sui pianeti, curiosità e notizie capaci di stupire, interviste immaginarie e spiegazioni sostanzialmente semplici, risalendo dai fenomeni alle leggi che governano il cosmo: è un libro-astronave che fa compiere viaggi meravigliosi tra stupore, entusiasmo e mistero.

   La Lapis ha una collana di grande utilità, “I bambini alla scoperta di...”: fra le varie città sfogliamo la nuova edizione di Roma Antica (tradotta anche in inglese e in francese): è una guida turistica per ragazzi accessibile per linguaggio e confidenziale come tono, che non si limita a “presentare” i monumenti ma li collega alla storia e ai costumi, ed ecco che, descrivendo il Colosseo, si spiegano anche i vari tipi di “giochi” cruenti praticati come spettacoli e, in appendice, le vicende e le leggende di Roma sono narrate anche con l’ausilio di simpatiche strofette.

   La Editoriale Scienza è sorta proprio per la divulgazione scientifica, con opere ben degne di attenzione. Nell’albo Cosa c‘è sotto il letto?, per l’età prescolare, le grandi pagine illustrate fanno scoprire ai bambini tutto ciò che appartiene al mondo sotterraneo, scendendo sempre più giù, dalla rete dei servizi alle tane degli animali, ai resti di antiche civiltà, alle miniere, fino al magma e al nucleo; nel volumetto L’acqua, un bene prezioso, si spiegano ai ragazzini gli usi e gli sprechi del liquido vitale, per un suo uso migliore, e si suggeriscono accorgimenti ed esperimenti; e in Einstein e le macchine del tempo sono narrate in modo accessibile la vita e le scoperte del grande scienziato e le loro conseguenze nella fisica, nell’astronomia e nella vita quotidiana, con un’abbondanza di spiritosi disegnini.

 

Rifiorisce il fumetto

    In coerenza con la primavera, sono rifioriti i generi del fumetto e delle pubblicazioni per i giovanissimi.

   Complimenti e auguri a Sergio Bonelli, che ha ricevuto dalla Università La Sapienza di Roma la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione “in considerazione dei suoi altissimi meriti culturali”. Il milanese Bonelli è autore ed editore, il maggiore in Italia nel settore dei fumetti di avventura, per i quali ha creato nuovi generi e ne ha rinnovato altri: l’horror, la fantascienza, il giallo... Ma soprattutto egli è il... fratello di Tex Willer, il più noto e venduto dei fumetti made in Italy; Tex infatti fu ideato e lanciato da suo padre Gian Luigi nel 1948. Si tratta, come tutti sanno, di un eroe del West che, specie nella ventennale epopea narrata da Claudio Nizzi, è amico dei pellerossa e ne difende le tradizioni e i diritti, lesto di pistola e di pugni ma grande di cuore, cavaliere d’un mondo lontano nel tempo e nello spazio ove ognuno vale secondo la propria umanità. Nella crisi generale del genere, Tex con le sue 250.000 copie è un pilastro dell’editrice che, accanto all’altrettanto fortunato Dylan Dog, allinea decine di altri personaggi di minore successo, alcuni dei quali si spengono quando l’interesse del pubblico cala e vengono sostituiti da altri, in una fucina sempre in attività febbrile.

   In un’intervista di Lucia Saitta (ItaliaOggi del 30/4/05), l’editore dichiara:

- Tex, con le sue 250.000 copie, fa storia a sé. Lui e Dylan Dog sono casi irripetibili: i 23 protagonisti delle altre nostre collane vendono molto di meno. Il comparto del fumetto italiano sarà un comparto sempre più  di nicchia. Il problema è che nel nostro Paese ci sono pochissimi editori, e le grandi tirature sono soltanto un sogno. Il fumetto diventerà un fenomeno prezioso e sempre più caro per un pubblico scelto. Oggi i giovani hanno la tv, internet, i cellulari... Un tempo, invece, i fumetti erano l’ultima spiaggia delle domeniche passate a leggere, mentre fuori pioveva.

   Eppure, qualcos’altro si muove. Appaiono in edicola: PP8, ovvero Paperino Paperotto che si affianca a Power Ranger Magazine (4-7 anni) della Disney Publishing Italia; Welcome destinato alle teenagers e imparentato con le Witch (le streghette a fumetti che già da due anni hanno avvinto molte lettrici); Pop’s del gruppo Piscopo per bambini passa da mensile a settimanale (la testata leader del gruppo è Cioè, abile concentrato di banalità per le ragazze, così come Donna Moderna e le pubblicazioni “astrologiche” quali Astrella). Della stessa editrice è la novissima Star School-Famosi Domani, storia di un gruppo di ragazzi e ragazze che tentano la strada del successo studiando danza, musica, canto, recitazione. Per questa e per le altre nuove pubblicazioni, ci riserviamo di dare un giudizio dopo averne letto alcuni numeri consecutivi. Intanto apprezziamo il Corriere della Sera che, ogni lunedì, ha riproposto Topolino Story, una selezione delle strisce dal 1949 in poi.

 

Domenico Volpi

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Bologna 2005

Cosa è successo in fiera

 Gli operatori esteri presenti erano 4.583, il 5% in più rispetto all’anno scorso, per 1.100 editori provenienti da 63 Paesi.

            Anche quest’anno è stato assegnato il BolognaRagazzi Award, il premio al miglior prodotto editoriale che vuole fornire una preziosa anteprima sulle novità e sulle tendenze che si sono poi viste in Fiera. Il premio è stato assegnato a Monstress Malades di Emmanuelle Houdart, Editions Thierry Magnier (Francia) per la sezione Fiction, a Red land yellow iver di Ange Zhang, Groundwood Books (Canada) per la sezione Non Fiction e a Ubucuti bw’imbeba n’inzovu di John Kilaka, Editions Bakame (Ruanda), per la sezione New Horizons. Menzioni d’onore a Doodler dooling di P. Zelinsky e Rita Golden Delnian, Ed. HarperCollins Children’s Books (USA), e a Don Quijote de la Mancha, testi di Calos Reviejo e illustrazioni di Javier Zabala, Gruppo Editorial SM (Spagna) per la Fiction e The light bulb di Jennifer Fandel, The Creative Company (USA) per la Non Fiction.  

Altro tradizionale appuntamento è stata la Mostra degli illustratori, vetrina internazionale delle tendenze, degli artisti e delle novità del mondo dell’illustrazione. La selezione ha visto la partecipazione di 2570 illustratori provenienti da 60 paesi suddivisi nelle sezioni Fiction e Non Fiction, e tra questi solo 85 sono stati premiati dalla giuria. Autore della copertina dell’Annual 2005 è l’olandese Max Velthuijs, illustratore da poco scomparso, già vincitore dell’ultima edizione del Premio Andersen.

Come ogni anno, la Mostra dedica uno spazio ad un Paese ospite d’onore ed è stata la volta della Spagna che ha presentato una galleria di 73 artisti, le cui opere si sono sviluppate in due percorsi: uno reale con gli originali e uno virtuale con i disegni su uno schermo gigante. Hanno composto la Mostra 200 titoli rappresentativi della storia della letteratura spagnola per l’infanzia dell’ultimo quarto di secolo. La Spagna ha inoltre realizzato un settore dedicato a Don Chisciotte, un’esposizione bibliografica di circa 100 adattamenti del Chisciotte per bambini dal XIX secolo fino a quelli pubblicati in occasione del IV centenario.

Nel programma del Caffè degli Illustratori, evento interno allo Stand, segnaliamo Cibo e magie: “Trova la ricetta, usa la bacchetta!”, Concorso nazionale di fiabe e racconti inediti illustrati a cui hanno partecipato Roberto Denti e Luigi Dal Cin.

            É giunta alla terza edizione la Global Learning Initiative, l’evento, interamente dedicato al business per il settore “education”, rivolto agli editori di supporti didattici per la scuola primaria e secondaria e per le biblioteche scolastiche che si è avvalso della collaborazione di importanti editori educational internazionali.

             Dal 2003 inoltre la Fiera del Libro ha una sede dedicata per lo sviluppo dei diritti. Il TV Film & Licensing Right Centre è diventato un importante punto di riferimento a livello internazionale per lo scambio di copyright fra il mondo del libro e quello dei produttori televisivi/cinematografici e le compagnie di licensing. La proposta del centro non finisce però in Fiera: per tutto l’anno offre un interessante servizio on-line.

             La Fiera 2005 ha sviluppato l’attenzione sulla tematica della traduzione con una serie di iniziative organizzate nel padiglione 30 chiamato Centro traduttori, punto di riferimento per i professionisti, luogo di incontro per confrontare esperienze e attivare contatti. L’interessante convegno La fabbrica dell’immaginario: scrivere e tradurre per ragazzi ha messo al centro della discussione la traduzione per l’infanzia come rielaborazione dell’immaginario e adattamento culturale. Altra importante iniziativa è stata quella di una nuova banca dati mondiale dei traduttori per facilitare i contatti fra i professionisti della traduzione e gli editori.

 Non poteva mancare nel bicentenario della nascita di Hans Christian Andersen un omaggio al grande autore, che ha avuto per filo conduttore l’illustrazione. La Fiera del Libro, la Biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna (nostra socia), Hamelin Associazione Culturale e Ibby hanno allestito a Palazzo d’Accursio la Mostra Illustrare Andersen: una panoramica delle letture contemporanee dell’opera anderseniana attraverso il mondo dell’illustrazione. L’intento è stato oltre al tributo, quello di far emergere la grande attualità dei suoi scritti come la femminilità sofferta de La sirenetta, la denuncia politica de I vestiti nuovi dell’Imperatore, la ribellione adolescenziale de Le scarpe rosse.

 Altro importante momento commemorativo è stata, in occasione del quindicinale della scomparsa di Roald Dahl, la giornata dedicata al grande maestro di letteratura per ragazzi. Alla presenza della moglie si è sviluppato un percorso espositivo ideale tra i numerosi editori italiani e stranieri che hanno pubblicato le innumerevoli opere dello scrittore.

Debora Penzo

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Bologna 2005

DOCET

             DOCET, la più importante rassegna fieristica nazionale dedicata al mondo dell’educazione e della didattica, ha chiuso i battenti con successo. La terza edizione 2005 ha visto aumentare il pubblico ed il numero degli espositori anche se con qualche lacuna. Mancavano alcuni editori importanti per lo scolastico della scuola media inferiore, mentre gli stand che riguardavano la scuola elementare erano pieni di iniziative, testi e sussidi vari e il pubblico era composto in prevalenza da maestri. In ogni caso l’idea di voler rispondere in modo concreto alla nuova ottica imprenditoriale impressa dalla scuola dell’autonomia è stato il leit motiv della manifestazione che rimane l’unica nel panorama italiano a proporre, ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti, un’offerta globale che va dal libro di testo alla tecnologie per la didattica, dal gioco all’arredamento e attrezzature scolastiche fino alle proposte di itinerari turistici ad hoc per la scuola.

Accanto all’esposizione dei materiali che, a differenza della Fiera del Libro, erano in vendita, si sono svolti numerosi appuntamenti convegnistici curati dal MIUR (principale promotore), dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna e dalle Associazioni insegnanti che hanno visto protagonisti i libri, i laboratori creativi, e tutti gli elementi “idee e materiali” che si inseriscono nella tematica dell’educazione e della didattica.

Intento della manifestazione è stato quello di dar voce ad una domanda: “Quante scuole italiane potranno permettersi le interessanti proposte della rassegna?. Interessanti risposte sono arrivate dal primo Osservatorio Nazionale Docet sugli investimenti e i consumi della scuola italiana che ha fornito un quadro esaustivo del panorama italiano. Dall’Osservatorio è emerso che in media per ogni bambino si spendono solo 40 centesimi per sussidi didattici (libri, strumenti di laboratorio, hardware e software, cancelleria...) contro una media europea superiore di  due volte e mezzo e addirittura del quintuplo in Paesi all’avanguardia per percorsi educativi come Olanda e Norvegia. L’Osservatorio ha inoltre esaminato nel dettaglio le procedure decisionali, ovvero chi decide cosa e quanto serve, dove reperirlo e quanto spendere; le procedure di informazione a cui fanno ricorso le scuole; il mercato di domani.

Grande spazio è stato dedicato ai musei, “custodi dei beni culturali e della memoria” capaci di proporre percorsi culturali di grande interesse e coinvolgimento. L’iniziativa ha visto la partecipazione di alcune delle maggiori realtà museali italiane che hanno presentato attraenti percorsi dedicati all’arte, alla storia all’illustrazione e alla divulgazione scientifica.

Non poteva mancare la zona delle Biblioteche –organizzata da Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi e Biblioteca Sala Borsa Ragazzi Bologna – gestita da bibliotecari di ogni parte d’Italia che hanno messo a disposizione del pubblico una ricca collezione di libri e hanno allestito due mostre bibliografiche, nonché sono stati disponibili ad incontri “personalizzati” con quanti ne facessero richiesta.

La manifestazioni si è inoltre arricchita di mostre che hanno avuto come protagonista l’illustrazione e che quest’anno hanno in particolare onorato Hans Christian Andersen nel bicentenario della nascita: Sirenette di carta e soldatini di inchiostro, un omaggio dell’illustrazione italiana al grande scrittore danese, a cura della rivista Andersen; Le fiabe della mia vita, dedicata all’opera dello scrittore, a cura di Hamelin Associazione Culturale.

Un’importante iniziativa, che porta la mostra a differenziarsi notevolmente dalla Fiera del Libro, è l’apertura alle famiglie, adulti e bambini, che domenica 17 hanno potuto sfogliare, scegliere e comprare libri, assistere a presentazioni e letture condividendo la meravigliosa esperienza del leggere. Anche per questo, DOCET è una grande opportunità di aggiornamento professionale.

                                                                                                                                                        

Debora Penzo

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Bologna 2005

Gianni Rodari, ieri e oggi

    Persino Panorama, una rivista che certo non può dirsi di sinistra, nel numero del 21/4/05, ha rimproverato la Fiera bolognese con un titolo ben marcato: “Non si dimentica così un gigante come Rodari”, e con un po’ di enfasi (“lo scrittore italiano più amato del Novecento”) elenca che vi sono ben 270 scuole a lui intitolate, il numero delle copie vendute, le traduzioni all’estero (cominciando dai Paesi comunisti dell’Est). Venticinque anni dalla morte ed 85 dalla nascita andavano ricordati più solennemente.

   Oltre al dominio delle tre grandi ricorrenze, Don Chisciotte, Verne e Salgari, l’aver “dimenticato” Rodari ha forse altri perché. La rilettura, dalla nuova edizione Gallucci, della sua La Storia degli Italiani (completata, per gli anni recenti, da Dario Fo) ha fatto riscoprire, anche a chi lo ha ritenuto un “maestro” totale, la sua militanza politica da “appassionatamente comunista”. Nel compendio, scritto nel 1956, non c’è soltanto una visione marxista della storia, dalla preistoria alla guerra fredda, ma c’è – ancora dopo che Krusciov aveva denunciato i crimini di Stalin e dopo la repressione delle rivolta ungherese – la definizione di Lenin come “un uomo che è tra i massimi geni espressi dall’umanità” e la visione idilliaca della società comunista.

   La pubblicazione del libro è stata giudicata, da Roberto Denti, “una grande mancanza di rispetto verso Rodari, la cui più grande lezione è stata il rispetto per i bambini. La parte sul socialismo è assurda. L’adulto può contestualizzarla, il bambino no. E non a caso lui l’aveva pubblicata su un settimanale comunista come Vie Nuove, che non era certo dedicato a ragazze. Già allora chi non era cieco sapeva che cosa succedeva al di là della cortina di ferro, figuriamoci adesso” (CdS, 13/4/05).

   In sostanza, se interpreto bene il pensiero di Denti, per lo stimato libraio dei ragazzi di Milano, che pure fu vicino a Rodari, sarebbe stato opportuno che la Fiera avesse portato più attenzione a una ricorrenza (il 25° della morte) e che questa non fosse stata fatta coincidere, da un editore, con la stampa della Storia, interessante sul piano della documentazione critica ma “scomoda” nell’anno 2005. Se sbaglio, chiedo a Denti di correggermi.

   Ma Gianni Rodari era effettivamente così: amabile verso i bambini e partigiano in politica. Mi fu chiesto, da LG Argomenti, un mio ricordo di Rodari e scrissi queste righe in risposta ad alcune domande: 

Ho lavorato alcune volte a fianco di Gianni Rodari, ai tempi in cui, alla Rai e altrove, per fare un lavoro si designavano un comunista, un cattolico…”e uno bravo”, diceva una battuta di moda. Noi eravamo bravi, e ce la facevamo in due. Mi ricordo una serie di trasmissioni sul gioco, e tante sedute all’Ente Cinema per vedere film (di solito orribili) cosiddetti per ragazzi, e per leggere copioni spesso inconsistenti.

Che cosa ho apprezzato di Rodari?

1 - Le filastrocche, compresi il Libro degli errori, e le Favole al telefono”: la fantasia faceva le sue autonome capriole e le parole perdevano la loro sacralità, dicendo ai bambini e agli insegnanti che non bisogna averne paura, che con esse si può anche scherzare, che esse sono come i mattoncini del Lego con cui si può costruire ogni cosa, perfetta o sghemba che sia. Purtroppo, credo contro la sua volontà, Rodari fu preso per vero poeta e le sue filastrocche finirono in tutti i testi scolastici, mentre venivano linciati (metaforicamente) poeti veri come Valeri, Pezzani, Novaro, e non veniva dato il meritato risalto, nel gioco linguistico, al contemporaneo Alfonso Gatto.

2 - La  Grammatica della fantasia, specie nella prima parte: utilizza tecniche dadaiste, di Breton, di Propp e di altri, ma riesce a sistematizzarle, a renderle accessibili, ad arricchirle di esempi creativi personali e a farsi leggere dal mondo della scuola ingessato, che di tutto ciò non si era curato fino allora.

3 – La sua coraggiosa difesa dei fumetti contro Nilde Iotti e contro Togliatti stesso, come a dire contro un atteggiamento ufficiale del Partito. Era il tempo in cui io ero il redattore capo de Il Vittorioso e lui de Il Pioniere, quindi eravamo in competizione. Ci incontrammo la prima volta, all’inizio degli anni ’50, a un Congresso sulla stampa per ragazzi al Palazzo di Giustizia di Milano (bei tempi, quando in quel luogo si poteva discutere di albi e di giornalini!). Il Vittorioso aveva una superiorità tecnica, con i migliori fumettisti d’Italia, …anche perché poteva pagarli meglio, ma ci accomunava il fatto di fare giornalismo per ragazzi e quindi la stima per il nuovo linguaggio del fumetto che ci permetteva modi moderni di narrare. Dico ora che il tanto celebrato Cipollino non mi piaceva: c’erano ancora i versetti rimati alla vecchia maniera e quel mondo ortofrutticolo con la morale proletaria troppo scoperta non convinceva noi che eravamo abituati al surrealismo di Jacovitti.

4 – Il suo impegno verso il mondo dei ragazzi, di scrittore ed educatore: non ero d’accordo sulle finalità, trovavo alcune esagerazioni, ma erano indubitabili la dolcezza, la sensibilità, la sincerità dell’approccio all’infanzia. Discutevamo piuttosto su quali fossero i suoi lettori. Rodari sosteneva che la letteratura “per ragazzi” in realtà non esisteva, si doveva piuttosto parlare di letteratura “per bambini” in quanto, dagli 11-12 anni in poi, ogni ragazzo doveva leggere di tutto. Io rispondevo che egli (e i numerosi maestri delle elementari con lui) credeva di essere uno scrittore per bambini per la facilità e la vivacità del linguaggio ma che, per le tematiche che trattava e per il taglio sociale dei suoi scritti, le sue opere erano per i più grandi.

Che cosa non mi piaceva in Rodari?

Il venire a galla una prevalenza del giornalista di sinistra, polemista e corsivista, sullo scrittore per ragazzi. Mentre ci eravamo trovati spesso d’accordo su valutazioni pedagogiche e anche valoriali, ci scontrammo quando, avendo il PCI programmato una conquista degli organismi professionali, fu vanificata un’assemblea del Sindacato Scrittori regolarmente costituita. Mi voltai a dirgli: “Per questa volta non siamo d’accordo” e ne ebbi in risposta: “Per forza, io sono comunista e tu sei un cattolico, come vuoi che andiamo d’accordo?”, e trovai che tra noi non c’era un semplice fossato da superare con un salto, ma un abisso (almeno da parte sua). Un’altra volta, alla Fiera di Bologna, lo trovai impegnato, è il caso di dire “per partito preso”, in una tesi “anticonformista” (una moda ricorrente) che lo portò a tentare di far dire al microfono, a un impacciatissimo bambino, la parola “cacca”, e mi dispiacque per lui.

Ma ho anche un ricordo struggente, che risale al 1970. Rodari aveva vinto da poco il premio Andersen, eravamo a Bologna per la Fiera del Libro, andammo (c’era pure Argilli) a festeggiare con una bottiglia di grappa, poi domandai a Gianni:- Che programmi hai? A che stai lavorando?

Mi rispose:- Sai, “ormai” ho 50 anni. Debbo ritirarmi un poco da qualche parte perché voglio fare qualcosa di importante prima di morire.

Venendo da un cinquantenne di successo, la risposta mi agghiacciò, tanto era velata di malinconia, forse di presagio..

 

   Faeti, dalla sua parte ideologica, difende Rodari con queste argomentazioni: “Lo trovo indispensabile. Si può farne un uso ideologico soltanto se lo si interpreta in modo storicizzato, se lo tagliuzzi, lo spezzetti, togliendolo dal contesto. Ma questo si può fare con qualunque opera. Rodari non era un tenero, ma in lui c’erano un’onestà, un’acutezza, che non riesco a trovare in nessun altro. Dal punto di vista didattico ha raccolto il frutto più intelligente del ’68. Quella ricerca di maestri alternativi, di ricercatori con tutte le possibili propensioni, quella capacità di unire il rigore della grammatica alla forza esplosiva della fantasia sono stati unici” (meglio “uniche”, n.d.r.). (ibidem).

   Caro Professore, è proprio il contrario, e cerco di farmi capire con un esempio estremo: D’Annunzio può essere valutato solo storicizzandolo, inserendolo in un contesto culturale, e “tagliuzzando”, anzi potando energicamente: se butti più del 90% di ciò che ha scritto, trovi un grande poeta, al di là della valutazione politica ed esistenziale.

   Di Rodari si salva un’alta percentuale, ma bisogna da un lato “storicizzare” la sua militanza politica nel quadro della guerra fredda, quando era obbligatoria una scelta di campo (che lui operò pur avendo pubblicato i suoi primi scritti sul giornale della Gioventù Cattolica di Milano, ma non avendo capito la libertà dei cristiani). D’altro lato, occorre considerare che una parte delle filastrocche e dei racconti sono marcati dall’ideologia e salvare quelli validi. Occorre appunto, per renderlo ancora utile, deideologizzarlo, e toglierlo dalla retorica e dal logorìo che, dopo averne fatto un totem della seconda metà del secolo scorso, rischiano di farlo cadere nell’oblìo oggi. La sua ricerca di “tutte le possibili propensioni” era, purtroppo, a senso unico.

   Del resto, Denti parla di “contestualizzare” e di cecità politica.

   La domanda è: chi vuole affossare Rodari per eccesso di laudatività? È forse diventato “scomodo” per la sinistra?

Domenico Volpi

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Torino 2005

  Parla il GSLG TO

Dal 5 al 9 maggio 2005 si è svolta la diciottesima edizione della FIERA DEL LIBRO DI TORINO. Al Lingotto, naturalmente.

Diciotto è un numero di tutto rispetto, la Fiera ha superato ampiamente la fase iniziale per entrare nella maturità del suo svolgimento. È importante segnalare subito che Torino, con Roma, sarà la Capitale Mondiale del Libro, dall’aprile del 2006 all’aprile del 2007. Questo vuol dire che la Fiera di quest’anno avrà uno strascico futuro immediato: alle Olimpiadi Sportive Invernali si accompagneranno le Olimpiadi della Cultura che continueranno su scala nazionale fino, appunto, all’aprile del 2007. Il riconoscimento, che è anche un impegno, è stato conferito alla città dall’Unesco ed è stato presentato in Fiera con una serie di incontri e di allestimenti dal titolo: “Segni della Scrittura”. Niente male!

Ma veniamo alla Fiera 2005. Anche questa volta c’è stato un tema-guida: il Sogno. A rappresentarlo e a svilupparlo è stato convocato un esercito di ospiti. Non soltanto poeti e romanzieri ma saggisti, musicisti, cantanti, comici. Esponenti di tutti questi “generi” sono stati chiamati a esprimere questo evanescente concetto del sogno. Ancora: scienziati, psicanalisti e … cuochi. Anche il cibo può esser sogno!

A rendere più significativa l’inaugurazione è stata chiamata la poetessa polacca, premio Nobel 1996, Wislawa Szymborska. La sera del 3 maggio, in anteprima, contro ogni previsione (è una persona molto schiva e rifugge dalle ribalte), la poetessa ha accettato di eseguire una serata di lettura poetica, un recital delle sue opere. È avvenuto al teatro Carignano e, bisogna dirlo, come cornice rappresentativa della nostra città, questo storico teatro è stata una buona scelta.

L’inaugurazione mondana è avvenuta con una cena di gala (750 ospiti!) alla Reggia di Venaria: un altro luogo storico, intrecciato alle vicende della città e della Casa Sabauda che su di essa regnò per lungo tempo, come ha messo in rilievo il direttore della Fiera Ernesto Ferrero. Al gala gli ospiti hanno visitato il Centro Nazionale per il Restauro e hanno goduto, con gli accompagnamenti musicali più adatti, i cibi preparati dallo chef Alfredo Russo del “Dolce Stil Novo”, un luogo di prelibatezze il cui nome era quanto mai adatto. Naturalmente gli ospiti erano tutti di spicco, comprendendo nomi della cultura e dell’arte, nazionali e no, e un folto gruppo di politici.

La Fiera ha occupato quattro padiglioni del Lingotto Fiere: 1, 2, 3, 5. Le grandi aree espositive sono state invase dagli stand, ovviamente! Piccoli e grandi, costituiti da un solo blocco come quello a noi caro del GSLG-TO, il Q105 del padiglione 3, oppure composti da numerosi blocchi quali quelli delle case Editrici più prestigiose, di cui non cito i nomi che tutti conoscono.

In queste aree hanno trovato posto anche quattro sale insonorizzate, distinte per colore: Rossa, Blu, Azzurra, Gialla, destinate a ospitare i convegni, gli incontri, i dibattiti. Inoltre i Caffè Letterari, una buona combinazione di libreria e di degustazione dovuta, quest’ultima, alla collaborazione con “Slow Food”. Ancora cito le sale A e B per gli incontri con gli Autori, lo Spazio Ragazzi, lo spazio della Lingua Madre, lo spazio per l’Editoria Scientifica.

Lo Spazio Lingua Madre è stato un esordio di quest’anno: un’iniziativa sviluppata in collaborazione con la Regione Piemonte, volta a portare a Torino e presentare scrittori principalmente extra europei. Nei cinque giorni della Fiera, nello spazio ci sono stati anche concerti etnici.

In relazione ai Giochi Olimpici Invernali del 2006, la Fiera ha proposto: “Ti leggerò i Giochi”, un programma con convegni e momenti di spettacolo e di creazione artistica, ispirati al tema della competizione. Ogni sera era in programma il Pentathlon, un itinerario agonistico in cinque tappe, le cui discipline sono state la musica, il teatro, la danza, la ginnastica e il canto.

 Due parole sullo Spazio Ragazzi che per sua natura ci interessa maggiormente. Era un’area d’aspetto sempre vivace e, per fortuna!, sempre piena di visitatori. Tra le scuole che organizzavano le visite, comprese le Scuole dell’Infanzia (!), tra i genitori che sono venuti lì sospinti dalla figliolanza, e tra i ragazzi grandi che giravano sciolti, lo Spazio è stato sempre affollato. In esso il punto dei grandi appuntamenti era l’Arena Giovani. Giovedì 5 maggio vi si è svolto l’incontro commemorativo di Pinin Carpi, lo scrittore dell’infanzia recentemente scomparso. Venerdì 6, il GT ragazzi ha effettuato una diretta molto simpatica all’interno dello Spazio, intervistando tra l’altro Giovanni Del Ponte quale rappresentante degli scrittori per ragazzi.

In relazione con il tema del Sogno e della conseguente Fiaba, vi è stato il ricordo di Andersen, a duecento anni dalla nascita. Il lunedì 9 alle dodici e trenta si sono ritrovati nello Spazio Ragazzi gli organizzatori e gli scrittori partecipanti al programma Tantestorie, iniziativa promossa dalla Biblioteche Civiche Torinesi e dalla Libreria La Torre di Abele. L’iniziativa aveva lo scopo di far conoscere scrittori torinesi e piemontesi per ragazzi con incontri nelle classi che vi aderiscono.

Nel 2003 gli scrittori sono stati invitati a comporre una novella su Torino o sul Piemonte. Le novelle sono state illustrate dai ragazzi di alcuni licei grafici torinesi. Il tutto è stato raccolto in un volume edito da EGA. Come socia del GSLG-TO e come autore, sono stata molto contenta di essere compresa tra questi scrittori e di aver partecipato all’incontro all’Arena Giovani.

La Fiera ha anche “debordato” per la città. Alcuni scrittori sono stati adottati dagli alunni di certe classi liceali che hanno letto i loro libri. Questo naturalmente ha dato origine all’incontro tra lo scrittore e la classe che l’aveva scelto. Tra questi autori cito i due più importanti. Massimo Carlotto e Sebastiano Vassalli. Questi incontri sono avvenuti in precedenza, ma alla Fiera c’è stato un meeting collettivo nella Sala Gialla, lunedì 9 maggio.

A questo progetto degli “autori in città” si può anche collegare l’incontro che la scrittrice Dacia Maraini ha avuto con un gruppo di malati dell’ospedale Martini (giovedì 5). A noi, come Gruppo che si interessa dei giovani, può inoltre fare molto piacere l’iniziativa di Carla Ferrero e di Ina Ghisolfi di portare alcuni scrittori per ragazzi ai bambini ricoverati nell’Ospedale Infantile Regina Margherita, che è il maggior ospedale infantile della città. Hanno aderito all’iniziativa la scrittrice Teresa Buongiorno (giovedì 5) e la scrittrice e socia del GSLG-TO Nuccia Resegotti (venerdì 6). L’iniziativa ha avuto un buon successo sia presso i piccoli pazienti, la cui età veramente andava dai piccoli di cinque anni e mezzo ai grandi di dodici- tredici, sia presso le mamme presenti.

Segnalo ancora che l’iniziativa su scala nazionale “Nati per leggere”, volta alla promozione della lettura già in età prescolare, ha avuto spazi e incontri durante la Fiera. Ci sono stati anche dei Laboratori con programmi di lettura ad alta voce per i bimbi e i loro famigliari.

Il 6 maggio si è svolta nel pad. 1 la premiazione del miglior libro per bambini per la fascia 3-6 anni. Il premio è stato istituito di concerto dalla Divisione Servizi educativi e dal Sistema bibliotecario urbano della Città, per favorire la conoscenza della letteratura per l’infanzia tra gli insegnanti, anche rispetto alle novità editoriali; favorire la capacità critica e di giudizio valorizzando il ruolo dell’educatore; sviluppare il confronto e il dialogo intorno alla letteratura per l’infanzia; sostenere un’idea di cultura e di valori; sviluppare le attività di lettura e scrittura spontanea nella scuola dell’infanzia; incoraggiare la lettura e il piacere di leggere ad alta voce tra le famiglie e i bambini più piccoli; sviluppare una sempre maggiore sinergia tra le biblioteche, i laboratori di lettura, le scuole e i nidi d’infanzia.

Il premio Città di TorinoCrescere con i libri con questi intenti premia ogni anno il miglior libro per bambini che abbia affrontato un tema rispondente a particolari sollecitazioni culturali, pedagogiche ed educative. Quest’anno è stato: “Io e gli altri. Alterità e integrazione nella formazione alla mondialità”.

Dodici sono stati i libri entrati in finale su segnalazione delle librerie cittadine: le opere sono state presentate in trenta scuole per l’infanzia e in cinque asili nido (insegnanti e bambini), che hanno espresso le loro preferenze. La giuria, ha assegnato il premio ex equo a: Il castello di sabbia (EGA 2003), per l’attenzione alla psicologia infantile nella trattazione del tema e per l’accento posto all’educazione alla pace, e a Sofia la mucca musicista  (Babalibri 2001) per la cura rivolta alle illustrazioni e alla veste grafica , oltre all’originale trattazione del tema della diversità. Una menzione particolare è stata meritata dal libro Topazio poeta (San Paolo 2004) per l’attenzione dedicata anche al tema della poesia e alle illustrazioni.

I libri vincitori verranno acquistati e messi a disposizione delle scuole dell’infanzia cittadine, dei laboratori di lettura e delle biblioteche per pubblicizzarli e diffonderli tra gli insegnanti, i bambini e le famiglie, anche attraverso una serie di iniziative che verranno organizzate nelle biblioteche e nei laboratori nel prossimo anno scolastico. 

Conclusione: anche quest’anno la Fiera del Libro di Torino è stata un avvenimento intenso. Qualche giornalista ha riesumato il vecchio pregiudizio che la città sia troppo decentrata ed ha sostenuto che, nonostante un aumento dei visitatori, la Fiera stia mostrando segni di declino, anche per lo scarso interesse di alcuni fra i maggiori editori. A nostro avviso, sono questi ultimi a dover considerare il “dovere” di essere presenti e di sostenere una manifestazione che, comunque, ha trovato un suo spazio, giova alla cultura ed alla diffusione del libro in generale (basta con i meschini conti di cassetta!), e risponde alla designazione da parte dell’Unesco di Capitale Mondiale del Libro. Quanto alla città “decentrata”, bisognerebbe pensare che la Francia è vicina, che Lione è un grande centro culturale, e forse progettare qualcosa insieme.

In ogni caso, per questo anno, il libro è diventato un protagonista cittadino e regionale per tutto il tempo della Fiera, ha richiamato pubblico da altre regioni italiane, ha funzionato da esposizione e mercato del libro. Si può quindi sperare che per un certo numero di persone questo possa diventare un protagonista del loro quotidiano. Al di là e al di sopra di tutte le parole spese nei convegni e nei dibattiti, ciò è quel che conta realmente.

Nuccia Resegotti

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Torino 2005

Ragazzi lettori in fiera - Lo stand del GSLG

  La sigla del GSLG-TO alla Fiera del Libro di Torino 2005 è stata: padiglione 3, Q105. Bene, lì eravamo noi con uno stand chiuso sui tre lati, in buona posizione, sempre vicino allo Spazio Ragazzi che, tutto sommato, a noi interessa!

Era piuttosto sobrio. Perché? Perché vi campeggiava uno splendido, piatto, ultramoderno computer sul cui schermo si alternavano i tanti CD, lavori delle classi che avevano aderito all’iniziativa dell’anno “Il libro sullo schermo – letteratura giovanile e cinema. Contro la parete di fondo avevamo però sistemato un finto schermo TV con davanti una catena di bimbi che lo guardavano, sagome nere disegnate per noi da Irma Losana. Per fortuna quest’anno nessuno ci ha chiesto di comperarle “per decorare la camera dei bambini” come avvenne l’anno scorso con i pupazzi fantastici. Comunque la parte cartacea dei lavori era ben esposta, come al solito, sulle pareti dello stand. Come sempre ci hanno premiato i visi gioiosi di quei ragazzini venuti con i genitori e gli amici per vedere e far vedere i loro lavori.

I 500 bambini e ragazzi che hanno partecipato ci hanno dato la misura di un grande impegno sul terreno non facile dell’intersezione tra i linguaggi verbale e iconico della comunicazione. Gli interrogativi educativi iniziali (Come si può passare dalla pagina scritta al testo filmato? Come si passa dall’autore al regista? Come si intersecano i loro rispettivi differenti lavori? Che cosa il lettore- spettatore può ricavare da meditazioni su questi temi?) si sono poi sciolti con l’incoraggiamento dei ragazzi stessi, cresciuti a base di omogeneizzati e cartoni e pur così disponibili all’incanto della voce di un narratore e facilmente coinvolgibili nello smontare, come un giocattolo, una sequenza filmica o nell’immaginare la sceneggiatura di un testo. Circuiti emotivi acquistano consapevolezza e vengono analizzati con la lente di ingrandimento per impostare la gestione delle emozioni, indispensabile in qualsiasi percorso formativo: è questo, a nostro avviso, lo spessore veramente educativo dell’iniziativa.

A stupire sono sempre i piccolissimi per la fantasia e l’articolazione dei loro elaborati: la fiaba letta e riletta, poi disegnata, poi tradotta in animazione teatrale, poi ripresa e trasformata in spettacolo ripresentabile attraverso presentazioni registrate su CD. Un applauso alle insegnanti della Scuola dell’infanzia di Druento. Quest’ultima (la maestra è la nostra socia Dorì) è arrivata con tanto di bandiera gialla, genitori al seguito, chitarra suonata da Dorì, poesia da recitare. Eguale applauso meritano le docenti della Casa dei Bimbi di Torino, che hanno presentato su CD il racconto “Le scarpe del re” e quello messicano “Perché le rane gracidano”.

Le scuole primarie di Nichelino hanno partecipato con la sceneggiatura del racconto “Il naso che scappa” di Gianni Rodari, preparata dai bambini di una 1° a tempo pieno, e con quella del testo “Cuore di Ciccia” di Susanna  Tamaro di una classe 5°, che lo memorizza anche su CD.

La classe 3° a tempo pieno di Susa ha scelto il testo “Il segreto del parco incantato”, realizzando una sceneggiatura cartacea di grande pregio anche dal punto di vista artistico, mentre la 4° B della Vittorino da Feltre di Rivoli si è avventurata in un buon saggio critico di confronto tra il testo “La balena e la bambina” e il film “La ragazza delle balene”.

A Carmagnola ha tenuto banco Harry Potter con i suoi libri/film, mentre a Meana i ragazzi delle classi quinte si sono lanciati nella produzione di due CD: “Le petit prince” in lingua francese e “Il fantasma di Canterville” in lingua inglese, evidenziando percorsi interdisciplinari di qualità.

Più complesso e articolato il lavoro della Scuola Primaria di Pino Torinese, che ha portato in tre tappe annuali alla realizzazione di un film: il coraggio delle insegnanti nell’affrontare un impegno ponderoso ha avuto fortunatamente l’appoggio di esperti del settore.

Decisamente ricchi di analisi e di riflessione i lavori delle Scuole Secondarie di 1° grado, come si conviene alla cresciuta età degli alunni. Molto articolato il saggio libro/film presentato dai ragazzi della Italo Calvino su “L’isola in via degli uccelli”, con acute osservazioni personali sui sentimenti dei protagonisti e ottimo confronto tra struttura filmica e narrativa.

Si sono riferiti al libro/film “Il giardino segreto” i ragazzi della scuola Maria Ausiliatrice e quelli della Silvio Pellico di S. Mauro, molto ben guidati dai loro docenti non solo in osservazioni di struttura, ma anche di contenuto. “Il giardino segreto è una storia di cambiamenti; cambiano i personaggi maturando attraverso la storia, e cambia il giardino , come se fosse vivo, addormentato nell’abbandono e poi risvegliato dalle cure dei protagonisti… Anche in noi c’è un giardino segreto…”.

Alla scuola media Nigra gli alunni della 1°E hanno lavorato su Il piccolo Lord”, dichiarando che “sarà difficile chiudere in un cassetto il libro e confonderlo con altri per il valore della vita che il libro e il film hanno trasmesso con semplicità…”

La suggestione immaginativa della lettura di alcuni brani di Il giornalino di Gian Burrasca” è stata messa in relazione con le esperienze degli alunni del Laboratorio di Mosaico della Turoldo; essi l’hanno rielaborata in una serie di fotogrammi e in un gioco a cubetti di raffinato gusto artistico.

Mentre i ragazzi della 1°F alla Vivaldi si sono cimentati con il capolavoro di Collodi e le sue versioni filmiche, quelli della 1°D di Buttigliera hanno costruito un eccellente story-board per interpretare il testo di Rodari C’era due volte il Barone Lamberto”, accompagnato da CD.

Le classi 1°C e 2°F della Scuola Media 66 Martiri di Grugliasco hanno preparato una sceneggiatura del libro “L’isola del tesoro”, mentre la 2°E di Susa ha lavorato su Capitani coraggiosi”e sul film diretto da Fleming, dimostrando di saper apprezzare la pellicola in bianco e nero del 1961, scoprendo una nuova dimensione del mare, sovrano crudele e generoso, mostro bellissimo e tremendo, e “crescendo” con i protagonisti.

La 1°A di Luserna San Giovanni ha preparato un bel lavoro composito sul romanzo “La carica dei 101” e il celebre film della Disney, mentre la 3° media di Perosa Argentina ha letto l’impegnativo romanzo “Novecento” di Alessandro Baricco confrontandolo con il film “La leggenda del pianista sull’oceano” di G. Tornatore: lavoro intenso, che mette in luce la profondità di un’analisi ben guidata e conclusa con un CD e un poster di presentazione del film.

Infine, ed è proprio il caso di dire dulcis in fundo, l’ipertesto della classe 3°B di Beinasco, costruito a partire dalla lettura del testo “Romeo e Giulietta” in lingua inglese e dal raffronto con il film “Shakespeare in Love.” I ragazzi, molto ben guidati dai docenti, hanno pensato di evidenziare l’intersezione degli intrecci attraverso un ipertesto, dove si può passare da una scena all’altra e da un genere artistico all’altro sia in lingua inglese che in italiano, senza perdere di vista l’insieme e potendo sempre tornare al punto di partenza per intraprendere un’altra strada: bravissimi!

Per noi del GSLG è stato bello sfogliare gli elaborati o far partire i CD; è stato suggestivo immaginare tutto il lungo percorso che li ha prodotti ed è stato molto incoraggiante constatare che esistono anche nel terzo millennio insegnanti capaci di vivere con i propri alunni una scuola dove non ci si annoia, dove si apprende giocando e dove si va volentieri, molto volentieri a crescere.

Naturalmente tutte le classi hanno ricevuto il premio di partecipazione, ritirato dall’insegnante.

Abbiamo anche avuto un certo numero di visitatori da citare, quanto mai graditi.

Tra i nostri soci, Alberto Arato ha potuto trattenersi un certo tempo; si è seduto e ha cominciato a confezionare “poesie su misura” per quelli che si fermavano allo stand e gli davano l’imput desiderato: un’ora deliziosa per chi assisteva, di gioia per quelli che ricevevano la poesia. Altri, e non di Torino: Renato Ciavola, Angelo Nobile, venuto per un intervento sulla fiaba allo Stand MIUR, ma che ha trovato il tempo di passare a salutarci. Altri, soci del gruppo e anche autori: Pier Luigi Coda, autore di “Pesci Rossi e Pesci Azzurri”, Giuseppina Ganio Mego, autrice di “Racconti di una nonna”.

I giornalisti di Telesubalpina, nostri cari amici, sono venuti a intervistarci. Inoltre Antonio Labanca che dirige alcuni programmi di Telesù aveva registrato una breve intervista su “Il libro per i ragazzi”, interrogando le socie Giuseppina Ganio Mego e Nuccia Resegotti, programma che è stato mandato in onda tutte le sere.

Allo stand avevamo copie de “La Voce del Popolo” che, come sempre, ha pubblicato diversi articoli sulla nostra iniziativa, presentando i lavori dei ragazzi. Avevamo anche copie de “Il Nostro Tempo” che ci ha citato, come tutti gli anni.

Un grazie a tutte quelle persone, soci e non soci, che si sono prodigati per lo stand e per i turni di sorveglianza ad esso. E, speriamo, arrivederci all’anno prossimo!

 

Nuccia Resegotti / Maria Luisa Gaj

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