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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2015

 

MERCOLEDI' 1 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, O SIGNORE DA OGNI FORMA DI MALE.

 

Hanno detto: Questo è il grande segreto: avere Dio sempre presente. Vivere l’unione con Cristo in maniera abituale, continua, cuore a cuore, affetto ad affetto (Beato Antonio Rosmini)

Saggezza popolare: Non si può costringere nessuno ad amare o a cantare. (prov. Tedesco)

Un aneddoto: Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito. “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”. Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”. Tutta l’acqua del bicchiere si intorpidì e si insudiciò. Il maestro la buttò via. Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare. La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente come era prima. “Vedi?

Spiegò il maestro - Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare!”

Parola di Dio: Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34

 

Vangelo Mt 8, 28-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù giunto all'altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?". A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria". Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio. Parola del Signore

 

"DUE INDEMONIATI, USCENDO DAI SEPOLCRI, GLI VENNERO INCONTRO". (Mt. 8,28)

L'episodio dei due indemoniati che vengono liberati sta ad indicarci la forza di Gesù nella lotta contro la schiavitù del male. Che crediamo o no al diavolo e alle possessioni, questi due indemoniati ci ricordano che l'uomo e noi spesso siamo posseduti. A volte è il denaro che ci possiede quando smette di essere il nostro servo per il necessario per noi e per i nostri cari e diventa il padrone che governa. Provate a vedere se non è un demonio che ci possiede se nel suo nome si uccide, si passa sopra ai vincoli più cari, si vendono intere nazioni e se ne affamano altre. A volte è la sensualità che ci possiede e travisa ogni pensiero di amore vero, trascinandoci lontano dai valori che apprezziamo e con i quali ci piacerebbe indirizzare la nostra vita. E il desiderio di successo, di apparire, di potere, non ci schiavizza fino al punto di diventare gli uni con gli altri belve feroci che si azzannano, si sbranano per un pezzetto di effimero potere in più? Pensiamo a certe lotte nelle fabbriche, negli uffici, persino all'interno delle parrocchie. E poi altri diavoli che incatenano l'uomo possono essere la droga, l'alcool, la moda… Ecco, Gesù viene a liberarci. Non lo può fare da solo. Lui può agire solo se noi, desiderando essere liberi, glielo permettiamo. Ma noi lo desideriamo davvero? Quando un uomo si trova legato e imbavagliato, da solo non può far niente se non sperare in un liberatore. Ma se questo viene e lo slega egli deve darsi da fare per rimanere libero, fosse anche solo il mettersi a fuggire davanti a colui che vuole di nuovo legarlo e imbavagliarlo.

 

 

GIOVEDI' 2 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI MISERICORDIA E PERDONO.

 

Hanno detto: Sento di avere il Paradiso sulla terra, poiché il Paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. (Beata Elisabetta della Trinità)

Saggezza popolare: Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata. (prov. Svedese)

Un aneddoto: Vivevano nello stesso giardino un bruco e una lumaca. I due animaletti avevano stretto grande amicizia tra di loro. Insieme strisciavano a passeggio, rosicchiavano le foglie tenere e dolci e avevano dolci colloqui. Insomma, stavano sempre insieme e nei momenti difficili si aiutavano e s’incoraggiavano a vicenda. Un bel giorno il bruco si fece lento, perse i bei colori, si irrigidì e stette immobile. La fedele amica gli si avvicinò, gli parlò e, non capendo quel che stava succedendo al suo amico, si disperò e lo vegliò a lungo. Dopo qualche giorno, dalla spoglia del bruco uscì una variopinta e brillante farfalla che, aperte le ali, cominciò a volare tra i fiori e le erbe. La lumaca, che aveva assistito al prodigioso cambiamento, si avvicinò e cominciò a parlarle con dolcezza. “Come ti sei fatta bella! Sono proprio contenta di avere un’amica carina e bella come te. Se tu sapessi come mi sono spaventata quando ti ho visto paralizzata, prima della tua trasformazione!”. “Chi sei tu?” – la interruppe la farfalla – Quando mai ci siamo conosciute! Io ho delle ali delicate e meravigliose, vivo nell’aria tra i fiori colorati e profumati; tu, invece, strisci e sbavi nel fango tra i vermi. Ah, se il giardiniere liberasse il mio giardino da certe sudice bestie!”. La lumaca ci rimase male e disse con umiltà: “Va bene, va bene, non ci siamo mai viste. Però ricordati che io ti ho conosciuta quand’eri bruco e strisciavi come me”.

Parola di Dio: Gen 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8

 

Vangelo Mt 9, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: "Costui bestemmia". Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua". Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

“CORAGGIO, FIGLIOLO, TI SONO RIMESSI I PECCATI”. (Mt. 9,1)

Al di là del significato profondo della guarigione del paralitico che conferma Gesù Figlio di Dio, quindi capace di perdonare, mi piacciono estremamente queste parole che sento dette anche a me. Prima di tutto questa parola “Coraggio”. Ho bisogno di qualcuno che mi dia fiducia specialmente quando comincio a perderla in me stesso, quando prometto e non mantengo, quando i miei limiti e i miei peccati sembrano insuperabili. Ed è bello anche quel “figliolo” perché mi fa apparire Dio non lontano da me, non giudice intoccabile dei miei peccati, ma Padre che, se mi mette davanti alle mie responsabilità, allo stesso tempo mi ama, mi dà la sua mano, mi mette a mio agio. E poi la parola della misericordia: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. Quante migliaia di volte ho ripetuto a nome di Gesù questa frase nel sacramento della confessione e quante volte, proprio questa frase, ha fatto sgorgare lacrime ed ha ridato sorriso e speranza. Grazie, Gesù, della tua misericordia che si fonda nel tuo sangue offerto per noi e che ci fa rinascere dentro.

 

 

VENERDI' 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

MIO SIGNORE E MIO DIO.

 

Hanno detto: L'ingrato fa male a sé e agli altri, perché dissuade quest'ultimi dal fare il bene. (C. Cantù)

Saggezza popolare: Una cattiva coscienza è un avvoltoio che rode l'anima e il corpo.

Un aneddoto: Rimani, o Madre misericordiosa, al capezzale di tutti gli ammalati del mondo.

Di coloro che, in questo momento, hanno perso conoscenza e stanno per morire.

Di coloro che stanno iniziando una lunga agonia.

Di coloro che hanno perso ogni speranza di guarigione.

Di coloro che non possono curarsi perché poveri.

Di quelli che vorrebbero camminare e devono restare immobili.

Di coloro che vorrebbero riposare e la miseria li costringe a lavorare ancora.

Rimani accanto a quelli che sono tormentati dal pensiero di una famiglia in miseria.

Di quanti soprattutto non credono in una vita migliore.

Di quanti si ribellano a Dio.

Di quanti non sanno o non ricordano che il Cristo ha sofferto come loro. (Tratto dal periodico "Vita in cammino" n. 2/2004)

Parola di Dio nella festa di san Tommaso: Ef. 2,19-22; Sal. 116; Gv. 20,24-29

 

Vangelo Gv 20, 24-29

Dal vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Parola del Signore

 

RISPOSE TOMMASO:“MIO SIGNORE E MIO DIO”. (Gv. 20,28)

Oggi, festeggiando S. Tommaso Apostolo,  mi vien facile identificarmi un po’ con questo amico di Gesù perché, almeno in qualcosa, scopro di somigliargli: nelle difficoltà di credere. Tommaso non si fida troppo della testimonianza dei suoi amici e anch’io ho spesso difficoltà ad accettare la testimonianza di una Chiesa fatta di uomini peccatori come me. Tommaso vuol vedere e i toccare e anch’io vorrei avere sempre i prove tangibili, conferme sicure, indicazioni chiare. Ma c'è anche un’altra  cosa in cui vorrei somigliare a Tommaso, ed è il suo atto di abbandono incondizionato, il suo dire con il cuore prima ancora che con le labbra: “Mio Signore e mio Dio!”.

Come sarebbe bello e liberante potersi abbandonare nelle mani di Gesù, riconoscere la sua forza e potenza, imparare  a cogliere i suoi segni, smetterla di i voler sempre e a tutti i costi sapere  tutto, lasciarci amare senza opporre i ostacoli, smetterla di giudicare per  accogliere i fratelli. Tommaso, fratello somigliante a me nei dubbi, rendimi simile a te nella fede perché anch’io possa essere un gemello somigliante di Gesù

 

 

SABATO 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU', NON C'E' TRISTEZZA.

 

Hanno detto: La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini. (Cervantes)

Saggezza popolare: Cortesia e buoni costumi sono due buoni passaporti.

Un aneddoto: Si racconta nella vita di San Pietro di Alcantara che al conte d’Oropeia che deplorava il pervertimento della sua epoca, rispose: “La signoria vostra non si affligga: c’è un rimedio semplicissimo al male. Cominciamo io e voi, ad essere come dobbiamo essere e avremo rimediato per ciò che ci riguarda. Che ciascuno faccia altrettanto! La riforma sarà sicuramente efficace. Il guaio è che ognuno parla di riformare gli altri e nessuno pensa a riformare se stesso”.

Parola di Dio: Gen 27,1-5.15-29; Sal 134; Mt 9,14-17

 

Vangelo Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO E' CON LORO?”. (Mt. 9,15)

Gesù sta parlando di noi. Siamo noi gli invitati alle nozze, alla festa di Colui che per noi è morto e risorto, I cristiani dovrebbero essere continuamente in festa, dovrebbero sempre sprizzare gioia: siamo dei salvati, non possiamo essere in lutto quando Lui è vivo e noi in Lui viviamo. Con Lui ogni difficoltà scopre un orizzonte più vasto e luminoso, ogni dolore e lutto può vincere la tristezza soffocante del momento e aprirsi a un futuro migliore. Questo devono testimoniare i cristiani in un mondo spesso troppo triste e disperato per credere ancora alla gioia. Con Cristo non siamo più soli, i nostri problemi vengono da Lui condivisi e avviati ad una possibile soluzione, le ingiustizie e i soprusi possono essere combattuti, l’angoscia e la paura non hanno più senso di esistere. Se siamo ancora tristi non sarà perché crediamo ancora troppo poco a Cristo?

 

 

DOMENICA 5 LUGLIO: 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Se vuoi conquistare la gioia devi dividerla con qualcuno. (Byron)

Saggezza popolare: Se non puoi portare la seta, porta la lana.

Un aneddoto: Un antico racconto degli ebrei della diaspora così dice: "Cercavo una terra, assai bella, dove non mancano il pane e il lavoro: la terra del cielo. Cercavo una terra, una terra assai bella, dove non sono dolore e miseria, la terra del cielo. Cercando questa terra, questa terra assai bella, sono andato a bussare, pregando e piangendo alla porta del cielo... Una voce mi ha detto, da dietro la porta: "Vattene, vattene perché io mi sono nascosto nella povera gente.” Cercando questa terra, questa terra assai bella, con la povera gente, abbiamo trovato la porta del cielo.

Parola di Dio: Ez 2,2-5; Sal 122; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6

 

Vangelo Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore

 

“E GESU' SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITA' ”. (Mc. 6,6)

Gesù aveva operato miracoli. La gente si stupiva della sua sapienza, ma c’erano delle persone (i suoi concittadini), che nonostante questo stentavano a credere. Avevano dei preconcetti: e chi è costui? Che cosa ha più di noi?

Dice il proverbio che non c’è peggior cieco di chi non vuoi vedere. E questo succede anche a noi: quanti segni di amore di Dio nella nostra vita! E noi continuiamo a dire: “Se ci sei devi farmi questo miracolo, questa grazia; e poi anche se la grazia arriva ce ne dimentichiamo presto. Peggio ancora se questo succede a noi cristiani, “concittadini” di Gesù. L’incredulità parte dalla nostra incapacità di meravigliarci e di saper ringraziare. Occorre aver occhi di bambini per saper cogliere le meraviglie di Dio e cuore di bambini per lasciarci amare da Lui e per riporre in Lui ogni nostra speranza.

 

 

LUNEDI' 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI LA RISURREZIONE E LA VITA.

 

Hanno detto: Non crediate sia sufficiente aver abbracciato una fede, se vi fate mancare la cosa più necessaria, l'esercizio della virtù. (Fiedrich Hegel)

Saggezza popolare: Chi si contenta gode e qualche volta stenta; ma è un bello stentar chi si contenta.

Un aneddoto: Ogni azione ci apre davanti un bivio: la strada del male e quella del bene. La prima sembra una discesa, durante la quale non si pedala e non si fa fatica, ma con il rischio concreto di cadere. La seconda assomiglia tanto a una salita, durante la quale si suda e dietro ad ogni tornante si nasconde l'insidia di mollare. Arrivati in cima però si ha la sensazione di aver fatto un'impresa, di aver portato a termine qualcosa di grande. (Andrea Bocelli)

Parola di Dio: Gen 28,10-22a; Sal 90; Mt 9,18-26

 

Vangelo Mt 9, 18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà". Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme". Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“ARRIVATO GESÙ NELLA CASA DEL CAPO E VEDUTI I FLAUTISTI E LA GENTE IN AGITAZIONE DISSE: “RITIRATEVI, PERCHÉ LA FANCIULLA NON È MORTA, MA DORME”, QUELLI SI MISERO A DERIDERLO”. (Mt. 9,24)

Al tempo di Gesù si usava far cinematografo attorno alla morte (il mondo non è molto cambiato da allora) ed ecco davanti alla tragedia della morte precipitarsi come avvoltoi piagnoni prezzolatì, gramaglie che nascondono gemiti falsi, comari che spiano gesti e parole per poter avere poi qualcosa su cui spettegolare. Anche oggi è pieno di questi sacerdoti e sacerdotesse della morte che fanno di tutto per esorcizzare ogni speranza davanti alla morte e deridono chi parla di vita, di risurrezione; pensiamo ad esempio a tutta quella pletora di maghi e maghetti che vivono sulle disgrazie altrui o a chi si veste di ipocrisia per poter meglio gioire del fatto che il male sia capitato a te e non a lui. Gesù, per operare il miracolo caccerà via tutta questa gente. Chiediamoci una cosa sola: preferiamo il Dio della vita o chi continua a gridarci solo strade di morte ineluttabile?

 

 

MARTEDI' 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE INSEGNAMI A PARLARE E A TACERE.

 

Hanno detto: L'incredulità proviene dall'orgoglio: il Signore si rivela alle anime umili. (Silvano del Monte Athos)

Saggezza popolare: Cuor contento non sente stento.

Un aneddoto: Signore ti voglio lodare benedire e ringraziare del pane che oggi mi hai concesso di impastare con te.

Gli ingredienti a disposizione erano diversi da quelli che avrei voluto per realizzare i miei progetti: stanchezza, dolore, preoccupazioni, impegni, contrattempi, limiti del corpo e dello spirito. Grazie perché mi hai fornito il lievito per far fermentare la massa, ma anche la capacità di attendere che aumentasse di volume e cuocesse, sì che fosse commestibile e bastasse per tutti. Grazie Signore di questo giorno in cui mi hai chiamato, nella tua bottega di fornaio, a fare il garzone perché il pane, con te, è garantito, qualunque siano gli ingredienti.

Parola di Dio: Gen 32,23-33; Sal 16; Mt 9,32-38

 

Vangelo Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del Signore

 

“QUEL MUTO COMINCIO’ A PARLARE”. (Mt. 9,33)

Se è vero che i miracoli non costringono alla fede (e nel vangelo di oggi vediamo che la guarigione dell’indemoniato muto porta molti alla meraviglia ed altri ad accusare Gesù di operare per conto del diavolo, è altrettanto vero che i miracoli di Gesù hanno molti significati: essi possono essere la prova per comprendere la messianicità di Gesù; ci dicono la sua attenzione ai sofferenti, stanno ad indicarci un potere da parte di Dio superiore ad ogni legge di natura... Sono poi particolarmente pieni di segni; ad esempio in questo caso non vediamo solo un muto che ritrova l’uso della parola ma è l’umanità che dopo il peccato, era ammutolita, non riusciva più a parlare con il suo Dio ed ora, tramite Gesù parola di Dio incarnata riesce a riaprire questo dialogo. Il male, le sofferenze, il demonio avevano chiuso l’uomo in se stesso nelle sue incapacità, nell’egoismo, l’Amore di Gesù permette all’uomo di ritrovare in sé i valori che gli sono propri e di ritrovare la speranza e, allora, gli si apre la bocca per riconoscere la grandezza di Dio e per testimoniare l’amore di Gesù. Mi chiedo però, se noi cristiani abbiamo davvero ricevuto il miracolo del dono della parola nuova: oh, non che non parliamo, qualche volta ci parliamo addosso anche troppo, ma quante volte mi riscopro ancora cristiano muto davanti alle ingiustizie, pauroso di dire una parola chiara anche se compromettente, cristiano chiuso davanti all’accoglienza, cristiano incapace, per paura e individualismo, a testimoniare, cristiano rassegnato davanti a chi non ha speranza. Eppure il Signore mi ha aperto la bocca perché riconoscendo Lui io sia capace di parlare a Lui e a parlare di Lui.

 

 

MERCOLEDI' 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU CI SEI VICINO.

 

Hanno detto: Il profitto dell'anima non consiste nel molto pensare, ma nel molto amare. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: A nessuno cadono le orecchie per il troppo ascoltare. (Detto proverbiale)

Un aneddoto: Quando don Giuseppe Sarto era parroco a Salzano, una volta, rientrando in cucina dopo le funzioni religiose, Rosa diede uno sguardo ai fornelli e si fermò sbigottita Ma come? poco prima la pentola stava lì con dentro un bel pezzo di carne in bollore e ora era sparito? Pensò che qualcuno avesse voluto fare uno scherzo e chiamò la sorella: «Anna, hai tolto tu la pentola dal fuoco?».

«lo? Non l'ho nemmeno toccata!», rispose la più giovane sorella. Si guardarono in silenzio, poi Rosa disse ad Anna: «Vieni, andiamo a chiedere al nostro don Bepi. Ti ricordi il giorno in cui sparì la carne dalla dispensa e il lenzuolo dal cassetto? Ci scommetto che nostro fratello ... ». «Don Bepi, siete stato voi? Dov'è la carne?», chiedono le due sorelle, irrompendo nello studio del parroco; questi strizza malizioso gli occhi e «osa» dire: «Mah! E se l'avesse portata via il gatto?».

Ma Rosa, pronta e battagliera, ribatte: «Andiamo, don Bepi! Il gatto non porta via anche la pentola. E oggi manca la carne con tutta la pentola».  «Allora ... quel gatto sarò io», ammette don Bepi, calmando la sorella col più dolce sorriso del mondo. «Ma sì, Rosa, ho dato la carne a un povero con tutta la pentola, altrimenti non sapevo dove mettergliela. Per il pranzo di oggi si rimedierà. Non c'è niente in casa?».

«Sì, che ce n'è ... tanto!», ironizza Rosa: «due uova e una mela!».

«Allora siamo ricchi!», ha la faccia tosta di rispondere don Bepi. «Le uova per voi e la mela per me. Ringraziamo la Provvidenza!». 

E pareva davvero felice come un re, il parroco di Salzano (o felice come un futuro papa?).

Parola di Dio: Gen 41,55-57; 42,5-7a.17-24a; Sal 32; Mt 10,1-7

 

Vangelo Mt 10, 1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino". Parola del Signore

 

“E, STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DI DIO E’ VICINO”. (Mt. 10,7)

Gesù, mandando i dodici in missione, vuol farci capire una cosa molto semplice: se tu hai trovato una cosa bella, l’unica maniera di gioirne appieno è di farne partecipi gli altri; e, ancora: se tu hai a cuore le prove, le difficoltà, la ricerca dell’uomo, tu ami quest’uomo non solo dicendogli: ”poverino!”, ma aiutandolo a trovare Colui che è il senso del suo gioire e del suo soffrire. Quanto è diverso il “modo missionario” di Gesù da certi “modi missionari” organizzati dalle chiese!

Gesù non bada che i dodici abbiano capito tutto. Non sono neppure ancora passati attraverso lo scandalo della croce, non sono neppure ancora arrivati ad affermare che Gesù è il Figlio di Dio, non sono teologi perfetti, non hanno fatto corsi di formazione missionaria, non hanno lauree universitarie né sono andati a corsi di dizione o di canto gregoriano per liturgie inappuntabili. Sono poveri perché non hanno nulla, ma sono poveri soprattutto perché non hanno nulla di proprio da portare agli altri e anche il loro messaggio è umile e rispettoso delle persone a cui è indirizzato: “Il Regno di Dio è vicino a voi”. Non sono mandati perché “venga la chiesa” ma perché “venga il tuo Regno”. Non hanno da dire: “Venite da me che ho la verità, che vengo a darvi il vero Dio. Venite da noi perché noi siamo i migliori”, ma semplicemente: “Guardate che Dio è già qui, sta operando in voi”.

 

 

GIOVEDI' 9  LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, DIO, DI OGNI TUA BONTA' E MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Quando amate non dite: "Dio è nel mio cuore". Piuttosto dite: "Io sono nel cuore di Dio". Non pensate di poter dirigere l'amore, perché se l'amore vi trova degni, sarà lui a dirigere il vostro cuore. (Gibran)

Saggezza popolare: Amico di buon tempo mutasi col vento. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Pio IX un giorno si trovò a passare davanti a una friggitoria. Il friggitore pensò di rivolgergli una supplica, e in romanesco gli disse: «Santo Padre, er municipio me vo' caccià de 'sta botteguccia in dove che guadambio er pane pe' me e li fiji mia ... Vi supplico, Santità, de da' ordine che .... ».  E il Papa ordinò:  «Costui frigga dove vuole, perché se no ... è fritto, poveretto!»

Parola di Dio: Gen 44,18-21; 23b-29; 45,1-5; Sal 104; Mt 10,7-15

 

Vangelo Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città. Parola del Signore

 

"GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE". ( Mt.10,8 )

L'uomo, molto spesso usa il possessivo: "Questo è mio, me lo sono guadagnato con la mia fatica; anche la vita è mia e me la gestisco come meglio credo.. tutto nel mondo è mio, esisto io, e tutto è incentrato su di me..." Gesù non elimina la nostra importanza, non se la prende direttamente neanche con le nostre proprietà, viene soltanto a ricordarci la realtà: la vita te la sei data da solo? Il fatto che tu abbia più o meno beni, dipende esclusivamente da te? Il tempo è poi proprio tutto tuo? La fede è frutto solo della tua volontà? Tutto quello che hai non ti è forse solo dato in amministrazione, e per gratuita benevolenza?"

Se capiamo questo diventiamo capaci di gratitudine, diventiamo non i possessori unici dei beni terreni, ma amministratori equi di beni comuni, diventiamo capaci, in altre parole, di amare e anche la fede non diventa più un possesso esclusivo ed esclusivista, ma un cammino da fare con umiltà con i fratelli, nelle mani di Dio.

 

 

VENERDI' 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SPIRITO DI DIO, COLMA I CUORI DEI TUOI DONI.

 

Hanno detto: Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile. (Woody Allen)

Saggezza popolare: Chi è più alto, è il bersaglio di tutti. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Il santo Curato d'Ars amava davvero la povertà. La sua canonica era poverissima: i rovi dalla finestra penetravano in cucina. Ma nel cortiletto interno del presbitero si prendeva il lusso di far crescere alcune piante di sambuco: «Un vero Bois de Boulogne!» diceva il curato, lieto e ironico. La sua bonomia tradiva uno spiccato umorismo. A questo prete così intimamente unito a Dio, piaceva sorridere, ridere e celiare. La gaiezza era uno dei suoi tratti salienti e la gente rimaneva stupita delle sue frasi ironiche, a momenti canzonatorie.

Parola di Dio: Gen 46,1-7.28-30; Sal 36; Mt 10,16-23

 

Vangelo Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Parola del Signore

 

“NON SIETE INFATTI VOI A PARLARE, MA E' LO SPIRITO DEL PADRE VOSTRO CHE PARLA IN VOI”. (Mt. 10,20)

Posso testimoniare, nella mia vita di prete, di aver fatto tante volte proprio questa esperienza. Quante volte mi sono sentito dire cose a cui non avevo mai pensato profondamente ma che in quel momento andavano proprio bene per la persona che avevo davanti. E quante volte mi sono sentito ricordare frasi dette che io neppur più ricordavo, accompagnate dalla frase: “Quelle parole erano proprio per me, mi servivano proprio in quel momento”. Altre volte l’ho sperimentato su di me: quella persona da cui non ti aspettavi proprio niente, ti ha detto quella parola, ti ha dato quella testimonianza di cui tu proprio in quel momento avevi bisogno. Lo Spirito Santo funziona, e funziona bene. Dio non ci lascia soli, si serve anche della nostra povertà, dei nostri errori per parlarci. Signore, fa’ che diventiamo mezzo per cui la tua parola giunga dove tu vuoi e lavaci le orecchie e purifica il cuore, perché oggi possiamo accogliere la tua parola.

 

 

SABATO 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO' CHE ABBIAMO E' TUO DONO, SIGNORE.

 

Hanno detto: La scienza delle scienze consiste nel vincere il peccato che è in noi e le passioni che agiscono in noi. Per questo, gli unici veramente saggi sono stati i santi. (Ivan di Crostadt,santo della Russia Ortodossa)

Saggezza popolare: Amicizia da bagno, dura pochi dì. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Mentre la beata Umiliana giaceva nel suo letto, dentro la sua cella, chiusa nella torre, ecco un bambino di quattro anni o poco meno, dal volto bellissimo. Giocava con impegno proprio nella sua cella davanti a lei. Quando lo vide provò una grande gioia e rivolgendogli la parola disse: O amore dolcissimo, o carissimo bambino, non sai fare altro che giocare? E il bambino con il suo sguardo tranquillo le rispose: Che altro volete che faccia? E la benedetta Umiliana umilmente disse: Voglio invece che tu mi dica qualcosa di bello su Dio. E il bambino disse: Credi che sia bene che uno parli di se stesso? E con queste parole disparve.(fra’ Vito da Cortona)

Parola di Dio: Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29

 

Vangelo Mt 19,27-29

Dal vangelo secondo Matteo

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Parola del Signore

 

“NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO”. (Mt. 19,27)

“Signore, io sono stato buono: mi sono trattenuto, non ho mandato a quel paese quel mio fratello che se lo meritava,  ho stretto i denti ed ho accettato quella malattia, sono venuto a fare l’ora di adorazione… che premio mi spetta?”. “Perché sei così ingiusto che permetti che ai lazzaroni vada sempre bene, mentre a me che ti servo ne capita una dopo l’altra?”

La mentalità del contabile, del ragioniere ci impedisce di vedere ciò che abbiamo. Non ci rendiamo più conto che per noi Gesù ha dato la sua vita, ci dimentichiamo che la vita è un dono, che Dio non ha debiti con noi mentre noi ne abbiamo accumulati parecchi con Lui, non comprendiamo la gioia del suo Regno, le possibilità di comunione che ci vengono dai Sacramenti, la bellezza di poter poco per volta imparare ad amare come Lui, l’essere per davvero Figli di Dio, e ci preoccupiamo per un piccolo premio o ci lamentiamo con Lui perché ci sembra che non sia troppo puntuale a pagarci?

Gesù non si tira indietro ci promette il centuplo ma se noi impariamo ad amare scopriamo che il centuplo ce lo ha già dato e ce lo dà continuamente con il dono di se stesso.

 

 

DOMENICA 12 LUGLIO: 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI I PASSI DI CHI NEL MONDO PORTA LA BUONA NOTIZIA.

 

Hanno detto: Porta con gioia la tua croce e quella porterà te. (Thomas Kempis)

Saggezza popolare: Il campanile non migliora la cornacchia. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Uno dei miei esempi preferiti è la famosa storia di Sydnei Harris, che ormai non c’è più. Accompagnando un amico all’edicola Harris notò che il giornalaio era apertamente imbronciato e astioso. Notò anche che il suo amico era gentile e cordiale verso quest'uomo. Allontanandosi, Harris domandò al suo amico: «È sempre così di cattivo umore quel tipo?». «Sì, purtroppo», rispose l'amico. Harris insistette: «E tu sei sempre così gentile con lui?».

«Sì, certo» rispose l'amico. Allora Harris pose la domanda che gli bruciava dentro fin dall'inizio: «Perché?».

L'amico di Harris si mise a pensare, come se la risposta fosse ovvia. «Perché», spiegò finalmente, «non voglio che lui o qualcun altro decida come mi devo comportare. Sono io a decidere come comportarmi. Sono uno che agisce, non che reagisce».  Sydney Harris se ne andò, pensando fra sé: «Ecco uno dei più importanti compiti da svolgere nella vita: agire, non reagire».

Parola di Dio: Am 7,12-15; Sal 84; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“GESU' CHIAMATI I DODICI COMINCIO' A MANDARLI”. (Mc. 6,7)

E bello stare con Gesù, fermarsi a pregare con lui e con gli amici, sentire il cuore riempirsi di gioia davanti alle sue parole... ma poi bisogna andare... E spesso non bisogna neanche fa­re tanti chilometri. Stai pregando e suona il campanello: E' qualcuno che ha bisogno di te, forse per una cosa che giudichi anche non importante. Esci dalla messa e incroci quella persona e ti verrebbe voglia di attraversare la strada facendo finta di non vederla... E’ bello stare con Gesù, ma bisogna anche andare. Lui non ha una dimora fissa e solo andando rischi veramente di incontrarlo di nuovo.

 

 

LUNEDI' 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', BENEDICI E GUIDA I NOSTRI AFFETTI.

 

Hanno detto: Certi uomini chiudono un occhio soltanto per poter mirare meglio. (Billy Wilder)

Saggezza popolare: Le novità duran tre dì, e quando van di trotto, se no non duran più d'otto. (prov. Toscano)

Un aneddoto: «Un mio amico è stato un insegnante per gran parte della sua vita. Una volta mi confidò di essere stato alcolizzato per vent'anni durante la sua carriera di insegnante. Per tutto questo tempo, mi raccontò, la sua famiglia e i suoi amici lo scusarono. Erano i classici “permissivi”, che gli permettevano di continuare a bere. Qualcun altro lo sostituiva quando era troppo ubriaco e così la sua auto-distruzione continuò. “Poi”, tirò quasi un sospiro di sollievo, “grazie a Dio qualcuno mi amò di un amore forte. Qualcuno mi amò abbastanza da affrontarmi. Si mise proprio davanti a me e promise che se non mi fossi fatto aiutare, l'avrebbe detto a tutti pur di farmi smettere. Disse che ero malato e che avevo bisogno di aiuto. Disse che mi amava troppo per assistere alla mia distruzione. Cambiai e mi misi a cercare aiuto”». (J. POWELL, Esercizi di felicità, Cantalupa, Effatà, 1995, 70)

Parola di Dio: Es 1,8-14,22; Sal 123; Mt 10,34 - 11,1

 

Vangelo Mt 10, 34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa". Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 

“CHI AMA IL PADRE O LA MADRE PIÙ DI ME, NON È DEGNO DI ME; CHI AMA IL FIGLIO O LA FIGLIA PIÙ DI ME NON È DEGNO DI ME”. (Mt. 10,37)

E’ una delle frasi più paradossali e più difficili di Gesù: può il Signore che ha voluto la famiglia, che benedice gli affetti, chiederci di amare Lui, la fede, al punto da passare sopra ai più elementari affetti umani? Ma non è Gesù stesso a mandare gli Apostoli ad annunciare la pace? Non ci parla Lui stesso di amare il prossimo? E il primo prossimo non sono proprio in primo luogo i nostri familiari? Penso che questa frase di Vangelo voglia da una parte ricordarci che Cristo non può essere messo a confronto, meno ancora condiviso con nessun altro bene, ma d’altra parte Gesù non è venuto a distruggere i vincoli sacri che legano i membri di una famiglia, tantomeno a mettere i suoi componenti gli uni contro gli altri. Quindi Gesù ci dice: se i due affetti fossero in contrasto devi scegliere decisamente Dio anche se questo comporta la croce, ma proprio perché scegli Dio amerai ancora di più, anche se in maniera diversa, i tuoi familiari.

 

 

MARTEDI' 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A VEDERE IL BENE.

 

Hanno detto: Con i "vorrei" non si e' mai fatto niente. Con i "proverò" si sono fatte grandi cose. Con i "voglio" si sono fatti miracoli. (Ravignan)

Saggezza popolare: La catena non teme il fumo. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Un tale aveva un campo e molti schiavi. Era così ricco che in una parte del campo piantò anche una vigna. Scelse dunque uno schiavo fedelissimo, che gli era molto caro e gli disse:- Io sto per partire: voglio che tu recinga con uno steccato questa vigna. Devi fare solo questo, per ottenere la libertà al mio ritorno. Il padrone partì. Il servo fedele recintò per bene con uno steccato tutta la vigna. Ma, fatto questo, vide che era tutta piena di erbacce. Disse perciò tra sé:- Il padrone mi ha comandato soltanto di mettere il recinto; ma io voglio che tutta la vigna sia bella! Incominciò dunque a vangare e a strappare tutta l’erba. Tornato, il padrone vide che la vigna era recinta, ma anche che era stata vangata e ordinata e provò grande gioia. Disse quindi al suo servo fedele:- Non solo ti dichiaro libero, ma anche mio socio, perché tu sai fare le cose con amore.  (da Il pastore, di Erma, similitudine 5).

Parola di Dio: Es 2,1-15; Sal 68; Mt 11,20-24

 

Vangelo Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! ". Parola del Signore

 

“GESÙ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTÀ NELLE QUALI AVEVA COMPIUTO IL MAGGIOR NUMERO DI MIRACOLI PERCHE' NON SI ERANO CONVERTITE”. (Mt. 11,20)

Se oggi Gesù dovesse mettersi a fare dei rimproveri per l’incredulità, penso ci saremmo noi occidentali in cima all’elenco delle persone beneficate che non si sono convertite, Infatti noi deriviamo da una cultura a sfondo cristiano, abbiamo avuto opportunità materiali e concrete di incontrare Gesù, di leggere la Bibbia, di fare il catechismo, di ricevere i sacramenti... In che misura rispondiamo? Se guardiamo nella globalità siamo una società “cristiana—atea praticante”; siamo coloro che hanno ricevuto l’insegnamento dell’amore e che con le leggi dell’economia soffochiamo i popoli della fame. Dio ci vuole bene e noi stentiamo ad essergliene grati. Facciamo però attenzione perché Gesù ci dice: “il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato ad un altro popolo che lo farà fruttificare.”.

 

 

MERCOLEDI' 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

TI BENEDICO, SIGNORE, TU SEI UNICO.

 

Hanno detto: Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente solo perché poteva fare troppo poco. (Edmund Burke)

Saggezza popolare: Chi cava e non mette, le possessioni si disfanno. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Un ragazzo aveva fatto una barchetta e mostrandola diceva: “È mia, l’ho fatta io”. Un giorno, tutto giubilante, portò la sua barchetta sulla riva del lago e la fece galleggiare nell’acqua limpida. Improvvisamente una raffica di vento investì la barchetta portandola lontano fino a farla scomparire completamente. Il ragazzo ritornò a casa tutto triste senza quel suo gran tesoro andato perduto. Passarono settimane e mesi. Poi un giorno il ragazzo, passando davanti ad un negozio di giocattoli, vide, incredibilmente, proprio la sua barchetta. Era proprio la sua. Pieno di gioia, il ragazzo entrò nel negozio come un razzo e raccontò al proprietario la storia della barchetta esposta: essa era veramente di sua proprietà, perché l’aveva fatta lui. “Mi dispiace - disse il proprietario del negozio - ma ora la barchetta è mia. Se la vuoi devi pagarla”. Rattristatosi, il ragazzo uscì dal negozio. Era deciso a riavere la sua barchetta, anche se ciò significava lavorare e risparmiare fino ad avere il denaro sufficiente. Finalmente quel giorno arrivò: con il denaro in mano entrò nel negozio, mise la somma guadagnata con tanta fatica sul bancone e disse, rivolgendosi al negoziante: “Sono tornato per comperare la barca; ora è mia”. E mentre usciva, continuava a dire felice: “Tu sei mia. Due volte mia. “Mia” perché ti ho fatta, “mia” perché ora ti ho comperata”. Dio, non solo ti ha creato, ma in Cristo egli ha inoltre pagato il prezzo per comprarti e farti nuovamente suo.

Parola di Dio: Es 3,1-6.9-12; Sal 102; Mt 11,25-27

 

Vangelo Mt 11, 25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". Parola del Signore

 

"TI BENEDICO, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA". (Mt. 11,25)

Gesù amava pregare. Spesso i vangeli ce lo presentano in luoghi ritirati per pregare il Padre o alla Sinagoga o al tempio per la preghiera comune. Matteo lo ritrae nel brano odierno in un momento di gioia e di confidenza che diventa preghiera. Gesù, quando prega, usa dei toni molto familiari con il Padre, la stessa conclusione di questa preghiera ci dice che Gesù e il Padre sono una cosa sola, ma in questo passo del Vangelo Egli utilizza anche  parole solenni rivolte al Padre: "Signore del cielo e della terra". Dunque, il Dio di Gesù e il nostro Dio è prima di tutto il Padre del cielo, il creatore Onnipotente, il Signore del mondo. Non c'è altro Dio che Lui. E' Lui che dirige questo immenso universo con i suoi miliardi di esseri, dagli atomi fino alle stelle. Tutto ciò che esiste gli è sottomesso nei cieli e sulla terra. Non c'è  che da rimanere stupiti, meravigliati, adoranti e il nostro balbettare davanti a questo Signore non può che diventare lode: "Ti lodo, o Signore del cielo e della terra". Ma l'obiettivo della lode e della riconoscenza va ancora oltre alle meraviglie del creato. E' ancora più grande vedere l'agire di questo Dio che ama manifestarsi, che si lascia catturare dalla sua creatura purché essa sia umile e piccola, come dire che l'Immenso può essere compreso solo dall'immensamente piccolo. E Gesù stesso è l'esempio di questo. Che cos'è un piccolo uomo, nato in un anno tra lo scorrere di migliaia di secoli, in un paesino sperduto di un Medio Oriente, che ama i poveri e finirà su una croce?

Eppure l'immenso, il creatore di tutto è lì. Ogni giorno mi meraviglio davanti a quelle piccole ostie, briciole di pane, tra le mani di un uomo peccatore, nella bocca e nel corpo di piccoli uomini: eppure Dio è lì. O mi faccio piccolo e lo accolgo o se presumo troppo sulla mia intelligenza non lo capirò mai.

 

 

GIOVEDI' 16 LUGLIO: Beata Vergine Maria del monte Carmelo

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE MI RIFUGIO: SALVAMI!

 

Hanno detto: Tutto è più semplice di quanto pensi ed allo stesso tempo più complesso di quanto immagini. (W. Goethe)

Saggezza popolare: A fare il vecchio si è sempre a tempo. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Un rabbino dopo aver passato la giornata a consultare i libri delle profezie, uscì di casa per fare una passeggiata. Camminando vide una guardia che passeggiava avanti e indietro davanti al cancello di una ricca casa. “Per chi cammini tu?” gli chiese il rabbino incuriosito. Il guardiano disse il nome del suo padrone, poi subito dopo chiese al rabbino: “E tu, per chi cammini?”. Questa domanda rimase impressa nel cuore del rabbino.

Parola di Dio: Es 3,13-20; Sal 104; Mt 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI RISTORERO’ ”. (Mt. 11,28)

Quanti motivi per essere “affaticati e oppressi”! Non solo la vita, specialmente quella odierna è una corsa continua che spesso ti lascia spossato, ma è sempre più facile essere angariati dai potenti, delusi dalle persone e dalle cose… perfino nella fede ci sono momenti di stanca in cui non sai più quale sia la strada. E’ soprattutto duro sopportare l’incertezza. Lo sa chi aspetta da parecchio tempo notizie di parenti o di amici che vivono lontano. E’ altrettanto duro quando si deve aspettare l’esito di un’analisi medica. Le preoccupazioni ci colpiscono così facilmente e a volte abbiamo anche a che fare con la paura vera e propria. Che cosa ci può meglio aiutare in queste  situazioni di paurosa attesa? La fiducia nel Signore e nella sua Parola. Lui solo può calmare i nostri cuori con il dono di se stesso e con le promesse che ci fa nella Bibbia. Se ci appoggiamo sulla dichiarazione del Signore che Egli vuol essere con noi ogni giorno e che non ci lascerà mai, né ci trascurerà, allora scompare la paura dell’ignoto che sta dinanzi a noi. Dobbiamo anche tener presente, per la fede, che Dio pensa solo a farci del bene, perché siamo i suoi figli. Perciò Egli terrà la sua mano protettrice su di noi.

 

 

VENERDI' 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO,SEI MISERICORDIA E PERDONO.

 

Hanno detto: Non criticare ciò che non puoi capire. (Bob Dylan)

Saggezza popolare: Il lupo sogna le pecore, e la volpe le galline. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Il 26 giugno 1988, pochi giorni prima di ricevere la porpora cardinalizia da parte di Giovanni Paolo II muore a Basilea il teologo Hurs von Balthasar: ecco due sue citazioni che ci fanno pensare. “La parte maggiore del violino è la scatola vuota, la parte più piccola sono le quattro corde, ma il vuoto è indispensabile per la pienezza del suono”. “Il disco più perfetto sul grammofono è quello che, quando lo si fa girare, non lo si sente più. Così è anche l’uomo più perfetto che non punta alla sua propria perfezione, bensì a quella della musica che deve riprodurre “

Parola di Dio: Es 11,10-12,14; Sal 115; Mt 12,1-8

 

Vangelo Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato ". Parola del Signore

 

“SE AVESTE CAPITO CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO, NON AVRESTE CONDANNATO PERSONE SENZA COLPA”. (Mt 12,7)

“Misericordia io voglio e non sacrificio” ci dice Gesù. Vale di più una Messa detta perché gli altri si convertano alla mia religione o un cattolico e un protestante che pur mantenendo il loro credo, solidarizzano, magari per aiutare un extracomunitario che ha una fede ancora diversa dalla loro? Vale di più allontanare definitivamente certe persone nel nome di un codice di diritto canonico, o cercare di comprendere il problema di chi ti sta davanti cercando di non spegnere quella “piccola fiammella esitante”? E in famiglia, vale di più la rottura per presunti motivi di intransigenza religiosa o la mitezza e la pazienza che prova ogni giorno a ricostruire valori comuni?

Sapete perché viviamo ancora in mezzo a queste intransigenze, legati a queste norme? Sia perché non abbiamo ancora scoperto Dio e la sua libertà, sia perché preferiamo ancorarci a ciò che conosciamo piuttosto di andare avanti.

 

 

SABATO 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

FA', O SIGNORE, CHE DIVENTIAMO SEGNI DELLA TUA MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Chi disprezza è sempre più vile del disprezzato. (Tommaseo)

Saggezza popolare: Difendere la propria colpa, è un'altra colpa.

Un aneddoto: Tra distrazioni e disattenzioni spesso è proprio in casa, tra persone care che ci si ascolta di meno. Un bambino, dopo una lezione scolastica sugli arabi ritorna a casa e chiede al padre che è presissimo con la lettura del solito quotidiano: "Papà ma l'Arabia dove si trova?"

E il padre con fare di chi non vuole essere distratto "Chiedilo alla mamma, è lei che mette in ordine la casa".

Parola di Dio: Es 12,37-42; Sal 135; Mt 12,14-21

 

Vangelo Mt 12, 14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Parola del Signore

 

“NON SPEGNERA' IL LUCIGNOLO FUMIGANTE”. (Mt. 12,20)

Quanto è facile stroncare un uomo, uccidere la speranza! Quanti ragazzi avrebbero voluto sentirsi dire dai genitori “Riprova ancora, nonostante  tutto lo sai che ci sono io e ti voglio bene” e invece sono stati delusi da un: “non vali proprio niente... sei sempre il solito.., lascia perdere, faccio io, tu non sei capace”. E anche nella confessione quante persone avrebbero capito la misericordia del Signore se invece di sentirsi tuonare addosso le fiamme dell’inferno, avessero trovato nel sacerdote l’invito all’impegno che nasce dal perdono di Dio paziente e misericordioso. Gesù non stroncava se non coloro che pensavano di essere già dei super—giusti. Gli è bastato uno sguardo e un invito all’amore per recuperare Pietro, gli basta un po’ di fede per operare miracoli.

 

 

DOMENICA 19 LUGLIO: 16 DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  B

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

A TE, SIGNORE, AFFIDO L'ANIMA MIA.

 

Hanno detto: Le difficoltà crescono man mano che ci si avvicina alla meta. (Goethe)

Saggezza popolare: Quando le scarpe del padre vanno bene al figlio, comanda chi può.

Un aneddoto: Gli amici sono le corde di una cetra che, se tutte intonate tra di loro, producono al tocco una musica piacevolissima... Neppure le ricchezze più vistose si possono paragonare ad una salda amicizia. Le stelle irradiano la luce all'intorno; gli amici, dove giungono, portano gioia e bene. E' meglio vivere nelle tenebre che mancare di amici... L'amicizia possiede anche la facoltà di ospitare nel nostro cuore la memoria degli assenti e ce li fa tanto desiderare da renderci vicini a loro e lontani da tutte le cose vicine. (San Giovanni Crisostomo)

Parola di Dio: Ger 23,1-6; Sal 22; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34

 

Vangelo Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

GESU’ VIDE MOLTA FOLLA E SI COMMOSSE PER LORO, PERCHE’ ERANO COME PECORE SENZA PASTORE, E SI MISE AD INSEGNARE LORO MOLTE COSE". (Mc. 6,34)

Gesù, commosso davanti alle povertà degli uomini dona la sua Parola perché liberi l’uomo dalla prigionia e lo apra alla luce. Quante sono infatti le povertà, le schiavitù, le tenebre di cui tutti un po’ soffriamo! E ci sono anche tanti modi di soffrirne. C’è ad esempio la povertà dell’intelletto: quante cose non sappiamo e quanti errori facciamo! C’è la povertà del cuore, quando viene a mancarci l’affetto o si è incapaci di donarlo. C’è la povertà morale causata dai nostri egoismi e peccati. Si può essere poveri di salute, poveri di coraggio, poveri economicamente. Anche se non siamo mai stati in prigione ci capita di sentirci prigionieri, incapaci di liberarci da certe situazioni, prigionieri di preconcetti, di chi ci impedisce una libertà di azione, prigionieri del vizio, dei nostri limiti, dei nostri errori. Altre volte ci troviamo incapaci a vedere la soluzione dei problemi, viviamo di paure per il nostro futuro. Sono queste esperienze di vita che riempiono di tristezza il cuore umano. E allora andiamo a cercare un consiglio, un aiuto, una parola che possa aiutarci a superare queste difficoltà; ma quando anche la troviamo, la parola umana riesce spesso soltanto a compatire, compiangere, solidarizzare, suggerire tentativi. E’ proprio qui che Gesù, commosso davanti alle nostre povertà ci regala la sua Parola, cioè se stesso. Se uno si fiderà di questa Parola, avrà motivo di poter combattere con essa la povertà, la prigionia, la cecità umana. Le risposte che questa Parola ci aiuta a dare non sono le risposte parziali  o immediate che spesso l’uomo cerca, ma sono la risposta definitiva ed eterna. Questa Parola, se noi la cerchiamo ed accettiamo è quella che fa nascere nel profondo del cuore la gioia di Dio, e questa nessuno può rapircela.

 

 

LUNEDI' 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA CROCE, GESU', CI SALVA.

 

Hanno detto:

Se digiuni due giorni non ti credere migliore di chi non ha digiunato. Tu digiuni e magari ti arrabbi, un altro mangia, ma forse pratica la dolcezza. (S. Girolamo)

Saggezza popolare: Comincia, che Dio provvede al resto.

Un aneddoto: Beata la famiglia il cui Dio è il Signore, e che cammina alla sua presenza.
Beata la famiglia fondata sull'amore e da esso fa scaturire parole, gesti, decisioni.
Beata la famiglia aperta alla vita, che accoglie i figli come un dono, valorizza gli anziani, aiuta poveri.

Beata la famiglia che prega insieme per lodare il Signore, per affidargli la propria vita.
Beata la famiglia che trova il tempo per dialogare e fare festa insieme.
Beata la famiglia dove regna la pace, e la porta nel mondo.
Beata la famiglia in cui vivere è gioia, allontanarsi è nostalgia, tornare è festa.

Parola di Dio: Es 14,15-18; Es 15,1-6; Mt 12,38-42

 

Vangelo Mt 12, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei lo interrogarono Gesù: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!". Parola del Signore

 

“MAESTRO, NOI VORREMMO CHE TU CI FACESSI UN SEGNO”. (Mt. 12,38)

Quando scribi e farisei chiedono a Gesù un segno, Egli aveva già compiuto molti miracoli. Ma davanti ai miracoli c’era chi aveva creduto e chi ancora di più aveva preso Gesù per un millantatore, per un impostore. La fede non si fonda sui miracoli ma sulla accettazione di una persona. I miracoli, al massimo, possono confermare la fede. Chiedono a Gesù dei segni ed Egli non dà altro segno che quello della sua croce. Oggi, spesso, la croce è diventato un segno abitudinario e ornamentale. Portiamo croci d’oro o di legno (a volte secondo la moda), spesso ci facciamo il segno di croce senza neppur pensare a che cosa significhi “segnarci” con la croce. Eppure la croce è anzitutto segno di sofferenza, di cattiveria, di morte, è una triste invenzione sadica degli uomini. In Gesù la croce diventa segno di amore sofferente donato. Per gli uomini è segno di salvezza: “Guarderanno a colui che hanno trafitto”. Segnarci con la croce significa adorare colui che ha dato la vita per noi, accettare di unire le nostre croci alla sua, riconoscere il nostro peccato che lo ha crocifisso e accettare con umile gioia il perdono che dalla croce Gesù ci ha donato. Non è allora tanto importante spargere in tutti i luoghi il segno esteriore della croce di Gesù (certamente può essere un forte richiamo) quanto manifestare nella nostra vita la salvezza che questa croce ci ha donato.

 

 

MARTEDI' 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, ACCOMPAGNACI NEL CAMMINO DELLA FEDE.

 

Saggezza popolare: Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura; nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità. (Sir. 11, 25)

Hanno detto: I ricchi sono alcolisti, i poveri ubriaconi. (P. G. Wodehouse)

Un aneddoto: Non restare a sospirare verso il cielo; impegnati e i tuoi amici si caricheranno della tua stressa virtù… E’ quando esce dalla chiesa che il cristiano entra veramente nella Chiesa, quando sta in famiglia, quando discute con gli amici, quando si trova in ufficio o in officina, quando lava la biancheria, quando aiuta i figlioli nei compiti a scuola, allora veramente il cristiano è membro della Chiesa. (Louis Evely)

Parola di Dio: Es 14,21-31; Es 15,8-17; Mt 12,46-50

 

Vangelo Mt 12, 46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre ". Parola del Signore

 

“CHI E' MIA MADRE, E CHI SONO I MIEI FRATELLI?”. (Mt. 12,48)

Gesù non è scortese nei confronti di sua madre o dei suoi parenti ma vuol farci capire che nel suo Regno non si entra per raccomandazioni, per privilegi, per parentele ma per fede personale. Maria, Giacomo, Giovanni partecipano a Gesù per fede, non perché parenti. E’ inutile dire: “lo sono cristiano perché la mia famiglia è cristiana, perché ho parenti preti e suore” ma “lo sono cristiano perché cerco di fare la volontà di Gesù”. Non saremo giudicati su come si sono comportati i nostri parenti, ma sul nostro comportamento, non conteranno le raccomandazioni, le “bustarelle”, gli inghippi diplomatici, conterà solo la nostra fede personale.

 

 

MERCOLEDI' 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU' RACCOGLI E ASCIUGA LE NOSTRE LACRIME.

 

Hanno detto: Semplifico sempre più e mi trovo meglio. (Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: Chi a molti dà terrore, di molti abbia timore. (prov. Toscano)

Un aneddoto: Bisogno sforzarsi di insegnare agli uomini stupiti che la felicità non consiste nel percorrere 200 Kilometri l’ora, nel librarsi nell’atmosfera su una macchina volante o nel solcare i mari, ma soprattutto nell’essere ricchi di un pensiero profondo, contenti del proprio lavoro e circondati da affetti. (J. Chardonne)

Parola di Dio: Ct 3,1 - 4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18

 

Vangelo Gv 20, 1. 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto". Parola del Signore

 

"MARIA STAVA ALL'ESTERNO DELLA TOMBA E PIANGEVA". (Gv.20,11)

Davanti alla morte di Gesù ci sono diversi aspetti del dolore e del pianto: da quello corredentore di Maria, la mamma di Gesù, a quello deluso degli Apostoli. C'è anche il dolore umano di questa donna, liberata da Gesù, che ha amato Gesù con tutta se stessa e che ora ha nel cuore tutta la sofferenza subita dal Maestro e anche tutto il vuoto della mancanza di questa persona cara. Tutto questo porta le lacrime e le lacrime non solo riempiono gli occhi, ma anche il cuore e impediscono di vedere e sommergono pure la speranza. Pare di vedere Maria, con gli occhi bassi, chiusa nel suo dolore. Se non ci fosse la voce del suo Signore che la chiama per nome, il cerchio del dolore e delle lacrime le impedirebbe di sperare. Il dolore purifica ma può chiudere in se stessi. Anche noi nei nostri dolori, se pur abbiamo occhi e cuore pieni di lacrime e di tristezza, lasciamo almeno aperte le orecchie per sentire la voce di Dio che chiamandoci per nome ci riapre alla speranza.

 

 

GIOVEDI' 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', FA CHE ASCOLTIAMO LA TUA VOCE.

 

Hanno detto: Le ore felici sono quelle in cui godiamo una piccola gioia inattesa. (Madame de Savigné)

Saggezza popolare: La felicità brucia il tempo, il dolore lo allunga.

Un aneddoto: E' difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi. (Lettera ai bambini di Gianni Rodari)

Parola di Dio: Gal 2,19-20; Sal 33; Gv 15,1-8

 

Vangelo  Gv 15,1-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“COME IL TRALCIO NON PUÒ FAR FRUTTO DA SE STESSO SE NON RIMANE NELLA VITE, COSÌ ANCHE VOI SE NON RIMANETE IN ME”. (GV. 15,4)

Con un po’ di fantasia, proviamo ad immaginarci un ramo di un bell’albero che un giorno dicesse: “Sono stufo di stare sempre qui, sempre lo stesso panorama! Voglio andarmene; il mondo è grande.. e decidesse di staccarsi dalla pianta. Cadrebbe a terra a pochi passi dalla pianta e comincerebbe a seccare. Eppure certi cristiani si comportano proprio così: “Il Vangelo e sempre uguale..., la Messa della domenica è un peso..., confessarsi è una cosa da Medioevo..., la Chiesa è vecchia... Voglio tentare lidi nuovi!” E magari si attaccano a esoterismi che non hanno senso e poco per volta recidono le proprie radici e la fede languisce, la linfa vitale non arriva più, ci si inaridisce e un bel giorno si arriva a dire: “Ho perso la fede!”. La fede non l’hai persa, l’hai fatta morire! “Rimanete in me” dice Gesù.

 

 

VENERDI' 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE TUE MANI E' IL NOSTRO BENE.

 

Hanno detto: Nella cura delle anime, occorrono una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Il savio è costante, ma non ostinato.

Un aneddoto: In una sola cellula del corpo umano sono contenuti, si calcola approssimativamente, 53 miliardi di molecole proteiche, 166 miliardi di molecole lipoidiche, 2.900 miliardi di "piccole molecole" (tra le quali i glicidi e vari altri composti) e 250.000 miliardi di molecole di acqua e in più gli acidi nucleici. Ora, o tutto questo immenso insieme di elementi si coordina e opera ordinatamente per "caso", oppure è frutto di un progetto di una Intelligenza (Dio). A noi sembra più logico - e ragionevole - pensare che il "caso" non coordina un bel niente. Dunque non resta che ammettere Dio. Dimenticavo: si calcola che in un corpo umano esistano circa 60.000 miliardi di cellule come quella sopra descritta. Si può parlare ancora di "caso"?

Parola di Dio: Es 20,1-17; Sal 18; Mt 13,18-23

 

Vangelo Mt 13, 18-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non da  frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi da  frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta". Parola del Signore

 

“IL SEME CADUTO NELLA TERRA BUONA E' COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA E LA COMPRENDE; QUESTI DA' FRUTTO E PRODUCE ORA IL CENTO, ORA IL SESSANTA, ORA IL TRENTA”. (Mt. 13,23)

Il seminatore non siamo noi. Lui semina dove vuole e sa quello che fa. Il seme non siamo noi: è Lui che ha in germe la pianta. L’unica cosa che noi possiamo e dobbiamo essere è “terra buona”. La terra buona accoglie, riceve dal seme, ma trasmette al seme. Non fa niente da sola ma si lascia fare dal seme, protegge e dona, e soprattutto si lascia trasformare. Non pensiamo di essere noi a salvarci o a salvare il mondo o di essere noi seme per altri, lasciamoci lavorare da Dio, lasciamoci trasformare: ci sembra di perdere ma guadagniamo.

 

 

SABATO 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU', SEI MITE ED UMILE DI CUORE.

 

Hanno detto: È molto meglio ciò che Dio manda che ciò che l'uomo domanda. (Sant' Antonio)

Saggezza popolare: Chi entra senza essere chiamato, non si lagni se viene congedato.

Un aneddoto: Dietro un 'immaginetta della Madohna, dimenticata in un santuarietto di montagna, ho trovato la "Preghiera dell 'accoglienza". Eccola: Signore, aiutami ad essere per tutti un amico, che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ride di grazia con gioia, Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura, a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera, ad offrire un'amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa, la tua pace, o Signore. Fa' che sia disponibile e accogliente soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, Signore della tenerezza.

Parola di Dio nella festa di San Giacomo: 2Cor. 4,7-15; Sal. 125; Mt. 20,20-28

 

Vangelo Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“CHI VORRA' DIVENTARE GRANDE TRA VOI SI FARA' VOSTRO SERVO,APPUNTO COME IL FIGLIO DELL’UOMO”. (Mt. 20,27—28)

Nella Chiesa ci sono molti compiti. Ad esempio chi è chiamato ad essere attento ai malati, chi è ministro di Eucaristia, chi è suora, chi prete, vescovo, papa... C’è il pericolo che questi ruoli siano considerati degli “onori”, dei posti di prestigio. Gesù invece parla unicamente di servizio. E ci dà il suo esempio: Lui, il Signore si è abbassato fino a noi, non ci fa pesare la sua grandezza, la sua potenza ma si avvicina con umiltà e bontà alle nostre ferite, ci lava i piedi, si carica sulle spalle le nostre croci, non punta il dito accusatore ma apre le braccia della misericordia. E dice a noi di fare lo stesso. Il più grande onore per un cristiano è di essere servo.

 

 

DOMENICA 26 LUGLIO: 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

NON HO NULLA, MA SE LO VUOI, PRENDI ME.

 

Hanno detto: Ho conosciuto il mare meditando su una goccia di rugiada. (Gibran)

Saggezza popolare: Chi crede facilmente attinge acqua col vaglio.

Un aneddoto: Il denaro non basta mai, ma quanto ne sprechiamo!

Il tempo non basta mai, ma quanto ci annoiamo!

La salute non basta mai, ma quanto ne abusiamo!

Gli amori non bastano mai, ma cosa ne sappiamo?

I problemi non finiscono mai, ma quanti ce ne inventiamo!

Perché non impariamo a disfarci di tutto quanto: è nella donazione ogni nostra vera ricchezza.

Parola di Dio: 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15

 

Vangelo Gv 6, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. Parola del Signore

 

“C'E' QUI UN RAGAZZO CHE HA CINQUE PANI E DUE PESCI; MA CHE COS’E' QUESTO PER TANTA GENTE?”. (Gv. 6,9)

La solita terribile preoccupazione: come fare ad aiutare quella persona? che cosa possiamo fare davanti alla violenza presente nel nostro mondo? che cosa abbiamo in concreto per poter far sì che oggi nel mondo non muoiano di fame e di stenti migliaia di persone?

Gli apostoli vorrebbero dare da mangiare alla folla, ma sono preoccupati dall’esiguità delle loro risorse: si possono sfamare cinquemila persone con cinque pani? La sana concretezza mi dice di no, anzi, il “buon senso” mi dice di non far vedere neppure quei cinque pani: c’è pericolo che la gente litighi, si accapigli per averne un pezzetto. Ma con Gesù le cose vanno in modo diverso. Lui ha bisogno di quei tuoi cinque pani, ha bisogno della tua generosità anche se impotente. Ricordo di aver incontrato un missionario ritornato per qualche mese dall’india per, come diceva lui, “andare a far le ferie in ospedale e riaggiustare qualche ossa”. Davanti ai racconti di povertà e sofferenza incontrati, gli chiedevo se non lo avesse mai preso la disperazione di riuscire a fare qualcosa. Con semplicità, mi rispose: “E se mi dispero, cambia qualcosa? io dico a Dio: le mie mani sono due e cerco di imprestartele, ma questi non sono solo miei fratelli, sono figli tuoi... e allora datti da fare”.

 

 

LUNEDI' 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

TO, SIGNORE, ABBASSI I POTENTI E INNALZI GLI UMILI.

 

Hanno detto: Il segreto del successo è la perseveranza verso lo scopo. (B. Disraeli)

Saggezza popolare: Chi è portato giù dall'acqua, s'attacca a ogni spino.

Un aneddoto: La lingua più parlata nel mondo è "a vanvera". Miliardi di parole, ogni giorno, ci investono, ci trafiggono, ci soffocano. Saper parlare è un gran dono. Perché l'uomo non dica troppi spropositi Dio gli ha donato dieci dita perché possa ricordare i suoi saggi consigli.
"Che la tua prima parola sia buona,
Che la tua seconda parola sia vera,
Che la tua terza parola sia giusta,
Che la tua quarta parola sia generosa,
Che la tua quinta parola sia coraggiosa,
Che la tua sesta parola sia tenera,
Che la tua settima parola sia consolante,
Che la tua ottava parola sia accogliente,
Che la tua nona parola sia rispettosa
E la tua decima parola sia saggia. Poi, taci!".

Parola di Dio: Es 32,15-24.30-34; Sal 105; Mt 13,31-35

 

Vangelo Mt 13, 31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un' altra parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami". Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Parola del Signore

 

"IL REGNO DEI CIELI SI PUO' PARAGONARE AD UN GRANELLINO DI SENAPA". (Mt. 13,31)

Lasciando da parte oggi il significato fondamentale di queste piccole parabole, mi soffermo con voi sul valore delle piccole cose che in esse ci viene insegnato.

Proviamo a partire proprio dalla realtà odierna. Ti è stato regalato un nuovo giorno. Che ne farai?

Se non farai il bene sarà un giorno perduto. Sarà un giorno di esistenza inutile. Inutile per te e per il mondo, e anche un'offesa a chi te lo ha regalato. Perché solo se farai il bene avrai senso tu e la tua vita, solo se fai il bene il mondo riceve qualche cosa, si arricchisce e solo se fai il bene realizzi il progetto di chi ti ha dato il tempo. Se ne userai  male sarà un vero e proprio tradimento, un po’ come se qualcuno ti avesse offerto del denaro e tu avessi acquistato un’arma contro di lui.

Abbiamo così pochi giorni e quanti ne abbiamo già sprecati della nostra vita, cerchiamo almeno di salvare oggi. Non lasciamo cadere questa giornata senza un gesto d’amore. Presto sarà notte e il tempo perduto non torna più. Non è il destino, ma siamo noi a dare un volto con le nostre azioni alla nostra vita. E, altra piccola ma importante cosa, il bene si può farlo come un dovere, con il muso lungo o anche giocando e sorridendo.

 

 

MARTEDI' 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

SIA FATTA LA TUA VOLONTA'.

 

Hanno detto: “I Santi, non tutti hanno cominciato bene, ma tutti hanno finito bene”. (Curato d'Ars).

Saggezza popolare: La maggior gloria del vincere è perdonare al vinto.

Un aneddoto: La gioia è contagiosa, proprio come il dolore. Ho un amico che irradia gioia, non perché la sua vita sia facile, ma perché egli è solito riconoscere la presenza di Dio in mezzo a ogni umana sofferenza, la propria come quella degli altri. Dovunque vada, chiunque incontri, è capace di vedere e udire qualcosa di positivo, qualcosa per cui essere grato. Non nega la grande sofferenza che lo circonda, né è cieco o sordo alle voci e ai sospiri di angoscia degli altri esseri umani, ma il suo spirito gravita verso la luce nelle tenebre, e verso la preghiera in mezzo alle grida di disperazione. Il suo sguardo è dolce e la sua voce è pacata. Non vi è nulla di sentimentale in lui. Egli è realistico ma la sua profonda fede gli consente di sapere che la speranza è più vera della disperazione, la fede più vera della sfiducia, e l’amore più vero della paura. È il suo realismo spirituale che lo rende un uomo così gioioso. (Henri J.M. NOUWEN, Vivere nello spirito, Brescia, Queriniana, 2003, 20).

Parola di Dio: Es 33,7-11; 34,5-9,28; Sal 102; Mt 13,36-43

 

Vangelo Mt 13, 36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! ". Parola del Signore

 

“SPIEGACI LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA NEL CAMPO”. (Mt. 13,36)

Gli apostoli hanno avuto (come noi) difficoltà nel comprendere la parabola del buon grano e della zizzania e chiedono spiegazione. Anche loro (come noi) sarebbero dell’idea di quei contadini: “Vuoi che andiamo a togliere la zizzania, a sradicarla?”. E’ la tentazione dell’azione; è l’ombra dell’uomo che vuole sorgere prima della luce. L’uomo è spinto all’azione per il prurito di sentirsi utile, di esser qualcuno: ha bisogno di fare del rumore, anche nel bene, ha bisogno comunque di fare qualcosa per dire: “Ci sono io”. “Vuoi che andiamo a togliere la zizzania?”, “Vuoi che comandiamo al fuoco di scendere dal cielo su di loro?, “Vuoi che adoperiamo la spada”, “Vuoi che accendiamo i roghi inquisitori?”, “Vuoi che li forziamo ad entrare?”.

Gesù risponde: “No!, lasciate”. Una risposta sorprendente. L’intenzione sembrava buona, in fondo erano erbacce e seminate dal nemico. Il Regno di Dio non è forse una vittoria sul male?

“Non preoccupatevi delle ombre della notte” sembra dirci il Signore, “quando il sole sorgerà nel suo mattino, ogni ombra sarà vinta e tutto sarà un trionfo di luce. Tutto, per ora ha una sua funzione: anche il male, anche l’opera del nemico. Il Regno di Dio non sta dunque nello sradicare, ma nel costruire. A voler togliere il male c’è il pericolo di perdere anche il bene.”. L’ultima lotta è contro la nostra tentazione di agire, a fare, a togliere, ad essere apostoli di una morale anziché di un fine, a far crescere in fretta gli uomini tirandoli per i capelli.

 

 

MERCOLEDI' 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

MOSTRAMI SIGNORE LA TUA VIA.

 

Hanno detto: La preghiera non è accendere una candela e lasciarla bruciare davanti al Signore, sperando che il fuoco ed il fumo commuovano il Signore. La vera preghiera è che io diventi una candela che si consuma lentamente davanti a lui sul lavoro, tra gli amici, nel silenzio. (Ernesto Olivero)

Saggezza popolare: Anche i migliori hanno bisogno di perdono.

Un aneddoto: Non esiste alcun teorema di matematica che neghi l'esistenza di Dio. Né esiste alcuna scoperta scientifica che neghi Dio. Pertanto, attraverso l'uso più rigoroso della Ragione, e lavorando nell'ipotesi che non esista il Trascendente, si arriva a un risultato chiarissimo: né la Logica Matematica né la Scienza permettono di concludere che Dio non esiste. Non è quindi corretto dire che l'Ateismo ha come fondamento le grandi conquiste della Logica Matematica e della Scienza". (Antonino Zichichi)

Parola di Dio: 1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Parola del Signore

 

“MARTA, MARTA, TU TI PREOCCUPI E TI AGITI PER MOLTE COSE, MA UNA SOLA E' LA COSA DI CUI C’È BISOGNO. MARIA SI E' SCELTA LA PARTE MIGLIORE, CHE NON LE SARA' TOLTA”. (Lc.10,38—42)

Eccoci davanti ad un’altra apparente contraddizione del . Vangelo. Gesù che invita spesso a fare: “Va e fa lo stesso”, “non chi dice Signore, Signore en­trerà nel. Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”, qui invece dice a Marta che la parte migliore è quella dell’ascolto. Viene da domandarsi: “Insomma, che cosa vuole il Signore?”

Ma per scoprire che cosa vuole bisogna fermarsi. Se non ti fermi, se non hai tempo di ascoltare, se continui ad essere esagitato e a impartire ordini, invece che riceverli da Lui, se ti ostini ad assumere iniziative a getto continuo e a organizzare festeggiamenti in suo onore, senza interpellare l’interessato, non comprenderai mai qual è, realmente, la volontà di Dio. A furia di correre per far piacere a Lui, senza fermarti per domandarti seriamente che cosa gli sia gradito, c’è il pericolo di scoprire alla fine che, in realtà cercavi qualcos’altro o qualcun altro. Chiediamoci: al centro della casa c'è il Signore o ci sono io?

 

 

GIOVEDI' 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

SULLA TUA PAROLA GETTERO' LE RETI.

 

Hanno detto: “Il miglior successo è conquistare se stesso”. (Trilussa).

Saggezza popolare: Acqua lontana non spegne il fuoco.

Un aneddoto: Ma non sapete quale è l’orario di Dio. Ecco come la pensavano gli “Abbas” del deserto: “Per tre ore al giorno Jahvè siede in tribunale a giudicare il mondo. Ma quando il male prevale sul bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono della misericordia”

Parola di Dio: Es 40,16-21.34-38; Sal 83; Mt 13,47-53

 

Vangelo Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì".Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E' SIMILE AD UNA RETE GETTATA NEL MARE, CHE RACCOGLIE OGNI GENERE DI PESCI... VERRANNO GLI ANGELI E SEPARERANNO I CATTIVI DAI BUONI”. (Mt. 13,47.49)

Nella parabola della rete vengono messe in evidenza due azioni distinte. La prima è la rete che raccoglie tutto e la seconda è la cernita. Lasciando a Dio questa seconda fase, fermiamoci un momento sulla prima. La rete va buttata. “Vi farò pescatori di uomini” aveva promesso Gesù agli apostoli. Un cristiano non è un buon discepolo se non butta la rete. Se la fede rimane nascosta non è fede, se la gioia del Vangelo non si comunica vuol dire che il Vangelo non è arrivato al cuore. E non bisogna scoraggiarci di gettarla anche se, almeno all’apparenza, sembra non prendere granché o raccogliere alghe e pietre. E poi bisogna raccogliere tutto. Dobbiamo soprattutto evitare di selezionare troppo, fare la cernita. Occorre piuttosto tirare a riva tutto ciò che c’è nella rete. Non sappiamo veramente ciò che arriverà sulla sponda dell’eternità e quali saranno i criteri adottati dagli angeli. Dobbiamo, perciò, stare attenti a non anticipare la cernita finale che implica una sapienza divina.

 

 

VENERDI' 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', VIENI A VIVERE CON ME.

 

Hanno detto: “La preghiera purifica l'animo, regola gli affetti, dirige le emozioni, corregge gli eccessi”. (San Bernardo).

Saggezza popolare: Il caritatevole dà alla porta, e Iddio mette dentro dalle finestre.

Un aneddoto: Un ricco e anziano signore lasciò una grossa somma di denaro ai poveri e a vari istituti di carità, ma preferì che quelle donazioni fossero anonime, come confidò a un amico, perché non si pensasse che l'avesse fatto per vanagloria. Il suo scopo era fare del bene mentre era ancora vivo. “Non mi piacerebbe essere conosciuto come l'uomo più ricco del cimitero!”, avrebbe esclamato.

Parola di Dio: Lv 23,1,4-11,15-16,27,34b-37; Sal 80; Mt 13,54-58

 

Vangelo Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. Parola del Signore

 

“E SI SCANDALIZZAVANO PER CAUSA SUA”. (Mt. 13,57)

Attenzione! Questa frase del Vangelo può scandalizzare anche noi. Gesù, il buono, il giusto può diventare pietra di scandalo per qualcuno? Siamo troppo abituati ad una figura sdolcinata di Gesù che se prendiamo sul serio certe pagine di Vangelo c’è da scandalizzarci. Eppure, il vecchio Simeone aveva già detto: “Egli è qui per la salvezza o la condanna di molti”. E Gesù non fa nulla per non scandalizzare: “Il Regno è dei piccoli”. “Quanto è difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli”. “Chi vuoi venire dietro di me, prenda la sua croce. Sembra proprio che Gesù sia venuto per scandalizzare le nostre idee preconcette su Dio e sul nostro modo di vivere e amare il prossimo. Non è un Dio facile né da capire, né da accettare, né da vivere. E’ Dio e basta!

Ma è solo lasciandoci scandalizzare da chi è più grande di noi, diverso da noi, che possiamo lasciarci portare là dove Lui vuole. Suggerisco a voi e a me un piccolo esercizio: proviamo a rileggere le pagine del Vangelo lasciando da parte i nostri preconcetti, proviamo a prenderle nella loro cruda durezza. Forse faranno un po’ male alla nostra pelle troppo delicata ma scopriremo un Gesù diverso, stimolo alla nostra fede!

     
     
 

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