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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

GENNAIO 2012

 

 

DOMENICA 1 GENNAIO:  MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.

Una scheggia di preghiera:

 

RIEMPI IL MIO TEMPO DI TE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Occhio per occhio e tutto il mondo sarà cieco. (Gandhi)

Saggezza popolare: Colui che veste gli abiti degli altri è nudo. (proverbio Arabo)

Un aneddoto: Dissi all'uomo che stava all'inizio dell'anno:  "Dammi una lampada affinché possa inoltrarmi sicuro nell'ignoto". Egli mi rispose: "Esci nella notte e metti la tua mano nella mano di Dio … ti sarà più utile della luce e più sicuro di una strada conosciuta".

Parola di Dio: Num. 6,22-27; Sal. 66; Gal. 4,4-7; Lc. 2,16-21

 

Vangelo (Lc. 2, 16-21)

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, i pastori andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

 

“MARIA DA PARTE SUA SERBAVA TUTTE QUESTE COSE MEDITANDOLE NEL CUORE”. (Lc. 2,19)

I pastori vanno “senza indugio”: li immaginiamo lasciare le loro greggi e muoversi nella notte, fidandosi delle parole dell'angelo, per vedere quel Bambino, e poi tornarsene alle loro dimore, lodando Dio e raccontando quello che hanno visto. Invece Maria non parla, ma tiene tutto nel suo cuore, in una sorta di nuova gravidanza: come aveva tenuto dentro di sé il Figlio di Dio, adesso serba dentro di sé “tutte queste cose”. In questo brano si ripetono verbi che riguardano i sensi: vedere, parlare, udire... Sembra quasi che Luca voglia farci capire quanto la nascita di Gesù coinvolga tutto il nostro essere, tutti i nostri sensi, tutta la nostra esistenza... Non è un evento astratto, che riguarda solo i nostri sentimenti, il nostro animo, non è una ricorrenza da ricordare ogni anno, ma è un fatto reale, concreto, che coinvolge e cambia la nostra vita, così come ha cambiato quella di Maria e Giuseppe e quella dei pastori, così come ha cambiato il corso della storia intera. Quanti modi diversi per iniziare un anno: buttandoci alle spalle le cose vecchie per dimenticarle, bruciando le nostre energie per stordirci, facendoci auguri vuoti... Possiamo iniziare l’anno con Maria: serbando nel cuore ogni avvenimento, meditandolo, cercando la volontà di Dio, essendo disposti a dire il nostro sì. “Grazie, Signore, del tempo, della gioia della tua presenza, grazie, O Signore, anche di quella croce..  non la capisco ancora... ma se la tua Provvidenza l’ha messa sulla mia strada... Aiutami a comprenderla nel tempo che passa, a viverla e a donartela!”

 

 

LUNEDI’ 2 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.

Una scheggia di preghiera:

 

SIA GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO, E ALLO SPIRITO SANTO.

 

Hanno detto: Chiunque consideri la propria e l'altrui vita come priva di significato è non soltanto infelice ma appena degno di vivere (A. Einstein)

Saggezza popolare: Prima di tagliare con la forbice devi pensare cento volte. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Un giorno alcune persone guardando la fotografia di un uomo dal volto severo dicevano: “Costui è sicuramente una persona con cui non si può dialogare, è un uomo severo!”. Poi arrivò un ragazzo e disse: “Questo è mio padre. Ho scattato questa foto mentre era in tribunale e difendeva un povero contadino, privato della sua terra da un ricco: Allora tutti, guardando la foto dicevano: “Che uomo simpatico!”.

Parola di Dio: 1Gv. 2,22-28; Sal. 97; Gv. 1,19-28

 

1^ Lettura 1 Gv 2, 22-28
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna. Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di traviarvi. E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna. E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà e non veniamo svergognati da lui alla sua venuta. Parola di Dio

 

“CHIUNQUE NEGA IL FIGLIO, NON POSSIEDE NEMMENO IL PADRE; CHI PROFESSA LA SUA FEDE NEL FIGLIO POSSIEDE ANCHE IL PADRE”. (1 Gv. 2,23)

Sono troppi, oggi, i cristiani senza Cristo. Quanti battezzati pensano di essere cristiani perché credono in Dio, ma non riconoscono in Gesù suo Figlio? Quanti dicono di essere cristiani ma trascurano i sacramenti, i doni di Gesù? E quanti non credono alla sua e alla nostra risurrezione? E non siamo forse anche noi tra quelli che, pur credendo in Gesù Figlio di Dio, stentiamo a riconoscere la sua presenza nel prossimo che batte alla nostra porta? Gesù, il Padre e lo Spirito sono l’unico Dio. A Filippo che entusiasta delle parole di Gesù gli chiedeva di vedere il Padre, Gesù rispondeva: “Chi vede me ha visto il Padre”. Ogni volta che poniamo il segno di croce su di noi, ci affidiamo al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, ogni sacramento è nel nome della Trinità, la stessa comunità cristiana è unita come sono uniti il Padre, il Figlio, lo Spirito. Dio è così, è famiglia, è unità, e ci invita all’unità proprio perché Dio vuol essere una cosa sola con le sue creature.

 

 

MARTEDI’ 3 GENNAIO: SANTO NOME DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi:Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.

Una scheggia di preghiera:

 

VERO AGNELLO IMMOLATO, SEI IL NOSTRO LIBERATORE, GESU’.

 

Hanno detto: Non è come nasci, ma come muori che rivela a quale popolo appartieni. (Alce nero, capo indiano)

Saggezza popolare: Le tempeste dell’anima sono peggiori delle tempeste del deserto (proverbio egiziano)

Un aneddoto: Una spranga di acciaio vale 4 euro. Se trasformata in ferri di cavallo, ne vale 8. In aghi, ne vale 280. In lame per temperini, ne vale 26.000. In molle per orologi ne vale 200.000. Che tortura deve subire quella povera spranga per arrivare a valere così tanto! Più viene lavorata‚ più viene martellata, e passata attraverso il fuoco, e battuta e pressata e lucidata, più cresce in valore.

Parola di Dio: 1Gv.2,29-3,6; Sal. 97; Gv. 1,29-34

 

Vangelo Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele". Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio". Parola del Signore

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO, ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”. (Gv. 1,29)

Giovanni indicando Gesù come Agnello di Dio ci dà una teologia su chi sia Gesù. L’agnello scelto per il sacrificio a Dio è puro, scelto in mezzo al gregge. Gesù è l’unica risposta pura, pulita, totale che l’umanità può dare a Dio. L’agnello offerto significava tutta la realtà del popolo di Israele: il bello  e il brutto, la fedeltà e le infedeltà. Gesù offre se stesso, la sua bontà, la sua fedeltà al Padre, ma anche la nostra infedeltà al suo amore, i nostri peccati. L’agnello era l’offerta “vicaria”, cioè: io devo offrirmi, io devo lodarti, io devo morire al peccato, ti offro questo agnello che mi sostituisce in tutto. Gesù è Colui che si è caricato il nostro peccato e che va “come agnello innocente al macello” per noi. Quando andiamo a Messa, il sacerdote, come Giovanni ci indica il Pane eucaristico dicendoci proprio queste parole: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”.

Gesù continua ad offrirsi per noi per liberarci dal male e continua a farsi pane, a “farsi consumare” da noi per darci la sua vita.

 

 

MERCOLEDI’ 4 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.

Una scheggia di preghiera:

 

DI GLORIA E DI ONORE MI HAI CORONATO.

 

Hanno detto: Là dove c’è il dolore il suolo è sacro (Oscar Wilde)

Saggezza popolare: Un cammello non prende in giro un altro cammello per le sue gobbe (proverbio Egiziano)

Un aneddoto: Alcuni sommi sapienti disputavano della verità. "La verità", diceva uno, "è ciò che vedo". "La verità", dichiarava un altro, "è ciò che sento nel più profondo di me". "La verità è ciò in cui credo", sosteneva un terzo. "La verità non esiste", protestava un quarto. La Verità, come l'evidenza più ovvia e la più totale semplicità, se la rideva di queste definizioni continuando a mostrare il suo volto a quanti la cercano senza tentare di definirla.

Parola di Dio: 1Gv. 3,7-10; Sal. 97; Gv. 1,35-42

 

Vangelo Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?". Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)" e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)". Parola del Signore

 

“E I SUOI DUE DISCEPOLI SENTENDOLO PARLARE COSI’, SEGUIRONO GESU’”. (Gv. 1,37)

Giovanni ed Andrea erano discepoli del Battista, quindi uomini di buona volontà e già impegnati nelle vie di Dio. Quel giorno, stando col Battista, lo sentono esclamare, rivolto a Gesù: "Ecco l'agnello di Dio!". E' sufficiente perché in essi scatti il bisogno di seguirlo. Essi cercano Dio; quindi, che cosa di meglio che seguire quest'uomo, di cui il loro venerato maestro, il Battista, ha fatto un tale elogio? Riflettiamo un istante: che cosa sarebbe successo se essi non avessero accolto l'ispirazione di Dio a seguire Gesù? Né essi, probabilmente, né Pietro sarebbero diventati suoi discepoli. Le grazie, infatti, sono legate, generalmente, a catena: una tira l'altra. Se non accogliamo la prima, rischiamo di perdere tutte le altre. Se non avessero seguito Gesù sarebbe stato una perdita enorme anche per noi. Dobbiamo essere sempre aperti alle ispirazioni. Esse arrivano continuamente e nei modi più impensati. Anche ora Dio potrebbe sollecitare il nostro cuore. E allora occorre essere vigilanti e dirgli subito il nostro sì. I santi hanno scoperto la loro via - spesso nuova e rivoluzionaria - per aver risposto ad un primo appello. Il seguire la voce dello Spirito - che parla nel nostro cuore attraverso i mille richiami delle situazioni - mette alla guida della nostra navicella un pilota divino, lo Spirito Santo. Egli ci toglie dal vuoto della nostra vita, la rende non più piatta, insipida, noiosa, ma ne fa una divina avventura, ne fa un capolavoro divino. Capolavori divini e umani, insieme, sono, infatti, tutti i nostri santi. Così saremo anche noi se incominceremo fin da ora a seguire questa voce interiore.

 

 

GIOVEDI’ 5 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAI SENSI DI COLPA INUTILI

 

Hanno detto: Il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza. L’indifferenza riduce l’altro a nulla, avvelena la terra,  è la linfa del male. (Ermes Ronchi)

Saggezza popolare: Quando c’è una meta anche il deserto diventa strada. (proverbio Tuareg)

Un aneddoto: Di un uomo dalle ricche e molteplici doti si diceva che era di una grande umiltà poiché rifuggiva le lodi, disdegnava gli onori, detestava l'ammirazione. Viveva appartato. Non si apriva con nessuno, anche se era solito osservare ed ascoltare gli altri. Pur disponendo di mezzi, conduceva una vita frugale. Un giorno, tra le molte sue attività, ne scelse una cui non aveva ancora potuto dedicarsi: scrisse un libro, un libro sull'umiltà. Ebbe un grandissimo successo. E anche se apparve anonimo, nessuno ebbe alcun dubbio che fosse lui l'autore. Lucida, profonda e appassionata, l'opera colpì i cuori e commosse le anime. "Solo una grande umiltà vissuta, fatta tutt'uno con sé, poteva far nascere un'opera simile", commentarono tutti. Tutti tranne uno, che sapeva guardare dietro le apparenze. Letto il libro, fu felice dei frutti che avrebbe dato. Ma non poté nascondersi questo pensiero: "Solo una grande superbia vissuta, fatta tutt'uno con sé, ha potuto dar vita un'opera simile". Egli era fra quei pochissimi che sanno come, diversamente da quanto appaia, dietro a molte opere sante si nascondano sovente uomini peccatori.

Parola di Dio: 1Gv. 3,11-21; Sal. 99; Gv. 1,43-51

 

1^ Lettura 1 Gv 3, 11-21
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio. Parola di Dio

 

“DIO E’ PIU’ GRANDE DEL NOSTRO CUORE E CONOSCE OGNI COSA” (1Gv. 3,20)

Spesso abbiamo nei nostri confronti, e di conseguenza, verso il nostro prossimo, una severità eccessiva: non ci perdoniamo di non essere come vorremmo o come pensiamo che Dio ci voglia, non accettiamo i nostri limiti, ci facciamo schiacciare dal senso di colpa per i nostri peccati, pretendiamo da noi cose che nemmeno il Signore ci comanda. Ci buttiamo nell’attività o nella preghiera quasi per meritarci l’amore del Signore che, al contrario è gratuito e dona serenità e libertà interiore. E’ allora proprio quello il momento di fidarci: qualunque cosa il nostro cuore possa rimproverarci, Dio è più grande del nostro cuore. Egli conosce ogni cosa, le nostre fatiche, i nostri peccati, le tante ferite della nostra vita. Conosce tutto e tutto può sanare, perdonare, accogliere. Dio non si aspetta da noi la perfezione, ma la fiducia nella sua bontà. Lo scoraggiamento perciò non ha diritto di albergare nel nostro cuore. Certo può affacciarsi alla soglia ma, poi, può essere cacciato indietro dal nostro costante metterci nelle mani di Dio. Se diamo spazio all’idea che abbiamo di noi stessi e di come dovremmo essere senza confrontarci con quello che Gesù ci ha detto di noi, allora vivremo sempre scontenti. Ma se il punto di riferimento non saranno più solo i nostri pensieri, allora la gioia del Signore sarà la nostra forza, perché Dio è più grande del nostro cuore.

 

 

VENERDI’ 6 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI

 

Hanno detto: Il cristiano è l’uomo che non è mai scoraggiato perché è sempre perdonato. (Regola di Taizé)

Saggezza popolare: Mettiti in cammino anche se non ti piace: Quando arriverai, l’ora ti sarà comunque gradita. (Proverbio Tuareg)

Un aneddoto: Il maestro sosteneva di avere un libro che conteneva tutto ciò che era concepibile conoscere su Dio. Nessuno aveva mai visto il libro finché uno studioso in visita, a forza di insistenti preghiere, lo sottrasse al maestro. Se lo portò a casa e lo aprì ansiosamente...Ogni pagina del libro era bianca."Ma il libro non dice niente", protestò lo studioso."Lo so", rispose il maestro soddisfatto, "ma guarda quante cose suggerisce!"

Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12

 

Vangelo Mt 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore

 

“DOV’E’ IL RE DEI GIUDEI CHE E’ NATO?” (Mt. 2,2)

La domanda dei magi: “Dov’è il re dei Giudei” è una domanda che in mille modi diversi va ripetendosi in ogni angolo della terra e lungo tutti i secoli: “Dov’è la felicità? Dove la sicurezza? Dove la verità? Dov’è la risposta ai tanti interrogativi del cuore?” Spesso la stella della verità si nasconde o sembra scomparire, o appare un qualcosa di molto lontano. Ma la fede semplice, l’abbandono alla parola di Dio ci guiderà verso la risposta, così come condusse i magi alla grotta. E lì ecco la sorpresa: quale differenza tra il Re che ci saremmo aspettati e quella semplice famigliola! Il Re è un neonato sottomesso a tutte le necessità della condizione umana: povertà, fame, freddo, insicurezza materiale. Ma quella luce che già aveva accompagnato i magi illumina anche interiormente i veri ricercatori. Chiediamoci: “Dove cerco il mio re? Sono capace di riconoscerlo quando si presenta nella mia vita? Riesco ad andar fuori dai miei schemi precostituiti per accoglierlo così com’è? Mi lascio guidare e illuminare interiormente? I Magi offrirono i segni della loro riconoscenza al Re che cosa so offrirgli io?

 

 

SABATO 7 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, IN GESU’ CI HAI INCORONATI COME FIGLI

 

Hanno detto: Il male non esiste per essere compreso ma per essere combattuto. (Leonardo Boff)

Saggezza popolare: Meglio passare una notte con la collera che con il rimorso. (proverbio Tuareg)

Un aneddoto: Giovanna d'Arco sentiva delle voci provenienti dal Signore. Il Delfino ne era infastidito. "Oh, le tue voci, le tue voci" si lamentava. "Perché le voci non giungono a me? Sono io il re, non tu". "Le voci arrivano anche a te, Delfino" rispondeva Giovanna, "ma tu non le ascolti. Tu non ti siedi di sera nel campo per ascoltarle. Quando suona l'Angelus ti fai il segno della croce e tutto finisce li per te; ma se tu pregassi dal profondo del cuore e se ascoltassi il tintinnio delle campane nell'aria anche quando hanno smesso di suonare, sentiresti anche tu le voci come le sento io".

Parola di Dio: 1Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25

 

1^ Lettura 1Gv 3, 22 - 4,6

dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo

Carissimi qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato. Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore. Parola di Dio

 

“VOI SIETE DA DIO”. (1Gv. 4,4)

Più volte nelle sue lettere Giovanni ripete questo concetto: “Voi siete da Dio”, “Siete sue creature”. Ogni uomo è un’opera d’arte di Dio nella quale rimangono sempre percepibili i tratti caratteristici dell’autore che l’ha plasmata. Siamo da Lui perché Gesù ci ha riportati al Padre con l’atto più sublime dell’amore: donarci la sua vita. Siamo da Dio perché con il Battesimo ci siamo rivestiti di Cristo, siamo diventati sua dimora, capaci di amare con l’amore di Cristo, di sperare della sua speranza invincibile, di dire “credo” per sempre. Siamo da Dio perché resi degni della Comunione con Cristo. Siamo da Dio perché chiamati alla vita che dura per sempre con Lui. Se siamo da Dio, siamo ricchi di una ricchezza inesauribile. Il nostro compito, dunque, è vivere come persone che sono da Dio. Questo devono leggere nelle nostre parole, nei nostri gesti, nei nostri pensieri e anche nei nostri silenzi, coloro che ci incontrano.

 

 

DOMENICA 8 GENNAIO: BATTESIMO DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL QUOTIDIANO, SALVACI, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto e il valore di niente. (Oscar Wilde)

Saggezza popolare: Delle tribù gli uomini sono la lana, ma sono le donne a tesserne la trama. (proverbio di Abu Dhabi)

Un aneddoto: "Ecco il problema", disse un monaco ai suoi novizi: "Un uomo gioca a scacchi con una macchina potentissima. Chi l'ha costruita l'ha avvisato: "Non potrai mai vincere". Ed egli lo sa. E tuttavia continua a giocare. Chi mi sa dire il perché?" Rispose uno: "Gioca perché spera che la macchina si rompa". Disse un altro: "Gioca perché pensa che chi l'ha costruita possa averlo ingannato". E un terzo: "Gioca perché in cuor suo non crede di poter perdere in eterno". Disse finalmente il monaco: "Semplicemente, gioca per il piacere di giocare".

Parola di Dio: Is. 55,1-11; Cantico da Is. 12,2-.6; 1Gv. 5,1-9; Mc. 1,7-11

 

Vangelo Mc 1, 7-11

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni predicava dicendo: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”. In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Parola del Signore

 

“IN QUEI GIORNI GESÙ VENNE DA NAZARETH DI GALILEA E FU BATTEZZATO NEL GIORDANO DA GIOVANNI”. (Mc 1,9).

Inizia così la vita pubblica di Gesù: senza splendore, senza gloria, senza nome. E così, presso il Giordano, egli è davvero l'uomo comune, l'uomo la cui esistenza assomiglia tanto alla ripetizione uguale di un destino che è di tutti. Accade anche a noi, spesso, di trovarci in questa condizione. Anche noi, infatti, sentiamo tanto comune e ordinaria la nostra vita quotidiana: il nostro destino ci appare, di solito, scontato e prevedibile. Vorremmo allora quasi fuggire da questo destino comune, vorremmo liberarci dalla banale mediocrità di ogni giorno, e magari sogniamo una vita diversa, con amici diversi, in un mondo diverso. E dunque ci colpisce l'immagine di Gesù che si mette in fila con i suoi comuni fratelli per ricevere quel comune battesimo di penitenza. Quest'uomo non afferma la propria dignità proclamandola, ma ignorandola del tutto, e lasciando che un Altro, Dio stesso, se ne occupi per lui. Egli non afferma la propria innocenza separandosi dai comuni peccatori, ma sentendo compassione per i peccatori, sentendo il loro comune peccato come realtà che lo riguarda, che pesa sulle sue stesse spalle. E appunto per questo – per non aver temuto questa mescolanza con tutti, per aver anzi amato questa solidarietà con tutti – appunto per questo Gesù meritò di vedere i cieli aperti e lo Spirito discendere su di lui; soprattutto meritò di udire quella voce dal cielo che diceva il suo nome, quella voce che lo riconosceva quale Figlio: “Tu sei il Figlio mio prediletto”. E allora abbandoniamo il nostro disgusto nei confronti del comune destino che ci aspetta; dimentichiamo i nostri sogni di mondi diversi e fantastici: solo in questa nostra vita comune e a volte anche banale, solo qui, mescolati ai nostri fratelli peccatori, Dio potrà riconoscerci come figli  e potrà chiamarci per nome.

 

 

LUNEDI’ 9 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI UN DIO FEDELE E MISERICORDIOSO.

 

Hanno detto: Una tomba è troppo piccola per contenere il mio amore. Risorgerò. (Valentino Salvoldi)

Saggezza popolare: Un nobile cuore non può godere della fortuna tolta ad altri. (proverbio arabo)

Un aneddoto: A causa di un incidente automobilistico, un ragazzo spagnolo di 18 anni fu costretto ad abbandonare una promettente carriera come portiere nella squadra del Real Madrid. Dovette così passare quasi due anni su una sedia a rotelle. Mentre era in ospedale un’infermiera gli regalò una chitarra e lui cominciò a coltivare un interesse per la musica. Qualche anno più tardi vinse un concorso con la sua canzone “La vida sigue igual” (La vita va avanti). Questo successo lo portò al suo primo contratto di registrazione e aprì una nuova carriera per Julio Iglesias.

Parola di Dio: 1Sam. 1,1-8; Sal.115; Mc. 1,14-20

 

Vangelo Mc 1, 14-20

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore

 

“IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”. (Mc. 1,15)

I primi 20 versetti del Vangelo di Marco vanno considerati come un prologo all'intero Vangelo; infatti, anche se descrivono i primi episodi della vita di Gesù (il battesimo nel Giordano e le tentazioni nel deserto), indicano la prospettiva generale nella quale leggere tutta la storia di Gesù. 1 Con Gesù è arrivato il Regno di Dio. Occorre, quindi, essere pronti a riceverlo. 2 Il Messia non si mette al di fuori della storia degli uomini: al contrario solidarizza con essa e l'assume. Entra nel movimento penitenziale del suo popolo Si lascia coinvolgere nella lotta tra il bene e il male che caratterizza la storia degli uomini: ed ecco le tentazioni. 3 Fra Cristo e Satana, fra Regno di Dio e regno del mondo vi è un contrasto irriducibile. Il Messia è solidale con la storia, ma non con la logica di Satana che spesso la guida; proprio perché è dalla parte dell'uomo, non n'accetta il peccato.

È sempre difficile per il cristiano trovare la giusta misura (ma potremmo anche parlare di giusta 'originalità') nel suo modo di porsi dentro la storia. Due modi sarebbero facili (e proprio per questa loro facilità e chiarezza diventano tentazioni): il conformismo e la fuga. Ma la storia del Figlio di Dio – che è il modello dell'originalità divina – non permette né l'uno, né l'altra: il discepolo non può accettare il conformismo (non sarebbe più, in tal modo, portatore della 'novità' del Regno), e neppure può salvare la sua diversità nella fuga, evitando lo scontro (non sarebbe più segno della 'solidarietà' di Dio), bensì deve esprimere se stesso in uno sforzo (assai scomodo) di partecipazione motivata.

 

 

MARTEDI’ 10 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA, SIGNORE, E’ PAROLA DI VITA

 

Hanno detto: Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo. (Voltaire)

Saggezza popolare: Se tutte le formiche si riunissero finirebbero di sopraffare anche i temibili leoni. (proverbio Persiano)

Un aneddoto: L’orologiaio stava per sistemare il pendolo di un orologio, quando, con sua grande sorpresa, lo sentì parlare. “Per favore, signore, mi lasci stare”, supplicava il pendolo, “Pensi a quante volte dovrò battere notte e giorno. Tanti battiti al minuto, sessanta minuti all’ora, ventiquattro ore al giorno, trecento sessantacinque giorni all’anno. Anno dopo anno… milioni di colpi. Non ce la farò mai”. Ma l’orologiaio gli diede una risposta molto saggia: “Non pensare al futuro. Batti un colpo per volta e te li godrai fino alla fine dei tuoi giorni” E’ proprio ciò che il pendolo decise di fare ed ancora sta battendo, felice, il tempo.

Parola di Dio: 1Sam. 1,9-20; Cantico da 1Sam. 2,1.4-8; Mc. 1,21-28

 

Vangelo Mc 1, 21-28

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio". E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore

 

“GESU’ INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITA’ ”. (Mc. 1,22)

Gesù inizia il suo ministero apostolico a Cafarnao e la gente che lo ascolta e lo vede agire si rende subito conto che parla con autorità. Noi siamo abituati a sentire tante parole; molte sono parole di servizio che recepiamo per l’immediato e poi le dimentichiamo; molte non le ascoltiamo neppure e scorrono su di noi come l’acqua sulla pietra; altre ci incuriosiscono, poche hanno il potere di penetrare in noi e cambiare la nostra vita. Gesù è la parola di Dio, che ha cambiato la vita di tanti uomini e donne che sono diventati grandi santi. Dio ci ha parlato attraverso le scritture ma Gesù è la parola definitiva. I vangeli non sono dei semplici raccontini, sono parole destinate a cambiare la storia di tutti i tempi, di tutti i secoli. La parola di Dio, però richiede un atteggiamento di ascolto, di accoglienza, di accettazione cordiale. Con la sua parola, piena di autorità Gesù guarisce i malati, risuscita i morti, scaccia i demoni, consola i tristi, porta pace ai cuori. La sua parola vuole operare un cambiamento in noi e, per renderla efficace occorre solo la nostra fede. Crediamo nella potenza della parola di Gesù? I Sacramenti sono gesti che Gesù opera oggi, destinati alla guarigione dello spirito. Come ricerco e come accolgo questi segni?

 

 

MERCOLEDI’ 11 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ASCOLTA LA MIA PREGHIERA.

 

Hanno detto: Il modo migliore per realizzare un sogno è quello di svegliarsi. (Paul Valéry)

Saggezza popolare: La piccola formica non teme mai la carestia; il leone nonostante i denti aguzzi e gli artigli acuminati, non sempre trova da mangiare. (proverbio Persiano)

Un aneddoto: Un uomo chiese a Dio un fiore e una farfalla. Dio gli diede un cactus e un bruco. L’uomo fu deluso pensò che Dio aveva tante cose da fare e che non pensava a lui. Mise via i doni e non pensò più a Dio. Ma passati alcuni giorni andò e vedere dove li aveva lasciati e scoprì che il cactus era fiorito con un fiore meraviglioso e il bruco era diventato una splendida farfalla.

Parola di Dio: 1Sam. 3,1-10.19-20; Sal. 39; Mc. 1,29-39

 

Vangelo Mc 1, 29-39

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore

 

“SI RECO’ IN LUOGO DESERTO E LA' PREGAVA”. (Lc. 1,35)

Con il Vangelo di oggi, Marco ci porta nel ‘quotidiano’ di Gesù. E’ una giornata intensa quella di Gesù: passa quasi tutti il suo tempo guarendo e predicando. Si dedica a tutti con attenzione e in pieno spirito di servizio. Ma ci colpisce che in questa giornata così piena ci sia più volte posto per la preghiera, prima alla sinagoga, poi al mattino presto, prima di iniziare la sua attività. L’orazione è il centro che da senso e forza a tutto l’agire di Gesù, e questo è un grande insegnamento per noi. Gesù, di per sé non aveva bisogno della preghiera come la intendiamo noi. E’ proprio della nostra natura umana, l’aver bisogno e ricercare questa unione ma è anche una sfida continua. Chiunque si dedichi con costanza alla preghiera lo avrà sperimentato. Ci sono momenti in cui pregare è un piacere e lo si sente come una vera necessità. In altri momenti, al contrario sembra un combattimento con la nostra immaginazione e con i nostri stati d’animo. L’esempio di Gesù è uno stimolo a dedicarci con costanza alla preghiera anche, quando necessario, attraverso un atto di volontà.

 

 

GIOVEDI’ 12 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE DA CHI ANDREMO? TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: La vita, senza una meta, è vagabondaggio. (Seneca)

Saggezza popolare: Incarica un guardiano di sorvegliare i tuoi gioielli, ma non incaricare mai nessuno di sorvegliare i tuoi segreti. (proverbio Persiano)

Un aneddoto: Durante la seconda guerra mondiale un uomo restò alla deriva su una zattera per ventuno giorni, prima di essere salvato. Quando gli chiesero se l’esperienza gli avesse insegnato qualcosa rispose: “Sì, se solo potrò avere cibo ed acqua in abbondanza, sarò pazzamente felice per il resto dei miei giorni”.

Parola di Dio: 1Sam. 4,1-11; Sal. 43; Mc. 1,40-45

 

1^ Lettura 1 Sam 4, 1-11

Dal primo libro di Samuele.

In quei giorni i Filistei si radunarono per combattere contro Israele. Allora Israele scese in campo a dar battaglia ai Filistei. Essi si accamparono presso Eben-Ezer mentre i Filistei s'erano accampati in Afèk. I Filistei si schierarono per attaccare Israele e la battaglia divampò, ma Israele ebbe la peggio di fronte ai Filistei e caddero sul campo, delle loro schiere, circa quattromila uomini. Quando il popolo fu rientrato nell'accampamento, gli anziani d'Israele si chiesero: “Perché ci ha percossi oggi il Signore di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici”. Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio degli eserciti che siede sui cherubini: c'erano con l'arca di Dio i due figli di Eli, Cofni e Pìncas. Non appena l'arca del Signore giunse all'accampamento, gli Israeliti elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra. Anche i Filistei udirono l'eco di quell'urlo e dissero: “Che significa il risuonare di quest'urlo così forte nell'accampamento degli Ebrei?”. Poi vennero a sapere che era arrivata nel loro campo l'arca del Signore. I Filistei ne ebbero timore e si dicevano: “E’ venuto il loro Dio nel loro campo!”, ed esclamavano: “Guai a noi, perché non è stato così né ieri né prima. Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga l'Egitto nel deserto. Risvegliate il coraggio e siate uomini, o Filistei, altrimenti sarete schiavi degli Ebrei, come essi sono stati vostri schiavi. Siate uomini dunque e combattete!”. Quindi i Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fu costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte d'Israele caddero tremila fanti. In più l'arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Cofni e Pìncas, morirono. Parola di Dio

 

"PERCHE’ CI HA PERCOSSI OGGI IL SIGNORE DI FRONTE AI FILISTEI?". (1Sam. 4,3)

La domanda era posta bene. La risposta è stata sbagliata. Il motivo della sconfitta risiedeva nel loro allontanamento dal Signore. Gli ebrei han creduto di costringere Iddio ad intervenire portando l'Arca dell'Alleanza (quello che per noi potrebbe essere l'Eucarestia) nell'accampamento. Credevano di costringere, così, Dio ad intervenire salvando loro stessi e l'Arca. Ma i piani di Dio non sono i piani dell'uomo. Non c'è nulla che possa salvare l'uomo, se non la conversione e la misericordia di Dio, che va invocata con sincerità e pentimento. Quella degli ebrei è una tipica mentalità pagana, che riduce Dio a servo dell'uomo e la religione a pura pratica esteriore. Già nell'AT il Signore chiede una religione del cuore; preferisce la misericordia, l'amore ai sacrifici. Attraverso i profeti molte volte ha rigettato i loro sacrifici e il loro culto. Gesù cammina su questo filone. Egli interiorizza fino alle estreme conseguenze la religione e il culto. Non ci salverà il nostro esser cristiani, l'aver conversato con lui, aver operato miracoli nel suo nome. Se non c'è la vita profonda - il vivere la Parola - ci risponderà: "Andate… non vi conosco, operatori di iniquità!". Tremenda prospettiva!

 

 

VENERDI’ 13 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

VENIAMO DA TE, O SIGNORE, CON IL CUORE PIENO DI GIOIA,

 

Hanno detto: Niente è più brutto di una parola d'amore pronunciata freddamente da una bocca annoiata. (Nagib Mahfuz)

Saggezza popolare: Hanno dato una rosa ad un asino, invece di annusarla l’ha mangiata. (proverbio Persiano)

Un aneddoto: Una bottegaia di un negozio di detersivi così commentava un giorno con una sua cliente: “Il Vangelo dei cristiani non è poi così buono perché c’è ancora tanta gente cattiva.” “Io credo invece che non è buono il sapone che lei vende perché c’è ancora tanta sporcizia nel mondo.” Rispose la cliente indicando dei bambini inzaccherati che giocavano nel parco polveroso. “Il mio sapone è buono!” replicò stizzita la bottegaia, “ma bisogna usarlo sempre!” “Giusto!” disse la cliente “proprio così, lo stesso vale per il Vangelo.”

Parola di Dio: 1Sam. 8,4-7.10-22; Sal. 88; Mc. 2,1-12

 

Vangelo Mc 2, 1-12

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino disse al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”. Parola del Signore

 

“SI RADUNARONO TANTE PERSONE DA NON ESSERCI PIU’ POSTO NEANCHE DAVANTI ALLA PORTA”. (Mc. 2,2)

Intorno a Gesù c'è sempre più gente, la folla si raduna ovunque egli vada per ascoltare la sua parola e per essere guarita. Questo brano ci da proprio un'immagine precisa di quanto Gesù fosse seguito da una moltitudine di persone. Non c'è posto per entrare nella casa dove il maestro si è messo ad insegnare, ma queste quattro persone che vogliono portare il paralitico al cospetto di Gesù, non si perdono d'animo e lo calano addirittura dal tetto pur di arrivare al Signore. Gesù è colpito dalla fede e dalla speranza che accompagna questo malato, una fede che non si arrende di fronte a niente e che riceve in dono una guarigione maggiore di quella richiesta. Il malato anelava ad essere sanato nel corpo, Gesù guarisce anche la sua anima perdonando i suoi peccati. Questo meraviglioso gesto del Signore però, suscita scandalo nel "legalismo" con i paraocchi degli scribi, tanto da accusarlo addirittura di bestemmia "Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?" pensano. Ma Gesù non è un semplice taumaturgo, egli è il Figlio, il prediletto, che ha potere su ogni cosa perché ogni potere gli è stato dato dal Padre. La folla che si accalca intorno a Gesù è il simbolo di tutta l'umanità in cerca di qualcosa di più grande e di più vero, qualcosa che vada al di là della semplice esistenza umana. In tutti i tempi l'uomo ha cercato e cerca Dio, l'uomo ha bisogno dell'incontro profondo, intimo, personale con il Signore. Perché ha bisogno di sperare e di credere che non c'è solo questo mondo e questo corpo, ma che la vita vera è oltre e altro. Le parole di Gesù sono il punto fermo per trovare questo qualcosa, per dare un senso che vada al di là di questa vita terrena. Il Signore viene a portare una guarigione che nessun mezzo umano, nessuna intelligenza terrena può riuscire a dare: la guarigione dell'anima. Ecco quale fede Dio ci chiede, la fede che cerca una salute più importante , la fede che crede in una salvezza che coinvolge corpo e spirito.

 

 

SABATO 14 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’, SIGNORE, CHE RISPONDIAMO CON GENEROSITA’ ALLE TUE CHIAMATE.

 

Hanno detto: L'anima è la più angosciante spia che un nemico possa mandare. (Emily Dickinson)

Saggezza popolare: Una vita dura una generazione, il buon nome per sempre. (Proverbio Giapponese)

Un aneddoto: Un famoso schermidore di sciabola Giapponese, si recò da un maestro zen e non senza una certa aria di trionfo gli disse che tutto ciò che esiste è il vuoto, che niente distingue io da tu, e così via. Il Maestro lo ascoltò un po’ in silenzio, poi prese la pipa e con forza colpì il capo del guerriero. L’uomo scattò in piedi e, impugnando l’arma, minacciò il monaco. “Ecco”, disse costui mantenendo una grande calma, “il vuoto va subito su tutte le furie”.

Parola di Dio: 1Sam. 9,1-4.17-19.26; Sal. 20; Mc. 2,13-17

 

Vangelo Mc 2, 13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?”. Avendo udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”. Parola del Signore

 

“VIDE LEVI, IL FIGLIO DI ALFEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE E GLI DISSE: SEGUIMI”. (Mc, 2,14)

Al banco delle imposte si presentavano in tanti di solito di malumore e riluttanti a pagare. Ma una mattina nei pressi di quel banco passa un giovane rabbì, ma non è lì per pagare, è lì per chiedere. Fissando negli occhi l’esattore Levi, pronuncia il suo invito: “Seguimi!”. Il maestro non spreca parole, non promette alcunché ma lancia un invito che suona quasi come un comando e quel giovane, un noto “peccatore” con una vita e un lavoro poco raccomandabili, non sa resistere all’ invito. “Alzatosi lo seguì”. Avviene spesso così in cuori giudicati da tutti come duri e ostinati: si annida in essi il seme di una grande capacità di amore, di una grande capacità di bene. Sono cuori assetati di eternità, ma ingabbiati da pregiudizi e da mancanza di stimoli, esempi e proposte di bene, e se ne stanno seduti al banco del proprio peccato. Manca loro una proposta coraggiosa e forte come quel “Seguimi” di Gesù. Anche come cristiani dovremmo superare i pregiudizi che a volte ci tengono lontani dai cosiddetti “peccatori”, dovremmo sentire di più il fatto che Gesù stesso ci manda per offrire loro la possibilità di guarire, ma per questo dobbiamo aprire gli occhi e scoprire, come Gesù, che ogni cuore,ogni uomo può essere un apostolo.

 

 

DOMENICA 15 GENNAIO: 2^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi:San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, O SIGNORE, PERCHE’ IL TUO SERVO TI ASCOLTA.

 

Hanno detto: Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore. (Alessandro Manzoni)

Saggezza popolare: Quando il carattere di un uomo ti sembra indecifrabile, guarda i suoi amici. (proverbio Giapponese)

Un aneddoto: Si racconta che il famoso rabbi Zousya giunto quasi al termine della sua vita abbia pronunciato le seguenti parole: “Nel mondo a venire, la domanda che mi sarà rivolta non è: perché non sei stato Mosè? No. La domanda che mi sarà rivolta è: perché non sei stato Zousya?”.

Parola di Dio: 1Sam. 3,3-10.19; Sal. 39; 1Cor. 6,13-15.17-20; Gv. 1,35-42

 

1^ Lettura 1Sam 3, 3-10. 19

Dal primo libro di Samuele

In quei giorni, Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. Allora il Signore chiamò: "Samuele!" e quegli rispose: "Eccomi", poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!" e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quegli rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!". In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta". Samuele andò a coricarsi al suo posto. Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Parola di Dio

 

“SE TI CHIAMERA’ ANCORA DIRAI : PARLA SIGNORE, PERCHE’ IL TUO SERVO TI ASCOLTA”. (1Sam 3,9)

Nella scena della chiamata di Samuele i personaggi sono tre: Samuele, Eli e Dio. Eli fa da ponte, da guida spirituale: aiuta Samuele ad ascoltare Dio sapendo che non sempre la voce del Signore è immediatamente riconoscibile. Non sapeva cosa il giovane avrebbe dovuto fare, né poteva in qualche modo indirizzarlo a sua piacimento, sapeva però, che il suo compito era quello di aiutarlo a leggere i segni di Dio nella sua vita e di portarlo a purificare il cuore, per renderlo sempre più disponibile a qualsiasi chiamata. Trovare una buona guida spirituale è una grazia da chiedere ogni giorno. Spesso ci si lamenta di non trovarla, a volte anche a ragione, perché purtroppo sono poche le persone che conoscono le “leggi” dello spirito e che, a loro volta, si sono fatte accompagnare nel loro cammino acquistando una sapienza nuova secondo Dio. Ma è anche vero che noi talvolta ci limitiamo a cercare qualcuno solo per risolvere un problema che ci assilla, e non per essere accompagnati in un desiderio di crescita interiore e di santità. Samuele, al contrario, non era giunto al tempio per risolvere una sua situazione, o per semplice lavoro. Era lì per cercare e servire il Signore.

 

 

LUNEDI’ 16 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, IL MIO PARLARE SIA SI’ SI’, NO NO.

 

Hanno detto: Per un vero uomo religioso nulla è tragico. (Ludwig Wittgenstein)

Saggezza popolare: Non tutte le donne sposate sono mogli. (proverbio Giapponese)

Un aneddoto: Un maestro zen, avendo saputo che un suo discepolo non toccava cibo da tre giorni, gli chiese la ragione di quel digiuno. “Cerco di lottare contro di me”, fu la risposta del discepolo. “Cosa difficile”, disse il maestro scuotendo il capo. “E con lo stomaco vuoto deve essere ancora più difficile”.

Parola di Dio: 1Sam. 15,16-23; Sal.49; Mc. 2, 18-22

 

Vangelo Mc 2, 18-22

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”. Parola del Signore

 

“NESSUNO CUCE UNA TOPPA DI PANNO GREZZO SU UN VESTITO VECCHIO; ALTRIMENTI IL RATTOPPO NUOVO SQUARCIA IL VECCHIO E SI FORMA UNO STRAPPO PEGGIORE”. (Mc. 2,21)

In questo esempio molto concreto e ‘quotidiano’ usato da Gesù c’è un insegnamento per la vita spirituale. Nella vita si commettono errori, si provocano degli “strappi”, e talvolta si cerca di rimediare con superficialità o poca coerenza. Magari abbiamo promesso qualcosa che poi non abbiamo saputo mantenere e cerchiamo di giustificarci con bugie e accomodamenti. Oppure, se abbiamo offeso qualcuno, tentiamo di rimediare elargendo lodi insincere; si tratta di ‘rammendi’ che addirittura peggiorano gli ‘strappi’ e non è saggio continuare così. Si dice che le bugie hanno le gambe corte oppure che tutti i nodi vengono al pettine. Così, quando non si vive come si pensa, si finisce col pensare come si vive. La coerenza e la trasparenza di vita non vanno di moda: la tentazione delle scorciatoie che, però, portano a vicoli ciechi, è sempre a portata di mano. Si presentano spesso come soluzioni immediate, ma alla fine “si pagano le fatture con gli interessi”. Il vangelo è la ‘buona novella’, la parola nuova che ha bisogno di cuori nuovi che la accolgano e di una vita che la metta in pratica. La vita evangelica è caratterizzata dalla trasparenza, dalla semplicità e dalla gioia. Tutto ciò che non ha queste caratteristiche è vita vecchia, marcia, fatta di bugie e inganni, e i suoi frutti sono come gli otri vecchi, rotti, vuoti, incapaci di contenere e conservare il vino nuovo della vita di Cristo.

 

 

MARTEDI’17 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Non uscire fuori di te, rientra in te stesso; la verità sta nell'intimo dell'anima umana. (Sant'Agostino)

Saggezza popolare: Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo. (proverbio Giapponese)

Un aneddoto: Un giorno S. Domenico esorcizzando un ossesso rivolse al demonio questa domanda: "O brutta bestia, non si è mai segnalato qualche devoto di Maria che sia stato condannato all'inferno…?". Il demonio non rispondeva. Alla fine, forzato dal comando del santo, rispose: "Confesso a malincuore che fino ad ora non è venuto all'inferno nessuno che sia stato vero devoto di Maria e mai verrà ".

Parola di Dio: 1Sam 16,1-13; Sal. 88; Mc. 2,23-28

 

Vangelo Mc 2, 23-28

Dal vangelo secondo Marco.

Avvenne che, in giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: “Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?”. Ma egli rispose loro: “Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?”. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato”. Parola del Signore

 

“PERCHE’ ESSI FANNO DI SABATO CIO’ CHE NON E’ PERMESSO?”. (Mc. 2,24)

Ecco ancora un episodio che avviene in giorno di sabato, giorno in cui secondo la tradizione ebraica era vietato fare qualsiasi tipo di lavoro e strappare delle spighe per mangiare era considerato un lavoro. Gesù per rispondere cita un passo dell’Antico Testamento nel quale anche il re David viola la Legge. Tuttavia Gesù vuole affermare la libertà dell’uomo, riscoprendo il vero significato del sabato, che è dato da Dio come tempo per l’uomo, per la sua “libertà”, per trovare la pienezza della sua vita. La liberazione, la salvezza, la libertà…. Sono temi ricorrenti nella Scrittura, nell’Antico come nel Nuovo Testamento. Per questo li usiamo spesso senza riflettere troppo. In realtà sono concetti grossi, che ci pongono molti interrogativi. Quale liberazione cerco? Da cosa e per cosa vorrei essere salvato? Che cosa significa per me libertà? Sono domande importanti che riguardano la nostra umanità, la sorte di milioni di uomini e donne sulla terra, ma anche la nostra vita di credenti. Cosa è in fondo, la salvezza che Dio promette e che ci fa parlare di Gesù come del Salvatore?

 

 

MERCOLEDI' 18 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI SIGNORE, MANI PER CONDIVIDERE E BENEDIRE.

 

Hanno detto: Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. (Fabrizio De Andrè)

Saggezza popolare: Domandare non costa che un istante di imbarazzo, non domandare è essere imbarazzati per tutta la vita. (Proverbio Giapponese)

Un aneddoto: Un giorno un padrone disse ai suoi schiavi: “Siete liberi”. “Come!”, esclamarono gli schiavi, “Non spetta a te decidere. L’iniziativa deve partire da noi, altrimenti non conta assolutamente nulla!”. “E allora decidete voi”, disse il padrone. “Come!”, esclamarono gli schiavi. “Vuol darci degli ordini? E allora a che cosa serve essere liberi?”. La discussione, iniziata male, assunse subito i toni più aspri. Ne nacque una lunga guerra, lunghissima tanto che gli attuali cobelligeranti hanno dimenticato le ragioni per cui è cominciata.

Parola di Dio: 1Sam. 17,32-33.37.40-51; Sal. 143;Mc. 3,1-6

 

Vangelo Mc 3, 1-6

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: “Mettiti nel mezzo!”. Poi domandò loro: “E’ lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: “Stendi la mano!”. La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore

 

“GESU’ DISSE ALL’UOMO DALLA MANO SECCA: STENDI LA MANO. LA STESE E LA SUA MANO FU RISANATA”. (Mc. 3,5)

Gesù risana una mano secca ed arida e, così facendo, offre a quell’uomo la possibilità di tornare alla normalità. Le mani sono preziose perché attraverso esse manifestiamo tutto ciò che siamo: basta pensare alle situazioni quotidiane: una stretta di mano, prendere gli oggetti, scambiare un abbraccio, scrivere, suonare il pianoforte… Gesù, guarendo la mano di quest’uomo più che il semplice uso della mano, gli restituisce la piena capacità di interagire con il mondo e con gli uomini. In questo senso l’agire di Gesù nei confronti di questa persona ci dimostra che l’amore cerca sempre il bene totale dell’amato. Non si vuol bene perché si danno delle cose, si dicono delle belle parole si ama quando si cerca il vero bene dell’altro, quando si vuole dare all’altro la piena libertà di costruirsi. E la stessa cosa vale per il nostro rapporto con Dio: chi vive costantemente alla presenza di Dio non ricorre a Lui come all’ultima soluzione per risolvere i suoi problemi, ma è in continua relazione con Colui che , per amore, ci ha creati e ci mantiene nell’esistenza per puro dono.

 

 

GIOVEDI’ 19 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.

Una scheggia di preghiera:

 

VENIAMO DA TE, O SIGNORE, CON IL CUORE PIENO DI GIOIA.

 

Hanno detto: Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità. (Seneca)

Saggezza popolare: Il chiodo che sporge va preso a martellate. (proverbio Giapponese)

Un aneddoto: Signore e Signori, ho il piacere di presentare me stesso: un uomo tutto d'un pezzo, onesto, altruista, puntuale. Non approfitto mai di niente e di nessuno. Non cammino sugli altri per far carriera, pago regolarmente le tasse, vado in Chiesa quando ho tempo..." Basta, basta; il seguito lo conosciamo. Le stesse parole del Fariseo al tempio.

Parola di Dio: 1 Sam. 18,6-9; 19,1-7; Sal 55; Mc. 3,7-12

 

Vangelo Mc 3, 7-12

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Parola del Signore

 

“UNA GRAN FOLLA, VEDENDO CIO’ CHE FACEVA, SI RECO’ DA LUI”. (Mc. 3.8)

Ci sono vari modi per seguire Gesù: uno è il modo tipico della folla, ed è un modo molto impersonale, di massa. E’ un seguire che origina solo dall’ interesse, è effimero e si esaurisce alla prima occasione. C’è un altro modo; quello proprio del discepolo: è un seguire incondizionatamente. Oggigiorno non è difficile constatare che c’è un gran numero di cristiani che somiglia alle folle che seguivano Gesù. Si recano in chiesa alla ricerca di celebrazioni “sociali”, che diano lustro ai momenti importanti della loro esistenza: “Ai matrimoni e alle sepolture non manco mai”; altri, nei migliori dei casi, vanno con sincero interesse di incontrare Dio, ma si tratta di un interesse egoistico: vogliono fare di Dio una proprietà privata. Seguire Cristo deve sempre sfociare in un impegno concreto per amore di Dio e per il servizio dei fratelli. Questo è il termometro dell’autenticità del nostro cristianesimo.

 

 

VENERDI’ 20 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI SEMPRE FEDELE ALLE TUE PROMESSE.

 

Hanno detto: La verità spesso soffre di più per il calore dei propri difensori che per le argomentazioni dei propri oppositori. (William Penn)

Saggezza popolare: Le due migliori cure che ci siano sono una bella risata e una lunga dormita. (proverbio Irlandese)

Un aneddoto: Toglimi tutto, ma non il mio caffeino dopo pranzo"; "toglimi tutto, ma non la mia sigaretta appena mangiato"; "toglimi tutto, ma non la mia breve siesta al pomeriggio"; "toglimi tutto...". Insomma non siamo disposti a rinunciare a niente. Siamo schiavi di mille piccole cosette che, senza saperlo, ci rendono "piccolodipendenti"...

Parola di Dio: 1Sam. 24,3-21; Sal. 56; Mc. 3,13-19

 

Vangelo Mc 3, 13-19

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. Parola del Signore

 

“NE COSTITUI’ DODICI”. (Mc. 3,16)

Noi sappiamo che non erano solo 12 a seguire Gesù ma che erano presenti donne discepoli, curiosi e molti altri. Ma Gesù ne sceglie 12 in particolare: è il segno della continuità: dalle dodici tribù di Israele ai dodici fondamenti della chiesa. L’alleanza eterna che Dio ha stretto con Abramo trova una sua ulteriore realizzazione nella chiamata degli Apostoli. Dio mantiene le sue promesse, Dio compie ciò che ha annunciato; nella discendenza di Abramo entrano anche tutti i popoli del mondo, una discendenza che adesso diventa davvero numerosa come le stelle del cielo. Questi 12 hanno in particolare il compito di mostrare alle genti che il Regno di Dio è arrivato. Gesù pone sulle nostre spalle la responsabilità del Regno e della sua riconoscibilità. Gesù si affida all’uomo, mettendo in atto ciò che è stata la caratteristica fondamentale del suo rapporto con il mondo: l’Alleanza. Il Dio assoluto e trascendente si apre al mondo e alla relazione. E’ questo il suo più grande dono!

 

 

SABATO 21 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, PERCHE’ IL TUO SERVO VUOLE ASCOLTARTI.

 

Hanno detto: «Questo mondo è pieno di idee cristiane divenute folli. Si svaligia il Vangelo come un albero da frutta: eppure, staccati dall’albero, i frutti marciscono e non si riproducono affatto». (Pieter Lanzerol).

Saggezza popolare: Sulla porta del successo troverai due scritte: ENTRATA e USCITA. (proverbio Yddish)

Un aneddoto: Una sera, un giovane discepolo che accompagnava a casa il maestro con la propria automobile, fu molto sgarbato con un vigile urbano. A propria difesa disse: “Preferisco essere me stesso e manifestare apertamente i miei sentimenti. L’educazione non è che un sacco d’aria calda”. “E’ vero”, disse il maestro conciliante. “Ma è esattamente ciò che abbiamo nelle gomme della  tua automobile, e guarda come rende meno fastidiosi i sobbalzi”.

Parola di Dio: 2Sam. 1-4.11-12.19.23-27; Sal. 79; Mc. 3,20-21

 

Vangelo Mc 3, 20-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “E’ fuori di sé”. Parola del Signore

 

“ALLORA I SUOI USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO; POICHE’ DICEVANO: E’ FUORI DI SE’ ”. (Mc. 3,21)

La folla intorno a Gesù è sempre più pressante, gli impedisce ogni movimento, anche lo stesso mangiare. E poi Gesù rischia molto, e ne va di mezzo anche il buon nome del clan familiare. La dottrina del vangelo è la dottrina dei "pazzi". Sì, perché è una dottrina troppo diversa dalle idee del mondo, è un modo di vivere e di pensare che sconvolge le strutture della normale vita umana. Gesù scandalizza ieri come oggi. Al tempo in cui predicava, scandalizzava gli ebrei perché modificava i loro precetti, interpretava in modo nuovo la Legge e i profeti. Oggi Gesù scandalizza perché il suo vangelo è radicalmente diverso dal nostro modo di vivere. La sua parola esalta gli ultimi, chiama beati i miti, si mischia con i peccatori. Il Signore continua ad indicare un modo di vivere completamente diverso e, nonostante questo, l'uomo continua a fare fatica a comprendere.

 

 

DOMENICA 22 GENNAIO: 3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi:San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI PRESTO, SIGNORE GESU’

 

Hanno detto: «Ricordati sempre di Dio: e la tua mente sarà invasa dal Cielo» (sant’Efrem Siro).

Saggezza popolare: La pazienza è un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti dolcissimi. (proverbio Tuaregh).

Un aneddoto: Archia era alleato degli Spartani; fu condannato a morte da Pelopida; avrebbe però potuto salvarsi, perché gli era stato inviato in gran fretta un messaggio in cui lo si avvertiva del pericolo imminente. Ma Archìa decise di rimandare all'indomani le questioni serie e si rifiutò di leggere il biglietto. Così si recò a un banchetto, nel corso del quale fu assassinato.

Parola di Dio: Gio. 3,1-5.10; Sal. 24; 1Cor. 7,29-31; Mc. 1,14-20

 

Vangelo Mc 1, 14-20

Dal vangelo secondo Matteo

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini". E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore

 

“IL TEMPO E’ COMPIUTO, IL REGNO DI DIO E’ VICINO, CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”. (Mc. 1,15)

La parola di Dio ci richiama oggi a una dimensione essenziale del vivere cristiano: la provvisorietà, il vivere da pellegrini e forestieri. Una provvisorietà buona, cioè di segno positivo, non negativo; non si tratta infatti di lasciare la patria, ma di entrarvi. Il Nuovo Testamento ha una parola-chiave per esprimere tutto ciò: I credenti sono quaggiù paroikoi, cioè pellegrini; il tempo della loro vita è tempo di paroikia, cioè di pellegrinaggio . Sono gli stessi termini da cui derivano « parrocchiani » e « parrocchia », ma chi si ricorda più di questo significato originario dei due termini? Questi nomi ci ricordano che il nostro è un vivere provvisorio, sul piede di partenza, con la fretta addosso, ma la fretta buona che si chiama fervore, come quella degli ebrei quando stavano per lasciare l'Egitto. Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura. Tale provvisorietà e tale man­canza di cittadinanza stabile ci caratterizza rispetto a questo mondo e a questa città, non rispetto alla città di Dio che è la Gerusalemme celeste e, fin d'ora, la Chiesa; di fronte a questa, siamo anzi diventati dei « concittadini »e dei « familiari », da pellegrini e forestieri che eravamo prima.

 

 

LUNEDI’ 23 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

Hanno detto: «Ciò che rende pesante la religione è il fatto di portarla come un freno, invece di goderne come di un amore» (Lacordaire).

Saggezza popolare: Onesto è colui che accorda il proprio pensiero alla Verità. Disonesto è colui che accorda la Verità al proprio pensiero. (proverbio Arabo)

Un aneddoto: Quando il maestro andava a scuola, da ragazzo, un compagno di classe lo trattava con continua crudeltà. Ora, invecchiato e pentito, questi si recò al monastero e fu accolto a braccia aperte. Un giorno sollevò la questione della sua antica crudeltà, ma il maestro sembrava non ricordare. Un visitatore domandò: “Ma non ti ricordi?” E il maestro rispose: “Ricordo distintamente di averlo dimenticato”. Così i due si unirono in un’innocente risata.

Parola di Dio: 2sam 5,1-7.10; sal. 88;Mc. 3,22-30

 

Vangelo Mc 3, 22-30

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni”. Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: “Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “E’ posseduto da uno spirito immondo”. Parola del Signore

 

“CHI AVRA’ BESTEMMIATO LO SPIRITO SANTO, NON AVRA’ PERDONO IN ETERNO”. (Mc. 3,29)

Se i parenti di Gesù non capiscono e cercano di riportarlo alla normalità, le autorità e gli scribi invece lo ostacolano apertamente. Non si limitano a ricondurre i suoi comportamenti a stranezze di gioventù, ma le tacciano apertamente di stregoneria e di malvagità. Gesù a questi risponde e si appella alla contraddizione di ciò che dicono i suoi accusatori, mostrandone la illogicità e rimandando l’accusa di enorme peccato al mittente: “Voi guide del popolo, state disprezzando l’azione di Dio e del suo Spirito”. Questo peccato è così grave da non poter essere perdonato. Il peccato più grave, quello di disprezzare l’azione di Dio e mostrare così al mondo un volto deformato della divinità e della sua volontà non è un peccato esclusivo delle autorità religiose del tempo di Cristo e neppure esclusivo di qualche categoria sacerdotale. Siamo tutti capaci di deformare il volto del Signore, nella nostra quotidianità, nelle nostre false interpretazioni, nel costruirci un cristianesimo a nostra immagine e somiglianza, nella nostra grazia a buon mercato. E’ la volontà di agire da peccatori e voler mostrare, o anche credere, di essere nel giusto. E’ la pretesa di dire “io” di fronte al Signore. La Bibbia la chiama idolatria, Gesù “peccato contro lo Spirito di Dio”

 

 

MARTEDI’ 24 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

L’ ANIMA HA SETE DEL DIO VIVENTE.

 

Hanno detto: «Ti ringrazio, mio Dio, che le cose non vanno a modo mio» (S. Francesca Saverio Cabrini).

Saggezza popolare: Anche un coniglio intrappolato è pronto a lottare. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Io la leggo la Bibbia, ma, se devo dire la verità, non ci capisco un granché.” Pretendi, forse, di capire la Divina Commedia senza che ci sia qualcuno che ti aiuti a comprendere? Pretendi, forse, di capire tutta la bellezza dei dipinti della Cappella Sistina senza che vi sia qualcuno che ti aiuti a comprendere? Pretendi, forse, di gustare e capire le nove sinfonie di Beethoven senza che qualcuno ti aiuti a comprenderle? Hai risposto tre volte NO? E allora come pretendi di capire la Bibbia, Parola di Dio, senza che Qualcuno ti dia una mano?

Parola di Dio: 2Sam. 6,12-15.17-19; Sal. 23; Mc. 3, 31-35

 

Vangelo Mc 3, 31-35

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”. Parola del Signore

 

"ECCO, TUA MADRE, I TUOI FRATELLI, TI CERCANO". (Mc. 3,32)

All'epoca di Gesù più che la singola persona contava il clan di appartenenza: il singolo doveva agire secondo lo stile del clan, doveva presentarsi e agire in suo nome, se sbagliava era lo stesso clan a sbagliare. Gesù prende le distanze da questo modo di pensare e di agire. Nel Regno che annuncia non ci sono gruppi che hanno l'esclusiva. Gesù non ha bisogno di essere sponsorizzato da nessuno né esclusivizzato da nessuno. Allora come oggi. Diffido sempre da gruppi o gruppuscoli che mi dicono (forse con parole più tornite): "Il Gesù, quello buono l'abbiamo noi" "Se vieni con noi nel nostro gruppo, con le nostre apparizioni, con il nostro carisma ti assicuriamo il paradiso!" Gesù è per tutti, non per qualcuno: nessuno, neppure i santi; neppure la Chiesa che agisce in suo nome e in suo potere può esclusivizzarlo e questo è estremamente bello perché ognuno ha la garanzia di poter diventare "parente" di Gesù al di là di ogni barriera umana solo ascoltandolo e mettendo in pratica la sua parola.

 

 

MERCOLEDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DELLA FIDUCIA CHE RIPONI IN ME.

 

Hanno detto: «Perpetrare un delitto è morte dell’anima, ma disperarsi è già scendere nell’inferno» (Isidoro di Siviglia).

Saggezza popolare: I piccoli mali sono le sorgenti del nostro dolore. Gli uomini non inciampano nelle montagne ma sulle pietre. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Una volta, in un convegno a Bangalore, una suora si alzò e mi disse: “Lei, Madre Teresa, abitua male i poveri facendo come fa”. Voleva dire: “Col servirli gratuitamente”. Infatti, il nostro quarto voto ci impegna a questo. Io le risposi: “Ha ragione, ma non c’è nessuno che ci abitua così male come Dio, che ci dà tutto gratuitamente e non abbiamo mai da pagare per nulla. Non pagheremo mai il sangue prezioso che Suo Figlio ha sparso per noi”. Poi aggiunsi: “Ci sono nel mondo tante Congregazioni che stanno viziando i ricchi. È bene che ce ne stia almeno una che vizi i poveri”.  Santa Teresa di Calcutta

Parola di Dio: At. 22,3-16 opp. Atti 9,1-22; Sal. 116; Mc. 16,15-18

 

Vangelo Mc 16, 15-18

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno". Parola del Signore

 

“ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PREDICATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA”. (Mc. 16,15)

San Paolo di cui oggi ricordiamo la conversione è stato forse uno dei più grandi esempi di missionario del vangelo. Dio si è servito di lui ed egli  ha risposto con grande disponibilità; e molti pagani ricevettero il messaggio cristiano. Oggi, quanti uomini restano sperduti nel buio, nell’ignoranza di Cristo perché mancano le persone capaci di trasmettere, di essere veri testimoni? Qualcuno ha detto: “Ho più paura della tiepidezza dei credenti che degli attacchi degli atei o della minaccia dei nemici di Cristo”. E’ vero, nella vita di fede non c’è cosa peggiore della routine e della inconsapevolezza. L’ardore e lo zelo di Paolo, che troviamo nelle sue lettere, ci fanno capire quanto sia stata difficile e sofferta la sua testimonianza. Il suo grande amore per Gesù lo ha spinto e lo ha sostenuto nella lotta per il vangelo, sino al martirio di Roma. Paolo si è lasciato spingere dall’amore di Cristo. Chiediamoci: qual è il motore della mia vita?

 

 

GIOVEDI’ 26 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, IL POTERE DI SERVIRE

 

Hanno detto: «Dio non mi comanda di riuscire, ma di sforzarmi. Non mi prescrive di arrivare, ma vuole trovarmi in marcia quando verrà» (René Schweitzer).

Saggezza popolare: Il medico è come il tetto che garantisce dalla pioggia, ma non dal fulmine. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Un visir aveva un figlio deficiente. Lo condusse da un famoso maestro a cui disse: “Occupati di mio figlio. Con il tuo aiuto potrebbe forse diventare intelligente”. Il maestro accolse il bambino e per mesi gli insegnò con ostinazione. Dopo di che lo riportò al padre al quale disse: “Tuo figlio è deficiente come prima. E per di più lo sono diventato anch’io”.

Parola di Dio nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; (Tt.1,1-5); Sal. 88; Lc. 22,24-30)

 

Vangelo Lc 22, 24-30

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, sorse una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele". Parola del Signore

 

“IO STO IN MEZZO A VOI COME COLUI CHE SERVE”. (Lc. 22,27)    

C’è un solo modo per diventare capi delle nazioni, per avere di più, per possedere potere e ricchezza: quello di donare, di servire, di abbassarsi, di scegliere l’ultimo posto. Questa è una costante della rivelazione di Gesù nei Vangeli: il rovesciamento di ciò che ci appare come ovvio e naturale. Scegliere di occupare l’ultimo posto è condizione necessaria per poter sedere in trono a giudicare le dodici tribù di Israele. Il fatto che ci appaia evidente il contrario è frutto solo della nostra condizione umiliata dal peccato. Gesù viene a mostrarci come la logica della croce, follia e scandalo per tutte le nazioni costituisca invece la nuova forma di comprensione del mondo e condizione di realizzazione dell’essere umano. “Io sto in mezzo a voi come colui che serve”, colui che sta a guardare cercando di comprendere le esigenze di tutti e di soddisfarne i desideri. Posto poco ambito, ma, come comprendiamo tutti, centrale in ogni forma di comunità, grande o piccola che sia; in quella familiare, in cui questo posto è spesso occupato dalla madre, come in quella parrocchiale, o ecclesiale in genere, dove, se questa figura manca, presbitero o laico, mancano anche i ritmi e le scelte quotidiane di cristianesimo vissuto, modello e guida per ogni individuo. Ed il richiamo del Cristo è chiaro: sappiate che solo il dono . il servizio, l’ultimo posto danno la garanzia di essere accolti da Dio. Solo il Messia di Nazareth ci porta questa sapienza, questa comprensione del mondo.

 

 

VENERDI’ 27 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

CRESCI, GESU’, NEL MIO CUORE.

 

Hanno detto: «Chi ha un perché nella vita, sa sopportarne quasi tutti i come» (Friedrich Nietzsche).

Saggezza popolare: L'uomo che fa il male e ne ha vergogna ha nell'anima la possibilità di redimersi. L'uomo che fa il bene e vuol farlo sapere a tutti ha nell'anima la possibilità di perdersi. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Mendicava da 25 anni davanti alla grande cattedrale di Notre Dame di Parigi. I soldi che raccoglieva li distribuiva a quelli più poveri di lui. Era diventato amico di tutti, soprattutto di un prete, che officiava proprio lì; ma aveva sempre il viso triste: doveva forse portare un grande peso nel cuore. Un giorno non lo si vide più. Il prete amico, che ben conosceva la sofferenza - era rimasto senza famiglia a 10 anni: i suoi genitori e familiari erano stati tutti trucidati durante la rivoluzione francese, traditi da un domestico -, dopo lunghe ricerche lo ritrovò morente in una stamberga. Fu allora che il povero mendicante supplicò: Padre, ho un cruccio enorme nel cuore, non ne posso più!

Il sacerdote allora amorevolmente lo incoraggiò a parlare. E il moribondo confessò: Tanti anni fa ero al servizio di un'ottima famiglia. Il padrone, sua moglie, la figlia e soprattutto il figlio ancor fanciullo mi volevano molto bene. Si era durante la sanguinosa rivoluzione. Io, attratto dalla brama di venire in possesso di tutti i beni di quella famiglia, la denunciai e feci trucidare tutti; solo il figlio di dieci anni riuscì a sfuggire. Con l'ingiusta eredità divenni ricco, mi diedi a tutti i piaceri; ma non riuscii a dimenticare l'enorme delitto...La Madonna, da me a lungo pregata, finalmente quest'oggi mi ha dato il coraggio di confessarmi. Mentre il povero penitente così parlava tra le lacrime, a poco a poco ritornava alla mente del sacerdote confessore la storia della sua famiglia. Alla fine fu colpìto al cuore, fissando il penitente e riconoscendolo, da una lucida conclusione: "quell'uomo era l'assassino dei suoi cari e il delapidatore dei beni della sua famiglia!". Scoppiò allora una furiosa battaglia nel suo cuore tra il perdono e il desiderio di giustizia. Dopo alcuni istanti d'una tremenda lotta che gli rigò il viso di lacrime, alzò la mano sacerdotale e disse: In nome di Dio e mio: io ti assolvo...

Parola di Dio: 2Sam 11,1-4.5-10.13-17; Sal. 50; Mc. 4,26-34

 

Vangelo Mc 4, 26-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO E’ COME UN UOMO CHE GETTA UN SEME NELLA TERRA…”. (Mc. 4,26)

Le parabole del regno sono una delle caratteristiche dell'annuncio del vangelo. Semplici ed efficaci cercano di dare con chiarezza l'immagine più limpida e chiara di questa realtà. Gesù paragona il regno di Dio a due semi, quindi a qualcosa di piccolo, due semi che però hanno, dentro di sé, una potenza e una grandezza che il loro aspetto non fa immaginare. Il regno di Dio è questa forza, una forza che germoglia, che germoglia e da frutto, inarrestabile di fronte ad ogni avversità. L'immagine del seme è un'immagine non casuale. Gesù paragona il regno dei cieli a questa cosa così piccola e che può quasi sembrare insignificante, eppure dentro il seme c'è già tutta la pianta, c'è il suo vigore, il suo frutto. Il regno di Dio è infatti così: piccolo da poter stare nel nostro cuore, grande da contenere tutto l'universo. Il Signore vuol richiamare l'attenzione alla realtà di Dio, egli è infinito, incomprensibile, inesprimibile per il linguaggio umano, eppure, si fa umile, piccolo, semplice come un seme, pur di essere contenuto nel nostro cuore, pur di abitare dentro di noi, perché è proprio lì che vuol crescere, è proprio nel nostro intimo che vuol germogliare, affinché siamo i portatori del suo frutto.

 

 

SABATO 28 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO NELLE TEMPESTE TU SEI RIPARO, NELLE PROVE, CONFORTO.

 

Hanno detto: «Per quanti sbagli l’uomo possa aver commesso, la persona umana è sempre più grande dei suoi errori» (Giovanni XXIII).

Saggezza popolare: Se ci sono molti lupi, gli uomini vengono mangiati; se ci sono molti uomini, sono i lupi ad essere mangiati. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Sapete come si costruivano i ponti una volta? Per prima cosa alzavano in volo un aquilone da una sponda del fiume facendolo arrivare dall’altra parte.  Qui qualcuno afferrava l’aquilone, a cui era stata legata una cordicella, che gli operai dall’altra sponda tiravano a sé; poi a quella cordicella veniva legata una corda un po’ più grossa che veniva a sua volta tirata dall’altra sponda del fiume, e alla quale veniva attaccata una fune, e così via.  Il processo veniva ripetuto fino a poter far passare un pesante cavo d’acciaio al quale assicurare i vari materiali necessari dando così inizio alla costruzione vera e propria del ponte.

E tutto iniziava con una sottile cordicella!

Parola di Dio: 2Sam, 12,1-7.10-17; Sal 50;Mc. 4,35-41

 

Vangelo Mc 4, 35-41

Dal vangelo secondo Marco.

In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: “Passiamo all'altra riva”. E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t'importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”. Parola del Signore

 

“SI SOLLEVO’ UNA GRANDE TEMPESTA”. (Mc. 4,37)

Questo brano che racconta la tempesta sul mare di Galilea, non a caso segue i brani dei giorni scorsi dove Gesù parla in parabole e, soprattutto, parla del regno di Dio. Nonostante le parole che gli apostoli avevano udito, nonostante la loro vicinanza a Gesù, lo stupore per i miracoli compiuti, la ricchezza delle sue parabole, ancora il loro cuore è incapace di comprendere, di aprirsi alla verità del Signore. Ma noi, uomini e donne di oggi, non abbiamo il diritto di stupirci di fronte al comportamento degli apostoli, perché, in realtà è spesso anche il nostro comportamento. Ascoltiamo la parola di Dio nella messa, la leggiamo, eppure resta parola scritta e non diventa mai parola vissuta. Come se il divario fra il vangelo e la vita fosse incolmabile, come se quello che Gesù ha fatto e detto, non potesse essere trasferito nella realtà di tutti i giorni. Per questo non siamo capaci di vedere i miracoli quotidiani che egli fa nella nostra vita, non siamo in grado di cogliere i segni della sua presenza amorevole e incessante, e ci affanniamo nelle tempeste della vita come se fossimo soli e indifesi, come se Dio non esistesse.

 

 

DOMENICA 29 GENNAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi:San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CON NOI TU PUOI VINCERE IL NOSTRO MALE.

 

Hanno detto: Il discorso falso trae le mosse da una falsa premessa (Aristotele)

Saggezza popolare: Non c'è altezza che non abbia al di sopra di sé qualcosa di più alto.(proverbio Cinese)

Un aneddoto: Un uomo aveva un’aquila e per molti anni la tenne incatenata ad un piolo con una catenella. Ogni giorno l’aquila camminava intorno a quel piolo e col passar del tempo scavò un solco nel terreno. Quando l’aquila invecchiò, il suo proprietario cominciò ad  averne pena e alla fine decise di liberarla. Le tolse l’anello metallico attorno alla zampa, la alzò da terra e la gettò in aria. Ora era libera... Ma aveva dimenticato come si faceva a volare! Ridiscese a terra sbatacchiando le ali, ritornò al suo vecchio solco e ricominciò a camminare in cerchio,come aveva fatto per anni. Non c’erano più l’anello e la catena a tenerla legata, ma solo la forza dell’abitudine!

Parola di Dio: Dt. 18,15-20; Sal 94; 1Cor. 7,32-35; Mc. 1,21-28

 

Vangelo Mc 1, 21-28

Dal vangelo secondo Marco

A Cafarnao, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio". E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore

 

“CHE E’ MAI QUESTO? UNA DOTTRINA NUOVA INSEGNATA CON AUTORITA’. COMANDA PERSINO AGLI SPIRITI IMMONDI E GLI OBBEDISCONO!”. (Mc. 1,27)

Gesù stupisce. Il suo essere e il suo agire è diverso da quello dei rappresentanti ufficiali della religione. Questi parlano a nome della religione, Lui parla a nome di se stesso. Gli altri si scandalizzano davanti agli indemoniati o pietiscono davanti agli ammalati, Lui interviene con potenza, scaccia i demoni, guarisce dalle malattie e questi miracoli confermano la potenza della sua parola. Tutto questo fonda la nostra fede in Lui, come Figlio di Dio e ci indica subito come deve diventare il nostro seguirlo: fidarsi delle sue parole e lottare contro ogni forma di male. Il male, la cattiveria, l’egoismo, spesso invincibili con le nostre sole forze umane, possono essere affrontati e combattuti e vinti con la forza di Gesù. Se avessimo davvero questa fede, chissà quanti miracoli ci sarebbero, miracoli di carità vera, di perdono, di liberazione dal male!

 

 

LUNEDI’ 30 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO

 

Hanno detto: «Non siamo in grado, da noi stessi, di afferrare la verità. La sola cosa che ci è richiesta è di essere pronti e decisi ad essere afferrati dalla verità, a lasciare che essa ci parli» (Karl Barth).

Saggezza popolare: La medesima acqua può sostenere o affondare una nave. (proverbio Cinese)

Un aneddoto: Disse un bambino: “Dio, parla con me”. In quel momento un’allodola della campagna cantò,ma il bimbo non la udì. Il bimbo allora gridò:“Dio, parlami”. E un tuono rimbombò per tutto il cielo, ma il bimbo non lo ascoltò. Il bimbo si guardò intorno e disse. “Dio, lascia che ti veda”. E una stella brillò luminosa in cielo, ma il bimbo non se ne rese conto. Il bimbo allora gridò forte:“Dio, fammi vedere un miracolo”. E una nuova vita nacque,ma il bimbo non l’avvertì. Allora il bimbo pianse disperatamente e disse: “Toccami, o Dio, perché io sappia che tu sei qui” Dio si chinò verso di lui e in forma di una farfalla si posò su di lui. Ma il bimbo l’allontanò con una mano. Non perderti le benedizioni di Dio solo perché non si presentano come tu le attendi.

Parola di Dio: 2Sam. 15,13-14.30; 16,5-13; Sal. 3; Mc. 5,1-20

 

Vangelo Mc 5, 1-20

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!". E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: "Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. Parola del Signore

 

“MI CHIAMO LEGIONE PERCHE’ SIAMO IN MOLTI”. (Mc. 5,9)

Il demone si chiama “legione” perché sono in molti, in molti a torturare e straziare un povero uomo inconsapevole e incredulo. Legione di malvagità che ottenebra la mente lo spirito; legione di odio che costringe un poveretto a vivere tra le tombe e lontano dal consesso umano, un consesso che non lo accoglie a braccia aperte, ma tende piuttosto ad allontanare il taumaturgo perché potrebbe provocare altri danni; legione di buio, di incomprensione, di notte di fronte all’ignoto, notte che provoca paura anziché sollievo, sgomento anziché gioia. Possiamo chiamare tutto questo “demonio”, potremmo anche chiamarlo “lontananza da Dio, dal Cristo suo figlio, dalla vita vera”.

 

 

MARTEDI’ 31 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, MA AUMENTA LA MIA FEDE.

 

Hanno detto: «La nuvola nasconde le stelle, ma poi svanisce, mentre le stelle durano sempre». (Rabindranath Tagore).

Saggezza popolare: Che le parole siano come le perle: rare e preziose. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: “C’è un predicatore che amo più di chiunque altro su questa terra: il mio piccolo pettirosso. Spargo delle briciole sul mio davanzale, specialmente alla sera. Lui salta alla mia finestra quando ne ha bisogno, e prende quanto desidera per soddisfare le sue esigenze. Poi da lì saltella sempre su un alberello  vicino, innalza la sua voce a Dio, canta i suoi inni di lode e gratitudine,poi infila il piccolo capo sotto l’ala e se ne va a dormire. Non si preoccupa del domani. E’ il miglior predicatore che abbia mai incontrato”. Lutero

Parola di Dio: 2Sam 18,9-10.14.21.24-25.30-32;19,1-3; Sal 85; Mc. 5,21-43

 

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male". Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore

 

“VIENI AD IMPORLE LE MANI E SARA’ GUARITA”. (Mc. 5,23)

“SE RIUSCIRO’ ANCHE SOLO A TOCCARE IL SUO MANTELLO SARO’ GUARITA”. (Mt. 5,28)

Giairo è un uomo di fede, un uomo della sinagoga, onorato, rispettato dal popolo. Ma è anche un padre, innamorato, come tutti i padri, della propria figlia, per la quale farebbe tutto, sarebbe disposto ad ogni cosa, purché potesse guarire dalla sua malattia. Così l'emorroissa, una donna ormai sfinita da una malattia che la consumava ormai da anni, è in cerca di qualcosa che finalmente la possa salvare e liberare dal suo dolore.. Gesù è al centro della scena, sommerso dalle folle. Da una parte c'è Giairo che lo supplica di andare a guarire la sua bambina, dall'altra c'è l'emorroissa che, approfittando della calca, cerca di "sfruttare" il momento per toccare il Maestro, l'uomo che guarisce, che risana ogni persona. Infatti, appena toccato il mantello di Gesù, la donna si sente guarita, sanata dalla sua malattia. E' la fede che l'ha guidata, ed è con fede che confessa ciò che ha fatto. Giairo non è da meno, nonostante quelli della sua casa lo avvertano che la bambina ormai è morta, alle parole del Maestro "Non temere, continua solo ad aver fede!", l'uomo crede fermamente nel Signore, nessun dubbio entra nel suo cuore, solido e certo nell'affidarsi al Rabbì. Ed ecco il miracolo, la bambina si sveglia, si alza, cammina. Questa è l'opera della fede, questa è l'opera di Dio.

E’ vero che la fede è un dono ma bisogna anche coltivarla.

     
     
 

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