La vita ... su Upmariner Channel
Non
sempre quello che si racconta è esperienza subita sulla propria pelle.
A meno che si possa considerare propria una pelle anche se è quella di
una persona molto cara.
E' per questo che sembra che io sappia cosa dico.
Da ragazzino ero mingherlino e tappo. Facile preda, a cui i coetanei, o poco più, potevano rivolgere attenzioni poco gradite.
Ho subito molte cattiverie, fino ad una certa età.
Poi,
le attenzioni sono state rivolte altrove, grazie alla mia prestanza
fisica successivamente acquisita con la fine dell'adolescenza (ahimé,
ora sono a h187x97w).
Non per questo
sono passato dall'altra parte della barricata (cioè dell'aguzzino) ma
ho cercato di aiutare chi mi stava accanto e ne aveva bisogno.
Vedere altri, come me prima, subire cattiverie vere e proprie, anche fisiche, mi faceva ancora male.
Non
importa se qualcun altro ti tira fuori. Resta la vergogna di dover solo
subire. E' quella dignità di cui parlavo pocanzi che viene offesa.
Quelle famose pillole amare che ho dovuto ingoiare.
Resta
la fierezza di aver tenuto ignari i miei genitori. Sapere che il
proprio figlio è oggetto di scherno pesante, chiamiamolo così, non fa
piacere a nessun genitore e non sempre c'è modo di intervenire senza
offendere la dignità di un ragazzino che vive tutto con vergogna.
Ci sono tante forme di violenza. Non possiamo stilare a priori una scala di gravità. Dipende da chi la subisce.
Ogni
tanto capita a tiro un amico disinteressato che capisce il tuo dramma e
ti corre in soccorso facendo recedere da certi cattivi comportamenti
coloro che si sentono in diritto di sopraffare chi hanno di fronte.
Ho sbagliato termine: non recedere, ma distogliere. Si perchè siate certi che le "attenzioni" vengono rivolte altrove.
Ogni
tanto cresci, comunque; e ti resta vivo il pensiero di quando sembrava
che la vita fosse più grande di te e potevi solo sperare di non
incontrare quella persona che ti avrebbe fatto del male.
Almeno quel giorno no. Ti prego!
P.S.
I miei genitori erano molto attenti a noi figli, ma erano ingenui. Come
facevano a sapere che il mio sguardo nascondeva qualche paura?