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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

 

OTTOBRE 2013

 

MARTEDI’ 1 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI IL TUO SPIRITO PER FARE SCELTE IMPORTANTI.

 

Hanno detto: Nulla rende così amabili come il credersi amati. (Pierre de Marivaux)

Saggezza popolare: Non disprezzare il rozzo parlatore. Ascolta le parole che provengono dal cuore.

Un aneddoto: Una volta Massimo d'Azeglio disse a don Bosco che era tempo di finirla di far recitare ogni giorno il Rosario ai suoi ragazzi e ai suoi educatori: non ci tengo affatto, sa, a questa anticaglia di cinquanta Ave Maria infilzate! E una pratica noiosa e del tutto inefficace per l'educazione. Io ci sto molto, invece, a tale pratica rispose il Santo e su di essa potrei dire che è fondata la mia istituzione: sarei disposto a lasciare piuttosto tante altre cose ben più importanti, ma non questa. Aggiunse poi. Se anche facesse d'uopo, rinunzierei alla sua preziosa amicizia, ma non mai alla recita del S. Rosario! Il biografo del Santo conclude: «Trovato don Bosco irremovibile nel suo principio, il nobiluomo se ne partì, e da quel giorno non ebbe più alcuna relazione con lui».  

Parola di Dio: Zc. 8,20-23; Sal. 86; Lc.9,51-56

 

Vangelo Lc.9,51-56

Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

“MENTRE STAVANO COMPIENDOSI I GIORNI IN CUI SAREBBE STATO TOLTO DAL MONDO, GESÙ SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME”. (Lc. 9,51)

Gesù è un uomo deciso. Le sue scelte sono la volontà di Dio e l’amore per gli uomini. Sa che questo gli costerà caro ma lo accetta con decisione. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare dall’incertezza, dal timore di comprometterci, di rischiare, dalla paura... di aver coraggio. Magari abbiamo la velleità di certe scelte, compiamo qualche tentativo, ci buttiamo ma con il salvagente. Gesù ama le persone decise, non quelle fanatiche, intransigenti ma coloro che sono pronti a rischiare, a rompere con il passato, a giocare la propria vita per Lui. Non ci offre garanzie di beni, di successo, ci offre unicamente la sua persona. Oggi ricordiamo la bellissima figura di S. Teresina. Questa ragazza ha scelto decisamente Gesù e altrettanto decisamente Gesù le ha. riempito il cuore di se stesso.

 

 

MERCOLEDI’ 2 OTTOBRE: Santi Angeli custodi.

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELO DI DIO, ILLUMINA, CUSTODISCI, REGGI E GOVERNA A ME CHE TI FUI AFFIDATO DALLA PIETA’ CELESTE.

 

Hanno detto: I difetti dello spirito si aggravano, invecchiando, come quelli del volto. (F. de La Rochefoucauld )

Saggezza popolare: Acqua che non devi bere, lasciala scorrere.

Un aneddoto: Nel 1214 S. Domenico si trovava nel mezzogiorno della Francia circondato e sopraffatto dall'eresia. Era solo; e sentiva tutta la sua impotenza. E tali furono i suoi gemiti e lacrime e tali le sue penitenze per placare l'ira di Dio, che svenne. Gli apparve allora la Vergine, accompagnata da tre figure meravigliose di sante, e gli disse: Domenico mio, sai tu di quale strumento si servì la SS. Trinità per restaurare il mondo? Signora mia rispose il santo, Voi lo sapete meglio di me: siete Voi, Voi col Figlio divino, il «mezzo» col quale Dio operò la salvezza del mondo. Allora, se tu vuoi conquistare a Dio i cuori più induriti, va' e predica il mio Salterio. Il Santo andò a Tolosa a predicare il Salterio di Maria (che poi fu chiamato Rosario). All'inizio della predicazione, ecco scatenarsi un terribile uragano, sì che tutti n'ebbero spavento. Apparve allora la Vergine, nel cielo, in atto di alzare per tre volte le braccia in alto, a chiedere a Dio misericordia. Fu quello un segno di Dio per dare più vigore alla prima predicazione del Rosario.

Parola di Dio: Es. 23,20-23; Sal. 90; Mt 18,1-5.10

 

Vangelo Mt 18, 1-5.10

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli". Parola del Signore

 

“I LORO ANGELI NEL CIELO VEDONO SEMPRE LA FACCIA DEL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI”. (Mt. 18,10)

La devozione all’angelo custode non è soltanto una “pia pratica” per tener buoni i bambini. Di angeli ci parla la Bibbia e Gesù, nel vangelo di oggi, ci ricorda che i nostri angeli vedono il volto di Dio. A me piace invocare l’angelo custode in questo senso. Lui ha ricevuto da Dio un incarico nei miei confronti. Lui conosce il mio agire, ma nello stesso tempo lui vede il volto di Dio, conosce la sua volontà su di me. E allora, lo prego più o meno così: “Tu che vedi continuamente Dio, lodalo per me. Io, oggi, avrà tante cose da fare, non potrò sempre ricordarmi di Lui, tu però portami continuamente alla sua presenza. Tu, in Dio, sai qual è il suo progetto su di me, aiutami a capirlo e a rendermi disponibile ad accogliere le sue grazie. Tu conosci le mie debolezze, fa’ che abbia la capacità di affrontarle. Prendimi per mano e fa che con te, spirito amato, anch’io possa arrivare a vedere e lodare Dio per l’eternità”.

 

 

GIOVEDI’ 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

TI PREGO, SIGNORE, PER TUTTI QUEI  CRISTIANI CHE OGGI SUBISCONO MARTIRIO.

 

Hanno detto: Si passa la vita a dire addio a coloro che se ne vanno, fino al giorno in cui si dice addio a coloro che restano. (Vera Talleyrand)

Saggezza popolare: Anche se una scimmia si veste di seta, scimmia rimane.

Un aneddoto: Nel luglio 1941, un crocchio di militari giunse al Celebre Santuario della Madonna della Salette.. Uno è il tenente Mauduit, ufficiale della Legione Straniera, fuggito da una tradotta militare mentre i tedeschi lo   trasportavano al porto d'imbarco per portarlo in Siria a combattere gli inglesi. Il secondo e il terzo sono due inglesi della Intelligence Service, il servizio segreto di spionaggio. Si chiamano John Smith ed Eric Payne. Il quarto è  Darreberg, di ritorno da una missione di sabotaggio in Italia. Entrati nel santuario, tutti e quattro fanno la Comunione con una pietà edificante. Usciti di Chiesa Darreberg tiene in inglese ai due amici un racconto minuzioso delle apparizioni della Madonna. I due commossi, punteggiarono il racconto di Darreberg con molti «well», bene. In seguito John Smith, infiltratosi in Italia in missione segreta, viene catturato nel febbraio dell'anno seguente e fucilato due mesi dopo, nell'aprile del 1942. Prima di essere fucilato chiede due cose che gli sono accordate: il permesso di scrivere a casa sua e quello di poter conservare, all'atto della fucilazione, il rosario che aveva portato da La Salette. Eravamo molto commossi l'ultima notte, scrive il cappellano delle carceri. Insieme recitammo il Rosario. A ogni decina John parlava della Madonna. Alle tre del mattino io celebrai la Santa Messa. Me la servì come un esemplare chierichetto e fece la Comunione. Dopo un breve ringraziamento strinse a tutti la mano, poi disse: "Tra pochi minuti io incontrerò la Santa Vergine mi dirà, Hallo, John". Alle quattro del mattino venne fucilato, non volle che gli bendassero gli occhi. Teneva il rosario in mano.

Parola di Dio: Ne. 8,1-4.6-7.12; Sal. 18; Lc. 10,1-12

 

Vangelo Lc 10, 1-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città ". Parola del Signore

 

“ANDATE: ECCO IO VI MANDO COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI”. (Lc. 10,3)

Come Luca, anche noi sentiamo oggi questo imperativo di Gesù: “Andate!”. E’ un comando che noi spesso cerchiamo di cambiare in “state”: troviamoci in Chiesa per la messa, troviamoci in parrocchia per parlare, leggiamo como­damente in poltrona di discussioni di Chiesa... Andate, ci dice Gesù e non ci nasconde neppure le difficoltà: non è semplice vivere da agnelli in mezzo ai lupi. Se vuoi essere cristiano, onesto nel tuo posto di lavoro, qualche zampata stai sicuro che la prenderai, se testimonierai, magari con fatica, di essere capace di perdono, sarai magari ancora preso in giro ma sarai uscito dalla chiesuola ammuffita di un cristianesimo borghese e inconcludente e ti si apriranno sempre orizzonti nuovi che facendoti cittadino del mondo, ti faranno anche e soprattutto cittadino del Regno di Dio.

 

 

VENERDI’ 4 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.  

Una scheggia di preghiera:

 

SAN FRANCESCO, AIUTACI A TORNARE ALL’ESSENZIALE.

 

Hanno detto: La coscienza è la presenza di Dio nell'uomo. (Emanuel Swedenborg)

Saggezza popolare: L’albero che è nato storto non raddrizzerà mai il tronco

Un aneddoto: Con l'arma del Rosario, S. Domenico girava instancabilmente, predicando come un serafino, fondando nuovi conventi, attirando tante anime sui passi del Signore. Ma si avvicinava anche per lui la meta. Stava portando avanti una grandiosa missione nel Veneto e nelle Marche. Le forze cominciarono a venirgli meno. Si sentiva mancare. Volle trascinarsi fino a Bologna per morire in mezzo ai suoi figli. Ai frati sconvolti e abbattuti egli ripeteva con paterna confidenza che non solo non li avrebbe mai abbandonati, ma che sarebbe stato loro più utile da morto che da vivo. Complicazioni gravissime fecero precipitare ogni resistenza del suo corpo. Era la sera del 6 agosto 1221; S. Domenico non cessava di pregare recitando soprattutto l'Ave Maria, e «si addormentò nel Signore stringendo tra le mani una cordicella annodata con la quale era solito contare mille Ave Maria ogni giorno».

Parola di Dio: Gal. 6,14-18; Sal. 15; Mt. 11,25-30

 

1^ Lettura Gal 6, 14-18

Dalla lettera di San Paolo ai Galati

Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen. Parola di Dio

 

“QUANTO A ME NON CI SIA ALTRO VANTO CHE NELLA CROCE DEL SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO”. (Gal. 6,14)

Mi sono sempre chiesto se su questa terra si possa davvero essere felici. Qualche volta sembra che la cosa sia possibile, altre volte pare di concludere che la felicità non sia di questo mondo. Credo però che questo non saper rispondere sia dovuto soprattutto al fatto che non abbiamo chiaro che cosa sia la felicità. Se per noi felicità è assenza di ogni male, anche il più ‘fortunato’ su questa terra incontra quotidianamente avversità, incomprensioni, difficoltà, malattia, morte…Se felicità è gioire e godere delle cose, degli affetti, delle persone, capita a tutti di fare esperienza che, ad esempio, la natura meravigliosa può essere altrettanto terribile, che gli affetti possono essere distrutti in mille modi diversi… Eppure ti capita di incocciare nella vita alcune persone che sembrano veramente felici, non dico i mattacchioni, gli incoscienti, gli sbandieratori di sorrisi per mestiere o per etichetta, ma persone tipo San Francesco, tipo qualche suora di clausura o qualche uomo di fede profonda. Non sono esenti dal male: pensate anche solo a Francesco: non era bello, era piccolo di statura e cagionevole di salute, aveva il ‘bel dono delle stimmate’ che lo facevano soffrire, nella sua vita ha provato che cosa volesse dire il tradimento dei propri ideali, l’abbandono dei propri cari e il silenzio di Dio, eppure questo “pazzerello di Dio” emanava, pur nelle lacrime, un senso di serenità che conquistava e conquista ancor oggi migliaia di persone… Per lui come per tutti gli altri santi aureolati o no la felicità era ed è la serenità di sapersi nelle mani di Dio; il gioire, il combattere, il soffrire, ma nelle mani di Dio… Forse noi non raggiungiamo la felicità perché l’abbassiamo semplicemente al tempo e alle cose dimenticando che “il nostro cuore non può essere felice finché non riposa in Lui”.

 

 

SABATO 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIO NOME SIA SCRITTO NEL TUO CUORE, SIGNORE GESU’.

 

Hanno detto: Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente solo perché poteva fare troppo poco. (Edmund Burke)

Saggezza popolare: Chi mangia da solo è anche solo a sopportare la sventura. (Saggezza Indiana)

Un aneddoto: Una volta apparve S. Nicola in visione a un frate domenicano turbato da molte preoccupazioni e gli disse con grande amabilità di non turbarsi affatto né per sé né per l'Ordine, perché «la nostra Madonna ha cura di voi». Raccontano le cronache dei primi frati, che una volta la Madonna assistette una comunità senza priore, facendo le veci del priore. E un'altra volta fu vista la Madonna servire lei stessa i frati a tavola «apponendo a ciascuno di loro la propria porzione». A sera, dopo Compieta, i frati non potevano chiudere la giornata senza affidarsi ancora alla Madonna con la recita corale della Salve Regina, preghiera molto efficace contro le insidie e gli assalti diabolici. La Salve Regina si recitava in processione verso l'altare della Madonna, e ci fu chi in visione contemplò la Vergine Santa discendere dal cielo sull'altare con moltissimi Angeli, e quando i frati dicevano le parole «O dolce vergine Maria», la Madonna li benediceva tutti maternamente.

Parola di Dio: Bar. 4,5-12.27-29; Sal. 68; Lc. 10,17-24

 

Vangelo Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome". Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli". In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono ". Parola del Signore

 

“SIGNORE, ANCHE I DEMONI SI SOTTOMETTONO A NOI NEL TUO NOME”. (Lc. 10,17)

Questa espressione meravigliata e gioiosa degli apostoli che, tornando dalla missione, si comunicano i risultati positivi mi fa venire in mente due eccessi in cui spesso noi cristiani cadiamo: o, per un ritegno esagerato stentiamo a comunicare quelle che possono essere le nostre esperienze spirituali, oppure, chiacchieroni un po’ esaltati, di ogni minima cosa facciamo un castello che spesso più che mettere in evidenza l’esperienza di Dio nella nostra vita, mette in evidenza noi stessi e la nostra presunzione di avere un filo diretto con Dio. Conosco persone che appena appena cerchi di renderti disponibile all’ascolto ti subissano delle loro “esperienze” facendole diventare metro per giudicare la bontà delle persone e altri che, pur avendo avuto motivo di glorificare Dio nella propria vita e di testimoniarlo, quasi per paura di non essere capiti, tacciono e si chiudono in se stessi. Per cercare di essere equilibrati teniamo conto di alcune semplici osservazioni che ricaviamo dalla Scrittura. Prima di tutto, Dio ci vuole talmente bene che usa con ciascuno il linguaggio adatto per comunicare, quindi non stupiamoci se qualcuno ha dei segni che corrispondono alle caratteristiche più accentuate di se stesso, ma andiamoci piano a pretendere che siano dei segni universali adatti per tutti. Secondo, ci sono dei segni che in certi momenti possono cessare, ma non per questo deve cessare la fede. Se il dono ricevuto, l’esperienza fatta, può aiutare il mio fratello perché tacerla?  Ma un’esperienza che anche indirettamente possa offendere il fratello, gli renda il cammino difficile, non dia gioia, è meglio tenersela per se stessi. Se Gesù dice che la nostra fede dobbiamo “gridarla dai tetti” è però sempre molto rispettoso delle persone e il suo modo di presentarsi è sempre propositivo e mai impositivo. Come accogliere, poi, coloro che ci “portano buone notizie della fede”? Direi che il primo atteggiamento è quello di accogliere e di gioire per tutto quello che è buono, che può essere stato dono per un altro, che manifesta la bontà e la misericordia di Dio ed è anche quello di lodare Dio per la sua opera ed aiutare chi ci parla  a superare il personalismo per arrivare al dono, proprio come ci ha insegnato Gesù nel Vangelo di oggi: “Non rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi, rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

 

 

DOMENICA 6 OTTOBRE: 27^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

AUMENTA LA NOSTRA FEDE.

 

Hanno detto: Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte. (Kahlil Gibran)

Saggezza popolare: La civiltà moderna è la moltiplicazione infinita di necessità non necessarie.

Un aneddoto: Al Capitolo Generale dei Missionari della Consolata che chiedevano a Madre Teresa di Calcutta: È vero che le sue suore pregano quattro ore al giorno? Sì, rispondeva, cominciano alle quattro e mezzo del mattino. E quando sono per strada sgranano continuamente il Rosario.

Parola di Dio: Ab1,2-3;2,2-4; Sal. 94; 2Tim. 1,6-8.13-14; Lc. 17,5-10

 

Vangelo Lc 17, 5-10

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Parola del Signore

 

“GLI APOSTOLI DISSERO AL SIGNORE: “AUMENTA LA NOSTRA FEDE “. (Lc. 17,5)

Pensate! Questo grido/preghiera è fatto a Gesù non da persone lontane ed a Lui estranee, ma dai suoi discepoli! Da tanto tempo essi conoscono Gesù, addirittura vivono insieme a Lui, eppure sentono di non aver fede sufficiente... Mi viene in mente tanta gente che va raramente a Messa, non si confessa da anni, non legge mai il Vangelo, non si ricorda i dieci comandamenti....eppure dice che “ci crede”.... Ah sì, ci sono tanti modi di “aver Fede”! Tanti pensano (facciamo l’esame di coscienza anche per noi...) che “aver Fede” voglia dire “conoscere” qualche cosa della vita di Gesù, pregarlo quando si ha bisogno: a mio parere, chi pensa così, ha solo una “Fede di pensiero”, una Fede di Idee, e tutti sanno che “tra il dire e il fare... c’è di mezzo il mare”. Amici, ripetiamo anche noi a Gesù più e più volte al giorno questa preghiera: “Aumenta la nostra Fede”!

Senza accorgerci, faremo ogni volta una preghiera vera e sincera: e Gesù ci ascolterà, perché l’ ha promesso: “Chiedete ed otterrete”... Vorrei suggerire anche a voi una mia scoperta: alcune volte, meditando il Vangelo o le preghiere della Messa, scopro idee, pensieri, cose belle su Dio , sull’amore al prossimo, sulla vita umana.... ma poi raramente riesco a viverle bene e sempre. Allora ho imparato, quando mi viene qualche bel pensiero, a pregare: “Signore, questa cosa bella che ho scoperto, aiutami TU a viverla, perché io, da solo, non sono capace!” Non è un bel modo di chiederGli di aumentare la Fede?

 

 

LUNEDI’ 7 OTTOBRE: Beata Vergine del Santo Rosario.

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso

Una scheggia di preghiera:

 

PREGA CON NOI E PER NOI, MARIA.

 

Hanno detto: Il bisogno di leggere è, prima di tutto, il bisogno di stare con se stessi. (Carlo Bo) 

Saggezza popolare: Fa più danno l'apprensione che il malanno.

Un aneddoto: Il Beato Angelico, giovane frate, ritornava una sera al convento, recitando il Rosario. Attraversava la campagna. Gli apparve la Regina del Cielo; tanti Angeli le stavano vicino, cantando ed intrecciando una corona di rose. Il frate interruppe la recita del Rosario per contemplare quella scena di Paradiso. Gli Angeli interruppero pure il canto e lasciarono incompiuta la corona di rose. Sorpreso, il Beato Angelico ripigliò la preghiera e gli Angeli ricominciarono a cantare; ad ogni Ave Maria, una nuova rosa veniva inserita nella corona. Terminato il Rosario, il serto di rose fu presentato dagli Angeli a Maria. Il frate non dimenticò più la visione. Si sforzò di riprodurla in pittura. Trascorse la vita nella preghiera e nel lavoro, lasciando una grande quantità di quadri, rappresentanti la Madonna e gli Angeli. Negli ultimi istanti della vita, mirò a lungo in alto, quasi trasfigurandosi in viso per l'emozione; poi esclamò: La Madonna è molto più bella di quanto io l'abbia dipinta! E spirò.

Parola di Dio: At. 1,12-14; Cant. Da Lc,1,46-55; Lc. 1,26-38

 

1^ Lettura At 1, 12-14

Dagli atti degli Apostoli

(Dopo che Gesù fu assunto in cielo,) i discepoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. Parola di Dio

 

ERANO ASSIDUI E CONCORDI NELLA PREGHIERA CON MARIA, LA MADRE DI GESÙ." (At. 1,14)

Questo brano è l'ultima citazione che troviamo del nome di Maria nel nuovo Testamento. Maria, affidata alla Chiesa da Gesù sulla Croce vive nella Chiesa. Non sappiamo nulla di storico circa la sua vita dopo la risurrezione di Gesù se non questa realtà: Maria con gli Apostoli prega e rimane attenta a tutti quelli che sono i problemi della Chiesa primitiva. Anche oggi Maria ama intensamente la Chiesa, soffre dei suoi problemi, intercede presso suo Figlio, continua a invocare lo Spirito Santo perché gli uomini figli di Dio ed ora anche suoi figli possano rispecchiare il volto di Gesù. Maria non ci lascia soli. E’ Colei che per prima ha realizzato il vero modello di credente e di cristiano interceda per noi la grazia di poterla imitare e di poter per mano a Lei, nostra Madre giungere là dove il Signore vuole per ciascuno di noi in questa vita e soprattutto arrivare alla visione di Dio con Lei nell'eternità.

 

 

MARTEDI’ 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA BONTA’ CANCELLA IL MIO PECCATO.

 

Hanno detto: Compi ogni azione come fosse l'ultima della tua vita. (Marco Aurelio)

Saggezza popolare: Con le mani di un'altro è facile toccare il fuoco.

Un aneddoto: Nella tredicesima apparizione di Lourdes, 1 marzo 1858, andando alla grotta, Paolina Sens (una giovane sarta di Lourdes, di gran virtù) pregò Bernardetta di recitare il Rosario davanti alla Madonna con la sua corona. Bernardetta accondiscese, «ma, come ella stessa racconta, verso la fine dell'apparizione la Dama mi domandò dove avevo a mia corona. Risposi che l'avevo in tasca, la cavai e la mostrai, sollevandola. La Dama soggiunse: Servitevi di quella!». Così fece in appresso e non cedette a nessuno la sua corona, nemmeno quando un Vescovo gliela volle cambiare con una di oro. La corona del Rosario è il dolce vincolo, che ci lega a Maria è il fido pegno della sua protezione, è arma del a vittoria.

Parola di Dio: Gn. 3,1-10; Sal. 129; Lc. 10,38-42

 

1^ Lettura Gn 3, 1-10

Dal libro della Genesi

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?».Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Parola di Dio

 

“E IL SERPENTE DISSE ALLA DONNA: “E’ VERO CHE DIO HA DETTO: NON DOVETE MANGIARE DI NESSUN ALBERO DEL GIARDINO?” (Gn. 3,1)

Il brano della Genesi che leggiamo oggi racconta il peccato originale. Originale in quanto è lo schema, il paradigma di ogni peccato. Vedete un po’ se tutti i nostri peccati non sono così:

1) C’è una potenza ostile a Dio, il diavolo che ci tenta per dividerci da Lui.

2) Si serve del dubbio, della menzogna: ci porta a travisare la realtà, ci fa vedere Dio non come Padre, ma come padrone.

3) Camuffa da libertà, da gioia in una cosa negativa.

4) Il peccato non riguarda mai solo noi stessi, coinvolge altri.

5) Il frutto del peccato è accorgerci della tristezza, del dubbio, della nudità che porta.

6) Si cercano le scuse per nasconderlo.

7) L’uomo da solo, dopo il peccato, non può più niente.

 

Ringraziamo Dio che ha mandato Gesù suo Figlio che, facendosi Lui peccato, lo ha ucciso e lavato nella Croce. E’ solo grazie a Lui che noi possiamo essere perdonati.

 

 

MERCOLEDI’ 9 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

QUELLO CHE E’ MALE AI TUOI OCCHI, IO L’HO FATTO.

 

Hanno detto:

Come una candela ne accende un'altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori. (Lev Tolstoi)

Saggezza popolare: Con bocca e lingua castigate, molte pene avrai risparmiate.

Un aneddoto: Una volta un mercante, andò a salutare San Francesco Saverio prima di imbarcarsi e gli chiese un piccolo ricordo da portare sempre con sé. Insistette molto e il santo, per accontentarlo, si tolse dal collo la corona del Rosario e gliela diede dicendogli: Custoditela devotamente e voi non morirete in mare. Durante la traversata, infatti, una bufera spaventosa sfasciò la nave. Tutti perirono. Solo quel mercante, perduta la conoscenza si vide in compagnia di S. Francesco Saverio e, quando riprese i sensi, si trovò sano e salvo sulla spiaggia.

Parola di Dio: Gn. 4,1-11; Sal. 85; Lc. 11,1-4

 

1^ Lettura Gn. 4,1-11

Dal libro della Genesi

Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore;anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Parola di Dio

 

“IL PECCATO E’ ACCOVACCIATO ALLA TUA PORTA; VERSO DI TE E’ IL SUO ISTINTO, MA TU DOMINALO”. (Gn. 4,7)

Molte volte ci capita che, quando ascoltiamo una bella predica, l’apprezziamo perché la troviamo particolarmente adatta per la persona che siede vicino a noi... quando sentiamo parlare del peccato che regna nel mondo, ci sentiamo perfettamente concordi perché vediamo tanti peccatori e peccatrici intorno a noi! Questo comportamento è del tutto naturale, perché “il peccato che abita in noi” non vuole essere smascherato, anzi si circonda di un’aureola di perbenismo in modo tale che ci sentiamo sempre a posto e che ad essere in difetto sono sempre gli altri. Finché questo comportamento resisterà, il peccato continuerà ad abitare in noi. Il ravvedimento, al quale Gesù c’invita, e che costituisce una tappa indispensabile verso la salvezza, è l’atto che ci porta a confessare: “Io ho peccato contro Dio”.

 

 

GIOVEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, HO BISOGNO DI TE.

 

Hanno detto: Come gli amici adulando pervertono, così i nemici con i rimproveri molte volte correggono. (Sant'Agostino)

Saggezza popolare: Chi semina sulla sabbia raccoglie solo rabbia.

Un aneddoto: A volte San Francesco Saverio era richiesto con insistenza per una visita a qualche ammalato. E, se gli era proprio impossibile, affidava il suo Rosario ad alcuni fanciulli, perché lo portassero all'infermo e glielo appoggiassero sopra. I ragazzi facevano così, e non era difficile che l'infermo guarisse! Per questo persino gli stessi pagani, per curare i loro infermi, si facevano prestare il Rosario di S. Francesco Saverio. E la Madonna, Madre universale, non mancava di far sentire la sua presenza di grazia, anche a quei figli ancora lontani.

Parola di Dio: Ml. 3,13-20; Sal.1; Lc. 11,5-13

 

Vangelo Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Parola del Signore

 

“CHIEDETE E VI SARA’ DATO, BUSSATE E VI SARA’ APERTO”. (Lc. 11,9)

Gesù, dopo averci regalato la preghiera del Padre Nostro, invita ad una preghiera perseverante. Qualcuno dice che la preghiera non è necessaria, è inutile; qualcun altro dice di non aver tempo di pregare... Perché Gesù, invece, ci chiede di pregare incessantemente? Dio ha forse bisogno della nostra lode, delle nostre parole? No! Siamo noi che abbiamo bisogno di Lui e la preghiera ci aiuta a rendercelo presente, a scoprire la nostra indigenza e la sua Provvidenza. Il “chiedere”, allora, non è il semplice questuare grazie e aiuti ma è  riconoscere Dio attraverso la fede, incontrarlo, informare la nostra vita di Lui,  lodarlo per i suoi benefici, affidarci alla sua volontà... Ma Gesù afferma che la nostra preghiera giunge a Dio e trova una risposta. Eppure, questa è la nostra esperienza, molte volte abbiamo pregato, ma non abbiamo ricevuto risposta e forse ci siamo sentiti anche più abbattuti di prima e con la fede scossa dal dubbio. La nostra preghiera di domanda deve essere, se è fatta bene, una preghiera che ci fa entrare nella mentalità di Dio e in noi stessi per scoprire i nostri veri bisogni. Dio non può essere considerato un distributore automatico di grazie e non può esaudire le domande inutili o ingiuste. Anche con Gesù, Dio si è comportato così: non ha staccato suo Figlio dalla croce. Quella croce è conseguenza di una scelta responsabile di amore di Gesù e del peccato degli uomini. Se Dio non mi esaudisce o non mi concede quella grazia, ci saranno ben dei motivi. Io non li conosco, ma se credo che Lui è un Padre che vuole il mio bene, anche se a denti stretti perché nella mia piccola presunzione di uomo vedrei le cose risolversi facilmente in altro modo, devo fidarmi di Lui. Se prego in questo modo, può anche darsi che non ottenga la grazia così come l’avevo chiesta, ma certamente ho ottenuto la cosa più importante: Dio.

 

 

VENERDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI, SIGNORE DI ESSERE DECISO NELLE SCELTE.

 

Hanno detto: Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male. (Friedrich Nietzsche)

Saggezza popolare: Chi ascolta troppa gente conclude poco o niente.

Un aneddoto: Padre Pio non ha tenuto il Santo Rosario a riposo. Al contrario, l'ha adoperato giorno e notte, in ogni sorta di lotte contro il nemico. Quando era giovane sacerdote, a S. Giovanni Rotondo, dormiva con i ragazzi del seminario, in un angolo del dormitorio, dietro una tendina. Una notte, uno dei ragazzi sentì un brutto rumore di ferri che si contorcevano e di gemiti soffocanti di P. Pio che supplicava: Madonna mia, aiutami! Al mattino il ragazzo andò al letto di P. Pio e vide i ferri della tendina tutti contorti. Al pomeriggio, durante la ricreazione, i ragazzi chiesero con insistenza a P. Pio il perché di quei ferri contorti e dei gemiti notturni. P. Pio alla fine li accontentò, per insegnare loro la necessità della preghiera e la forza del Rosario contro il nemico. Cosa era successo? Uno dei ragazzi, assalito da tentazione impura, aveva invocato P. Pio, suo Padre Spirituale. Padre Pio si era messo subito in aiuto, recitando il Rosario. Il nemico, vistosi battuto, scaricò la sua rabbia su P. Pio, assalendolo furiosamente.

Parola di Dio: Gl. 1,13-15; 2,1-2; Sal. 9; Lc. 11,15-26

 

Vangelo Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: "E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". Parola del Signore

 

“CHI NON E’ CON ME E’ CONTRO DI ME; CHI NON RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”. (Lc. 11,23)

Oggi si parla di radicalismo religioso solo perché vediamo le esasperazioni di certi radicalismi (o di persone che con essi si mascherano) che sono: guerre di religione, imposizioni, coartazioni di libertà, esaltazioni, forme di pazzia… Quando Gesù diceva: “O siete con me o siete contro di me”, non intendeva certamente queste esasperazioni, se no, dove sarebbe la buona notizia del Vangelo che libera l’uomo nel suo interno e lo aiuta, attraverso il comandamento dell’amore, a stabilire giusti rapporti con Dio e con gli uomini? Gesù chiede a noi di essere radicali in un altro senso, quello delle scelte. Noi siamo maestri di compromessi, di mezzi impegni, del "salviamo capra e cavoli". Noi sovente diciamo: "Voglio bene al Signore ma devo badare ai miei interessi!". "Andrei a messa, la domenica, ma i miei mille impegni.., e poi il Signore lo si può amare in mille altri modi!". "Amare, voler bene, perdonare.., sì ma non nella giungla del mondo del lavoro: lì devi tirar fuori le unghie, far vedere che sei forte, se no ti mangiano vivo!". "Signore fino a quando devo perdonare, fino a sette volte? (mi sembra già tanto)". Gesù è intransigente: per Lui non c'è spazio al compromesso: non si può tenere il piede in tante staffe diverse. Bisogna seguirlo e totalmente, bisogna avere il coraggio di comprometterci con Lui sapendo che la sua via conduce al paradiso ma che prima passa da un posto che noi vorremmo aggirare volentieri ma che è inevitabile: la croce.

 

 

SABATO 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE CERCHI E ASCOLTI LA TUA VOCE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti, il secondo per venirtelo a dire. (Mark Twain)

Saggezza popolare: Chi al caso s'affida prende un cieco per guida.

Un aneddoto: Il Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori. Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava la Regina del Cielo! La Madonna molto gradiva la preghiera del suo figlio prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli d'interessarsi degli altri infelici prigionieri. Anche loro, disse, sono miei figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede. Il Sacerdote rispose: Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione! Non scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in Paradiso questa preghiera! Dopo sì bella apparizione, Padre Sebastiano Dal Campo provò tanta gioia e forza, la quale crebbe quando la Madonna ritornò per consegnargli molte corone. L'apostolato della recita del Rosario cambiò il cuore degli schiavi. Il Sacerdote fu ricompensato dalla Madonna con molti favori, uno dei quali fu questo: venne preso dalle mani della Vergine e miracolosamente messo in libertà, ricondotto tra i suoi Confratelli.

Parola di Dio: Gl. 4,12-21; Sal 96; Lc. 11,27-28

 

Vangelo Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!". Parola del Signore

 

“BEATI COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO”. (Lc. 11,28)

Una bambina, appollaiata su una sedia troppo alta per lei, pesta sui tasti del computer di suo papà. Qualcuno entra nell’ufficio e le chiede: “Che cosa fai, piccola?” Senza interrompersi ella risponde: “Scrivo a Dio”. Probabilmente non vi è mai venuto in mente di scrivere a Dio. Ma sapete che Lui vi ha scritto una lunga lettera in cui vi rivela i suoi pensieri riguardo a tutte le cose? Si tratta della Bibbia. Leggetela! In essa troverete le esigenze della sua santità e le risor­se insondabili del suo amore. Saprete ciò che Egli è e imparerete ciò che ha fatto per voi.

 

 

DOMENICA 13 OTTOBRE: 28^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE REGNI NEI SECOLI ETERNI.

 

Hanno detto: Ci sono uomini dei quali la natura tira quante copie vuole. (Alexandre Dumas figlio)

Saggezza popolare: Aria d'importanza, diploma di ignoranza.

Un aneddoto: "Un giorno Gemma Galgani si vede sulle braccia della Madre divina, in atto di riposare la testa sul cuore di Lei. La SS. Vergine le domanda: Gemma, non ami che me? E Gemma risponde: Oh no, prima di te amo un'altra persona. A queste parole la Madonna, stringendosela ancora più al cuore: Dimmi chi è. No, non te lo dico risponde Gemma, quasi scherzando con Colei che pareva a sua volta scherzare. Se tu fossi venuta ieri l'altro, di sera, l'avresti saputo soggiunse. Egli ti somiglia in tutto per bellezza, i suoi capelli hanno il colore dei tuoi. La SS. Vergine che pareva compiacersi di sentirselo ripetere, insisté ancora: Chi è? E Gemma rispose: È Gesù, il figlio tuo. Oh, l'amo tanto! A queste parole la Madonna nuovamente strinse a sé Gemma e disse: Oh, sì. Amalo pure, amalo tanto; ma ama lui solo. E la visione disparve".

Parola di Dio: 2Re 5,14-17; Sal. 97; 2Tim. 2,8-13; Lc. 17,11-19

 

Vangelo Lc 17, 11-19

Dal vangelo secondo Luca

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: “Gesù maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!”. Parola del Signore

 

“NON SI E’ TROVATO CHI TORNASSE A RENDER GLORIA A DIO, ALL’INFUORI DI QUESTO STRANIERO?”. (Lc. 17,18)

Nella nostra “cultura” dell’utilitarismo ci sono delle cose che possono sembrarci inutili, ad esempio dire a Dio: “Quanto sei grande”. Lui lo sa già. Se anche glielo dico, di certo non accresco la sua grandezza. O anche dire: “Grazie”. In fondo tutto mi è dovuto. I nove lebbrosi avevano chiesto la grazia, l’hanno ottenuta. Adesso hanno da pensare al loro reinserimento nella so­cietà, devono pensare a come poter riprendere i loro affari dopo il periodo forzato di esclusione da essi. Tornare indietro a dir grazie è una perdita di tempo. Meno male che ce n’è uno che ha ancora il “gusto dell’inutile” ma il senso della gioia che diventa grazie e lode. Ed è proprio questo “inutile” che lo apre ad un’altra grazia, quella fondamentale per la quale Gesù ha fatto il miracolo: la fede. Come è difficile provare gratitudine in questo mondo duro ed egoista in cui viviamo. Tutto sembra essere comprabile solo da parte di chi ha denaro. Ma esistono beni che restano fuori da ogni valutazione e da ogni tariffa. Con il denaro possiamo procurarci una casa, ma non una famiglia felice; un’assicurazione sulla vita, ma nulla contro il timore della morte; dei tranquillanti ma non la pace interiore; un avvocato, ma non un Salvatore; un posto al cimitero, ma non un posto nel cielo. Ma se è vero che i valori veri non possiamo acquistarli, lo sappiamo che possiamo averli gratuitamente? La salvezza dell’anima, il perdono dei peccati, la pace con Dio, la vita eterna ci sono offerte senza alcun prezzo. Dio non ha prezzi, è totalmente gratuito. E noi, siamo riconoscenti?

 

 

LUNEDI’ 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ TU SEI LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA.

 

Hanno detto: Ci sono persone che non sarebbero mai state innamorate se non avessero mai sentito parlare dell'amore. (François de la Rochefoucauld)

Saggezza popolare: Una grande paura nessun medico la cura.

Un aneddoto: Michiko Inukai, figlia di un uomo di Stato giapponese, si convertiva al cattolicesimo, ricevendo il S. Battesimo. Venne a conoscenza degli scritti del Padre  Pietro Charles, e ne rimase talmente entusiasta, che scrisse al dotto missionario, chiedendo il permesso di tradurli in giapponese. Il pio religioso, nella lettera di risposta, pose anche una fotografia ritagliata da una vecchia rivista missionaria. In quella foto si vedeva una famiglia giapponese, tra cui una bimba seduta sulle ginocchia della mamma. "Non so il perché scriveva il P. Charles alla Michiko ma sono già venti anni che ogni giorno dico un'Ave Maria per quella bambina. Siete forse voi?" E la signorina Michiko gli rispose: "Si, sono proprio io!". Oggi la signorina Michiko fa parte della Crail, Associazione di laici missionari che lavorano intensamente a portare nel seno della famiglia il fermento cristiano.

Parola di Dio: Rm. 1,1-7; Sal. 97; Lc. 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Ninive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“QUELLI DI NINIVE SORGERANNO NEL GIUDIZIO INSIEME CON QUESTA GENERAZIONE E LA CONDANNERANNO; PERCHÈ ESSI ALLA PREDICAZIONE DI GIONA SI CONVERTIRONO ED ECCO, BEN PIÙ DI GIONA C’È QUI”. (Lc. 11,32)

Mi ha sempre stupito l’ingratitudine e la stupidità di noi cristiani. Abbiamo la Parola di Gesù e andiamo a cercare parole di uomini per i nostri problemi. Abbiamo Gesù che prega per noi e con noi offre al Padre il suo sacrificio nell’Eucaristia e noi, bellamente la saltiamo per, magari, andarci a rifugiare in qualche “gruppo di preghiera” che il più delle volte, invece di pregare, parla di se stesso. Abbiamo Gesù VIA, VERITA’ e VITA e ci lasciamo abbindolare da sette, maghi, esoterismi vari che titillano la nostra curiosità e il nostro orgoglio. Gesù, per farci capire questa nostra stupidità ci presenta una storia della Bibbia. Gli abitanti di Ninive, si erano convertiti quando Giona era andato a predicare la parola di Dio; ebbene, essi sono più meritevoli che non coloro che hanno Gesù e cercano la salvezza altrove.

 

 

MARTEDI’ 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù;Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI SIGNORE DALLE FALSE SICUREZZE.

 

Hanno detto: Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura. (Nietzsche)

Saggezza popolare: Amor senza baruffa fa la muffa.

Un aneddoto: Sai chi ha revocato il decreto celeste che doveva scatenare una catastrofe sul nostro popolo? domandò Baal-Shem a Rabbi Nahaman di Horodenko. Te lo dirò io. Né tu né io, né i sapienti né i grandi capi spirituali. Le nostre litanie, i nostri digiuni non hanno avuto nessun effetto. E’ una donna, una donna del popolo che ci ha salvati. Ed ecco come. E’ venuta alla sinagoga e si è messa a piangere cantilenando: “Signore dell’universo, non sei tu forse nostro padre? Perché non ascolti i tuoi figli che ti implorano? Vedi, io sono madre. Ho cinque bambini. E quando li vedo versare una lacrima, mi si spezza il cuore. Ma tu, padre, hai molti figli. Tutti gli uomini sono figli tuoi. E tutti piangono. Anche se il tuo cuore è di pietra, come puoi restare indifferente?”. E Dio le ha dato ragione (E. Wiesel, Celebrazioni hassidiche).

Parola di Dio: Rm. 1,16-25; Sal. 18; Lc 11,37-41

 

Vangelo Lc 11, 37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo". Parola del Signore

 

“PIUTTOSTO DATE IN ELEMOSINA QUEL CHE C’E’ DENTRO, ED ECCO, PER VOI TUTTO SARA’ MONDO”. (Lc. 11,41)

Quanti problemi e casistiche morali hanno riempito nei secoli i libri di teologi e moralisti, quante disquisi­zioni sottili per stabilire: “fin qui è lecito, più in là è peccato”. E i “buoni” si attengono alle norme per “guadagnarsi il paradiso”. Eppure Gesù è chiaro: non conta il formalismo, conta il cuore. La purezza di cuore non è legata alle esteriorità formali della legge, anche se queste potrebbero essere un aiuto, ma è legata al dare agli altri ciò che vi è dentro. Cioè Gesù dice: “Liberatevi dalla preoccupazione di “acquisire la virtù” per una perfezione individuale, e rendetevi disponibili, con semplicità, all’incontro con ogni persona, liberatevi dalla religiosità della fredda osservanza, da quella della paura e lasciate che il vostro cuore ripieno di Dio debordi e vi conduca per strade nuove con la fantasia dello Spirito Santo che abita in voi.

 

 

MERCOLEDI’ 16 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

FALSITA’ E IPOCRISIA, FUORI DI CASA MIA.

 

Hanno detto: Chi sradicasse la conoscenza del dolore estirperebbe anche la conoscenza del piacere e in fin dei conti annienterebbe l'uomo. (Michel de Montaigne)

Saggezza popolare: A combatter con il fango, che si vinca o che si perda, sempre ci si infanga.

Un aneddoto: In un tempo lontano lontano, gli uomini avevano molte cose da dirsi ma, non sapendo parlare, ignoravano come fare. Erano al corrente che tutti gli esseri viventi, escluse le creature del mare, facevano dei versi, o dei versacci, per intendersi fra di loro: le pecore belavano, i cani abbaiavano, le rane gracidavano, i corvi gracchiavano. Ma qual era il verso che Dio aveva riservato loro? Doveva trattarsi di un verso specialissimo, pensavano; e tuttavia quel verso, quel richiamo, quel grido particolare ed unico non voleva proprio venir fuori dalle loro gole; ne sortivano sì dei suoni, ma erano una gran frittata di singulti, squittii, richiami rochi: insomma, non solo nulla di nobile e bello, se paragonato all'ululato del lupo, al richiamo dell'elefante o addirittura al ronzio della mosca, ma nulla di utile per dirsi qualcosa che avesse un po'di senso. Un giorno, però, avvenne il miracolo: un amore che accese i cuori di un giovane e di una giovane in un modo talmente nuovo, dolce e speciale che i due non potevano assolutamente non dargli voce. Non fu però un verso, sia pur ripetuto all'infinito, ma un arcobaleno di suoni nato direttamente dal loro cuore: il canto. L'intero creato tese l'orecchio a cogliere tanta inaudita meraviglia; di fronte al canto, ogni altro suono, rumore o brusìo si spense. Per un attimo, persino le onde del mare divennero mute, tacquero le cascate e il tuono si tappò la bocca. Udendo il canto dell'uomo, l'intero universo, che di quella creatura sapeva poco o nulla, si accorse della sua presenza. E un brivido gli corse lungo la schiena. Per moltissimo tempo gli uomini usarono la loro voce unicamente per cantare e vissero un lungo periodo felice. Notarono infatti che quel loro modo straordinario di esprimersi prendeva forma solo nascendo dal più profondo di sé. Il canto aiutava l'anima a nascere e i sentimenti a fiorire. Fu il solito filosofo a rompere questa rarissima armonia: si mise in testa di cercarne il perché. Invece di cantare come gli altri, spontaneamente e a gola spiegata, s'incaponì a studiare quei suoni, dissociandoli l'uno dall'altro e borbottandoli fra sé sino a trasformarli in parole. Fu un gran peccato. Se ancora oggi cantassimo invece di parlare, ci diremmo cose che valgono, invece che banalità.

Parola di Dio: Rm. 2,1-11; Sal. 61 Lc. 11,42-46

 

Vangelo Lc 11, 42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio.  Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo". Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, FARISEI…”. (Lc. 11,42)

Gli scribi e i farisei, condannati da Gesù, si credevano giusti e saggi, ma rifiutando la parola e la persona di Cristo che è il centro del regno di Dio, dimostrano di essere stolti e ciechi alla luce. Per questo camminano persi in osservanze legalistiche minuziose, trascurando quello che è più importante. Gesù ricorda che la precedenza va alla Giustizia o all’amore che derivano da Dio e che l’uomo deve poi tradurre in norma di vita. Anche il cristiano, quando si chiude in schemi legalistici, è schiavo delle regole e vive rivolto verso se stesso ossessionato solo della propria perfezione e della propria salvezza individuale e quindi diventa passivo, conformista, sospettoso di tutti e di tutto. E’ evidente allora che non vive nel clima filiale di libertà che Cristo guadagnò per i suoi figli, che non testimonia la buona novella liberatrice del Vangelo. La risposta del cristiano non si deve basare sull’obbligo di una legge impersonale e fredda ma sull’amore che Dio ci ha manifestato in Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, CHE VOGLIAMO ASCOLTARTI.

 

Hanno detto: Chi si fosse spogliato di tutte le illusioni rimarrebbe nudo. (Arturo Graf)

Saggezza popolare: A chi non teme il sermone giova poco il bastone.

Un aneddoto: Oriol Valls, che si occupa dei neonati in un ospedale di Barcellona, dice che il primo gesto umano è l'abbraccio. Dopo essere venuti al mondo, al principio dei loro giorni, i bebè agitano le mani, come per cercare qualcuno. Altri medici, che si occupano di quelli che hanno già vissuto, dicono che i vecchi, alla fine dei loro giorni, muoiono cercando di alzare le braccia. Ed è così, per quanto si voglia rigirare, e per quanto se ne parli. A questa cosa, così semplice, si riduce tutto:tra due batter d'ali, senza altre spiegazioni, trascorre il viaggio. (Eduardo Galeano)

Parola di Dio: Rm. 3,21-30; Sal 129; Lc. 11,47-54

 

Vangelo Lc 11, 47-54

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, il Signore disse: "Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito". Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

GUAI A VOI DOTTORI DELLA LEGGE CHE AVETE TOLTO LA CHIAVE DELLA SCIENZA; VOI NON SIETE ENTRATI E A QUELLI CHE VOLEVANO ENTRARE L’AVETE IMPEDITO”. (Lc. 11,52)

In un di quelle “inchieste alla buona che si organizzavano con i ragazzi dei gruppi parrocchiali, alla domanda specifica che riguardava coloro che si erano definiti cristiani e che dichiaravano di conoscere poco la Bibbia sul perché di questo, buona parte delle risposte, ricordo che diceva così: perché la maggioranza dei nostri educatori religiosi ci hanno parlato un po’ di Gesù, molto di chiesa e di norme morali da osservare ma poco di Bibbia. Un signore aggiungeva: “Le uniche frasi della Bibbia che ricordo sono quelle che appoggiavano certe norme che mi veniva chiesto di osservare”. Negli anni immediati del dopo Concilio ecumenico Vaticano secondo, ricordo di aver letto in una rivista che passava per cattolica questa definizione. “Tutti i Concili che hanno valso qualcosa nella storia della Chiesa sono quelli che hanno affermato dogmi o hanno imposto nuove norme, questo Vaticano II ha solo chiacchierato di Bibbia gettandola impunemente in pasto a tutti”. Sento vivo per me e per la Chiesa il richiamo di Gesù: per troppo tempo abbiamo nascosto la Bibbia o la abbiamo utilizzata solo per i nostri comodi. E’ vero che essa non è facile. E’ vero che in essa troviamo pagine scandalose. E’ vero che, a prima vista, a certi problemi esistenziali dell’uomo, essa sembra dare risposte diverse, spesso legate al tempo  e alla mentalità di chi l’ha scritta. Ma essa  è la parola che Dio ha rivolto agli uomini!

 

 

VENERDI’ 18 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Luca;San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ DI NOI UOMINI E DONNE DI VERA PACE.

 

Hanno detto: Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza. (B. Franklin)

Saggezza popolare: A casa dei poltroni è sempre festa. (proverbio Italiano)

Un aneddoto: Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico. E io mi risentivo con loro, ed ero d’accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi. Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi. E io ero d’accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo così impotente e intrappolato. Poi, un giorno, mi disse: “Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. Io ti amo così come sei; non posso fare a meno di amarti". Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie:” Non cambiare. Non cambiare. Non cambiare... Ti amo…” E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai! (A. di Mello,)

Parola di Dio: 2Tim. 4,10-17; Sal. 144; Lc. 10,1-9

 

Vangelo Lc 10, 1-9

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio". Parola del Signore

 

"IN QUALUNQUE CASA ENTRIATE, PRIMA DITE: PACE A QUESTA CASA". (Lc. 10,5)

"Come sono belli i piedi dei messaggeri di pace" dice la bibbia perché per la bibbia la pace è il dono più grande, è Dio stesso. Può sembrare strano che un mondo come quello biblico continuamente attraversato da fermenti e storie di guerre abbia un Dio di Pace. Forse e proprio perché l'uomo biblico ha sperimentato fuori e dentro di sé che cosa vuol dire l'egoismo, la divisione, la lotta, il sopruso, che si rende conto di aver bisogno di ricostruire l'unità, la pace primordiale, quell'Eden dalle porte ormai chiuse ma che solo la misericordia di Dio può capire. Il credente allora è un missionario di pace, perché missionario di Dio. Ma come? Il nostro mondo desidera la pace ma la fonda sull'equilibrio precario delle armi, il cristiano invece essendo disposto "a dare la vita per il fratello" è colui che desiderando    il bene del fratello, non scende a compromessi, ma annuncia con coraggio il vero bene suo dell'altro, cioè annuncia con vita Dio e le sue esigenze.

 

 

SABATO 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, SIGNORE, NON C’E’ SALVEZZA.

 

Hanno detto: Chi è Dio, se non colui che ci costringe a porci questo interrogativo? (Andrè Frossard)

Saggezza popolare: Al corvo il canto del figlio sembra canto d'usignolo. (Saggezza Cinese)

Un aneddoto: « Ho conosciuto un santo, gli ero intimo amico: si chiamava don Giovanni Calabria, fondatore d’una grande opera. Quando ci incontrammo di nuovo in occasione della mia prima Messa, mi disse: Se tu trovassi sulla strada un diamante, caduto nel fango, che cosa faresti? Risposi: Non avrei nessuna ripugnanza a sporcarmi: lo prenderei su, lo laverei, ridonandolo in tal modo alla sua originale brillantezza. Concluse: Fa’ così con l’uomo! ». (Zeno Saltini, L’uomo è diverso)

Parola di Dio: Rm. 4,13.16-18; Sal 104; Lc. 12,8-12

 

Vangelo Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire". Parola del Signore

 

“CHI BESTEMMIERA’ LO SPIRITO SANTO, NON GLI SARA’ PERDONATO”. (Lc. 12,10)

Quando Gesù parla di bestemmia non intende solo il turpiloquio o l’insulto che a parole si rivolge a Dio. Questo è spesso indice solo di cretineria, di maleducazione, di incapacità di controllo; e non vi è nulla di più assurdo della bestemmia, perché se non ci credi è inutile bestemmiarlo, se ci credi non vai a bestemmiare chi ti è Padre, chi ti ha salvato o la madre di tuo fratello. Gesù qui indica una bestemmia ben più grave cioè il non dare a Dio la possibilità di salvarti. Questo succede quando l’uomo pensa di salvarsi da solo con i propri meriti, quando l’uomo vuole dare consigli al Signore su come condurre il mondo, e guai se Dio non lo ascolta, quando il nostro atteggiamento di vita esclude a Dio e al suo Spirito ogni possibilità di agire in noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli senza lasciare spazio a Dio, quando si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di se stessi e dei propri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa perdonarci. E’ allora che anche quel “non gli sarà perdonato” diventa reale, non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la porta e non permetto che il suo perdono mi raggiunga e faccia di me un uomo nuovo.

 

 

DOMENICA 20 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DELL’ANNO C

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

NON SPEGNERE LA FIAMMELLA DALLA FIAMMA SMORTA.

 

Hanno detto: Chi biasima gli altri, indirettamente loda se stesso. (Thomas Browne)

Saggezza popolare: Un uomo senza affetto è come una casa senza porte e finestre. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Il maestro offrì una soluzione perfetta a una coppia di sposi che non faceva che litigare. Disse: «Smettete di reclamare come un diritto ciò che potete chiedere come un favore». Le liti cessarono all’istante.

Parola di Dio: Es. 17, 8-13; Sal. 120; 2Tm. 3,14-4,2;Lc. 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Parola del Signore

 

“QUANDO IL FIGLIO DELL’UOMO TORNERA’, TROVERA’ ANCORA LA FEDE SULLA TERRA?”. (Lc. 18,8)

In certi momenti, specialmente davanti al male trionfante, ci viene il dubbio che per la nostra umanità non ci sia scampo, che neppure Dio ce l’abbia fatta, se dopo duemila anni di cristianesimo siamo ancora così barbari. C’è davvero il rischio che l’umanità possa escludere del tutto la fede, che l’amore di Dio, il sacrificio di Gesù, la forza dello Spirito Santo non ce la facciano a conservare almeno un granello di fede? Non so rispondere per tutta l’umanità e allora guardo dentro di me e scopro la precarietà della mia fede, mi accorgo che spesso il materialismo, il benessere, tendono a farmela dimenticare, che le prove della vita possono rinforzarla o mandarla in crisi. Dunque, c’è la possibilità di perdere la fede! Oppure, rischio ancora più grande si può soffocarla poco per volta, relegandola in angoli sempre più bui, soffocandola per mancanza di preghiera e di carità. Ma mi accorgo anche che io e l’uomo, se pur avessimo tutto senza una fede, saremmo nulla. Allora penso di poter rispondere alla domanda di Gesù, così: “Quando tu tornerai, Gesù, certamente in me e nell’umanità non troverai quello che ti saresti aspettato: ti avremo deluso. Eppure nonostante tu sapessi già questo, sei andato lo stesso a morire sulla croce proprio per noi e questo per dirci la tua fiducia in noi. Non sei riuscito a convertire a te l’umanità, ma un ladro pentito lo hai portato in paradiso! Dunque un po’ di fede la troverai ed è proprio su quel granellino che potrai far leva, nella tua misericordia, per poter far cadere ancora su di noi i tuoi doni e, guardando in fondo al nostro cuore, pur non trovando una fede da spostare le montagne, troverai per lo meno quel desiderio, quel bisogno che ti permetterà di amarci per sempre”.

 

 

LUNEDI’ 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

COLMA LA NOSTRA VITA DELLA TUA PRESENZA, SIGNORE.

 

Hanno detto:

Che l'uomo sia la più abile creatura del mondo, lo si può dedurre dal fatto che nessun'altra creatura lo ha mai contraddetto in proposito. (George Christoph Lichtenberg)

Saggezza popolare: L'uomo più felice è colui che può dare felicità agli altri anche con poco riso. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: I primi anni romani Filippo li passò quasi in solitudine, poi verso i 24 anni prese a girare la città cominciando dai quartieri dedicati alle banche e agli affari, dove lavoravano molti fiorentini. A tutti Filippo poneva la stessa domanda: “Ebbene, fratelli miei, quando cominciamo ad essere buoni?”.

Parola di Dio: Rm. 4,20-25; Cant. Da Lc. 1,69-75; Lc. 12,13-21

 

Vangelo Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio". Parola del Signore

 

“CHI ACCUMULA TESORI PER SE’ NON ARRICCHISCE DAVANTI A DIO”. (Lc. 12,21)

E’ un rischio e una tentazione che corriamo tutti quella di legarci alle cose di questa terra e di lasciare che poco per volta siano esse a guidare le nostre scelte e la nostra vita. Persino certi atteggiamenti religiosi possono diventare un accumulare per sé non per Dio: quando la preghiera é troppo individualistica, quando pensiamo solo “alla salvezza della mia anima”, quando chiudiamo il Vangelo nei magazzini dei nostri schemi e lo priviamo della sua freschezza e qualità, quando pensiamo più ai numeri della fede, alle statistiche, alle opere pastorali, dimenticando i volti delle persone. Arricchire davanti a Dio, significa non accaparrarselo ma lasciare che Lui invada la nostra vita e tramite noi possa giungere anche ad altri.

 

 

MARTEDI’ 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTE LE COSE SONO TUO DONO, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Che l'amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore. (Emily Dickinson)

Saggezza popolare: Non chiedere mai alla lumaca la ragione della sua bava. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Nel secolo scorso c’era in Francia Federico Ozanam, grande professore; insegnava alla Sorbona,  eloquente,  bravissimo. Suo amico era Lacordaire, il quale diceva: E così bravo, è così buono, si farà prete, diventerà un vescovone questo qui! No! Ha incontrato una brava signorina: si sono sposati. Lacordaire c’è rimasto male e ha detto: Povero Ozanam! E cascato anche lui nella trappola! Ma due anni dopo Lacordaire venne a Roma e fu ricevuto da Pio IX. Venga, Padre — dice — venga. Io ho sempre sentito dire che Gesù ha istituito sette sacramenti: adesso viene lei, mi cambia le carte in tavola: mi dice che ha istituito sei sacramenti e una trappola! No, padre, il matrimonio non è una trappola, è un grande sacramento!

Parola di Dio: Rm. 5,12-15.17-21; Sal. 39; Lc. 12,35-38

 

Vangelo Lc 12, 35-38

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!". Parola del Signore

 

“BEATI QUEI SERVI CHE IL PADRONE AL SUO RITORNO TROVERA’ ANCORA SVEGLI. IN VERITA’ VI DICO, SI CINGERA’ LE SUE VESTI, LI FARA’ METTERE A TAVOLA E PASSERA’ A SERVIRLI”. (Lc. 12,37)

A leggerla umanamente questa piccola parabola sembra un assurdo. C’è un padrone che prima tarda ad arrivare, poi desidera trovare i servi pronti e svegli e, quando arriva, invece di farsi servire si mette lui stesso a servirli. Eppure la storia della Salvezza è proprio così: Dio chiede al suo popolo e a noi un’attesa paziente, vigilante, una fede che si regga anche nel buio della notte, “mentre il Padrone non c’è”. Una fede che si fondi su di Lui. Se siamo capaci di vigilare, di attendere, la venuta non ci coglierà di sorpresa e la nostra ricompensa sarà abbondante e scopriremo addirittura di non essere più servi ma amici, scopriremo un Dio che si è fatto Lui seno della nostra miseria. Anzi, se abbiamo occhi capaci di vederlo e cuore capace di capirlo, Gesù con i suoi sacramenti non ci sta già servendo oggi, specialmente alla mensa della Parola e del suo Pane?

 

 

MERCOLEDI’ 23 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI DONI IN ME PORTINO I TUOI FRUTTI.

 

Hanno detto:

Che cosa è, allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so. (Sant'Agostino, Le Confessioni Libro XI Cap 14)

Saggezza popolare: Con il gallo o senza il gallo gli dei fanno sempre il nuovo giorno. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Ogni tanto penso anch’io alla mia morte... Così mi chiedo: Cosa vorrei dicessero di me dopo la mia morte? Vorrei che qualcuno in quel giorno dicesse che M. L. King ha sempre cercato d’amare, di dare la sua vita per servire gli altri. Desidero che voi diciate, quel giorno, che ho cercato d’amare e di servire la verità! Tutto il resto non ha importanza. Non desidero lasciare ricchezze. Non desidero lasciare cose belle e di lusso. Quello che voglio lasciare alle mie spalle è una vita impegnata nell’amore! (KING, La mia vita con M. L. King, Mondadori)

Parola di Dio: Rm. 6,12-18; Sal. 123; Lc. 12,39-48

 

Vangelo Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

“A CHIUNQUE FU DATO MOLTO, MOLTO SARA’ CHIESTO E A CHI FU AFFIDATO MOLTO SARA’ RICHIESTO MOLTO DI PIU’ ”. (Lc. 12,48)

Non credo sia il caso di fare delle graduatorie per stabilire chi ha ricevuto di più. Tutto quello che abbiamo è dono gratuito. La vita, l’intelligenza, le capacità affettive. Quanto è assurdo sentire qualcuno che dice: “Mi sono fatto da solo”. Ma quello che abbiamo ricevuto ci è dato per un fine. Affinché possa portare frutto in noi, e per gli altri. Se Dio ti ha affidato una famiglia, un figlio, un lavoro responsabile. se Dio ti ha affidato la fede, i sacramenti, la comunità cui partecipi è perché da te si aspetta quella risposta ed Egli sa che tu puoi darla. Se ti tiri indietro tutto il mondo sarà più povero e Dio deluso dell’essersi fidato di te.

 

 

GIOVEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret;Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA.

 

Hanno detto: Basta poco a consolarci perché basta poco ad affliggerci. (Blaise Pascal)

Saggezza popolare: Le lacrime dei buoni non cadono in terra, ma in cielo in grembo agli dei. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Vi dicevo che ci sono voluti vent’anni perché io conoscessi la ragione della mia conversione e quindi del mio sacerdozio. Un giorno, mia madre mi ha detto (mia madre non era credente): Poiché tu vai a Roma, dovresti andare a salutare una mia vecchia amica di collegio che si è fatta Piccola Sorella dell’Assunzione. Ci si voleva molto bene quando si era ragazzine in collegio. Vado dunque a vedere questa suora ed essa mi riceve dapprima dicendomi: Ah! Reverendo Padre, e poi subito di seguito: Giacomino mio! Allora mi ha raccontato questa storia, che vi passo, perché è questa la bellezza della comunione dei santi: Vedi, caro Giacomino, quando tua madre si è sposata, io sono entrata in convento, e dicevo tra me: Jeanne (era il nome di mia madre) non penserà a pregare per suo figlio. Lo alleverà con tutto l’amore di una madre, ma non pregherà mai per lui! Allora io, novizia giovanissima, mi sono messa a pregare per te che eri appena nato, con tutto il cuore, con tutto il mio essere, per anni interi. Ed ecco che dopo venticinque anni passati senza credere, la preghiera di quella suora, che io neppure conoscevo, ha ottenuto che anch’io arrivassi alla luce della fede, e quindi alla gioia del sacerdozio. (J. LOEW, Se conosceste il dono di Dio, Città Nuova)

Parola di Dio: Rm. 6,19-23; Sal, 1; Lc. 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Parola del Signore

 

“PENSATE CHE IO SIA VENUTO A PORTARE LA PACE SULLA TERRA? NO, VI DICO, MA LA DIVISIONE”. (Lc. 12,51)

Gesù è venuto davvero a portare la pace, pace fondata su Dio Padre che ci fa fratelli, pace non fondata su compromessi, ma pace profonda del cuore che si basa sulla Verità e Giustizia di Dio. Ma gli uomini non amano questa pace, preferiscono guardare ai propri diritti alle proprie piccole verità, ai propri confini e ai propri interessi. E anche le religioni a volte preferiscono i propri piccoli poteri, le verità che sostengono il proprio credo, i propri diritti acquisiti attraverso i compromessi con il potere che non la pace di Gesù ed è allora che nel nome di Gesù avvengono le divisioni, le lotte. Lui non l’ha voluto, non lo vuole, sono gli uomini che non accettandolo preferiscono con arroganza scegliere se stessi piuttosto che accogliere Lui, il Dio della pace.

 

 

VENERDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A FARE LE GIUSTE SCELTE.

 

Hanno detto: Avere sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non avere mai dubbi: non sono forse queste le grandi qualità con le quali la stoltezza governa il mondo? (William Makepeace Thackeray)

Saggezza popolare: "Gli anziani sono il fuoco del villaggio, senza di loro non c'è luce". (proverbio Nilotico)  

Un aneddoto: Peppino Sarto, nel giorno della prima Comunione, confidò ai suoi genitori: Voglio farmi prete! La mamma restò commossa: prevedeva il futuro con il suo cuore di madre; papà Giovan Battista rimase invece sconvolto: Dove prendere tanti soldi per gli studi del figlio? Ma venne un giorno in casa Sarto il parroco e disse al padre: Vostro figlio ha tutte le doti; bisogna far di tutto perché diventi sacerdote. Io vi darò una mano. E il padre allora esclamò: Se Dio proprio lo vuole, se lo prenda! E’ suo! E il piccolo Giuseppe Sarto divenne il grande Papa S. Pio X.

Parola di Dio: Rm. 7,18-25; Sal. 118; Lc. 12,54-59

 

Vangelo Lc 12, 54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?  Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo". Parola del Signore

 

“E PERCHE’ NON GIUDICATE DA VOI STESSI CIO’ CHE E GIUSTO?”. (Lc. 12,57)

Qualcuno ha pensato, detto e sostenuto che le religioni e in particolare il Cristianesimo siano formule per rendere l’uomo schiavo di una morale e di un potere, insomma, un qualcosa che non solo non rispetta la libertà dell’ uomo ma che offrendogli norme e riti lo addormenta  e non gli consente di usare liberamente i suoi doni di intelligenza, di fantasia, di libero arbitrio e di amore. Se questo può essere vero per false religioni ed anche per qualcuno che vuole approfittare di Gesù per i suoi interessi particolari, non è assolutamente presente nell’insegnamento di Gesù. Gesù non ha mai imposto se stesso. Gesù non ha mai visto i riti religiosi come una forma di magia, Gesù non ha mai insegnato norme particolari ma ha sempre indicato una strada, Gesù non ha mai detto che non dobbiamo usare della nostra intelligenza, delle nostre capacità umane. Anche nel vangelo di oggi Gesù ci invita a farci un giudizio delle cose, degli avvenimenti, in altra occasione quando vanno a chiedergli di essere giudice per una eredità mal divisa, Gesù non accetta di farlo ma insegna la strada per un giusto giudizio sul denaro e sulle eredità. E anche la fede cristiana non è un vendersi il cervello ma un atto di fiducia accompagnato da una ricerca sincera e da una volontà libera. Essere piccoli, umili, non appoggiarsi unicamente sulle cose di questo mondo, perdonare non sono atti di viltà, rinuncia alle proprie prerogative, abbandonarsi alla legge del più forte, dovrebbero essere sempre scelte motivate. Il cristianesimo vero non è mai qualcosa che si sostituisce all’uomo, anzi, se non sei uomo non puoi neppure essere cristiano.

 

 

SABATO 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ABBI PAZIENZA CON ME.

 

Hanno detto: Ci sono persone che sono state considerate coraggiose perché avevano troppa paura per scappare. (Thomas Fuller)

Saggezza popolare: Siamo viandanti e andiamo per la stessa strada: saremmo stupidi, se non ci aiutassimo. (proverbio del Cile)

Un aneddoto: Io sono un figlio della classe operaia. Se ho potuto diventare prete, lo devo a mio padre. Mio padre era un povero operaio, non sapeva leggere, non sapeva scrivere. A undici anni era dovuto andare a lavorare; aveva tribolato per allevare i suoi figli, dei quali andava fiero. Ricordo ancora quando a tredici anni, una sera, mentre i miei fratelli e le mie sorelle erano già a dormire, io scesi in cucina. Mi avvicinai a mio padre, che fumava la pipa e alla mamma che cuciva le nostre calze. Papà, — gli disse, potrei continuare a studiare? Mi rispose: Figlio mio, alla tua età io ero già a lavorare. Io divento vecchio e le forze mi vengono meno. Per deciderlo, osai allora dirgli: Papà, credo che il buon Dio mi chiami: vorrei diventare prete! Mio padre, che pure era un uomo impassibile, impallidì e grosse lacrime gli rigarono le guance, scavate dalla fatica. Le mani di mia mamma si misero a tremare. Mio padre poi riuscì a dire: Ebbene, moglie mia, noi abbiamo già lavorato tanto, ma per l’onore di avere un figlio prete lavoreremo ancor di più. E papà a mamma hanno lavorato ancor di più! Alla fine del mio corso di liceo, Otto giorni prima di ricevere il primo premio, un telegramma mi annunciò che mio padre era gravemente ammalato. Accorsi al suo capezzale, lo trovai moribondo. Mi guardò, mi sorrise, mi diede la sua ultima benedi­zione: povero papà, rovinato dal lavoro, ucciso dal lavoro per suo figlio, che stava per diventare prete! E dopo avergli chiusi gli occhi, io feci il giuramento di sacrificarmi per la mia vocazione sacerdotale, soprattutto in favore della classe operaia. (Testimonianza del Card. G. Cardjin)

Parola di Dio: Rm. 8,1-11; Sal. 23; Lc. 13,1-9

 

Vangelo Lc 13, 1-9

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora questo anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". Parola del Signore

 

“ECCO, SON TRE ANNI CHE VENGO A CERCARE FRUTTI SU QUESTO FICO, MA NON NE TROVO...”.(Lc. 13,7)

Provo a riflettere sulla mia vita. Se il Signore arriva oggi a cercare frutti nell’albero della mia vita, che cosa trova? Gli anni sono passati, la grazia di Dio è stata abbondante, il tronco si è ingrossato; reca forse le ferite degli anni. Certi rami sono crollati sotto le intemperie, altri sono stati potati. Foglie ce ne sono in abbondanza: sono le foglie delle chiacchiere, delle apparenze. E frutti? Qualcuno mi sembra di averlo portato, anche se mi chiedo siano stati quelli che il Signore si aspettava. Certamente pochi in confronto a quanto ricevuto e nelle mie confessioni mi accorgo che il peccato che forse è il più grande è proprio quello delle omissioni. E, allora, chiedo a Gesù, vignaiolo di intercedere ancora per me, di portare pazienza e mi sembra di sentire la sua voce che mi dice: “lo, pazienza ne porto, ma tu non darti per vinto, continua a concimare con amore, lascia passare nel tuo cuore la mia linfa vitale, preoccupati poco dei frutti... se sei con me, essi verranno”.

 

 

DOMENICA 27 OTTOBRE: 30^ DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, ABBI PIETA’ DI ME, PECCATORE

 

Hanno detto: Infelice l'uomo che vale meno di quello che possiede e ciò accade quando pone se stesso al di sotto dei suoi averi. (Sant'Antonio)

Saggezza popolare: Se sai ascoltare, impari. (proverbio del Perù)

Un aneddoto: Ancora ragazzo, — aveva una gran voglia di farsi prete! Colui che sarà don Orione entrò come postulante nel convento dei Frati di S. Francesco a Voghera. Ma s’ammalò e fu rispedito a casa sua. Aiutò il padre, selciatore di strada, finché ebbe la fortuna d’essere accettato da s. Giovanni Bosco a Valdocco, nel suo Oratorio di Torino. Faceva gli esercizi spirituali per diventare salesiano, perché S. Giovanni Bosco l’aveva affascinato ed educato ad amare appassionatamente Dio e i giovani, quando il Signore gli ‘mise una pulce all’orecchio ‘, perché seguisse un ‘altra strada. Ma è così difficile talvolta capire la voce di Dio? Luigi Orione allora nella sua semplicità, per ben conoscere la volontà di Dio, fece questa preghiera: Signore, se è vero che tu mi vuoi sacerdote diocesano a Tortona, devi darmi questi tre segni: 1) Devo essere accettato in seminario, senza fare la domanda scritta; 2) devo avere la mia prima veste talare ben fatta, senza che mi prendano le misure; 3) e, finalmente, desidero che mio padre incominci a frequentare di più la chiesa. Il Signore, che esaudisce sempre chi cerca sinceramente la sua volontà, compì per filo e per segno i desideri di Luigi Orione. Divenne sacerdote a Tortona, ma il suo cuore palpitò in tutta Italia, soprattutto a Messina e nella Marsica, durante i disastrosi terremoti del 1908 e del 1915. I suoi discepoli portarono il suo amore per i giovani e per i poveri in tutto il mondo.

Parola di Dio: Sir. 35,15-17.20-22;Sal. 33; 2Tim 4,6-8.16.18; Lc. 18,9-14

 

Vangelo Lc 18, 9-14

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Parola del Signore

 

“O DIO, ABBI PIETA’ DI ME, PECCATORE”. (Lc.18,13)

“Io, peccatore, posso ancora pregare?”. Quante volte ho sentito questa frase e quante volte l’ho pensata per me stesso! Certo, se considero Dio come un ragioniere che fa i conti, non ho molte speranze: sono in rosso e talmente tanto in debito che non riuscirò mai a saldare i miei conti. Ma se io scopro un Dio di amore, anche il mio peccato non diventerà un triste elenco di mancanze, ma una scoperta del mio non amore davanti ad un amore totale, fedele, che mi incoraggia, che mi perdona. La preghiera di pentimento mi fa scoprire questo. Il pubblicano della parabola fa un gesto semplice: si batte il petto, non fa l’elenco dei peccati ma si limita a riconoscersi peccatore. Non osa levare gli occhi al cielo, ma invita Dio a chinarsi su di lui. Ed “uscì giustificato”.

 

 

LUNEDI’ 28 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI QUELLI CHE CI HANNO ANNUNCIATO TE.

 

Hanno detto:

Ci sentiamo più “felici” nella solitudine che in mezzo alla gente, perché nella solitudine pensiamo alle cose e tra la gente siamo costretti a pensare agli uomini. (Chamfort)

Saggezza popolare: Trattate i complimenti che vi fanno come profumi: odorateli ma non inghiottiteli. (proverbio Arabo)

Un aneddoto: Giovannino, austriaco quindicenne, faceva il fornaio presso una famiglia del suo paese. Il bambino del suo padrone voleva sempre accompagnarlo nel giro quotidiano ai clienti. Un po’ imbarazzato, Giovannino chiese alla padrona di tenersi il bambino, mentre egli distribuiva il pane in paese; ma il bambino non ne volle sapere. Ed ecco il nostro fornaretto, con la gerla sul dorso e il piccino sulle braccia, andare in giro, mentre la gente incuriosita commentava: Ecco un piccolo S. Cristoforo! Giovannino si voltò indietro per vedere dove stava questo S. Cristoforo; ma, nemmeno l’ombra! Quando, arrivato a casa, raccontò il fatto alla padrona, questa rispose: — Il piccolo S. Cristoforo sei tu! E gli narrò la storia del santo gigante, che traghettando la gente da una riva all’altra del fiume Oronte, trasportò un giorno un grazioso bambino, che, in un pericoloso momento della traversata, gli disse: — Coraggio, tu porti Gesù! Giovannino rimase incantato al racconto. Si mise a pensare: Potessi anch’io un giorno o l’altro portare veramente Gesù! E, andando di giorno in giorno a portare il pane alla gente con il piccolo figlio della padrona, scoprì il modo di diventare ‘cristoforo’: diventando sacerdote! La storia ci dice che veramente divenne sacerdote, anzi aggiunge che divenne santo. E’ S. Clemente Maria Hofbauer, l’apostolo di Vienna.

Parola di Dio: Ef. 2,19-22; Sal. 18; Lc. 6,12-19

 

Vangelo Lc 6, 12-16

Dal vangelo secondo Luca

Avvenne che in quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. Parola del Signore

 

“NE SCELSE DODICI AI QUALI DIEDE IL NOME DI APOSTOLI”. (Lc. 6,13)

Quando commemoriamo gli apostoli, una delle cose che maggiormente stupisce è l’eterogeneità dei caratteri, la diversità degli ambienti e delle formazioni culturali da cui derivano (ad esempio oggi ricordiamo Simone detto zelota appartenente cioè a quel gruppo che per fedeltà all’ideale teocratico degli ebrei predicavano anche la rivolta armata contro i romani, una specie di moderno integralista e Giuda Taddeo, uno che non riesce a capacitarsi perché Gesù si sia rivelato solo ai discepoli e non al mondo). Gesù non vuole apostoli fatti con lo stampino. L’unità della Chiesa nascente è attorno a Cristo nella differenza delle risposte personali. E se guardiamo alla storia dei santi non ce n’è uno uguale all’altro. Tutti hanno avuto dei doni diversi e tutti hanno manifestato la santità in modo diverso. Non spaventarti, dunque, se ti ritrovi un carattere difficile, se hai dei grossi dubbi, se non capisci tutto: fidati, Dio ha bisogno di te, così come sei!

 

 

MARTEDI’ 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo da Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI PROVVIDENZA PERCHE’ TU SEI AMORE.

 

Hanno detto: Se vuoi essere tutto non cercare di voler essere qualcosa. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Ciò che piace al capo, non sempre piace ai giovani. (proverbio del Camerun)

Un aneddoto: All’alba del 6 agosto 1945, il capitano pilota Roberto Lewis, sul gigantesco aereo americano ‘Enola Gay ‘, riceve l’ordine di alzarsi in volo per una missione importantissima, di cui ignorava la portata. Alle ore 11 attraverso la radio di bordo riceve l’ordine di raggiungere il cielo di Hiroshima e di sganciarvi sopra la bomba n. 1. Ritornato alla base, fu acclamato come un eroe. Ma quando prese coscienza d’aver gettata su Hiroshima la prima bomba atomica e di aver fatto più di centomila morti e migliaia di feriti, incominciò a riflettere seriamente. Si ritirò dalla vita militare per realizzare un solo proposito: «Sono stato mandato ad uccidere centomila fratelli. Basta con la guerra! Voglio lavorare per un mondo d’amore »! E divenne sacerdote, per predicare la pace e l’amore di Dio a tutti gli uomini.

Parola di Dio: Rm. 8,18-25; Sal. 125; Lc. 13,18-21

 

Vangelo Lc 13, 18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami". E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata". Parola del Signore

 

“Il Regno di Dio é simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina”. (Lc. 13,21)

Sovente mi sono chiesto: ma come hanno fatto i santi ad operare cose così grandi? Come hanno fatto il Cottolengo, don Bosco, madre Teresa di Calcutta, padre Maschio dell’india, a far nascere e crescere opere così grandiose? Eppure, leggendo la loro vita, scopro che erano esseri mortali, deboli, poveri come lo sono io. Il segreto dei santi non sta in doti particolari, pur presenti. Non sta neppure nel particolare clima vissuto o nel dono di essere operatori di miracoli il loro segreto è semplice e alla portata di tutti: hanno preso un po’ di lievito (un po’ di Dio, del suo amore) e lo hanno nascosto nella farina (la loro povertà umana) e lo hanno lasciato lì finché tutta la pasta è stata fermentata.

 

 

MERCOLEDI’ 30 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

ABBI PIETA’ SIGNORE DELLE NOSTRE MISERIE.

 

Hanno detto: Il cuore dello stupido è nella sua bocca, ma la bocca del saggio è nel suo cuore. (Benjamin Franklin)

Saggezza popolare: Se tu schiacci le formiche gli elefanti schiacceranno te. (proverbio Africano)

Un aneddoto: « Dopo la morte di mio padre avvenuta nel febbraio del 1941, a poco a poco presi coscienza della mia strada. Lavoravo in fabbrica; mi dedicavo, per quanto lo consentiva il tenore dell’occupazione, alla mia passione per le lettere e per l’arte drammatica. La mia vocazione sacerdotale ha preso corpo in mezzo a tutto ciò, come un fatto interiore, d’una trasparenza indiscutibile e assoluta. L’anno seguente, in autunno, sapevo di essere chiamato. Vedevo chiaramente ciò che avrei dovuto lasciare e la meta che dovevo raggiungere, ‘senza guardarmi indietro’. Sarei diventato prete ». (La vocazione di Giovanni Paolo II)

Parola di Dio: Rm. 8,26-30; Sal. 12; Lc. 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi". Parola del Signore

 

“MA EGLI VI DIRA’: NON VI CONOSCO”. (Lc. 13,26)

Un grosso rischio che corriamo noi cristiani è la presunzione.

Presunzione di sapere tutto di Dio, di voler eludere la sua grandezza e il suo mistero; presunzione di conoscere ogni scelta morale; presunzione di essere gli unici detentori della verità. E la presunzione, uccide la ricerca, la carità, ci fa credere più a noi stessi che a Dio. “lo non vi conosco” dirà Gesù ai presuntuosi: tu hai annunciato te stesso, non me. Tu hai lottato per la supremazia delle tue idee, non per il mio regno; tu hai giudicato con il tuo metro inflessibile e ti sei dimenticato della mia misericordia. Dio invece riconosce chi sa di essere debole, incapace, chi non ha certezze sue proprie ma ripone la sua fiducia unicamente in Lui, chi invece di operare da se stesso, lascia che sia Dio ad operare in Lui.

 

 

GIOVEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI UOMINI E DONNE DEL GRAZIE.

 

Hanno detto: Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione e un'assoluta tolleranza. (Mohandas Karamchand Gandhi)

Saggezza popolare: “Dove c'è abbondanza, c'è povertà". (proverbio Palestinese)

Un aneddoto: Qualche anno fa i giornali portavano anche questo titolo: «Da miss a suora di clausura ». Si parlava di Christine Francis, vincitrice di parecchi concorsi di bellezza. Dopo il noviziato compiuto a Wimborne, in Inghilterra, ora, come suora Cirsterciense, passa la vita al servizio mol­to più onorifico di Dio e della sua Chiesa. Gesù l’ha chiamata ed ella ha risposto di sì! In una intervista a chi si meravigliava della sua scelta, rispose: E’ da quando avevo diciassette anni, che sento la voce del Signore che mi chiama a sé. Sono restata nel mondo ancora sei anni e mi sono goduto quanto è bello nella vita, per saggiare se la mia vocazione era vera. Ora sono qui, in convento. Non ho mai incontrato nessuno che abbia saputo infondermi quel meraviglioso sentimento di pace, di gioia e di tranquillità che cercavo e che ora ho trovato in Dio. Sono emozionata, come una sposa alla vigilia delle nozze. Cosa c’è di meglio che dedicare la propria vita a Gesù?

Parola di Dio: Rm. 8,31-39; Sal. 108; Lc. 13,31-35

 

Vangelo Lc 13, 31-35

Dal vangelo secondo Luca.

In quel giorno si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere". Egli rispose: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!". Parola del Signore

 

“GERUSALEMME, QUANTE VOLTE HO VOLUTO RACCOGLIERE I TUOI FIGLI COME UNA GALLINA LA SUA COVATA SOTTO LE ALI E NON AVETE VOLUTO.” (Lc. 13,34)

Una delle cose che maggiormente commuove leggendo la Bibbia e specialmente i Vangeli è scoprire la tenerezza di Dio. Egli si china su di noi, non è il grande che lascia cadere qualche grazia sul servo, è veramente il Padre che gioisce e soffre nell’accompagnare il cammino del proprio figlio, è proprio come un Padre che per voler bene sul serio lascia che ciascuno di noi trovi la propria strada in mezzo alle difficoltà, ma non ci abbandona, ci tiene d’occhio, freme per noi, è sempre disponibile quando noi lo cerchiamo. Ma, come vediamo nel caso di Gerusalemme, c'è un contrasto terribile tra le cure riservate a quella città e l'ingratitudine e la violenza con cui hanno risposto agli inviati dal Signore. È sempre grave il peccato in ogni sua forma, ma quello dell'ingratitudine ad un amore di predilezione è sicuramente particolarmente doloroso. È il peccato dei prediletti, di un popolo e di una città, che solo per scelta divina dovevano brillare di luce e di grazia e avrebbero dovuto accogliere l'Atteso delle genti come il dono più grande che si potesse desiderare. Invece anche dinanzi al Figlio di Dio continua l'ostilità e già sono in atto trame di morte. Siamo invitati ad un attento esame di coscienza per non cadere nel tremendo errore di ricambiare con l'ingratitudine l'infinito amore che è stato riversato nei nostri cuori.

     
     
 

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