MUSIC MAN
210 Sixty-Five

(Made in USA - 1976)

Una parola: fantastico!
Considerato da molti una specie di Twin Reverb in miniatura, e in generale ci può stare come definizione! Ma per alcune caratteristiche a mio avviso è addirittura superiore!!!
Ovviamente non può competere in termini di volume, di botta e di bassi (due coni da 10 non potranno mai suonare come due coni da 12), ma il suono in sè è qualcosa di spettacolare...sarà la circuitazione ibrida (stadio pre a transistor e stadio finale a valvole), saranno i meravigliosi speaker in AlNiCo, sta di fatto che nel momento stesso in cui ho attaccato la mia strato assemblata a questo amplificatore mi è cascata per terra la mascella!!!! Non avevo mai sentito la mia strato suonare in quel modo! Un suono cristallino ma contemporaneamente caldissimo, vibrante, vivo, dal quale traspare ogni sfumatura di plettro, unghia, polpastrello...per la prima volta ho avuto la sensazione di avere qualcosa di vivo tra le mani, non un semplice pezzo di legno con delle corde!!!
Il ragazzo che me l'ha venduto l'aveva descritto nel modo giusto, dicendo che quest'ampli non suona, CANTA!
Come tutti gli amplificatori, va capito e va trovato il suo sweet-spot, ma una volta trovato è fatta...non si riesce più a smettere di suonarlo!!!
Non molto facile da trovare (non ne hanno fatti moltissimi), ma per ora ancora reperibile a prezzi umani (un ampli Fender di pari caratteristiche costerebbe tranquillamente il doppio o il triplo), forse perchè i chitarristi storcono il naso quando sentono dire che non è interamente valvolare. A me certi discorsi non interessano, se una cosa suona bene suona bene e punto, e posso tranquillamente dire che di rado ho sentito un amplificatore per chitarra suonare bene come questo! Tanto basta!
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Sulla destra si può notare la caratteristica (per l'epoca probabilmente unica) che permetteva di utilizzare l'ampli in modalità HI oppure LO, ovvero uno switch che dimezzava il voltaggio delle valvole (da 700 a 350) portando l'amplificatore dai 65 watt della modalità piena ai circa 35 di quella ridotta. In questo modo si allungava la vita sia delle valvole che dell'ampli in generale, che poteva essere usato 'pompato' solo quando effettivamente serviva, mentre per le situazioni tranquille la modalità low era più che sufficiente...la differente modalità infatti non influiva minimamente sul timbro, ma semplicemente sull'headroom, ovvero la potenza percepita: in modalità HI aumentava insomma la riserva di pulito prima che l'ampli entrasse in saturazione.

 

 

 

 

 

 

Dettaglio dei caratteristici speaker in AlNiCo che montavano tutti i Music Man negli anni 70, prima di passare ai ceramici.
Dopo una vita che sento parlare di questi speaker in AlNiCo, devo dire che se suonano tutti così comincio a capire perchè così tanta gente ne va pazza! E' davvero un suono vivo...dettagliatissimo ma con un calore e un impatto sonoro davvero magici!

 

 

 

Qui invece un bel dettaglio del codice stampato sullo speaker, dal quale è possibile risalire a tutti suoi dati tecnici.

A10-GHD67-7645 significa:
A = Alnico
10 = 10 pollici
G = guitar
HD = heavy duty
67 = speaker prodotto dalla Eminence (la stessa che faceva gli speaker degli amplificatori Acoustic, per dirne una)
7645 = quarantacinquesima settimana del 1976

 

 

Due sole valvole finali (stranamente due EL34, valvole più spesso usate negli ampli inglesi) più una 12ax7 come rettificatrice. Il resto a transistor!

 

 

 

Le vecchissime valvole Philips che sono ancora presenti in questo Music Man (amplificatore dalle correnti altissime, molto più alte della maggioranza degli altri ampli a valvole...forse ai livelli dei vecchi Laney anni 60, se non anche di più), testimoniano quanto le cose di una volta erano costruite meglio!
Se al posto di queste due Philips si mettessero delle Electro-Harmonix moderne, dopo 2 giorni sarebbero già bruciate!!!

 

 

Volendo si possono mettere anche le rotelle stile Fender.

 

 

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