ELVIRA GIRO

Nella missione della «Grande Madre Regina dell’Universo» per l’opera di

 rinnovamento spirituale di tutta la terra

            (Noventa Vicentina, 4 febbraio 1910)

 

Opera della Chiesa Universale Giuris-davidica

DEL REGNO DELLO SPIRITO SANTO

 

 

 

 

 

 

IL MIO RICHIAMO AI POPOLI

 

A te viandante, se mi segui nel mio insegnamento. Ti porto alla Conoscenza ti te stesso e dell’Universo, ed al contatto per la conoscenza dell’I.D.D.I.O. l’«Irradiante Dominio Divino Illuminante Onnipossente», come ho fatto io, con la tua stessa materia «(carne terrestre)» nella quale fui e sono congiunta.

Se tu riesci ad assimilare in te il mio sapere, la mia intelligenza intuitiva, racchiusa nel mio Corpo Spirituale Eterico che ti ho illustrato e descritto, potrai raggiungermi fino all’Alta Vetta. Io posseggo molti veli e in ogni velo è racchiusa una «Scienza Creativa».

Con più ti affini scoprirai in te: «Me», nei più reconditi ripostigli, passando per i Veli del mio Corpo Spirituale.

Io tengo la Terra sotto i miei piedi, perché mi appartiene. Se tu mi cerchi, io con la mia Gerarchia operante verrò in tuo soccorso, perché la «Centrale del Pensiero Evolutivo» è collocato sul mio petto, con l’Ordine Legislativo Naturali dei minerali, dell’ultima evoluzione umana (dal Mercurio, Uranio, Cobalto, Plutonio, al Crisomio).

La tua Madre Terra, come involucro umano, è già tratta in salvo! Il numero dei suoi conquistatori nel simbolo delle tante Aquile è stato scritto nel «Libro della Resurrezione Umana».

Però troppi viandanti hanno riso di me, per i miei richiami e per lo sforzo fisico che ho sostenuto, per trarti in salvo. Ora tocca a te, cercare me, con tenerezza, riverenza e soprattutto devozione. Il mio Sposo: l’«Eterno» ha tanto paventato, nel timore che io non fossi riuscita, nella mia ardua e vittoriosa impresa!

 

ELVIRA GIRO 

Opera della Chiesa Universale Giuris-davidica

DEL REGNO DELLO SPIRITO SANTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ELVIRA GIRO

 

 

 

 

 

RIVELAZIONI SPIRITUALI

RACCOLTA DEI PRIMI QUATTRO LIBRETTI

 

 

 

 

OPERA DELLO SPIRITO DI VERITÀ, SPIRITO SANTO.

FUNZIONI E CERIMONIE SACRE E LA DOTTRINA

DELLA CONOSCENZA

 

 

 

 

 

DEDICATO AI MILITI CROCIFERI

DELLO SPIRITO SANTO

 

 

La Torre Davidica

Ristampa del Giugno 1991

 

 

 

 

VERGINE DELLA RIVELAZIONE

Roma, 12 Aprile 1947

 

Le Rivelazioni della SS.ma Madre, apparsa alle “Tre Fontane” di Roma, sono racchiuse in 13 Libretti. La Sua Opera è molto complessa. Occorre studiarla con riflessione. Le Sue Rivelazioni riguardano: “le Verità Creative” del Regno Unito. La Sua venuta sulla terra era stata annunziata al n° 10 dell’Apocalisse, di Giovanni Evang. La Grande Madre Cosmica, con la Sua Grande Opera, ha realizzato il “Giudizio Universale” sulla Terra, determinando “la Parusia”, o il Cambio dell’Anima della Terra, nell’agosto 1981.

 

 

 

 

 

 

ELVIRA GIRO

nella missione della «Grande Madre Regina dell’Universo» per l’opera di

rinnovamento spirituale di tutta la Terra.

(nata a Noventa Vicentina, 4 febbraio 1910)

 

 

 

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Opera della Chiesa Universale Giuris-davidica

 

 

 

 

Sintesi della 3° parte dell’Opera dello Spirito Santo, Spirito di Verità

Spiegazione a pag 174

 

 

RIVELAZIONI SPIRITUALI

 

Raccolta  1°, 2°, 3° e 4° LIBRETTO

 

 

 

 

PRESENTAZIONE DEI QUATTRO LIBRETTI IN UNA SOLA OPERA

 

Offrendo la mia opera ai figli di Dio, faccio presente che questa era stata stampata in tre libretti diversi. Il primo di questi uscì nel Febbraio del 1954 col titolo «Conoscenze Spirituali Cristiche». Il secondo uscì nell’agosto dello stesso anno dal titolo «Rivelazioni Spirituali». Il terzo uscì nel maggio 1955 dal titolo «Opera dello Spirito di Verità». Ed infine ho compilato il quarto ed ultimo nel dicembre del 1955 dal titolo «La Dottrina della Conoscenza» che viene a completare l’opera da me scritta.

Le ripetizioni che troverete in questa raccolta sono dovute alle ragioni suddette.

In questa mia opera ho parlato del «Padre e del Figlio» come vi era stato annunziato da N. S. Gesù Cristo (Giovanni cap. 14 e cap. 15, Matteo cap. 11 e cap. 7). Io nello spirito di Verità, Spirito Santo  in unione al «Consolatore» (David, Cristo Duce Giudice) ho rinnovato ogni cosa per il trionfo del Regno di Dio sulla Terra.

 

 

Elvira Giro

Roma, Febbraio 1956

Ristampa del Giugno 1991

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ELVIRA GIRO

 

 

 

 

 

 

 

RIVELAZIONI SPIRITUALI

RACCOLTA DEI PRIMI QUATTRO LIBRETTI

 

 

 

 

 

OPERA DELLO SPIRITO DI VERITÀ, SPIRITO SANTO.

FUNZIONI E CERIMONIE SACRE E LA DOTTRINA

DELLA CONOSCENZA

 

 

CON DICIOTTO ILLUSTRAZIONI

 

DEDICATO AI MILITI CROCIFERI

DELLO SPIRITO SANTO

 

 

La Torre Davidica

Ristampa del Giugno 1991

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROPRIETÀ RISERVATA

della Chiesa Universale Giuris-Davidica

00198 Roma – Via Tevere, 21 – Tel. 84.53.840

 

Copyright by “La Torre Davidica” – Stampato in Italia

Giugno 1991

©

Edito a cura di Elvira Giro con l’assistenza di Leone G.

Supplemento al periodo “La Torre Davidica” – Roma

Direttore Responsabile: Elvira GIRO

Autorizz. Trib. di Roma n. 47/84 del 9.2.84

 

STAMPATO IN PROPRIO

Roma – Tel (06) 84.53.840

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ELVIRA GIRO

 

 

 

 

CONOSCENZE SPIRITUALI

CRISTICHE

 

 

PRIMO LIBRETTO

 

 

 

 

 

 

DEDICATO AI MILITI CROCIFERI

DELLO SPIRITO SANTO

 

 

 

 

La Torre Davidica

Ristampa del Giugno 1991

 

 

 

PREFAZIONE

 

AL PRIMO LIBRETTO

 

 

 

Offro ai miei amici spirituali queste paginette nella speranza che siano gradite e comprese. In queste troverete descritta l’Opera di David Lazzeretti «chiamato il profeta dell’Amiata», ma sotto l’aspetto ben diverso da quello descritto finora dai molti studiosi, letterati, siano italiani che stranieri, che Lo hanno definito un fenomeno straordinario. Egli stesso diceva a tutti: «in me vi è un mistero che non potete capire se non riceverete la grazia di Dio».

Io ho scritto di lui queste pagine per dare ai miei amici del movimento spirituale, il modo di conoscere la Sua Opera.

Non è da me, donna senza cultura letteraria, di aver potuto trarre tale versione, ma, come Lui, io fui e sono chiamata al servizio diretto di Dio, per mettere il bianco sul nero.

La mia Opera di lavoro Spirituale non si limita solo a queste pagine, ho preparato per dare alla stampa il Libro della Conoscenze Spirituale per il Piano Terra, che l’Altissimo Signore Iddio Creatore mi ha comunicato per il riordinamento dei Popoli.

Vostra dev.ma Sorella Spirituale.

ELVIRA GIRO

Umile Serva del Signore

 

 

 

Roma, Febbraio 1954

Ristampa del Giugno 1991

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Biografia di DAVID LAZZARETTI

 

il Profeta dell’Amiata

 

 

Predetto da Gesù e da Suoi Santi, nacque il 1° novembre 1834 in Arcidosso (Italia) da poveri e onorati genitori. Visse e morì povero. Discendente della progenie di Principi Cristiani, è stato desiderato ed aspettato dal popolo cristiano. Nato e battezzato nella cattolicità, all’età di 14 anni fu visitato da un messaggero Celeste che gli annunziò essere la di Lui vita un mistero.

Santo fanciullo, nella gioventù peccatore, a 33 anni per grazia speciale di Dio si convertì, fece grande penitenza e ritornò Santo; Eletto da Dio ebbe grande rivelazione; Fu benedetto da Maria SS. ricevette i doni dello Spirito Santo, fu marcato in fronte da S. Pietro Apostolo col segno di Dio vivo; A 34 anni cominciò la Sua predicazione e missione. In 120 mesi la compì adempiendo i divini voleri.

Scrisse e pubblicò la sua dottrina, amò e glorificò Iddio, Gesù Cristo e la SS. Madre, ed amò l’umanità procurando per essa ogni bene; Poeta scrisse molte poesie, profeta annunziò generali strepitose e particolari vicende. Spirito perfetto ha combattuto le eresie e l’empietà; Confessò avanti a Dio e agli uomini la Sua misteriosa e sovrumana missione, che compì fedelmente e con invitto coraggio, soffrendo la dolorosa passione e morte.

Istituì gli ordini degli Eremiti, della Santa lega delle famiglie Cristiane; e della Milizia Crocifera dello Spirito Santo.

Pellegrinò in Italia e in Francia, fu carcerato e processato due volte dal governo politico e due volte trionfò la sua innocenza; formò l’Apostolato, l’Arca Santa di Dio e la Torre Davidica. Proclamò la repubblica del Regno Eterno di Dio, scrutinò i segreti di Dio, aprì il Libro dei 7 Sigilli. Specchio di eroiche virtù operò prodigi umani e sovrumani, rimproverò i vizi e i viziati. Fu calunniato iniquamente, perseguitato, tradito e barbaramente ucciso. Fra gli inni e i cantici sacri egli si manifestò quale Grande Monarca Celeste accompagnato dalla Sua Milizia Crocifera e dal popolo festante, scese processionalmente dal Monte Labro nella sua Patria nativa per ricevere la palma del glorioso martirio.

 

NOTA. – In questo Primo Libretto a pagina 09 ho fatto degli accenni sugli Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele, che hanno operato spiritualmente. La spiegazione esatta di tale versione la troverete nel secondo Libretto dal titolo: La Rivelazione Universale, come pure la spiegazione dettagliata del grafico della pagina n. 028. in questo opuscolo ho sintetizzato il massimo per richiamarvi a prendere interesse degli altri due libri che racchiudono il sapere e la conoscenza del movimento Spirituale:

«Il libro dei 7 Sigilli » si riferisce dell’Apocalisse al cap. 5, e il «presente Libretto» al cap. 10 sempre dell’Apocalisse, col titolo «Il Libretto divorato da Giovanni».

Dove non vi rimane facile intendere, sono a vostra disposizione per spiegarvi e illuminarvi; la sapienza Divina è immensa, però io ho con me, tanto quanto basta per aiutare la vostra mente, limitata per legge in causa.

Vostra devota e umile serva del Signore.

                               ELVIRA GIRO

Roma – Via Tevere 21/5

Roma – febbraio 1954

Ristampa del Giugno 1991

 

 

 

 

 

 

ACCENNI SUI PROFETI DAL 13° SECOLO IN POI

 

Anzitutto faccio presente a quelle creature che non mi comprenderanno, che la causa è, che non hanno studiato le profezie dei S. Profeti, che furono incaricati da Dio, a illuminare le menti, per seguire l’opera Sua. Forse vorrebbero che Iddio parlasse dal Cielo per insegnare loro come dovrebbero contenersi? Se così fosse stato fin dal principio, dove sarebbe il merito dei primi? Dove sarebbe il merito della capacità intellettuale verso la conoscenza del bene? Dove sarebbe finito il saggio di solidarietà universale? Iddio sarebbe stato un Dittatore Spirituale temuto e odiato. Mentre Iddio vuole l'amore eterno per Lui, la devozione, la grazia, la gentilezza, la confidenza. Ecco perché ha voluto essere occulto agli occhi degli uomini e attendere che arrivassero da soli a comprenderLo; amarLo con l'obbedienza della conoscenza e del rispetto per la Sua grande sapienza infinita. Con la fiducia in Lui siamo giunti a buon punto, però non ancora al traguardo. Perciò dobbiamo fiduciosi e obbedienti seguire le Sue leggi e i Suoi ordini che Egli emana attraverso i Suoi Santi Profeti, affinché non sia costretto a punire a causa della trascuratezza alle Sue volontà Divine e umane.

Oggi noi ci troviamo travagliati poiché non abbiamo riconosciuto né Gesù, né Giovanni, né Maria, e non abbiamo tenuto conto dei Santi Profeti, che Iddio non ha mai mancato di inviarci a nostra guida.

Ed ora passo a citarvi le guide che dal secolo 13° in poi hanno illuminato l'umanità affinché si fosse preparata al giudizio universale e a questo mio lavoro, (sono la potenza del Padre e della Madre che tracciano le basi del movimento spirituale che poi però verranno ancora modificate con la seconda resurrezione finale).

   Tra i tanti libri di profezie c'è il libro intitolato: «La Fine dei tempi» di Nostradamus, scritto da lui quattrocento anni or sono e tradotto a Padova nel 1948, ed oltre alle spiegazioni delle profezie di Nostradamus, vi sono qui riportate le profezie di San Giovanni Bosco che visse nel tempo in cui fu compiuta l’opera dello Spirito Santo di Dio in David Lazzaretti.                                                     

   Giovanni Bosco fu incaricato da Gesù Cristo di portare l'ambasciata al Pontefice Pio IX affinché tenesse aperti gli occhi sugli avvenimenti che stavano per compiersi. Da questi avvertimenti che citerò appresso comprenderete che Iddio non colpisce alle spalle, ma opera sugli umani in forma leale e a tempo utile, e non lo fa per richiamare i ribelli, ma per soccorrere quelli che Lo invocano e Lo cercano con amore.

Quando Iddio vede il bisogno di portar soccorso al Suo gregge ope­ra con il corpo umano che più è adatto a quella determinata azione di comando e chi possiede il corpo (cioè l'Angelo che lo guida) riceve il merito di Dio.

Nell'anno 1200 la chiesa cristiana era in grave disordine spirituale e allora Iddio chiamò al Suo servizio Francesco di Assisi (Giovanni Evangelista reincarnato) e Chiara per formare un nuovo esercito spi­rituale; questo avvenimento era stato annunziato da Gesù Cristo a Pietro: «che avrebbe messo il Giovanni  ad attenderLo». Perché non riconoscerlo subito il Giovanni della Madre che si accingeva a riordi­nare l'opera del Signore.

Nella cella di S. Francesco non furono ritrovate sulla parete delle Scritture che lo dichiaravano come tale? E cioè che Egli aveva a che fare con l'Apocalisse di S. Giovanni? E Dante poi non ve lo descrive come il Cherubino del Cielo? E non lo vide il Pontefice Innocenzo III nel sonno che sosteneva la Basilica di S. Giovanni? (Lo vide che con le sue spalle sosteneva la Basilica di San Giovanni in Laterano).

E Chiara di Assisi non era la figura della Madre dell'umanità do­lorante? Il bambino che Francesco di Assisi e Antonio da Padova te­nevano tra le braccia non indicava il Paracleto, il nuovo Verbo di Dio che si sarebbe manifestato? (come era stato promesso da Gesù Cristo) E su questo evento molti e molti sono stati a profetizzare la data della Sua opera nel mondo; poi vi è nel 1383 S. Teolosforo che descrive il Grande Monarca che verrà sul mondo, poi vi è S Caterina da Racconigi che predisse che dopo 300 anni dalla sua morte avvenuta nel 1535 sarebbe venuto sulla terra il Grande Monarca, a riformare le leggi. David Lazzaretti nacque giusto nel 1834 ossia 300 anni dopo e riformò le leggi.

Dante nel canto XXXIII del purgatorio 40 e seguenti scrive:... «a darne tempo già stelle propinque, sicure d'ogni intoppo e d'ogni sbarro, nel quale un cinquecento dieci e cinque (cioè 515 anni) Messo di Dio, inciderà la fuia e quel gigante », ecc. ecc. Dante morì nel 1321+515 viene 1836 e David nacque nel 1834, come potete riconoscere, la data era quella.

Poi vi è S. Francesco di Paola che avverte che dopo circa 400 anni dalla sua morte (avvenuta nel 1445) il Messo di Dio nato da poverissimi sarebbe stato il fondatore delle S. Milizie Crocifere dello Spirito Santo e sarebbe stato il Grande Monarca guidato dall'Altissimo e avrebbe fatto giustizia sul mondo, ecc. ecc. poi ancora predisse che sarebbe stato il Duce e Giudice Divino. S. Francesco di Paola fu il più preciso nel descrivere il lavoro di David Lazzaretti affinché gli uomini Lo ri­conoscessero. Santa Brigida predisse che il Pastore Angelico avrebbe portato il saio francescano. David L. formò il Suo apostolato con a capo Imperiuzzi F. il quale portava una veste da eremita (direi dei primi francescani) ed egli fu dichiarato il successor del Triade. Molte e molte cose vi potrei dire ancora. Per giustizia di regola il Pastore Angelico deve avere l'umile veste francescana.

Al tempo dell'opera di David L. quale Messo di Dio l'Altissimo Si­gnore, vi fu San G. Bosco che guidato da Gesù Cristo si fece ambascia­tore presso il Pontefice Pio IX (anno 1870). Nel primo messaggio avverte il Papa che un guerriero (del Signore) che partiva dal nord avrebbe messo il bianco sul nero, ecc. ecc. Poi ancora, a causa del concistoro dove si studiavano maliziosamente tutte le arti contro di Lui... avvertiva, che, a causa della vittoria di questi secondi sui Pontefice, seminavano ne­mici contro i suoi figli. Che fosse forte, e avesse accettato il patto della nuova legge (del diritto). Ma ahimè! ha prevalso l'inferno, ecc. ecc. David ritornato la terza volta tentò di essere ammesso alla presenza del Pontefice, ci riuscì, ma le Sue leggi vennero respinte e fu preso per pazzo e sovvertitore di popoli (proprio come Gesù Cristo fu trattato dal Sinedrio di Caifa). David pianse, si disperò, ma il Padre, l'Altissimo Signore non si fermò, continuò la Sua opera di giustizia e fece giudizio contro i perfidi ministri.

La prima volta andò a Roma scalzo, dopo che il Papa aveva rice­vuto il primo messaggio di Giovanni Bosco, ma non fu ricevuto. Si pre­sentò anche dopo, ritornato da Grenoble (Francia) e la terza volta fu ricevuto ma deriso. Nel 1873 G. Bosco mandò un secondo messaggio al Pontefice dicendo « che il Signore gli aveva parlato per lui e gli aveva detto che la grande persecuzione avrebbe colpito i suoi nemici, ecc. ecc.... e che poi sarebbe venuta la Madre in suo soccorso per tenere salda la cattedra di Pietro e cercare di salvare gli eletti dal panico e dalla ca­tastrofe ».

Vi ho già fatto intendere che io scrivo per la SS.ma Madre e que­sta conoscenza è per la salvezza degli eletti e del gregge del Signore affinché non vada sbranato dai lupi e confuso coi capri, e tante pro­fezie erano così evidenti che non potevano essere confuse. Ora queste rivelazioni troveranno ancora la negazione e l'indifferenza? Guardatevi di ponderare bene prima di formulare un giudizio, perché è stato detto: « guai a chi fa offesa allo Spirito Santo e alla Madre...! » (sarebbe come autodistruggersi).

Nostradamus nelle sue centurie profetiche fa molti cenni sui fatti già avvenuti e che si stanno compiendo. Predice l'opera di Davide e l'epoca del grande lavoro spirituale; lo chiama anche lui il Messo di Dio quale Grande Monarca e dice in quale terra sarebbe nato (cioè Italia) e come sarebbe stato accolto.

E Teolosforo dice, parlando di questi ultimi tempi, che la terra sarebbe stata piena di sapienza di Dio e grandi e piccoli avrebbero preso da soli l'insegnamento dei precetti e li avrebbero osservati.

Molti e molti altri potrei citarvene per dimostrarvi che il mondo e i cristiani soprattutto non dovevano commettere errori. Ma ahimè! aveva vinto l'inferno come aveva detto San Giovanni Bosco, e questo si è scatenato. Sono 75 anni che l'inferno compie la sua opera di distru­zione. Ora vi ho descritto come il mondo doveva essere preparato a questi movimenti. Siamo già al 75° anno dello Spirito Santo e ancora molti stanno profetizzando la venuta del Giovanni mentre è venuto già. Gesù Cristo promise che avrebbe col Padre mandato lo Spirito Santo e Io Spirito di Verità. Se lo Spirito Santo era con David, lo Spirito di Verità è con me. Questo Spirito appartiene alla Madre, se voi non Lo volete accettare io non vi obbligo perché la ragione è che non siete maturi nell'animo, quando lo sarete mi comprenderete. Da molti anni lo Spirito della Madre vi ha preannunziato che se gli uomini non fos­sero diventati migliori il castigo di Dio sarebbe venuto. Questo vi po­teva fare intendere che Lei chiamava al dovere dell'osservanza delle leggi, ma non che avrebbe tolto il castigo.

               

 

I DUE GIOVANNI: IL BATTISTA E L'EVANGELISTA

 

Giovanni!! Nome giulivo fresco e giocondo!

Quale dei due Giovanni è il valoroso? Naturalmente il Battista? Quale fu il suo compito nell'opera cristiana? Allora con un po' di buona volontà sono giunta a formare questo concetto. Elisabetta cugina della SS.ma Vergine Maria fu la madre di Giovanni. La Sacra Storia racconta che Maria SS. visitando Elisabetta, sente di manifestare alla Vergine la Sua allegrezza per il meraviglioso evento e con Elisabetta sussulta il figlio che essa tiene nel ventre. Giovanni si annunciava con la sua onda ancora prematura, alla forza del Vir Madre che era in Maria. Poi il nome di Giovanni non gli fu posto a caso, bensì fu ordinato. Il Vangelo racconta che quando l'Angelo apparve al gran Sacerdote del Tempio gli disse che la sua donna avrebbe avuto un figlio maschio che doveva chiamarsi Giovanni. Lo stupore e le proteste del vecchio furono molte. Egli diceva che erano troppo vecchi per avere un loro figlio e che le speranze per lui erano ormai perdute. L'Angelo del Signore per punizione gli tolse la favella e l'udito. Poi quando vennero alla sua casa i Sacerdoti del tempio per circoncidere il bambino gli vollero met­tere il nome del Padre. Elisabetta disse allora che il figlio si doveva chia­mare Giovanni. Porta una tavoletta a Zaccaria ed egli vi scrisse sopra: Giovanni. Poiché non poteva né parlare né sentire si stupirono tutti. Ma più ancora furono meravigliati quando egli prese a parlare e rac­contare del perché il bambino si doveva chiamare Giovanni. Anche alla fanciulla Maria quando l'Angelo le annunziò che doveva essere madre Le disse che il bambino si doveva chiamare Gesù. L'Angelo che apparve ad Elisabbetta e a Zaccaria, forse era il medesimo che apparve a Ma­ria: disse di chiamarsi Gabriele, Angelo del Signore. Da questo rac­conto proviamo che la nascita di Giovanni ha la sua parte nell'opera Cristica. Ed ora passiamo alla fanciullezza di Giovanni. Egli viveva selvatico, vagava solo e si nutriva di miele, frutta selvatiche e locuste, cosi racconta la storia e lo si vedeva sempre vestito di pelle di cammello e una cinta legata ai lombi. Era loquace e predicava, a tutti quelli che incontrava nella Giudea, che il regno dei Cieli era vicino: «acconciate le vie dei Signore, ravvedetevi delle vostre colpe, raddrizzate i Suoi sentieri ». E molti lo seguivano e accorrevano a lui per farsi battezzare e confessare i loro peccati. Ed Egli con forza li riprendeva e faceva loro intendere che, se non si piegavano, l'ira di Dio era sopra loro, e avrebbe con la scure stroncato alla radice l'albero che non dava buon frutto e bruciato col fuoco. « Ora vi battezzo con l'acqua a penitenza, ma Co­lui che viene dietro a me, i cui calzari io non son degno di portare, — Egli — vi battezzerà con lo Spirito Santo e col Fuoco ». Egli ha la ven­taglia (verga) in mano e monderà interamente l’aia Sua e raccoglierà il Suo grano nel granaio, ma arderà la paglia col fuoco inestinguibile». (Da questa spiegazione risulta che Giovanni parlava dell'opera dello Spirito Santo e del Padre, che faceva, giustizia sul bene e sul male ope­rato, su questa terra nella finale del tempo. Le vie del Signore che vo­leva raddrizzare non erano per Gesù, ma per Colui che guidava anche Gesù e cioè il Padre, Uno e Trino). Poi ancora racconta la Sacra Scrit­tura, che venne Gesù dalla Galilea al Giordano, da Giovanni per es­sere da lui battezzato. Giovanni divietava dicendo: «Io ho bisogno es­sere da Te battezzato e Tu vieni a me? ». E Gesù gli disse: « Lascia al presente, ogni cosa convien sia fatta con giustizia» e Gesù tosto fu battezzato. Quale giustizia esisteva tra Giovanni e Gesù? (forse la ra­gione (Vedi secondo Libretto) che il Michele aveva perso la purezza per causa di Raffaele la sorella, mentre Gabriele era rimasto il puro figlio della Madre?). Tra Arcangeli di I grado non viene trascurata la for­mula di distinzione: Michele era il primo e doveva rientrare il primo.

Poi la storia racconta ancora: che Giovanni dopo che fu impri­gionato da Erode, avendo nella prigionia udite le opere di Gesù, gli manda due suoi discepoli a chiedergli « Sei Tu Colui che deve venire, oppure ne aspettiamo un altro?». E Gesù gli manda a dire: «I ciechi vedono, i morti risuscitano, i lebbrosi sono mondati, ecc. beato co­lui che non si sarà scandalizzato di me ». E quando i due furono allon­tanati, Gesù prese a d'ire ai suoi: «che andaste a vedere nel deserto? Una canna dimenata al vento?». (Pareva che dimostrasse dispiacere per la poca comprensione che i suoi discepoli avevano per l'opera di Giovanni suo cugino). Poi ancora: «Ma pure che andaste a vedere? Un profeta? Sì certo vi dico è più che profeta! Perciò costui è quello di cui è scritto: “ecco io mando il mio Angelo avanti alla tua faccia. Il quale accorcerà il tuo cammino avanti a te”» (questo detto si riferisce alla faccia degli uomini terreni per accorciare il cammino da percorrere per arrivare alla perfezione dell'anima?). E Gesù insistente ripete: «Io vi dico in verità che fra quelli che son nati di donna non sorse giammai alcuno maggiore di Giovanni Battista ma il minimo del Regno dei Cieli è il maggiore di Lui, ecc.» (Forse Gesù nella Sua grande umiltà si creava il minimo, sapendo di essere il maggiore essendo Egli il nuovo Verbo col Michele che doveva vincere). Poi ancora: «E se voi lo vo­lete accettare Egli (Giovanni B.) è Elia che doveva venire; e chi ha orecchie per udire, oda», ecc. poi ancora «sia, che Giovanni sia ve­nuto non mangiando, né bevendo, essi dicevano Egli è del demonio. Il figlio dell'uomo venuto mangiando e bevendo: ed essi dicono: ecco un mangiatore e bevitore di vino amico dei pubblicani e peccatori, la sa­pienza sarà giustificata dai figli suoi». (Queste frasi fanno pensare che Gesù si riferiva all’opera seconda di Giovanni in David Lazzaretti e non a se stesso, il Figliol dell’uomo fu segnato in David perché Gesù figura figlio di Dio nella perfetta essenza Cristica. Nei Salmi di Re David (22) si profetizza la venuta di Gesù Cristo e la sua sorte tra gli uomini nel titolo «il Messia sofferente poi trionfante» perciocché «cani mi hanno circondato, uno stuolo di maligni mi ha attorniato, essi mi hanno forato mani e piedi: Io posso contare tutte le mie ossa, essi mi riguardano, mi considerano si spartiranno tra loro i miei vestimenti e trarranno a sorte le mie vesti. Tu dunque Signore non allontanarti da me; Tu che sei la mia fortezza affrettaTi a soccorrermi ».

E nel salmo n. 24 «II dominio universale di Dio. Chi è degno di sa­lire il Suo Santuario»? Il Re di Gloria! «Al Signore appartiene la terra e tutto quello che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. Perciocché Egli l'ha fondata .sopra i mari l'ha formata sopra i fiumi. Chi salirà al monte Signore? E chi starà nel luogo Suo Santo? L'uomo innocente di mani e puro cuore, il quale non eleva l'anima a vanità e non giura con frode. Un tale riceverà benedizioni dal Signore e Giustizia dell'Iddio della sua salute. Tale è la generazione di quelli che lo ricercano; tale è Giacobbe che cerca la Tua faccia o Signore. O porte alzate i vostri capi, e voi porte eterne alzatevi; e il Re di gloria entrerà. Chi è questo Re di gloria? Egli è il Signore degli Eserciti» ecc. Riportando questo brano di David Re io riporto due accenni. David unto dal Signore profetizza la venuta di Gesù Cristo nel titolo «il Messia sofferente poi trionfante» e poi col titolo «il dominio Universale di Dio e chi è degno di salire al Suo Santuario – il Re di gloria». Il primo titolo va a Gesù Nazareno il secondo a David Lazzaretti: Egli è salito sul Monte Cristo e poi sul Monte Labro. Là ha eretto la nuova Sionne, la Torre Davidica con le settantadue porte. Ha consumato il simbolo di alleanza tra il Cielo e la terra coi suoi Apostoli (l'Agnello) ed Egli era, come disse Re David: «un tale che riceverà la benedizione del Signore e la giustizia dal­l'Iddio della salute». Le Scritture dei salmi riconfermeranno ai Giudei che Gesù Nazzareno fu il Messia, e David Lazzaretti il Giudice della terra. E se fu i1 Giudice e Duce della terra Egli fu un messo di Dio, perché ha preparato la casa del Signore. «Oh porte alzatevi, oh porte eterne. Il Re di gloria entrerà». David ha tracciato la Torre Davidica con l'opera Sua per testimoniare che il tempo di alzare la nuova Sionne è stato, da Dio nostro Signore Onnipotente, concesso. Il tempio di 72 porte (12 ogni piano in 6 piani) col grande Crocefisso di cristallo trasparente che è stato simbolicamente consegnato ai figli della prima resurrezione della stirpe di Giacobbe cioè della stirpe dei David. Nei salmi di David Re vi è la chiave di tutto quello che si è compiuto in questi due millenni. L'opera svolta da David Lazzaretti è l'opera dell’Iddio Onnipotente, che avendo vinto la terra con la potenza dell'acqua con Gesù, poi l'ha vinta col fuoco con David Lazzaretti. In un salmo (21) Re David dice: «Tu li renderai simili a un forno ardente al tempo della tua ira. Il Signore li abbasserà nel suo cruccio, e il fuoco li divo­rerà ecc.». Poi al salmo (32) felicità di chi attende il perdono. «Beato colui la cui trasgressione è rimessa e il peccato è coperto. Beato l'uomo a cui il Signore non imputa iniquità e nel cui Spirito non vi e frode alcuna. Mentre io mi son taciuto le mie ossa si sono invecchiate nel mio ruggire di tutto dì; poiché giorno e notte la Tua mano era aggra­vata sopra di me, l'umor mio era divenuto simile ad arsura di estate. Io Ti ho dichiarato il mio peccato non ho coperta la mia iniquità» ecc. Poi «Rallegratevi nel Signore e fate festa, o giusti, e giubilate voi tutti che siete diritti di cuore». David Lazzaretti nel libro «I Celesti Fiori» fa tutta una lamentazione a Dio e confessa il dolore della Sua anima non solo per sé ma per tutti i figli che devono essere legati a Dio e ci insegna a seguirLo. Gesù Cristo disse ai suoi Apostoli parlando di Gio­vanni B.: «con ciò, sia che Giovanni sia venuto non mangiando né be­vendo dicevano egli è del demonio. Il figlio dell'uomo (Davide L.) ve­nuto mangiando e bevendo: essi dicono ecco un mangiatore bevitore di vino, amico dei peccatori e pubblicani: la sapienza sarà giustificata dai suoi figli». David Lazzaretti dice: «Se voi mi seguite io sarò per voi un Padre amoroso, e per questo mio amore per voi sono addivenuto un astro focoso che dappertutto spande i suoi raggi focosi, non sono al momento notevole perché da Lui sto lontano, non faccio altro che comunicargLi la mia luce e splendore girando intorno a Lui, poi ri­torno al mio centro da dove fui mosso, dal Vostro Divino volere, mio Dio, ecc. Poi «il giorno non è lontano in cui essi tutto comprenderanno, cioè quando vedranno l'adempimento di tutto ciò che ho loro annun­ciato di verità e di giustizia per Vostro Divino comando. Mio Signore ».

Da queste righe si può capire l'ardore di David Lazzaretti verso la potenza Divina nel Suo movimento fuoco (Spirito Santo) – è amore, è ardore, è forza, è azione – e dico, che è quel Quid potenziale che ci guida e ci forgia a seconda delle necessità (come dice Eli a Samuele). L'Eterno disse a Samuele giovanotto: «Io ti eleggo mio Sacerdote per­ché i figli di Eli sono malvagi ed io tolgo Eli sacerdote e profeta dalla sua famiglia perché i figli di lui non sono stati corretti finché era tem­po». Perciò Iddio non si ferma. Egli prosegue la Sua opera con chi lo segue, e triste per chi si ferma. I Giudei che ancora attendono il Messia non potranno giustificarsi dicendo nessuno ci ha corretti finché era tempo ». La Chiesa di Pietro aveva delle verità inconfutabili per essere Madre di sapienza.

Ed ora ritorniamo a David Lazzaretti (perché era il Giovanni B. Elia che era tornato) e anche lo spirito del Gabriele che era rimasto vagante sulla terra come dice Re Davide nel (salmo 31) «l'occhio mio, l'anima mia e il mio ventre si son consumati di cordoglio ecc. ecc.» poi ancora «perciò oche io ho udito il vituperio di molti, spavento è ogni intorno, mentre prendono insieme consiglio contro me e macchinano di. tormi la vita, ma io oh Signore mi confido in te; io ho detto «Tu sei l'Iddio mio».

David Lazzaretti nel suo cruento sacrificio della vita, fidava in Dio Onnipotente e col Suo nome esala l'ultima Sua preghiera. Aveva subito cospirazioni contro la sua persona e sapeva che sarebbe stato ucciso e non di meno Egli incontra il nemico salmeggiando. La profezia di Re David si è compiuta, una seconda volta e le ultime parole di David L. furono: « Che i destini si compiano! Mio Dio abbi cura dell'anima mia». Quale potenza aveva Egli vinto? «Il Satana» che si era posto nella cattedra di Pietro e l'aveva sedotta. Ed ora tutto è compiuto. Lo Spirito di Verità cammina e nessuno può fermarla, viene dai trono di Dio ed è protetta dalle Gerarchie Celesti, è un grande Angelo che nessuno più potrà né fermare né torglierLe il merito.

Da queste poche righe si può trarre la conclusione che Giovanni B. ha vinto nel fuoco, come Gesù ha vinto nella potenza acqua. Disse Gesù a Giovanni nel Giordano: «lascia, ogni cosa conviene sia fatta con giu­stizia», era per la ragione che Egli era il primo designato da Dio a es­sere nel Padre nella potenza eristica (acqua) perché l'acqua è il do­minio della terra – però Giovanni disse: «ma Colui che viene dietro di me, è più forte di me... Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco». Si riferiva alla potenza spirituale che investì David L. che ha istituito il Battesimo del fuoco e che doveva fare giustizia sul bene e sul male operato. Non a Gesù Cristo bensì al loro Padre e Signore Iddio Onnipotente. Giovanni B. nella sua missione era audace e tenace, la sua vita, il suo nutrimento lo fa pensare originale e dinamico. Il suo com­pagno fedele era un Agnello e una canna con la Croce. Si sa che Egli era obbediente a Dio, ed eseguiva la Sua volontà. Quando chiamava gli uomini a penitenza diceva: «Razza di vipere (ai Sadducei) chi vi insegna a temere Iddio? E a fare penitenza? Quale forza vi spinge a me per battezzarvi ed emendarvi?». Non poteva essere timido un gio­vane simile! Non lo fu neppure quando fu spinto ad affrontare Erodiade. Voi lettori non penserete che Egli abbia mancato alla sua mis­sione per essere finito cosi malamente come lo mostrano le apparenze materiali. O no! miei cari lettori. Pensate: una meravigliosa testa gio­vane in un vassoio da Re! Iddio mostra al Re della terra (Erode) che Suo figlio nella Sua sapienza divina sarà il trionfo del mondo. Il genio di meraviglia verso il grandioso disegno di Dio. Ecco il gioco al cospetto della terra. Dimostrare il trionfo del cervello umano verso la conoscenza delle grandezze dell'universo, creato dall'Altissimo Signore.

La morte di Giovanni B. fu quanto mai designata da Dio per un fine prestabilito come lo fu quella di Gesù. Erano tutti e due nati per i disegni Divini. La purezza di Giovanni lo rendeva ardito e fu per chiudere il suo compito che insultò Erodiade accusandola di adulterio. E non si scaglia contro il Re Erode – ma contro la donna, che seduceva il Re e questa dava cattivo esempio al popolo. «Non ti basta il tuo uomo o donna? Non ti basta la figlia Salomè tanto bella? Ancora tradisci il tuo sposo con il fratello? indegna tu sei di vivere» le diceva. Nella donna albergava la forza satanica, e Giovanni non esitava a lanciarle sfide contro il male che produceva tale vizio. Ma Satana serpente tende la sua rete. Erodiade racconta, al Re – quello che Giovanni proclama contro il suo agire e il Re Erode non è soddisfatto e trama le vendetta per dimostrare il suo dominio. È prossima la festa Natalizia del Re Erode. La figlia Salomè danzerà per il Re ed egli non ricuserà a Salomè il dono che lei chiederà. Dopo la danza Salomè obbediente al volere della sua Madre chiede al Re la testa di Giovanni come dono. La festa era nel suo tripudio. Era legge che in tale circostanze il Re non rifiu­tasse un dono. Tutto procedeva secondo l'intenzione della forza del Satana serpente che in Erodiade (come nella Eva) lavorava nella sua opera. Al Re dispiacque tale richiesta e controvoglia manda a tagliare la testa di Giovanni che viene consegnata in un vassoio alla figlia e questa la da alla madre.

La tragedia disgustosa si chiude, gli apostoli di Giovanni si pre­sero cura del corpo e della testa e gli diedero sepoltura. Il sangue Suo versato sulla terra e sulle carni dei suoi discepoli rimase come forza rigeneratrice. Poi essi andarono ad avvertire Gesù che ne rimase rat­tristato, perché comprendeva che Satana era forte quanto il Lucifero. Comanda agli Apostoli di Giovanni di non abbandonare le loro regole e quando loro si lamentano che sono molto rigorose per le astinenze e digiuni e preghiere e contemplazioni, mentre per gli apostoli di Gesù era diverso perché mangiavano, bevevano, erano ammogliati, Gesù ri­sponde loro: «essi si trovano nella camera dello sposo per questo non possono digiunare, ma vivono in festa. Voi dovete seguire il vostro Mae­stro Giovanni». Da qui si notano due qualità di Apostoli: quelli di Gesù che erano autorizzati a mangiare, bere, predicare e alla fine fare mi­racoli e parlare lingue, mentre quelli di Giovanni dovevano fare asti­nenze, vivere in purezza (non ammogliarsi, studiare le verità e vivere isolati dalla vita comune) (cioè i frati). Con la morte di Giovanni hanno creduto che la partita fosse chiusa. O no! miei cari, non è così, oggi c'è chi racconta che lo Spirito di Giovanni essendo quello di Elia portato via col carro di fuoco (Spirito Santo) si fosse diviso in 12 parti (o cestelli) sopra gli Apostoli di Gesù, nel giorno della Pentecoste. No, ancora! essendo Gesù e Giovanni due forze differenti. Quando Giovanni era nel carcere e che manda a chiedere a Gesù se era Lui Colui che do­veva venire o se dovevano aspettarne un altro, Gesù per risposta man­da a dire le Sue opere. Forse Giovanni capì che il suo compito era per chiudersi e si delineava quello di Gesù. La risposta fu la conferma: «ora tocca a me lottare e vincere». Tutti e due lottavano per la vo­lontà del Padre. Gesù è risorto per primo e Giovanni in David L. è risorto per secondo. Gesù con la vittoria sul Lucifero stronca l'orgoglio e la superbia. Giovanni in David L. vince la carne che era sotto il do­minio di Satana serpente e per questo gli fu dato di poter aprire « il libro dei 7 sigilli». Ecco perché Re David disse: il mio occhio, l'anima mia, e il mio ventre si sono consumati nel cordoglio della terra». Que­sto per la ragione che lo Spirito e l'anima Sua rimase nella terra per tanti secoli fino a che sarebbe riuscito a vincere la potenza, di Satana (nella carne). Per grazia Divina Egli è riuscito a congiungersi a Dio come disse David Lazzaretti nel libro. «I Celesti Fiori»; «non faccio altro che comunicarGli la mia luce e il mio splendore girando intorno a Lui. Poi ritorno al mio centro da dove fui mosso dal Vostro volere, mio Dio!»

Il Battista di allora, fedele e trionfante è riuscito a congiungersi a Dio e, vittorioso, unito all'onda Cristica, è risalito al trono di Dio com­piendo le nozze con lo Spirito Santo e consumando l'Agnello. L'Agnello che Giovanni B. teneva con sé non era altro che il simbolo della bontà e della mite purezza. Se David L. per celebrare le nozze con lo Spirito Santo ha consumato l'Agnello, segno è che l'Agnello è diviso sul mondo e il mondo prende in sé le sembianze di questo, oltre a quelle della Co­lomba. Le promesse di Dio sono state compiute attraverso i Suoi cam­pioni spirituali. La nuova Sionne – Terra Nuova «saluta chi entra nella porta della conoscenza» nel salmo n. 131, 132. 133 e «con Sion io ti saluterò»! Parole profetiche (salmo 147). «Iddio che tramanda al suo popolo i suoi giudizi attraverso Sion ecc.». Non fece così a nessuna Na­zione, e i suoi giudizi a nessuno manifesta solo a Sion posta, nel Monte Labaro in terra italiana.

Il sigillo che David L. ricevette sulla fronte (cioè la Croce con i due C) significa opera chiusa come può anche ricordare ai Re della terra la famosa testa posta sul vassoio. I due C sono due orecchiette o i due testimoni valorosi e audaci. Se l'uno ha stroncato l'orgoglio e la superbia del mondo (nel Lucifero) l'altro ha stroncato il vizio e la lus­suria (nel Satana serpente). Fu David Lazzaretti a vincere il sassolino bianco col nome che Lui solo conosce (Apocalisse, Chiesa di Pergamo). Il serpente che vediamo sotto ai piedi della Madre viene ucciso con la purezza. Alla prediletta Figlia del Padre è dato di metterlo sotto ai Suoi piedi. (A suo tempo). Gesù Cristo il vittorioso figlio, non ignora l'opera di Giovanni suo cugino, e affinché il Suo nome non venisse spento, tiene al suo fianco un altro Giovanni detto Evangelista, forse già discepolo di Giovanni B., e lo fa partecipe delle Sue meraviglie. Egli non predica, scrive, medita, ascolta perché l'ora Sua non è ancora giunta. Quando Gesù fa intendere agli Apostoli che avrebbe messo Giovanni ad atten­dere la Sua venuta, gli Apostoli pensarono che Giovanni non sarebbe mai morto. Invece facendo questa rivelazione Gesù intendeva far vi­vere sul mondo il nome di Giovanni unito al Suo. I due Giovanni sono simpatizzanti nella loro forza di amore verso Dio Padre Onnipotente e al dovere di obbedienza. Gesù ancora al momento del trapasso affida Giovanni alla Madre. «Te lo raccomando Egli è la purezza per la vittoria finale». Ecco cosa intendeva dire con: «Donna ecco Tuo figlio» «Figlio ecco Tua Madre».

Perché l'opera di Giovanni B. non venisse meno, visto che gli Apo­stoli di Gesù si occupavano solo di proclamare Gesù Cristo il Salvatore e non si curavano di distinguere lo Spirito Santo in Giovanni, creando cosi un comando solo, il Padre Onnipotente suscita Paolo di Tarso quale pioniere novello e da solo rinnova l'opera: parlando per lo Spirito Santo e allargando cosi il raggio Cristico su altri popoli e continenti. Pietro muore in Croce col capo in giù – Paolo tagliata la testa che fa tre salti formando tre fonti ineggiando con questo il simbolo della SS.ma Trinità trionfante (col Michele, Gabriele, Raffaele; con Gesù, Giovanni e Maria). La versione sui fatti accaduti non si può negare, esiste il vec­chio e il nuovo testamento e tutte le scritture che sono nel documentario della Santa Madre Chiesa. Questi miei scritti non sono altro che il riassunto di quello che è già stato fatto spiritualmente per volere di chi mi guida.

L'apocalisse di Giovanni E. è compito arduo capirla per chi non è dotato di Spirito Santo. Vi darò intendimento che la visione di Giovanni era in forma spirituale universale. Le 7 chiese sono 7 religioni di­verse, la donna vestita di scarlatto, sopra i sette monti, è Roma, la grande meretrice vinta da Gesù Cristo e, cessata di essere tale, con la partenza di Costantino. La Babilonia è in Roma, la città dei mercanti che spiritualmente fu vinta da David L., e con la sua ultima sorte (a venire), verrà purificata. La Chiesa di Pergamo è la chiesa di Pietro, la vittoriosa su tutte le altre religioni. A sostenere la vittoria di questa ha però partecipato Giovanni Evangelista con il corpo di Francesco di As­sisi che riforma il seguace del Battista, quali contemplatori penitenti, umili, e forti nella fede, che lavorano per ingrossare il gregge del Gran Pastore.

Questi sono i Francescani e le Clarisse che, con umiltà, battono le vie del mondo affinché si compia la profezia del Cristo: «Verrò quando il mio Vangelo sarà sparso su tutto il Mondo» (e quando gli ebrei rientreranno in Palestina per essere giudicati secondo le loro opere e si uniformeranno alla Legge del Padre). Tutto questo è stato spiritualmente compiuto. La bestia agnellina con i poteri della bestia dragona dalle dieci corna con le dieci bestemmie è la Chiesa cristiana di Pietro che ha raccolto in sé le forme della Chiesa pagana con riti e cerimonie fuori del tempo. Ciò non e stato contro la volontà di Dio, ma fu la forma per abbracciare tutti i popoli e le genti e portarli a maturazione nella meravigliosa opera Cristica.

Ritornando alle lamentazioni di Re David nel Salmo n. 21, 9 «Tu li renderai simili ad un forno ardente al tempo della Tua ira». «II Si­gnore li abisserà nel suo cruccio e il fuoco li divorerà». Cari lettori io prego tanto affinché il fuoco che da anni sta divampando sul mondo nell'ira degli uomini che si contrastano con guerre, non divampi oltre. Iddio faccia che l'atomica sia risparmiata su questa Terra e che queste mie verità fermino le menti desiderose di agire con questo fuoco, che esplodendo divamperà il mondo e divorerà le carni umane. Iddio ci salvi da tanto orrore! I miei occhi sono stanchi di piangere e la mia anima invoca continuamente soccorso, affinché la verità cammini fino a frenare quella massa che provoca l'ira Divina. Confesso che fatico tanto e non trovo aiuto umano e menti forti per seguirmi. E quasi sem­bra che la profezia di David I e II voglia compiersi. Che Iddio ci salvi da tanto terrore! La Terra nuova di cui parla tanto S. Paolo non vuoi dire un altro pianeta, ma questa, soltanto questa, dopo la purificazione della parte negativa al bene Divino.

 

ALTRE TESTIMONIANZE

 

In Giovanni E. Cap. 1, 15 Giovanni Battista testimonia di Gesù dicendo: «Costui è quel di cui si diceva: colui che vien dietro a me mi è anteposto perché Egli era prima di me, e noi tutti abbiamo rice­vuto la Sua pienezza e grazia, per grazia. Perché la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità è avvenuta per mezzo di Gesù Cristo. Niuno vide mai Iddio, l'Unigenito figliuolo è quello che lo ha fatto conoscere» (cioè lui): poi, quando i giudei da Gerusalemme mandarono dei sacerdoti e dei Leviti per domandargli: «Tu chi sei?», egli riconobbe chi Egli era, e non negò. Lo riconobbe dicendo: «Io non sono il Cristo» ed essi gli domandarono: «chi sei dunque? Sei tu Elia?» Ed egli disse: «Io noi sono». «Sei tu profeta?». Ed egli ri­spose: «No!». Essi dunque gli dissero: «chi sei? Acciocché rendiamo risposta a coloro che ci hanno mandato? Che dici Tu di te stesso?» ed Egli disse : «Io son la voce di Colui che grida nel deserto, raddrizzate le vie del Signore siccome il Profeta Isaia ha detto!». Or coloro che fu­rono mandati erano tra i Farisei, ed essi gli domandarono: «perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo? Elia, né il Profeta?». Gio­vanni rispose: «Io battezzo con acqua, ma tra voi è presente uno che voi non conoscete, colui che viene dietro a me, al quale non sono degno di sciogliere i calzari». Queste cose avvennero oltre il Giordano dove Giovanni battezzava. Il giorno seguente Giovanni vide Gesù che veniva a Lui e disse: «Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, Costui è quello di cui io dicevo: dietro a me viene un uomo il quale era prima di me. Ed io non lo conoscevo, ma acciocché, egli sia manife­stato a Israele, son venuto battezzando con acqua». E Giovanni testi­moniò dicendo: «Io ho veduto lo Spirito che è sceso dal ciclo in somiglianza di colomba e si è fermato su di Lui. E quanto a me, io non lo conoscevo, ma Colui che mi ha mandato a battezzar con acqua mi aveva detto: Colui sopra il quale Tu vedrai scendere lo Spirito Santo e fer­marsi, è quel che battezzerà con lo Spirito Santo. Ed io l'ho veduto e testifico che Costui è il figliol di Dio ».

Nota: dalla scrittura di Giovanni E. discepolo di G. Battista tro­viamo scritta la frase: «Niuno vide giammai Iddio, solo il Figlio Gesù è colui che lo ha dichiarato». Chi è che dichiara agli uomini Gesù il Cristo, il Figlio di Dio? È Giovanni B. cosicché Giovanni vedeva Iddio. E dice ancora: «Ecco l'agnello che toglie i peccati del mondo, e son ve­nuto battezzando in Israele con l'acqua affinché Egli sia manifestato. Io ho veduto che è sceso dal ciclo sopra di Lui la Colomba dello Spirito Santo: E Lui è anteposto a Me, perone lui è prima di me». Quando i Sa­cerdoti mandati a Lui dagli Ebrei gli chiesero chi sei? Egli rispose «Non sono il Cristo». Egli sapeva chi cercavano e risponde ancora io non sono Elia, mentre Gesù Cristo poi conferma che Egli era Elia e più che Profeta, e Giovanni risponde soltanto «io sono la voce di Colui che grida nel deserto. Addrizzate le vie del Signore. Siccome il Profeta Isaia ha detto» (Il deserto si sa bene a che poteva riferirsi, ossia alla desolazione delle anime per la mancanza della conoscenza di Dio, e di tutta la Corte Celeste). Ed ora per sapere chi era Giovanni B. vi riporto la profezia di Isaia affinché possiate intendere la ragione per cui Giovanni si tenne riservato, e perché doveva proclamare Gesù: il Cristo figlio di Dio.

Isaia Cap. 6 «Vocazione di Isaia». Nell'anno in cui morì il Re Ozia vidi il Signore, assiso sopra un trono eccelso ed elevato e sotto di Lui ciò che appariva riempiva il tempio. Sopra di esso stavano dei serafini a sei ali ciascuno, con due si velavano il volto con due si coprivano i piedi, e con due volavano. E cantavano con voci alterne dicendo: «Santo, santo, santo il Signore Dio degli eserciti, piena è la terra della Tua gloria». E gli architravi tremavano sopra gli stipiti a quei cori di voci, e la casa si riempì di fumo. E dissi: Aimè che non ho fatto sentire la mia voce perché sono un uomo dalle labbra immonde. Eppure è il Re Signore degli eserciti, che hanno veduto i miei occhi? E volò a me, lino dei Serafini e teneva un carbone in mano preso con le molle di sopra all'Altare. E toccò la mia bocca e disse: ecco questo ha toccato le tue labbra, e sarà tolta la tua iniquità e purificato il tuo peccato. Allora udii la voce idei Signore che diceva: chi manderò Io? E chi andrà per noi? (sopra alla terra). E io dissi: «eccomi, manda me». E disse: va e dirai a questo popolo gli orecchi per udire li avete, ma non volete intendere. Acceca il cuore a questo popolo e indura le sue orecchie, chiudigli gli occhi affinché non vegga coi suoi occhi né oda coi suoi orecchi: E comprenda col suo cuore e si converta e lo risani. E io dissi: E fino a quando o Signore? E disse: fino a tanto che le città restino nella desolazione, e le case disabitate, e sia la terra lasciata in abban­dono. E il Signore allontanerà le genti e crescerà l'abbandono di quella rimasta nel paese. Vi sarà ancora della sua popolazione appena il de­cimo. Ma tornerà a essere esposta all'ingiuria, come un teberinto o come una quercia che si erge spandendo i propri rami. Il seme santo sarà quello che si ergerà sostegno di essa.

Da questa visione, esce la testimonianza di Giovanni. Egli è so­stanza dell'altare di Dio: e lo manda a testimoniare la Sua opera sulla terra, per Lui e per la corte celeste. Lo Spirito di Isaia era degno di ve­dere il Signore (ma il corpo non lo conosceva perciò Lo purifica) e dopo questo il Signore Iddio gli affida l'opera dell'Altare Suo, ossia la Sapienza: E Giovanni era pieno di sapienza, però non doveva palesarla, anzi doveva confondere il movimento sapiente d'i Dio; per questo Egli confonde i giudei dicendo: «Non sono il Cristo, non sono Elia, non sono un profeta» mentre poi Gesù lo afferma: «Egli è più che profeta». Ed era la medesima onda cristica che lo testimoniava. Perché Giovanni disse che Gesù era anteposto a Lui? La ragione era che Gesù Cristo doveva rappresentare la Forza e la potenza Acqua e doveva stabilire il Suo trionfo sopra la terra e per questo Pietro era pescatore (Il simbolo cristico è il pesce) e Gesù, camminava sopra le acque perché era la Potenza del Padre nell'Essenza e forza acqua che equilibrava la terra caduta in disordine con gli angeli, Giovanni era la figura della Essenza e sostanza Fuoco — perciò doveva venire dopo — per questo Iddio operò in lui in forma Trinitaria. II suo movimento era prematuro e non lo manifestò — e anzi con Lui creò — confusione, perché il disegno di Dio era di preparare gli uomini a camminare per amore, per fede e de­vozione. Perché l'evoluzione dell'anima aveva bisogno di progredire e salire di gradino in gradino, come di gradino in gradino era scesa fino all'abisso. A Dio premeva equilibrare il cuore come aveva detto a Isaia. Per raggiungere la sapienza bisognava acquistarsi la forza, perché è con la forza che si deve sostenere la sapienza. La sapienza senza la forza sarebbe stata una sapienza debole e non avrebbe resistito. Iddio nell'Acqua tracciò l'Arca della salvezza, e Noè e Sarà sono le testimo­nianze. Giovanni vedeva il Padre: e aveva l'ordine di proclamare e dichiarare Gesù (col Michele) la forza e Potenza eristica. E quando Gesù fu accettato per il Cristo figlio di Dio, Giovanni si è rallegrato perché era Iddio Che si rallegrava in Lui, perché Lui pure era nel Padre, ma nella Essenza di Sapienza (col Gabriele).

Ed ora passiamo alla seconda testimonianza di Giovanni Battista: (Giovanni E. Cap.3 vers. 22). Dopo queste cose, Gesù coi suoi venne nel paese della Giudea e dimorò quivi e battezzava. Or Giovanni battezzava anch'Egli a Enon, e la gente veniva per esser battezzata (Giovanni non era ancora stato messo in prigione). Dai discepoli di Giovanni fu mossa una discussione coi giudei intorno alla purificazione, e vennero a Gio­vanni e gli dissero: Maestro ecco Colui che era teco lungo il Giordano a cui Tu rendesti testimonianza. Battezza, e tutti vengono a Lui. Gio­vanni rispose: l'uomo non può ricevere nulla se non gli e dato dal cielo, voi stessi mi siete testimoni che io ho detto che io non sono il Cristo ma che io sono mandato davanti a Lui. Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo che è presente e l'ode, si rallegra grandemente della voce dello sposo, perciò questa mia allegrezza è completa. Convien ch'Egli cresca ed io diminuisca. Colui che vien dall'alto è sopra tutti (Gesù). Colui che è da terra è di terra, e da terra parla. Colui che vien dal cielo (Giovanni) è sopra tutti: e testifica ciò ch'egli ha veduto e udito, ma niuno riceve la Sua testimonianza (non potevano capirlo) colui che ha ricevuto la sua testimonianza (Gesù) ha suggellato che Dio è verace. Poiché colui (Giovanni) che Iddio ha mandato parla le parole di Dio anche se Iddio gli dia lo spirito con misura. Il Padre ama il figliuolo e gli ha dato ogni cosa in mano, chi crede nel figliuolo ha vita eterna. Ma chi non crede nel fìgliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimorerà sopra di lui.

Da questa seconda testimonianza, troviamo che Giovanni è sod­disfatto che Gesù sia riconosciuto per il Cristo Redentore e Lo chiama lo sposo della sposa (la Chiesa, il cuore) e cioè il fondatore della nuova Chiesa che custodirà la nuova sapienza. Disse: «Io sono l’amico dello Sposo e sono presente. Per questo mi rallegro». Egli si sentiva presente nell'opera che Iddio stabiliva sulla terra. In Giovanni c'è la sapienza e la sostanza divina dell'Altare di Dio, che Lui conserva per la seconda opera. Giovanni B. sapeva che stabilita l'opera di Gesù Cristo anche la seconda opera avrebbe avuto il suo compimento e non era Giovanni che si rallegrava bensì Iddio che agiva in lui.

Avvenne che i discepoli di Giovanni si lamentarono perché Gesù con i suoi battezzava le genti, e Giovanni ricorda loro che Gesù è il Cristo perché spetta a Lui il compito del battesimo e manifesta che Egli pure battezzerà con lo Spirito Santo, (e si riferiva alla finale dei tempi), ma che, non era Gesù per Gesù, bensì «il Padre che operava con Gesù e con Se». Infatti in un'altra testimonianza dice: «che colui che battezzerà col fuoco dello Spirito Santo avrà la verga in mano, taglierà la pianta che non ha dato buon frutto, e brucerà col fuoco l'aia Sua». Quindi Giovanni intendeva l'opera finale, e non si riferiva al movi­mento iniziato da loro due. Tanto Gesù che Giovanni sapevano che era­no strumenti in mano alla potenza del Padre: Infatti nella prima testimonianza Giovanni dice: «Colui che mi ha mandato a battezzare con acqua mi ha detto: Colui sopra il quale si poserà lo Spirito Santo (la colomba) costui è il figliuolo di Dio ». Giovanni non dice Iddio o il Padre mio. Egli si limita solo dire Colui per le ragioni suddette, e cioè confondere le menti umane. Ma, la sapeva ben lunga e aveva capito che Gesù avrebbe maturata l’opera Sua nel silenzio e dentro la casa della sua sposa, per questo la colomba Spirito Santo si manifesta a Giovanni sopra la testa di Gesù, nel momento che Lo consacrava.

Leggiamo ancora nella testimonianza — conviene che io diminuisca e che Lui cresca — Non poteva Giovanni palesarsi come opera di fuoco dello Spirito Santo per le ragioni suddette. E per questo, dopo poco agisce contro la donna Erodiade amante del Re Erode, e da lei inizia la Sua opera sopra la terra sfidando il Satana serpente e rimane sul piano terra diminuito e incompreso. Ma intanto opera per impadronirsi dei sette spiriti di Dio che erano sparsi e confusi sopra la terra e, una volta impadronito. Egli doveva comunicarlo a Dio. Giovanni Battista conquistati i Sette Spiriti rimossi dall'altare di Dio (che l'Altissimo Signore Creatore chiama i sette doni dello Spirito Santo) risorge vitto­riso in David Lazzaretti.

Era diminuito in Giovanni B., ma ora presso Iddio si è fatto grande anche Lui, col nome di David. Però il Suo spirito era lo stesso che con Isaia aveva veduto il volto del Re dei Re: il Signore! Egli si dichiarava indegno di fare sentire la Sua voce al Signore perché si sentiva immondo (in quanto non conosceva i1 linguaggio divino spirituale) e il Signore Lo trasforma, e ne fa il Suo strumento per trarre in salvo la terra.

«Chi manderò io? e chi andrà per noi?» (dice il Signore). Ecco a chi è toccato salvare la terra in unione a Dio, il Re degli eserciti, Da­vide Lazzaretti! Egli l'ha tratta in salvo perché aveva ricevuto il po­tere dell'altare di Dio. Dice ancora Giovanni E.: Quando Giovanni è rinchiuso nel carcere egli manda due suoi discepoli a chiedere a Gesù: - sei tu che devi venire o ne aspettiamo un altro? — Gesù gli manda a dire le sue opere. Ma Giovanni non ha agito per sé, perché sapeva che esisteva sopra a tutti e due il Padre, che avrebbe fatto trionfare en­trambi, per questo, voleva farlo intendere a Gesù C. e voleva sentire da Lui quando il Padre avrebbe manifestato il trionfo della grande opera incominciata. Era stato Giovanni a dichiarare Gesù il Cristo Figlio di Dio nei Suoi attributi spirituali e, ancora una volta. Egli ricorda ai po­steri: badate che l'opera non è compiuta e vi sarà un altro che se­guirà quindi aspettate un altro movimento, poiché è sempre Iddio nei suoi movimenti che agisce sulla terra.

In una testimonianza di Matteo (la trasfigurazione di Gesù C., Cap. 17) Gesù condusse sopra un alto monte Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e fu trasfigurato in loro presenza. La Sua faccia risplendette come i1 sole, i Suoi vestimenti candidi come la luce: ed ecco apparir loro Mosè ed Elia che ragionavano con Lui, e Pietro fece segno a Gesù e gli disse: Signore egli è bene che noi restiamo qui, se Tu vuoi fac­ciamo tre tende, una per Te, una per Mosè e una per Elia: mentre egli parlava ancora, ecco una nuvola lucida li adombrò ed ecco una voce venne dalla nuvola dicendo : « questo è il Mio diletto Figliuolo in cui ho preso compiacimento : Ascoltatelo ». E i discepoli udito ciò caddero so­pra le lor facce e temettero grandemente. Ma Gesù accostatosi li toccò e disse: Levatevi e non temete, ed essi alzati gli occhi videro Gesù solo. Poi mentre scendevano dal monte Gesù disse loro di non raccontare la visione fino a che il Figlio dell'uomo non fosse risuscitato dai morti. I suoi discepoli gli domandarono: come, dunque dicono gli Scribi (sa­cerdoti), che convien prima che venga Elia? E Gesù risponde: Elia ve­ramente deve prima venire a ristabilire ogni cosa: ma IO vi dico che Elia è già venuto, ed essi non lo hanno riconosciuto anzi hanno fatto verso di lui quello che hanno voluto, così ancora il figliol dell'uomo soffrirà da loro. Allora i discepoli intesero che Egli aveva loro detto di Giovanni B.

Perché si ricordarono quello che Egli aveva detto quando seppe che Giovanni era morto. E cioè: «che siete andati a vedere nel deserto? Una canna che si dimenava al vento? In verità vi dico che egli è Elia che doveva tornare ed è più che profeta e che nessun uomo nato di donna era maggiore di Giovanni B».

Le tre figure viste da tre discepoli hanno dato l'aspetto trinitario e cioè Iddio uno in tre persone che ha manovrato l'opera di ripresa dei figli della terra caduti in trasgressione. Però Gesù che aveva la luce o l'intelligenza che veniva dal Padre, fece (intendere che Elia doveva venire prima a ristabilire ogni cosa. Le tre tende in una sola tenda si potevano fare. (Però a suo tempo). Disse anche che Elia era già venuto, come gli scribi (o sacerdoti) del tempio lo attendevano, ma che non lo avevano riconosciuto e che lo hanno fatto soffrire ed ancora che Egli avrebbe sofferto. Voleva Egli intendere il Giovanni B. in Davide L. il quale fu ucciso nuovamente?

L'opera Davidica può definirsi l'opera dello Spirito Santo. «Fuoco dell'Altare di Dio», che desiderava ritornare al Suo centro perché aveva compiuto l'opera sopra la terra. Egli manifestava a Dio questo fuoco d'amore acceso, sia con l'invocazione, sia con la preghiera e l'obbedienza ai divini comandi. Un suo scritto afferma: «A causa di questo amore sono addivenuto un Astro fuocoso che dappertutto spande i suoi raggi fuocosi. Non sono al momento nuocevole perché da Lui sto lontano... Non faccio altro che comunicarGli la mia luce e splendore girando intorno a Lui (forse intendeva riferirsi al sole). Poi ritornerò al mio centro, da dove fui mosso dal Vostro volere, mio Dio».

Questa frase scritta nel libro dei Celesti Fiori (Lamentazione 7ª - 18) ci fa ricordare quel carbone che il Serafino aveva deposto sulle lab­bra di Isaia, affinché lo infiammasse di raggi lucenti e radiosi tanto forti da poter comunicare e unirsi con Dio. (Cioè l'unione tra la terra e il cielo). Vi riuscì e fu per questa sua opera, incominciata con Isaia poi Elia, Re Davide, Giovanni B. e Davide L. (che sono sempre il me­desimo spirito), per questo continuo canto d'amore e di umiltà, che Iddio rinnovò tutto sulla terra e alla fine ristabilì la legge del diritto Divino e Umano che era stato stabilito nel principio, in armonia con le gerarchie Celesti.

Isaia raccontando la sua visione dice pure che Iddio, l'Altissimo Si­gnore dopo avergli dato ordine da scendere sulla terra con la Potenza dell'Altare gli disse: «Va, e dirai a questo popolo: gli orecchi per udire li avete, ma non volete capire, avete gli occhi per vedere ma non vo­lete intendere, Acceca il cuore a questo popolo e indurisci le sue orec­chie e chiudigli gli occhi affinché non vegga coi suoi occhi né oda coi suoi orecchi, ma comprenda col suo cuore e si converta e lo risani».

L'Altissimo Signore Iddio con questa sua volontà faceva compren­dere che non voleva riprendere i suoi Angeli solo con la sapienza, ma con il cuore e cioè l'amore. Per questo con Giovanni li ha, confusi in molte maniere, tanto che operava con lui e con Gesù e fece tanto che non erano convinti quale dei due fosse il vero Cristo; e Giovanni Bat­tista testimoniava che il vero Cristo era Gesù, per questo un giorno gli chiesero «E tu chi Sei»?

Poi Isaia chiese ancora a Dio «fino a quando mio Signore li tieni chiusi». E Iddio rispose: «fino a tanto che le città restino nella desola­zione e le case disabitate, e sia la terra lasciata in abbandono, e l'Eterno allontanerà le genti e crescerà l'abbandono di quelle rimaste nel Pae­se. Vi sarà ancora della popolazione appena il decimo. Ma tornerà ad essere esposta l'ingiuria come un terebinto o come una quercia che si erge spandendo i propri rami. Il seme santo, sarà quello che si ergerà a sostegno di essa».

Potrei chiedere: «Se la guerra tra Oriente e Occidente si scatenerà chi si potrà salvare? Con tutti gli esplosivi che sono pronti?» Il dieci per cento, ha fatto intendere Iddio. Le città saranno desolate, i monti si sgretoleranno a causa dell'uranio, l'aria sarà bruciata. Dove condurrà Iddio gli eletti? La pianta forte come la quercia esiste. In un libro di Davide L. è scritto: «Io sono divenuto grande come una quer­cia e non sono senza radici perché queste sono profonde fino alle vi­scere della terra e i rami toccano il cielo, chi si attacca, a me si salva, chi non si attacca muore».

Come vi ho spiegato Lui ha inciso l'opera del fuoco dello Spirito di Dio. Per questo Iddio disse a Isaia, che il seme santo sarà quello che si ergerà di sostegno alla nuova pianta. Ogni dubbio sull'Opera Davi­dica si infrangerà con il Diritto Divino sull'umano. Disse Davide: «II giorno non è lontano m cui tutto comprenderete e sarà quando ogni cosa che vi ho annunciato si compirà». Iddio sta vegliando sopra gli eletti e, al momento opportuno, attraverso i messaggi dirà loro, dove debbono dirigersi. Conviene stare con le lanterne accese! Però non è la fine del mondo. Iddio disse che la nuova pianta tornerà ad essere espo­sta all'ingiurie, quindi avverrà che la terra sarà ripopolata ed esposta alla tribolazione o ingiuria. E questo è il preludio della seconda resur­rezione. Dice ancora Isaia: che il Serafino con le molle prese sull'Altare un carbone e glielo accostò alle labbra dicendogli: «Ecco questo ha toc­cato le tue labbra e sarà tolta la tua iniquità e purificato il tuo peccato ». Isaia disse che era un carbone, ima non era un carbone di legna, era l'essenza del diamante nero. Ed egli fu trasformato in diamante nero, ossia la sapienza di Dio nella essenza nera, mentre Gesù Cristo era l'es­senza bianca. Ecco perché David Lazzaretti si dichiarò il CRISTO im­puro, mentre Gesù C. era il Cristo puro. Ed ora per spiegarvi l'opera del Cristo impuro vi descriverò una mia visione ricevuta nel mese di dicembre 1950.

Vidi che stavo al mio paese, d'avanti alla mia casa, e una voce mi disse: «II tuo sposo ti attende». Entrai in casa e mi trovai in una stanza matrimoniale. Vidi un uomo alto due metri, tutto nero a traspa­rente come il di amante; lo vidi nudo come il David del Michelangelo che sii trova in Piazza della Signoria a Firenze. Rimasi sorpresa e dissi: «Come, lui il mio sposo?» Qui finì la visione che però ricominciò poco dopo. Era ancora il mio sposo, alto uguale, la stessa figura, col vestito nero e il suo volto era colorito; io dissi tra me: «Quello nero dov'è?». E la voce che mi aveva detto: «Il tuo sposo ti attende» mi disse: «Era come il diamante nero, ma sposando te ha perduto la sua vergi­nità e per questo fu trasformato». Una mano mi presentò il risultato della spezzata verginità. Lui era uscito perché pareva vergognoso, e la voce mi disse ancora: «Devi amarlo perché gli ti ama più della sua vita stessa». Allora lo seguii e lo trovai fuori della porta. Gli dissi: «Non conosco il tuo nome, e non so quale sia il tuo mestiere». E lui mi rispose: «fino a prima di sposarti ho fatto il fotografo. Ho riprodotto in continuo fotografie a colori». Mi mostrò parecchie fotografie bellis­sime a colori. «Come sei bravo» gli dissi. E lui a me: «E tu che fai?». «Oh! io ho fatto sempre fiori e li facevo così: vedi?»; e come una for­ma magica estraevo dalle mie mani tanti fiori: garofani, orchidee, gigli, rose, violeciocche. «Vedi? Ho fatto la fioraia, ma ora che siamo sposati che faremo? Siamo poveri e dobbiamo lavorare». Lui mi disse: «Io faccio il barocciaio e lavoro con i cavalli». «Ed io faccio la sarta, così tutti e due potremo guadagnare per sostenere la nostra famiglia». Lui mi prese la mano nella sua e siamo entrati in casa.

Ora mi pare di aver dato non solo la chiave dell'Opera Davidica, ma, se volete, anche la mia.

David fu barocciaio ed io fui e sono sarta. Colui che possedeva la forza e la sapienza dell'Altare di Dio l'ha trasfusa in me col bacio e con lo sposalizio. Il giorno 15 agosto 1878 Egli fece la cerimonia: consumò l'agnello con i suoi discepoli, fece le nozze con lo Spirito Santo, e si qualificò lo sposo. Dopo tre giorni fece la sua discesa trionfante al suo paese nativo per accogliere la palma della sua vittoria e con questa salire al trono di Dio per essere stabilito al centro dell'Altare.

Mentre Gesù «Cristo puro» è il Re dei cieli nel riflesso bianco del­l'Essenza di Dio (acqua), David nell'Essenza di Dio (fuoco) è figurato il Re della terra. Ed io che scrivo queste cose sono da Dio guidata, per­ché rappresento la Sua essenza (aria). Ed io sono in Lui e Lui è in me trasfuso per la ripresa della terra. Io figuro ancora lo Spirito di Verità annunciato da Gesù Cristo e anche lo Spirito Santo, «la Sion». (S.I.O.N. = Sigillo, Irradiante, Operante, Naturale). Iddio disse an­cora: «E con Sion io ti saluterò! E da Sion partirà la legge». Sion in terra italiana appartiene all'Altissimo Iddio uno e trino, Egli ha posto la terra ai piedi della Sua sposa. Io non vi parlo come spirito del corpo, ma vi parlo come spirito che possiede la potenza una e trina nell'aspetto femminile. La nuova terra, per attrazione della Es­senza Divina Madre, è legata a Dio l'Altissimo Signore Creatore, e da Lui sarà guidata in armonia con la Santissima Madre Spirito e avrà Luce, Potenza, Forza e Sapienza che Iddio tramanda attraverso i Suoi operosi campioni, per portarla fino alla perfetta armonia coll'Universo.

Studiate attentamente e cercate di intendermi per non commettere errori che possono confondervi. David disse ancora, che sarebbe ritor­nato al Suo centro, ma che non era per il momento nuocevole perché da Lui stava lontano, ma che una volta tornato... (all'Altare).

Dopo che fu ucciso ebbe nove ore di agonia e questo significa che Lui non rientrava al Centro, e disse ancora in un suo scritto: «ritor­nerò dopo 15 lustri, dopo che avrò fatto il giro di mezzo mondo e come novello Mosè scenderò dal Sinai Monte e in mezzo ai popoli agguerriti camminerò per proclamare la Legge del Diritto». I 15 lustri sono 75 anni ed il tempo è venuto perché sia proclamato Re dei Re, quale Principe e Pastore del nuovo gregge. A causa della poca comprensione il tempo è stato rimandato ima sento che non tarderà a manifestarsi con il corpo che più si lascia da Lui comandare. (Vedi terzo libretto, pag. 91). Dopo che Lui si sarà manifestato la terra comincerà a subire la tortura perché bisogna togliere la cancrena del suo male, poi resterà purificata e la nuova pianta della generazione sarà sostenuta dal seme santo come Iddio ha promesso.

Le ultime parole di David quale sposo dello Spirito Santo e quale Spirito Santo furono: «Io ho tutto fatto secondo il Tuo volere mio Dio: ed ora che i destini si compiano». Da quel tempo per la terra si stanno avverando le profezie di Isaia, Elia, Re Davide, Daniele, di Gesù Cristo figlio di Dio e di tutti i profeti, compresi i due Giovanni. Questo è l'ultimo tempo, che precede l'èra novella che si manifesterà improvvisa con la notte buia.

Non lo sentite pesare sulle vostre spalle, e sulle vostre coscienze come un presagio di avvenimenti straordinari? Non sentite la necessità di un Duce Divino e supremo che sistemi le cose di questo mondo? E chi potrebbe oggi e nel tempo nostro così corrotto, regolare i destini dei popoli? se non un condottiero che abbia la Potenza di Dio in tutte le sue facoltà di Essenze e di attributi spirituali? Non è forse desiderio di tutti che giunga Colui che da Dio sia comandato per formare un solo culto con la sola legge?

Se gli umani non lo chiedono. Iddio non Lo manifesta perché quel­l'Uomo che sarà grande per la sua alta missione, sarà da Dio investito nelle tre potenze di acqua, fuoco e aria in armonia con la terra.

«Oh! porte (del cuore) alzatevi; Oh cedri (uomini) inchinatevi», non siate aspri ma dolci, accorrete incontro al Re dei Re che viene a voi per portarvi l'assistenza indispensabile, per sostenervi dalle tante sven­ture in cui per effetto di causa vi siete venuti a trovare l'Altissimo Signore Iddio Creatore vi ama e per questo è sempre venuto e viene in soccorso a voi tutti, angeli operanti.

Oh! Figli di Dio! Ascoltate la voce che grida nel deserto! Sono qui, sono alle vostre porte, che busso, busso ,al vostro cuore, chiamandovi con amore, affinché l'eco della mia voce risuoni come tante squillantis­sime trombe, e vi raggiunga ovunque siate! Io porto con me il dono della resurrezione, che è il dono che vi fa Iddio l'Altissimo Signore Creatore!

Nota: Nella spiegazione della mia visione dissi che l'uomo color nero trasparente come il diamante, e che fu trasformato in virtù dello spo­salizio contratto con me, mi disse che faceva il fotografo e mi fece vedere una quantità di fotografìe a colori. Egli non era un fotografo vero e proprio, ima produceva e creava i corpi spirituali. Egli forgiava i corpi animici a colori (le fotografìe si impressionano col nero). Egli era il diamante nero che forgiava sulla terra l'espressione della essenza Divina tolta dall'Altare. Iddio con la Sua Essenza d'amore ha tratto in salvo i suoi figli forgiandoli nella Sua immagine e somiglianza, mentre la prediletta figlia e sposa, creava fiori di molti tipi, colori e profumi. Questi figurano i pensieri, fioriti nella mente umana, e sono ancora, le conoscenze della sapienza terrena che come l'espressione di un fiore, si offre a Dio. Lo sposalizio ha riunito l'Adamo e la Eva (lo spirito si è congiunto all'anima) e uniti in armonia, contemplano le grandezze dell'infinito dicendo:

«Oh, Altissimo Signore, Iddio Creatore, mi hai voluto a Tua imma­gine e somiglianza, mi hai insegnato la forma per innalzare a Te il mio pensiero di amore e di ringraziamento, per essere accorso in aiuto della salvezza mia! il mio pensiero innalzo a Te, mio Dio e Signore! Osserverò le pianticelle che Ti offrono i loro fiori e frutti! Così anche l'anima mia aprirà la porta del cuore e come una bianca rosa (chiesa), aprirà i suoi petali emananti il profumo di grazia e tenerezza, per la eterna gratitudine che Ti debbo, per avermi tratto in salvo! Io ero per­duta e Tu mi hai teso la mano! Tu non volevi la mia intelligenza, la mia sapienza! Tu volevi il mio cuore! e lo dicesti tramite Isaia, che Tu vuoi che io Ti comprenda col cuore! Perché Tu sei Amore! E senza questo ardenite amore non si conosce la Tua grandezza infìnita, mio Si­gnore».

«Il cuore è il centro del mio corpo e in esso corrispondono tutti i miei sensi! Se esso è collegato a Te, mio Signore, io sono e sarò in ar­monia con tutti i miei sensi! e se tutti corrispondono all'armonia del cuore io sono un piccolo mondo, ove si rispecchia l'Armonia dei Crea­to! Perché Tu sei il Creatore del Creato! e sei Colui che mi ha teso la mano per salire fino a Te mio Signore!».

«Questo mio cuore lo terrò sempre a Te congiunto in eterno, per­ché Eterno Sei, e con Te io sarò eterna! perché io sono un piccolo mon­do che riflette la sua armonia nel Tuo Centro e se Tu sei il Centro e Sei in me, io e Te siamo una stessa forza ed essenza! Soltanto che Tu sei Uno nel tutto, ed io sono una con Te! Sono tanto piccola di fronte al igrande cosmo, eppure mio Signore Ti ho raggiunto! Tu mi hai det­to: «Ti ho tratto in salvo perché ho veduto i tuoi occhi piangere», ma con me troppi occhi piangono! e Tu mio Signore asciugali, irradiando il mio cuore di luce e splendore! allora il mio pianto si convertirà in gaudio. So, Signore mio, che molte sofferenze ci attendono ancora, e non posso dire «abbreviale» perché tutto deve passare con la sua legge di causa ed effetto. Hai accelerato il tempo, e il delirio della corsa è dura a superare! Dammi fede, forza e sapienza! sostieni il mio cuore e fa che la Tua armonia trasfusa in me io possa tramandarla ai miei congiunti per la stessa causa di armonia e di trionfo del bene e del vero!»

 

 

SINTESI DELL'OPERA CRISTICA OPERATA DA DIO

SUL PIANO TERRA

 

 

Iddio Uno solo; in tre persone; e in tre movimenti.

Opera di risveglio per il ritorno al centro, iniziata con l'opera del­l'Arca di Noé, padre di SEM, CAM, IAFET.

Da NOÈ a MOSÈ                                                             4.000 Anni di tempo

Da MOSÈ a GESÙ                                                            3.000 Anni di tempo

Da GESÙ a DAVID L.                                                      2.000 Anni di tempo

Da DAVID alla resurrezione eterna                                     1.000 Anni di tempo

                                                                                        10.000 ANNI

 

10.000     =                             1             0             0             0              0

                                                      DIO     TERRA     ARIA      ACQUA FUOCO

 

Nell'anno 10.000 dall'opera di Noè, sarà condotta a termine l'opera della terra. Poi Iddio prenderà la Sua residenza sul piano terra, essendo questa evoluta e perfezionata da poter congiungersi con Dio, in perfetta armonia.

UOMINI

  1. gesù nazzareno, chiamato Cristo puro; dopo il Battesimo (Luce);
  2. giovanni battista, Cristo impuro essendo rimasto nella terra (Dia­mante Nero);
  3. giuda iscariota della terra dei ladri (Materia Impura).

DONNE

1.    maria di nazaret chiamata la SS. Madre: la Forza della Creazione;

2.    maria di betania, unse il corpo di Cristo asciugandolo con i capelli (Vegetali);

3.    maria di magdala, la quale demolì la pietra della Dea Iside (Animali).

 

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       C.R.I.S.T.O. significa: Comando, Rivoluzionario. Irradiante. Solare,

Taumaturgo, Operante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La genesi materiale attraverso i simboli dell'Opera del C.R.I.S.T.O.

 

 

 

 

 

 

 

 

La potenza Aria era la SS. Madre che rimase sul piano terra per so­stenere l'Opera di Risveglio, unita alle altre due Potenze dell'Acqua e del Fuoco. L'Acqua era con Gesù Cristo, il Fuoco era con Giovanni Bat­tista trasferito poi nel nome di Giovanni Evangelista.

Maria di Betania aveva il potere sul Regno Vegetale, Maria di Man­dala sul Regno Minerale. La iniziale M dei tre nomi significa: Materia. La iniziale G dei tre nomi significa: Genesi compendiata da Dio in: Genesi Materiale, operante sulla Terra.

 

VISIONE CHE RACCHIUDE L'OPERA CRISTICA SULLA TERRA

 

(Ricevuta il giorno 12 novembre 1953)

Vidi che stavo al mio paese: dove mio Padre terreno, (vivente) mi cercava su tutte le strade, perché voleva scusarsi con me per il suo con­tegno verso i figli. Io non volevo sentirlo, ne rispondevo. Vennero intanto due miei conoscenti spirituali che mi presentarono un giornale con so­pra due figure. Nella 1ª c'era un automobile, che aveva sotto il motore un pozzo pieno di serpenti. Nella 2ª figura, una croce con un uomo sopra. Dissi: «Sono le bestemmie che lo tengono crocefìsso». Le due figure del giornale poi presero forma naturale; e mentre guardavo attentamente, vidi che intorno alla croce vi erano attorcigliati due grossi serpenti fino all'uomo crocefìsso. Vidi avvicinarsi alla croce due dei miei fratelli, e questi vennero assaliti dai due serpenti. Il primo di nome Enrico, fu as­salito e avvelenato. Allora mi ribellai e presi il grosso serpente con le mani e lo lanciai lontano. Esso andò a cadere sopra un letto dove mio fratello Enrico andò ad adagiarsi, e disse: «Io muoio». Lo vidi farsi rosso di sangue e morire.

Poi vidi l'altro mio fratello, G. Battista, che egli pure stava lot­tando con il secondo serpente e si difendeva disperatamente. Allora an­dai in suo aiuto, presi con le mani anche questo serpente e lo lanciai lon­tano. Vidi anche questo secondo fratello che barcollava tutto rosso in viso. Io dissi: «Ecco ha avvelenato anche lui». Il serpente mi ritornò vicino, si alzò dritto e mi disse: «No, Signora! non l'ho avvelenato, è lui che ha intossicato me».

Mio padre oltre la siepe, mi cercava, lo fissai, e gli voltai le spalle. Mi trovai subito dopo in una strada e precisamente davanti ad una fon­tanella; una mano mi infilò qualche cosa dentro la manica, sinistra. Io con la mano destra tirai fuori un pesce, poi mi voltai e vidi in terra un ruscello nel quale misi il pesce. Esso si muoveva nell'acqua con soddisfa­zione, e mentre l'osservavo diventava sempre più grosso. Io dissi: «Sei grosso come un pollo», e traendolo dall'acqua, me lo misi sul petto. In­tanto mi venivano presentati di continuo dei fogli scritti, che riuscivo a leggere poco» e capivo solo qualche frase. Mi parevano messaggi; in uno lessi «Sarai aiutata, dipenderai da Me». Un altro messaggio diceva: «Siate uniti perché tra poco Io verrò». Allora, dissi: «Sono messaggi senza tempo!»

Poi mi fu presentato ancora un foglietto scritto in carattere più grande dove lessi: «A febbraio». Io aggiunsi: «Che c'è in quel mese?». Una voce mi rispose: «Lo capirai». Presi il pesce che tenevo sul petto e lo rimisi nella fontanella. Quando lo rialzai per rimetterlo sul petto, divenne un bianco colombo, che spalancò le ali e mi coprì tutto il petto. La sua testa la sentivo sul collo che respirava come un bambino. Lo guardai e vidi che aveva proprio la testa di un bambino e dissi: «Sei lo Spirito Santo di Dio?». E Lui per risposta respirava con ansia affannosa.

Poi cambiò la scena. Mi trovai in una grande estensione verdeggiante, con molte piante. Davanti a me c'era una lunga strada. Mi fu conse­gnato un carro, di forma originale: pareva fatto di due blocchi di ta­bacco pressato messi su due ruote. Io tenevo qualche cosa in mano, come delle briglie, però del carro non vedevo né cavalli né motore. Partii a grande velocità, e ad un tratto vidi un orso in mezzo alla strada, di color rossiccio. Questo al mio arrivare si scostò ma poi mi saltò sopra il carro. Io mi voltai e lo fissai audacemente negli occhi. Egli abbassò la testa saltando giù dal carro. Più in là vidi ancora nel mezzo della strada, una altra bestia feroce, rossiccia, forse un leone, che si nascondeva.

Io continuavo a correre sempre a briglie sciolte senza vedere i ca­valli, come ho detto; ad un certo punto mi fermai e scesi. Mi inoltrai per un sentiero roccioso, e mi trovai di fronte un castello. Un guardiano Spi­rituale quasi invisibile, e di tenui colori s'inchinò a me, e poi sparì. Mi vennero incontro due cagnolini, uno che sembrava un batuffolo di co­tone bianco, e l'altro più scuro, e più grande, tanto che pensai fosse la madre.

Presi il cucciolo e lo poggiai sul petto come avevo fatto col pesce e il colombo; questo mi leccava le mani e scodinzolava festante.

Poi entrai in un loggiato del castello, mi sedetti sopra una bianca pietra, e guardandomi intorno dissi: «Non vedo porte per poter entrare». Bussai al muro, tre volte. Allora di li a poco nella parete di destra sentii scricchiolare il muro e vidi formarsi una porta: era bianca come la neve, ed aveva tre assi celesti. La guardai incuriosita perché vidi che era come il mio abito che indossavo, e dissi: «Il mio abito è come la porta». Io indossavo una tunica bianca con un nastro celeste alla vita. La porta si aprì ed io feci per entrare, ma nel mezzo della porta si presentò la figura Spirituale da un Signore alto con un mantello color dell'aria con dei riflessi e mi disse: «Finalmente diletta mia sposa sei venuta a me». Buttò il suo mantello dietro le spalle, prese le mie mani nelle sue (esse erano senza ossa, color roseo e piccole, in confronto all'altezza della per­sona) e mi fece entrare nel castello. Poi mi sciolse il nodo celeste della veste, mi aprì la veste, mi mise un braccio intorno alla vita e tenendomi una mano nella sua mano, mi ripeté: «Diletta mia sposa finalmente sei venuta». Aveva un timbro di voce chiara, cristallina ed armoniosa che pareva un canto ascoltarla. Non avevo veduto e non vedevo il suo volto. Abbassai gli occhi e vidi che portava un abito trasparente come il cristallo, e mandava riflessi di tanti colori tenui e delicati. Anch'io portavo sotto la mia tunica bianca, il medesimo abito e sotto di questa traspari­vano i nostri corpi. Guardai i piedi, e tanto i suoi che i miei erano scalzi su delle pianelle che mandavano raggi luminosi. I piedi erano color roseo e vedevo un viale e ai lati un muricciolo di pietra bianca. Lui prese a dire, forse perché mi guardavo intorno: «Da quando la mia spo­sa mi ha lasciato, la mia casa è andata sempre più in rovina». Io ascol­tavo e camminavo allacciata al suo fianco, ed il contatto mi procu­rava un senso di beatitudine inebriante. Man mano che mi inoltravo nel viale perdevo completamente la visione di ogni cosa; però sentivo la Sua presenza e la Sua voce che mi diceva con infinita tenerezza: «Di­letta mia sposa, finalmente sei tornata! oh! quanto soffro quando ti vedo incerta nella tua missione! Mi affliggo quando ti vedo stanca, pa­vento quando ti scoraggi. Se piangi soffro immensamente... sii forte, audace, e coraggiosa diletta mia sposa. Quando avrai vinto tornerai a me! Ti amo di un amore forte, più della morte! Più forte del fuoco, è l'amore mio, e più grande dell'immenso mare!... ». Io a Lui: «Dolcissimo amato sposo, tu vedi il mio amore per Te, la mia ansia di ritornare con Te per l'eternità, io ti amo come Tu mi ami».

Il mio corpo fisico che stava sul letto era immobilizzato. Respiravo capivo di essere distesa, supina, ma immobilizzata, e dicevo tra me: «Sono qui e sono lassù». Sentivo tutto quello che Lui mi diceva e tutto quello che io a Lui rispondevo; gli dissi: «Amerò il prossimo mio come me stessa e perdonerò le offese che mi fanno; e mi terrò sempre a Te unita in eterno». E Lui con la Sua chiara e armoniosa voce, mi disse: «Mia dolcissima, sono felice! Ho ritrovato finalmente il mio gioiello prezioso, Tu sei per me l'eccelsa compagnia!», il luogo dove mi trovavo do­veva essere fantastico. Io non vedevo nulla, ma il mio corpo che stava sul letto, sentiva i flussi delle cose che vedevo, con delle sensazioni meravigliose e piene di vibrazioni gioiose. E Lui mi parlava ancora con la Sua infinita tenerezza. «Quando ti vedo incerta, pavento, tremo e soffro».

Mio figlio che era sveglio, era seduto sul letto accanto al mio, e stu­diava. Mi aveva chiamato, ed io lo avevo sentito, ma non avevo risposto perché ero immobile. Dissi al mio Signore: «Debbo lasciarti perché in terra mi chiamano». E sentivo mio figlio chiamarmi ancora mentre il mio Signore voleva trattenermi. Io gli ripetei: «Debbo lasciarti perché in terra mi vogliono» e lo lasciai. Stavo per rientrare in me e cioè lo spi­rito rientrava nel mio corpo, quando mio figlio mi disse nuovamente: «Mamma che Madonna hai? È tanto che ti chiamo e non mi senti». Ridestandomi sentii che dovevo distendere le braccia come sulla Croce, e dissi a mio figlio: «Non lo so». E lui ancora «dove stavi?» Io, in «Paradiso». E lui ancora: «Con lo Spirito Santo?». Gli risposi: «Sì» perché veramente ero stata con Lui, mentre il mio corpo fisico giaceva sul letto immobile accanto al letto di mio figlio.

Credo che questa visione porti a conoscenza che la porta del Cielo è stata finalmente aperta, che l'incontro con la potenza dello Spirito Santo sia avvenuta nel riflesso del mio corpo, per affinità di forza chi­mica Spirituale, e che io sia riuscita a congiungermi a Lui in virtù della Potenza dello Spirito della SS. Madre.

 

SPIEGAZIONE DEI SIMBOLI DELLA VISIONE

SECONDO IL MIO INTENDIMENTO

 

L'automobile con la Croce, e i due serpenti, significano il movi­mento Cristico. La lotta dei due fratelli coi serpenti figurano, forse Gesù e Giovanni Battista, che sono morti per vincere questa forza satanica che teneva prigioniera la Materia. Quando il serpente drizzandosi nella sua forza mi rispose che fu intossicato lui pure e che anch'esso era de­stinato a morire significa: la vittoria sulle chiese Ebraica-Pagana-Cristiana. Il pesce trovatemi nella manica, è il simbolo dell'opera Cristica, e cioè la forza acqua che noi abbiamo superata e combattuta. Il pesce posto sul mio petto figura la Madre Chiesa con la conoscenza Cristica; mentre poi il pesce convertito in colombo, significa il passaggio della conoscenza Cristica alla conoscenza dello Spirito Santo. E questa è l'opera incominciata con David Lazzaretti quale Cristo, Duce e Giudice, e questa mia conoscenza è la conoscenza della Madre che figura la Chiesa Trinitaria. I messaggi ricevuti successivamente al passaggio dall'una all'altra conoscenza, figurano che il centro di Dio guida quest'opera per la sua riuscita trionfante attraverso messaggi. La lunga strada, e il car­ro... significano l'autorità e la potenza della SS. Madre Spirito Santo. L'orso, forse figura la Russia che non può frapporsi all'opera della sa­pienza dello Spirito Santo. Il leone, figura ancora la forza Cristica, che si allontana dinanzi alla Potenza della SS. Madre. La figura Spirituale che ho incontrato all'ingresso del castello e che si è inchinata a me, e che poi è scomparsa, era la figura del Cherubino che con la sua spada custodiva la porta del Cielo. Il cagnolino bianco è figura della fedeltà di Dio alle promesse fatte alla Sua Sposa. Il cagnolino appoggiato sul seno significa che la SS. Madre gode della fedeltà della Sapienza del­l'Eterno. La porta uguale al mio abito, significa che la chiave per aprire la porta era l'abito alla conoscenza e solo con questo si è riusciti ad aprire la porta del Regno dei Cieli.

 

FINE DEL PRIMO LIBRETTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Opera di N. S. Gesù C. (lato destro) e

L’opera di David Lazzaretti C. D. G. (lato sinistro)

con le Palme del loro martirio

riflesse sul piano terrestre, tramite i 7 Arcangeli.

(Vedi spiegazione a pag. )