DAVID LAZZARETTI

“LA MIA LOTTA CON DIO”

ossia

(IL LIBRO DEI SETTE SIGILLI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAVID LAZZARETTI, il Cristo Duce e Giudice

(Arcidosso 1° novembre 1834, Bagnore 18 agosto 1878)

 

(Dante, Commedia 2, 33, 41)

 

... a darne tempo già stelle propinque.

sicure d'ogni intoppo e d'ogni sbarro.

nel quale un cinquecento dieci e cinque.

Messo di Dio, inciderà la fuja

con quel gigante che con lei delinque...

 

 

 

 

 

 

 

BIOGRAFIA DI DAVID LAZZARETTI

 

(Testo tratto dalla ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI vocabolo Lazzaretti)

 

LAZZARETTI, Davide.- Nato ad Arcidosso (Grosseto) il 1° nov. 1834, barrocciaio, sposo e padre di tre figli, il 9 ottobre 1868 in seguito a visioni che diceva di avere avute fin da giovanetto, si ritirò a vita eremitica in una grotta presso Montorio Romano. Dopo tre mesi, preceduto dalla fama di prodigi e nuove apparizioni, fece ritorno al luogo natio e là iniziò, con larghissimo successo la sua propaganda. Fondò una congregazione degli eremiti, penitenzieri e penitenti e una Società delle famiglie cristiane che raccolte 80 famiglie del paese le quali misero per più anni in comune lavoro e beni.

Per questo fu due volte processato (nel 1871 e 1873) sotto l’imputazione di truffa, ma sempre liberato per la difesa che di lui fecero Giovanni Salvi e Pasquale Stanislao Mancini. Gli ascritti alle società fondate dal L. – che avevano sedi a Montorio, Scandriglia (Rieti) e sulla vetta di Monte Labro (Amiata) – dovevano far professione di fede cattolica e preparare in preghiera e penitenza l'avvento dell'Età dello Spirito Santo, che avrebbe concluso il ciclo delle tre economie religiose dell'umanità, ciascuna contraddistinta dalla rivelazione di una delle tre persone della Trinità.

Il movimento fu in un primo tempo tollerato dall'autorità ecclesiastica che accordò anche a due sacerdoti il permesso di officiare in una piccola chiesa costruita dai lazzarettisti sul Monte Labro. Ma i due sacerdoti furono presto (luglio 1878) sospesi a divinis e tutti gli scritti di propaganda che il L. avevano pubblicato furono posti all'Indice. Dopo un momento di incertezza, il L. che aveva ammiratori e seguaci anche in Francia dove egli si recò due volte (1873 – 1877) – riprese sul Monte Labro la sua propaganda sempre più accesa scagliandosi ora contro la Santa Sede, proclamandosi re facendosi riconoscere dai suoi fedeli come seconda incarnazione del Cristo.       

Il 18 agosto 1878 avendo predetto ai suoi che in quel giorno si sarebbe manifestato al Mondo come Cristo e avrebbe sanzionato con l'offerta della sua vita la soprannaturalità della sua missione, scese dal Monte Labro alla testa di una folta processione. Alle porte di Arcidosso un drappello di Carabinieri forse atterriti dal gran numero di lazzarettisti sordi ad ogni richiamo, fecero fuoco lasciando morto sul terreno, fra gli altri, il L.

Fra i seguaci del L. è da segnalare Filippo Imperiuzzi.

 

Bibl. - F. Imperiuzzi, Storia di D.L. profeta di Arcidosso, Siena 1907.

            G. Barzelletti, Monte Amiata e il suo Profeta (D.L.), Milano 1910.

            F. Sapori, D.L. Visioni e profezie (Antologia degli scritti del L. con introduzione e bibl.) Lanciano 1919.

 

 

Senza Firma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ECCE HOMO

 

 


1. Predetto da Gesù Cristo e dai suoi santi nacque il 1 Novembre 1834 in Arcidosso (Italia) da poveri ed onorati genitori, visse e morì povero.

2. Figlio discendente dalla progenie dei Principi cristiani di Europa è stato desiderato ed aspettato dal popolo ebraico e cristiano.

3. Nato e battezzato nella cattolicità, all'età di 14 anni fu visitato da un messaggero celeste che gli annunziò essere la di lui vita

un mistero.

 

 

 

 

9. Confessò avanti a Dio e agli uomini la sua miseria e manifestò la sua misteriosa e sovrumana Missione che compì fedelmente e con invitto coraggio soffrendo la

dolorosa passione e morte.

10. Istituì gli ordini degli eremiti, della santa lega, delle famiglie cristiane e della milizia crocifera dello Spirito Santo.

11. Pellegrinò per l'Italia e per la Francia, fu carcerato e processato due volte dal governo politico e due volte trionfò la sua innocenza.


4. Santo da fanciullo, nella gioventù peccatore, a 33 anni per grazia speciale di Dio si convertì, fece grande penitenza e ritornò santo.

5. Eletto da Dio ebbe grandi rivelazioni, fu benedetto da Maria SS.ma, ricevette i doni dallo Spirito Santo, fu marcato in fronte da S. Pietro Apostolo col segno di Dio vivo.

6. A 31 anni cominciò la sua predicazione e Missione e in 120 mesi la compì adempiendo i divini voleri.

7. Scrisse e pubblicò la sua dottrina, amò e glorificò Iddio, Gesù Cristo, e Maria SS.ma ed amò l'umanità procurando per essa ogni bene.

12. Smascherò e combatté la setta scriba e farisaica della Idolatria papale dal cui Sinedrio in Roma volle essere giudicato e condannato.

13. Formò l’Apostolo, l’Arca santa di Dio e Torre Davidica e proclamò la Repubblica del Regno eterno di Dio; scrutinò i segreti di Dio, aprì il libro dei sette sigilli, rimproverò i vizii e i viziati.

14. Tipo e specchio di eroiche virtù operò prodigi umani e sovrumani, ed ebbe da Dio il glorioso Nome di Cristo Duce e Giudice.

15. Fu calunniato iniquamente, perseguitato ingiustamente, infamemente tradito e barbaramente ucciso.


8. Poeta scrisse molte poesie, profeta annunziò strepitose generali e particolari vicende, Spirito di Verità ha evangelizzato tutte le verità combattendo l'eresia e l'empietà.

 

 

16. Fra gl’inni e cantici sacri si manifestò quale grande Monarca celeste, e accompagnato dalla sua milizia Crocifera e dal popolo festante scese processionalmente da Monte Labro nella sua patria nativa per ricevere la palma del glorioso martirio, e fu rapito al Cielo da Dio.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROPRIETÀ     LETTERARIA

 

della MILIZIA CROCIFERA dello SPIRITO   SANTO

che ha il Governo spirituale

della CHIESA UNIVERSALE della Sant.ma TRINITÀ di DIO

con la LEGGE del DIRITTO DIVINO sull'Umano.

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NUOVA EDIZIONE FINITA DI STAMPARE

nel Novembre 1955

ANNO 77° GIURIS-DAVIDICO.

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(La prima edizione fu stampata ad Arcidosso nell'Anno 1877)

 

 

 

 

 

OPERE GIÀ PUBBLICATE.

 

 

di DAVID LAZZARETTI:           "Il Libro dei Celesti Fiori"

                                                   "Il Risveglio dei Popoli"

                                                   " I 29 Editti "

 

di FILIPPO IMPERIUZZI:          "Storia di David Lazzaretti"

                                                   "Il Raggio Scientifico del Sole Divino"

 

di ELVIRA GIRO:                      "Conoscenze Spirituali Cristiche"

                                                   "Rivelazioni Spirituali"

                                                   "Opera dello Spirito di Verità"

                                                   "Il Catechismo dello Spirito Santo"

 

 

rivolgersi alla Sede Giuris-Davidica di Roma, in Via Tevere 21/5

                                                   telef. 853.840

 

 

 

 

 

 

 

 

CRISTO DUCE E GIUDICE

 

 

completa redenzione degli uomini

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LA MIA LOTTA CON  DIO

 

 

ossia

 

 

IL      LIBRO      DEI     SETTE      SIGILLI

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descrizione e natura

 

delle sette città eterne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ROMA ottobre 1955

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA MIA LOTTA CON   DIO

 

ossia

 

IL LIBRO DEI SETTE SIGILLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAVID LAZZARETTI E LA GLORIOSA PASTORELLA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DICHIARAZIONE DELL'AUTORE

 

Sono nato e battezzato nel grembo della Chiesa cristiana, cattolica, apostolica, romana e voglio vivere e morire unito alla medesima; e tutte le mie azioni, tutte le mie opere e tutti i miei scritti, voglio che siano conformi agli insegnamenti della medesima Chiesa cristiana, cattolica, apostolica, romana governata dal Sovrano Pontefice Pio IX° che ne è il Capo Visibile sulla terra e dei suoi Successori.

 

In Fede.

 

DAVID  LAZZARETTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 1 – Opera della SS.ma Trinità di Dio.

I sette Arcangeli hanno suonato le loro squillantissime trombe  per il trionfo cristico.

(Sole n. 3) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AVVERTENZA AI LETTORI

 

 

Miei amati lettori, urge che io faccia alcune brevi avvertenze a questo mio libro, poiché, avendo voi letto il frontespizio, facilmente avrete potuto comprendere che in esso si tratta di cose molto superiori alla natura dell'intelletto umano, e perciò prima d'entrare in un campo così vasto di sovrumana sapienza necessita di munire il vostro cuore e la vostra mente a sovrumani effetti, e vincere con essi le irresolubilità delle disordinate passioni, che imperano il cuore dell'uomo per le diverse tendenze. Tutti insomma dell'umana famiglia, che potessero leggere questo libro, vi troveranno il suo pascolo gradevole e sgradevole secondo il loro modo di vedere e di pensare nei modi suddetti.

Prima di tutto è urgentissimo, che voi sappiate per qual modo è venuta l'origine di questo libro: ed eccomi a farvene un sunto.

Erano trascorsi 33 giorni, da che io aveva per supremo comando di Dio scritto il generale programma, diretto a tutti i Principi della cristianità, e rimesso il medesimo avevo alle pubbliche stampe, onde fosse propagato fra i popoli e fra le nazioni colla manifestazione di Me Stesso. Questo tremendo editto mi opprimeva il cuore, e conturbato alquanto aveva la tranquillità del mio Spirito; ed a motivo di ciò io mi trassi in solitudine a consultare l'anima mia fra il silenzio e la preghiera, e quindi attendevo nuovamente da Dio una ratificazione della Sua nella mia volontà su tale proposito. Ecco a me un rapimento improvviso nell'atto della mia preghiera sull'ora del mattino, che tutta rapivami l'anima, l'intelletto, i sensi dell'umana natura, e tutto venni intuito in Dio nei più profondi misteri.

Questo mio straordinario rapimento mi è durato nel cuore e nella mente 33 giorni, e fra questo tempo, la suprema maestà di Dio mi ha autorizzato e comandato di scrivere tutto quello, che io ho veduto ed inteso nell'intuitivo rapimento in Lui con regole misteriose e simboliche, le quali tutte coincidono colla Verità, delle Sue nelle mie parole.

Leggete questo libro, comunque siate disposti al credere, o al non credere a narrazioni di cose straordinarie e soprannaturali, e poi consultate il vostro cuore, la vostra coscienza, domandando a voi stessi le ragioni di questi sovrumani effetti nella autenticità di questo mio misterioso linguaggio.

Certo, che col lume della scienza, e della mistica, e colle ragioni analogiche connesse all'ordine della stessa natura, voi troverete nelle mie narrazioni una misteriosa intrinsicità fra la natura chimica e spirituale dell'uomo in materia animale per l'infusione di altro spirito razionale in coincidenza di un ordine sopranaturale, di modo che questa misteriosa incidenza altro esser non può, che una procedenza in noi della grazia speciale, di Dio, il quale ha sempre operato ed opera quotidianamente coi prodigi della Sua bontà, e della Sua clemenza per l'intervento, che ha l'anima nostra in esso nel dritto dell'essenza della natura umana colla natura divina, onde da tutto questo venissero, per la ragione di uno stesso mistero, per mezzo dello spirito colla materia connessate le due meravigliose cerchie del cielo e della terra.

Vi sia di avvertimento, che io in questa misteriosa lotta figuro le ragioni della natura umana e divina nei dritti di costituita ed eterna alleanza dell'uomo con Dio, e tutto quello, che a me viene riferito in ogni altra parte di questo libro parimente altro non sono, che vive figure, e simboli di ogni coincidenza nei preordinati disegni divini espressi in ogni tempo in molti e molti vaticinii delle Sacre Scritture: cosicché Io agisco pure coi dritti stessi e ragioni di nostro Signore Jesù Cristo nel procedimento della Sua missione per la completa redenzione degli uomini; come agisco, coi dritti e ragioni dello Spirito Santo nella Sua speciale missione, la quale deve portare una rigorosa riforma sul rito e sulla legge. Questi io figuro essenzialmente con tutta la parte dei miei alleati ed eletti a così grande impresa. Con tutte queste coincidenze voi potrete ben giudicare di me e di questo libro; in altro modo senza questi prevenimenti potreste giudicare al contrario, e produrre a un tempo stesso tristi effetti al vostro cuore. Con queste chiare ragioni abbrevio il molto, che potrei dire in questa importantissima avvertenza, poiché mi lusingo sperando nella saggezza dei buoni lettori, che non vorrete fare alcun giudizio in contrario né di me, né di questi misteriosi successi.

Leggete questo libro con fede ed umiltà nel vostro cuore ed allora con certezza vi troverete quello, che desidera ogni anima ragionevole in conoscere le verità nella reale esistenza di un Dio colla mutua coincidenza della nostra natura materiale e spirituale, onde la fede ci avvalori a pervenire alla desiata ricongiunzione in Dio, dalla quale siamo discesi pel decoroso adempimento della nostra sudditezza ai Suoi divini voleri.

 

 

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BREVE   ADDIZIONE

 

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Questo misterioso rapimento, o visione intuitiva in Dio mi è avvenuta in un luogo di campagna nei pressi di una Città della Borgogna in Francia, dove io dimoro sconosciuto e dove qui me ne vivo in solitudine e in silenzio, e da qui rimetto alle pubbliche stampe questo misterioso libro in coincidenza al generale Programma, diretto a tutti i Principi della Cristianità e da queste propagazioni attendo un risultato, che decida dei buoni e tristi eventi, che Io ho condizionati con Dio per ragioni diverse nelle Verità esposte.

Io son ben sicuro della realtà di tutto questo per cui non transigo ai supremi comandi di Dio di manifestare a Voi ogni prodigio della Sua bontà e della clemenza, comunicando Egli i Suoi voleri ad un miserabile peccatore, quale son'io, perché io stesso serva di esempio e di ammirazione agli altri. Sia pure che il mondo, miscredente scellerato e corrotto non creda e non apprezzi le Verità prodigiose del mio apostolato, tuttavia io non risparmio né tempo né fatiche, né disagio o periglio qualunque, onde far conoscere ai popoli tutti della terra le grandi novità, che a Me ha manifestato Iddio per il riordinamento della legge e della giustizia con questo ed altri libri, che io offrirò ai popoli per testificare la realtà della mia missione del tutto procedente per sommo ed alto mistero dai preordinati disegni e voleri di Dio.

 

 

Ai di 15 Aprile 1876, in Francia.

 

DAVID LAZZARETTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAVID LAZZARETT1, il Cristo Duce e Giudice della Terra (1834-1878), dopo aver vinto il Potente Serpente Dragone, in unione all'Eterno IDDIO, ha stabilito la nostra Eterna Alleanza, abbinata all'Unica Legge, dell'Umano Diritto Divino. Egli aprì il Libro della Nuova, Vita, accompagnato dal Battesimo del Fuoco, per il Regno dello Spirito Santo. Prima di essere ucciso, il 18 Agosto, alle ore 11,20 e in giorno di domenica, disse: "Che i destini, dell'umanità si compiano! Io ho tutto fatto, per Vostro Comando, mio Eterno Signore!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA   MIA   LOTTA    CON    DIO

 

OSSIA

 

IL LIBRO DEI SETTE SIGILLI.

 

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Descrizione e natura delle sette Città eternali.

 

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PARTE   I.

 

SIMBOLI DELLA VISIONE E PROSPETTIVA DI ESSA.

 

 

1. Nel giorno decimo quarto del mese di Marzo, 33 giorni dopo che ebbi scritto il Generale Programma per comando di Dio a tutti i principi della cristianità, ebbi la presente visione.

2. Stavo nell'ore del mattino pregando l'Altissimo Iddio, onde volere, prima di una tale pubblicazione, farmi conoscere il fine per cui dovevo propagare cose simili; poiché sette anni orsono allorché mi furono rivelate, mi si raccomandavano con rigoroso silenzio.                  .

3. Mentre in tal modo io pregava, fui rapito in spirito e vidi cose grandi e sorprendenti, che per 33 giorni continui ebbi sempre presente questa visione negli occhi, nella mente e nel cuore.

4. Vidi dalla parte di Oriente, sulla cima di un altissimo monte, una grossa nube tutta scintillante di vivo fuoco, che pareva incendiar volesse tutta la terra, la quale tremava tutta fremente.

5. In mezzo a questa infuocata nube vidi la faccia luminosa e risplendente di Dio, sopra un trono triangolare e piramidale, e da qui si dipartiva una pioggia d'infuocati folgori che si dilatavano striscianti per l'aere e cadevano per tutta la faccia della terra.

6. La base del trono di Dio era sorretta da tre grosse colonne di fuoco; e avanti alla faccia di Dio stavano 12 Angeli spartiti tre per tre rivolti colla faccia alle quattro parti estreme della terra: ciascuno dei tre stava poco distante dall'altro.

7. Questi Angeli avevano quattro ali, due alle braccia e due ai fianchi, e dalla loro bocca scintillavano fuoco e folgori come uscivano dal trono e dalla faccia di Dio.

8. Al disopra dei 12 Angeli, parimente davanti al trono di Dio, vidi altri 7 Angeli con ali, due delle quali alle braccia, due alla vita, e due alle gambe, e ciascuno di questi teneva in mano una spada a tre lame, ossia a taglio triangolare dalle quali si dipartivano fulmini scintillanti di fuoco, che cadevano sopra la terra nei modi suddetti.

9. Di sopra ai 7 Angeli, parimente davanti al trono di Dio vidi altri 3 Angeli con sette ali, una delle quali tenevano sul capo fatta a ventaglio, due alle braccia, due alla vita e due alle gambe.

10. Questi 3 Angeli fra la forma umana presentavano pure la forma di tre grandi maravigliosi cavalli, uno bianco, uno rosso ed uno nero, di colore cangiante in tutti e tre i diversi colori.

11. Ciascuno di questi cavalli aveva le zampe di fuoco, come dalla bocca e dalle narici scintillava fuoco, ed erano ornati di morso, di freni, di barda, di cintura, di drappi che gli fasciavano più che mezza la vita.

12. Sopra il cavallo rosso, io vidi un cavaliere tutto involto in un gran manto color di porpora, ed aveva un berretto color celeste cangiante, fatto a turbante contorniato da una corona di rami di ulivo; nella destra mano aveva una verga, la quale teneva sollevata in alto dritta alla faccia di Dio.

13. Gli altri due cavalli stavano uno alla destra e l'altro alla sinistra del cavaliere montato sul cavallo rosso: ed appariva al mio sguardo, alla mia mente, che ogni 3, ogni 5, ogni 7 tempi composti di un'ora per tempo, il cavaliere montava ora in uno, ora nell'altro di questi cavalli.

14. Dentro l'infuocata nube fra mezzo alle tre colonne di fuoco vidi, come morto, un enorme gigante colpito da una pioggia d'infuocati folgori, che cadevano dalla faccia e trono di Dio e dalle spade dei 7 Angeli suddetti.

15. Il gigante era sì grande in modo che col capo e colle gambe arrivava dall'uno all'altro polo della terra, e colle braccia, che teneva stese, toccava da levante a ponente le due parti estreme del globo.

16. Vidi che accanto all'enorme gigante giacevano estinti altri 7 grandi giganteschi animali, diversi uno dall'altro, colpiti parimente questi, dai fulmini nei modi suddetti.

 17. Vidi il primo grande animale della forma di un toro tendente al bufalo, che aveva una corona imperiale in testa e fra mezzo alla corona gli uscivano fuori 12 lunghe corna.

18. Vidi che 9 fra le 12 corna gli erano state troncate, che esse, gli si vedevano traverso alte altre 3 corna restategli; e fra queste spuntava un altro piccolo corno piegato dalla parte davanti della fronte.

19. Vidi il secondo animale della forma di un grandissimo elefante, che teneva sotto la sua proboscide, 7 grandi bocche e per ogni bocca aveva 3 ordini di grossi denti ed aveva otto zampe.

20. Vidi che, questo animale elefantesco aveva sulla testa una corona imperiale e di mezzo alla corona uscivano 10 lunghissime corna, 3 delle quali gli erano state troncate e fra queste usciva altro piccolo corno piegato dalla parte sinistra della fronte.

21. Vidi il terzo animale in forma di un gigantesco cavallo e questo aveva 12 zampe e 3 teste ed in ciascuna testa teneva una corona imperiale, e fra mezzo alle corone gli uscivano 5 corna per ciascuna testa.

22. Vidi che per ogni testa il corno di mezzo era più grosso e più lungo delle altre 4 corna; ed era in cima diviso che formava un mezzo circolo di forma un poco ovale.

23. Vidi il quarto animale in forma di un gigantesco cervo con 9 zampe e 2 teste ed aveva due lunghissime corna per testa e per ogni corno gli spuntavano altre 7 piccole corna.

24. Vidi che questo animale aveva una corona imperiale in ciascuna testa ed oltre le ramute corna gli usciva altro piccolo corno per ogni testa sulla fronte ritorto in cima come becco aquilino.                 

25. Vidi il quinto animale in forma di un gigantesco capro con due teste e 8 zampe e per ogni testa aveva 4 corna con una corona reale in testa, di queste corna gli erano state troncate due per testa.

26. Vidi che a questo animale fra le due corna restategli per ciascuna testa gli spuntava altro piccolo corno ritorto e piegato dalla parte di dietro nel collo.

27. Vidi il sesto animale in forma di un gigantesco ariete con sei zampe e sei corna con una corona reale in testa; tre di queste corna gli erano state troncate.

28. Vidi che a questa bestia fra le tre corna rimastele, le spuntava altro piccolo corno, alquanto piegato e ritorto dalla parte destra davanti alla fronte.

29. Vidi il settimo animale in forma di un gigantesco orso con due teste, otto zampe e per ogni testa aveva la corona imperiale e per ciascuna testa gli spuntavano quattro corna.

30. Vidi che in questo animale ciascuna delle quattro corna per testa, erano piegate ai quattro venti, e vidi pure che per ogni bocca aveva tre file di grossissimi denti.

31. Alla veduta di tutto questo, a me sembrava di esser rimasto ammirato di stupore e di maraviglia, ed io non ne comprendeva il mistero di questi simboli, ed era per questo che il mio cuore rimaneva dolente ed afflitto.

32. Signor mio, esclamai, tutti questi simboli e gigantesche figure altro esser non possono che segni d'un imminente castigo della vostra troppo offesa giustizia divina!

33. Ah! troppo bene comprendo, Signor mio, che il Vostro sdegno è addivenuto intollerabile sulle nostre empietà senza numero. Deh! vogliate nella Vostra somma bontà additarmi i mezzi per evitarlo, se sia possibile.

34. A questa mia esclamazione sembravami di esser trasportato alle falde del monte, dove io vedeva l'infuocata nube fra mezzo ad una catena di alti dirupati monti.

35. Quindi udiva la tremenda voce di Dio che mi parlava in tuono così terribile fra il fremente tremor delle montagne, delle valli e delle rocce, che sul suolo quasi, come morto caddi come colpito da un fulmine e questo udii.

 

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PARTE II.

 

IDDIO, CHE PARLA ALL'UOMO.

 

1. Uomo, figlio dell'uomo, ascolta le mie parole e riferisci agli uomini tutto quello che vedi e senti in mostra del mio furore e del mio sdegno o Tu or con Me devi lottare nel dritto della natura umana e divina.

2. Qui Io ti volli, qui ti chiamai, qui dunque ascolta e non mentire ai patti nostri, se non vuoi che di te ne faccia un nulla, come dal nulla ti trassi pei fini miei.

3. Lascia che i tuoi ed i Miei nemici dicano e pensino di te quello che vogliono, vieni a me nell'eccessibilità di questi monti e diroccate rupi e non temere di loro quando con Me tu sei.                                     

4. Se mancante sarai di alimento per vivere lungi da loro fra queste rocce solitarie e deserte, tu Me chiamerai ed Io sarò a te e tutto l'occorrente avrai.

5. Tu qui vivrai solo fra queste rocce e dirupi; qui i tuoi passati tempi piangerai ed in questo aere puro le tue immondezze purgherai, e poi con Me nuovi patti farai, come Io ti promisi e come a Me tu chiedi.

6. Tu sai per prova quanto Io son terribile; altra volta, la mia tremenda voce ti percosse al suolo ed in quei dì ti dissi quello che or io di nuovo ti dico e ti confermo per tuo esempio con assoluto comando.

7. Lascia, torno a dirti, che gli empii ruggiscano e dibattano i denti contro di te e di Me. Io così voglio, e così permetto che avvenga onde provar loro e te, fino a punto da me determinato.

8. Hai tu parlato ai popoli? Hai tu fatto quello che dovevi far? Ben facesti. Io di te son contento; ora ti spetta propagare fra i popoli e le nazioni il mio tremendo editto.

9. Ciò non basta, né per loro né per te; in questa Mia lotta farò conoscere più chiaramente al mondo che Io sono, che parlo in te: guai! guai! guai a coloro che te in Me non ascoltano!

10. I superbi, gli orgogliosi, i pertinaci, gli arroganti involti nel fango della loro pochezza umana, la Mia bontà, la Mia clemenza e la Mia potenza sfidano in te che parlo ed opero per i Miei preordinati disegni.

11. Lascia, oh si lascia che dicano e facciano a suo senno i figli dell'empietà, il tempo ora è per loro; tu fra breve tempo verrai qui solitario fra queste rocce, fintanto che a me piaccia, qui starai ritirato da ogni tua ingerenza cogli uomini.

12. Lascia che i figli tuoi, la tua famiglia stiano lungi da te, e che per te vivano in dolore, in pianto. Io così voglio; ad essi per te penserò Io a consolarli e provvederli in ogni loro bisogno.                      

13. Quando qui verrai, nessuna umana creatura vivente oserà venire da te, nemmeno vederti da lungi; cibo umano non voglio che per 40 e più giorni entri nel tuo ventre.

14. Se fra questo tempo fame tu sentirai, Me tu chiamerai, che Io per te sono cibo, bevanda, alimento, sostegno, spirito di fortezza e tutto sarò per te quello che vorrai.

15. Tu sei nato e fatto per me; la tua vita, il tuo fine, i tuoi giorni io ho numerati; fin dalla cuna ti ravvolsi nell'oscurità fra gli uomini, e a te stesso; solo a me era noto il mistero della tua vita.

16. Fino dalla prima tua età adolescente principiasti ad alzare la tua altera ed energica fronte ed il tuo naturale sapere, la tua eloquenza come un raggio di novella luce principiava a risplendere sul mondo fra gli uomini.

17. Io non volli che tu sorgessi tale ed essere conosciuto innanzi tempo e rischiarare col tuo novello lume quelle palpanti tenebre, nelle quali era sepolta, ed è tuttora, l'umanità prevalsa e corrotta in ogni genere di empietà di vizio.

18. Ciò Io volli che fosse, perché tu a Me eri consacrato e non permisi che il mondo a te fosse propizio e ai tuoi voleri in dedicarti a quelle nobili passioni, che principiavano a fomentarti segretamente in cuore.

19. Io mi opposi al tuo giovanile ardimento e volli che il tuo sapere e la tua eloquenza della quale aveva dotato la tua natura, occulti stessero fino alla pienezza dei tempi.

20. Io permisi, che per volere dei tuoi genitori, ti venissero arrestati quei passi, che nel tuo giovanile ardimento altero andavi facendo, e come gigante ti ergevi fra i figli degl'uomini in ogni umano sapere con sovrumana eloquenza.

21. Io in un modo arcano abbassai il tuo giovanile orgoglio dividendoti dai tuoi genitori e dai tuoi più cari, congiunti, precettori, ed amici e ti trassi lungi da essi.

22. Ti sottoposi alla fatica, al disagio e solo ti trassi in luoghi solitari e deserti e per i tuoi amici e compagni ti diedi giumenti, armenti e fiere.

23. Qui ti piegai al tuo giovanile orgoglio, come vigoroso virgulto che sorge fra mezzo a frondosa pianta, che invigorita dall'umor del centro, si sopravanza a tutte le altre fronde.

24. Tale tu sorgevi vigoroso fra mezzo alla pianta frondosa dell'umana famiglia, poiché dal centro ti veniva, quel vigore e quella forza del tuo sagace e sapere eloquente.

25. Io tale ti volli e ti voglio per la procedenza dei padri tuoi ed è ciò che io contribuiva coi doni in te di un mistero tale, dove tu eri e sei in Me, ed Io in te congiunto sono.

26. Tutto questo io preveduto aveva, fino dai primi padri tuoi, poiché la progenie incorrotta del sangue tuo, discende fino dal primo, a me caro figlio, terzo figlio dell'uomo.

27. Da questo 3° figlio dell''uomo, a me sì caro, discesero di tempo in tempo altri figli a Me cari, quanto esso, poiché erano questi il mio amore, il mio affetto, il mio cuore.

28. Di questi a me cari figli, dai primi tempi fino al tuo tempo, che è la pienezza dei tempi, tu figura sei ed essi di te figura sono in ogni coincidenza d'avvenimento umano passato, presente e futuro, preordinato nei miei arcani disegni.

29. Di tutto questo Io ti feci prevenire con misteriose parole, dall'uomo delle tue sovrumane conferenze, allorché ti trassi in luogo deserto ritirato dal mondo. Ora Io più chiara ti dimostro la misteriosa progenie degli avi tuoi, e i fini, e le coincidenze che raggiungi in essi.

30. Tu figura sei del 2° e 3° figlio dell'uomo nel sacrifizio, nella fede e nell'ubbidienza e nel diritto di ascendenza loro sul culto, sulla legge e sulla giustizia.

31. Tu figura sei, del primo a me caro figlio del 3° figlio dell'uomo. Esso nacque per Me e tuttora vive per Me, per i fini miei; tu pure sei nato per Me, e vivi per Me per gli stessi fini.

32. Tu figura sei del 2° a Me caro figlio, del 3° figlio dell'uomo: esso salvai dalla generale corruzione degli uomini e gli feci costruire un'arca di legno pei fini miei. Tu figura sei di esso, perché una nuova Arca mi devi costruire di pietra pei fini miei.        

33. Tu figura sei del 3°, a me caro figlio, del 3° figlio dell'uomo: esso fu forte nella fede, volenteroso al sacrifizio, cieco nell'ubbidienza. Tu esso figuri, perché forte fosti nella fede, volenteroso al sacrifizio, e perché ciecamente credi ed ubbidisci alle mie parole.

34. Tu figura sei del 4°, a me caro figlio, del 3° figlio dell'uomo. Esso fu a me fedele, ubbidiente, valoroso e terribile per la rigorosa osservanza del culto, della legge e della giustizia e per i miei nemici.

35. Tu esso figuri, perché fosti fedele ed ubbidiente alle mie parole, e perché sei severo, valoroso e terribile per la rigorosa osservanza del culto, della legge e della giustizia e terrore e sterminio dei miei nemici.

36. Tu figura sei del 5°, a me caro figlio del 3° figlio dell'uomo, esso mi amò con fede e sincerità di cuore, mi servì fedelmente e mi onorò nel culto e nella legge coi suoi sermoni, e colle sue massime, ed è perciò, che Io l'unsi sacrandolo al diritto del culto e della legge.

37. Tu esso figuri, perché mi ami con rettezza e sincerità di cuore, mi servi fedele e mi onori coi tuoi sermoni, e colle tue massime, perciò ti ho unto e consacrato al diritto del culto e della legge nell'osservanza della più rigorosa giustizia.

38. Tu figura sei del 6°, a me caro figlio, del 3° figlio dell'uomo, e figlio dell'amor mio, parte di Me medesimo, addivenuto verbo nella natura umana, onde apportare redenzione e salute agli uomini.

39. E tu sei che devi adempiere alle promesse, che fatto avevo ai padri tuoi nel diritto dell'arcana ragione del diritto umano e divino, che ciò contratto aveva con costituite alleanze di fede e di giuramento.                        .

40. Come tu, il figlio mio figuri nel diritto di natura umana o divina, ed in Esso Me pure figuri nei diritti dell'arcana ragione del diritto nel completo adempimento di redenzione sugli uomini.                                          

41. Ciò deve avvenire nel diritto della missione spettante al Mio Santo Spirito, che pure esso figuri, istitutore di una nuova religione, la quale in un sol culto, e in una sola legge deve raggiungere il fine e lo scopo dei miei preordinati disegni.

42. In te racchiudo altro grande mistero; poiché nella tua missione, che rappresenti Me, il mio figlio ed il mio Santo Spirito, e tutti i diritti di natura umana e divina, sopravanzi nella tua dignità del culto e della legge, come altra volta ti dissi.  

43. A tal fine Io ti creai e sempre a me fosti caro, pure in quel tempo, che Io permisi, che tu vivessi lungi da me, fatto servo delle passioni disordinate e del vizio.

44. Il sapere, l'eloquenza, il potere, la forza, il consiglio, l'amore, la carità, la giustizia, la fede, sono tutte doti, che Io ho gratuite in te nella tua natura senza cultura di umano insegnamento.          

45. Io ti volli distinto nel tuo nascere fra gli uomini per due evidenti e misteriosi segni: di doppi occhi, che Io feci vedere in te, e di doppia lingua, allorché alla luce venisti.                                 

46. Questi segni in te altro non erano che simboli della tua misteriosa natura pei designati tempi in due nature distinte, l’una apparente, e l'altra invisibile al vedere e sapere degli uomini.

47. Io sono, che opero in te, e tu in Me vedi quello, che in te non vedi umanamente. Tu umano sei, ma sovrumana è in te con Me la tua natura umana.

48. Tutto questo in te si opera, nel fine d'ogni fine umano e divino; tu sei principio e termine di ogni compiuto effetto di completa redenzione sui figli dei figli degli uomini.

49. Tu sei termine fisso di tanta redenzione, nella quale stanno congiunte tutte le beate felicità sempiterne nella futura progenie di tutta l'umana famiglia.

50. Di questo così felice e beato avvenire Io previdi ed ho preveduto il mondo per simboli diversi ed in epoche diverse con chiarissimi segni della tua venuta fra gli uomini colla procedenza dei diritti nelle ragioni suddette.

51. Tu stesso di te hai ragionato vaticinando e raggiungi le coincidenze arcane di tutti i vaticini ed eco sei della loro e della mia voce per quanto ho fatto parlare di Me in te e in loro.

52. Tu sei del mio e del loro linguaggio, sonora e squillantissima tromba, di cui Io ripercuoterò il tuono della mia nella tua voce dall'uno all'altro polo della terra.

53. Sì, la tua nella mia tremenda voce risveglierà tutta l'umanità, che sonnacchiosa dorme nel mortifero sonno d'ogni empietà, d'ogni errore, d'ogni delitto.

54. Io in altri ed in te tanto ho detto e dirò che or tutti sanno e sapranno, se vogliono, i potenti, i popoli e le nazioni, che tu sei quello, che Io promisi loro dopo la prima venuta del figlio mio fra gli uomini.       

55. Tu chiedi a me quello, che vuoi nelle ragioni del diritto di natura umana, che tutto avrai. Io solo mi riserbo la ragione, che mi è dovuta, di natura divina, nel diritto dell'arcana legge del diritto.

56. Questa ragione sola io mi riserbo, e con questa agirò nella parte distinta del figlio mio da Giudice severo e terribile: tu con me ti lotterai nelle ragioni, come dissi, della natura umana.

57. Alzati dal suolo, solleva la tua ardimentosa fronte e a Me tu parla e difendi le ragioni dell'umana natura; per essa esponi quello che Io ti ho impresso in cuore di alti pensieri, superiori al sapere della stessa umana natura.

 

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PARTE   III.

 

L’UOMO CHE PARLA A DIO.

 

1. Mi alzai dal suolo tutto confuso e tremante, e nessuna parola io ardivo proferire davanti alla tremenda faccia di Dio, ma una forza arcana mi costrinse a parlare e così venni dicendo.

2. Signor mio, Voi mi amate e mi amaste fin dal mio nascere. Io lo vedo e lo sente il mio cuore, e chi son io che tanto a Voi mi stringo nel Vostro amore, nel Vostro affetto, nel Vostro cuore?

3. Dio mio, Signor mio, io mi dichiaro indegno non solo di esser amato da Voi che tutti amate nella Vostra bontà e somma clemenza; ma mi riconosco per quello che sono, che altro non sono che un empio.

4. A nulla son buono, Signor mio, ed è perciò che nulla Vi chiedo, né per gli altri, né per me; solo oso chiedervi il perdono ed il castigo dei falli miei, null'altro di più Vi chiedo.

5. Voi Signor mio, conoscete profondamente il mio cuore, l'anima mia. Io son disposto a servirvi, quando Voi lo volete; eccomi pronto ai Vostri cenni: ogni fatica, disagio, periglio affronterò se il volete, di nulla io temo quando con me Voi siete.

6. Qui mi chiamate, qui vengo se qui mi volete. Io fra queste rupi giorno e notte, pregherò contrito pei falli miei, e me stesso sottoporrò al rigore della pena dovutami.

7. Mio Signor, Dio mio, compatite i miei risentimenti del mio fiero e superbo ardimento. Le mie fralezze tutte compatite, e fate che d'ora in avanti mi faccia degno di Voi.

8. Umiliatemi, Signor mio, della mia pertinace superbia, e fiera natura; fatemi saggio e mite, quanto Voi mi volete, onde mi possa meritare con le opere una minima parte del Vostro amore e del Vostro affetto.

9. Ciò non chiedo per me, Signor mio, ma lo chiedo per Voi, se volete che io Vi serva con decoro della Vostra Maestà suprema; io non posso essere degno di Voi se Voi stesso non mi purgate dalle tante immondezze che di Voi mi rendono indegno.

10. Io mi riconosco, Signor mio, un peccatore indegno del più infimo bene di questo mondo. Se Voi mi amate è perché siete un mare di amore, di bontà e di clemenza senza fine; ed io sono l'estremo di ogni nequizia umana.

11. Lasciate, mio Dio, che consumi il resto della mia vita fra queste solitarie rocce, dimenticato da tutti, di me non vogliate servirvi, poiché altri, se volete, potete erogare a così grande e dignitosa missione.

12. Lasciate, oh, sì lasciate, Signor mio, che io Vi ami, Vi onori e Vi glorifichi nel mio silenzio fra questi eccessibili monti, fra il gemito e le lagrime del mio pentimento, perché Vi ho tante volte crudelmente, offeso.

13. Fate, Signor mio, che tutto quello che avete erogato in me pei Vostri fini, possiate erogarlo in altro del sangue mio, ed a qualunque, che Voi volete poiché dal fango della terra Voi suscitate il più grande fra gli uomini.

14. Ciò non dico, Signor mio, per rinunziare alla faticosa e perigliosa missione, perché il mondo mi è così avverso e nemico; ma perché troppo severo e terribile Vi riconosco per la giustizia.

15. No, no, Signor mio, non mi vogliate incombensare a tanto: Voi vedete il mio cuore; l'amore, la carità e la giustizia per me sono un fuoco che d'inestinguibile fiamma ardono il mio petto.

16. Se questo fuoco estinguerlo io lo dovessi nei rigori dovuti di questi santi principi, Voi lo vedete Signor mio, cosa farei di me stesso e degl'uomini.

17. Da che Voi mi creaste, Signor mio, dandomi il lume della ragione, fin dai più teneri anni sentivo l'ardore in me di questo fuoco e sempre più mi venne crescendo, crescendo gli anni.

18. Voi, Signor mio, volete che i Vostri servi siano umili, mansueti e pietosi. Io, se Voi non mi fate, (per l'affetto del troppo rigor di giustizia), tale non sono.

19. Io mi riconosco, Signor mio, solo esser degno di vivere fra queste rocce, aspre e deserte montagne fra le fiere, perché io troppo misero e fiero sono e indegno di convivere e conversare cogli uomini.

20. Lasciatemi, oh sì lasciatemi, Signor mio, che io me ne viva solo. No, non mi mandate fra gli uomini a giudicare delle ragioni che esposto mi avete, io non son buono di far tanto e non desidero il farlo.

21. Voi troppo bene mi avete fatto conoscere quanto sono cari e preziosi agli uomini gli onori e le dignità su questo cieco e tristo mondo, di modo che Voi vedete quanto è perigliosa per me questa grande e sublime impresa.

22. Voi lo vedete, Signor mio, che io col mio troppo fiero ardimento sarei oltremodo severo e terribile per togliere agli uomini i loro vani affetti umani.

23. Io vorrei, che il primo affetto dell'uomo sul mondo fosse per la fede, per la carità e per la giustizia; questi dovrebbero essere i tesori, il nostro trono, il nostro regno, il nostro tutto, Signor mio.

24. Io non Vi chiesi, né Vi chiedo nulla per me, né per gli altri, come Vi dissi, Signor mio; ma Voi comprendete che io Vi chiedo assai, che troppo audace son nel domandarvi tanto, quanto a me non conviene.

25. Solo, Signor mio, Vi espongo i miei pensieri, che ciò comandato mi avete, col mio troppo fiero ardimento. Voi me li avete impressi in e cuore; a Voi dunque spetta il giudicare e disporre di me come volete.

26. Io, Signor mio, mi getto umiliato a Voi nuovamente al suolo come un importuno e schifosissimo verme di questo mondo; parlate, disponete di me che io Vi ascolto.

27. Io fra il tremore e il terrore della Vostra tremenda voce non ardisco sollevare la fronte a Voi, Signor mio, perché il Vostro sguardo mi ferisce come un colpo di fulmine.

28. Sì discendo, odo nuovamente la tuonante e più tremenda voce di Dio, che il romor fremente delle rocce, dei monti e delle valli era tale che l'un coll'altro pareva a me che si percuotesse insieme.     

29. Nuovamente, come colpito da un fulmine cado rovescio al suolo e morto sarei di terrore e di spavento se grazia non mi fosse concessa da Dio di vivere, onde esser spettatore di sì grande prodigio e riferirlo agli uomini.

30. La tremenda voce di Dio nuovamente mi parlò, ma più tremenda assai di quello che io dico, poiché confronto non vi è nel fragor del turbine, né nei frementi flutti marosi e così venne dicendomi.                   

 

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PARTE   IV.

 

IDDIO, CHE PARLA ALL'UOMO.

 

1. Uomo, a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, assai dicesti, assai chiedesti, non per i tuoi né per gli altrui bisogni e favori, ma per i dovuti diritti di rigor di giustizia.

 2. Il tuo ardimento è il fuoco che abbrucia il tuo seno. Io sono quell'ardimento, quel fuoco in te; Io sono che ti guido nel rigore, nel zelo dell'amore, della carità e della giustizia.

3. Lascia che i figli della corruzione e dell'empietà si oppongano ai miei nei tuoi disegni: nulla di più gli sarà permesso del limite della loro empietà; il tempo è giunto che debbono esser fino ad uno estinti dal mio nel tuo potere.

4. Se essi t'inseguono insidiandoti alla vita, come fiere disumane e crudeli, tu qual robusto e svelto cervo corri a Me sulle alture di questi eccessibili monti, onde salvarti dagli artigli delle crudeli zanne dei tuoi e dei miei nemici.

5. Fra breve tempo qui verrai a salvarti fra queste rupi stanco, anelante, pieno di timore e di affanno, tutto tremante come fragil canna, vinto ed oppresso dalla tua fralezza e debolezza umana.    

6. Qui stanco dal tuo viaggio ti assiderai, dormendo sotto a coteste rupi e cotesti tronchi. Io vedendoti così misero ed afflitto a te verrò vegliando al tuo sonno e svegliato con te sarò e tu con Me sarai.

7. Tremante ed irrigidito dal freddo ti alzerai dal tuo giaciglio, e fra il timore e il buio della notte, fra la pioggia e il sibillar dei venti e della tempesta Me chiamerai ed Io a te verrò ad avvalorarti portandoti luce e fuoco, e ciò che ti abbisogna.

8. Rammentati di Me in talora, non ti fidar di te stesso lasciandoti in balia della passione del dolore e del tuo fiero ardimento, non ti rivolgere sdegnato contro coloro che ti avverseranno nei tuoi nei Miei principii insidiandoti alla vita.

9. Su i tuoi e Miei nemici guardati di non avere pretesa di ragione alcuna nei sentimenti di vendetta; a Me rimetti la causa d'ogni ingiusta azione che ricevi dagl'uomini, che Io per te farò le tue e le Mie difese.

10. Di tutto il male che ricevi dal mondo a Me fanne querela e tutto tollera e perdona e la tua natura vinci, e sopporta paziente il peso d'ogni tua sventura.  

11. Pensa che il tuo sdegno provoca il mio sdegno e ciò che far non devi non lo farai se pure ti trovassi cimentato a farlo per qualunque ragione.

12. Ciò ti prevedo perché il fiero ardimento non ti renda orgoglioso e superbo; rammentati che sei polvere e misero verme, nulla di più sei se da me un sol momento ti dividi colla mente e col cuore.

13. Questi ed altri avvertimenti Io ti darò del tuo futuro avvenire e d'esempio ti sieno per doverti contenere nei risentimenti suddetti e nell'amore: di te stesso te stesso vinci.

14. Io non Mi servo di te perché degno o indegno tu sei, ma perché sei il 7° a Me caro del 3° figlio dell'uomo. Tu degno di Me sarai quando lo vuoi perché Io lo voglio.

15. Tu il simbolo sei del figlio Mio e del Mio Santo Spirito nell'alta dignità della tua nella Mia e nella loro Missione, ed è per questo che la tua vita mortale deve passare sotto il Mio strettojo delle più dure prove che Io ti ho posto e ti porrò d'ora in avanti.

16. Fra breve tempo come ti dissi, questi ed altri monti, come solitarii, aspri ed eccessibili ti assegnerò per tua dimora per alcun tempo, solo che il vento, la pioggia, la tempesta e le fiere ti saranno amici e compagni; ma Io sarò sempre con te e tu con Me sarai.             

17. Non temere di nulla se pur su te ti sembrasse subissare il cielo e la terra, poiché Io permetterò tutto questo onde metterti pure alle dolorose prove del maligno spirito di averno, perché esso non vede in te quello che con Me tu sei.

18. Questo maligno spirito ti tenterà in ogni modo qualunque, nella fralezza della tua umana natura; dimentica te stesso, quando esso a te verrà sotto qualsiasi forma, pensa e confida in Me e non temer di nulla.

19. Esso maligno, superbo, lusinghiero, ingannatore a te verrà in forma del tuo figlio della tua figlia e della tua moglie, supplichevole e piangenti, per trarti fuori con falsi pretesti da questi monti ed indurti al periglio.

20. Non credere a tutto questo, se pure sembrassero a te reali i segni, le forme, la voce, i motti e le parole, pure nelle espressioni più vive, veraci e segrete del tuo e del loro cuore.

21. Più oltre si estenderà, onde provarti, il tuo ed il Mio insidiatore nemico; sotto altre finte forme a te verrà d'eleganti ed avvenenti fanciulle, sotto finte proteste d'amore e di tenerezza per te con aspetto il più modesto ed umile.

22. Esse diranno essere venute a te mosse da zelo di fede e di carità, avendo saputo delle cose tue e come ancelle per la causa tua si offriranno, dicendo volerti seguire per la gloria di Cristo, nelle tue intraprese.

23. Esse per tanti e tanti modi ti pregheranno, ti supplicheranno lagrimanti e piangenti, onde indurti a credere alla loro fedeltà, al suo reale aspetto di fatti e di parole.

24. Non credere loro a qualunque apparenza di reale aspetto poiché tutto dei tuoi umani affetti potrà ingannarti, solo che il tuo cuore non ti ingannerà, perché in esso Io sono in te, e non ti abbandono.

25. In tante altre forme, a te verranno, di persone dignitose ed eminenti, congiunti, amici, sotto finte forme e falsi pretesti di ogni ingerenza, a te appartenenti di somma importanza; non creder loro in vista di qualunque siasi reale apparenza.

26. Rammentati che in questo tempo, come ti dissi, nessuna vivente creatura umana, sotto qualsiasi pretesto a te venire non deve. Io solo sarò con te nel tuo cuore: mai ti lascerò, perché lasciandoti cadresti in periglio.

27. Tu povero figlio della colpa, molto caro Mi sei, perché 7° figlio del 3° figlio dell'uomo e 15° servo delle mie alleanze contratte ed istituite cogli uomini.

28. In tempi da me disegnati ebbi sempre caro un rampollo della lunga progenie del 3° figlio dell'uomo; fra questi nove sono di alleanza incompleta e sei di completa alleanza: tu l'ultimo sei fra questi, per cui in te ha termine ogni alleanza.

29. Più volte questo a me caro sangue, per la crudele avidità degli uomini, cadde dal trono alla polvere e più volte lo suscitai dalla polvere al trono per i Miei preordinati disegni.

30. Di te or Mi servo traendoti dalla polvere e dall'oscurità di questo a Me caro sangue, ed a te offro in dono nel patto della nostra alleanza, tutta la pinguedine della terra.

31. Rammentati che tutto quello che è avvenuto ed è per avvenire, nelle alleanze che Io ho contratte contrarrò per ultimo con te, sono sempre state condizionate per vaticinii innanzi tempo.               

32. Io non posso, volendo, dare effetto ad un mio qualunque preordinato disegno se esso non viene eseguito dagli uomini, secondo i patti stabiliti a condizioni diverse.

33. Lascia che avvenga tutto ciò che Io permetto e voglio! nei fini Miei è sempre il fine al bene; poiché sottraggo per confusione degli empii dal male il bene; ed il grande dal nulla Io traggo; ed al nulla Io riduco il grande.

34. Chi sono davanti a Me tutti gli uomini grandi della terra? Altro non sono che atomi di aspirata polvere. Io li distruggo e li riduco al nulla, quando lo voglio.

35. Nei fini Miei alcune volte suscito un empio dalla polvere al trono a solo fine di punire gli empi ed in fine insieme agli empii l'empio ancor punisco.

36. Questo Io faccio non perché lo voglio ma perché gli empi il vogliono; Io tutto accordo quello che Mi si chiede in condizione però di meriti in qualunque altra siasi a Me richiesta.                                  

37. Io non posso, volendo, contraddire a Me stesso nella ragione, e nell'oggetto della mia essenziale ed imparziale giustizia donare il bene a chi del bene non ne conosce ed apprezza il merito.

38. Questo è il fine per cui Io non volli e non voglio in nessun tempo che nessuno dei miei cari figli del 3° figlio dell'uomo cedesse alla corruttela degli empii, ma che gli empii accedessero ad essi colle loro corruttele.          

39. In più modi Io volli e voglio provar l'altrui e la tua, fede degli uomini; questo è l'ultimo esempio che Io darò loro ed in te proveranno Me, quanto sono clemente, giusto e terribile.

 40. Domanda a Me per essi e per te le tue ragioni nel diritto di natura umana, come ti dissi. Io ti ho esposto i Miei fini, che deciso Io sono di estirpare gli empii senza pietà, senza riserva alcuna.

41. Parla a Me, che Io lo voglio, 7° figlio a Me caro del 3° figlio dell'uomo! Proponi al Mio sdegno le ragioni che credi; Io ti ascolto e mi mitigo ancora, se diritto e ragione avrai nell'arcana ragione della Mia imparziale e severa Legge del Diritto.    

 

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PARTE V.

 

L’UOMO CHE PARLA A DIO

 

1. Dio mio, io inorridisco in udirvi proferire a me simili parole, mi dite che Vi domandi quello che voglio nelle ragioni del diritto di natura umana; e cosa dovrò domandarvi su ciò Signor mio?

2. Io comprendo bene, Signore, che Voi volete in me l'ultima prova del mio ardimento, additandomi le mie e le altrui empietà degl'uomini, e volete che di esse io mi discolpi e mi difenda davanti al Vostro Divino sdegno.

3. E come a me domandare ragione di tutto questo, Signor mio? Io altro non Vi posso esporre dicendovi che facciate di me quello che Voi volete, io non ardisco per mio conto né discolparmi né domandarvi nulla.

4. Voi vedete, Signor mio, e conoscete il mio cuore se prescelto avete il tempo di punire le nostre empietà sul mondo, Io non mi oppongo alla Vostra imparziale e severe giustizia, ma desiderio avrei di mitigare alquanto il Vostro sdegno.

5. Eccomi, Signor mio, col mio ardimento ad aprirVi il mio cuore, ma non intendo aver pretesa alcuna né per me né per gli uomini, solo nelle ragioni di natura umana Vi propongo, come pensa il mio cuore.

6. Voi a me comandate che parli, esponendovi le mie e le altrui ragioni, le quali davanti a Voi, Signor mio, conosco troppo bene, che non hanno alcuna pretesa di diritto; con tutto ciò. Ve lo propongo perché Voi lo volete.

7. Quel tremendo editto che Voi mi comandaste propagare agli uomini è un avviso del Vostro Divino sdegno, ma mitigarlo potreste nelle condizioni, che posto avete nella mia e nella loro, colla Vostra alleanza.

8. Io sono quello che dar contezza devo al mondo di un tanto avvenire mostrandogli colle parole e coi fatti che Voi siete, mio Dio, che operate, in Me nel sapere, nel potere e nella forza.

9. Ma come far questo, Signor mio, come, se Io col mondo non posso venire a patti amichevoli perché la maggior parte degli uomini non crede alle Vostre nelle mie parole?

10. Molti e molti si frappongono ai Vostri nei miei disegni ed iniquamente mi giudicano, dicendo che il mio sapere, il mio potere nella forza dei Vostri nei miei trovati, son tutte arti di diabolico inganno.

11. Ciò che dico a loro di Voi, Signor mio, credono in me un artificioso raggiro, onde aprirmi la strada al potere ed alle grandezze umane per indiretti fini.

12. Io ogni modo se io parlo esponendo il vero secondo i diritti della carità e della giustizia contro la cecità e l'errore di molte false dottrine degli uomini, malamente mi accusano.

13. Se io dovrò coll'applicazione delle verità e delle ragioni della Vostra arcana legge del diritto distruggere e dissipare fra gli uomini i loro idoli vani, falsi e bugiardi, sarò un empio per essi.

14. Se io devo diradicare dal seno dei popoli le disordinate passioni, nelle quali sono involti la maggior parte degli uomini con doppie catene di ferro, in che modo, Signor mio, dovrò io salvarli?

15. In niun modo, Signor mio, potrò salvarli da questo iniquo mondo, che così barbaramente li tiene avvinti; solo che coi fulmini della Vostra nella mia potenza, spezzando in modo prodigioso le loro catene.

16. Io vorrei, Signor mio, se possibile fosse, rompere e stritolare le loro catene e renderli salvi dalla barbara servitù di questo iniquo mondo, che così vilmente li rende schiavi del maligno averno.

17. Voi lo vedete e lo sapete, Signor mio, quanto il mio cuore è amante della giustizia, altrettanto lo è per la carità. Io tutto farei, se possibile fosse, onde salvar dalla morte pur quelli che a me tentano la vita.

18. Voi, Signor mio, creandomi dal nulla per i Vostri preordinati fini, mi donaste un cuore sensibile all'eccesso nell'estremo della carità e della giustizia.

19. Queste due sublimi virtù, che io tengo impresse nel cuore, Signor mio, no, non sono virtù delle quali me ne posso pregiare, perché sono le Vostre; di mio altro non ho che imperfezioni, reità, delitti.

20. Se tanto in me Voi imperate, Signor mio, nell'amore e nella forza del fuoco ardente di queste sante virtù, come mitigarmi nell'ardimento della mia troppo fervida fiera e superba natura?

21. Se Voi cercate in me, Signor mio, nulla trovate di buono che sia degno del Vostro amore e del Vostro affetto, solo che il mio cuore; ma questo umano non è, perché non nutre umano affetto alle cose vane e caduche di questo mondo.

22. Io come vedete, Signor mio, faccio continua guerra a me stesso e a quell'amore che dall'umana natura avviene e freno il mio ardimento ponendo me stesso ai rigori dovuti a me stesso.

23. La mia natura troppo audace ed ardimentosa, sempre lotta colle passioni disordinate della mia stessa, natura umana, solo che il mio cuore resta tranquillo e mai si piega ai sensuali affetti di me medesimo.

24. Come, Signor mio, esser potrà che un uomo misero come sono debba reggere colla propria fralezza umana a così grande ed alta missione, la quale sopravanza alle forze dell'umana natura.

25. I miei pensieri, le mie miserie Voi le vedete, Signor mio, non vi è bisogno che altro Vi dica; la Vostra bontà, la Vostra somma clemenza saprà compatirmi nelle mie ardimentose proposte.

26. Io vorrei, se modo e maniera vi fosse nella Vostra somma bontà e sapienza, Signor mio, fare che tutta perisse l'empietà fra gli uomini, ma senza che l'uomo perisse fra l'empietà.

27. Io comprendo, Signor mio; l'empietà in ogni tempo è sempre stata presaga di castighi di flagelli e di sterminio nei rigori della Vostra tremenda ed imparziale giustizia divina.

28. Con tutto ciò Voi potete se volete, Signor mio, mitigare in parte il Vostro furore, il Vostro sdegno e per altri mezzi punire le nostre empietà ed evitare un sì grande scempio, come Voi mi avete additato, della povera umanità.

29. Voi comprendete, Signor mio, quanto il mio cuore Vi vorrebbe dire nella ragione d'interpormi a quello sdegno che Vi costringe ad agire severo sugli empii.

30. Voi, Signor mio, volete prevalervi dei Vostri diritti di suprema Maestà divina coi rigori dovuti alla Vostra arcana ragione della legge del diritto onde l'empietà non domini la Vostra giustizia.

31. A questi ultimi accenti io caddi per la terza volta, come morto, al suolo colpito altra volta dallo sguardo fulmineo e terribile della faccia di Dio e la Sua voce tremenda, nei modi suddetti, così nuovamente parlommi.

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PARTE VI.

 

IDDIO, CHE PARLA ALL'UOMO

 

1. Uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, parlasti e dicesti il vero; i tuoi pensieri, il tuo risentimento sono una forza in te che contrasta lottando colla forza Mia.

2. Tu non Mi chiedi, ma vuoi e non vuoi, ch'Io voglia, ma vorresti a un tempo e non vorresti e quello che Io voglio, vorresti, ma non vorresti poi quello che Io voglio.

3. Io comprendo bene cotesto tuo arcano e misterioso linguaggio come a me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo; i tuoi pensieri così nobili e sublimi non sono di umano sapere; la tua pietà, la tua giustizia tocca il mio cuore.

4. Questo tuo pietoso desio ascende potente alla gloriosa lotta delle due nature; umana e divina. Tu valoroso, con Me lotti, qual novello Israello, figlio a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo.

5. Esso lottando collo Spirito mio ebbe vittoria nel suo nobile ardimentoso desio, lo benedii e gli promisi alleanza nella progenie dei figli suoi, da cui ebbe origine la gloriosa stirpe dei servi Miei.

6. Io Mi tengo sempre obbligato a quelle promesse e non posso per tutto questo oppormi alle ragioni che tu pretendi per essi nei diritto di natura umana nella discendenza dei figli loro.

7. È vero, uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, no, non vi sono ragioni bastanti fra tutte le umane ragioni, che si possano opporre al tuo così alto e nobile ardimento.

8. Una ragione vi è sola, mio caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, che si oppone alla ragione del diritto divino e questa è la ragione arcana della legge del Diritto.

9. Eterno Io sono ed eterno è con Me il rigor di giustizia; l'amore, la carità, la pietà, sono attributi in Me d'ugual potere ché il rigor di giustizia, ma vi è sopra a questi l'arcana ragione del Diritto.

10. Questa è la sola che impera al Mio potere supremo e questa subentra ad ogni rigore di giustizia nel diritto umano e divino e vuole e comanda all'amore, alla clemenza ed alla pietà di agire nei loro diritti di rigore dovuti all'arcana ragione della Legge del Diritto.

11. Tu ben comprendi, Mio caro 7° figlio del 3° figlio dello uomo che non v'è ragione che si frapponga alla arcana ragione del Diritto; questa racchiude in sé ogni ragione di giustizia di natura umana e divina.

12. In questa ragione arcana della Legge del Diritto si racchiude un essenziale dovere di rigore d'imparziale giustizia di tutto il supremo potere dei miei attributi.

13. Questo è il forte della mia nella tua lotta, mio caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo; tu coll'eloquenza del tuo umano ardimento ti interponi al Mio furore, al Mio sdegno che ho contro i figli dell'empietà e dell'ingratitudine.

14. Essi hanno irritato il mio sdegno colla loro maligna e pertinace superbia, opponendosi al mio nel tuo volere, ai rigori di dovuta giustizia della Mia, emanata in te, rigorosa nuova Legge del Diritto.

15. Tu nuovo Israello prendi le loro nelle tue difese, lottando valoroso con Me e nel tuo dire comprendo quell'arcana sapienza che ti guida e ti dà tanto ardimento.

16. Tu sorreggi con sì nobile ardimento, a un tempo il Diritto delle due nature: umana e divina; ed a questo tuo supremo desio fanno contesa in te la pietà e la giustizia.

17. Ma la giustizia e la pietà s'ergono a me col brando in pugno, colla ragione arcana del Diritto ed ambe d'accordo si muovono indivisibili alla contesa nel rigore dei loro diritti dovuti.

18. Ciò alla giustizia ed alla pietà conviene che indivisibili sono, rigorose, imparziali e severe nelle alleanze dell'arcana Legge del Diritto per decoro dovuto alla Mia suprema Maestà Divina.

19. Questa è la pugna orribile che intrapresi con questa arcana ragione del Diritto, Io, come Creatore, contro le creature nel mio Celeste Regno, allorché a Me si ribellarono gli Angeli.

20. Questi innumerevoli stuoli si opposero orgogliosi superbi e pertinaci al mio supremo potere di Maestà divina, volendo con violenza derogare il diritto della ragione arcana del Diritto.

21. Io volendo, a così superbo e pertinace orgoglio, non potevo col mio amore e colla mia clemenza porvi un riparo, poiché Io ero e sono che impero e regno sopra ogni altra forza e ragione nell'arcana ragione della Legge del Diritto.

22. Per il diritto di quell'arcana ragione Io dovetti agire ed agisco nei rigori di dovuta giustizia severo e terribile contro i superbi, pertinaci prevaricatori.

23. Questi promossero e promuovono tuttora il Mio sdegno, il Mio furore e li percossi e li percuoto male dicendoli eternamente e li subisso nel regno delle tenebre del dolore e del pianto.

24. Dal Mio celeste regno ebbe origine questa eterna pugna nella ribellione delle creature col Creatore, ed avversione del male al bene, opponendosi all'arcana ragione della Legge del Diritto.

25. La potestà suprema della ragione arcana della legge del Diritto vuole che Io, come Creatore, regni ed imperi sopra a tutte le creature, poiché il diritto lo richiede nella qualificata ragione.

26. Se Io agisco severo e terribile contro la perversione pertinace e superba degli empii, non è perché Io lo voglia, ma perché lo devo per rigore d'imparziale giustizia.

27. Io non potevo e non potrei per effetto di clemenza di bontà e di amore far prevalere l'empietà più oltre della prescritta ragione della Legge del Diritto.

28. Questo esser non poteva e non può in eterno perché Io eterno sopra a tutti, regno nella suprema ragione arcana della Legge del Diritto.

29. Tu, uomo a me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, sostieni da valoroso con Me la tua dura lotta interponendoti mediatore al Mio furore, al Mio sdegno, ed adducendomi le ragioni che credi nel diritto di natura umana.

30. Io così voglio, poiché la tua natura umana creai superiore ad ogni altra natura d'uomo, perché lottar con Me tu devi nel diritto pure di sovrumana natura.

31. Se gli Angeli, figli della indignazione, prevaricarono e prevaricano contro di Me in una eterna pugna opponendosi al Mio potere supremo, in eterno Io sarò per loro punitore severo.

32. Ad onta della superba pertinacia degli empii, Io opero nei fini miei sempre in opposizione alla loro maligna ed orgogliosa natura, poiché suscito dalla polvere strumenti grandi e terribili e di essi Mi servo, onde umiliarli e disperderli.

33. In ogni tempo col Mio potere supremo ho fatto prodigi per mezzo degli uomini; maggiormente Io ne farò nei tempi recenti, onde esaltare la Mia gloria colla umiliazione degl'empii, ed edificazione degl'umili.

34. Nella ragione e nell'arbitra volontà che Io accordai alle creature angeliche ed umane, esse abusando del Mio amore e della Mia bontà, a Me superbamente si ribellarono opponendosi alla Mia potestà ed alla Mia giustizia.

35. Con questa orgogliosa, maligna e pertinace superbia questi figli dell'iniquità sempre eccitano dissenzioni, corruttele, empietà, delitti fra gli uomini.

36. Questi figli ribelli e prevaricatori fin dalla loro antica progenie Mi hanno sempre provocato e Mi provocano vie maggiormente alla sanguinosa pugna eccitandoMi nel Mio sdegno al castigo, al flagello.

37. Io ebbi sempre desiderio della pietà e del perdono pure nei figli dell'empietà, ed a ciò provvidi in una seconda Legge di Grazia, e questa doveva redimerli a nuova vita col perdono e colla penitenza.

38. Questo avvenne come avevo promesso fin dai primi tempi ai padri tuoi, uomo a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo; tutto ciò nulla giovomMi per questi empii figli della ribellione e della prevaricazione.

39. Uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, la sanguinosa memoria ti presento del figlio Mio; questa ti basti a dire, che Io devo agire irreprensibile nella totale estirpazione di questi empii figli della superbia e della perversione.

40. Da tutto questo ben comprendi, uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, che a Me per ragione di Diritto agir conviene contro questi empii da Giudice severo e terribile nonché clemente e pietoso.

41. Come potrò Io derogare per qualunque siasi ragione fuori della suprema arcana ragione della Legge del Diritto? Ab aeterno Io non avrei potuto far ciò, ed in eterno non farò ciò che posso pur volendo.

42. Dimmi, uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, tu potresti proporre un pensiero in dire che Io non volessi far quello che far potrei coll'arbitra volontà del Mio potere supremo?

43. Parla ciò che crede e pensa il tuo cuore, esponi le tue ragioni col tuo sublime e nobile ardimento che Io ti ascolto e lo voglio, onde la tua lotta con Me sia prova davanti al mondo della Mia nella tua sapienza, bontà, potere e giustizia.

44. Tu nuovo Israello formerai per Mia e per tua gloria un monumento eterno, onde testimonio sia della Mia nella tua alleanza, unitamente a quella de tuoi alleati; seguaci dei Miei nei tuoi principii.

45. Proponi a Me quello che vuoi, accetta o ricusa al tuo Impero del mondo che Io ti promisi unitamente ai tuoi patti che si conviene e converremo condizionati, all'eseguimento o no dei Miei comandi.

46. Parla proponi di tuo piacimento, uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, quello che vuoi che Io ti ascolto benigno e clemente e tutto quello che a Me tu chiedi, avrai.

47. Tutto Io ti ho dato e ti darò nei convenienti uffici di Diritto sacro e profano per nuove leggi e nuovi riti che a te comandai e comando di eseguire in una rigorosa riforma nella ragione arcana del Diritto.

48. La ragione per cui ti comando di propagare ai popoli ed alle nazioni il terribile editto del tuo nel Mio potere fu perché Io desio avevo, di prevenirti il tempo di questa Mia con te misteriosa lotta.

49. Alzati nuovamente dal suolo e parla a Me col solito ardimento della tua natura fervida fiera e a un tempo mite e pietosa, la quale Io ammirò e Mi compiaccio in Te.

 

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PARTE VII°

 

L’UOMO CHE PARLA A DIO.

 

1. Mi sollevo dal suolo abbattuto e tremante ed esclamai: Mio Dio! come io miserabile creatura umana potrò resistere in sostenere la vista del Vostro così tanto terribile sdegno?

2. Sì dicendo fisso lo sguardo al cielo, dove sempre stava sopra di me l'infuocata nube e dove la faccia risplendente di Dio io vedevo fortemente sdegnata, e così parlai:

3. Signore, Voi mi comandaste di parlare e parlai, di andare e andai, di venire e venni; nulla temei né di leggi né minacce né fatica o periglio; tutto affrontai pieno di ardimento e di fiducia in Voi, mio Dio.

4. Voi vedeste e vedete Signor mio, quanto le crudeltà, degli uomini mi avversano, mi opprimono insidiandomi alla vita e mi costringono ad andare ramingo ora in questa, ora in quella parte di mondo, come un delinquente.

5. Con tutto ciò, Signor mio; non mi lagno di essi, perché Voi lo volete e lo permettete nei fini Vostri per provarmi a un tempo ed umiliarmi del mio superbo ardimento.

6. Voi vedete, Signor mio, che a me non giova lo andar fuggitivo da un luogo all'altro della terra, sconosciuto, or solo, or colla mia povera famiglia, e dovunque io vada m'insidiano e mi perseguitano iniquamente i miei ed i Vostri nemici.

7. Io son venuto, della maggior parte degli uomini, il dileggio, l'obbrobrio, l'eccitamento delle molte e private e sociali contese, di modo che, dicono e giudicano di me, l'uomo più iniquo e scellerato del mondo per il Vostro nel mio rigor di giustizia.

8. Tutto sopporto, con pazienza, il peso delle mie sventure, Signor mio, solo mi lagno per la mia famiglia; essi non possono sopportare un giogo così pesante nella loro troppo tenera età, in così tanta miseria, la quale a loro non converrebbe.

9. Non dico questo, Signor mio, perché sono i miei figli, mio sangue, ma perché troppo soffrono a motivo delle mie empietà ed essi innocenti eccoli esposti a così dolorose prove.

10. Questa per me e per loro raminga miserabile e dolorosa vita, in dover vivere sempre fra il timor, fra le lagrime e il pianto, è un peso, non per me, ma per essi insopportabile, Signor mio!

11. Voi, Signor mio, conoscete lo stato della mia e della loro miseria; dateci fede, forza e perseveranza, provvedeteci in ogni nostro bisogno, poiché siamo vittime consacrate per amor Vostro ai diritti del vero e della giustizia.

12. Di più non Vi chiedo, Signor mio, né per me né per la mia famiglia. Io vado dove Voi mi volete, pure tra le fiere del deserto son contento di stare, quando a Voi piace.

13. RammentateVi, Signor mio, che io lasciai la mia famiglia fra il dolore e le lagrime in povero tugurio di solitaria campagna. Dio mio! Chi li consola, chi terge le loro incessanti lagrime?

14. Ogni giorno, ogni notte, ogni ora, ogni momento attendono ch'io torni a loro, Signor mio, perché gli promisi che tanto lungi non andavo da essi e che presto a loro tornato sarei.

15. Io vedo, Signor mio, la consorte, il figlio, la figlia venire in traccia di me; salgono sulle cime dei monti, attraversano valli e colli nella speranza di trovarmi colà poco lungi da loro.

16. Dio mio, Voi li vedete e udite i loro gemiti; vedete il loro cuore desolato, addolorato ed afflitto. Non di me Vi muova, a pietà che non il merito, ma di loro, deh! consolateli, Signor mio!

17. Come di più potevate affliggere il mio ed il loro cuore, Signor mio, dividendoci lungi l'uno dall'altro in così misera vita? Tuttavia io non Vi chiedo di più né per me né per loro, che la pace nello spirito e la rettezza nel cuore.

18. Questo doloroso lagno che a Voi faccio, Signor mio, non è  perché io non voglio quello che in loro ed in me volete, ma perché temo di non far né io né essi il Vostro piacimento.

19. Io farò tutto quello che Voi mi comandate, Signor mio, tutto io son consacrato a Voi nel Vostro santo servizio e pronto io sono a dare il sangue e la vita onde piacervi e fare quello che Voi volete.

20. Dio mio, Voi vedete l'anima mia, Voi conoscete il mio cuore e quanto io son disposto a fare pel Vostro santo servizio e per la Vostra gloria; rammentatevi della mia miseria e del mio nulla, avvalorandomi colla Vostra grazia.

21. Voi, Signor mio, siete amoroso, benigno e clemente per me per quanto ingrato sono stato e sono per Voi, e mi pregate a domandarvi per i miei e gli altrui bisogni.

22. Ma avvalorate, così dicendomi, Signor mio, ed è per questo che io col mio ardimento Vi confidenzio le mie e le querele della mia sconsolata famiglia e di tutta la povera umanità.

23. Voi siete irritato contro le mie e le malvagità, degli empii con troppe giuste ragioni, Signor mio, ma come noi, misere creature umane, non avremo ragioni e mezzi onde placare il Vostro così tanto irato sdegno?

24. Non io né gli altri con tutte le ragioni dell'umana natura, abbiamo la pretesa, Signor mio, di placare e mitigare il Vostro sdegno, poiché la ragione arcana della legge del Diritto Vi costringe ad agire severo e terribile presso di noi.

25. Io non oso, Signor mio, subentrare col mio troppo audace ardimento a contrastarvi la suprema arcana ragione della Legge del Diritto, ma vorrei dirVi che Voi potreste mitigarvi un poco del Vostro sdegno in forza, della stessa ragione.

26. Ardisco il proporVi questo, Signor mio, perché Voi lo volete e sapete quello che sente il mio cuore e l'anima mia; Voi dovete per dovuto rigor di giustizia punirci severo, ma pur salvateci dal Vostro tremendo giudizio, sebbene degni non siamo!

27. Ciò potreste non per ragione di umano diritto, ma perché Voi, Signor mio, dovete col Vostro amore e colla Vostra clemenza subentrare alle nostre umane ragioni colla Vostra stessa arcana ragione della Legge del Diritto.

28. Voi mi dite che Vi domandi, Signor mio, ma cosa domandar Vi io dovrò? Solo Vi domando di mitigarVi dal Vostro sdegno, che avete contro di noi, misere creature umane.

29. Mi dite pure, Signor mio, se io debbo accettare o rinunziare all'Impero del Mondo a me promesso, che dar volete per i Vostri fini e preordinati disegni? Io non accetto tal dono e completamente il rinunzio.

30. Voi sapete, Signor mio, qual è la mia felicità, i miei onori, i miei titoli, le mie grandezze; l'amor Vostro è il mio tutto e non altro desidero e voglio.

31. Se mi volete in altro modo qualunque, Vostro indegnissimo servo, io lo sarò, ma non vogliate, Signor mio, espormi a tanto colla mia miseria, se non volete che io perisca più misero di quello che or sono.

32. Io condiscendo ad accettare pure quello che Voi volete, Signor mio, ma con patti però: che io voglio trasferire ad altro, il mio impero e le mie grandezze terrene.

33. Io solo mi riserbo, come altra volta Vi dissi Signor mio, il mio nel Vostro cuore, la fatica, il disagio, il martirio per le mie empietà, le lagrime perenni, il pianto.

34. Questo non solo lo domando per me, Signor mio, ma pure per tutta la progenie di figli miei fino alla consumazione dei tempi da Voi disegnati nella mia nella loro colla Vostra alleanza.

35. Nel patto ed alleanza di tutto questo, io voglio con Voi, Signor mio, fare un giuramento eterno, il quale sia di retaggio alla progenie del Sangue mio, di dovervi servire col solo stipendio di campare la vita.

36. Nessuna grandezza, nessuna ricchezza lo voglio su questo misero mondo, né per me né per la discendenza dei figli miei, solo domandovi per me e per essi di essere soldati giurati e fedeli delle Vostre Sante Milizie.

37. Questo solo Vi chiedo, Signor mio, come altra volta Vel' chiesi e mi donaste libertà di fare,  riguardo a ciò, il mio piacimento, ed è perciò che io confido che non vorrete a me revocare le Vostre promesse.

38. Torno a dirVi che io, come la mia stirpe, il sangue mio, siamo militi consacrati in perpetuo al servizio e fedeltà della Vostra santa bandiera di triplice Insegna, la quale a me Voi donato avete.

39. Io come il Sangue discendente dai Sangue mio, voglio essere e voglio che siano dipendenti dal rigore e dalle discipline tutte, Sacre e profane, come i primi e gli ultimi cittadini.

40. Questo è quanto Vi domando, Signor mio, nel diritto degli avi miei: a questi patti, io accetto l'offerta che Voi mi avete fatto e mi fate dell'Impero del Mondo e delle umane grandezze.

41. La mia corona io scelsi, il MIO scettro da Voi io l'ebbi, Signor mio, il mio trono, il mio Impero è il mio nel Vostro cuore, Dio mio! Ciò Voi sapete, altro non Vi domando.

42. Voi, Signor mio, vedete e sapete cosa desidera l'anima mia e il mio cuore. Sì dicendo un colpo, come di fulmine, mi percosse la faccia e cieco rimasi e caddi come morto al suolo.

43. Una moltitudine di, voci udii, commiste a tanto fragore e tremore, che dicevano: IMPERI, IMPERI, IMPERI. Nulla di più compresi. Nuovamente la tremenda voce di Dio parlò dicendomi.

 

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PARTE VIII.

 

IDDIO, CHE PARLA ALL'UOMO.

 

1. Uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, Io ti ho percosso nella faccia privandoti di luce per non farti ammiratore di quelle Milizie che passano schierate davanti a Me sulla faccia della terra.

2. Le loro voci tu udisti, ciò ti basti. Io ora a te spartiti a numero ti additerò l'aspetto, le forme ed il contegno di disciplina e le insegne maggiori delle tue e delle loro vittorie sui Miei ed i tuoi nemici.

3. Tutto questo Io voglio prevenirti perché per te come per gli altri esempio siati, che Io non manco mai di fare al mondo i miei preordinati disegni prima di mandare sugli uomini castighi e flagelli. 

4. Molte e molte volte ho fatto parlare a te e ad altri di queste Mie Sante Milizie, che Io di mio piacimento ho preparate per te, Mio caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, che colle medesime devi vincere e soggiogare il mondo.

5. Questo misterioso successo narra e racconta al mondo! Un tempo di 33 tempi di un giorno per tempo, avrai, per fare esatto racconto, numero e cifra di tutto e paragone ed esempio esporrai, perché la Mia nella tua volontà si esprima di parola e di fatto.

6. Numera per ogni ordine di legione: mille per mille armigeri, uno per 1.000 Cavaliere Duce, 10 per 1.000 sacerdoti ed altrettanti santi Ospitalieri, 10 per 1.000 di fanciulle, e a tutti questi un Capo Principe Legionista ed un Vescovo Patriarca Levitico.

7. Per 7 volte queste cifre moltiplicate sono, poiché 7 sono le Legioni sul medesimo ordine; ma ogni Legione è distinta nei loro vessilli maggiori per diversi colori e simboli, diversi nel modo ascritto nelle loro insegne.

8. La prima Legione ha, il vessillo giallo spartito in bianco e colore celeste, con due palme in croce e in mezzo a queste un leone alato colla corona triregno in testa, tenente sotto alle sue zampe un mostro da 7 teste in forma di serpente.

9. Il vessillo della seconda Legione è verde spartito in giallo e color porporino, con due gigli in croce e in mezzo a questi vi è un'aquila col triregno in testa, tenente col rostro e cogli artigli un serpente, dalla cui bocca gli escono 7 lingue.

10. Il vessillo della terza Legione è celeste spartito in bianco e color vermiglio, con due folgori in croce e in mezzo a questi un toro alato col triregno in testa con una collana di ferro con due campanelle o piccoli cerchi pendenti.

11. Il vessillo della quarta Legione è rosso e violato, spartito in color blu turchino, con due penne in croce e in mezzo a queste un uomo alato col triregno in testa, tenente colla mano sinistra, una bilancia in perno e dalla destra una spada a tre tagli.

12. Il vessillo della quinta Legione è color di porpora, spartito in color giallo e turchino, con due faci in croce e in mezzo a queste, due fanciulle che tengono il triregno sollevato in alto, una colla destra mano l'altra colla sinistra, e colle altre mani stringono ambe uno scettro.

13. Il vessillo della sesta Legione è celeste spartito in colore bianco ed azzurro con due manipoli di satura messe in croce, ed in mezzo a questi due giovani adulti che tengono, come le due fanciulle, il triregno sollevato in alto, colle altre mani tengono un tralcio di vite carico di uva.

14. Il vessillo della settima Legione è bianco spartito in color rosso e giallo, con due fronde di ulivo in croce, ed in mezzo a queste tre Leoni col triregno in testa e colla zampa destra tengono sollevato in alto un candelabro a 7 faci.

15. L'emblema principale di questi 7 vessilli sarà la croce col Mio e col tuo segno contorniato da 2 fronde d'ulivo colla parola Labaro e le quattro iniziali lettere che tu sai.

16. La regola militare e levitica sarà distinta l'una dalla altra sotto un solo ordine, tanto nella disciplina come nelle loro insegne. Il vessillo dei Leviti sarà di una sola figura e di un sol colore cioè giallo contorniato di rosso.

17. In questo vessillo vi sarà una stola in croce ed in mezzo a questa una colomba con tre lingue di fuoco; parimente in questo vi sarà la croce col Mio e col tuo segno nei modi suddetti colle parole a grandi lettere: DEUS PRO NOBIS EST.

18. Queste sante Milizie saranno ordinate dentro un tempo di 7 tempi che ciascun tempo contiene un tempo di 777 giorni e questo, tempo principia 77 giorni, terminati 33 giorni del tuo rapimento.

19. In questi 7 tempi farete tante battaglie ed avrete tante prodigiose vittorie contro gli empii figli dell'infedeltà e della ribellione, per quanto porta il numero di 9 tempi che contengono 12 tempi per ciascun tempo.

20. Il numero delle vittime che Io farò cadere in queste battaglie dei miei e dei tuoi nemici, nei prodigi della Mia nella tua possanza, saranno per un numero di 7.777 tempi che contengono per 7 volte 7.777 tempi per ogni tempo.

21. Quelli che dei tuoi moriranno in queste dolorose battaglie nel martirio, nel disagio delle fatiche della guerra, saranno un numero di 77 tempi, che contengono per ogni tempo 7 volte 7.777 tempi.

22. Tutte queste vittime cadranno in un tempo composto di 12 tempi che contengono 377 giorni per ogni tempo principiando da un tempo composto di 3 tempi di 33 giorni per tempo dopo spirato 33 giorni del tuo rapimento.

23. Tutti questi tempi abbreviano un tempo composto di 12 tempi che contengono per ogni tempo, un tempo composto di 777 giorni per ogni tempo principiando dal tempo del 14° giorno del tuo rapimento.

24. Tutti insieme questi tempi consumano un tempo composto di 777 tempi che contengono per ogni tempo 77 giorni per tempo, principiando dal tempo spirato dei 33 giorni del tuo rapimento.

25. Io ti ho voluto parlare con questo misterioso linguaggio, perché il mondo comprenda che io ho numerato gli anni i mesi i giorni le ore ed i minuti d'ogni avvenimento per la rigenerazione di tutta l'umanità colla distruzione totale degli empii.

26. Da tutto questo, ogni classe e condizione dell'umana famiglia potranno comprendere se vogliono dalla coincidenza di tanti vaticinii, che additano per segni diversi le forme, le regole simboliche di questo Mio misterioso linguaggio, che i tempi sono venuti e che le cose avvengano come sono state predette.

27. Ti prevedo il variare ed il mutare di questi tristissimi tempi pei socialismi che avverranno e per un cataclisma aereo ferrifero e maroso che Io farò venire sopra la terra per punire in tanti orribili modi l'empietà degli uomini.

28. Nel primo tempo di 7 tempi composti di 12 tempi per ciascun tempo che essi contengono un tempo di 77 giorni per tempo, principiando dal tempo del giorno del tuo rapimento, uscirà fuori dalle parti del Nord un socialismo che professeranno l'antica legge di Giove, di Marte e di Venere.

29. Fra mezzo al secondo tempo dei 7 tempi composti di 12 tempi si susciteranno rivoluzioni e guerre intestine in tutti i regni d'Europa eccitate dalla setta degli empii. Fra le tante vittime che faranno, uccideranno quasi tutti i capi di governo.

30. Uccideranno pure, questi empii, senza riserva; magistrati, ricchi, facoltosi, preti, frati, monache e queste saranno le più desiderate vittime di questi figli dell'empietà e del delitto e pochissimi saranno quelli che si salveranno da tale eccidio.

31. Alla fine del secondo tempo di 7 tempi composti di 12 tempi, Io farò suscitare dalla parte di mezzo giorno un vento così cocente che manderà a fuoco e a fiamme molte campagne di tutta l'Europa orientale ed occidentale.

32. Verso il fine del terzo tempo di 7 tempi composti di 12 tempi, susciterò una epidemia nelle donne adulte, che i loro parti e molte di esse, periranno per lo spazio di 3 tempi, composti di 377 giorni per tempo e che i fanciulli sotto l'età di 7 anni si vedranno rari come i gigli sui campi.

33. Sulla metà del quarto tempo di 7 tempi composti di 12 tempi susciterò un terribile cataclisma per l'aria per terra e per il mare per un grande pianeta, che faro venire dalle parti polari che esso avvicinandosi alla terra le arrecherà danno e sterminio.

34. La venuta di questo pianeta, porterà le tenebre per tutta la terra, togliendo la luce al sole per un tempo composto di tre tempi di 33 tempi che contengono un'ora per ciascun tempo.

35. Nel tempo di queste orribili tenebre, susciteranno quasi sopra tutta la terra, terribili uragani, aeremoti, terremoti e maremoti, ma più d'ogni altra parte dalle parti di Europa.

36. Questi terribili uragani non solo dove passeranno schianteranno alberi, ma case, grandi edifizii e torri, e s'inghiottiranno tutto quello che troveranno movibile sul suolo della terra.

37. In questo orribile tempo si diroccheranno i monti si diraderanno i fiumi ed il mare rigurgiterà sopra la terra fuori dai lidi e vi saranno così orribili terremoti che spariranno intere province, inghiottite dal mare dalla parte dell'Europa settentrionale.

38. Parimente in questo terribile tempo pioverà per diverse parti della terra, fuoco e zolfo e cadranno dal cielo enormi pietre ferrigne di 7777 pesi di un peso di 7777 per 47 doppi grammi per ogni peso.

39. Terminate queste terribili tenebre, si numereranno le vittime umane, che porteranno il numero di un tempo di 7777 tempi, che contengono per 77 volte 7777 tempi per ciascun tempo.

40. Le vittime di ogni specie di animale che saranno cadute sopra tutta la terra per questo orribile cataclisma di quadrupedi, volatici, domestici e silvani, saranno per il numero di un tempo composto di 7 tempi, toltone da 15 tempi.

41. Pure il mare dopo quest'orribile cataclisma getterà sulle sponde le sue vittime di ogni specie di pesce, oltre quelle umane e d’ogni genere d’animale, che porteranno un numero di un tempo di 3 tempi, toltone da 12 tempi.

42. Dopo questo orribile tempo di 3 tempi, nella fine del quarto tempo, composto di 7 tempi di 12 tempi, susciterò una pestilenza per tutta la terra che periranno di vittime umane un numero di 1 tempo, toltone da 15 tempi.

43. Alla metà del quinto tempo dei 7 tempi di 12 tempi, la luna e il sole si leveranno per 3 tempi composti di 77 ore per ciascun tempo, dalla parte occidentale ed andranno a tramontare alla parte orientale.

44. In questo quinto tempo di 7 tempi dei 12 tempi, dopo passato il tempo di 3 tempi di 77 tempi per tempo, porterà buon augurio alla terra che la sua fecondazione come quella del mare sarà a 7 volte più di un tempo di 7 tempi.

45. Nel fine di questo quinto tempo di 7 tempi di 12 tempi, gli uomini saranno rimasti pochi meno delle donne, di numero di 7 tempi, toltone 5 tempi, ed ogni uomo adulto avrà la padronanza e custodia di 7 donne adulte.

46. Sul fine del sesto tempo dei 7 tempi composti di 12 tempi gli uomini tutti, come le donne non avranno più risentimenti carnali ed i loro costumi saranno puri casti e santi.

47. In questi felici tempi sarà più sicura una Vergine in mezzo ad un esercito di soldati che non lo è ora in questi iniquissimi tempi dentro un chiostro claustrale.

48. Al principio del settimo di 7 tempi di 12 tempi, tutti gli uomini saranno felici ed il sole risplenderà per 7 volte più di un tempo, composto di 7 tempi e la luna più d'un tempo di 3 tempi composto di 5 tempi.

49. Nel fine di questo tempo dei 7 tempi di 12 tempi appariranno nel cielo tre astri che risplenderanno di notte a tre volte più che ora non risplende la luna.

50. Dopo la fine di questo settimo tempo dei 7 tempi di 12 tempi, regnerà la pace, la prosperità e la felicità per tutta la terra con un aria pura e  tranquilla, non più perversata dalle intemperie e dalle tempeste.

51. In questi felici tempi, il gelo, la neve, le brine mai più si vedranno in alcun luogo della terra; solo cadranno dolci e tranquille piogge e rugiade per fecondare la terra, e sempre limpide e chiare si manterranno di ogni tempo le acque dei rivi e le sorgenti perenni.

52. In questi beati e felicissimi tempi il suolo della terra sarà fecondativo in modo meraviglioso e regolare, che né rupi né macerie si troveranno, che non abbiano un aspetto il più bello del più ameno giardino di questi iniquissimi tempi.

53. In questi felicissimi tempi gli nomini Mi ameranno, benedicendoMi dal mattino al tramonto e dal tramonto al mattino, ed Io benedirò loro dandogli lunga e felicissima vita.

54. E questa loro vita così beata e felice sarà di un tempo composto di 3 tempi ed ogni tempo conterrà un tempo di 177 tempi di un tempo di 347 giorni per ciascun tempo e più della quinta parte di questo tempo.

55. Ecco quanto ho creduto manifestarti in questa Mia e tua lotta nei diritti di natura umana e divina, uomo a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, perché tu comprenda i Miei fini e come Io sono, a un tempo amoroso e clemente, e severo e terribile.

56. Da tutto questo tu come tutti dell'umana famiglia, comprenderete la ragione dei Diritti Miei in questo Mio in te misterioso linguaggio e nessuno potrà scolparsi di non averMi compreso nei Miei in te preordinati disegni.

57. Alzati, uomo a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, dal suolo dove Io ti ho percosso privandoti della luce degli occhi, nel fine che a suo tempo il saprai, oltre a quello che ti ho detto, e sono per dirti nel seguito di questa Mia in te misteriosa lotta.

58. Non ti arrechi orrore, spavento e sorpresa questo Mio terribile e felice avvenimento dei tempi a venire; rispondi col tuo solito ardimento nella tua colla Mia lotta, esponendo a me tutti i pensieri nobili e grandi che Io stesso ti ho impresso in cuore.

59. Ciò Io voglio in tal modo esporre in te, uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, onde difenderti, con cotesta Mia in te arcana sapienza, nei diritti di natura umana.

60. Esponi a Me tutti i tuoi nobili e sublimi pensieri, che Io ti ascolto nel tuo sagace e fiero ardimento, onde da questo tuo sovrumano linguaggio comprendano gli uomini che non sei Tu ma che sono Io in te che parlo.

 

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L’orologio d’argento, donato a David Lazzaretti dal giudice Leone Du Vachat,

con lo stemma giuris-davidico e dedica incisi.

In basso a destra: le scarpe insanguinate di David Lazzaretti,

il Profeta le indossava nella processione del 18 agosto 1878.

 

Tavola XII

L. Graziani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PARTE IX.

 

L'UOMO CHE PARLA A DIO.

 

1. Mi sollevo dal suolo sbigottito e tremante, non comprendendo in me quello che io fossi. Deh! mio Dio! esclamai, il Vostro sdegno mi ha percosso e più non vedono luce gli occhi miei, con tutto ciò son contento e nulla ho che ridire di me.

2. Mi imponete che io parli, Signor mio, eccomi a parlarvi col mio solito ardimento e Vi domando le ragioni non dell'arcana Legge del Diritto nel quale Io nulla pretendo, ma in quelle della stessa umana natura mi attengo.

3. Voi, Signor mio, mi dite e mi diceste un giorno che la mia vita è un mistero; or lo comprendo che ciò lo sia, ma ignoro la ragione, per cui sottoponete la mia misera persona a tanto impegno di una sì grande ed alta missione.

4. Io non vorrei, Signor mio, del voler mio l'assenso, ma lo intento di sì importante affare mi rende audace nel domandarvi ragione d'ogni ragione soggetta all'arcana ragione della Legge del Diritto.

5. La pertinacia del mio orgoglio umano si frappone ai rigori dell'arcana ragione del Diritto, la quale io non ignoro esser un'onta che al sommo irrita la Vostra suprema Maestà divina.

6. Con tutto ciò mi azzardo a dirVi, Signor mio, che le proposte a me, riformate leggi, saranno invitte a debellare sul mondo la mala stirpe dei satrapi ingordi e il triste seme dei deisti, ignari della luce del vero.

7. Questa Vostra giusta ed imparziale arcana legge del Diritto può per ogni modo raggiungere il fine dei Vostri preordinati disegni, Signor mio, ma la povera umanità quasi tutta perirà a così tremendi rigori.

8. Io non mi oppongo a così giusti rigori, Signor mio, ma ardisco dirVi che sento in mio cuore altra arcana ragione che ci avvalora sperando in Voi per la forza della Vostra arcana ragione della Legge del Diritto.

9. È vero, Signor mio, Voi avete ragione d'irritarvi contro di noi figli della superbia e dell'indignazione, avendovi provocato al sommo, ricalcitrando ad ogni prodigio del Vostro amore e della Vostra clemenza.

10. A tal fine avete emanata una terza Legge nei Vostri divini disegni nei rigori dovuti dall'arcana ragione del Diritto nell'importanza decorosa alla Vostra suprema Maestà divina.

11. Io apprezzo e venero, Signor mio, i rigori, le discipline di questi nuovi riti e nuove Leggi, poiché Voi il volete; io pure li voglio e li desidero e pur vorrei che ogni uomo, come Voi e come me li volesse.           

12. Ma questo Vostro e mio desiderio, Signor mio, Voi vedete quanto costa di sangue e di scempio al mondo, e quanto al Vostro ed al mio cuore frutti dolore ed amarezza.

13. Io non nego, Signor mio, che l'empietà della superbia umana debba avere il suo prescritto limite nei rigori d'imparziale giustizia, onde porle un ritegno; ed è perciò che urgente e necessario a questa ragione è il castigo e lo scempio.

14. Lo sia pure, Signor mio, ché, per tutte queste superlative ragioni, praticate sulle nostre empietà nei più severi rigori, che Voi prevenuti mi avete, per cui mi avanzo col mio ardimento dicendovi:

15. E perché, Signor mio, Vi adirate con tutti? Punite i rei, dissipate gli empii, fra questi me primo punite, eccomi avanti a Voi: tolta mi avete la luce degli occhi; toglietemi pure la vita, castigatemi come volete, io son contento e ciò vorrei.

16. Questo è il desio che lo tengo in cuore, Signor mio, e questa è quella ragione di natura umana che si frappone al Vostro irato sdegno, onde mitigarlo su quelli che colpa non hanno colle nostre sì tante empietà.

17. Nulla importa a me di essere al mondo cieco, mendico e castigato in vita a ramingare per queste rupi, come una fiera, brancolando fra le perenni tenebre, pascendo l'erbe.

18. Io son contento, Signor mio, di così vivere e campare, onde patire a fine della espiazione delle mie empietà e perché si possa placare il Vostro sdegno contro di noi, misere creature umane.

19. Io desiderio avrei, Signor mio, che il Vostro giusto sdegno e furore si mitigasse per quelli che colpa non hanno colle tante empietà, le quali han prevalso sulla maggior parte degl'uomini.

20. Sono queste, Signor mio, le ragioni che io pretendo nel diritto di natura umana. Se i molti e molti hanno traviato per le vie d'ogni empietà ed ogni delitto, non è del tutto colpa loro, ma, dai pochi è nato un così velenoso germe.

21. Non basta qui l'alta ragione di tutto questo; io col mio ardimento, Signor mio, passo al di là delle dette ragioni, poiché la pietà della mia natura mi spinge a tanto, onde interpormi al Vostro sdegno.

22. No, non è, Signor mio, tutto dei tempi nostri, che il male regna dominante fra l'umana stirpe, ma molto e molto tempo è che fomenta il fuoco e con sagace ardore, ed or tutto il peso ai tempi nostri tocca!

23. È di giustizia, Signor mio, che Voi tergiate una volta le lagrime di tanti miseri, che languono e puniate gli oppressori e gli empii; ma che fra l'empio e l'oppressore si possano giudicare i fini dei fini loro.

24. Io vengo ad esporVi col mio ardimento, Signor mio, le ragioni di diritto di natura umana, ed è per questo che io desiderio avrei che le reità dei nostri antecessori non dovessero contrarre gravità di delitto per quelli che colpa non hanno, che dei delitti proprii.

25. Voi, Signor mio, m'imponete che io parli e disponga le mie ragioni nei diritti di natura umana e ciò faccio additandovi tutta la pienezza del mio pertinace e superbo ardimento.

26. Me, l'uomo più indegno fra gli uomini della terra avete voluto incombensare a lottare con Voi, Signor mio, nei diritti di così arcana ragione e con essi farmi scudo al Vostro terribile sdegno onde mitigarlo per quanto sia possibile.

27. Non per me cerco difesa, Signor mio, ma per tanti poveri figli degli uomini, che gemono oppressi dal potere e dalla forza che li ha vinti l'infernale nemico per ogni parte colla parte avversa.

28. Io, Signor mio, desidererei che nessuno fosse giudicato e punito per le ragioni esposte ma attenendosi ai fatti punire sì ma coi rigori di un poco più, se fosse possibile, limitato castigo e non secondo quello che prevenuto mi avete.

29. Io mi avanzo così dicendovi, Signor mio, ma non intendo però derogare alla ragione arcana della Legge del Diritto. Io cerco difesa solo dell'altra arcana ragione del diritto di natura umana, nelle ragioni esposte.

30. Nulla importa a me che gli uomini mi siano avversi o crudeli ma l'umanità io difendo perché sono umano e se umano non fossi pur la pietà mi muoverebbe per la stessa ragione del diritto umano.

31. Additatemi pure condizioni e patti qualunque, Signor mio, io non mi oppongo al Vostro sdegno e a quello che Voi volete; son contento che Voi di me ne disponiate a Vostro piacimento ma vogliate placarvi del Vostro sdegno.

32. Deh! Signor mio, Vi supplico ad aver pietà non di me ma della povera umanità e di tante creature che colpa non hanno alle nostre delittuose empietà!

33. Se io vado profugando da un regno all'altro della terra, onde salvarmi dalle persecuzioni ed insidie dei miei e dei Vostri nemici a motivo delle mie predizioni e del tremendo Editto, io non mi sdegno loro, ma li compatisco e li tollero.

34. Molti e molti mi odiano a morte, è vero, sa non son essi che mi odiano ma le disordinate passioni degl'uomini che di essi e di me si sono fatte nemiche feroci e maligne.

35. Se essi m'inseguono per ogni parte, costringendomi a dovermi ritirare fra queste dirupate rocce, onde salvarmi dalla loro ferocia è perché essi aborriscono i rigori delle Vostre nelle mie ragioni e non me, perché io non ho fatto loro alcun male.

36. Questa, Signor mio, è quella forza arcana che mi guida e mi sorregge e che da Voi prescende, che mi ha cagionato e mi cagiona molti e molti guai come Voi lo vedete.

37. Con tutto ciò son contento, Signor mio. Mi basta solo di esser da Voi protetto, amato e punito delle mie empietà; di questa mia misera, vita disponete come volete, io tutto quello voglio che volete Voi.

38. Io, Signor mio, non so né mi curo saperlo per qual fine in me permettete questo e perché mi avete tolta la luce degl'occhi, ciò non mi arreca né stupore né meraviglia, poiché potete ridonarmela quando a Voi piace.

39. Voi lo sapete, Signor mio, che io non parlo né per proporre né per volere, ma perché Voi lo volete che io parli. Le mie proposte non chiedono e non vogliono, ma desiderano quello che sente il mio nel Vostro cuore.

40. Ecco altra volta la terribile voce di Dio, sempre fragorosa e fremente, che scuote i monti e le rocce con un rumore cupo sul suolo e così parlò dicendomi:

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PARTE X.

IDDIO CHE PARLA ALL’UOMO.

 

1. Uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, Io non permetto né voglio nessuna cosa in te che non abbia il fine del bene onde far risplendere a suo tempo maggiormente la Mia nella tua gloria per sì misteriosi successi.

2. Io permisi e permetto che gli uomini facciano dicano e pensino di te quello che vogliono, onde ti provino nella tua ardimentosa e sagace natura, che altro esser non puoi per loro, che uno strumento misterioso ed arcano.

3. Ti comando e ti comandai; l'istituzione di aggregati all'opera tua, che, seguaci e fedeli ti fossero dei tuoi nei Miei principii, nel distacco dalle disordinate passioni, praticando la virtù, la carità e la pietà cristiana.

4. I più di essi ti hanno tradito per amore e timore del mondo per non voler impegno di sacrifizio, né per la tua né per la Mia intrapresa, Io tutto permisi, onde provare la tua e la loro fede.

5. Permisi pure dopo il tuo giudiziario esame, nuove vessazioni alle tue istituzioni e all'opera tua, e ti costrinsi framezzo a tante oppressioni a venir lungi dalla tua patria nazione ed in questa terra ti volli ed in questo luogo verrai a suo tempo.

6. I tuoi ed i miei nemici, è vero, ti perseguitano e ti avversano per ogni parte maledicendoti; pure questo permetto e permisi perché Io volli per tempo disporti al prevedimento di questa mia lotta in te e del terribile Editto.

7. Tutto questo Io voglio, come ti dissi, che sia propagato fra i popoli e le nazioni; e tu fra questo tempo ti dividerai da ogni consorzio umano, venendo a Me fra questi ed altri, come questi dirupati monti.

8. Prima di partirti dal seno della tua famiglia e dai tuoi cari amici, voglio che la tua personale effigie sia posta nei frontespizio, in ogni propagazione, che farai, dei tuoi scritti, d'ora in avanti.

9. Questo or voglio e permetto con tutto ciò che fin ad ora Io ti avevo vietato che in nessun modo la tua effige personale, il tuo volto per tuo assenso fosse messo in figura per ragione qualunque.

10. Ciò io non volevo, perché oscuro fino a questo tempo esser dove vi al mondo, ma or che manifestato ti sei nel terribile Editto, a nessuno oscuro esser tu devi di quelli che desiderano vederti e sapere di te.

11. Tutti or devono, se vogliono, vederti ed udirti nelle Mie nelle tue parole, perché molti e molti d'ora in avanti ti vedranno in sogno: i vecchi e i giovani, e molte anime sante a Me care, in reali ed apparenti visioni ti vedranno.

12. E gli uni come gli altri, alla veduta del tuo volto e della tua personale effige, si accerteranno che tu sei quello che essi han veduto in visione, in sogno, in tante meravigliose e prodigiose maniere; da ciò testificheranno e farò testificare la realtà del loro è dei tuoi in te preordinati divisamenti.

13. Per questo mezzo molti e molti vedendoti nella tua reale e personale effige si sentiranno  in cuor loro una sensazione arcana di affetto in te e in pari tempo conosceranno in te la similitudine del volto e personalità del figlio Mio.

14. Ciò lo sei in natura, perché il figlio Mio figuri in ogni effetto della tua missione e in ogni simbolo di mortale apparenza, Egli in te coincide e tu coincidi in Lui in ogni tuo operato.

15. Uomo a me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, Io per alta ragione qui ti chiamai con un rapimento all'anima tua, per farti note, innanzi tempo le perigliose e dolorose strada delle tue in Me gloriose e prodigiose imprese.

16. Io voglio additarti le insidie e le congiure che a te tessono le iniquità degli uomini, onde disperderti acciò tu sappia salvarti destro e guardingo a te stesso e per quelli che a te fidi saranno.

17. Osserva da questi segni! ...[1]  Essi fidi e sinceri a te saranno e dirai loro a nome Mio … falli bene istruiti della Mia nella tua sapienza colla tua prodigiosa eloquenza, onde grandi addivenghino in lettere ed in armi, e nei doveri della carità e della giustizia, nei rigori della nuova Legge del Diritto.

18. Avvisa loro prima di confidare ad essi le Mie e le tue cose nei modo ... ed essi a te facciano palese le loro più minime ingerenze, tanto in particolare come in generale in commissioni, che loro darai dei tuoi nei Miei fini.

19. Tu mitigherai in ... quello che in essi conoscerai di ... comunque non mostrarti adirato per ogni contesa o parte avversa, restati in pace e tranquillo.

20. A quelli che ti domandano ... rispondi loro leale e libero, non domandare nulla a quelli che avranno ... per bisogno e circostanze che ti potessero avvenire.

21. Fra questi ... osserva, che molti e molti a te verranno chiamandoti ... non ti fidar di essi, e non ti fidar nei loro detti né dei loro fatti.

22. Altri verranno a te offrendoti ... non creder loro, se pure ti dicano ... con molta prudenza disimpegnati ... da questa gente così contieniti.

23. Stattene lontano da dove molta gente ... mai non andare in ... di colui che ... ma va dove ... contieniti in ogni scontro od ingerenza qualunque ... tanto nei fatti come nelle parole.

24. Non ti far vedere chiunque a te venisse per sapere e vedere chi sei ... non conversare ... non dir mai ... e per quanto puoi non ti curare che altri sappia ... Così contieniti.

25. Il tuo ... sia moderato e prudente su tutte le cose che ... appartengono a te per qualunque ingerenza dei fatti ... attendi per mezzo … che Io ti darò lume e conoscimento del tutto.

26. Tu a Me domanda in ogni tuo ... Io per mezzo ... ti farò, il giorno e la notte rammentati di Me e mai ti vinca né stanchezza né sonno.

27. Per qualunque modo e motivo che tu avrai ... il tuo ... mostra loro ... così contieniti ... l'ubbidienza ed il rispetto abbi ai Miei nel tuoi voleri.

28. A tutti questi tuoi futuri prevenimenti, aggiungo le condizioni ... nei Miei nei tuoi voleri, e lo spirito di vanità ... e di superbia, mai non ti vinca, altrimenti cadresti vittima del ... nel Mio furore e ti disperderei qual polvere al vento.

29. A queste Mie condizioni proponi di tuo piacimento le tue condizioni. Io ti concedo libero ardimento di domandarti quello che vuoi, che tutto avrai per condizioni diverse, come a te piace.

30. Uomo a Me caro, 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, tutto a Me con confidenza domandar puoi, nulla Io ti negherò, tua poi sarà la cura di farne quell'uso conveniente d'ogni Mio in te favorito dono.

31. Segui a proporMi le tue ragioni nel diritto di natura umana di tutto quello che ti senti ispirato al cuore, poiché tali ispirazioni non avvengono in te dalla natura degli umani sensi, ma dalla ragione arcana che ti guida al mio nel tuo volere.

32. Proponi a Me quello che vuoi; non temer di nulla; pensa che Io non mentisco nelle Mie promesse; tutto avrai quello che Vuoi e ti sarò fedele quando tu a Me il sarai.

33. Vinci in te stesso la viltà, il timore della tua natura umana tutto confida in Me che Io con te sempre sarò e tu con Me sarai, e temer non devi né inganno né perigli quando con Me tu sei.

34. Alzati dal suolo che sotto di te fremente rugge, e di cui tanto paventi e tremi. Io ti sollevo, ti avvaloro, non temere se luce più non vedi; parla che Io ti ascolto, e sono per te luce, sapienza e sostegno.

 

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PARTE XI.

 

L’UOMO CHE PARLA A DIO.

 

1. Una forza che io sentivo ma che non vedevo, mi solleva dal suolo nel quale io giacevo timoroso e tremante per il fragor tuonante che sempre teneva in continuo moto la terribile voce di Dio.

2. Io mi sentivo sorreggere attorno a me come da un sostegno di alitar di vento, che per ogni parte mi teneva sospeso, animandomi nel cuore, nella mente e nei sensi di una dolcezza interiore ed esteriore che io non saprei paragonare che natura in me fosse quella.

3. Io non avevo luce ma luce era in me di ogni luce vera, ma più non sentivo in me quello che prima di alzarmi dal suolo sentivo, sicché la mia mente e il mio cuore sentivano effetti non di effetti umani.

4. Tutto sentivo in me di sovrumani effetti che umanamente non sentivo me stesso, perché me stesso non sapevo qual ero, non più di me rammentavo me stesso.

5. In questo stato d'intuitivi e sovrumani effetti, sentivo in me tutti gli effetti umani, ma questi in me producevano altri effetti sopra gli effetti degli effetti umani.

6. In nessun modo saprei cosa paragonare a questi arcani effetti sol vi dirò che i nostri effetti umani, non hanno idea a questi arcani effetti per cui non evvi fra gli effetti umani idea o confronto.

7. Pur non ostante la mia natura umana sentivo il peso degli umani effetti e tutto intento negli effetti umani, nuovamente principio nei diritti di natura umana a lottare con Dio così dicendoGli:

8. Signor mio, Dio mio, Voi mi additate innanzi tempo le vie per lo scampo dalle insidie e dal periglio che a me per eseguire i fini Vostri, viene tramando la perversione degli uomini.

9. A tutto questo io mi confondo, Signor mio, e comprendo che così con me non procedete per i meriti miei ed è per questo che io non posso far altro che maggiormente umiliarmi alla Vostra somma bontà e clemenza.

10. Io lo vedo e lo conosco, Signor mio, che tutti i miei passi sono guidati e regolati da Voi in tutto ciò che mi è avvenuto e mi avviene, e conosco pur quello che ripugna alla mia ed alla altrui natura umana esser voluto e permesso da Voi.

11. Voi mi avete additato la strada del vero e della giustizia, facendomi conoscere ancora quella dell'errore e della menzogna onde io sappia regolarmi nel periglioso cammino di questa vita mortale nell'adempimento dei miei nei Vostri Divini disegni.

12. E come, Signor mio, io che vedo e conosco tutto questo, potrò con tanto ardimento domandarvi quello che io non conosco che ciò arrecar mi potesse bene o male.

13. Voi, Signor mio, conoscete e vedete il mio nel Vostro cuore che io altro non desidero che di piacervi e farmi degno di Voi. I fini miei sono i Vostri e nulla lo voglio di ciò che Voi non volete.

14. La fralezza umana alcune volte mi ecciterebbe al desiderio della vanagloria mondana, nel fine però di rendere a Voi onore e riconoscenza ed essere utile e di vantaggio agli uomini.

15. Molte volte concepisco un’idea nobile e grande ma in effetto nulla io son buono di fare, Signor mio, se a me Voi non suggerite i mezzi in tutti i miei occorrenti bisogni, facendovi di me protettore e Maestro.

16. Che gioverebbe che io pensassi bene e concepissi nella mia mente alti e sublimi pensieri, se Voi Signor mio, non foste in me col Vostro amore e colla Vostra benevolenza?

17. Tutto, Signor mio, il mio volere dal Vostro dipende, ed in Voi ho posto la mia arbitra volontà di ogni mio buono e tristo evento e Voi siete quegli che mi protegge in ogni mio occorrente bisogno.

18. È inutile, Signor mio, che io Vi domandi né per me né per gli altri cosa qualunque. Voi tutti conoscete i miei e gli altrui bisogni ed in Voi sono congiunti tutti i fini procedenti ed antecedenti della umana natura.

19. Che gioverebbe, Signor mio, che io Vi chiedessi un mondo di bene, un dono qualunque, quando io senza di Voi non saprei usarne, nel contegno dovuto in decenza della Vostra bontà e della Vostra grandezza?

20. Io non altro Vi chiedo, Signor mio, che Voi Vi prevaliate di Voi medesimo nella ragione arcana della Legge del Diritto, nella ragione che io lotto con Voi nel Diritto di natura umana.

21. Ed è per questo, Signor mio, che lo non Vi chiedo e non voglio più di quello che volete Voi. Dateci quello che conoscete esser in noi d'urgente bisogno, per Vostro onore e per la Vostra gloria, e non per nostro genio o piacimento di fine umano.

22. Io non Vi chiedo per mio conto solo che quello, che di giorno in giorno Voi conoscete che io abbia bisogno, il di più non pretendo, poiché un'onta farei a Voi, mio Dio, che tanto mi avete promesso.

23. Io non temo il furore e la perversione degli uomini, Signor mio ma Voi temo e pavento, con tutto ciò che Voi mi avete incoraggiato ed in Voi confido perché so bene quanto siete severo e terribile altrettanto siete buono e clemente.

24. E come non potrebbe temere l'anima mia davanti a Voi, mio Dio, ed aver timore e spavento della così tanto sdegnata presso di noi, tremenda Maestà divina?

25. E come non temere e paventare di Voi, Signor mio, avendomi additato così terribili avvenimenti in così tanto sterminio e flagello della povera famiglia?

26. Questo, Signor mio, è dardo acutissimo, che trafigge il mio nel Vostro cuore, questo per me è l'amaro calice che posto dinanzi mi avete, ed io debbo trangugiarlo a sorsi con tanta amarezza fra tanto amore ed affetto, che io in Voi e Voi in me portate.

27. Questo, Signor mio, e quel diritto che Voi avete arcano sopra ogni diritto di natura, umana, per cui l'umana natura cede umiliata davanti a Voi e non ha che ridire nei Vostri impenetrabili e misteriosi fini.

28. Io non mi rimuovo, Signor mio, da quello che Voi volete, né dico ciò perché io di me mi lagni né del mio né dell'altrui destino, dovendo io sostenere l'apparato sì terribile del Vostro furore e del Vostro sdegno.

29. Io torno col mio solito ardimento a proporVi i sensibili effetti che sente il mio nel Vostro cuore, nei tremendi giudizii che additati mi avete e che irreprensibile deliberato avete fulminare castighi, flagelli e sterminii sopra di noi miseri figli della colpa.

30. E come, Signor mio, potrei io esser contento e tranquillo in qualunque mio felice evento che promesso mi avete nelle mie e nelle Vostre gloriose vittorie, quando l’umanità veder dovessi quasi tutta perire?

31. Ah Signor mio, questo per me troppo amarissimo calice e dardo acuto al mio nel Vostro cuore, mi spinge all'eccesso nella mia confidenza in Voi, dicendovi che troppo lunga sarebbe l'agonia di sì tanto martirio nel mio nel Vostro cuore.

32. Voi, Signor mio, comprendete tutto quello che dire Vi voglio con questo mio confidenziale ardimento se le forze del diritto della natura umana non bastano in me a movervi alla pietà delle miserie umane, supplite Voi stesso in me e per me fate Voi.

33. Oltre modo mi avanzo, Signor mio, onde possa toccar l'estremo del Vostro nel mio cuore, e dimostrarvi quanto disposto sarei a tutto fare per evitare un sì tremendo scempio della povera umanità.

34. Voi potreste in me, se voleste, Signor mio, immolare Voi stesso, onde del sangue mio si faccia una offerta a Voi di me in Voi, perché Voi con me Vi fate vittima nel mio nel Vostro cuore.

35. Voi sapete, Signor mio, quanto ami la giustizia e quanto per essa farei ed è per questo che io di Vostro e mio gradimento mi offro come volete; purché il rigor della Vostra e della mia giustizia sia placata in me ed in Voi stesso.

36. Se Voi, Signor mio, mi volete diviso da ogni consorzio umano per sempre e fare di me quello che io Vi ho esposto e quello che proporVi vorrei per la stessa ragione mi farete felice, purché Voi Vi placaste del Vostro sdegno.

37. A me, Signor mio, avete mostrato l'infinito della Vostra grandezza additandomi l'essere del mio nulla nell'umana miseria, ed in questa incombenzato mi avete a tanto che io non son altro che un misero nulla che agisco in Voi.

38. Io non mi revoco da quello che Voi volete, Signor mio, i nostri patti le nostre condizioni sono concluse e Vostro sia il piacimento d'ogni mio in Voi effetto di azione; perché il mio cuore tutto in Voi in ogni voler si stringe.

39. EccoVi, Signor mio, le mie proposte, il desiderio ardente che io tengo nei diritti di ogni rigor di giustizia, per la quale mi lotto ardimentoso in Voi poiché Voi siete essenzialmente il rigor di ogni giustizia nella suprema arcana ragione della Legge del Diritto.

40. Ciò detto, caddi, non sorretto dalla forza che sorreggeami, al suolo ed il fragor della tremenda voce di Dio col solito rumoroso tuono dello scuotimento delle rocce e delle montagne, così nuovamente parlommi:

 

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PARTE XII.

 

IDDIO CHE PARLA ALL’UOMO.

 

1. Uomo, a Me caro 7° figlio del 3° figlio dall'uomo, il tuo linguaggio non dice voler quello che il tuo nel Mio cuore vorrebbe, e non vorrebbe quello che il tuo nel Mio cuore non vuole.

2. Io nel tuo cuore regno, e sento quello che vuoi e brami, e voglio pur Io con te quello che vuoi e quello che non vuoi, ma voglio tutto quello che vuoi perché Io il voglio.

3. Fra il tuo nel Mio cuore si congiunge un volere arcano e questo procede dalla suprema arcana ragione della Legge del Diritto, da cui si muovono tutte le altre ragioni della natura umana e divina, e questo è il duro della Mia e dalla tua lotta.

4. Io provvidi innanzi tempo tutto questo, per cui ti volli arredare di sagace e sovrumano ardimento, onde con questo avanzarti tanto dovevi nella Mia colla tua lotta nelle due nature; umana e divina.

5. Tanto Io ti ispirai e t'ispiro nel tuo nel Mio cuore, poiché le tue ragioni a tanto si sono elevate e si eleveranno al di sopra della natura umana a lottare con quella della natura divina.

6. Ciò di te pensato aveva per venire ad una tale contesa, quando la stessa natura umana cadde in periglio e che di Me ribelle, prevaricatrice e nemica addivenne.

7. Questo addivenne perché Io alla stessa umana natura le posi il rigore della dovuta ragione arcana della Legge del Diritto e perché la sottoposi pure alla obbedienza nel diritto della stessa ragione ai Miei dovuti Divini attributi.

3. L'uomo per la reità della derogazione che fece colla sua stessa natura umana ai diritti della natura Divina, rese se stesso irreconciliabile ai Diritti suoi ed avverso e nemico addivenne dello uno e dell’altro Diritto nel rigore di dovuta giustizia.

9. Vié maggiormente crebbe questa orribile pugna delle due nature: umana e divina: che l'una superba e pertinace e l'altra nella ragione dell'arcano diritto agiva, agisce ed agirà in eterno severa e terribile.

10. Qual pretesa aveva ed ha la natura umana ribellandosi al Diritto arcano della natura Divina? di scusarsi poi orgogliosa e superba adducendo ragioni di discolpa a se stessa?

11. Essa non solo rea addivenne per la derogazione dell'arcana ragione della Legge del Diritto, ma pure perché si rese menzognera, maligna, maliziosa, superba ed in ogni eccesso viziò la sua stessa natura.

12. Io più e più volte mi adirai, mi sdegnai e sono sdegnato allo eccesso con essa, perché pertinace e superba non vuole assoggettarsi ai rigori non solo del diritto ma neppure a quelli della sua stessa natura umana.

13. Ora i tempi sono venuti, i quali Io designati avevo per la definitiva gara di questa orribile e sanguinosa pugna ed a te ha affidato la contesa, la lotta dell'umana natura colla natura divina.

14. Tu, che te stesso e la natura umana difendi, lottati da valoroso con Me insinuandoti colla tua sagacia nelle ragioni del Mio e dell'altro Diritto delle due nature.

15. Nessun effetto avrebbe prodotto in te la stessa forza di ragione di natura umana in questa fra Me e te misteriosa lotta delle due nature: umana e divina, se Io in te con sovrumana forza non fossi.

16. A tal fine ti creai fra gli uomini distinto, dandoti una natura così ardita, sagace ed eloquente, che nulla in te manca di quel sapere che Impera sopra ogni altro sapere di natura umana.

17. I miei fini riguardo a te furono antiveduti dagli uomini, simboleggiati per diversi segni nei vaticinii di diversi tempi; e chiaro al mondo addimostrai ed addimostro in te questo Mio arcano disegno.

18. Ora tu devi per ragion di natura umana esporre il seguito delle tua ragioni, in difesa della tua stessa natura umana, poiché il Mio sdegno è addivenuto intollerabile sulla empietà degli uomini.

19. Per questa sola ragione Io Mi protestai e Mi protesto coi più severi rigori della Mia suprema potestà celeste e non transigo dai patti non riserbando ragione alcuna eccetto le proposte condizioni che possono alquanto mitigare il Mio furore, il Mio sdegno.

20. Gli empii abusando della Mia bontà e della Mia clemenza vanno esponendo ragioni dicendo che la stessa loro natura umana non ha colpa del male avverso al bene poiché dicono essere l'avversione al bene un ente di per se stesso in natura.

21. Tanto oltre si è estesa la loro empietà che per scolpare la reità di se stessi nelle loro disordinate passioni, accusano rea dei loro delitti la stessa loro umana natura.

22. Una così studiosa e pertinace superbia ha reso la maggior parte degli uomini arbitri di questa forsennata ragione e così la empietà signoreggia sulla natura umana senza ritegno.

23. Il male per le succitate ragioni è giunto a segno, che ogni classe e condizione degli uomini ha prevalso di maggioranza, la parte di ogni ragione e diritto del bene.

24. Dovrò Io per tutto questo derogare i diritti che Io tengo nelle ragioni del bene? Esser non può che ciò sia! Io Mi prevalgo delle Mie ragioni di Diritto Divino per non esser prevalsa affatto la parte del bene dagli empii.

25. A motivo di queste derogate ragioni del bene Io deliberai nel Mio eccitato sdegno dare al mondo e agli uomini un novello esempio rinnovellando l'umana stirpe per mezzo della totale estirpazione degli empii.

26. Più volte Io ti ho fatto intendere che a suo tempo sarei venuto: improvviso sopra la terra e nel furor del Mio sdegno sarò clemente e pietoso per chi avrà peccato per fralezza e semplicità; ma severo e terribile per quelli che avranno peccato per malizia e cattività di cuore.

27. Per attestato di questa Mia deliberazione volli te, in strumento dei Miei disegni, renderti palese al mondo e agli uomini, colla propagazione del Mio nel tuo tremendo editto.

28. In esso ed in questo tuo e loro futuro prevenimento vi sono esposte sufficienti ragioni chiare abbastanza che Io voglio un emenda in genere sugli uomini, e in ogni modo Mi mostro terribile agli empii per far vedere che Io sono in te per le dette ragioni.

29. Coi rigori delle ragioni della severa Legge del Diritto, Io voglio purgare la terra delle sue sozzure, la quale Legge sarà un fuoco celeste divoratore e distruggitore d'ogni empietà.

30. Io ti predissi e ti predico ancora che tu sarai quell'uno che devi rappresentare fra gli uomini la Mia possanza il Mio amore, la Mia clemenza e la Mia giustizia.

31. Io a te ho dato sapere, potere, forza e rigore di ogni ragione di giustizia da inorridire il mondo e soggiogarlo in mille guise, come Io voglio in te, come tu il sai.

32. Davanti a te l'umanità non potrà reggere in nessuna delle sue contese, tu in tutto con Me superiore sarai alla natura di ogni forza umana; poiché tale ti feci dandoti dominio e potestà su tutta la famiglia degli uomini.

33. A questo mio deliberato disegno ti puoi frapporre se vuoi, in difesa della stessa umanità, poiché Io non transigo del Mio divisamento nella Mia più volte ridetta arcana Legge del Diritto.

34. Compreso avrai dalle cifre numeriche dei tempi divisi in tempi che nel furore del mio sdegno più che due terzi dell'umana stirpe voglio distrutta, con immensa rovina della terra e delle loro sostanze.

35. Uomo, a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, segui ad esporre i tuoi sovrumani pensieri perché Io voglio come più volte ti ho detto, difenderti nei diritti della tua umanità per le ragioni esposte.

36. Ciò devi, perché con questa tua sovrumana eloquenza, comprenderanno gli uomini che Io in te sono, che difendo la tua e la loro stessa ragione nel Diritto di natura umana.

37. Né Io, né te mancar dobbiamo al decoro dovuto, di carità e di giustizia, ambedue lottando in così grande e sanguinosa pugna, dalla quale vengono raggiunti i fini della questione eterna delle due nature: umana e divina.

38. Tu col tuo ardimento di prodigiosa natura umana esporrai cose che mai il sapere umano a tanto non giunse né giungerà, perché da questa tua lotta con Me tutto l'umano avvenire dipende.

39. Esponi ogni desiderio, che in cuor tuo tieni, coi sagaci risentimenti dell'una come dell'altra natura, onde sia da ciò posto termine a questa eterna pugna fra l'uomo e Me e fra il cielo e la terra.

 

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PARTE XIII.

 

L'UOMO CHE PARLA A DIO.

 

1. Mi sento un'altra volta per un'arcana forza sollevato dal suolo e sempre sentivo in me quei sovrumani effetti così col mio ardimento sempre privo della luce degli occhi, venni nuovamente parlando:

2. Dio mio, io il più misero figlio della colpa, facendomi servo di Voi, figuro Voi nella mia in voi così alta missione e me in Voi perversano e maledicono gli uomini.

3. Quando io parlo al mondo e agli uomini del mio nel Vostro sapere, essi mi giudicano malamente in tanti diversi modi, perversandomi ed insidiandomi iniquamente.

4. I nuovi riti, le nuove Leggi che io ho prevenuto e che prevengo loro, a nome Vostro, da doversi ordinare con nuovo ordine di cose, in una rigorosa riforma su tutti i regni della terra, eccitano ai superbi un odio contro di me il più maligno e terribile.

5. Voi vedete, Signor mio, la posizione in cui mi trovo per i miei nei Vostri vaticinii ed in essi il Vostro terribile Editto ha eccitato vié maggiormente il livore dei miei nei Vostri nemici.

6. I superbi figli degli nomini non comprendono quello che io dico ed opero per Voi, Signor mio, essi si frappongono alle mie nelle Vostre ragioni e nulla temono i rigori che io accenno loro della Vostra severa Legge del Diritto.

7. La preminenza che avete, Signor mio, per Diritto di Maestà celeste nella ragione arcana della Legge del Diritto è quella che Vi forza ad agire così severo e terribile contro di noi, miseri figli della indignazione.

8. Io vedo pure come Voi li vedete, Signor mio, i molti e molti figli dell'errore e della menzogna, vinti nelle loro disordinate passioni, chi in un modo e chi in un altro iniquamente Vi offendono.

9. Molti e molti fra questi ve ne sono che non credono né a me né a Voi, Signor mio, essi dicono superbamente che la natura è caso e che ogni caso è natura, ed in questo errore ogni delitto e reità consumano.

10. Altri poi vedo, Signor mio, che mostrano credere a Voi e di Voi solo si servono onde imporre agli altri pene e rigori di una vita eterna: ma a ciò essi non credono perché non operano secondo la carità e la giustizia della Vostra Santa Legge.

11. Del Vostro culto e della Vostra legge molti e molti si servono come un'arte ed una professione in un raggiro di monopolii iniqui e per essi in questi santi attributi non siete che un essere di interesse e di lucro.

12. Molti e molti pure io vedo, Signor mio, che corrotti nella mente e nel cuore altro bene non conoscono che quello delle disordinate passioni ed ad altro non tendono i loro fini, che al piacere e al comodo della vita mortale.

13. Voi, Signor mio, che tutto questo mi avete mostrato nella mia e nell'altrui miseria degl'uomini, come oppormi posso io al Vostro terribile sdegno coi diritti di natura umana onde placarvi?

14. Io mi trovo vinto non solo dalle Vostre ragioni, Signor mio, ma pure dalle mie, perché l'umana stirpe per ogni parte ha prevaricato ai diritti della sua stessa natura.

15. Come, Signor mio, io potrò durare e resistere a così per me amara, dolorosa, terribile e sanguinosa lotta, onde placare il Vostro ed il loro sdegno contro di me, che a Voi m'interpongo colle ragioni della mia e della loro umana natura?

16. In qual modo io dovrò contenermi, Signor mio, presso di Voi e presso il mondo, addivenuto per me così fiero e nemico? Non solo cadrò vinto in questa orribile e sanguinosa pugna, ma temo il pericolo di me medesimo nei reati della stessa umana natura.

17. Se Voi volete, Signor mio, che per detti reati m'interponga mediatore al Vostro terribile sdegno, fate che gli uomini plachino il furore in me onde l'inviti all'emenda in Voi, toccando loro colle mie nelle Vostre parole il Loro cuore.

18. Se ciò non fate, Signor mio, è inutile che io parli Loro di Voi, cose grandi e sublimi, nei molti solo producono effetti di livore e di sdegno per le mie nelle Vostre parole e non fede e rispetto, anzi mi perversano maledicendomi.

19. Io non dico ciò, Signor mio, perché temo degli uomini, ma perché gli uomini temono di me ed è per questo che in ogni modo m'insidiano e si studiano di annullarmi e disperdermi, giudicandomi un menzognero, un empio.

20. E come a tutto questo dovrò contenermi con Voi e con loro, Signor mio? Forse per salvarmi da sì crudeli nemici dovrò io mostrar loro il mio fiero ardimento, come Voi volete nel mio nel Vostro potere?

21. Ah! Signor mio, non vogliate che io usi il Vostro rigore in essi secondo le reità delle mie e delle loro colpe; ma fate che in loro ed in Voi si plachi delle due nature: umana. e divina, sì tanto sdegno!

22. La mia posizione è oltre modo orribile. Voi lo vedete, Signor mio, poiché molti e molti degli uomini congiurano contro di me e dovunque io vado, attentano la mia rovina.

23. Se Voi, Signor mio, qui mi chiamate fra questi eccessibili monti, onde salvarmi dai miei crudeli nemici, che così malignamente mi avversano e mi aborrono, io né di Voi né di loro mi lagno.

24. Io non faccio agli uomini alcun male, solo che gli addito il Vostro sdegno, Signor mio, parlando loro le mie nelle Vostre verità nei doveri della carità e rigori di giustizia, invitandoli alla mia nella Vostra alleanza con condizione d'imminente castigo.

25. Io ho mostrato loro in più diversi modi le verità delle Vostre nelle mie parole; essi mi si oppongono dicendo che io sono uno straordinario fenomeno nella mia ardimentosa natura e nulla credono in me che sia procedente da Voi, Signor mio.

26. Quello che io mostro Loro di novello sapere, nei Vostri in me meravigliosi e prodigiosi trovati vengono dicendo, che sono invenzioni diaboliche additandomi al volgo, essere io un infernale strumento.

27. In ogni modo che opero e parlo di Voi, nel fine dei miei nei Vostri disegni, mi si oppongono iniquamente dicendomi che io altro non sono che un empio seduttore dei popoli.

26. Se io li sopporto con pazienza lasciandoli dire e fare sul conto mio a suo piacimento mi calunniano dicendomi che io sono uno strumento guidato da altro iniquo strumento.

29. In qualunque modo io mi contengo, col maligno modo gli uomini nella maggior parte non mi credono servo di Voi, Signor mio, anzi mi accusano in più diversi modi al culto alla legge.

30. Tutto ciò Voi vedete, Signor mio, ed è per questo che io mi avanzo col mio audace ardimento, dicendoVi che è di Vostro decoro e convenienza il farVi avanti con prodigiosi modi a constatare la verità delle mie nelle Vostre parole.

31. Gradirebbe, Signor mio, il mio nel Vostro cuore, che in altri modi come meglio a Voi piace, mostraste al mondo la Vostra nella mia potenza ed evitare sì terribile e sanguinosa scena che mostrata mi avete su tutta la faccia della terra.

32. No, non Vi faccio, Signor mio, queste dolorose querele, perché io mi lagni di quelli che a me fanno e dicono gli uomini ma, perché Voi stesso Vi mettiate mediatore alle mie ed alle loro miserie.

33. Voi potete, se volete, Signor mio, punire a un tempo ed emendare il mondo con un sol raggio della Vostra grandezza e tremenda Maestà celeste.

34. MostrateVi, Signor mio, a tutto il mondo come a me Vi mostrate così tremendo e terribile ed allora io credo che tutti i perversi figli degli uomini cadranno come me prostrati al suolo e verranno umiliati dalla Vostra grandezza nella loro superbia umana.

35. Io comprendo, Signor mio, che Voi volete che col solo lume della FEDE l'uomo possa udirVi, vederVi e conoscere le indicibili grandezze della Vostra Maestà divina.

36. Voi mi fate conoscere, Signor mio, che il cuore malizioso e corrotto non può, volendo ascendere ad avere la visione beatifica di vederVi ed udirVi comunque.

37. Comprendo pure, Signor mio, che senza FEDE rettezza e purità di cuore, non può la nostra natura umana congiungersi a Voi per nessuna parte intuitiva né col cuore né con gli occhi né colla mente.

38. Tutto ciò mi fa vedere, Signor mio, che Voi potete pure ad un empio qualunque nella Vostra somma bontà accordare quello che a me avete accordato; poiché io sono il più indegno peccatore fra gli uomini.

39. Questo mio desiderio Voi lo vedete, Signor mio, che solo si promuove in me nel fine di rimediare a tanto male che si frappone al bene nella viziata e corrotta natura dell'uomo.

40. Voi, Signor mio, non a me, ma ad altri potreste erogare la dignità, il potere, il sapere, la forza che Voi avete erogata a me di Vostro piacimento, che io sono, se volete pienamente contento.

41. Più volte Vi ho detto, Signor mio, e torno a dirVelo, che io mi contento che mi lasciate libero vivendomene in luoghi solitarii e deserti, dimenticato da tutti; solo desidero non essere dimenticato da Voi che siete la mia vita il mio tutto.

42. Sì dicendo altra volta caddi sul suolo sempre privo della luce degli occhi fra la percussione fremente e terribile della tremenda voce di Dio.

43. Questa volta più che il doppio delle altre volte si fece sentire tuonante, e fremente la tremenda voce di Dio, ché ogni monte e roccia parea che sotto sopra andasse, ed io credeva che subissasse il mondo e così nuovamente parlommi:

 

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PARTE XIV.

 

IDDIO CHE PARLA ALL'UOMO.

 

1. Uomo, a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, le tue esposte ragioni hanno molta forza al diritto della tua e della Mia stessa ragione ed è per questo che maggiormente irritano il Mio sdegno nel rigore della dovuta giustizia.

2. Tu hai detto assai e dalle tue e dalle mie contese il mondo potrà, apprendere tanto che bastar gli deve per farlo accorto del mio nel tuo divisamento.

3. Io seguo a farti noto il resto del tuo futuro avvenire, additandoti i modi e le maniere per trionfare dai tuoi e dai Miei nemici e schivare le loro insidie ed inique congiure in te.

4. Io voglio mostrarti innanzi tempo l'empie congiure che a te tramano gli uomini per ogni parte che ti porterai per le tue nelle mie gloriose imprese su tutti i regni della terra come ti dissi.

5. Quando da questo luogo ti porterai alla città degli empii, sarai ...1 ascolta tutto quello che a te ... delle tue parole il resto ... poi parla loro questo ... imponendoli ... e taci.

6. Ammira Loro come ... non ti fidar di quelli che ... a te saranno ... parla loro ed il tuo libero ... preponi e non ti rimuovere ... essi dovranno ... Io il voglio.

7. Domanda quello ... risoluto sarai; guarda e vedrai ... ed essi a te si umilieranno, non credere ... ritirati nuovamente ai monti e quindi attendi da Me come ti dissi, nuovi comandi.

8. Tu avrai da Me quello che vuoi; l'uomo a cui assumerai la potestà dell'Impero del mondo e sovrano potere, Io a te manderò con questi segni ... ammira, la sua grandezza ed il suo valore ed il tuo ed il suo cuore saranno un solo nel Mio.

9. Esso sarà ... pure dotato da Me di una natura sagace ed eloquente, amatore del vero e della giustizia, ed è per questo che non ama la vanità e le grandezze umane.

10. Ad esso darai mille ... e mai dal tuo ... si partirà sol quando i tuoi nei suoi bisogni lo permetteranno, ma guardati che ... dalla tua e dalla sua ... solo fra voi si sappia.

11. Dodici avrai ... oltre il numero di mille e fra questi uno farai ... al quale affiderai le tue confidenze nel diritto della Legge e della Giustizia.

12. Altri dodici formerai detti ... pur questi non faranno parte ai mille e questi come i mille saranno ... fra i più ... delle tue e delle Mie milizie.

13. Sette avrai ... e questi faranno parte ... ed avranno per ogni ... e fra essi un capo di ... detto ... con queste regole.

14. Di tutto questo ... e farai loro notato il ... e ad essi comanda che facciano ... e dopo esponi loro ... onde apprendano da te e da Me onde farsi valorosi, sapienti, invincibili e grandi per la fede, per la carità e per la giustizia.

15. Ciò procederete cogli … fatti arbitri della ... e dove andrete, costruirete ... sulle regole dell’arcana Legge del Diritto.

16. Io di giorno in giorno ti farò noto il modo che avrai da contenerti per la scelta dei ... e le congiure ti additerò che ovunque andrai, ti trarranno gli uomini.

17. Le ... con esse non ti esternare dei fatti tuoi sotto qualunque aspetto che a te ... né di quello che ... non devi loro ... se non dopo trascorsi sette giorni da che con te avranno... così contieniti.

18. A ciascuno dei tuoi ... farai fare il ... nel diritto dovuto per i rigori della Legge arcana del Diritto e questo sarà detto il ... della Nuova Alleanza.

19. Al presente non ti fidar di quelli che a te verranno a ... il come, il quando dei ... il perché, il come, il quando, così risponderai loro … e tuo e non più ... con essi.

20. Qualunque di questi tuoi ... si rendesse ... in pubblico... sarà immediatamente ... nei modi che tu sai ... a vista dello stesso pubblico in cui avrà ... per qualunque ragione.

21. Questi saranno chiamati i nove mesi del … i quali saranno composti parte di quaranta e parte di quarantun giorni per quanti giorni porta un anno, come altra volta dissi.

22. Dei tuoi ... a nessuno ... eccetto a quelli che ti additerà per questi ... il clero onora e metti in essi il ... al culto e alla legge.

23. Il santo, il pio, l'angelico a cui darai in dono l'Impero degli avi tuoi, sarà tuo padre ... e ad esso solo confiderai tutto il ... e ad esso darai il tuo ... dove si contengono i Miei ed i tuoi ... ed il Mistero del ... dei SETTE SIGILLI come vedrai ed udrai in appresso.

24. Tutto farai quando l'Angelico santo avrà concordato con te alleanza nei nuovi rigori dell'Arcana Legge del Diritto ed allora la PACE avverrà e la prosperità per tutta la terra.

25. Per ogni modo, che avvenir ti potesse nell'avversione, insidie e congiure dei Miei nei tuoi nemici, non ti dipartire dai prescritti limiti, che Io ti ho additato e ti additerò per segni e contro segni nei modi suddetti.

26. Fra i primi tuoi ... guardati di non ... e questo esempio siati per il tuo avvenire in tutti quelli che ti additerò coi ... con tuo stupore ammira, temi, prega e taci.

27. Tutte queste particolarità del tuo avvenire Io ti ho voluto prevenire nel fine di questa nostra lotta, onde testimonio ti sia questo giorno di sì tanta alleanza.

28. Questo LIBRO chiamerai: "LA MIA LOTTA CON DIO"- apertura e mistero dei sette sigilli - il quale da te e dai tuoi ... sarà tenuto ... per norma del ... e tutti i giorni in esso ne farete una breve lettura nelle regole che tu additerai loro.

29. Questo libro vi servirà di regola e di guida nel sicuro sentiero di ogni vostro futuro avvenire se il Vostro nel Mio cuore sarà retto, sincero ed umile nei doveri della carità e della giustizia.

30. Dalle tue proposte e dalle Mie e dalle tue ragioni Io istituisco un PATTO con te e cogli uomini, nella progenie del sangue tuo, e con loro e con te concludo una ETERNA ALLEANZA e vi benedico in eterno sopra tutta la terra.

31. Questa e la gloriosa vittoria che tu hai riportato con Me nella Mia colla tua Lotta, tu nuovo Israello sarai e per questa, porterai a te e alla discendenza dei figli tuoi un nuovo e glorioso nome che, chiamata saranno

GIURISDAVIDICI.

32. Questo glorioso nome per te e per loro sarà come un Egida santa, una fortezza, ed una torre inespugnabile, la quale sarà in eterno difesa da mille e mille cavalieri armati ed essa detta sarà

TURRISDAVIDICA.

33. Uomo a Me caro 7° figlio del 3° figlio dell'uomo, alzati dal suolo e nuovo prodigio ammira in conferma della Mia e della tua alleanza.

 

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PARTE XV.

 

RAPIMENTO AL CIELO.

 

1. Agi ultimi accenti della voce tremenda di Dio, un lampo come di fulmine mi percosse la faccia, e gli occhi miei videro LUCE, anzi più che luce io vidi.

2. Ah! grandezza infinita di Dio, più io non ero fra i dirupati monti sotto il fragor terribile dell'infuocata nube; ma ero passato in cielo davanti al trono dell'Altissimo.

3. Quindi vidi io tanto, che e tanto mai quello che vidi, che nulla al vero posso dir di quel che vidi, solo dirò ch'io vidi tanto in modo, che io vidi tutto quello che Iddio vedeva, perché io ero in Dio.

4. Giudicate con rettezza ed umiltà di cuore, Voi che leggete questi scritti, di ciò che vi dico e vi dirò cose grandi e quello che devo e quello che ero e quello che vidi, perché io non ero allor quello che or sono.

5. Eccomi o mortali dalla scena terrena alla scena celeste a narrarvi cose grandi che il cuore e l'intelletto umano non può volendo sentire e comprendere il bello, il vero di questi arcani effetti: che io ora vengo scrivendo.

6. In cielo io ero ed ero in Dio congiunto, e tutt’era con me congiunto Iddio, nulla di me era d'umano effetto, ma il divino effetto era il mio effetto umano.

7. Gesù Cristo vedevo in me, vedendo Iddio: vedendo Dio in me vedevo Cristo e Cristo Gesù io ero unitamente a Dio e Cristo in Dio me, Cristo Gesù vedeva.

8. Per darvi idea di questo divo effetto, vi figuro un ombra ideale dell'effetto umano, da cui potrete formarvi idea del divino effetto.

9. Figurateci di esser in un luogo tutto recinto da tersissimo specchio che dovunque rivolgete lo sguardo vedete effigie simile a voi stesso e in detta effige pur vedete voi.

10. Di più ponete mente: Questo specchio, figuratevi in idea di esser voi, e che in Voi tutte le effigi di voi fanno riflesso, ed in voi stesso tramandar voi stesso, per tante effigie per quante sono in voi: questa è l'idea del divino effetto.

11. Io era intuito in questo divino specchio e tutto quanto io risplendevo in Lui ed Esso in me risplendeva come specchio, e come specchio io risplendevo in Lui.

12. Tutte le cose unite in questo specchio, erano tutte risplendenti in noi, e queste tutte insieme in noi eran lo specchio, ed ogni cosa risplendeva come specchio nelle cose e in noi.

13. Solo vi basti questo paragone, per darvi idea del divino effetto che l'umana mente percepire idea non può ed immaginarsi questo divo effetto, perché è al di sopra degli effetti umani.

14. Io per narrarvi i sovrumani effetti, sono intuitivo nei divini effetti, in altro modo cogli effetti umani, nulla dire potrei dei divi effetti.

15. Eccomi a dirvi quel che intesi e vidi, intuitivamente in Dio dei divi effetti, unitamente ai sopreffetti umani, e questi uniti sono ai divi effetti.     

16. Cristo Gesù vedevo avanti a me, come vedevo Iddio, e come me in Se me vedeva Cristo, ed io in Cristo e Cristo in me vide queste cose, e queste cose vid'io e Cristo in Dio.

17. Sette Angeli io vidi e ciascun di essi avea, nelle sue mani un libro, ed ogni libro aveva alcuni segni e questi eran congiunti al libro e in questi scritti si vedea: SIGILLO.

18. Di sette libri formavano un solo libro e di un sol libro si formavan tre libri, e questo libro era diviso in parti eguali; solo che uno aveva tre sigilli e vi era scritto: LIBRO ETERNO.

19. Cristo Gesù ed io stavamo avanti a Dio come Padre. Esso traendosi dal petto un infuocato scettro, colla Sua destra nella destra di Cristo lo pose, dicendogli:

 

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PARTE XVI.

 

L'ESSENZA SPIRITUALE DI DIO IN TRE PERSONE DISTINTE, E   LA NATURA UMANA CONGIUNTA IN DIO.

 

1. Questo Io dono a te, quanto di Me contengo di diritto e poter sopra ad ogni potere del Diritto col diritto eterno, perché eterno regno in te con questo eterno Diritto perché eterno sono.

2. Tutte le cose in Me congiunte sono, ed Io in te sono congiunto e a Te ogni cosa dono ed ogni cosa in Te contiene effetto perché ogni effetto a Me congiunto viene.

3. Congiunto in Me ed in te di un terzo effetto è il Santo Spirito e questo è congiunto in Me ed in te, come Io in te sono congiunto, e questa parte viene in sé congiunta per parte terza, tu seconda ed Io la prima sono.

4. E tutte unite queste parti sono solo una parte e questa in sé contiene l'essenza unita di ciascuna parte, ed ogni parte ha una essenza sola, e questa è congiunta per ciascuna parte.

5. Ciascuna parte è in sé distinta sola, e come sola agisce in ogni parte, perché ogni parte alla parte attiva concorre, congiunta ad ogni nostro effetto.

6. L'essenza unita di ciascuna parte in sé produce un solo effetto, e l'effetto proprio di ciascuna parte contiene l'essenza di ogni proprio effetto in una essenza sola.

7. La parte prima è procedente dal Padre il quale Io sono, poiché dal Padre ne procede il Figlio e da questo insieme è procedente il Padre, e come dal Padre ne procede il Figlio, così dal Figlio ne procede il Padre.

8. La seconda parte è procedente dal Figlio, il quale tu sei, e questa pure unitamente al Padre è congiunta al Santo Spirito e questo viene congiunto insieme al Padre e al Figlio perché dal Padre e dal Figlio ne procede il Santo Spirito.

9. La terza parte è procedente dal Santo Spirito del quale tu figura sei ( rivolto a me) nel diritto di natura umana, perché da questo ha procedenza il Padre e il Figlio.

10. Così da noi procede il trino effetto; poiché dal Padre unitamente al Figlio, procede il Santo Spirito e tutte e tre in persone distinte per essenza uguali per tre fini in uno.

11. Il terzo fine è un fine il più profondo che tutte abbraccia le ragioni arcane e queste imperano il cielo, il mondo e tutto insieme l'universo.

12. Tu Cristo Gesù, del Padre, del Figlio e del Santo Spirito, assumi la potestà da Giudice supremo: a te tocca giudicar il mondo, colle ragioni di natura umana e divina col diritto arcano dell'eterno Diritto.

13. Tu adduci la ragione e il fine che in sé contiene ogni simbolo e mistero di questi libri, onde l'umanità, comprender possa, che Noi in te procediamo in ogni fine umano e divino.

14. Il tempo è giunto che fra l'uomo e Noi venga raggiunta la ragione del Diritto eterno il quale racchiude in sé tutto il mistero dell'Arcana Ragione della natura umana congiunta in Noi, nell'essenza del Padre, del Figlio e del Santo Spirito.                         

15. Tu Cristo Gesù, Giudice del Diritto, eterno sei e tu sei quegli che per te si deve al cielo e al mondo aprir le vie di congiunzione eterna, fra la natura umana e la natura Nostra onde raggiunto venga il suddetto fine arcano di ogni nostro fine eterno.

16. Io per essenza in voi agisco in ogni effetto di essenziale effetto e Io in voi contengo il fine d'ogni fine eterno, che in sé racchiude il fine di ogni effetto umano e divino.

17. Tutte riflesse in Me ed in voi sono le cose, e tutte in un sol Dio fanno riflesso, come fa il sole in lucidi cristalli, che ciascuno per sé manda riflesso; ma vera luce d'ogni lor riflesso è il sole. Così Iddio in Noi riluce solo.

 

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LA SOLENNE FESTA.

 

Vessilli e figure della Misteriosa Comparsa al primo meridiano del giorno 15 Agosto 1878 sul Monte Labro nell'Amiata.

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Il pittore e discepolo Giuseppe Corsini

dipinse questo quadro e dietro vi scrisse: "Per ordine di David prima della comparsa feci le stesse figure che consegnai alla autorità governativa che concedette l'ordine.’’

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Il sacerdote eremita Filippo Inperiuzzi

così descrive l'avvenimento nel suo Libro Storia di David Lazzaretti nelle pagine 447-448 (edizione del 1905)

 

"David fece vestire i designati con gli abiti già pronti, il vestiario era diverso secondo la parte che dolevano figurare. Preparati tutti in ordine nella chiesa del Monte Labro, alle ore 11,27 prima della mezzanotte, David fece suonare la Campana e fu intonato l'inno della Madonna della Vittoria. Ai primi albori di luce, David ordina a tutti di uscire di Chiesa per fare una processione. Avanti a tutti a due a due, le bambine biancovestite che portavano la bandiera della Madonna della Vittoria e con stesso ordine venivano le giovinette, le Matrone quindi gli Apostoli e discepoli e i musicanti che accompagnavano il canto con i loro strumenti. Li fece schierare nella piazza del Monte, in mezzo al popolo che faceva da ali da tutte le parti e stando silenzioso e rispettoso. David così parlò: - Ecco il nuovo Mosè col popolo e con la Milizia! Io sono Il Grande Monarca, predetto dalle profezie, che mi manifesto al popolo latino. Io sono la vera e reale figura di CRISTO DUCE GIUDICE. Io sono il Re dei Re. Ecco la piccola mascherata con la quale il Figlio dell'Uomo oggi fa la sua comparsa in mezzo ai cantici delle figlie di Sion e dei Maccabei! - Detto questo fece seguitare il corteo in processione scendendo il monte da parte di ponente.

 

DESCRIZIONE DEI COSTUMI E DEI LABARI

DELLA CELESTE MILIZIA.

 

1. Musicanti. 2. Condiscepoli. 3. Sacerdote Eremita. 4. Duce. 5. Principi spirituali. 6. Apostoli. 7. Discepoli. 8. Figlio dei cantici. 9. Suore di carità. 10. Matrone. 11. Fanciulle Pie. 12. Vessillo di legno sulla cima della Torre Davidica. 13. Segno che portavano sulla spalla destra il giorno 18 Agosto '78. 14. Stemma dell'elmo del Duce. 15. Labaro Mater Victoriae (bianco). 16. Labaro Deus pro nobis est (giallo). 17. Labaro l° Legione Italiana (azzurro, giallo, bianco). 18. Labaro Militi delle Sante Milizie. 19. Labaro 2° Legione Francese (giallo, verde, rosso). 20. Labaro 3° Legione Spagnola (bianco, azzurro, rosso). 21. Labaro con Gesù Cristo.

 

 

 

 

 

PARTE XVII.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DEL PRIMO LIBRO E DEL PRIMO SIGILLO.

 

Gesù Cristo che parla come giudice supremo nel diritto di natura umana e divina.

 

1. Cristo Gesù chiamando a se uno dei sette Angeli apre il primo libro del primo sigillo, mettendolo così aperto davanti al petto dell'Angelo che lo reggeva colle mani in croce, così venne dicendo:                      

2. Udite voi tutti dell'umana famiglia, spiriti ed anime beate in Dio. Questo libro contiene nei suoi simboli la vera figura della prima Legge costituita fra l'uomo e Dio.

3. Il mistero ed il fine di questo libro sta congiunto fra l'uomo e Dio, nei diritti arcani della prima legge e questa in sé racchiude quei patti d'ubbidienza che la natura divina aveva imposti alla natura umana.  

4. Questi contenevano in sé ogni diritto di natura umana la quale agiva col divino Diritto, e questo diritto alla natura umana si richiedeva per arcano Diritto, perché coll'uomo procedeva Iddio.

5. Tutto di preferenza in questo Diritto agiva l'uomo unitamente a Dio poiché da Dio procedeva l'uomo in ogni effetto della sua natura, perché la stessa era congiunta in Dio.

6. A questi patti era felice l'uomo, talché nell'uomo si specchiava Dio, perché Ei stesso aveva all'uomo impresso la propria effige simile a se stesso e tutto l'uomo era congiunto in Dio.

7. In questo stato di beati effetti, l'uomo felice si gloriava di Dio e così Iddio si gloriava nell'uomo e da questo stato di perfetto bene sorse, del male la progenie antica del maligno spirito di averno.

8. Questo sedusse l'uomo, istigandolo a violare la Legge del Diritto Arcano nel Divino Diritto, per cui coll'uomo era congiunto il diritto del diritto proprio della natura umana, la quale congiunta stava nel divino Diritto.  

9. Queste ragioni di natura umana, perdettero il suo diritto allorché l'uomo violò le Leggi istituite unitamente a Dio, ed Esso l'uomo derogò dal Divino diritto da Sé e il sottomise al rigore della pena e della morte.        

10. Per tutto questo la natura umana perse la perfezione di se stessa, viziandosi col delitto di reato di colpa che da se stessa commise, violando i diritti del Divino Diritto.

11. Da qui si aperse il campo alla pugna orribile dell'avversione delle due nature: umana e divina e il male sorse per ogni parte nell'umana natura, e a questo si opponeva il bene dell'eterna arcana ragione del Diritto.         

12. Qui la Legge perì nel Diritto Arcano che l'uomo aveva costituito con Dio e nuova Legge erogata venne altra volta fra l'uomo e Dio di rigore e di pena e questa fu connessa al Diritto della prima legge nei precetti espressi di Dio.

13. Il primo figlio della colpa nato dall'uomo, sorse contro il suo germano: maligno, avaro e superbo, perché esso era amoroso, pietoso ed umile e da questa loro dissomigliante natura nacque il germe di ogni discordia e inimicizia fra il bene ed il male.

14. Questi due primi figli dell'uomo erano il simbolo e la figura delle due nature: umana e divina; l'uno come il maligno e l'insidiator serpente, l'altro come mansueto e semplice agnello che Io di esso figura fui per altro tempo di redenzione degl'uomini.

15. Io quegli figurava, che fra l'uomo e Dio mediatore m'interponeva, onde la colpa fosse tolta di mezzo a tanto male, che l'umana natura contratto aveva col violato Diritto Divino.

16. Allora fu che nei disegni arcani, Io Mi additai alla natura umana, con patti, di redenzione e salute nella progenie della discendenza dei figli degli uomini.

17. Con questi patti procedeva la Legge di rigore e di pena fra l'uomo e Dio e per patto coerente di questa nuova seconda alleanza si offriva a Dio in olocausto, le primizie più care della terra.

18. Onde testificare tali offerte, se piacevoli o no fossero a Dio, scendeva dal cielo un FUOCO a consumarle sull'are nelle quali venivano offerte e inconsunte lasciava quelle che non gli piacevano.

19. Così procedeva il patto della seconda alleanza fra la natura umana e divina, sempre nel desiato intento di redenzione come fra l'uomo e Dio era stato concordato e concluso.

20. Il maligno, avaro e superbo primo figlio dell'uomo nutriva rancore ed invidia in cuore, insidiando al suo germano, secondo figlio dell'uomo, perché le di lui offerte erano gradite da Dio e quelle di sé erano rigittate e non consunte dal Fuoco celeste.

21. Questo avveniva perché l'uno intento era al culto, alla pietà, nell'umile ubbidienza dell'amor paterno, l'altro ai sollazzi ed al bel tempo, incurante dei doveri del culto ed alle diligenti cure della pietà e dell'amore paterno.

22. Quest'empio figlio dell'incuranza e della perversione, con inganno uccise, per invidia e livore il suo germano colla clava e voleva il malaccorto, crudele e maligno, celare la vittima del suo iniquo delitto a Dio.

23. Iddio lo vide e lo colpì nella fronte con un marchio d'infamia del suo delitto fratricida e il maledisse sopra, la terra e in esso maledì tutti i figli nella discendenza dei figli suoi e tutti quelli che si fossero macchiati come lui nel delitto nell'umano sangue.          

24. Questa fu la prima vittima innocente di umano sangue consacrata a Dio dalle crudeli disordinate passioni degli uomini e questo si appella: Primo Sigillo del primo libro, della prima e seconda alleanza della natura umana colla natura divina.

25. Queste alleanze furono sigillate nel primo libro una coll'amore, l'altra col sangue, l'una nell'innocenza, l'altra nella colpa da cui ebbe principio e termine il libro delle due prime alleanze fra l’uomo e Dio.

26. I segni e simboli di questo libro e sigillo sono un'Ara sopra di essa una face ardente, una clava lorda di sangue, un serpente ed un Agnello e in questo è scritto: Primo libro e sigillo;

27. Questi simboli di amore e di sangue, termine e sigillo di questo primo libro sono figura di me nei procedenti avvenimenti umani che questi congiungono alla terza parte del 7° libro e questo dicesi; LIBRO ETERNO

28. L'Angelo al quale fu consegnato in custodia questo libro, come gli altri che vi vengono appresso è il simbolo di quelli che sono scritti negli altri libri al numero e della vita.

29. Questi segnati al numero della vita, a suo tempo per ragion di Divino ed umano, diritto si  congiungeranno eternamente in Dio per la ragione arcana dell'eterno Diritto.

30. Questi sono quelli che hanno avuto retti fini intenti ai loro doveri del Culto della legge e della giustizia e che il loro cuore non fu mai vinto dalle sanguinarie e brutali passioni e che non si sono resi schiavi al demonio, al mondo, alla carne.

31. Così dicendo, Cristo Gesù pone il suo scettro di fuoco sopra il libro e sigillò; questo si brucia interamente nelle mani dell'Angelo il quale si divora le ceneri ed esso come un lampo di fuoco sparisce.

32. Quest'Angelo che sparisce come un lampo di fuoco si congiunse con Dio in Cristo Gesù ed in Me, in modo misterioso ed arcano, come vi dissi, nella intuitiva congiunzione della umana natura colla natura Divina in Dio.

 

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PARTE XVIII.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DEL SECONDO LIBRO E SIGILLO.

 

Cristo Gesù nell'apertura e spiegazione del secondo libro e sigillo procede colle medesime regole che aveva proceduto col primo chiamando a se il secondo Angelo, e aprendo il Libro così venne dicendo:

2. Questo è il secondo libro nel quale principia l'ordine di procedimento dell’alleanza degl'uomini con Dio, dopo il termine del primo libro sigillato coll'amore e col sangue.

3. Avendo l'empietà del figlio della colpa e della perversione tolta all'uomo e a Dio l'oggetto caro della loro alleanza, sostituì Iddio a questo, un terzo figlio all'uomo, dove l'amore, la pietà e la umiltà furono il santo retaggio del suo germano, offerto in olocausto a Dio.

4. Questo proseguì colle progenie dei figli suoi intento ai doveri del culto della pietà filiale e paterna, come un Angelo ricolmo di benedizioni celesti per le sue virtù e per la sua saggezza.

5. Per un corso di tempo la discendenza dei figli del 3° figlio dell'uomo, i più si mantennero fedeli al culto, alla pietà, alla legge in procedenza della prima e seconda alleanza.

6. Nuovamente la perversione dei discendenti maledetti figli dell'iniquo e perverso primo figlio dell'uomo, sedusse quasi tutti i figli e figlie discendenti dal 3° figlio dell'uomo ed altri suoi figli, contaminandosi nello spirito e nella carne.

7. Fra questi sedotti e contaminati figli e figlie discendenti dal 3° figlio dell'uomo ed altri figli e figlie di essi, uno solo ereditò l'amore, la pietà, la umiltà nei doveri del culto della legge della giustizia.

8. Questo primo figlio del 3° figlio dell'uomo, fu in tal modo caro e piacevole a Dio per il suo amore e fedeltà in esso che si compiacque di dividerlo dalla contaminata e sedotta famiglia delle figlie e figli dei padri suoi senza sottoporlo ai rigori della pena e della morte.

9. Quest'Angelo di amore di purità, d'ubbidienza fu preservato da Dio dalla generale corruzione e perversione di tutti i discendenti figli e figlie dei tempi, e testificare la verità di questo secondo libro, in confutazione dell'errore e della menzogna.

10. Per diverso tempo non si trovarono più né figlie né figli degl'uomini, che osservassero il culto e la legge, né della prima né della seconda principiata alleanza.

11. Per questa generale perversione rimasero vuote per molto tempo le pagine di questo libro dei segnati al numero della vita, di modo che dicesi questo lasso di tempo, tempo morto alla vita.

12. Tutti i figli e figlie degli uomini, moltiplicati a misura per diverse parti della terra nei loro maritaggi si erano resi arbitri di un comune scellerato corrompimento e libertinaggio fra loro.

13. Fra questa empia e generale corruzione degl'uomini, sorse un 2° caro figlio a Dio, figlio del 3° figlio dell'uomo, col quale riprese l'ordine della principiata e corrotta alleanza del secondo libro.

14. Iddio con questo suo caro 2° figlio del 3° figlio dell'uomo si compiacque di nuovamente tornare ai patti stabiliti coi padri suoi, nel procedimento della prima e seconda alleanza.

15. Questo caro figlio a Dio, 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, era l'unico sulla terra, unitamente alla sua famiglia, che amava e rendeva culto a Dio nell'amore, nella pietà e nell'osservanza della legge e della giustizia.

16. Vedendo Iddio che la contaminazione dei figli e figlie degli uomini sempre più si rendeva brutale nei loro maritaggi e comune commercio fra loro, delibero di estirparli tutti dalla faccia della terra.

17. A questa deliberazione Iddio preserva solo il Suo caro 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, unito alla sua famiglia, poiché questi mai contaminarono se stessi nella generale corruzione degl'uomini.

18. Da questa tremenda deliberazione si concluse fra Dio e il Suo caro 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, un patto di procedente alleanza informandolo di tutto il Suo divisato disegno.

19. A questo Iddio comandò di costruire una Arca di legno con forme regolari e prescritte, onde preservare in essa lui e tutta la sua famiglia e parte maggiore degli animali, da un generale inondamento e inabissamento su tutta la terra.

20. Con questi ordini proseguiva fedele ed indefesso all'opera sua, il caro a Dio, 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, non mancando col suo amore e colla sua pietà di prevenire gli uomini del terribile divisato disegno che a lui aveva manifestato Iddio.

21. Questo caro a Dio, 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, ebbe per lungo tempo a soffrire i dileggi le contumelie le avversioni, le più maligne ed inique dei corrotti e perversi figli e figlie degli uomini nell'intrapresa e termine dell'opera sua.

22. Fra questo tempo pure rimasero vuote le pagine di questo libro dei segnati al numero della vita e questo si dice secondo tempo di tempo morto alla vita; poiché l'ora venne dell'universale sterminio.

23. Il caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, secondo le prescrizioni avute da Dio, dopo terminata l'opera sua, per alcun tempo attese col suo amore e colla sua pietà pregando e prevenendo ai corrotti e perversi figli degli uomini, l'imminente castigo.

24. Furono senza frutto le buone ed indefesse cure, che aveva questo caro a Dio, 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, per l'amore e pietà dei suoi simili, annunziando loro l'imminente castigo ed essi iniquamente lo vituperarono per tante diverse maniere.

25. L'ora venne del tremendo giudizio di Dio su i figli dell'empietà e della perversione: il castigo predetto piombò sopra di loro, quando meno se lo spettavano.

26. Il caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell''uomo, secondo gli ordini datigli da Dio. Mise dentro l'arca gli animali che doveva salvare dal generale sterminio ed in essa si chiuse con tutta la sua famiglia.

27. Iddio fece cadere sopra la terra folgori di universale tempesta in dirottissima pioggia, commista a turbini d'infuocata materia inabissandola fra le acque superiori ed inferiori, con isquarci orribili di terremoti, maremoti ed aeromoti.

28. Il cielo, l'aria, l'acqua, il fuoco, la terra inabissaronsi fra loro in un generale sconvolgimento di tutti gli elementi, mossi a tale disordine dal volere dell'irata giustizia di Dio sopra l'empietà e perversione degli uomini.

29. Questo universale cataclisma, col nome di diluvio, non fu ben compreso e tramandato alla memoria dei posteri, fu tale che la natura tutta si scompose dalla sua regola di ordine naturale.

30. Il cielo s'inabissò sopra la terra coll'acque superiori sulle inferiori contenute sull'aere commiste a fuoco in materie diverse bituminose che cadevano dallo sconnessamento di diversi pianeti come piccoli globi in bolidi ferrigini e focosi che, colle loro esplosioni devastavano e rovinavano il globo terrestre.

31. La terra pure per ogni parte fu squarciata da terribili scosse esplosive di terremoti che sottosopra quasi tutti andarono valli e montagne e tutto s'inabissò nelle viscere della terra il continente della sua superficie.

32. Le acque tutte rigurgitanti dalle voragini bituminose e focose che aveva spalancate la terra rimontavano alle più grandi alture dei monti si doppio dell'altezza degli uomini fatti giganti sopra la terra che erano di sette cubiti e mezzo d'altezza.

33. In questa universale alluvione e cataclisma, non solo perirono tutte le specie di animali eccetto i preservati nell'arca, ma perirono tanti altri giganteschi animali non potuti preservare per la loro troppo enorme grandezza i quali erano in quei tempi sopra, la terra.

34. Queste ed altre particolarità non furono, come dissi, bene notate per tramandarle alle future generazioni per cui ti faccio noto che 15 specie di grandi giganteschi animali perirono nell'universale diluvio e cataclisma.

35. Di questi grandi animali 7 erano della famiglia dei rumini, 3 dei quali erano anfibi ed erano per 30 e più volte grandi del più grande animale preservato nell'arca ed essi avevano una natura pacifica ed erano così intelligenti che servivano di comodo e sollazzo agli uomini.

36. Altri 4 di questi giganteschi animali perirono della famiglia dei volatili che la loro grandezza era per 30 e più volte del più grande volatile conservato nell'arca; due dei quali erano anfibi ma tutti di natura rapace e selvaggia.

37. Questi volatili erano così belli e meravigliosi nelle loro variocoloranti piume che servivano di abbigliamento prezioso alle figlie figli degli uomini.

38. Erano pure pregiabili le pelli pelute e rase parimente variocoloranti dei 3 animali anfibi che erano il più pregiabile e nobile vestiario dei figli e delle figlie degli uomini, e di molto lucro e commercio erano fra loro, tanto le pelli che le piume.

39. Altri 4 grandi animali perirono della famiglia dei rettili, due dei quali erano anfibi e quadrupedi della specie dei coccodrilli e questi erano più grossi a 30 volte del più grosso rettile preservato nell'arca.

40. Questi animali erano tanto dannosi agli altri animali ed alla famiglia umana poiché i due rettili anfibi avevano il fiato velenoso e pestifero che infettava le acque ed il suolo per dove passavano, vivendo d'ogni genere di rapina.                                       

41. La natura di questi animali era tale che la loro squamosa pelle non si fendeva con qualunque ferro appuntato o tagliente di modo che erano invulnerabili per qualunque assalto che a loro si fosse potuto dare; camminavano lentamente per terra ma erano oltremodo destri nell'acque.

42. Gli uomini chiamavano questi, animali del veleno e della morte, e dicevano essere questi, spiriti di maledizione, poiché insidiavano molto alla vita dell'uomo e divoravano in moltitudine il loro gregge servibile ed ogni altro animale in genere.

43. Gli altri due rettili erano della specie e natura dei serpenti e questi abitavano in luoghi sabbiosi e deserti nelle parti più calde della terra ed erano così originali di loro natura che di notte dalla bocca e dalle narici tramandavano luce focosa.

44. Questi enormi serpenti erano chiamati dagli uomini, spiriti maledetti dell'ira divina e mostri di fuoco; poiché mai gli uomini si accostavano a quelle regioni dove essi abita vano, perché le chiamavano regioni maledette da Dio.

45. La particolare natura di questi serpenti era tale che mai si muovevano dai loro luoghi sabbiosi ed aridi e niun cibo si sapea che mangiassero, poiché si pascevano solo dell'arida polvere della terra nei luoghi sabbiosi nei quali vivevano.

46. Questi enormi serpenti poco si muovevano strisciandosi col ventre, stavano quasi sempre arrotolati nelle polverose ed aride sabbie; che nei mesi estivi nel calore del giorno mandavano un fischio così stridente che si sentivano dalle lontane regioni abitate dagl'uomini.    

47. Queste loro strida erano considerate dagl'uomini come lamenti che mandavano per il fuoco che gli abbruciava nella loro maledizione celeste; talché mai si avvicinavano a queste deserte regioni nel timer di essere maledetti e bruciati con essi.

48. Tutto questo vengoti esponendo del tempo morto del 2° libro e sigillo, poiché tali cose non furono mai sapute e tramandate alla memoria dei posteri perché mancarono le notizie di tutto questo alla preservata famiglia della stirpe umana.

49. Pacificato lo sdegno di Dio per così tanto sterminio d'ogni creatura vivente, torna pacifica e tranquilla la natura d'ogni elemento nel loro dovuto ordine naturale.

50. La terra per diverse parti si rese asciutta dalle acque, ma non più si vide in essa che uno squallido frantume di macerie e di fango, che più non ebbe effigie della sua florida smaltata e regolare natura.

51. Prima che l'ira di Dio Inabissasse la terra, la stessa era bella tutta verdeggiante di erbe e di piante non ideate fino a questi tempi dall'uomo, dopo l'universale cataclisma e diluvio, poiché queste particolarità mancarono alla memoria dei posteri per insufficienti e malintesi indizi.

52. Pure molte e molte specie di pomi e di piante perirono e declinarono nella loro vegetazione naturale nell'universale diluvio cataclismaco, e non più sono germinate nella loro grossa e gigantesca mole sopra la terra.

53. Gli alberi di 7 specie erano così enormi nella loro frondosità e grossezza ed altezza che 30 dei più grandi alberi d'ora non formerebbero la mole di uno di quelli; ma rari però si vedevano sopra la terra lungo la riva dei fiumi.

54. Questi alberi erano della specie racinosa e ghiandifera che gli uomini se ne servivano per farvi delle grosse barche tutte di un pezzo per navigare i fiumi e il mare.

55. Erano chiamati dagli uomini questi enormi tronchi, alberi di ricovero e di navigazione, poiché sotto l'ombra di essi vi abitavano centinaia e migliaia di persone e gli servivano per loro stabile dimora, onde ripararsi dai raggi cocenti del sole e dalle solfe rugiade che cadevano nella notte.

56. Prima che venisse il diluvio cataclismaco sulla terra, in essa mai era caduta pioggia d'acqua, di neve, di gelo e né mai erano caduti dal cielo folgori ed altre materie focose ed esplosive.

57. Gli uomini prima dell'universale diluvio cataclismaco mai si cibarono di carne né di pesce, solo vivevano di latticini e di frutta e di pomi d'ogni genere che abbondantemente a 7 volte più di ora produceva la terra.

58. Queste particolari verità che fino ad ora dopo l'universale diluvio cataclismaco sono state oscure alla memoria delle future ragioni è, perché tutto era preservato a saperlo nella pienezza dei tempi in contestazione di altre verità non ancora del tutto chiare.

59. Ora siano alla maturità dei tempi ché gli uomini devono sapere, dall'apertura di questo e degli altri sigilli e libri, la chiarezza di ciascuna verità della fede.

60. Dall'apertura e spiegazione di questi libri e sigilli d'ora in avanti nulla rimarrà nell'oscurità quello che è stato ed avvenuto e deve avvenire sul mondo fra gli uomini.

61. L'apertura e spiegazione del 1°, 2° e 3° libro e sigillo, saranno considerate nei tempi appresso, come una nuova Genesi nelle sue oscure verità rivelate nella pienezza dei tempi onde da tutto questo vengano gli uomini con ragioni convincibili, all'osservanza di un sol culto in un sol Dio ed in una sola fede.

62. Dopo che l'arca si fu fermata sopra l'altura dei monti, Iddio comandò al Suo caro 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, di costituire con Esso-Lui la principiata seconda e prima alleanza completa fra gli uomini e Dio, e fra il cielo e la terra.

63. Ciò fu fatto e concluso e così ebbe termine il 2° libro e fu sigillato coi presenti simboli: di una nube strisciante di folgori, di un iride e di una colomba tenente sul rostro una fronda d'ulivo.

64. Questi simboli altro non sono che segni chiari della mia 1° e 2° venuta sul mondo in promessa di redenzione agli uomini, in procedenza della chiarezza dei simboli contenuti nel primo libro e sigillo.

65. Il primo libro e sigillo si chiuse coll'amore e col sangue e questo è figura della mia prima venuta sul mondo la quale fu fatta d’amore e di sangue, di pietà e di perdono.

66. I simboli che chiusero questo libro e sigillo sono lo sdegno e la pace e la riprincipiata alleanza degli uomini con Dio e del cielo colla terra dopo il proceduto rigor di giustizia divina.

67. Così colla mia seconda venuta sul mondo verrò rigoroso e terribile ed infine concluderò un’amorevole alleanza cogli uomini: ed il cielo colla terra, dopo che avrò purgata la stesse dalle sue empietà col mio sdegno divino.

E il simbolo dell'iride, della colomba e delle frondi di ulivo, parimente sono figura della mia seconda venuta sul mondo, colla quale verrò a portare alleanza e pace sotto un nuove cielo ed una nuova terra dopo che io l'avrò purgata, come dissi, col fuoco delle folgori della mia divina giustizia.

69. Sì dicendo, Gesù Cristo nel medesimo modo che aveva fatto col primo Angelo, accosta il suo infuocato scettro al libro e sigillo e li brucia e l'Angelo si divora le ceneri e sparisce in un lampo di fuoco nei modi ridetti.                                     

 

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PARTE XIX.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DEL 3° LIBRO E SIGILLO.

 

1. Cristo Gesù, aprendo il 3° Libro e Sigillo nel medesimo modo degli altri due Angeli, praticò col 3° davanti a me, come io era davanti a Lui e cosi venne dicendo.

2. Questo libro e sigillo, contiene in sé la procedenza dei nuovi patti stabiliti fra l'uomo e Dio nella ragione e diritto della divina arcana Legge del Diritto.

3. Queste ragioni consistevano nelle confermate promesse di redenzione e salute per mezzo di un celeste liberatore il quale si figura ora per questo simbolo ed ora per quello per le ispirate rivelazioni dei Patriarchi e dei Profeti.

4. Questo tempo in questo 3° Libro e sigillo si dice tempo delle confermate promesse, poiché non vi fu mai tempo nei tempi indietro e procedenti, dove l'uomo confidasse tanto in Dio.

5. I discendenti figli del caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell'uomo si erano per un tempo moltiplicati a misura nuovamente per molte parti della terra in nazioni distinte.

6. Tre furono le diramazioni di queste discendenze dai figli del caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, ma una sola di queste diramazioni si mantenne fedele alle dovute obbligazioni con Dio nei diritti del Culto e della Legge.

7. Fra questo tempo, sorse fra le altre due diramazioni, la sospettosa e falsa idea di dover venire un secondo diluvio sopra la terra perché dimenticate, delle promesse alleanze, contratte con patti stabiliti in questo 3° libro coi Padri loro.

8. A questo loro dubbio e del tutto falsa idea, si supposero altre stolte e false immaginazioni nelle cose create e si figuravano in esse le cose eterne e divine; e da qui nacque il culto della falsa e bugiarda idolatria.

9. Questa forsennata superba idea germinò nel cuore della maggior parte degli uomini pure della 3° diramazione perché la falsa idea dell'idolatria favoriva il fomite delle loro brutali e disordinate passioni.

10. Corse un tempo fra questo errore ed empietà che gli uomini quasi tutti prestavano adorazione e culto al demonio, servendo ad esso ed offrendogli nel modo più barbaro ed empio pure l'olocausto di vittime umane.

11. Questa corruzione fra gli uomini di così empia e falsa credenza di una molteplicità di Dei e di Dee, venne l'arbitrio dei potenti di tutti i regni costituiti sulla terra, con leggi più o meno barbare ed empie dello loro inique e scellerate passioni.

12. Questo tempo dicesi in questo terzo libro, tempo di errore e di menzogna, dove gli uomini invece di adorare e prestare culto nella verità al Creatore, adoravano e prestavano culto alle creature.

13. A questa così empia e germinata idolatria su tutte le nazioni divise sulla terra delle tre diramazioni dei figli del caro a Dio, 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, una si rese più ardita è superba nel falso culto dell'idolatria.

14. Questa diramata stirpe è chiamata in questo 3° libro: i figli della maledizione, poiché discendevano dal 2° figlio dei tre figli preservati nell'Arca del caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell'uomo.

15. Sono pure chiamati in questo 3° libro questi figli della maledizione, i giganti della nuova progenie degli uomini, i quali traevano dalla natura, robustezza e forza, e barbari erano nei modi e nei costumi.                                    

16. Fra questi fu sempre infervorita la falsa idea e timore che dovesse venire un altro diluvio sopra la terra ed essi così pensando si posero volenterosi e d'accordo a dar principio ad un'opera la più grande.

17. La costruzione di quest'opera così malamente fondata nel suo fine ripugnò alla giustizia di Dio, che fra di loro fece nascere la confusione e discordia di modo che gli uni non si comprendevano con gli altri nei comandi e nell'esecuzioni.

18. Per questo modo di disordine e di confusione dovettero cessare la costruzione molto avanzata della opera loro di una mole così grande ed alta, come la base e la levatura di un altissimo monte, la quale fu chiamata torre che vuol dire somma altura.

19. Questa costruzione così immensamente grande ed alta fra le opere degli uomini si faceva nell'intento di doversi salvare da un secondo diluvio che temevano dovesse venire sopra la terra, come dissi.

20. Questi superbi feroci e barbari giganti temevano l’irata giustizia divina perché sentivano in sé senza comprendere la ragione, il peso della loro maledizione celeste ereditata dai padri loro.

21. La confusione, la discordia che Iddio mise fra questi superbi giganti onde farli retrocedere dall'opera loro fu motivo di confusione in modo che fra loro si originarono diverse lingue che gli uni, come dissi, non comprendevano gli altri e questa varietà di lingue fu detta: Babele.

22. Da queste diverse lingue nacquero nuove diramazioni, ché si sparsero questi giganti per tutta la terra, valicando con grandissime navi i mari più remoti e lontani e si trovarono in diverse parti del mondo, che fino ai tempi loro non erano né conosciute né abitate dagli uomini.

23. Questi arditi e superbi navigatori ed esploratori di quasi tutto il suolo della terra, in questo 3° libro si appellano, figli della maledizione e della sventura, poiché dopo un corso di tempo, le loro escursioni cessarono per un nuovo cataclisma avvenuto sopra la terra.        

24. Questa particolarità parimente non fu tramandata alla memoria dei posteri, perché detto cataclisma avvenne dalle parti polari e settentrionali dove queste regioni non erano ancora abitate e conosciute dagli uomini.

25. Solo non furono conosciute queste regioni che dalle escursioni di questi superbi e feroci giganti, figli della sventura e della maledizione, poiché raminghi si erano divisi per tutta quanta la terra.

26. In quei tempi la parte del continente settentrionale aveva una comunicazione coll’altro continente occidentale che divideva in due parti di meridiano la mole del globo della terra.

27. La separazione dei figli della sventura e della maledizione dagli altri figli degli uomini, nacque improvvisa da uno squarcio della terra; cioè si divise uno dall'altro meridiano per un lungo e sterminato spazio di mare da loro non più potuto navigare.

28. Ecco i figli della sventura e della maledizione separati dalla comunicazione del primo meridiano e così per loro questo si disse: un nuovo mondo, che non ebbero mai più nella discendenza dei loro figli, né lingua né legge né culto e addivennero poco meno ragionevoli  degli animali bruti e maggiormente addivennero feroci e rapaci nella loro natura.

29. Questa loro separazione rimase del tutto oscura agli abitanti del primo meridiano, perché la parte che separò i due estremi suddetti continenti, del primo e secondo meridiano non era, come dissi abitata dagli uomini.

30. In questo 3° libro è notato questo nuovo cataclisma sulla terra, per orribili scosse di continuati terremoti, maremoti ed aeremoti; e dicesi: tempo di separazione dei figli della maledizione e, divisione dei due meridiani.        

31. Questo cataclisma continuò con terribili e replicate scosse come ho ridetto, per lo spazio di un tempo, di tre tempi, composti di nove tempi per ciascun tempo di 35 giorni per tempo.

32. Non solo queste orribili scosse separarono i due continenti del primo e secondo meridiano, ma divisero altre regioni e continenti abitati da questi figli della sventura e della maledizione dalle parti polari.

33. Questi vivono sempre nell'oscurità fra regioni inaccessibili privi di ogni alimento produttivo della terra, perché troppo rigide e dirupose sono queste regioni polari, solo vivono d'immondezze e l'uno si fa preda dell'altro.

34. Questi secondi figli della sventura e della maledizione che abitano nelle eccessibili regioni polari, dove vi sono alte e dirupose montagne di gelo, che mai si squagliano per la rigidezza del clima, sono chiamati in questo 3° libro, figli dell'immondezza e della rapina.

35. Questi hanno sempre conservato la robustezza e la ferocia della loro discendenza dei giganti della 2° diramazione dei tre figli preservati nell'Arca del caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell'uomo.

36. Tutto questo sarà di molta edificazione ad ogni testo di verità, rivelata da Dio agli uomini in ogni tempo, poiché queste prodigiose rivelazioni sono state preservate per la pienezza dei tempi per i preordinati disegni divini.

37. In questo 3° libro la scoperta fatta nel tempo del 7° libro del 2° meridiano, dagli uomini del primo meridiano, si chiama: la prima preparazione ai nuovi tempi di completa redenzione fra gli uomini.

38. Tutto questo fu ed è voluto dall'Altissimo perché nella pienezza dei tempi risplendesse maggiormente il lume delle Sue verità fra lo sterminio dell'eresia e degli empii, coll'esaltazione e felicità dei giusti.

39. Una di queste divisioni del continente che è sempre oscura alle regioni del 1° e 2° meridiano, si spetta a farne scoperta nel tempo del 7° libro per contestazione delle verità, che fino ad ora non sono state conosciute dagli uomini per insufficienti e male intesi indizii, come ridissi.

40. Allorché avveniva tutto questo nell'incognite divisioni suddette sorgeva dalla 3° diramazione dei figli preservati nell'arca un 3° a Dio caro figlio, del 3° figlio dell'uomo.

41. Con questo Iddio venne ad una definitiva alleanza per 3° Patto di confermata fede di redenzione e salute su tutta la futura progenie dei figli degli uomini.

42. Questo terzo patto di alleanza dell'uomo con Dio si chiama in questo 3° libro: la fede provata, la colonna di ferro, la catena incorruttibile e nodo indivisibile dei figli delle promesse e della benedizione.

43. In questo tempo Iddio punì una parte della corrotta sanguinità dei discendenti della diramazione del 2° figlio dei tre figli preservati nell'arca del caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dello uomo.

44. Questi nuovi ribelli figli, subissava Iddio, per la loro corruzione di spirito e di brutale carnalità con un diluvio d'infuocato zolfo e tutto inabisso fra questa infuocata materia il continente dove essi abitavano.

45. Questo accadeva contemporaneamente, allorché avvenne il terribile cataclisma della divisione dei continenti dei due meridiani polari, che in questo 3° libro dicesi: tempo del 2°diluvio di fuoco e nuovo inabissamento di una parte della terra.

46. Il 3° caro a Dio del 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, fu quegli che con nuovi patti per dure e dolorose prove della sua fede e della sua ubbidienza nella quale lo volle sperimentare Iddio, meritò la gloria della completa alleanza e patto di redenzione e salute sulla futura progenie dei figli degli uomini.

47. Con questo concluse Iddio, con nuovi patti, una terza alleanza in coincidenza dell'altre due, contratte e costituite nel primo e nel secondo libro nella benedizione speciale su tutta la futura progenie dei figli Suoi che sarebbero addivenuti immensamente numerosi sopra tutta la terra.

48. Da questa 3° alleanza ebbe termine questo 3° Libro e Sigillo coi simboli che qui si vedono: di una colonna di ferro, di un candelabro a 7 faci, ed un'Ara contenente sopra una vittima, che viene consumata dal fuoco ed un ferro di essa tagliente appuntato a tre tagli in una lama.

49. Questi simboli vengono chiamati in questo 3° libro: patti di fede, d'ubbidienza, di fortezza, di sacrifizio e fortunata alleanza, di confermate promesse e di benedizione.

50. I misteri contenuti in questi simboli altro non sono che chiarissimi segni della mia prima e seconda venuta sul mondo: la prima figura: il sacrifizio e l'ubbidienza, la seconda: la Fede e la Fortezza.   

51. Così dicendo, Cristo Gesù pose il Suo infuocato scettro sopra il Libro e Sigillo e lo brucia e l'Angelo si divora le ceneri, e come gli altri due, sparisce come un lampo di fuoco, il quale si congiunge in Dio in Cristo ed in me nei modi misteriosi ed arcani ridetti.

 

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PARTE XX.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DEL 4° LIBRO E SIGILLO.

 

1. Gesù Cristo chiama a sé il 4° Angelo ed aprendo il 4° libro nel medesimo modo degli altri davanti a me, come ero io davanti a lui, così venne dicendo:

2. Questo è il 4° Libro e sigillo, nel quale si contiene la procedenza di altri patti di promissione di 4° e completa alleanza, la quale raggiunge il fine tanto desiato dagli uomini, di una legge scritta.

3. Dopo il 3° caro a Dio 2° figlio del 3° figlio dell'uomo, segue nella discendenza dei figli Suoi quella benedetta stirpe detta in questo 4° libro, la colonna di ferro, la catena incorruttibile, il nodo invisibile, il popolo eletto di Dio.

4. Fra questi benedetti figli, uno principiò i primi patti di questa 4° alleanza, venendo ad una gloriosa lotta coll'Angelo di Dio, che esso vinse in una questione dell'antiche promosse, nella progenie dei figli Suoi e nuovamente lo benedisse nella futura discendenza dei figli degl'uomini.

5. Questa lotta, come dico, fu il principio della 4° alleanza, chiamata in questo 4° libro, discendenza d'Israello, popolo eletto di Dio e figli della benedizione nelle confirmate promesse di redenzione e salute per un futuro celeste Liberatore.

6. Da questa Israelitica stirpe, in tempi sorsero tanti cari figli a Dio ai quali Esso Si compiacque di rivelare le future felicità del promesso agli uomini, futuro Liberatore.

7. Molti e molti di questi cari figli a Dio si trovano segnati in questo 4° libro, al numero della vita, i quali si chiamano i Santi del popolo eletto di Dio, i servi fedeli delle confermate promesse di redenzione e salute fra gli uomini.

8. Questo santo desiderio di una futura redenzione nella discendenza dei figli loro, li rese così cari e piacevoli a Dio, che Esso stesso Si compiaceva di avere fra tanta perversione degli uomini corrotti nella falsa e barbara idolatria, un popolo così santo e fedele al culto ed alla Sua Legge.

9. In questo 4° libro vengono chiamati i prediletti figli di Dio, gli esecutori e conservatori della verità del culto, della legge e della giustizia: il popolo santo, l'oracolo della divina sapienza.

10. Fra questo popolo così caro e prediletto a Dio, sorse un germe della corruzione, della discordia e della rilasciatezza, ai Suoi contratti patti di principiata alleanza e si resero quasi tutti indegni della speciale protezione celeste.

11. Iddio si sdegnò fieramente con questo Suo prediletto popolo, poiché caduti erano nuovamente in ogni genere di empietà e di corruzione e così permise nei fini Suoi, di redimerli schiavi in mano dei Suoi più crudeli e barbari nemici idolatri.

12. In questo 4° libro, questo tempo si dice: tempo di rilasciatezza, di prevaricazione, di schiavitù e d’interrompimento d'alleanza del popolo eletto di Dio e castigo di emenda di essi.

13. Fra questa dura e penosa schiavitù, nella divisione che era avvenuta di questo popolo eletto e caro a Dio, sorsero altri cari figli che in essi nuovamente riprincipiò l'ordine della interrotta alleanza con altri patti e promesse di redenzione in essi.

14. Più e più volte fece noto Iddio a questi cari figli, il divisamento dei Suoi preordinati disegni e fece loro intendere che dalla loro permessa schiavitù avrebbe fatto germinare una meravigliosa verga, in un loro Liberatore, dal quale sarebbero stati tratti in liberta di nuova e libera vita.

15. Questi divini divisamenti si promulgarono fra il diviso popolo eletto di Dio nella loro schiavitù e furono palesi pure questi celesti prevenimenti agli stessi potenti Idolatri, i quali si misero in sospetto e pensarono di opporsi alla prodigiosa venuta del Liberatore dei figli schiavi d'Israello.

16. Per questo timore emanarono un fiero editto su tutti i figli d'Israello in opposizione, affinché non germinasse fra essi la suddetta prodigiosa verga, da cui la potestà idolatra per sì gran timore diede campo alla strage e al martirio.

17. Per questo fiero editto, gemevano le madri e i padri per i loro derubati e massacrati figli, da cui era predetto dover germinare la prodigiosa verga, ed era per questo che dal potere idolatra i figli maschi di puerile età, nati dai figli di Israello, erano tutti immediatamente fatti morire.     

18. Questa effusione di sangue, di così innocenti vittime, fu una fomentazione al germinare della prodigiosa verga e una commozione di pietà nel cuore di Dio, che con maggior prodigio della Sua bontà divina, la fece sorgere in un modo sorprendente ed ammirabile.

19. Ecco la prodigiosa verga spuntare e germinare sconosciuta fra mezzo allo splendore della timorosa Idolatria ed essa stessa senza saperlo fu protettrice, custodia e maestra procursiva di questa prodigiosa verga, nei preordinati divini disegni.

20. Fu maturo il tempo della promessa libertà al popolo eletto e Dio per opera della prodigiosa verga; ad essa i figli d'Israello più non pensavano e quasi tutti si erano dimenticati di una tanto da loro desiderata aspettazione.

21. La prodigiosa verga non più si tenne celata fra lo splendore della potente idolatria, per un tempo da essa si divise e nuovamente ad essa tornò e si palesò quale era e a nome di Dio vero, domanda la libertà del suo popolo.  

22. Fu una sorpresa di terrore e di meraviglia pei potenti idolatri ad un così prodigioso annunzio ed una consolazione un conforto di gioia e di tenerezza pei gementi schiavi, figli d'Israello.

23. La maturità di questo tanto desiderato tempo, della libertà del popolo eletto di Dio, in questo 4° libro si chiama: tempo di riscatto, di vita libera, di prodigio e patto di terra promessa.

24. Ecco davanti al potere della superba idolatria l’umile e prodigiosa verga del caro a Dio 4° figlio del 3° figlio dell'uomo e questo per quanto umile e altrettanto ardito e sagace, pretende le ragioni dal potere idolatra, nella libertà del suo popolo.

25. Ebbe di che provare del suoi prodigi la misteriosa verga a nome del vero Dio contro le opposizioni ostinate e crudeli dei potenti idolatri, i quali tal non lo credevano.

26. Da ciò ebbe a provar duolo, pentimento e sterminio la vana forza degli uomini contro la forza verace e terribile di Dio e il giorno venne del riscatto del popolo eletto e il termine posto alla loro lunga dolorosa schiavitù.

27. Questo giorno, in questo libro, si chiama: giorno di nuova vita, il quale si congiunge al mistero del 6° e 7° libro, poiché Iddio Si mostrò loro, Si è mostrato, e Si mostrerà palese al Suo popolo, coi prodigii di Se medesimo in questo Suo caro 4° in me e nel 7° figlio dell'uomo.     

28. Il popolo eletto e santo di Dio fu sottratto dalla schiavitù da questo caro a Dio 4° figlio del 3° figlio dell'uomo, e cominciò a menare vita libera e felice e si credé ristorato dalla sua gravosa e dolorosa e lunga schiavitù.

29. Volle, a tutto questo, Iddio col Suo caro 4° figlio del 3° figlio dell'uomo, venire alle decisive conclusioni di una completa alleanza, confermata coi rigori di una Legge scritta.

30. Ciò fu fatto e concluso e questo dicesi, in questo 4° libro: alleanza scritta o legge di rigore e di giustizia, la quale coincide coi diritti della 1° e della 7° procedente alleanza che per ultimo col rigore e colla giustizia contrarrà Iddio cogli uomini.

31. Questa rigorosa Legge di Giustizia fu scolpita in lamina di pietra dalla mano potente di Dio, in presenza del Suo caro 4° figlio del 3° figlio dell'uomo, il quale si assoggettò alla dovuta e rigorosa osservanza, pure in garanzia del Suo popolo.

32. Con questi patti d'alleanza di Dio cogli uomini si raggiunse quel desiato fine di avere una legge scritta, per mezzo della quale venisse regolato l'ordine della disciplina e le mosse dissenzioni, che sempre erano avvenute e avvenivano fra il popolo eletto.

33. Tutti questi avvenimenti coincidevano colle promesse di una completa libertà nella redenzione che in un tempo avvenire, avrebbe portato il prevenuto celeste Liberatore, viva figura di ogni simbolo di questo 4° libro.

34. Tutte si preparavano le vie a questo felice e futuro tempo di redenzione copiosa, la quale si sarebbe, come dissi, estesa non solo sopra i figli della benedizione, ma pure sopra quelli della maledizione della sventura e dell'immondezza.

35. Questo fedele, amoroso, giusto e severo caro a Dio, 4° figlio del 3° figlio dell'uomo, si rese celebre colle sue virtù e colla sua sapienza, nella riordinazione del Culto e della Legge, congiunta ai brevi precetti della Legge scritta da Dio.

36. Questo caro a Dio 4° figlio del 3° figlio dell'uomo, si rese oltremodo confidente in Dio, ché Esso stesso Si compiaceva della sua fedeltà, del suo zelo all'amore, alla carità ed alla giustizia, che gli ispirò nel cuore e nella mente la verità delle molte cose passate, recenti e future.

37. Pure Si compiacque Iddio in questo caro 4° figlio del 3° figlio dell'uomo, di simboleggiare tutto il mistero della completa redenzione degli uomini, appartenente al 6° e 7° libro, nella pienezza dei tempi.

38. La sua verga, i suoi prodigii, il culto da lui riordinato, la Legge scritta istituita in esso, disciplinata e sorretta dalla rigorosa osservanza del rito, nel santo servizio di Dio, lo resero celebre fra i più cari a Dio, d'incompleta e completa alleanza.

39. I simboli di questa scritta e completa alleanza, di questo 4° Libro, sono: una colonna di fuoco, una verga intrecciata con due serpenti, una lamina di pietra scritta, e un libro diviso in tre libri.

40. Questi simboli vengono chiamati in questo 4° libro, la Legge di rigore, Legge scritta e Legge di Giustizia, i quali posero termine a questo Libro e Sigillo e così ebbe fine la completa alleanza di riscatto del popolo eletto di Dio.

41. I misteri che in sé contengono questi simboli, altro non sono che una coincidenza degli altri esposti e spiegati simboli, e vivi segni e figura della mia prima e seconda venuta sul mondo.

42. La colonna di fuoco e la verga intrecciata coi due serpenti sono segni della mia prima e seconda venuta sul mondo, colla duplice prudenza delle mie luminose verità, colla propagazione della mia celeste dottrina, colla sottratta schiavitù della colpa, col bandimento del perdono e della penitenza in una nuova vita.

43. La lamina di pietra ed il Libro diviso in tre libri, sono pure una viva figura della mia seconda venuta sul mondo, nei raggiunti fini di Dio con una rigorosa Legge, congiunta in tre Libri, che racchiude in sé ogni prima ed ultima istituzione di completa ed incompleta alleanza fra gli uomini e Dio.

44 Tutto questo coincide colla completa redenzione del 6° e 7° libro in una riforma sul Culto sulla legge, nella ragione arcana del diritto umano e divino, colla severa Legge del Diritto.

45. Sì dicendo, Gesù Cristo, mette il suo infuocato scettro sopra il Libro e Sigillo e lo brucia; e l'Angelo si divora le ceneri e sparisce in un lampo di fuoco cogli effetti ridetti.

 

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PARTE XXI.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DEL 5° LIBRO E SIGILLO.

 

1. Gesù Cristo chiama a sé il 5° Angelo nel modo degli altri, apre il libro davanti a me, come io stavo davanti a lui, e così venne dicendo:

2. In questo 5° libro hanno principio e termine nuovi patti in una nuova alleanza di Dio cogli uomini in tanti gradi diversi più che in altri fin qui spiegati libri e sigilli.

3. Questo tempo in questo 5° libro e detto tempo dei Giudici e della Giustizia, che nell'insieme è tutto un simbolo della premessa redenzione fra gli uomini avvenuta posteriormente con segni precursori di sì grandi avvenimenti di un tempo così beato e felice.

4. Qui in questo 5° libro sono congiunti molti fini di ogni passato e futuro avvenimento, nei preordinati disegni di Dio, onde giungere a quel beato fine che in sé racchiude il fine di tutti i fini umani e divini.

5. Dopo la completa alleanza della Legge scritta, vi furono altri cari a Dio figli, discendenti dalla colonna di ferro, stirpe gloriosa di Israello, popolo eletto, incorrotta catena e nodo indivisibile, che questi in più modi operarono per la gloria di Dio, nella rigorosa osservanza del Culto, della Legge e della Giustizia.

6. Fra questa gloriosa stirpe, uno fu fatto per le sue virtù per la sua umiltà e per la sua rettezza simile al cuore di Dio e molto ebbe con Esso-lui la confidenza che volli figurare in lui me stesso, nella sua umana persona, in ogni fatto delle sue eroiche gesta.

7. Questo 5° figlio del 3° figlio dell'uomo fu così caro a Dio, che Esso coll’unto santo lo consacrò, autorizzandolo nelle dignità del Culto e della Legge, costituendolo al Principato del popolo eletto per prodigiosi successi.

8. Esso ripristinò allo splendore il culto e la legge, radunò sotto un sol governo il popolo eletto e santo, di Dio, che diviso si era in tante tribù, distinte per quanti furono i figli del valoroso Israello, le quali tribù sono simboli di questo 5°, 6°, 7° Libro.

9. Questo valoroso campione, dopo ripristinato il culto e la legge col suo valore, colla sua bontà, colla sua clemenza, sapienza e confidenza in Dio, vinse e superò le più grandi a lui tese insidie e perigli e fu il padre amoroso di tutti, ed il terrore dei vicini e lontani nemici suoi e di tutto Israello.

10. Esso fu il terrore degli empii, l'umiliatore della superbia umana, il folgore della divina giustizia in pace e in guerra, il dissipatore dell'insidie e degl'inganni, l'Angelo sterminatore d'ogni empietà, l'Angelo della pace, del perdono e della benevolenza.

11. Questo oltremodo caro a Dio, 5° figlio del 3° figlio dell'uomo non altri figura nella sua mortale persona, come dissi, che me e di me parlò anteriormente della mia prima e seconda venuta sul mondo, io essere apportatore fra gli uomini di redenzione copiosa e salute.

12. Da questo caro figlio Si compiacque Iddio di farSi tessere lodi e cantici della Sua potestà, della Sua suprema gerarchia celeste, e tutto questo al rito del Suo divino culto consacrò, come parto delle divine inspirazioni espresse dal suo nel cuore di Dio.

13. Questo caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, coi vaticini segnò ogni orma di sangue che Io, figlio dell'Essenza divina avrei stampato sul mondo, nella mia prima venuta fra gli uomini.

14. In questo 5° Libro, questo tempo si dice: tempo di verità, di sapienza rivelata, d'onore, di gloria, di attributi a Dio e di confidenza in Esso per le tante inspirazioni delle cose future.

15. Gli antecessori di questo caro a Dio, 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, nell'amministrazione della Legge e della Giustizia, dopo il patto della legge scritta, detti i Giudici d'Israello, si possono riguardare come precursori valorosi e fedeli di questi tempi di sì bella alleanza con Dio.

17. Queste loro eroiche e dignitose azioni, dei figli discendenti dalla colonna di ferro, sono chiamati in questo 5° Libro: la testimonianza di giurate alleanze degli uomini con Dio.

18. Per ogni modo seppero questi valorosi e dignitosi figli d'Israello testificare il suo amore la sua fedeltà e riconoscenza in Dio d'ogni loro operato, in osservanza al culto, alla legge e alla giustizia.

19. Il mondo tutto chiaramente comprese, comprende comprenderà che questa gloriosa progenie dei figli del patto e della benedizione erano il fonte della verità, della sapienza, della fedeltà e della fortezza nell'osservanza del culto e della Legge Santa di Dio.

20. La catena incorrotta, della progenie di questi cari figli a Dio, dalla 3° alla 5° alleanza è chiamata in questo 5° libro: il meraviglioso ed indivisibile nodo di congiunzione fra l'uomo e Dio.

21. Corsero dei tempi di prodigii, di fede, di fortezza, di eroismo ed arrecano alla memoria dei posteri maraviglia e stupore ad esaltazione degli uomini ed umiliazione dei superbi e degli empi.

22. Una così ammirativa e prodigiosa eventualità alle future nazioni, servirà di esempio di scuola e di ammirazione nella confidenza e protezione in Dio, nelle cose le quali riguardano il decoro dell'osservanza della legge e della giustizia in coincidenza dei santi precetti di Dio.

23. Colui il quale raggiunse l'aspirato fine di riunire la convenienza dei diritti divini coi diritti della legge, in un ordine morale e civile fu il più compiacente a Dio, fra i cari figli Suoi dell'incorrotta catena e indivisibile nodo dei patti e delle promesse e delle giurate alleanze.

24. Questo fu il caro oggetto fatto, come dissi, secondo il cuore di Dio nel quale si rimarcano le Sue virtù, la Sua sapienza, la Sua bontà e rettezza di cuore in questo 5° libro, come tratti dalla divina bontà e dalla divina clemenza.

25. Esso costituì la dimora stabile del tabernacolo santo di Dio e per esso adeguò la costruzione della beata Sionne, consacrata da Esso-Lui, depositaria del tesoro immenso di quell'arca santa, nella quale erano conservate le leggi sante di Dio ed ogni più sacro.

26. Questa riunione del popolo eletto di Dio e la ripristinazione delle leggi civili annesse ai rigori ed alla disciplina, del santo culto divino, si chiamano in questo 5° libro: tempo di riordinamento del santo culto, della legge e della giustizia.

27. Fu per modo diverso da questo caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, praticato ogni rigore di giustizia, da quello dei suoi antecessori, figli dell'interrotta catena e nodo indissolubile della loro giurata alleanza con Dio.

28. Questo caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, congiunse a patto di decorosa alleanza, l'amministrazione del culto con quello, della legge e della giustizia, costringendo gli obblighi del culto alla legge e quelli della legge al culto.

29. Tutto questo altro non era che una viva figura della mia prima e seconda venuta sul mondo fra gli uomini con redenzione copiosa d'amore e di carità, di rigore e di giustizia, in vincolo di una legge santa, la quale congiungerà gli obblighi di una rigorosa disciplina in una Legge di Diritto Divino.

30. La figura di tutto questo si denota in questo 5° Libro col nome: di ripreordinazione dei diritti divini e sagramento di giustizia, congiunto al sagramento d'amore, di carità, di perdono, di penitenza del 6° e del 7° Libro. 

31. I vincoli di una così decorosa e santa alleanza della legge del culto erano per l'avanzi sostenuti in particolari esigenze, dalle quali si promovevano dissensioni dolose presso Dio e presso gli uomini ed esse cessarono in così bella alleanza santa e profana.

32. Tutto questo altro non era che una figura, coincidente dei tempi passati, recenti e futuri e questi misteriosi simboli sono la storia veridica di tutti i tempi, il depositario di ogni verità e la scuola di ogni virtù, di ogni sapienza, come ho ridetto.

33. Le vicende umane hanno in questo depositario santo, un ordine stabilita da Dio per la pienezza dei tempi e questi sono designati in ogni avvenimento per simboli diversi nella coincidenza dagli spiegati libri di questo 5° e 6° libro.

34. Dalla gloriosa stirpe dell'incorrotta catena e indivisibile nodo di giurata alleanza con Dio, io fui additato in più diversi tempi, nella sapienza, nella verità del santo depositario delle sacre scritture; ché nato come uomo sarei fra gli uomini e da essi avrei provato amarezza dolore e morte.

35. In questo 5° libro queste preventive verità accennate chiaramente dai depositario santo delle sacre scritture, vengono chiamiate vera luce, giorno di nuova vita senza morte.

36. Il caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, per i suoi gloriosi prevenimenti alla mia prima e seconda venuta sul mondo, in questo 5° Libro, fra i cari a Dio si meritò l'eminentissimo e glorioso nome: di Padre e Procursore divino.

37. Ciò fu decretato nei divini, consigli, poiché dalla gloriosa stirpe del sangue di questo caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, io sarei nato per misteriose concepimento ed io stesso ero e sono chiamato figlio di Lui, come Esso è figlio caro di me.

38. Le congetture fondate su tale proposito in questo dagli uomini tanto desiato tempo, sono alquanto rimaste Oscure nel corrompimento della verità e della giustizia, nel depositario santo delle sacre scritture.

39. Questo caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, di me, come dissi, fu figura vivissima in tutte le sue gloriose azioni e nei risentimenti che ebbe per l'amore per la pietà, per la fede, per il culto, per la legge e per la giustizia.

40. Colle superlative virtù dell'amore, della carità, dell'umiltà, della penitenza e della disciplina ed osservanza alle leggi sante di Dio, si fece strada alla gloria più grande meritata dagli uomini, che io stesso mi compiacqui di essere chiamato suo figlio.

41. Con questo prediletto caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, si venne ai patti della completa principiata alleanza, che si trova segreta in questo 5° libro col nome: di alleanza procursiva alla venuta di me, celeste Liberatore fra gli uomini, apportatore di ogni verità, d'ogni giustizia, d'ogni felicità, d'ogni bene.

42. I simboli di questa gloriosa alleanza, sono: uno scettro, una corona, una spada, un libro, una stola, un cilizio, i flagelli ed una coppa d'oro: questi simboli posero termine e sigillo a questo 5° libro.

43. Questi simboli sono segnati in questo 5° libro, col nome di precursiva legge di culto, di rigore e di giustizia, che essa coincide coi noti simboli di tutti gli altri spiegati libri e sigilli in concorrenza ai procedenti 6° e 7° Libro.

44. La procedenza di tutti questi avvenimenti sono chiarissimi segni di ogni preordinato disegno per la pienezza dei tempi i quali tutti fanno di me una viva figura lucida nell'immagini dei fatti come delle parole.

45. I simboli della corona, del cilizio, dei flagelli, della coppa d'oro, sono viva figura della mia prima venuta sul mondo, poiché le mie verità mi fruttarono amarezze dolori, flagelli ed una corona di martirio e di sangue.

46. Il simbolo dello scettro, della spada, del libro e della stola sono altra viva figura della mia seconda venuta sul mondo, in una completa redenzione su tutti gli uomini, abbondantemente copiosa.

47. Questa completa redenzione procederà, colla congiunzione di una rigorosa riforma sul rito e sulla legge in rigore del potere e della forza in un ordine militare religioso e civile.

48. Questo è il misterioso Libro e Sigillo che in sé racchiude tutti i preordinati disegni umani e divini in un nuovo ordine di cose, su tutti i diritti riportati e congiunti all'arcana ragione della severissima legge del Diritto.

49. Così dicendo, Cristo Gesù, accosta il suo infuocato scettro sul libro e Sigillo e lo brucia; e l'Angelo si divora le ceneri e sparisce in un lampo di fuoco, cogli effetti ridetti.

 

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PARTE XXII.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DEL 6° LIBRO E SIGILLO.

 

1. Gesù Cristo, chiamando a sé il sesto Angelo, aprendo il Libro, come io ero davanti a Lui, così venne dicendo:

2. Questo 6° Libro e Sigillo contiene in sé la conclusione di ogni simbolo e vaticinio del depositario santo delle sante scritture, dove in esse figura lo sono in ogni loro parte.

3. Dopo la conclusa 5° alleanza del caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, segue nella sua successione la costruzione del depositario dell'Arca santa, nella sacrosanta a Dio da questo caro 5° figlio, la beata Sionne.

4. In questo 6° Libro questo tempo si chiama: consagrazione di offerta del primo Tempio monumentale a Dio, verace e giusto, il quale è la giustificazione delle giurate promesse, della conclusa completa alleanza del 5° Libro e Sigillo.

5. Allo splendore, alla magnificenza, in cui fu edificato ed innalzato questo santuario di giustizia e di alleanza giurata fra gli uomini e Dio, fu un tributo di eccelso onore e di gloria dovuta all'Altissimo, da cui venne pienamente glorificato dal Suo popolo eletto.

6. Così nella progenie gloriosa del caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, seguiva in questo tempo lo splendore, la gloria, la magnificenza dell'adorazione, del culto delle cose sante, con la rigorosa osservanza delle leggi e della disciplina.

7. Questo tempo, in questo 6° Libro, si chiama pure tempo di sapienza, di fede, di amore e di giustizia, precursiva alle vie di redenzione e salute, nel qual tempo si consultarono gli oracoli della mia venuta sul mondo.

8. Queste chiarificazioni, ben comprese nel depositario santo delle Sacre Scritture, fecero illuminato il caro figlio a Dio, figlio del 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, promotore precursivo della principiata alleanza di questo 6° Libro.

9. Questi, bene espresse con cantici di amore e di tenerezza la mia congiunzione sacrosanta, che io avrei fatto nella completa alleanza di questo 6° Libro al patto giurato delle promesse di redenzione copiosa agli uomini.

10. A queste nuove e vive espressioni del mio futuro avvenire, come Celeste liberatore sul Mondo, sorsero altri cari figli a Dio, che in egual modo furono illuminati di così felici eventi, e per varii simboli e forme diverse, di me parlarono.

11. Per un tempo esultò il popolo eletto di Dio, di gioia e di giubilo a queste desiate promesse, dove che si offrirono posteriormente olocausti a Dio, onde abbreviare il tempo di tanta aspettazione.

12. Sorse fra queste felicità di fede, di pace e di desiderio alle future promesse di redenzione, la discordia nel rigor delle leggi e della giustizia, e qui venne meno la gloria della prediletta stirpe del caro a Dio, 5° figlio del 3° figlio dell'uomo.

13. Questo tempo si dice in questo 6° Libro, tempo della nuova prevaricazione del popolo eletto, il quale decadde dal suo splendore e grandezza, per il rilasciamento del culto e della legge ed altra volta l'ira di Dio provocò.

14. Da questa nuova prevaricazione dei figli d'Isdraello, nuovamente Iddio permise di farli cadere nella schiavitù in mano dei Suoi più fieri nemici che, possessori e rapitori si fecero delle loro proprietà e delle cose più preziose e sacre del santuario di Dio.

15. Fra tutte queste calamità decadde pure lo splendore, la gloria e la magnificenza del Tempio santo di Dio, perché tutto gli fu derubato e devastato dai potenti Idolatri.

16. Tutti, come dico, gli arredi più preziosi sacri e profani del Tempio santo di Dio furono la preda dei vicini e più lontani nemici dei figli di Isdraello, e fra queste rapine fu devastata la sacrosanta a Dio Sionne, e ne fecero in parte macerie e ruine.

17. Questo dolorosissimo tempo si dice in questo 6° Libro, tempo di sdegno della divina giustizia contro il popolo eletto, il quale lo fece gemere Iddio per castigo della sua nuova prevaricazione per molto tempo sotto il tirannico giogo della potente loro nemica e gelosa Idolatria.

18. Fra queste calamitose miserie di schiavitù e di oppressione del popolo eletto, diviso e spossato dai suoi regni paterni, sorsero altri cari figli a Dio, che colle sue virtù e col suo valore seppero ripristinare alquanto i diritti dei Padri loro.

19. In questo tempo sorsero pure altri cari figli a Dio, dedicati alla pietà, al culto, al cilizio, i quali ebbero a soffrire dileggi avversioni e martirio da molti figli corrotti del popolo eletto, perché ripresi da loro di essere fatti schiavi delle disordinate e barbare passioni Idolatre.

20. Uno di questi tre i cari a Dio figli della Pietà, della fede, del cilizio, della penitenza e della giustizia, fu rapito nuovamente al Cielo per testificare nella pienezza dei tempi colla sua reale e naturale presenza, di nuova venuta fra gli uomini, la verità di questi ed altri avvenimenti alquanto oscuri alla memoria dei posteri.

21. La diramazione del popolo eletto, in questo ed in altro tempo indietro, si dice in questo 6° Libro, dissertazione dei figli d'Isdraello alle giurate promesse dei padri loro.

22. Riordinata la pace, dopo tante dissenzioni sanguinose fra il popolo eletto di Dio e la potenza idolatra, dalla quale erano state derubate e devastate le tribù d'Isdraello, nuovamente si ripristinò l'ordine di governo e di disciplina, sulla legge e sul culto.

23. Di buon'animo e di buona fede, si decretò dalla nuova reggenza di governo rituale e civile, di ricostruire nuovamente l'ordine del culto santo di Dio, colla nuova eleganza, nella restaurazione della diroccata Sionne, e nuova edificazione del Tempio santo di Dio.

24. Ciò fu fatto con brevità di consiglio e d'effetto dai riordinati figli dell'incorrotta catena, e nodo indivisibile dei figli del giuramento e così si preparavano le vie all'aspirato fine di questo santo tempo, detto in questo 6° Libro, tempo di aspettazione.

25. Fra questo intermezzo di tempo, sorgeva dalla parte della terra delle nuove promesse, una potente nazione idolatra, giovine nel suo vigore, ma forte e terribile nel suo ardimento e nella sua marziale sagacia.

26. Questa novella nazione quasi incognita e remotissima al popolo eletto di Dio, era preordinata nei divini disegni per la maturità dei tempi di questo 6° e del 7° Libro per la preparazione della prima e seconda venuta sul mondo.

27. Ciò doveva essere perché così era stato predetto da tanti figli, cari a Dio nelle loro esortazioni profetiche, onde richiamare dal loro traviamento i decretati figli del giuramento, dalle dolorose cure del culto della legge e della disciplina.

28. Ecco la potenza virile e terribile delle nuove promesse, avanzarsi per quasi tutti i regni della terra e padrona si rende del dominio di tutti gli altri potenti idolatri e a sé sottoporre pure i figli del giuramento.

29. In questo tempo la gloriosa stirpe del caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, era decaduta dalla sua potenza nell'oscurità di umile condizione, di poche diradate famiglie.

30. Ecco fra queste la prediletta fra tutte le creature umane, la casta la pura la cara ancella di Dio, figlia del caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo e questa ab eterno era stata prescelta ad essermi Madre, per misterioso concepimento dalla mia umana natura.

31. Così era prescelta da Dio, quest'angelo in carne di purità, di santità e di grandezza e così procedeva l'oscurità della sua onorata famiglia, come era stato predetto da tanti vaticinii dei molti cari a Dio figli del popolo eletto, e di altre creature inspirate da Dio, nei fini Suoi di discendenza e culto idolatro.

32. Per custode e compagno dell'Ancella di Dio, vi era pure fra queste umili famiglie discendenti dall'onorata stirpe del caro a Dio 5° figlio del 3° figlio dell'uomo, un puro e candido giglio, il quale esser doveva 1'ornamento della mistica rosa.

33- E quest'Ancella esser doveva, il vaso sacro, dove sceso sarebbe dal cielo il Santo Divino Spirito, a propiziare nella mistica rosa tutte le delizie essenziali del divino amore, della divina bontà e della divina clemenza.

34. Ecco venuto il tempo della mia venuta sul mondo, e così addivenni Verbo colla mia essenziale divinità e presi umana carne per opera del mio SANTO SPIRITO nel seno puro ed immacolato della cara ancella di Dio.

35. Inaspettato da tutti, in così misterioso concepimento, maturato il tempo, venni alla luce in umile tugurio fra ruvidi steli di arido foraggio, fra giumenti ed armenti nella gloria degli angeli, che al mio nascere fecero corona, scendendo a me dal Cielo.

36. Così io nacqui fra l'umana carne e la predetta stella spuntò nel cielo per segno certo della mia prima venuta sul mondo nell'adempimento delle giurate promesse di redenzione copiosa sugl'uomini.

37. Il tempo venne e la luce spuntò tanto desiderata dal popolo eletto di Dio; ma essi non la videro e non risplendeva per loro la mia maravigliosa e misteriosa luce, perché nuovamente erano caduti nelle tenebre d'ogni errore e d'ogni delitto.

38. L'apparir della mia misteriosa stella, fu di sorpresa ai potenti idolatri dalle parti lontane, da dove nato io ero. Essi vennero a me rendendomi onore, applaudendo al mio nascere con donativi più preziosi e cari della terra.

39. Di tutto questo, del mio nascimento e dell'apparir della misteriosa stella, fu informato il magistero della reggenza civile e rituale del popolo eletto, e stupirono in sé a così inaspettata notizia; poiché dimenticati si erano di sì prodigioso avvenimento.

40. Corsero, pieni di orrore e di confusione, colla timorosa incertezza di un tal prodigio, al depositario santo delle Sacre Scritture per dissuadere se medesimi di una così da loro dimenticata ed inaspettata promessa.

41. Essi, corrotti nella fede, non credettero dal mio umile nascimento, in me quello che io per loro ero e che tale ero stato promesso ai padri loro ed aspettavano glorioso il mio venire sul mondo, e me la nascita del più grande principe e potente idolatra della terra.

42. Ecco in eccitamento alla loro superbia l'incredenza, il dubbio il timore; talché la cieca e corrotta fede di questi traviati figli del giuramento, di me dubitavano ed i potenti per gelosia di dominio m'insidiarono alla vita.

43 Di tutto questo fu prevenuto per celeste annunzio l'immacolato giglio, il quale a me faceva le veci di padre terreno, compagno e custode della mistica rosa, mia purissima Madre, e da Essi venni sottratto in terra straniera e salvato dai miei crudeli nemici.

44. I Padri e le Madri di questo traviato e corrotto popolo eletto di Dio piansero nuovamente sopra le vittime dei loro innocenti figli di sesso maschile; poiché tutti furono uccisi, perché io fra essi dovessi perire.

45. La superbia e ferocia umana, ebbe di che opporsi ai divini disegni. Io fui salvo ed a suo tempo nuovamente tornai nella mia terra natia e qui fra le amorose custodie dell'immacolato giglio e mistica rosa attesi la maturezza dei tempi per la mia nuova manifestazione agli uomini.

46. Fra questo tempo, fui oscuro al mondo della vita sociale, che io menavo nell'umile condizione del mio terreno padre di fabbro o falegname artista, fintantoché fui fatto adulto, onde servire ai disegni di mio Padre celeste.

47. Questo tempo si dice in questo 6° Libro, tempo di accecamento allo splendore della vera luce, sconoscenza delle vie di salute, fede morta nei figli dell'aspettazione e delle promesse.

48. Giunse il tempo del mio Apostolato e la Divinità palesai nella mia natura umana, col bandimento delle mie verità celesti e coi prodigii del mio operato e delle mie parole.

49. Innanzi tempo che io mi manifestassi alle turbe, di me aveva parlato il mio Angelico Procursore, il quale col battesimo e con la penitenza preparava le vie di salute eterna agli uomini, come di ciò gli era stato promesso.

50. La maturità di questo tempo, dicesi in questo 6° Libro, tempo di vita senza morte, luce vera senza tenebre, porta del cielo, via di prosperità e di salute, scuola di ogni sapienza, fonte di acqua viva cibo di vita eterna.

51. Tutti io versai con la mia Celeste venuta sul mondo, fra i figli degli uomini, i tesori della mia bontà e della mia clemenza nell'adempimento delle mie promesse in loro: ma la sediziosa superbia umana non udì la mia divina parola, non credé ai miei prodigi.

52. Il magistero civile e rituale fremette d'ira e di sdegno, quando contestai la mia umanità divina. Essi protestarono me, un empio; usurpatore degli attributi divini, e contro di me si mossero insidiandomi alla vita.                    

53. Ciò addivenne perché io, ripreso avevo i loro vizii e disordinate passioni, maggiormente nell'ipocrisia, ed iniqua avarizia, nei seducenti abusi praticati da loro a disdoro e danno comune, nel rito, nel culto, nella legge e nella giustizia.

54. Rimproverai loro nella dimenticanza delle verità registrate nel depositario santo delle Sacre Scritture e la infedeltà, delle loro giurate promesse, nel corrompimento della fede, del culto, della legge, della disciplina e della giustizia.

55. Tutto questo io rimproverai loro, col diritto della mia divina autorità, velata sotto la umile condizione di un povero figlio di artista e non come potente principe, ricolmo di onore e di grandezze, come supposto si era della loro orgogliosa superbia, che tale io venissi al mondo come celeste liberatore.

56. Molti del popolo furono ammiratori dei miei prodigii e delle mie parole, e di me si fecero fedeli seguaci e osservatori dei miei precetti e della mia celeste dottrina, la quale inveiva contro le passioni disordinate ed ogni errore della falsa ed empia idolatria.

57. L'ora venne, in cui io dovevo offerirmi per espiazione dell'umane colpe in sacrificio ed olocausto al mio Padre Celeste; poiché questo era il fine e l'importanza della mia prima venuta sul mondo.

58. Fui giudicato, fui flagellato e barbaramente venni condotto alla morte, inchiodato in un patibolo infame di Croce, e così consumai l'opera di sì gran sacrificio, di un Dio umanato, come di ciò era predetto e voluto dal mio Padre Celeste.

59. Questo tempo, in questo 6° Libro, si dice: tempo di espiazione e di sacrificio; poiché la vittima fu consacrata in olocausto a Dio, nell'offerta in me di se medesimo e così fu adempiuto alle giurate promesse di redenzione copiosa fra gli uomini.

60. Fui tumulato, discesi all'inferno e nel regno di aspettazione a giudicar di quelli che erano segnati al numero della vita e dopo tre giorni risorsi glorioso e trionfante con essi al cielo.

61. Coi simboli che qui si vedono, si pose termine e sigillo all'alleanza dell'adempiute promesse di sacrificio e di sangue di questo 6° Libro, col nome di compiuta alleanza di amore, di carità, di grazia, di perdono e di penitenza.

62. I simboli e sigillo di questo 6° Libro, sono: una croce, una colonna di pietra, una lancia, i flagelli, una corona di spine, una coppa, tre chiodi di ferro, ed una veste color di porpora, tutta lorda di sangue.

63. Questi sanguinosi trofei, sono i misteriosi simboli, che coincidono con tutti gli altri simboli per vive figure di quello che di me è stato predetto nei depositario santo delle Sacre Scritture.

64. Il legno dove io fui messo in croce e morii è figura della sanguinosa clava, con la quale fu uccisa ed immolata la prima vittima umana del primo figlio dell'uomo amoroso, pietoso ed umile del quale io figura sono, perché sacrificato a Dio per le disordinate passioni degli uomini.

65. La colonna dove io fui legato e percosso coi flagelli, è viva figura di quella colonna di ferro della gloriosa stirpe d'Isdraello, unitamente all'incorrotta carena e nodo indivisibile; così io fui forte incorrotto ed indivisibile alle dolorose prove nell'adempimento delle mie giurate promesse di redenzione.

66. I tre chiodi coi quali fui confitto in croce, sono viva figura, del ferro a tre tagli e una lama del 3° caro a Dio figlio del 3° figlio dell'uomo e delle tre persone divine, che ciascuna di esse ebbe concorrenza al sacrificio della mia umanata natura con tutta l'essenza spirituale di Dio.

67. La lancia con la quale mi fu aperto il seno morendo, è viva figura di quei folgori che apersero il seno alla terra, allorché Iddio subissava in essa la progenie degli empii; così io figuravo nell'umana natura un piccolo mondo, perché mi ero addossato tutte le empietà degli uomini.                                              

68. La corona di spine, la coppa, i flagelli, la veste lorda di sangue sono viva figura della vana gloria degli uomini, che con essa si abbigliano superbi e si incoronano la fronte, servi delle disordinate passioni, io la pena e l'amarezza provai delle reità di tutto questo.

69. La mia nascita, la mia vita e la mia passione e morte, tutto è simboleggiato per figure diverse, in tutti i tempi degli avvenimenti umani, predetti innanzi tempo, il quale sta registrato nel depositario santo delle sacre scritture.

70. Pure questi simboli sono appartenenti per segni diversi alla mia seconda venuta sul mondo, la quale è in coincidenza con gli avvenimenti del 7° Libro, nella concorrenza e completa redenzione di tutta l'umanità, in un sol rito e in una sola legge.

71. Le transustanziali verità, che diedi del mio Apostolato di Diritto Celeste nelle istituzioni che io feci prima della mia morte, bastarono a testimoniare le promesse di amore, di pietà, di clemenza, che io usar volli in prova della mia Divina bontà, per le mie giurate promesse di congiunzione con l'umana natura.

72. Io con le mie sacramentali istituzioni, aprii le vie del Cielo dissipai le tenebre d'ogni errore e di ogni menzogna, fondai la scuola della vera sapienza: me stesso lasciai in testimonianza della mia seconda venuta sul mondo nel sacramento Eucaristico, del perdono e della penitenza.

73. Il contenuto dei miei misteriosi simboli di questo 6° Libro, è un prodigio della somma bontà e clemenza di Dio, che rimuoverà a suo tempo i rigori della divina giustizia per me, Giudice supremo di tutte le reità commesse iniquamente dagli uomini.

74. Sì dicendo, Cristo Gesù pone il suo infuocato scettro sopra il Libro e sigillo e lo brucia; e l'Angelo si divora le ceneri e sparisce in un lampo di fuoco con gli effetti e modi ridetti.

 

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PARTE XXIII.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DELLA Ia PARTE DEL 7° LIBRO E SIGILLO DEI

TRE SIGILLI DI QUESTO ULTIMO LIBRO, DIVISO IN TRE LIBRI.

 

1. Gesù Cristo, chiamando a sé l'Angelo che teneva il 7° libro da tre sigilli, aprendo questo primo libro, ricomparvero davanti a noi gli altri sei Angeli, e ciascuno riteneva il suo libro tutto scritto di dentro e di fuori.

2. Solo che l'Angelo del primo Libro e sigillo teneva tutto in bianco ogni pagina, dove erano numeri vuoti dei segnati alla vita e alla morte, solo vi era scritto un numero e sotto di esso erano scritte queste parole:

3. VITTIMA DI MISTERO: MISTERO DI OGNI LIBRO E SIGILLO: LIBRO E SIGILLO ETERNO: NUMERO DEI SEGNATI ALLA VITA ETERNA DI DIO: Gesù Cristo legando queste parole, così venne dicendo.

4. Questo primo libro è congiunto alla 3° parte del 7° libro, che formano un sol libro e questi congiungono in sé il primo ed ultimo fine di ogni vicenda umana; poiché in sé è racchiuso il fine di ogni fine eterno per cui si dice: LIBRO ETERNO.

5. Il 6° Libro è figura vivissima, di tutto il contenuto di questi sette Libri e Sigilli; ed è per questo che ciascun Angelo, custode del suo Libro e Sigillo è qui attendente ai voleri ed ordini che gli comando nelle procedenze e contenuto di questo 7° Libro e Sigillo.

6. Il principio della 7a ed ultima alleanza, che viene completa, e costituita in questo Libro, fra l'uomo e Dio, ebbe origine, dopo il mio trionfo della vita e della morte, in un tempo di 5 tempi, di otto giorni per ciascun tempo.

7. Questo tempo, dicesi in questo 7° Libro, tempo di tripudio e trionfo al cielo, di letizia e di giubilo di tutte le creature umane, che sono segnate al numero della vita nei tempi passati, presenti e futuri nel libro eterno, che in sé racchiude il fine ed il mistero di tutti questi Libri e Sigilli.

8. Dal principio di questo tempo incomincia l'alleanza delle mie nuove promesse, nella procedenza di questo 7° Libro e Sigillo per la mia seconda venuta sul mondo per la principiata da compiersi redenzione, sugli uomini.

9. Dopo la mia ascesa e trionfo al cielo, corse un tempo di tre tempi, composto di 77 ore per ciascun tempo, dopo il quale dalla destra del Padre mio feci scendere il mio Divino Spirito su coloro, ai quali avevo transustanziato il mio Apostolato Celeste.

10. Essi da Divino ardore furono ricolmi di virtù, di amore, di carità, di giustizia e di intelligenza, che comprendevano e confutavano ogni umana eloquenza in ogni umano linguaggio.

11. Questo tempo in questo 7° Libro si dice: tempo di prodigio e di congiunzione essenziale di Dio con l'uomo; poiché Iddio operava con l'uomo in ogni loro effetto di azione, in confermazione delle mie concordate in loro promesse.

12. Da questi felici per gli uomini e fortunatissimi tempi, principiò la mia beata eterna alleanza di congiunzione essenziale della mia Divinità con gli uomini in tutti quelli che per mezzo delle opere loro sono segnati e si segneranno nel Libro eterno, al numero della vita.

13. Questi miei fidi congiunti alla mia essenziale divinità, si divisero per ogni angolo della Terra del primo meridiano a propagare fra le nazioni idolatre le mie verità, a rischiarare le tenebre della umana, superbia, con la vera luce della dottrina celeste.

14. Questa loro divisione dicesi in questo 7° Libro: tempo di Verità, di dissipamento e conoscenza di ogni errore e di ogni menzogna, poiché all'eloquenza delle loro parole si abbattevano gli Idoli della empia falsa e bugiarda Idolatria.

15. Ecco il mistero incomprensibile della divina ed umana sapienza: ecco la ripristinazione dei derogati santi precetti di Dio nel decoro del culto, della legge e della giustizia: ecco l'uomo fatto coerede del mio Celeste Regno.

16. Con questo prodigioso ordine d'imparziale giustizia, si procedeva per ogni parte della terra del primo meridiano una propagazione ammirabile del vero culto di Dio nelle costituzioni rituali in gradazioni diverse per ordine di Gerarchia.

17. Prodigiose furono le conquiste di questi miei valorosi nella propagazione della vera fede per le diverse nazioni del mondo; questo tempo dicesi in questo 7° Libro: tempo di vita e di espiazione.

18. Allora fu che fra il dileggio, le fatiche, il disagio, il periglio e la morte, la mia diletta sposa si ornò di corona gloriosa dei suoi a me cari figli, che arrecarono onore e gloria al Cielo e alla terra.

19. Sposa chiamai e chiamo quella gloriosa colonna, incorrotta catena, e indivisibile nodo, di tutti i miei coeredi figli, fedeli alle mie nelle loro giurate promesse di congiunzione nella principiata e completa redenzione sugli uomini.

20. Di sette luminose stelle si componeva la gloriosa colonna della mia diletta sposa, e questi erano i sette membri maggiori della congregazione dei primi fedeli, dipendenti da un sol capo, il quale io avevo eletto prima della mia morte fra quelli a cui transunstanziato avevo il mio Apostolato Celeste.

21. Queste sette stelle erano simboleggiate nei 7 Angeli possessori e custodi di questi Libri e Sigilli e al Candelabro da sette faci del 3° Libro e Sigillo; e tutti questi simboli coincidono al mistero delle 7 parti distinte in ogni fine umano e divino.

22. In coincidenza di questo meraviglioso mistero procedeva l'ordine glorioso diviso in sette congregazioni rituali della mia cara sposa nella congiunzione generale di tutti i fedeli.

23. Questo tempo dicesi in questo 7° Libro: tempo di amorevole, pietosa, fedele e gloriosa alleanza; ornamento e splendore della mia di lentissima sposa, e fecondazione gloriosa, della mia divina parola.

24. Fra questo tempo principiò l'opera ammirabile del grande edifizio nella terra delle nuove promesse fra la virile e forte nazione dei grandi Idolatri, fatti dominatori di tutto il primo meridiano della terra.

25. Questo esser doveva, poiché questi dominatori Idolatri avevano servito e serviranno nella discendenza dei figli loro, ai preordinati disegni divini per la concorrenza e pienezza dei tempi.

26. Ecco la figura e l'oracolo di ogni vaticinio nel simbolo di una statua di gigantesca figura coi pié di argilla, le gambe di ferro, il corpo e la vita d'argento, le braccia di rame e il capo di purissimo oro, e su di questa cade una piccola pietra da un monte e la riduce in polvere.

27. Questa piccola pietra nei preordinati disegni divini si dipartiva dal santo monte della sacrata a Dio beata Sionne per andare a ridurre in polvere il colossale edifizio del vasto Impero dei potenti Idolatri.     

28. In diversi tempi, come dissi, servì ai disegni di Dio questa potente e virile nazione; nel mio nascere, nella mia corte, nello sterminio dei miei carnefici e nella distruzione totale della contaminata Sionne e ciò fu come era stato predetto.

29. Così seguivano le cose nei futuri  avvenimenti umani, secondo come parla il depositario santo delle Sacre Scritture, il quale viene poco consultato dai figli delle promesse e del giuramento, i quali ne sono custodi e possessori di esso.

30. La mano potente di Dio piombò e piomberà a suo tempo sulle reità di coloro che mancano al giuramento delle mie e delle loro promesse e impunito non rimarrà il delitto che è dispiacente e riprovevole a Dio.

31. La piccola pietra, che era scesa dal monte della depravata Sionne, si era portata fra le grandezze della virile e bellicosa Nazione nella terra delle nuove promesse e qui principiato aveva l'edifizio del suo eterno Impero.

32. Questa piccola pietra era colui, il quale avevo fatto nella transustanziazione del mio Apostolato Celeste, Capo supremo di tutti i membri e figli di Me e della mia diletta sposa.

33. Il principiamento per sì piccola pietra di un sì grande edifizio di un Impero eterno, che doveva dar termine alla futura e completa gloria della mia amata sposa, viene simboleggiato in questo 7° Libro un'altra piccola pietra ed altro eterno edifizio in coincidenza di uno stesso mistero.

34. La gloriosa corona della mia diletta sposa maggiormente addivenne gloriosa per le prodigiose conquiste nella terra delle nuove promesse; questo tempo dicesi in questo 7° Libro, tempo, di gloriose palme e d'immacolati gigli.

35. Con queste gloriose conquiste seguivano le successioni nei ministeri rituali di ciascun membro maggiore e minore, congiunti e sorretti dal membro principale, stante nell'impianto dell'eterno Impero nella terra delle nuove promesse.

36. Giunse il tempo che l'Impero eterno della nascente Monarchia Gerarchica della mia sposa doveva sovrastare alla potente virile nazione Idolatra sulla terra delle nuove promesse.

37. Ciò fu per solo prodigio dei preordinati disegni di Dio. Il magnanimo potente Idolatra, reagente il vasto Impero della nazione virile della terra delle nuove promesse, cede di buon animo il suo Impero alla nascente Monarchia della mia cara sposa.

38. Questo magnanimo potente Idolatra si fece suddito e figlio carissimo della mia diletta sposa, che l'onorò e fu  l’ornamento della più bella gloria che riportato avesse nelle conquiste più luminose di tutti i suoi reggenti antecessori.

39. In questo tempo fu che io vidi, per la pietà della Madre del Magnanimo, onorata la mia tomba sopra le rovine della diroccata Sionne e la Croce deve io morii fu trovata ed onorata in reliquie dai fedeli unitamente agli altri sanguinosi trofei della mia passione e della mia morte.

40. Questo tempo dicesi, in questo 7° Libro, tempo di adorazione e di economia nel riordinamento e reggenza del culto e del magistero della nascente Monarchia dell'eterno Impero, della mia diletta sposa.

41. I tempi passarono, ché cessarono le vittime di tanta effusione di sangue nell'ara della fede dell'amore della carità e della giustizia ed in pace e tranquillità, stette un poco la mia cara sposa, non più tiranneggiata ed oppressa dai potenti Idolatri.

42. Dolorose memorie si trovano d'ora in avanti registrate in questo 7° Libro per l'infedeltà di tanti figli prevaricatori che disertarono dal seno della mia cara sposa e a me e ad essa si ribellarono per sola avidità dell'oro e per dar libero freno alle loro disordinate passioni.

43. In questo 7° Libro questi falsi novatori della mia Legge e del mio culto sono figurati, mostri crudeli e rapaci del mio gregge e della mia amata sposa; poiché questi mostri abusarono e censurarono l'ordine e la disciplina, violando il patto di giuramento.

44. Per la prevaricazione di questi ribelli figli, venne meno e si oscurò la gloria risplendente della nascente Monarchia di Essa, da Lei e da me si divisero e nuovamente tornarono nell'errore e nelle tenebre, non più illuminati dal lume delle suddette stelle e lampade ardenti.

45. Seguono le tristi vicende avanzandosi alla maturità dei tempi talché tutta venne deturpata la santità della celeste dottrina nel culto, nella legge e nella giustizia.

46. Questa dissertazione e deturpamento fu causa di tante lacrime e spargimento di sangue della  povera umanità che tuttora ne risente danno immenso per il tramandamento di queste prostitute, empie e scellerate dottrine.

47. Questi dolorosi tempi si dicono in questo 7° Libro, tempi di errore e di empietà e chiusura della prima parte e Sigillo di questo Libro coi simboli di un mostro da 7 teste e 15 corna, il quale viene afferrato con le zanne e con le zampe da un robusto leone che vittima lo rende, lordo del sangue suo e delle sue infrante viscere.

48. Questi simboli nella pienezza dei tempi saranno spiegati e tutto avrà, coincidenza con quello che innanzi tempo di ciò era stato predetto; e il mondo sarà pienamente giustificato delle giurate promesse di completa redenzione sugli uomini.

49. Sì dicendo, Gesù Cristo prende il Libro dei 3 Sigilli, lo divide in tre parti e brucia la prima parte dei suddetti simboli e l'angelo si divora le ceneri. Esso non disparve come gli altri in un lampo dì fuoco, ma dall'amarezza e dolore che gli cagionarono nel suo ventre, cadde come morto davanti a Cristo e a me, che ero davanti a lui.

50. Cristo Gesù, prendendo con la sua destra la mia destra, venne dicendo: io sento dolore! e io il sento, - risposi - e sì dicendo ponemmo le nostre mani congiunte all'infuocato scettro e sopra l'Angelo, ed esso si riebbe, si alzò in piedi e tornò nuovamente al suo uffizio.

PARTE XXIV.

 

APERTURA E SPIEGAZIONE DELLA 2a PARTE DEL 7° LIBRO E SIGILLO.

 

1. Gesù Cristo, avendo davanti a sé e a me, che ero davanti a lui, l'Angelo del 7° Libro, ed esso accanto a sé aveva gli altri sei Angeli, aprendo il Libro della seconda parte e Sigillo del 7° Libro, così segue dicendo:                                  

2. Le vicende umane arrecarono molto dolore ed amarezza al mio cuore per le lacrime copiose ed incessanti che fecero versare di vivo sangue alla mia cara sposa, per ogni genere di empietà e di eresia che misero in campo contro di essa i suoi ribelli e traviati figli.

3. In questo tempo era addivenuta superba la reggenza nel potere civile fra i ribelli figli della mia sposa, i quali mercé la gloria dignitosa della mia nascente monarchia, nel principiato eterno Impero, nella terra delle nuove promesse erano stati elevati nelle loro reggenze.

4. Essi parimente avevano giurato fedeltà alla mia sposa come membri secondarii delle sue membra, per reciproco accordo alla suprema reggenza del culto e dei riti nel buon ordine e nell'amministrazione delle leggi e della giustizia.

5. La concupiscenza ed ingorda avarizia dei primi e la orgogliosa superbia di disoneste passioni dei secondi resero la mia cara sposa desolata ed afflitta, poiché da ambo le parti veniva iniquamente censurata ed oppressa.

6. Ebbero a cambiare le posizioni dell'una e dell'altra infedeltà filiale, dopo squarciate quelle luride, membra mostruose e superbe, dal prodigioso e misterioso leone, e così migliorarono le posizioni della mia cara sposa e stette alcun tempo tranquilla.

7. Questo tempo, dicesi in questo 7° Libro: tempo di calma e di pentimento; con tutto ciò molti degli adottati figli, che appartenevano, alle sette meravigliose lucerne, simbolo delle 7 luminose stelle, rinunziarono alla loro adozione, si divisero, -miserabili!- dal seno della mia cara sposa e loro amorosa madre.

8. Dopo questo tempo, risorse a poco a poco, per le amorose e pietose cure di tanti cari figli a Dio, che cooperarono indefessi in confutazione di ogni eresia, con lo schiarimento delle verità Celesti fra il cilizio e la preghiera e tutti erano consacrati in così tanto riordinamento.

9. Dopo lunghe fatiche, avversioni e questioni sanguinose e barbare cessò fra il massacro e le vittime, la gara orribile nelle nimistà rituali e civili, e pace nuovamente riebbe alquanto la mia cara sposa, e risorse in essa un poco di chiarore delle ammorsate lampade.

10. Ripristinato l'ordine di ogni dissenzione rituale e civile, procedeva la pace e l'accordo di ambe le membra degli adottivi figli di me e della mia cara sposa.

11. Nel crescente eterno Impero nella terra delle nuove promesse nuovamente ritorna ad abitar tranquilla in seno alla mia cara sposa, il capo supremo di essa, poiché, profugo per alcun tempo, si era andato per le tristi questioni suddette dal suo legittimo soglio.

12. Questo tempo dicesi, in questo 7° Libro: tempo di separazione dei figli adottivi, sciolti dai vincoli paterni della mia cara sposa, per cui si appellarono figli ribelli e censurabili.

15. Si avanzarono i tempi, che io designato avevo per far germinare dal seno della mia sposa quella prodigiosa verga, la quale avrebbe coi suoi tanti prodigii posto termine alla penosa schiavitù del mio amato gregge che gemeva e geme tuttora depredato dai lupi rapaci e feroci.

14. Questa misteriosa Verga è discendente dalla gloriosa stirpe del magnanimo, la quale in più tempi diede a me quattro cari figli di procedente alleanza, i quali sono quattro nodi congiuntivi della detta verga, ed il quinto nodo è quegli che nato è per me e me figura, ed io figuro lui in così grande alleanza della da me completa redenzione sugli uomini.

15. Poiché per questo quinto nodo congiuntivo agli altri quattro nodi che formano un solo stelo della prodigiosa Verga sono stati, come dissi, per lungo tempo germinati in seno alla mia cara sposa.

16. Spirò il tempo desiderato ed ammirabile del completo concepimento del 5° nodo della meravigliosa Verga, contro la quale si muovono il demonio, il mondo e la carne, perché io in essa sono.

17. Questo tempo dicesi in questo 7° Libro: tempo di errore e di empietà e di progresso, poiché tutte si preparavano le vie per la pienezza dei tempi, onde la prodigiosa Verga trovasse tutto il necessario occorrente per le sue meravigliose conquiste.

18. Eccoci al tempo delle nuove promesse nella terra dei Grandi nel principiato eterno Impero, dal quale sortir doveva improvvisata meravigliosa Verga nell'ammirazione e sorpresa di tutti.

19. La mia diletta sposa molto ebbe, ed ha avuto da soffrire per concepire dal suo seno questa prodigiosa Verga, di modo che il suo doloroso lagno si udì dalla terra al cielo ed il mondo quasi tutto contro di Lei si mosse, sprezzante ed incurante al suo duolo ed in sé sola si dolse e pianse.

20. Dopo lungo penare per sì misterioso concepimento diede alla luce il 5° nodo della completa, ardimentosa, sagace ed eloquente prodigiosa Verga. E tutta in essa l'invidia ed il furore dei miei più maligni, menzogneri, finti e crudeli nemici, si mosse.

21. Questi figli dell'empietà, del delitto e del sangue sorsero da ogni parte della terra e come orribili mostri rapaci, ruggenti quali fameliche fiere, per divorare la mia cara sposa e la di lei concepita e data alla luce, prodigiosa Verga.

22. Io ambi sottrassi dal periglio per non farli divenir preda dei suoi e dei miei nemici. La Verga io presi e a me tenni celata e i mostri orribili respinsi quali sul lido, quali sulle diverse parti della terra da dove sbucati erano così crudeli e rapaci.

23. Odo nuovamente il lagno della mia cara sposa, che come una afflitta e desolata Madre, piange il suo caro rapito figlio. Essa non sapeva che io tolto l'avevo e quanto per lei il tenevo caro.

24. Talché io corsi a consolarla, le dissi che il suo caro parto per lei il custodiva celatamente, sconosciuto a se stesso e al mondo fintantoché maturo il tempo non fosse di ridonarla a lei, di conoscere se stesso, qual'era e di palesarsi agli uomini.

25. Essa attende ansiosa questo felice tempo, poiché ogni altro suo e mio figlio le dà pena, perché con Lei gemono afflitti e sconsolati nell'incuranza e traviamento degli adottivi figli, che primi membri sono delle mie membra.

26. Essi ignari di ogni lor dovere, amano solo se stessi nel piacere e comodo della vita, e l'amore, la carità e la giustizia, più nel suo cuore non regna, perché resi arbitri delle disordinate passioni e del vizio.

27. Queste deplorabili condizioni della mia cara sposa nella perversione dei molti, e molti dei suoi suddetti figli, primi membri delle sue membra, mi mossero, e mi muovono col mio sdegno contro di essi, onde punirli per sì tanta empietà.

28. Li punii e Li punisco tuttora e li punirò in appresso, dandoli in balia dei loro e dei miei nemici e gli feci e gli farò depredare tutte le loro mal’acquistate proprietà con frode e con inganno alla mia cara sposa, nel sostegno degli altri suoi cari a lei e a me secondi membri della sua Maternità.

29. Essa ed io ci siamo sdegnati della loro avara ingordigia delle loro frodi e della loro ipocrisia e le loro lordure hanno infestato quasi tutto il mondo in ogni classe e condizione sociale, e depredati i diritti del culto e della Legge.

30. L'indignazione di tutto questo era di già preveduto nei divini disegni, allorché il Ministero delle cose sacre si fosse lordato nelle profane ingerenze con falsi pretesti per la sola avidità del danaro, onde darsi alla comoda vita.

31. Niente agli occhi di Dio si nasconde: in questa seconda parte del 7° Libro vi sono registrate, ogni genere di empietà e di delitto consumati sotto il manto dell'umiltà, della saggezza e dell'apparente carità cristiana.

32. Questo tempo dicesi in questo 7° Libro: tempo di ogni empietà, di ogni doppiezza, di religione apparente, di infame lucro delle cose sante di Dio, e dissenzione generale fra gli uomini e deturpazione di ogni legge nei diritti della carità e della giustizia.

33. In questa seconda parte di questo 7° Libro vi sono marcate le cabale, i prestigi di falso operato sotto l'aspetto di santità, di riordinamento e di disciplina, quali tessevano ed hanno tessuto la rovina dai popoli e delle nazioni.

34. Ogni prova, ogni sperimento io feci di questo loro superbo prodigio; nulla giovommi, onde umiliarli nella loro pretesa ragione di infallibilità nel diritto della Legge e della giustizia.

35. Per tutto questo io unitamente alla mia cara sposa, ci protestammo, e detrassi da loro quei diritti di orgogliosa assumenza e tutti li congiunsi al potere ed al volere et dignità di me medesimo nella preordinata, per la pienezza dei tempi, misteriosa Verga.

36. I simboli che danno termine all'apparir della prodigiosa Verga, sono un segno, che da essa e da me si comprende il mistero, poiché detto segno, il suo ed il mio nome contiene per senso inverso di una croce in mezzo

 

 

37. A questo misterioso segno ho congiunto molti simboli di questo 7° Libro e Sigillo con tre leoni ed un aquila, tenenti una corona Triregno in testa, una Verga, una gemma, una spada, uno scettro, un Libro ed una stola.

38. Ciascuno di questi simboli ha procedenza col futuro avvenire e coi simboli contenuti nella terza parte e Sigillo di questo 7° Libro che, tutti insieme raggiungono la figura di ogni spiegato Libro e Sigillo.

39. Così dicendo, Gesù Cristo trasse dal 7° Libro la seconda parte e Sigillo, vi pone sopra il suo infuocato scettro, lo brucia, togliendo esso stesso di mano all'Angelo le ceneri, e a me la metà di queste diede, dicendomi:

40. A te - a me rivolto - ed a me convien divorare queste luride e velenose ceneri, che molta amarezza ci arrecheranno al palato, ed acutissimi dolori di morte al ventre.

41. Gesù Cristo ed io, appena divorata, queste luride amare e velenose ceneri, l'uno e l'altro dal dolore e dall'amarezza cademmo, come morti al suolo e per ogni parte delle nostre membra ci usciva vivo sangue a rivi.

42. L'uno e l'altro gemevamo dal dolore e dall'amarezza, ché si provava più che centuplicata amarezza, e dolore di qualunque umana morte, e tutti i 7 Angeli, vedendoci in così sanguinoso stato, piangevano a dirotte lacrime.

43. Un tempo passammo in questa dolorosa agonia, senza morire, perché la morte vincere non ci poteva; e giudicato fu da me un tempo di 7 tempi, composti, di 47 tempi per ciascun tempo di 77 giorni per tempo.

44. A questa nostra sanguinosa e deplorabile posizione Iddio Padre scese dal suo seggio, venendo a noi con una tazza di purissimo oro, piena di liquido bianco come latte e versandolo sopra di noi, ci riavemmo e sorgemmo in piedi ed egli tornò al suo seggio e ciascuno di noi al suo posto.

 

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PARTE XXV.

 

LE GLORIOSE PALME, ALCUNE PAROLE DI DIO PADRE, E LA

RASSEGNA DEI SEGNATI AL NUMERO DELLA VITA E DELLA MORTE.

 

1. Gli Angeli per comando del padre, raccolsero tutto il sangue che a Gesù Cristo ed a me ci era uscito da ogni parte delle nostre membra, e lo misero dentro il vaso di purissimo oro che il padre aveva dato all'Angelo del 7° Libro.

2. Fatto che ebbero gli Angeli il suo pietoso ufficio a Gesù Cristo e a me diedero il vaso tutto colmo di vivissimo sangue ed ambi lo prendemmo colla destra mano ed un'offerta di esso ne facemmo al Padre.

3. Esso prende con la Sua destra dalla nostra destra la tazza che noi Gli offrimmo ed in contraccambio ci diede ad ambi una palma di oro purissimo, tutte ornate di pietre preziose, e così venne dicendoci:

4. Questo sangue, come sangue vostro, è sangue Mio che voi in Me avete versato, per ogni parte delle vostre e, delle mie membra, poiché Io in voi sono, come voi in Me siete ed in premio della vostra umanità, queste gloriosissime palme vi dono, perché trionfato avete sul demonio, sul mondo e sulla carne.               

5. Coteste due gloriose palme e questo sangue insieme ad altri simboli porranno termine e Sigillo al Libro Eterno, dove sono congiunte tutte le concluse alleanze, che Io dal primo fino all'ultimo dei tempi ho contratto con gli uomini per modi e per ragioni diverse.

6. Il Padre a queste parole gemette di dolore ed inchinando un poco la fronte, versò alquante lacrime sopra il vaso di purissimo oro colmo del nostro sangue.

7. Vidi che cadendo le lacrime nel vaso, il sangue addivenne bianco uguale al liquido che gettato avea sopra di noi nei modi ridetti; il Padre alzando nuovamente la fronte così venne dicendo:

8. In questo umano e divino sangue, che io fo cangiare in candidissimo e purissimo liquido, sono rinchiusi tutti i misteri congiunti fra l'uomo e Dio, ossia fra la natura umana e divina.

9. Venite a me (disse ai tre Angeli che aveva fra il Suo celeste corteggio, i quali tenevano la faccia coperta di un velo nero) qui assidete al Mio fianco e piangete (come io ed Essi piangemmo) fintantoché non viene il tempo della consolazione e del gaudio.

10. Sì dicendo, nuovamente con la Sua destra dalla nostra destra ci tolse le palme consegnandole di Suo e nostro piacimento agli Angeli, unitamente al vaso, e gli Angeli vid'io che amaramente piangevano sotto il loro velo davanti al trono di Dio alla destra del Padre.

11. Cristo Gesù stando davanti a me, come io stavo davanti a lui, ed ambedue stavamo davanti al Padre, prendendo con la sinistra mano la terza parte del 7° Libro, così venne dicendo:

12. Questa terza parte e Sigillo del 7° Libro in ogni Sua pagina e numero è in bianco, poiché essa fa parte alle cose che d'ora in avanti avverranno fino agli ultimi avvenimenti delle vicende umane e questo dicesi congiunto al primo libro dei primi tempi: LIBRO ETERNO.

13. Per l'esigenza che Io ora a voi devo (rivolto agli Angeli) nell'importanza di questo Libro, che è il sigillo di ogni sigillo dei preordinati disegni di Dio, or dovete a Me voi dare la cifra dei segnati al numero della vita e della morte.

14. Gesù Cristo chiama a sé l'angelo del primo Libro e Sigillo e questi aveva il suo Libro in bianco di dentro e di fuori, in ogni sua parte eccetto che un sol numero, scritto nei modi suddetti, poiché i segnati al numero della vita e della morte facevano parte al 2° Libro.

15. L'Angelo del secondo Libro porta il numero dei segnati alla vita, ed erano la centesima parte di un tempo di 100 tempi cominciando a numerare dal principio all'estremo dei tempi per minuti secondi dall'epoca del 1° e del 2° Libro e Sigillo.

16. I segnati ridetti al numero della vita stavano in quel tempo nel regno d'aspettazione attendendo l'ora di loro redenzione che Iddio promesso aveva loro fin dal primo padre Adamo.

17. I segnati al numero della morte erano quattro parti di un tempo di 100 tempi con le regole suddette, compreso la cifra dei segnati al numero della vita.

18. Il terzo Angelo porta il numero dei segnati alla vita ed erano tre parti di un tempo di 100 tempi principiando dal primo all'estremo dei tempi dell'epoca dal 2° al 3° Libro e Sigillo.

19. Due parti di un tempo di tre tempi, di questi segnati al numero della vita, attendono ancora redenzione, la quale gli avverrà alla seconda venuta sul mondo di Nostro Signore Gesù Cristo nella completa redenzione e giudizio universale sugli uomini.

20. Quelli che erano segnati al numero della morte erano dodici parti di un tempo composto di 100 tempi principiando dall'epoca del primo all'estremo dei tempi dal 2° al 3° Libro e Sigillo.

21. Il quarto Angelo porta il numero dei segnati alla vita ed erano tre tempi di un tempo composto di 100 tempi; di queste tre parti di un tempo di 12 tempi attendono redenzione nel regno di aspettazione.

22. Il numero dei segnati alla morte erano 20 parti di un tempo di 100 tempi, compreso il numero dei segnati alla vita, principiando dal primo all'estremo dei tempi dal 3° a 4° libro e Sigillo.

23. Il quinto Angelo porta il numero dei segnati alla vita ed erano cinque parti di un tempo di 100 tempi principiando dal primo all'estremo dei tempi: due parti di un tempo di cinque tempi di questi attendono redenzione nel regno d'aspettazione.

24. Il numero dei segnati alla morte erano trenta parti di un tempo composto di 100 tempi compreso il numero dei segnati alla vita, principiando dal primo all'estremo dei tempi dal 4° al 9° Libro e Sigillo.

25. Il sesto Angelo porta il numero dei segnati alla vita ed erano sette parti di un tempo di 100 tempi e tre parti di un tempo di cinque di questi, attendono redenzione nel regno d'aspettazione.

26. Il numero dei segnati alla morte erano sessanta parti di un tempo composto di 100 tempi principiando dal primo all'estremo dei tempi dal 5° al 6° Libro e Sigillo.

27. Il settimo Angelo porta il numero dei segnati alla vita della prima parte e sigillo del 7° Libro ed erano 12 parti di un tempo composto di 100 tempi, e di questi, due parti di un tempo di 5 tempi attendono redenzione nel regno d'aspettazione.

28. Il numero dei segnati alla morte erano trenta parti di un tempo composto di 100 tempi compreso il numero dei segnati alla vita, principiando dal primo all'estremo dei tempi dall'epoca della prima alla seconda parte e Sigillo del 7° Libro.

29. Il numero dei segnati alla vita della seconda parte e sigillo del 7° Libro erano sette parti di un tempo di dodici tempi: due parti di un tempo di cinque tempi di questi attendono redenzione nel regno di aspettazione.

30. Il numero dei segnati alla morte erano 25 parti di un tempo, composto di 100 tempi principiando dal primo all'estremo dei tempi dall'epoca della 2° parte alla 3° parte e Sigillo del 7° Libro.

31. Dato che ebbero gli Angeli queste numerazioni, Gesù Cristo, dei sette Libri ne fece un sol Libro e questo lo consegnò ai tre Angeli velati, che custodivano le palme e il vaso di sangue, ritenendosi la terza parte e Sigillo del 7° Libro.  

32. Gesù Cristo, tenendo dalla destra lo scettro, dalla sinistra il Libro della terza parte e Sigillo del 7° Libro, si accosta a me consegnandomi questo Libro, dicendomi:

33. In questo Libro devi segnare il numero degli stadi delle canne dei cubiti e dei palmi che contengono, superficiali, lineari e angolari, i 7 Continenti, dove saranno edificate le 7 Città eternali, le quali testificheranno la gloria della tua nella mia lotta; in conclusione di una completa redenzione ed eterna alleanza degli uomini con Dio e del Cielo con la Terra.

34. Tu nella tua persona mortale figuri me, ed io figuro il Padre, e come io e il Padre siamo in te sì come Spirito, del quale tu figura sei, come di me, nei preordinati disegni dei nostri fini, che sono i fini eterni.

35. Sì dicendo, chiama a sé i 7 Angeli, gli impone gl'ordini delle misure da prendersi per le diverse parti della terra, per le costruzioni eternali suddette.

36. Ciascuno dei 7 Angeli aveva una piccola canna ed un foglio, dove erano delineate le posizioni suddette, spartite a numero sulle regole di un disegno geografico.

37. Gesù Cristo disse: rivolto a me - Tu vai come sei e torna a me, come vai; nessuna forma è in te. Con essi va, - rivolto agl'Angeli - che essi in te saranno e tu con loro sarai, come con me tu sei, unitamente al Padre.

38. Così dicendo Cristo Gesù, come un baleno, io e gli Angeli fummo sopra la terra ed il mio ed il loro aspetto era come aria e vento che spira. Io qual’era non so, ma so che ero un'aria, un vento, unitamente agli Angeli.

 

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PARTE XXVI.

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA DELLA PRIMA CITTÀ ETERNALE.

 

1. Nei modi suddetti mi trovai sulla cima di un altissimo monte nel centro d'Italia, dove si scorgeva lungo spazio del mare Mediterraneo per la parte di sud e di ovest e quasi tutte le giogaie degli Appennini.

2. Accostandosi a me l'Angelo del primo Libro con la sua carta e canna in mano, mi disse: Questo è il luogo dove deve essere designata e costruita la prima città eternale. E qui da lei Duce e Signore gli ordini attendo.

3. L'Angelo così dicendo mi mostrò la piccola canna che teneva nella destra mano ed era lunga tre cubiti equivalenti a 7 palmi romani; disse l'Angelo a me: con questa devo misurare tutto quello che suggerito mi sarà secondo i disegni e numeri di questa carta.

4. Diss'io all'Angelo: misura tutta la superficie di questo suolo e le parti angolari e lineari delle quattro parti dei venti, per stadi, canne, cubiti e palmi sulle regole che sono designate a numero in cotesta carta; ciò fu fatto.

5. Tutta la superficie del suolo era: stadi quadrati per un tempo di 12 tempi che contengono per ciascun tempo un tempo di 177 tempi e per ogni stadio aveva l'aumento di 5 canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascun stadio.

6. La misura per angolo e linea dalla parte di sud era stadii per un tempo di tre tempi che contiene 37 tempi per ciascun tempo con l’aumento di 4 canne 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Est era: stadi per un tempo di 3 tempi, composti di 47 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 3 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

8. La misura per angolo e linea dalla parte di Nord, era: stadi per un tempo di 3 tempi, composti di 36 tempi per ciascun tempo, con lo aumento, di 2 canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascun stadio.

9. La misura per angolo e linea dalla parte di Ovest era: stadi per un tempo di 3 tempi, composti di 47 tempi per ciascun tempo con l'aumento di due canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascun stadio.

10. Disse l'Angelo a me: queste, sono le misure superficiali, lineari ed angolari di tutto il continente dove deve essere edificata, la prima Città, eternale chiamata: Piamiatangelica, ossia Città del sole.

11. Segue dicendo l'Angelo; le costruzioni monumentali interne di questa Città, come si vedono segnate a numero, in questa carta, sono 72 forti di presidio militare, 72 porte d'ingresso esterno, 7 grandi ed alte Piramidi e fra queste vi è compreso il prodigioso monumento detto: l'Arca della nuova Alleanza.

12. Questo sarà il più sacro e misterioso monumento della terra, per essere depositario del segno vivo di Dio e di altre preziose reliquie di una settima parte dei Martiri, delle Milizie Crocifere, e per la rarità, della sua scultura e della sua bellezza.

13. Sono 12 circuiti di fortissime mura, che si elevano per l'altura di un magnifico monte, da dove viene incoronata nella sommità di esso la prodigiosa e meravigliosa piramide.

14. Sono 72 le porte esterne, ed interne dei recinti delle suddette mura, che conducono alla sommità del monte, dov’è basata in grande e colossale edificio, l'Arca Santa di Dio.

15. Questo magnifico forte e maestoso monte, dicesi pure: la Città della nuova beata Sionne e TURRISDAVIDICA, il Santuario dei Santuari, la Rocca Santa di Dio, la Città Celeste.

16. Questi sono i nomi primari tributati a questo prodigioso e meraviglioso edifizio, ed altri gliene verranno attribuiti dagli uomini per i prodigii che in esso accadranno in virtù dell'Altissimo, per diverse inaudite maniere per attestato della Sua bontà, della Sua Sapienza e della Sua grandezza fra gli uomini.

17. Questa vasta e grandiosa Città contiene in sé amenissini colli ed una montagna la più maestosa, ricca fiorente. Si chiamerà pure: Camera d'Impero del Mondo, Città santa, sede dei Principi temporali e spirituali.

18. Sarà chiamata pure: Città senza tenebre, perché verrà illuminata da una grande lucerna, che di notte manderà il suo chiarore molto lungi e di giorno una colonna spargente per l'aria di densissimo fumo.

19. Pure sarà detta: Città libera, unitamente alle altre sei città eternali, perché esse sono nei loro continenti di proprietà nazionali appartenenti ai presidi della camera dell'Impero del Mondo.

20. Vi saranno in questa Santa Città altri 12 monumenti di Ospitalità tre grandi edifizii di manifatture nazionali, i quali saranno pure nelle altre sei Città eternali e un gran palazzo di grandissima e meravigliosa scultura, detto: La Reggia dei Principi temporali e spirituali.

21. Dentro il recinto di questa Città vi saranno scavazioni di ricchissime miniere metalliche ed altri differenti minerali preziosi, i quali serviranno di esportazione e di commercio a tutto il mondo, per cui sarà detta pure: Città delle Miniere.

22. Disse l'Angelo a me: questi sono i monumenti interni e le preziosità particolari, di questa prima Città eternale, come si trovano disegnati a numero in questa carta; così dicendo a me donò il disegno della carta, che lo congiunsi al Libro, che a me aveva dato Gesù Cristo e dove segnavo tutto quello che a me diceva l'Angelo.

23. Dato che mi ebbe l'Angelo la descrizione interna ed esterna della prima Città Eternale,  passammo in un lampo in cima ad un ameno colle contorniato da monti e montagne, in Francia dalla parte di Est, ove terminano le ultime giogaie delle Alpi, scendendo dalla parte di Ovest.

 

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PARTE XXVII.

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA DELLA SECONDA CITTÀ ETERNALE

 

1. Vedendo a me l'Angelo del 2° Libro con la sua carta e canna in mano esso mi disse: Questo è il luogo nel quale dev'esser designata ed edificata la 2° Città Eternale; da lei, Duce e Signore gli ordini attendo.

2. Diss'io all'Angelo: portami il numero delle misure superficiali, angolari e lineari per ogni parte dei 4 venti, secondo le regole e numero, come vedesi designato in cotesta carta. Ciò fu fatto.

3. La superficie del suolo di tutto il continente era: stadi quadrati per un tempo di 12 tempi, che contengono per ciascun tempo un tempo di 107 tempi coll'aumento di 5 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascuno stadio.

4. La misura, per angolo e linea dalla parte di Est era stadi per un tempo di 5 tempi, composti da 4 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascuno Stadio.                       

5. La misura per angolo e linea dalla parte di Nord era: stadi per un tempo di 3 tempi composti di 27 tempi per ciascun tempo coll'aumento di 2 canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascuno stadio.

6. La misura per angolo e linea dalla parte di Ovest era: stadi per un tempo di 3 tempi composti di 23 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 5 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Sud era stadi per un tempo di 3 tempi composti di 27 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 3 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascuno stadio.

8. Disse l'Angelo a me: queste sono le misure superficiali, angolari e lineari di tutto il continente, dove dev'essere, edificata la seconda Città Eternale, chiamata: Turpinlionia, ossia Città dell'Arco dei nuovi Apostoli.      

9. Le costruzioni monumentali interne di questa 2° Città Eternale come vedesi dai numeri di questa carta sono, 49 forti di presidio militare e 49 sono le porte d'ingresso esterno, 7 grandi Piramidi, 12 monumenti di ospitalità e 3 grandi edifizii di manifatture nazionali.

10. Avrà un Arco meraviglioso di 9 stadi di luce semicircolare ornato di 47 Piramidi delle quali 44 piccole e 3 di esse di colossale struttura, due gli servono di base ed una si eleva basata sul culmine della sua centrale altezza; in ciascuna di queste 3 Piramidi vi sarà una Campana, che manderà da lungi un meraviglioso squillo.

11. Sotto a quest'Arco vi sarà un monumento statuale detto dei nuovi Apostoli, benefattori dell'umanità e dei nuovi Giudici d’Isdraello e quest’Arco si chiamerà: l'Arco dell'eterna alleanza degli uomini con Dio e del Cielo con la Terra.

12. Vi sarà sotto di quest’Arco una grandissima piazza di 12 stadi in circolo di forma ovale, dal Sud al Nord sarà di 4 stadii e 3 terzi di stadio, da Est ad Ovest sarà di 3 stadii e un terzo.

13. Fra i dodici monumenti di ospitalità ne avrà uno detto: il Monumento della famiglia consacrata a Dio: nel quale monumento saranno ospitati i più illustri pellegrini che da per tutte le parti del mondo anderanno a visitare le prodigiose meraviglie monumentali delle sette Città Eternali.

14. Questi 12  Monumenti di Ospitalità per gradazioni diverse secondo la condizione dei pellegrini, saranno come dissi in tutte le 7 Città Eternali e dette pure saranno: le case di comune beneficenza.

15. Oltre la gran piazza dell'Arco vi saranno altre grandi 12 piazze ed in ciascuna di esse vi sarà una statua sopra meravigliosa colonna e queste parimente saranno dette: le colonne monumentali dei nuovi Apostoli e Giudici d'Isdraello.

16. Vi sarà un altissimo monte, un meraviglioso foro, che darà acceso alla città; di dentro a questo foro vi passerà un grosso fiume, che scende dalle Alpi che quasi tutta la circonderà per mezzo di altri piccoli fori ed istmi.

17. Vi saranno 3 grandi meravigliosi edifizii nazionali, ove verrà lavorato ogni genere di arredo per qualsivoglia comodo per i bisogni della reggenza governativa e nazionale, e questi meravigliosi edifizii, come dissi, saranno in tutte le 7 Città Eternali.

18. Questi edifizii saranno detti: forniture nazionali, magazzini pubblici e tesori della nazione, poiché serviranno al commercio comune; e grandi saranno i retratti di questi per il bene comune per il modo economico di lavoro e di amministrazione.

19. Fra le 7 piramidi che conterrà, una ve ne sarà che sarà detta: la seconda cittadella di Sionne e Reliquario Santo, perché in essa vi sarà posta una 7° parte delle reliquie dei martiri delle Sante Milizie Crocifere e, in fra queste 7 piramidi, il reliquario sarà per ciascuna Città Eternale.

20. Questa seconda Città Eternale, sarà chiamata pure: Città dell'Oracolo e del Mistero, perché in essa vi si conserveranno molte reliquie dei più grandi personaggi restauratori del bene morale e civile di tutto il mondo e perché essa servirà ai disegni di Dio…

21. Dato che m'ebbe l'Angelo, le misure interne ed esterne, e descrizione e natura della 2° Città Eternale, in un lampo fummo sopra un ameno ed alto monte nella Spagna dalla parte del Sud ed Ovest, dove si vedeva lungo spazio del mare mediterraneo.

 

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PARTE XXVIII.

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA DELLA TERZA CITTÀ ETERNALE.

 

1. Venendo a me l'Angelo del 3° Libro con la carta e canna in mano, esso mi disse: Questo è il luogo nel quale dev'essere edificata la 3° Città Eternale, da lei Duce e Signore, gli ordini attendo.

2. Diss'io all'Angelo: portasi il numero delle misure superficiali angolari e lineari per ogni parte dei 4 venti, secondo le regole e numero, come è designato in cotesta carta. Ciò fu fatto.

3. La superficie del suolo era: stadi quadrati per un tempo di 12 tempi che contengono per ogni tempo un tempo composto di 105 tempi per ogni tempo, con l'aumento di 7 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascuno stadio.

4. La misura per angolo e linea dalla parte del Nord era: stadi per un tempo di 2 tempi composti di 29 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 5 canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascun stadio.

5. La misura per angolo e linea dalla parte di Ovest erano stadii per un tempo di 3 tempi composti di 25 tempi per ciascun tempo, con l'aumento di 7 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

6. La misura per angolo e linea dalla parte di Sud era stadii per un tempo di 4 tempi composti di 27 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 9 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Est era: stadii per un tempo di 2 tempi composti di 24 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 5 canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascun stadio.           

8. L'Angelo disse a me: queste sono le misure superficiali, angolari, e lineari di tutto il continente, dove dev'essere edificata la 3° Città eternale chiamata: Carlovingia, e sarà chiamata pure Città del Tempio celeste.

9. Le costruzioni monumentali interne di questa terza Città eternale sono: 47 forti di presidio militare e 47 saranno le porte di ingresso esterno, 7 Piramidi, 12 Monumenti di Ospitalità, 3 grandi edifizii nazionali, come vedesi segnato nelle altre carte.

10. Avrà un tempio il più meraviglioso e il più grande del mondo per la sua prodigiosa e celestiale scultura di 12 stadi di circonferenza esterna; in esso sarà rappresentato il regno della gloria celeste con le più vive figure del Paradiso, del Purgatorio del regno della Speranza e dell'Inferno.

11. Avrà 3 grandi piazze di 12 stadii di circolo regolare, e in mezzo a ciascuna di queste vi sarà un gigantesco e meraviglioso cavallo stante sopra, il Divino Duce tenente in mano una Verga, e in capo una corona di spine.

12. Avrà un delizioso e meraviglioso giardino pubblico di 700 stadii quadrati, rinchiuso da forti ed altissime mura circolari con tre porte d'ingresso; in esso si vedranno tutte le specie di erbe, di piante, di pomi, di animali quadrupedi, volatici e rettili.

13. Vi saranno pure dentro al recinto di questo giardino 3 piccoli laghi artefatti dove si vedrà quasi ogni specie di pesci che fanno pel mare, pei laghi e i fiumi di tutto il mondo, per mezzo di artificiose maniere di acque dolci e salate.

1.4. Questa città sarà chiamata pure: la città del piacere e delle delizie, poiché in essa si vedranno e si troveranno in tutti i tempi ogni genere di delizie e comodi e sollazzi alla vita, che, sarà detto pure: l'Eden del Paradiso Terrestre.

15. Dato che m'ebbe, l'Angelo, le misure interne ed esterne e descrizione e natura della 3° Città Eternale, fummo in un lampo sopra un ameno ed alto monte in una grande Isola in Gracia, dalla parte di Sud e di Ovest, vicino alle rive del mare.

 

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PARTE XXIX

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA E NATURA DELLA 4° CITTÀ ETERNALE.

 

1. Venendo a me l'Angelo del 4° Libro col suo foglio e con la sua canna in mano, esso Mi disse: - qui dev'essere designata ed edificata la 4a Città Eternale. Da Lei Duce e Signore, gli ordini attendo.

2. Diss'io all'Angelo: portami il numero delle misure superficiali angolari e lineari per ogni parte dei 4 venti, secondo come sta segnato a numero in cotesta carta. Ciò fu fatto.

3. La superficie del suolo era stadii quadrati per un tempo di 12 tempi che contengono 93 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 7 canne, 3 cubiti e 5 palmi per ciascun stadio.

4. La misura per angolo e linea, dalla parte di Sud, era stadii per un tempo di 2 tempi, composti di 2 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 7 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

6. La misura per angolo e linea dalla parte di Est era stadi per un tempo di tre tempi composti di 23 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 5 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Nord era: stadii per un tempo di 4 tempi, composti di 22 tempi per ciascun tempo con l’aumento di 8 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

8. Disse a me L'Angelo: queste sono le misure superficiali, angolari e lineari di tutto il continente, dove dev'essere edificata la 4a Città Eternale, chiamata: PalmabiancA , o Città di 100 colli.

9. Le costruzioni monumentali interne di questa quarta Città eternale sono: di 39 forti di presidio militare, e 39 saranno le porte d'ingresso esterno, 7 piramidi, 12 monumenti di Ospitalità e 3 grandi edifizii nazionali, come vedesi segnato nell'altre carte.

10. Avrà 9 grandi piazze da 9 et 12 stadi, dalla più piccola alla più grande di circonferenza regolare ed in ciascuna di esse vi saranno grandi ed illustri i quali si saranno distinti con le loro virtù e con il loro valore nelle gloriose conquiste delle Sante Milizie.

11. Avrà tre ameni e meravigliosi giardini pubblici, ove si vedranno le più belle vegetazioni di alberi, di pomi di erbe e di fiori, i più rari e preziosi del mondo, e di molti animali selvaggi quadrupedi, volatici e rettili sulle regole di quelli numerati nella terza carta.

 12. Avrà un grande fanale o lucerna, per comodo della marina, sul culmine del suo altissimo ed ameno monte; sarà meraviglioso nelle sua costruzione in somiglianza dì quello segnato nella prima carta.

13. Per questo meraviglioso fanale o lucerna sarà chiamata: la seconda Città del Sole, la deliziosa e fiorente regina del mare, perché in essa di tutti i tempi vi si vedranno ogni specie di delizie, che produce il mare e la terra, simile all'altra Città segnata nella terza carta.

14. Sarà pure chiamata per la sua bellezza naturale del suolo la ubertosa Città dei 100 colli, come dissi, perché 100 sono le colline che faranno corona al magnifico monte, che in mezzo al suo continente rimane.

15. Date che m'ebbe, l’Angelo, le misure interne ed esterne e descrizione e natura della 4a Città Eternale, in un lampo fummo in una gran pianura della Germania sopra di un alto colle, circondato da altri piccoli colli in una campagna quasi deserta.

 

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PARTE XXX

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA E NATURA DELLA QUINTA CITTÀ ETERNALE.

 

1. Venendo a me l'Angelo del quinto Libro con la Carta e canna in mano esso mi disse: - Qui dev’essere designata ed edificata la quinta Città Eternale. Da Lei, Duce e Signore, gli ordini attendo.-

2. Diss’io: - Angelo portami il numero delle misure superficiali, angolari e lineari per ogni parte dei 4 venti, secondo come sta segnato a numero di codesta carta. Ciò fu fatto.

3. La superficie del suolo era: stadii quadrati per un tempo di 12 tempi, che contengono 119 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 3 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

4. La misura per angolo e linea dalla parte di Sud era: stadii per un tempo di 4 tempi composti di 33 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 2 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

5. La misura per angolo e linea dalla parte di Est, era: stadii per un tempo di 3 tempi composti di 32 tempi per ciascun tempo con l'aumento di cinque canne, 3 cubiti e 2 palmi per ciascun stadio.

6. La misura per angolo e linea dalla parte di Nord era stadii per un tempo di 2 tempi composti di 23 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 2 canne, 2cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Ovest era stadii per un tempo di 3 tempi composti di 24 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 4 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

8. Disse l'Angelo a me: -Queste sono le misure superficiali, angolari e lineari di tutto il Continente, dove dev'essere edificata la Quinta Città Eternale, chiamata: DivisvendettA, ossia la Città del Gran Cimitero.

9. Le costruzioni monumentali di questa 5a Città eternale, sono: 57 Forti di presidio militare, e 57 saranno le porte di ingresso esterno, 7 grandi Piramidi, 12 Monumenti di Ospitalità, 3 Edifizii nazionali, come sono segnati nell'altre carte a numero.

10. Avrà 3 Monumenti, detti: le Gallerie Universali, dove si vedranno tutte le antichità e capi d'opera,  in scultura, in pittura, in meccanica, in chimica e letteratura; talché le più grandi Opere e  Progressive di tutto l'ingegno e sapienza, dell'intelletto umano, quivi ai conterranno.   

11. Avrà un meraviglioso e grande Cimitero: in esso si conserveranno migliaia e milioni di vittime cadute nello sterminio della mano potente di Dio, per opere prodigiose del Divino Duce, delle Sante Milizie Crocifere.                      

12. Questo Cimitero, sarà, nel suo recinto di forti ed altissime mura, di 27 stadii di circonferenza con 3 porte d'ingresso esterne e dentro vi si vedranno tombe e sotterranei monumentali e statuarii adornati delle più belle sculture e pitture di quei tempi.

13. Avrà 12 grandi piazze da 8 a 12 stadii di circonferenza regolare dalla più piccola alla più grande e nel mezzo di esse vi sono tante statue sopra grandi e piccole colonne, parte di marmo, parte di ferro, parte di bronzo e parte di preziosissimo metallo.

14. Questi preziosi e cari monumenti saranno consacrati ai diversi Principi della Terra, morti tutti nelle battaglie, fatte dalla Sante Milizie Crocifere, per le diverse parti del Mondo.

15. Questa Città, sarà detta: la Città delle statue e del gran Cimiterio, e per la sua vasta posizione, per le grandi mura dei suoi recinti, sarà detta pure: la nuova Ninive.

16. Dato che m'ebbe, l'Angelo, le misure interne ed esterne e descrizione e natura della quinta città eternale, in un lampo fummo nella grande Isola di Bretagna in Inghilterra, sull'alture di un ameno colle dalla parte di sud ed Ovest, vicino alle rive del mare.

 

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PARTE XXXI

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA E NATURA DELLA SESTA CITTÀ ETERNALE

 

1. Venendo a me l'Angelo del 6° Libro con la sua carta e canna in mano, esso mi disse: - Qui dev'essere designata ed edificata la 6a Città Eternale. Da Lei, Duce e Signore, gli ordini attendo.

2. Diss'io all'Angelo: - portami le misure superficiali, angolari e lineari per ogni parte dei 4 venti, come stanno segnate a numero in cotesta carta. Ciò fu fatto.

3. La superficie del suolo stadii quadrati per un tempo di 12 tempi che contengono 99 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 12 canne, 2 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

4. La misura per angolo e linea dalla parte di Est era: stadii per un tempo di 3 tempi composti di 30 tempi per ciascun tempo coll'aumento di 9 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascuno stadio.  

5. La misura per angolo e linea dalla parte di Nord era: stadii per un tempo con l'aumento di 12 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

6. La misura per angolo e linea dalla parte di Ovest era stadii per un tempo di 2 tempi composti di 21 tempo per ciascun tempo con l'aumento di 8 canne, 2 cubiti e 3 palmi, per ciascun stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Sud era stadii per un tempo di 4 tempi composti di 21 tempi per ciascun tempo con l’aumento di 12 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

8. Disse l'Angelo a me: - Queste sono le misure superficiali, angolari e lineari, dove dev'essere edificata, la Sesta Città Eternale, chiamata: AntatticA, ossia tesoro del Mondo.-

9. Le costruzioni monumentali interne di questa 6a Città eternale sono 37 forti di presidio militare e 37 saranno le porte d'ingresso esterne, 7 piramidi, 12 monumenti di Ospitalità, 3 grandi edifizii nazionali, come sono segnati a numero nelle altre carte.    

10. Avrà un meraviglioso tempio, fatto a  guglia di 9 stadii, 12 canne, 3 cubiti e 3 palmi nella sua misura circolare esterna; la sua costruttura sarà di un ordine prodigioso ed ammirabile.

11. In mezzo a questo tempio vi sarà un'alta piramide per 2 terzi dell'altezza del vuoto centrale, questa piramide sarà composta di 33 gradini ed in cima di esso vi sarà un gran Crocifisso di prezioso metallo.

12. Per ogni ordine di questi gradini in circolo vi saranno tante statue parimente di preziosissimo bronzo, di tutti i maggiori Patriarchi e Profeti del vecchio Testamento.         

13. Nelle parti del Tempio in nicchie regolari pari ai gradini della piramide, in circolo vi si vedranno le statue dei maggiori Santi e Sante e personaggi più illustri del nuovo Testamento; parimente queste di prezioso metallo.

14. Questo prodigioso, meraviglioso e ricchissimo Tempio, renderà così tanto illustre questa sesta Città eternale, che verrà chiamata, come dissi: il tesoro del mondo, e sarà la magnificenza dei futuri secoli per depositario sacro delle umane grandezze.

15. Avrà 3 grandi piazze di 12 e 15 stadii di circonferenza regolare dalla più piccola alla più grande e in mezzo a ciascuna di queste piazze vi sarà il divo Duce, montato a cavallo, tenente intorno a sé un gran numero dei suoi più valorosi campioni, tutti in statue naturali; parimente queste in preziosissimo bronzo.

16. Questi tre monumenti statuali saranno l'ammirazione più sorprendente d'ogni altro monumento eternale, per cui questa Città sarà chiamata pure la gloriosa Città del divino Duce, e dei Campioni illustri.

17. Dato che m'ebbe, l'Angelo, le misure interne ed esterne e descrizione e natura della sesta Città Eternale, fummo in un lampo sulla cima del monte Calvario in Palestina; da dove si vedevano tante deserte campagne e molte rovine dell'antica Gerusalemme; questa vista arrecò a me e agl'Angeli, alquanta tristezza.

 

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PARTE XXXII

 

DESCRIZIONE INTERNA ED ESTERNA E NATURA DELLA SETTIMA CITTÀ ETERNALE

 

 

1. Venendo a me l'Angelo del 7° Libro con la sua carta e canna in mano, esso mi disse: - Qui dev’essere designata ed edificata la settima Città Eternale. Da Lei, Duce e Signore, gli ordini attendo. -

2. Diss'io all'Angelo: - Portami il numero delle misure superficiali, angolari e lineari per ogni parte dei quattro venti, come stanno segnati in cotesta carta. Ciò fu fatto.

3. La misura del suolo era: stadii quadrati per un tempo di 12 tempi composti di 109 tempi per ciascun tempo di 9 canne, 3 cubiti e 3 palmi per ciascun stadio.

4. La misura per angolo e linea dalla parte del Nord era: stadii per un tempo di 4 tempi, composti di 23 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 12canne, 2 cubiti e 2 palmi per ciascuno stadio.

5. La misura per angolo e linea dalla parte di Ovest era stadii per un tempo di due tempi, composti di 37 tempi per ciascun tempo con l'aumento di 9 canne, 2 cubiti, e 3 palmi per ciascun stadio.       

6. La misura per angolo e linea dalla parte di Sud era: stadii per un tempo di 3 tempi, composti di 27 tempi per ciascun: tempo con l'aumento di 12 canne, 3 cubiti, e 3 palmi per ciascuno stadio.

7. La misura per angolo e linea dalla parte di Est, era: stadii per un tempo, di 3 tempi, composti di 22 tempi per ciascun tempo, con l'aumento di 12 canne, 3 cubiti, e 3 palmi per ciascuno stadio.

8. Disse l'Angelo a me: - queste sono le misure superficiali, angolari e lineari di tutto il Continente, dove dev'essere edificata la 7a Città Eternale, chiamata: MontrismoriA, ossia la città del divino canto e del divino squillo.                     

9. Le costruzioni monumentali interne di questa 7a Città Eternale sono di 33 forti di presidio militare e 33 saranno le porte d'ingresso esterno, 7 Piramidi, 12 Monumenti d'Ospitalità, 3 Edifizii nazionali, come stanno segnati a numero nelle altre carte.

10. Avrà questa sventurata Città nuovamente riedificata, 72 monumentali presidii religiosi, con magnifici Tempii, e per ciascuno Tempio, non vi sarà che una sola Tribuna in mezzo, triangolare, contenente 3 altari come sarà la regola del rito di quei tempi.

11. Questi grandi monumenti saranno, come dissi, di corporazioni religiose tutte dell'Ordine Crocifero; 12 dei quali saranno di donne ed il resto, di uomini tutti dedicati al culto della Santissima Triade, con immenso vantaggio del bene civile e morale.

12. In questi grandi presidii religiosi di uomini come di donne, vi saranno grandi laboratorii di ogni genere di manifatture, ove lavoreranno gli stessi religiosi e religiose con grande utile all'entrate della Chiesa per la comune beneficenza.              

13. In cima al monte, detto anticamente degli ulivi, vi sarà una gran Torre triangolare, elevata di 7 ordini di balaustrati, e ciascun ordine avrà da 12 a 9 canne d'altezza, in proporzione dal primo all'ultimo ordine, da 99 a 33 canne di circonferenza dal più grande al più piccolo ordine di basamento.                      

14. Questa meravigliosa Torre, ossia piramide triangolare, avrà per ogni angolo una porta d'ingresso esterno; la costruzione interna ed esterna sarà prodigiosa ed ammirabile.

15. Nell'ultimo ordine di questa meravigliosa piramide, vi sarà una grandissima Campana di prezioso metallo, ed in essa esteriormente vi si vedranno sculti i 12 Apostoli, Gesù Cristo e la sua Santissima Madre.

16. Questa campana sarà di un peso per un tempo composto di 77 tempi ed ogni tempo contiene un tempo di 7,777 tempi, per peso di  47 doppi grammi per ciascun peso.

17. Questa Città per tutti questi Santuarii monumentali, e per questa prodigiosa grande e preziosa Campana, che il suo suono si udirà da lungi per la portata di 300 stadii, 300 canne, 300 cubiti e 300 palmi per linea retta. Verrà chiamata, come dissi, la Città del divino canto e del divino squillo, e la Gerusalemme riedificata.

18. Dato che m'ebbe, l'Angelo, le misure interne ed esterne, e descrizione e natura della 7a Città Eternale, io e gli Angeli baciammo il terreno di quel Sacro Monte, e in baleno fummo nuovamente al Cielo, ciascuno di noi al suo posto, da dove eravamo partiti.

 

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PARTE XXXIII.

 

CONSEGNA DEL LIBRO DOVE SONO DESIGNATE A NUMERO LE COSTRUZIONI DELLE SETTE CITTÀ ETERNALI DELLE CARTE E CANNE DI CIASCUN ANGELO E

FINE DEL MIO RAPIMENTO.

 

1. Tornato in Cielo, al mio posto davanti a Dio Padre e, a Cristo Gesù, come essi stavano avanti a me, Gesù così prese a parlare a me ai 7 Angeli che con me aveva mandati in Terra a designare le 7 Città Eternali.

2. - Voi, - rivolto agli Angeli - consegnate a me ciascuno la vostra carta e la vostra canna e tu - rivolto a me - dammi cotesto Libro che, unitamente alle carte e alle canne io, di tuo di mio e di piacimento del Padre, io consegno ai 3 Angeli velati, ed a suo tempo ne sapremo disporre secondo i prescritti e convenienti modi.

3. Ciò fu fatto. Gesù Cristo, rivolgendosi a me, mi disse queste misteriose parole; ma, meno io dico, di quello che mi disse, poiché volendo tutto dir non potrei, di cose così profondamente misteriose e grandi.

4. Questi 7 Angeli, che io di mio, di tuo e di volere del Padre ho mandato con te per le diverse parti della Terra a delinearti a punto e a numero i prodigiosi edifizii monumentali delle 7 Città Eternali, saranno essi disponibili a te in me nei prodigiosi avvenimenti di tutto questo.

5. In ogni tuo bisogno, Essi a te saranno valorosi, terribili ed invincibili campioni celesti, poiché io pure in essi ed in te sarò congiunto in 7 forme di natura umana, e sarò in essi e in te in tal modo da dire, che voi me realmente sarete, come io in voi realmente sono in ogni effetto di azione umana e divina.

6. Tu in me, Duce sarai ... ed Essi Duci saranno sopra ai supremi Duci della terra, ardimentosi, sagaci, eloquenti, invitti, terror del Mondo e dell'inferno, dissipatori di ogni empietà.

7. Di te, di Essi in me temeranno i vincitori e i vinti; al mio nel tuo e nel loro potere tutti si umilieranno i potenti della terra e alla mia nella tua e nella loro voce, sentiranno gli uomini tutti, la mia divina in voi autorità, nella imperiosa potestà delle esecuzioni e dei comandi. 

8. Voi avrete in me sulla terra umane forme, come di te, - rivolto a me – umana é la tua natura e questi 7 Angeli valorosi Duci Celesti saranno uniti e fedeli a te con me, Duci … terreni.

9. Ciò detto, i 7 Angeli li vidi armati di tutto punto in un modo così maestoso ed ammirabile da inorridire ed umiliare col suo marziale ed elegante aspetto, tutto l'orgoglio e la superbia degl'uomini.

10. Ciascuno da essi aveva e avrà un cimiero contorniato di Celesti ... insegne, un segno in petto ....ed una lunga spada a tre tagli, e sopra il pomo di essa era scritto a lettere come di fuoco: Vendetta di Dio.  

11. Gesù Cristo, alzando la destra mano col suo infuocato scettro in pugno, così disse con atto di Maestà Celeste, colla più severa e terribile imponenza d'irato Giudice Divino.

12. Io per quanto sono e fui amoroso e clemente, colla mia prima venuta Sul Mondo, altrettanto nella mia seconda venuta in Voi sarò Giudice severo e terribile nel vostro col mio Potere Divino, giudicando alla terra, all'inferno, all'universo intero.

13. Ciò dicendo, il Padre, alzandosi dal Suo seggio, inchinando un poco la testa, approva le parole di Cristo; e a me e agli Angeli si rivolge dicendo, colla destra sollevata in alto, ed in essa aveva una palla tutta scintillante di Fuoco e di Folgori.

14. Io con questa mano vindice potente d'imparziale Giustizia eterna e terribile, voglio col Mio nel vostro volere, punire e fulminare il Mondo, onde da questo Fuoco Celeste, venga purgato dalle sue luride empietà.

15. Così dicendo, udii una voce generale in Cielo, che replicò 3 volte GIUDICE CRISTO GESÙ, GIUDIZIO, GIUDIZIO AI GIUSTI, AI REI GIUDIZIO! Al termine di queste voci, un lampo io vidi che cadde su me come un colpo di fulmine, e così mi scossi dal mio rapimento.

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INDICE

 

 

Avvertenza ai lettori.                                                                                                        pag.     11

Parte I. Simboli della visione e prospettiva di essa.                                                                       15

P. 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14. Iddio che parla all'uomo (sette volte).                                              17-46

P. 3, 5, 7, 9, 11, 13. L'uomo che parla a Dio (sei volte).                                                        20-43

Parte 15. Rapimento al Cielo.                                                                                                     47

Parte 16. L'essenza spirituale di Dio in tre persone distinte

               e la natura umana congiunta in Dio.                                                                               48

P. 17-24. Apertura e spiegazione dei 7 Libri e Sigilli.                                                             51-73

Parte 25. Le gloriose palme, alcune parole di Dio Padre, e la rassegna

               dei segnati al numero della vita e della morte.                                                                75

Parte 26, 32. Descrizione e natura delle 7 Città Eternali                                                          78-84

Parte 33. Consegna del Libro dove sono designate a numero

                le costruzioni delle 7 Città  Eternali, delle carte e delle canne

                di ciascun Angelo e fine del mio rapimento.                                                                  86

 

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INDICE DELLE FIGURE

 

 

Cristo, Duce, Giudice.                                                                                                                  2  

Il primo misterioso quadro comparso sul Monte Labro.                                                                 8

Il Grande Monarca.                                                                                                                    10

La solenne festa (vessilli e figure della Misteriosa comparsa).                                                       50

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] ..... Al posto dei puntini vi erano parole che furono tolte nel testo stampato nel 1877, per timore della parte avversaria. Il manoscritto originale non è stato rintracciato.

1 ... vedere la nota a pagina 38.