Autori
IDautore Autore Nato Morto Note
1 Agrippa Camillo 15??    
57 Aleardi Lodovico     Lodovico Aleardi di Vicenza, figlio di certo Bernardino Aleardi notaio, vissuto tra il XVI e il XVII secolo, fu lettterato, poeta ed autore di tragedie e svariate "favole boschereccie e marrittime". Egli ebbe fama a quei tempi di "poeta più che mediocre" degno non solo che si annoverasse tra gli Accademici Olimpici, ma che presiedesse nel 1561 a quel ragguardevole consesso come "Censore". Il Conte Mazzucchelli trascelse le opere di Lodovico, tra cui "Il Corsaro Ariamnte". Dedica in prosa e sonetto, entrambi dell'A. al "Conte Giacomo, conte di Coll'Alto e Sansalvadore." Prima edizione di questa pièce in cinque atti in versi e prologo nella persona di Nettuno, ambientata nell'isola di Lissa.
58 Amenta Niccolò 1659 Napoli 1719 Napoli Niccolò Amenta, avvocato, uomo di lettere e professore di diritto, nato a Napoli nel 1659 ed ivi morto nel 1717. Non avendo avuto fortuna nella pratica forense, cercò sollievo negli studi aderendo a quel movimento di idee che fu rappresentato a Napoli specialmente dalla famosa Accademia degli Investiganti (antiaristotelica), di cui subì fortemente l'influsso. Ebbe particolare predilezione per i trattenimenti teatrali e si applicò alla riforma del teatro comico formando una compagnia di filodrammatici e compose sette commedie, nelle quali cercò tradurre in atto i suoi ceriteri rinnovatori, senza però rinnegare la tradizone classica. Esse furono: la Gostanza (1699), il Forca (1700), la Fante (1701), le Somiglianze (1706), la Carlotta (1708), la Giertrude (1717), e le Gemelle (1718).
53 Andreini Giovanni Battista 1578 Firenze 1654-06-07 Reggio Emilia Giovan Battista Andreini (Firenze, 1578–Reggio Emilia, 7 giugno 1654), figlio di Francesco e Isabella Andreini, fu comico non meno famoso dei genitori e come poeta fu salutato come sommo dai contemporanei in Italia e fuori. Tra il 1601 e il 1603 sposò Virginia Ramponi, anche lei attrice, alla quale Andreini dedicherà la sua prima opera "Florinda" (nome in scena della moglie). "Florinda" verrà rappresentata nel 1603 a Firenze all'Accademia degli Spensierati. Andreini nel 1601 fondò la compagnia dei Fedeli, attiva presso le principali corti italiane ed europee. Nel 1604 i Fedeli entrano al servizio di Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova. Andreini scrive e stampa "La saggia egiziana" a Firenze, dedicandola ad Antonio De'Medici. Del 1613 sono le prime rappresentazioni a Parigi, all'Hotel de Bourgogne quali rappresentazioni pubbliche e al Louvre per la sola corte del Re di Francia. Nel 1630, anno della peste, torna in Italia e a Bologna muore sua moglie. Tra il 1630 e il 1634 scrive il poema in ottava rima "Il penitente", riguardante il flagello della peste. Con "La Rosella" torna al suo solito stile e riprende le rappresentazioni (tra cui Verona, Vicenza, Venezia e Mantova). Negli anni dal 1643 al 1647 Andreini parte nuovamente per la Francia, dove scrive "L'ossequio" dedicato ad Anna d'Austria, regina di Francia. Secondo Virginio Mazzelli, studioso della vita di Andreini, la morte di quest'ultimo è da datare tra i giorni 7 e 8 del giugno 1654, a Reggio Emilia.
39 Angelico Vespasiano      
2 Aretino Pietro 1492-04-20 Arezzo 1556-10-21 Venezia Testo rimaneggiato del "Il Marescalco" di Pietro Aretino, pubblicato sotto il nome di Luigi Tansillo da Iacopo Doroneti, il cui nome figura nella pref. Cfr.: Michel & Michel. Il titolo e l'autore furono cambiati dagli stampatori in quanto le opere dell'Aretino erano condannate dalla Sacra Inquisizione. Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico (del padre Luca, un calzolaio, si sa ben poco) ma sempre col nome della sua città. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza. Qui dà alle stampe gran parte delle sue opere: le famigerate “Lettere”; i “Ragionamenti”, cinque commedie (“La Cortigiana”, “Il Marescalco”, “La Talanta”, “Lo Ipocrito”,” Il Filosofo”), una tragedia (“Orazia”) e alcune opere religiose utili più che altro ad avvicinarlo alla porpora cardinalizia e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.
3 Ariosto Ludovico 1474-09-08 Reggio Emilia 1533-07-06 Ferrara  
62 Aureli Aurelio     Aurelio Aureli (Murano, prima del 1652–Venezia, dopo il 1708) fu librettista italiano. Della sua vita si conosce poco. Discendente d'una famiglia di vetrai assai importante nel corso del Seicento, esordì nel campo operistico nel 1652 con L'Erginda. Fino al 1687 fu operativo come librettista principalmente a Venezia, ad eccezione di un breve viaggio condotto a Vienna. Nella città lagunare fu anche membro dell'Accademia Delfica, dell'Accademia degli Imperfetti e forse anche dell'Accademia degli Incogniti. Dal 1688 al 1694, al servizio del Duca di Parma, scrisse circa una dozzina di lavori drammatici, i quali vennero poi tutti musicati dall'allora compositore di corte Bernardo Sabadini. Gli ultimi libretti furono scritti a Venezia e nelle altre città della Repubblica. La sua opera include ben 50 libretti.
29 Baldovini Francesco 1634-02-27 Firenze 1716-11-18  
4 Bandello Matteo 1480 Castelnuovo (Tortona) 1562  
5 Bembo Pietro 1470-05-20 Venezia 1547-01-18 Roma  
6 Beolco Angelo detto Il Ruzzante 1502 Padova 1542 Padova Angelo Beolco detto il Ruzzante, commediografo, comico e poeta, nacque a Padova forse nel 1502 e ivi morì nel 1542. Ruzzante fu il figlio naturale di un medico padovano. Dedicò quasi tutta la vita all'amministrazione delle proprietà familiari e dei beni agrari dell'amico di sempre, il nobile Alvise Cornaro. La sua unica grande passione, però, la ebbe nel teatro: iniziò ad interessarsene nel 1521, in occasione dei festeggiamenti per Federico Gonzaga, e fu sia autore sia attore. Da uno dei suoi più riusciti personaggi, il contadino Ruzzante, goffo e sensuale, goloso e poltrone che assai spesso compare nelle sue commedie, prese lo pseudonimo col quale divenne famoso. Egli scrisse e recitò farse e commedie prevalentemente in dialetto padovano, cioè dialetto della terraferma che per i Veneziani erano parlate inferiori di carattere comico. Egli si propose di rappresentare gente semplice di campagna e di città aliena da ogni forma di raffinatezza intellettuale e psicologica, senza però intenti di critica sociale. Ma se i suoi persognaggi sono estremamente semplici, talvolta felicemente ingenui, tutt'altro che ingenua é l'arte del Ruzzante, maturata in un ambiente di raffinata cultura, scaltrita e sensibile. Le sue commedie sono improntate ad uno schietto umorismo a volte venato da una nota di malinconia. Le opere del Ruzzante furono pubblicate per la prima volta nel 1548 ma migliore viene reputata la stampa del 1584 di Vicenza per Giorgio Greco. La lettera dedicatoria del tipografo "Al molto Magnifico Signor Mio Osservandiss. il Sig. Vespasiano Zogiano" é datata: Vicenza 20 set. 1584. Seguono nell'ordine: Piovana, Anconitana, Rhodiana, Fiorina, Vaccaria, Moschetta, Due dialoghi, Dialogo, Tre orazioni, Canzone. Nella Piovana, nell'Anconitana e nalla Vaccaria Ruzzante si é in vari modi rifatto a Plauto, quindi all'autore tutto campestre e popolare occorre aggiungerne un altro più letterario, proveniente dalla tradizone della commedia classica. Nella Fiorina, la semplicità della trama conferma il senso della verità artistica del Beolco. Per la Rhodiana vedere Andrea Calmo.
48 Berneri Giuseppe 1637 Roma 1701 Roma Giuseppe Berneri (Roma, 1637–Roma, 1701)fu poeta e commediografo. Non si sa molto della sua vita. Nato e vissuto a Roma, fu membro di diverse accademie letterarie del suo tempo, e soprattutto segretario dell’Accademia degli Infecondi, intesa a promuovere un teatro edificante religioso. Fu autore di drammi sacri e di commedie, noto soprattutto come autore del "Meo Patacca ovvero Roma in feste nei trionfi di Vienna", un poema eroicomico in ottave, scritto in dialetto romanesco. Morì probabilmente a Roma nei primi anni del XVIII secolo (era ancora in vita nel 1701).
7 Berni Francesco      
42 Betussi Giuseppe      
44 Bonarelli Prospero 1582 1659 Prospero Bonarell(1582-1659), fratello di Guidubaldo, visse, come lui, a lungo al servizio delle corti di Ferrara, Modena, Firenze, Vienna, ma preferì la dimora nell'avita Ancona dove nel 1624 fondò l'Accademia dei Caliginosi. Morì ad Ancona nel 1659. Come scrittore ebbe grande quanto effimera fama per i suoi melodrammi (composti spesso per invito della corte viennese), per una commedia (I fuggitivi amanti) e per le tragedie, Il Medoro (1645) e il Solimano (1619). Quest'ultima parve ai contemporanei il suo migliore titolo ed ebbe molte edizioni (una delle quali illustrata dal Callot), ma ad onta del vigore effettivo di qualche scena appare oggi priva di vero valore artistico.
8 Botero Giovanni      
28 Bracciolini Francesco 1566-11-26 Pistoia 1645-08-31 Pistoia  
56 Brignole Sale Anton Giulio 1605 Genova 1662 Genova (o 1665) Il marchese Anton Giulio Brignole Sale (Genova 1605 – Genova 1662 o 1665) fu religioso, diplomatico e scrittore italiano. È conosciuto quale autore di testi satirici e teatrali nonché di romanzi biografici e scritti di contenuto religioso e agiografico. Figlio di doge, Anton Giulio fu senatore della Repubblica di Genova, sia pure per soli sei mesi e come ambasciatore svolse opera di diplomazia in Spagna. Nel 1647, rimasto vedovo per la prematura morte di Paolina Adorno, decise di lasciare la vita pubblica per prendere i voti ed entrare a far parte della Compagnia di Gesù. La sua figura è considerata, per cultura e prestigio, una fra le maggiori del secolo d'oro dei Genovesi. Come letterato, Brignole Sale fu esponente della scuola barocca genovese e quale esponente della Repubblica di Genova, a quel tempo nel suo massimo splendore, si fece ritrarre da Van Dyck in un ritratto divenuto celebre conservato nella galleria di Palazzo Rosso. Brignole Sale fu autore di testi di carattere religioso, fra cui una biografia romanzata di Sant'Alessio (da lui definita libricciuolo), ma che ebbe in Francia due traduzioni e varie ristampe, ma anche di commedie scritte in più lingue, fra cui la lingua genovese, in cui, secondo l'uso del tempo, trasfuse la sua vena satirica e polemica. In particolare, nell'opera "Li comici schiavi", creò la maschera genovese del Caporale Berodo, sorta di sbruffone soldato le cui vanterie sono oggetto di sberleffi. Era ascritto all'Accademia degli Addormentati.
9 Bruno Giovanni      
10 Buonarroti Michelangelo      
40 Camillo Giulio (Delmino)      
33 Campani Niccolò Siena    
11 Caro Annibal      
47 Castelletti Cristoforo ? Roma 1596 Cristoforo Castelletti (Roma ?- 1596) poliedrico letterato romano, prese gli ordini religiosi e svolse un'intensa attività culturale soprattutto in campo teatrale. Questa pastorale di cinque atti in versi, opera prima dell'autore, sicuramente una delle migliori tra le molte imitazioni della Aminta del Tasso, fu sovente ristampata. Poco si sa della vita del Castelletti, nato a Roma ed ivi morto nel 1596. Le sue commedie perfettamente aderenti al gusto medio dell'epoca (I torti amorosi, Il Furbo, Stravaganze d'amore) godettero di notevole popolarità. La lettera dedicatoria di Giacomo Tornieri "All'Illustriss. Signor Patron Osservandiss. il Sig. Lothario Conti Barone di Paoli etc." é datata: Roma 15-gen.-1587.
12 Castiglione Baldesar      
55 Celano Carlo 1625 Napoli 1693 Napoli Carlo Celano (Napoli 1625-1693), intraprese all'età di 35 anni la vita religiosa. Iscritto alla Congregazione delle missioni apostoliche di Napoli, ricoprì diverse cariche di responsabilità: l’arcivescovo Ascanio Filomarino lo nominò Canonico del Duomo e fu anche subcollettore apostolico. Tale scelta di vita, tuttavia, non intralciò la carriera letteraria di Celano che, sotto lo pseudonimo di Ettore Calcolona, compose numerose commedie dal tono moralistico, pubblicate e rappresentate, con successo di pubblico, a partire dal 1663. Nella sua ampia produzione teatrale si riscontra il pesante debito verso lo stile, i temi e i modelli iberici contemporanei; talvolta le sue opere consistono in semplici traduzioni, ma più spesso Celano-Calcolona attinse dal vasto repertorio spagnolo storie, situazioni e figure tipiche, per rielaborarle sullo sfondo di una diversa ambientazione. Fu autore, inoltre, di un’opera di satira: Degli avanzi delle Poste; il canonico riprese la finzione letteraria dal Corriere svaligiato del Pallavicino e dai Ragguagli del Boccalini: immaginando di pubblicare lettere mai recapitate ai destinatari e accumulate, quali avanzi, nei depositi degli uffici postali, espresse indirettamente l’aspra critica di mode o di comportamenti sociali del suo tempo. Le Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli, é l’opera della maturità, cui è legata la fama letteraria di Carlo Celano.
13 Cellini Benvenuto      
46 Cicognini Giacinto Andrea 1606 Firenze 1650 Venezia Giacinto Andrea Cicognini (Firenze, 1606 – Venezia ?, 1650) figlio del poeta e drammaturgo Jacopo Cicognini, acquisì una notevole fama sia come drammaturgo che come librettista, producendo diversi lavori drammatici, tragedie, commedie, commedie sacre e libretti d'opera, quasi tutti scritti per i teatri d'opera veneziani. I suoi drammi furono musicati dai più celebri compositori dell'epoca, fra i quali si ricordano Francesco Cavalli, Antonio Cesti e Francesco Lucio. Cicognini fu una delle figure più importanti del dramma per musica del XVII secolo, nel quale egli fuse elementi sia di stampo tragico che comico e ricevendo talvolta alcune influenze dalla letteratura spagnola dell'epoca. I suoi lavori più celebri furono L'Orontea e Il Giasone (musicati rispettivamente da Cavalli e da Lucio), i due melodrammi più popolari in Europa durante il Seicento. Degli autori di comedie che leggevo e rileggevo spesso, il mio preferito era Cicognini", scrisse Goldoni nei "Mémoires", a conferma della larga fortuna che ancora nel Settecento ebbe l'ingente produzione dello scrittore fiorentino. Cfr., sull'arte del Cicognini: Sanesi, cit.; Belloni, Il Seicento, pp. 268-268, 290-291 e passim; Renda-Operti, 296-297. Cfr. Flavia Cancedda e Silvia Castelli, Per una bibliografia di Giacinto Andrea Cicognini. Successo teatrale e fortuna editoriale di un drammaturgo del Seicento, Firenze, 2002.
54 Cremonini Cesare 1550 Cento 1631 Padova Cesare Cremonini (Cento, 1550–Padova, 1631), filosofo e scienziato italiano, ultimo esponente dell'aristotelismo del Rinascimento in Italia, e professore di filosofia naturale dal 1573, fu insegnante per alcuni anni a Ferrara e, nel 1590, venne chiamato dall'Università di Padova dove rimase fino al 1629. Amico e rivale di Galileo Galilei fu difensore della medicina averroista e sostenitore della mortalità dell'anima, legata indissolubilmente al corpo umano. Le sue opere a stampa edite tutte nella prima metà del '600 e non più ristampate trattano di fisica e psicologia aristotelica. I drammi, poemi o favole come egli le chiamò, quali "Il nascimento di Venezia" (Venezia 1617), Clorindo e Valliero (Venezia, 1624), "Le pompe funebri" (Ferrara, 1590) ecc., furono opere di gioventù.
41 Da Porto Luigi      
14 d'Aragona Tullia 1510 1556  
34 de' Medici Lorenzo      
15 Della Casa Giovanni      
16 della Porta Giambattista 1535 1615 Giovanni Battista Della Porta (Vico Equense (NA) 1535, Napoli 4 febbraio 1615), fu filosofo naturale, alchimista e commediografo. Ingegno versatile ebbe rinomanza europea per i "Magiae naturalis libri IV" e per le numerose ricerche nei più diversi campi scientifici: ottica, agraria, chiromanzia ecc. Scrisse tre tragedie delle quali ne resta una sola: "Il Giorgio", una tragicommedia Penelope e 29 commedie di cui a noi ne sono giunte 14. Della Porta fu lo scrittore che meglio accolse e riassunse la ricca esperienza dei commediografi cinquecenteschi, perchè la tecnica dell'intreccio, la vicacità del dialogo, il senso del movimento drammatico toccano in lui un alto livello di bravura. Fu fondatore dell'Accademia Secretorum Naturae ("Accademia dei Segreti"), per appartenere alla quale era necessario dimostrare di aver effettuato una nuova scoperta scientifica, sconosciuta al resto dell'umanità, nell'ambito delle Scienze naturali. L'Accademia fu sospettata di occuparsi di argomenti occulti e Della Porta fu indagato dall'Inquisizione nel 1579 e l'Accademia fu chiusa per ordine papale: a Della Porta fu tuttavia concesso di continuare gli studi di scienze naturali. Sono in corso di pubblicazione per l' Edizione nazionale delle opere di G. B. Della Porta tutte le opere dell'autore. La casa editrice è la Edizioni Scientifiche Italiane (ESI) di Napoli. Seconda edizione di questa brillante commedia in cinque atti in versi di ispirazione plautina.
17 di Morra Isabella      
32 Doni Francesco      
51 Errico scipione 1592 1670 Scipione Errico (1592-1670), sacerdote e teologo messinese, filosofo, scrittore e poeta, membro dell'Accademia della Fucina di Messina col nome di Occupato e dell'Accademia degli Incogniti di Napoli, scrisse il dialogo "L'occhiale appannato" (1629) contro l'"Occhiale" di Stigliani, le Rime (1619), Poesie liriche (1646), le commedie aristofanesche (Le rivolte di Parnaso 1625, Le liti di Pindo 1634) e un romanzo-trattato di genere allegorico didattico dal titolo Guerre di Parnaso (1642). Nel 1910 Benedetto Croce riscoprì questo autore, dimenticato dagli storici fino ad allora, ripubblicando il poemetto "La via lattea", interessante per la sua morbida sensualità. Errico fu un sostenitore del valore spettacolare e culturale del neonato melodramma e anche un severo teologo e controversista della Curia pontificia. Come poeta e scrittore è un minore, teso a fondere il mito classico e i giochi scaltriti del barocchismo (tra chiasmi, giochi di suoni e paronomasie ecc.) e l'adesione all'erotismo compiaciuto e aproblematico. Fu un abile seguace di Marino.
35 Ficino Marsilio      
50 Fiorillo Silvio 1560   Silvio Fiorillo, nato all'incirca nel 1560, fu il primo a portare ufficialmente in scena la figura di Pulcinella, anche se l'alternava con Capitan Matamoro popolare a Napoli come caricatura dei militari spagnoli. Fiorillo viene anche ricordato come il primo commediografo pulcinellesco, essendoci giunta una sua commedia intitolata: " La Lucilla costante, con le ridicole disfide e prodezze di Pulcinella " (1632). In realtà dove e da chi sia nato Pulcinella non é dato di sapere, molti eminenti studiosi e letterati come Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo e Anton Giulio Bragaglia si sono impegnati in queste ricerche, senza mai poterlo stabilire con certezza. Una prima notizia di Fiorillo la si ha nel 1592 in un registro degli Incurabili (dal 12 settembre del 1589 quest'ospedale riceveva metà dei proventi delle commedie su disposizione del Viceré Conte di Miranda), nel quale il comico riceveva "mità di proventi di commedie" (Croce B.). Fiorillo vestì la maschera di Pulcinella nella compagnia del Cecchini girando per l'Italia con la "Compagnia del Duca di Mantova". Il Fiorillo fu anche commediografo, nel 1605 scrisse: L'amor giusto egloga pastorale in napolitana e toscana lingua di Silvio Fiorillo da Capua detto capitano di Mattamoros, La ghirlanda (1609), Li capitani vanagloriosi (1621), La cortesia di Leone e di Ruggero con la morte di Rodomonte (1614), L'Ariodante tradito (1627), La Lucilla costante (1632). La prima edizione dell'Ariodante tradito é segnalata da Allacci, Salvioli, Treccani come pubblicata a Pavia nel 1629 dal de' Rossi, manca in Clubb e in Biblioteca Casanantense.
18 Firenzuola Agnolo      
19 Folengo Teofilo      
49 Goano Pier Francesco     Pier Francesco Goano indicato dal Quadrio (F.S. Quadrio: Della storia e della ragione di ogni poesia III, 1, Milano, Agnelli 1743, p. 84), intervenne, come milanese, nelle discussioni teoriche intorno alla tragedia di cui c'è traccia nella lettera post-fativa di autodifesa contro le accuse mossegli da Batolomeo Imperiale per le deroghe all'osservanza aristotelica. Il testo diviso in cinque atti in versi con cori, narra le peripezie del leale ed integerrrimo Antigono.
20 Guarini Battista      
21 Guicciardini Francesco      
52 Loredano Giovanni Francesco   1590 Giovanni Francesco Loredano commediografo veneto, morto nel 1590. La commedia fu pubblicata dal figlio Sebastiano il quale dichiara nella "Dedica" a Pietro Barbarigo che il padre suo oltre a questa ed alle pubblicate aveva composto ancora undici commedie di cui i manoscritti andarono perduti.
60 Lottini Giovanni Angelo 1549 1629 Giovanni Angelo Lottini, oratore, poeta e scultore, religioso dell'Ordine dei Servi, nacque a Firenze nel 1549 e morì nel 1629.
22 Machiavelli Niccolò      
45 Manzano Scipione 1560 1596 Scipione Manzano letterato e poeta friulano, nacque nel 1560 e morì nel 1596. Utilizzò lo pseudonimo: Olimpio Marcucci. Facile rimatore scrisse “Le lagrime di penitenza di Davide”, il poema eroico “Dandolo” e la favola marina “Aci” pubblicata postuma nel 1600. La lettera dedicatoria di Giovanni Battista di Manzano, figlio di Scipione "All'Illustrissimo Signor et Patron mio Colendissimo il Sig. Almoro Zane" é datata: Cividale del Friuli 6 dic. 1599. L'opera ha lo scopo di tessere le lodi della Repubblica di Venezia cui Scipione fu sempre devoto. Nel dedicatario dello zio Giovanni di Manzano al Signor Almoro Zane si legge "Fu patrono sopra ogni altro amato" . Segue lettera ai lettori di Giovanni d'Attennis in cui si spiega che la favola non fu terminata nè rivista, nè corretta dall'autore perché egli morì mentre si accengeva a farlo.
31 Molza Francesco Maria 1489-06-18 Modena 1544-02-28 Modena  
23 Monteverde Cesare      
36 Porta Giambattista      
27 Redi Francesco 1626-02-18 Arezzo 1697-03-01 Pisa  
30 Rosa Salvator 1615-06-20 Napoli 1673-12-15 Roma  
24 Stampa Gaspara 1523 Padova 1554 Venezia  
59 Stefonio Bernardino 1560 1620  
61 Strozzi Giulio 1583 1652 Giulio Strozzi, pseudonimo 'Luigi Zorzisto', (1583-1652), autore del libretto della Finta pazza (1541) di Sacrati, ha collaborato a Venezia, tra il 1627 e il 1630, con Monteverdi. Membro dell’Accademia degli Incogniti, con l’avvento a Venezia dell’opera pubblica si afferma come librettista, collaborando con Manelli, Cavalli e Sacrati, per il quale appunto scrive la sua opera più famosa. Per Monteverdi scrive il libretto di La finta pazza Licori (1627), opera mai rappresentata e di cui si è persa la musica.
37 Strozzi Pietro      
25 Tasso Torquato      
26 Vasari Giorgio      
43 Veniero Lorenzo      
38 Vettori Francesco