LA MALATTIA DI LYME NEL CANE

 

Dott.ssa Paola Vincenzi

Medico Veterinario

 

 

La malattia di Lyme o borreliosi canina è una malattia sostenuta da spirochete del complesso Borrelia bugdorferi. Le spirochete sono batteri particolari ed appartengono a questo gruppo anche le leptospire, agenti eziologici della leptospirosi, ed il  Treponema che è l’agente eziologico della sifilide.

 

La malattia di Lyme è una zoonosi, cioè una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo ma sempre e solo tramite un vettore che in questo caso è la zecca dura Ixodes ricinus. (Vedi articolo le zecche: panorama introduttivo).

Nell’uomo ha evoluzione e sintomi importanti che verranno trattati in un apposito capitolo; ci occuperemo in questo articolo della malattia nel cane.

 

Le Borreliae sono patogeni che non possono vivere al di fuori di un ospite; ciò fa si che per passare da un ospite ad un altro,  si servano di un vettore che è appunto la zecca.

 

Gli ospiti in assoluto più importanti come riserva di Borrelia burgdorferi sono i piccoli roditori come i topi campagnoli, le arvicole, i ricci, i quali contraggono la borreliosi dal morso di una zecca infetta. Quando un’altra zecca si nutre del loro sangue assume la borrelia che trasmetterà poi ad altri animali o all’uomo. Ciò succede anche se la zecca cambia di forma evolutiva, cioè anche se passa da larva a ninfa o da ninfa ad adulta, ma la zecca adulta non passa la malattia alle sue uova.

Gli ospiti che fungono da riserva oltre ai piccoli roditori possono essere l’uomo, il cane, la lepre, uccelli, volpi, tassi, piccoli ruminanti tra cui i cervidi, bestiame domestico ecc…

 

Negli animali la malattia è subdola e difficilmente diagnosticabile. Da uno studio condotto recentemente pare che solo il 5% dei cani infettati presentino la malattia in quanto l’evoluzione clinica dell’infezione da borrelia dipende da numerosi fattori quali l’età del cane, il suo stato di salute generale, il suo sistema immunitario, la concomitante presenza di altre patologie, la quantità di borreliae veicolate dalla zecca o la concomitante inoculazione di altre malattie da parte della zecca stessa.

 

Sintomi

 

I primi sintomi di una borreliosi acuta sono di tipo muscolo scheletrico quindi dolori muscolari e zoppia, associati o preceduti da uno stato di malessere generale con febbre. Se l’infezione permane vengono poi intaccati altri organi come fegato e reni.

Il morso della zecca infetta può essere avvenuto anche mesi prima e ciò rende ancora più difficile la diagnosi.

 

La zoppia è dovuta a una poliartrite cioè ad  una infiammazione di tutte le articolazioni, anche non simultaneamente;quindi è possibile constatare che il cane oggi zoppica con una zampa e domani con un’altra. Questa forma di poliartrite acuta è spesso accompagnata da febbre ed è generalmente intermittente cioè può regredire anche senza una terapia specifica per poi ripresentarsi di tanto in tanto. L’evoluzione clinica della poliartrite è la periartrite cronica subclinica.

 

I danni causati dalla spirocheta sugli altri organi portano invece ad una insufficienza epatica cronica, ad una insufficienza renale acuta o cronica, a disturbi cardiovascolari e a disordini neurologici.

Il classico sintomo cutaneo di esordio nell’uomo, ben conosciuto e descritto,  l’ eritema migrante, non ha un corrispondente nel cane.

 

Diagnosi

 

E’ necessario un prelievo di sangue da inviare a laboratori specializzati per il test.

 

Terapia

 

E’ una malattia che si cura con antibiotici.

I più efficaci sono le tetracicline e la doxyciclina è il farmaco d’elezione. I tempi di somministrazione sono molto lunghi e indispensabili, anche un mese consecutivo.

Nei cani in crescita si preferisce usare l’amoxicillina.

 

Prevenzione

 

-         antiparassitari esterni

-         togliere le zecche entro 48 ore ( tempo necessario alla zecca per passare la malattia di Lyme al cane)

-         vaccinazione: non si tratta di una vaccinazione di routine ma il vaccino è disponibile. E’ consigliato ogni qualvolta si frequentino zone dove la malattia di Lyme è endemica come per esempio il Trentino alto Adige. L’iter vaccinale prevede due vaccinazioni a distanza di 3 settimane l’una dall’altra il primo anno, e un richiamo annuale gli anni successivi.