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Aprile 2001

 

L’AMORE DI GESU’ MORTO E RISORTO CI SPINGE AD UN AMORE  CHE FA VIVERE

 

 

Non puoi guardare alla Croce di Gesù.  Non puoi pensare alla sua tomba vuota  Non puoi pensare ai tanti doni della vita senza capire l’Amore di Dio, lo stesso Amore che è seminato nel tuo cuore che ti fa vivere.

 

AMORE:

E’ una parola straordinaria, ma viene pronunciata sovente con troppa superficialità.E’ una parola che trasfigura l’esistenza, ma in tanti casi la sfigura solamente perché viene usata quando l’altro è l’oggetto dei nostri desideri.

 

L’ AMORE

Non possiede, ma dà e si dà senza ricatti perché è dono gratuito. Non domina, ma serve. Non è un gioco, ma un lungo cammino nel quale ci si trasforma insieme. L’amore, per i cristiani è l’impronta di Dio nei nostri rapporti. E’ un cammino che domanda il coraggio della disponibilità.

 

L’ INNO ALL’AMORE

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tien conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.  (Prima lettera ai Corinti capitolo 13)

 

AMARE E’:

aprirsi all’altro, ascoltare l’altro, accogliere l’altro, comprendere l’altro, dialogare con l’altro, dipendere, perdonare, saper ricominciare, donarsi

 

L’AMORE GENERA FIDUCIA

L’amore è una cosa seria dove si rischia spesso di impegnare la propria vita e quella di un altro essere umano, anzi lo si rischia sempre, a meno che uno dei due non faccia dell’altro il suo oggetto di divertimento (Simone Weil)    

                                        

Amare è aprirsi all’altro

L’altro è colui per mezzo del quale Dio si esprime, per mezzo del quale Dio ci chiama, per mezzo del quale Dio ci arricchisce, per mezzo del quale Dio misura il nostro amore. L’altro è il tuo pane quotidiano, la tua ostia quotidiana. E’ difficile essere per l’altro una pagina aperta, preferiamo nasconderci, abbiamo paura di manifestarci apertamente. Ed è una paura che siamo soliti chiamare prudenza.

 

Se amo l’altro…

Gli do la possibilità di conoscermi così come sono e mi sento amato ogniqualvolta, senza paura, posso essere me stesso di fronte all’altro. L’amore fiorisce là dove non si è solo preoccupati di essere attraenti e di far piacere. Allora abbiamo capito una cosa importante: che si cresce insieme solo quando non si gioca, per paura, a nascondino.

 

In famiglia…

Non si è soli, ma insieme; non si ha paura dell’altro, ma fiducia; non si cerca di apparire, ma ci si mostra per quel che si è. Per i credenti, questa esperienza di apertura all’altro nell’amore è riflettere il volto di Dio nella storia.

 

Amare è ascoltare l’altro 

Non impedire che l’altro si spieghi, rendendoti cieco e sordo alle sue parole. L’amore non è un tesoro da carpire, ma un impegno da entrambe le parti. (Antoine de Saint-Exupery)

 

Ascolto l’altro solo per carpire qualche vantaggio? Solo per fare bella figura? Solo per vedere se mi ha capito e mi dà ragione? Solo per scoprire se mi ha tradito o se mi delude?

 

Se amo l’altro…

So dimenticare me stesso. Sono attento, delicato, cerco di capire, di entrare nel suo mondo. Lascio che parli senza la fretta di dare subito risposte. Sono convinto che la sua parola è sempre un dono, che mi interroga e mi trasforma. Nel mio ascolto c’è fiducia e non diffidenza, c’è meraviglia e non calcolo, c’è gioia di dar modo all’altro di sentirsi qualcuno.

 

In famiglia…

Marito e moglie, genitori e figli si incontrano, si interpellano e si ascoltano. Si amano nella misura in cui l’uno dà all’altro la gioia di sentirsi ascoltato. E insieme, come credenti, si aprono all’ascolto di Dio che parla attraverso la cronaca ordinaria della vita.

 

Amare è accogliere l’altro 

 

Guarda le cose con l’ottica dell’altro

 

Si viva, nella famiglia, non in maniera egoistica e chiusi in se stessi, ma in quella comunione che scaturisce dalla reciproca donazione. (Giovanni Paolo II)

 

Spesso facciamo confusione: chiamiamo accoglienza ciò che in realtà non è altro che un ricatto. E’ quando concediamo l’amore a certe condizioni: se sei come ti desidero;…se non mi deludi;…se fai ciò che dico;…se non vai contro i miei piani…

 

Se amo l’altro…

Non pongo troppe condizioni, gli permetto di trovare in me una porta sempre aperta, un luogo dove può riposare, qualcuno disponibile a farlo vivere. Lo accolgo specialmente quando è nessuno e quando ha bisogno di essere riconosciuto per non essere emarginato.

 

In famiglia…

Quando ci si accoglie reciprocamente, la casa diventa il luogo dell’incontro, del dialogo, dell’ascolto, della speranza, della gratitudine e della condivisione: non ci si chiude mai in se stessi.

 

Amare è  comprendere l’altro

 

Sgombra la tua mente da idee già fatte per comprendere l’altro

 

Chi non vuol gioire per il ritorno del fratello è come il figlio maggiore della parabola del figliol prodigo, è colui che non sa capire o non vuol capire ciò che è veramente avvenuto nel cuore di chi gli sta accanto. E’ colui che non sa far festa.

 

Se amo l’altro…

so che anche i suoi errori possono essere una realtà che fa crescere. Gli dico "Al di là del tuo viso, delle tue apparenze voglio scoprire le qualità del tuo cuore, per cominciare a conoscerti…Dovrà andare molto più lontano, fino a quel mistero di te stesso dove sei immagine di Dio. Allora avrò da scoprire molto di te".

 

In famiglia…

si cresce insieme, nella misura in cui nessuno ha la pretesa di possedere l’altro e di volerlo a propria immagine e somiglianza. Allora si è disponibili a permettere che l’altro sia sempre una sorpresa.

 

Amare è  dialogare con l’altro

L’amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità. Sembra un paradosso, ma nell’amore due esseri diventano uno e tuttavia restano due. (E. Fromm)

 

Non è facile dialogare con l’altro.

 

Nel dialogo non esiste il vincitore e neppure il vinto.

 

Se amo l’altro…

gli permetto di essere se stesso. Nell’amore un "io" e un "tu" entrano in dialogo, si interrogano a vicenda, si confrontano, si completano e ciascuno rimane se stesso senza sentirsi costretto ad abdicare. Tra i due le diversità sono un arricchimento. C’è unità ma non uniformità. Sono due libertà originali che si incontrano attorno ad un progetto comune.

 

In famiglia…

Ogni persona è, nello stesso tempo, educatrice ed educata. E questo avviene quando, amando, ci si dona nel dialogo. Non abbiate paura di comunicare, di parlare e di farlo con abbondanza.

 

 

Amare è dipendere dall’altro

Dipendere: è una parola che in una società costruita sulla concorrenza e sul dominio, fa paura. E non potrà essere diversamente finché il povero, colui che non conta niente, il debole, l’ammalato, l’anziano, il disprezzato, il bambino ancor prima della nascita non saranno coloro che guidano i nostri passi

 

Se amo l’altro…

dipendo da lui perché so attenderlo; dipendo da lui, perché lo cerco; dipendo da lui perché scelgo di servirlo in modo gratuito; dipendo da lui, perché per lui ribalto i miei programmi; dipendo da lui, perché so condividere, perché mi fermo a curare le sue piaghe. Se lui è ferito sulla strada della vita, rinuncio a continuare a camminare da solo: mi fermo, porto sollievo alle sue ferite, faccio tutto il possibile per aiutarlo, affinché possiamo andare avanti insieme.

 

In famiglia…

se ci si ama, è chi fa più fatica a determinare i passi degli altri: questi ultimi scelgono di dipendere da lui. A volte è la moglie che aspetta il marito e altre volte è il marito che aspetta la moglie; a volte sono i genitori che aspettano i figli, in altri casi sono i figli che aspettano i genitori. E così si sceglie di vivere insieme e non da soli, per gli altri e non per sé.

 

Amare è perdonare

"Rispose Gesù: No, non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette ". (Matteo 18,22)

"Aspetto che sia lui a venire a chiedermi scusa…". "Ti perdono a patto che…" E’ questo il perdono che scaturisce dall’amore?

Se amo l’altro…

la cosa che dono con maggior difficoltà devo donarla per primo: il perdono.

Devo perdonare, devo ricominciare sempre a perdonare. Se smetto di perdonare comincio subito ad innalzare un muro. E un muro è l’inizio di una prigione. Soltanto se sono disposto a perdonare sarà possibile vivere insieme. Altrimenti la vita diventerà un reciproco assedio e vivrò giorno per giorno in guerra. Fatto il primo passo, il più difficile, il resto sarà una festa.

 

In famiglia…

sovente mi sento stanco di compiere il primo passo verso l’altro che ha ancora sbagliato, che mi ha ancora deluso e offeso, che mi ha fatto ancora un torto.

Quando si ama, il perdono non si riduce al semplice dimenticare, ma nel trasformare l’offesa in un’occasione per una situazione nuova.

 

 

Amare è sempre ricominciare

 

Se sbagli e lo ammetti, sei grande

 

Se amo l’altro…

sono convinto che la fotografia che ho di lui va continuamente strappata e rifatta. Si, perché non può essere fotografato una volta per sempre. Lui , ed io insieme con Lui, siamo una realtà viva, in crescita.

In famiglia…

non ci si sposa una volta per sempre: ci si risposa tutti i giorni.

Così pure non si diventa padre e madre una volta per sempre, i figli, poi, si vede che cambiano in continuazione.

C’è comunione dove esiste il coraggio di ricominciare, di ritrovare cioè l’altro per quello che è, e non come lo vogliamo o lo abbiamo sempre sognato.

 

Amare è donarsi

 

Cogli i segnali! Esci dalla solitudine per andare incontro.

 

Quando ci si dà solo per avere, allora è solo un contratto: se uno dei due infrange le clausole, tutto crolla.

 

 

Se amo l’altro …

tutto deve essere gratuito. Nell’amore c’è la disponibilità a dare, il sentirsi vivi perché si dona e basta. Se tutto dipende da regole, non è amore.

In famiglia …

i calcoli non devono esistere, le regole servono solo per esprimersi rispetto amore, desiderio di dare spazio agli altri. E’ solo se sarà alla base delle nostre famiglie il senso delle beatitudini che proveremo davvero che cosa significa donarsi ogni giorno.

Ci aiuti il Signore risorto che tutto ha donato a noi ,ad essere, cominciando da casa nostra, coloro che grati del dono ricevuto se lo scambiano vicendevolmente.

 

PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO II PER LA FAMIGLIA

 

Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra, Padre che sei l’amore, fa che ogni famiglia umana diventi sulla terra, un vero santuario della vita e dell’amore per le generazioni che sempre si rinnovano.

Fa’ che la tua grazia guidi i pensieri e le opere dei coniugi verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo.

Fa’ che le giovani generazioni trovino nella famiglia un forte sostegno per la loro umanità e per la loro crescita nella verità e nell’amore.

Fa’ che l’amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio, si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quale, a volte passano le nostre famiglie.

Tu che sei la vita, la verità e l’amore, nell’unità del Figlio e dello Spirito santo. Amen.

     
     
 

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