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EQUITY FEMINISM - UN' INTRODUZIONE

Nella terminologia nordamericana Equity Feminism è una corrente all'interno del femminismo che sente il bisogno di contrapporsi alla corrente egemone del moderno femminismo conosciuto come Gender Feminism.
Secondo l'analisi delle Equity Femininist il Gender Feminism è responsabile dell tradimento degli ideali di uguaglianza e di correttezza che dovevano essere alla base dell'impegno per l'uguaglianza ed ha preferito al loro posto una lotta di parte per tutele, privilegi e "discriminazioni alla rovescia".
Secondo le Gender Feminists la specificità della condizione femminile richiede che lo Stato riconosca ed implementi nella sua legislazione il concetto di differenza di genere. La legge, in altre parole, non deve essere neutrale rispetto al genere sessuale dei suoi cittadini, non deve essere gender-blind bensì gender sensitive. Essa deve garantire alle donne, in virtù delle loro specificità non solo biologiche, ma anche culturali e sociali, speciali diritti e tutele da cui gli uomini possono (o devono) essere esclusi. Il fulcro di tale strategia è rappresentato dalle cosiddette azioni affermative, cioè da quell'insieme di leggi che, istituendo un sistema di quote e di trattamenti preferenziali per le donne, subordinano l'avanzamento in politica e sul lavoro ed addirittura l'accesso alle università al sesso anagrafico, anziché al merito individuale. Si tratta di misure in vigore da decenni negli Stati Uniti e che negli ultimi anni hanno cominciato ad affacciarsi anche nel nostro paese.
L'equity feminism si oppone, invece, alle discriminazioni sessuali di Stato sostenute dalle femministe di genere, in quanto ritiene fondamentale il valore dell'uguaglianza di tutti gli individui davanti alla legge, indipendentemente dal loro genere sessuale. Le leggi che istituiscono privilegi per le donne sono ingiuste e vanno combattute tanto quanto quelle che, nel passato, restringevano i loro diritti.
Parimenti le Equity Feminists denunciano con vigore l'imposizione di un pensiero unico politicamente corretto che criminalizzi unilateralmente gli uomini e che invece è un asse portante dell'agenda culturale che le genderfemministe con zelo stanno implementando a partire dalle scuole e dalle università.

Nel suo bestseller "Who Stole Feminism" la studiosa Christina Hoff Sommers traccia un'analisi spietata del femminismo nordamericano, spiegando come esso sia ormai nelle mani "di un gruppo di fanatiche" che hanno totalmente tradito le originarie aspirazioni egualitarie e si limitano ad istigare odio nei confronti del genere maschile. Le fanno eco scrittrici e studiose come Daphne Patai ("Heterophobia"), Wendy McElroy ("Sexual Correctness"), Cathy Young (" Ellen Klein ("Feminism Under Fire") Rita Simon ("Neither Victim Nor Enemy").
Il recente libro "Ceasefire" di Cathy Young può considerarsi per molti versi il manifesto di questa corrente di pensiero. L'impegno per i diritti delle donne deve discendere dall'adesione ad un più generale concetto di giustizia. L'unico approccio moralmente accettabile alla "questione di genere" è quindi quello che cerchi una reale liberazione di entrambi i sessi e non una semplice rivalsa delle donne nei confronti del sesso maschile. E' il momento dunque di un "cessate il fuoco" tra uomini e donne e di un percorso comune per il raggiungimento di una reale uguaglianza di genere.


  • Approfondimenti: libri e siti sull'Equity Feminism
  • Una nostra intervista a Wendy McElroy


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