cenni
storici
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I primi esempi di "lettere"
risalgono alla fine del III millennio a.C. circa, in Babilonia e in Assiria. Si
trattava di "scritte"
su tavolette d'argilla (in seguito, di terracotta) che venivano seccate al sole o
al fuoco. Per evitare che venissero lette da estranei, esse venivano avvolte in uno strato
di argilla fresca sul quale s'imprimeva il sigillo del mittente e il nome del
destinatario.
Gli egiziani scrivevano con giunco, cannuccia e inchiostro su papiri arrotolati,
che venivano poi
legati e sigillati e destinati a lunghi viaggi. In Egitto e in Mesopotamia, si
usava, talvolta, anche la pergamena ricavata da pelle di animali, soprattutto da quella di
pecora. Più tardi, i
Fenici, i Greci e in seguito i Romani, continuarono ad adoperare le tavolette di
legno, ed iniziarono a legare insieme due o più tavolette, e a ricoprirle di uno strato
di cera su cui la lettera veniva scritta con lo stilo. Il tutto poi era sigillato con
una cordicella e col e marchiato col sigillo del mittente. Tuttavia,
a causa del forte calo
della produzione di papiro, cominciò
a diffondersi l'uso della pergamena vera e propria per scrivere lettere.
Durante il Medioevo,
per la corrispondenza scritta, veniva usata quasi esclusivamente la pergamena. Le lettere si
arrotolavano, annodavano e sigillavano.
Si continuò a scrivere lettere su fogli grandi di pergamena ripiegati più
volte su se stessi, fino a quando la carta sostituì completamente la pergamena.
Per evitare che la lettera
si macchiasse durante un lungo tragitto, essa veniva avvolta in un foglio di carta bianca.
Da quest'uso sarebbe nata la
prima busta attorno al 1668. Solo nel 1820, il commerciante di carta inglese
Brewer di Brighton produsse, sebbene sempre a mano, la prima busta da vendere sul
mercato.
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