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Aprile 2000

 

LA  GRANDE  SETTIMANA  DI  GESU’

riflessioni e preghiere partendo dalla liturgia della settimana santa

 

 

La storia della salvezza parte dall’eternità, dal pensiero creatore e amorevole di Dio, si concretizza lungo la storia degli uomini, culmina nell’incarnazione del Figlio, si condensa nella settimana dell’amore, della passione, morte e risurrezione di Cristo e, da questa, si diparte nei secoli fino a noi e a coloro che verranno dopo di noi. Tempo ed eternità concentrati in Gesù Redentore, ecco perché nei secoli questa settimana è stata il centro del cammino dell’anno liturgico. Questo piccolo libretto, che non spiega tutto, che non ha neppure la presunzione di avvicinarsi alla grandezza dell’amore celebrato, vuole aiutare ad attualizzare personalmente, con senso di lode e di ringraziamento, quanto la Chiesa ci fa celebrare nei giorni della Settimana Santa.

 

domenica delle palme

Il significato di questo giorno

E’ rivivere, dopo il lungo cammino quaresimale, il gioioso ingresso di Gesù in Gerusalemme, dove viene accolto con gioia ed esultanza dai piccoli e dalle folle, mentre da Lui prendono le distanze i sacerdoti e gli anziani del popolo. Ma, proprio per ricordarci che la gloria di Cristo non è nelle manifestazioni di piazza, ci viene indicata, nella Messa, la storia della sua passione e morte, quasi ad anticipare quanto ci viene proposto in questa settimana. Inizierà questa festa proprio la benedizione dei rami di ulivo. Saremo così invitati dal sacerdote:

Fratelli carissimi,

Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo di seguirlo fino alla croce per essere partecipi della sua risurrezione.

 

I SEGNI

 

L’ASINO

E’ il protagonista del brano di Vangelo che ci ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Gesù non è il solenne conquistatore che entra in città a capo delle sue truppe, impalcato su un superbo cavallo e acclamato da folle prezzolate o interessate. Egli viene umilmente come umilmente ha preso carne. Cavalca l’asinello del servizio silenzioso.

 

LE PALME E I RAMI D’ULIVO

Sono il segno gioioso e primaverile che venne tributato a Cristo come accoglienza nella città santa.

Chi riconosce in Lui o il Figlio di Davide, o il Messia, o il Profeta, o il Liberatore, o l’Uomo buono, lo accoglie con gioia anche attraverso il segno di una natura rinnovata.

 

L’INVITO ALLA PACE

Il rametto di ulivo nel becco della colomba aveva rassicurato Noè sull’arca: c’era terraferma dove approdare e ricominciare il cammino. Gesù è la terraferma di Dio, è il cammino: "Io sono la via la verità e la vita". Portare a casa un rametto di ulivo benedetto o offrirlo ad un vicino, ad un ammalato non è e non deve essere un atto superstizioso. E’ voler accogliere con Gioia Cristo in casa nostra, è il desiderio di rinnovarci, come la natura, nel cammino di pace della nostra famiglia.

 

LA BENEDIZIONE DELLE CASE

Specialmente in città è difficile vedere ancora il sacerdote girare con il secchiello dell’acqua benedetta, ma Dio vuol benedire le nostre case e le nostre famiglie. E se il sacerdote non ce la fa più a passare da tutti, ogni capofamiglia, può invocare, con tutti i suoi cari, la benedizione sulla propria casa. Eccovi uno schema da seguire liberamente per questa preghiera:

 

 

PREGHIERA DI BENEDIZIONE DELLA CASA E DELLA FAMIGLIA

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

La pace di Dio abiti sempre in questa famiglia e in questa casa.

 

In questa settimana Santa di Gesù pensando alla meraviglia del suo amore per noi, invochiamo lo Spirito Santo affinché ci tenga uniti nel nome del Signore e doni a noi la sua pace e la sua protezione.

 

Diciamo insieme : RESTA CON NOI, SIGNORE!

Perché nella nostra famiglia regni sempre la fiducia, la comprensione e l’accettazione reciproca. Preghiamo

Perché tutti possiamo avere il dono della salute e possiamo guadagnarci il necessario per la vita. Preghiamo

Perché sappiamo affrontare con coraggio e con fede, sostenuti dal vicendevole amore, le difficoltà e le prove, le malattie e le sofferenze. Preghiamo

Perché siamo pronti alla riconciliazione e al perdono per ricomporre, quando fosse necessario, l’unione della famiglia. Preghiamo

Perché la nostra famiglia sia unita da una fede viva e operosa in Gesù. Preghiamo

Perché la nostra famiglia sia aperta alle esigenze della società e della Chiesa e i poveri e i bisognosi di conforto trovino in essa chi li comprende e li soccorre. Preghiamo

 

 

PADRE NOSTRO…

Preghiamo:

Benedici, Signore, questa casa e questa famiglia, allontana da esse ogni peccato, ogni negatività e ogni forma di male affinché tutti coloro che qui vivono e qui entrano possano sempre, con l’aiuto del tuo Spirito, comportarsi come figli tuoi. Per Cristo nostro Signore.

 

Maria, a Te consacriamo questa famiglia e questa casa:

AVE MARIA…

 

E la benedizione di Dio Onnipotente scenda su ciascuno di noi, su questa famiglia e su questa casa, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo . AMEN.

 

 

LA PROCESSIONE

Accogliere il Cristo e accompagnare il Cristo sono i due sensi della processione; accoglierlo e riconoscerlo Figlio di Dio Redentore e accompagnarlo in questa settimana della sua ‘passione’ per noi. Una delle preghiere di benedizione dei rami riassume così:

 

Accresci, o Dio, la fede di chi spera in Te, e concedi a noi tuoi fedeli, che rechiamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a Lui per portare frutti di opere buone. Per Cristo nostro Signore.

 

LA PASSIONE

E’ il nucleo centrale del Vangelo; è l’atto di amore totale di Gesù nei confronti del Padre e per noi.E’ vero che molti di noi la conoscono quasi a memoria. Ma può essere una cosa ripetitiva, abitudinaria se penso che il Figlio di Dio ha sofferto tutto questo per me?

 

Spunti dalla Parola di Dio e inviti alla riflessione 

 

 

Dal Vangelo della benedizione degli ulivi (Mc. 11,1-10)

 

Versetti 7-10

Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed Egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada ed altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!

 

Può esistere ancora un cristiano triste, musone. Quando è Dio stesso che viene a visitarlo?

Quando gli osanna li cantano i registratori e i cristiani diventano muti, dubito che siano ancora cristiani.

 

Oggi può essere facile accogliere Cristo ma ci sono giorni di scoraggiamento, di dubbi, di dolore. Quando capitano ti chiudi a riccio o la porta resta aperta per Gesù?

 

Preghiamo il salmo della processione

 

Esultai quando mi dissero: Andiamo alla casa del Signore E ora stanno i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme riedificata come città, ricostruita compatta! Là sono salite le tribù, le tribù del Signore.

A lodare il nome del Signore, è precetto in Israele, Là sono i troni del giudizio per la casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme: sia sicuro chi ti ama Sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi.

Per amore dei fratelli e dei vicini io dirò: In te sia pace; per la casa del Signore nostro Dio, io cerco il tuo bene.

 

 

Dalla Prima lettura (Is. 50,4-7)

 

Versetti 6-7

"Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso."

 

Non è stato uno scherzo per Gesù affrontare la sua passione; c’è riuscito solo con il più completo abbandono fiducioso in Dio.

Il dolore e le prove tendono a distruggerci; solo la forza di Dio può darci coraggio e renderci forti. Lui non ci deluderà.

 

Salmo responsoriale (Sal.21)

 

Pregando questo salmo siamo invitati a ripetere la frase di Gesù: "Mio Dio, Mio Dio, perché mi hai abbandonato?" Vogliamo portare a Gesù, e attraverso Lui al Padre le montagne di sofferenza che ci sono nel mondo.

 

Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: "Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico".

Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte. Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto.

Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. Lodate il Signore voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele.

 

Dalla seconda lettura (Fil.2,6-11)

 

Versetti 8-11

Cristo Gesù umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre.

 

Tutto è tuo, o Gesù: la creazione, la vita… ma ti voglio adorare non solo perché come Dio sei Signore di tutto e di tutti, ma perché mi sei fratello e servo; la tua croce per me è il segno più grande della tua regalità.

 

Dalla passione secondo Marco (Mc. 14,1-15,47)

 

Versetto 3

Mentre Gesù stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo.

 

Non tutto è nero in questa passione: c’è qualcuno che sa ancora essere riconoscente e lo manifesta con un gesto gratuito d’amore. Nella mia vita, tutto è calcolato o c’è ancora spazio per il gratuito? Dio, Gesù, sono solo la stampella per i miei mali, la risposta alle mie paure o sento ancora, almeno qualche volta, riconoscenza sincera? Nella preghiera chiedo sempre o so anche dire grazie?

 

Versetto 18

Ora mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: "In verità vi dico, uno di voi mi tradirà".

 

E’ troppo facile scaricare la colpa solo e sempre su Giuda. Nel dramma di Diego Fabbri intitolato "il processo a Gesù", troviamo il momento più suggestivo quando il tribunale chiama a deporre Giuda e lo mette a confronto con Giovanni, l’evangelista. Giuda gli dice: "Tu lo sapevi, perché te lo aveva confidato Lui, che io uscendo nella notte sarei andato a consegnarlo ai suoi nemici. Ma non mi hai bloccato con un gesto di fraternità, non mi hai fermato in nome dell’amore". Non dovremmo rimproverarci anche noi analoghe omissioni di affetto verso coloro che "escono nella notte"?

 

Versetto 22

Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo".

 

Quando ti ricevo, è il tuo corpo nato da Maria che ricevo, è il tuo corpo ferito dai flagelli, coronato di spine, trafitto, è la tua sofferenza che ricevo, è il buio del sepolcro e la gloria della risurrezione… Veramente Tu mi hai dato tutto Te stesso.

 

Versetti 33-34

Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate".

 

Il mondo mi addormenta. La T.V., i giornali, Internet, i soldi, il piacere, la pigrizia, l’abitudine mi addormentano. Mi sono persino abituato alla sofferenza degli altri. Gesù, hai davanti un cristiano addormentato, quindi pronto a tradire e a fuggire. Non solo gli occhi si chiudono. Aiuto! Si sta chiudendo il cuore!

 

Versetti 63-64

Allora il Sommo Sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?".

 

Dio che bestemmia! Ecco l’assurdo a cui porta una religione becera, legata a schemi intoccabili, connivente con la gloria e il potere del mondo: non ci si accorge di bestemmiare condannando Dio mentre si fa di Dio un bestemmiatore contro se stesso.

 

Versetto 72

Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che il gallo canti due volte mi rinnegherai tre volte". E scoppiò in pianto.

 

Il canto del gallo è il simbolo del risveglio. Il gallo, secondo il Talmud è ‘maestro di cortesia’, come il maggiordomo che introduce il suo Signore, il sole, annunciandolo con il suo chicchiricchì. Ma nella settimana santa il gallo ha funzione di evocatore di rimorso per i nostri peccati e per la conversione pasquale nel sacramento della riconciliazione. Auguriamoci di avere sempre un ’gallo’ nella nostra coscienza che ci risvegli a chiedere perdono.

 

Versetto 15

E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

 

Che nome bello per il primo liberato dalla morte di Gesù: Barabba, cioè Figlio del Padre.

Gesù, il Figlio prediletto del Padre accetta di morire perché un omicida possa chiamarsi a pieno titolo Bar Abba, Figlio di Dio.

 

Versetto 37

Ma Gesù dando un forte grido, spirò.

 

Quando si nasce tutti aspettano il primo strillo: sono i polmoni che lasciando entrare aria aprono alla vita. Qui Gesù fa uscire l’ultima aria rimasta e restituisce la vita gridando.Il grido della vita e della morte si confondono e diventano un tutt’uno e questo per Te, Gesù, ma anche per noi: gridiamo che vogliamo la vita, gridiamo perché la morte e il male sembrano togliercela. Ma il tuo e il nostro grido non saranno nascita alla vita eterna?

 

Versetti 46-47

Poi fece rotolare un masso contro l’entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria, madre di Joses, stavano ad osservare dove veniva deposto.

 

Sigillare un sepolcro quasi per mettere una barriera tra vita e morte, quasi a relegare i morti in un mondo ben separato da noi. Nella stessa maniera, spesso, muriamo le nostre speranze, sigilliamo i nostri affetti, separiamo il nostro prossimo. Chissà se quelle donne stavano ad osservare solo per ricordarsi bene quale era la tomba o osservavano già nella speranza di veder schizzare via quella pietra per lasciare uscire il Signore della vita?

 

La parola si fa preghiera

 

Il racconto della passione di Gesù è la prova di un amore senza misura. Ora possiamo pregare il Padre nel nome del suo Figlio:

Salvaci, o Signore!

 

Perché la celebrazione dei misteri di Cristo in questa settimana santa rinnovi profondamente le comunità cristiane, preghiamo

 

Perché intorno alla croce di Gesù si radunino tutti gli uomini che cercano un senso alla loro vita, preghiamo

 

Per tutti i leader della non violenza e della liberazione degli oppressi; per i poveri sfruttati e per i potenti che li sfruttano, preghiamo.

 

Padre, ascolta il grido dell’umanità sofferente e rendi il nostro cuore capace di comprendere le sofferenze dei fratelli, in unione con Gesù Cristo nostro Signore.

 

 

giovedì santo

Il significato di questo giorno

 

Questo giorno inizia il Triduo pasquale nel quale viviamo i misteri più profondi dell’amore di Dio per noi. Al mattino, alla Cattedrale, il Vescovo celebra, nella Messa ‘crismale’, l’istituzione del sacerdozio e la benedizione degli oli che sono il segno visibile della tenerezza di Dio per le nostre lotte, per la crescita nella fede, per il nostro soffrire, per il nostro morire. Alla sera si celebra la Messa ‘in coena domini’ dove gli oli vengono presentati alla comunità come segno di presenza di Gesù unico sommo sacerdote che continua la sua missione attraverso il servizio ordinato dal Vescovo dei sacerdoti e dei diaconi. Ma soprattutto ricordiamo e riviviamo l’istituzione dell’Eucaristia: Gesù che si fa pane per rimanere sempre con noi, per farsi nostro cibo, per il cammino, nostra forza in tutto e che lavando i piedi ai suoi apostoli ci insegna a diventare, a nostra volta, pane per il servizio dei fratelli.

 

I SEGNI

 

GLI OLI

Vengono benedetti dal Vescovo e dai sacerdoti con celebranti con Lui, tre oli che verranno usati nei diversi Sacramenti.

L’olio dei catecumeni che viene utilizzato nel battesimo per indicare un cammino di fede e di lotta contro il male che si deve intraprendere per conoscere e accogliere i doni di Gesù. Il Crisma (olio mescolato con profumi) per significare il dono dello Spirito e della consacrazione che verrà usato nel Battesimo, nella Cresima, nell’Ordine. L’olio degli infermi che significa la forza di Dio nel combattere il male e nel trasformare anche la sofferenza e la morte in grazia. Ecco, come esempio, la preghiera di benedizione dell’olio degli infermi:

 

Dio, Padre di ogni consolazione, che per mezzo del Figlio tuo hai voluto recar sollievo alle sofferenze degli infermi, ascolta benigno la preghiera della nostra fede: su questo olio fluente, prodotto dall’ulivo, a nutrimento e sostegno del nostro corpo, manda dal cielo il tuo Spirito Paraclito, affinché, in virtù della tua benedizione, coloro che riceveranno l’unzione di quest’olio ne sentano il beneficio nel corpo, nell’anima e nello spirito, e siano liberati da tutti i dolori, da tutte le infermità, da tutte le sofferenze. Sia un olio da te santificato, o Signore, un olio da te benedetto per noi, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli.

 

 

ISTITUZIONE DEL SACERDOZIO MINISTERIALE

Come ci ricorda particolarmente la lettera agli Ebrei, Cristo è l’unico sommo Sacerdote. Egli partecipa questo dono ad ogni battezzato e quindi noi formiamo un popolo "profetico, sacerdotale, regale". Ma, attraverso il sacerdozio ministeriale dona a coloro che sono ordinati la grazia di poter continuare il suo ministero di servizio al popolo e a Dio stesso.Il sacerdozio ministeriale, tutt’altro che estraniare dal popolo di Dio è per il servizio umile (in particolare, proprio oggi ce lo ricorda la lavanda dei piedi). Ecco come, dopo la rinnovazione delle promesse di servizio sacerdotale, il Vescovo chiede al popolo di pregare per i preti e per lui.

 

E voi, figli carissimi, pregate per i vostri sacerdoti: che il Signore effonda su di loro l’abbondanza dei suoi doni, perché siano fedeli ministri di Cristo e vi conducano a Lui unica fonte di salvezza. E pregate anche per me, perché sia fedele al servizio apostolico, affidato alla mia umile persona, e tra voi diventi ogni giorno di più immagine viva e autentica del Cristo Sacerdote, buon Pastore, Maestro e servo di tutti.

 

 

CENA EBRAICA ED EUCARESTIA

L’istituzione dell’Eucaristia avviene nel contesto della cena per la Pasqua Ebraica che era la memoria e il ringraziamento per la liberazione dalla prigionia di Egitto. Segni della cena ebraica erano l’agnello pasquale che era stato immolato e con il cui sangue si erano segnati gli stipiti delle porte di casa per evitare che l’angelo della morte colpisse i primogeniti ebrei; il pane azzimo, non fatto lievitare per la mancanza di tempo; le erbe amare che ricordavano da una parte l’amarezza della schiavitù, dall’altra la fretta con cui si era preparata la cena (non si era neanche potuti andar nell’orto a raccogliere l’insalata ma ci si era accontentati delle erbe di campo cresciute vicino a casa) per essere pronti alla partenza; le quattro coppe di vino per il ringraziamento (il canto del grande Allel) e la lode al Dio liberatore. Gesù è l’Agnello di Dio che immolandosi per noi toglie il peccato del mondo. Gesù berrà l’amaro calice fino in fondo facendosi schiavo al posto nostro. Gesù è la .lode e il ringraziamento dell’umanità liberata. Il suo pane non sarà solo un ricordo ma una memoria ed una presenza. Ecco come il canto che alla fine della Messa ci guiderà mentre accompagneremo Gesù all’altare dell’adorazione, ci ricorda questo.

 

Genti tutte, proclamate il mistero del Signor, del suo Corpo e del suo Sangue che la Vergine donò, e fu sparso in sacrificio per salvar l’umanità. Dato a noi da Madre pura, per noi tutti si incarnò. La feconda sua parola fra le genti seminò; con amore generoso la sua vita consumò. Nella notte della Cena coi fratelli si trovò. Del pasquale sacro rito ogni regola compì E agli apostoli ammirati come cibo si donò. La parola del Signore pane e vino trasformò: pane in carne, vino in sangue, in memoria consacrò. Non i sensi, ma la fede prova questa verità. Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò. Nuovo patto, nuovo rito nella fede si compì. Al mistero è fondamento la parola di Gesù.

 

Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio Redentor, lode grande e sommo onore all’eterna Carità. Gloria immensa, eterno amore alla santa Trinità! Amen.

 

ALTARE DELL’ADORAZIONE

Una volta, molto impropriamente, venivano chiamati: ‘sepolcri’ e nella serata si visitavano da tre a sette ‘sepolcri’ come atto di adorazione. Oggi è adorare Cristo vivo nell’Eucaristia. Ogni giorno dell’anno possiamo farlo davanti al Tabernacolo. Facendosi pane. Gesù ha posto per sempre la sua casa in mezzo a noi e quando lo riceviamo nell’Eucaristia noi stessi diventiamo sua dimora.

 

Spunti dalla parola di Dio e inviti alla riflessione

 

Dalla Prima lettura (Es. 12,1-8.11-14)

 

Versetto 14

Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne.

 

Ricordare è una cosa, far memoria un’altra.

Posso ricordare o dimenticare cose passate, ma quando faccio memoria le rendo attuali.

La storia della salvezza non è soltanto un ricordo del passato, è un rivivere oggi quello che è avvenuto perché sta capitando, adesso, a me.

Le nostre celebrazioni non sono ricordo di cose vecchie, sono l’attuazione dell’amore di Dio, adesso.

 

Preghiamo con Gesù il Salmo 115

 

Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?

Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

 

Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli.

Io sono il tuo servo, figlio della tua ancella; hai spezzato le mie catene.

 

A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo.

 

Dalla Seconda lettura ( 1Cor 11,23-26)

 

Versetto 26

Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finchè Egli venga.

 

Fare la Comunione non è un semplice atto di devozione, non è il premio per i buoni che non hanno peccato, è proclamare che Qualcuno è morto per me, che Qualcuno si è fatto Amore, servizio, pane per tutti, è affermare che siamo convinti che "chi mangia questo pane vivrà in eterno" perché Lui è il Risorto e noi risorgiamo con Lui.

 

Dal Vangelo (Gv. 13,1-15)

 

Versetto 4-5

Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto.

 

Dio è venuto sulla terra per lavarmi i piedi. Dio ci ha talmente amati da "farsi nostro schiavo". La Chiesa e specialmente la gerarchia che oggi celebra il sacerdozio dovrebbe sempre confrontarsi con questo fatto, talmente importante che San Giovanni, nel suo Vangelo, mette addirittura al posto del racconto dell’istituzione dell’Eucaristia. Non c’è Eucaristia se non c’è spirito di umiltà, di servizio, di condivisione. Il vero peccato contro l’Eucaristia è la non condivisione, è scambiare il servizio per l’onore.

 

La Parola si fa Preghiera

 

Abbiamo ricevuto dal nostro Signore e Maestro una proposta molto impegnativa. Conoscendo la nostra debolezza, rivolgiamoci al Padre con la preghiera: AIUTACI, O SIGNORE!

 

Per le comunità cristiane: perché attuino sempre meglio la loro vocazione di servizio degli uomini nella ricerca della verità e nei gesti concreti dell’amore, preghiamo.

 

Per i ministri della Chiesa: perché svolgano il loro servizio della parola, dei sacramenti e della comunione ecclesiale con i sentimenti di Gesù, preghiamo

 

Per noi che celebriamo questa Pasqua: perché possiamo ritrovare la dimensione familiare dell’Eucarestia, la gioia di appartenere ad una comunità e insieme essere aperti a tutte le altre, preghiamo.

 

Signore, aiutaci a capire e a fare gli uni per gli altri quello che per noi ha fatto Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen.

 

venerdì santo

Il significato di questo giorno

 

E’ il giorno in cui campeggia la Croce con tutto il suo mistero di dolore, di amore, di redenzione. "Guarderanno a Colui che hanno trafitto" e saranno salvati!

Oggi e domani non c’è Eucaristia ma solo la celebrazione liturgica odierna che si divide in quattro momenti: la parola di Dio, la preghiera per tutti, l’adorazione della Croce, la Comunione.

 

I SEGNI DI QUESTA GIORNATA

 

IL SILENZIO

Il mondo trattiene trepidante il fiato davanti al dolore, alla morte e alla sepoltura del Signore. Tacciano anche le parole per dare spazio al silenzio e alla preghiera di contemplazione.

 

VIA CRUCIS

E’ uno dei tanti modi per ripercorrere in tante tappe (stazioni) la via dolorosa di Gesù. Una Via crucis per essere degna di questo nome non deve solamente ricordare il dolore di Gesù, ma anche unire al suo il dolore, le prove, le croci fisiche e morali degli uomini e il rincrescimento per il peccato, causa della donazione totale di Gesù sulla croce.

 

LA PREGHIERA UNIVERSALE

Gesù è morto per tutti gli uomini; per chi lo ama e crede in Lui e per chi ancora non lo conosce; per il suo popolo e per tutti i popoli; per i ministri della misericordia e per i bestemmiatori; per chi comanda e per chi obbedisce; per chi vive serenamente e per chi è tribolato.

La Chiesa si fa voce di ogni creatura e per tutti fa salire al crocifisso una preghiera povera ma fiduciosa.

 

ADORAZIONE DELLA CROCE

Il sacerdote ci presenta la croce e ci invita ad adorarla. E’ il momento più commovente e suggestivo di questa celebrazione perché davanti ai nostri occhi e al nostro cuore è presentato Gesù, dilaniato nel suo corpo che con l’eloquenza del dolore ci dice: "Ecco quello che ho fatto per te".

Noi non adoriamo il legno della croce; senza Gesù, esso è maledizione e condanna.

Gesù, senza la Croce potrebbe essere vissuto come uno zuccherino per momenti di emozione religiosa.

Gesù sulla croce è redenzione, salvezza per noi, per tutti.

 

Spunti dalla Parola di Dio e inviti alla riflessione

 

Dalla Prima lettura (Is.52,13-53,12)

 

Versetti 4-5

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.

Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

 

Gesù, in tutta questa celebrazione non posso pensare all’obbrobrio della croce, alle tue sofferenze, al tuo essere obbediente fino alla morte, senza pensare che tutto questo lo hai fatto per me. Non è una storia, è la mia storia.

 

Salmo 30

 

Preghiamo questo salmo pensando a come lo ha pregato Gesù quel giorno.

 

In Te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. Mi affido alle tue mani: tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. Sono l’obbrobrio dei miei nemici, il disgusto dei miei vicini, l’orrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge. Sono caduto in oblio come un morto, sono divenuto un rifiuto. Io confido in te, Signore; dico: "Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni". Liberami dalla mano dei miei nemici, dalla stretta dei miei persecutori. Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua misericordia. Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel Signore.

 

Dalla Seconda Lettura (Ebr. 4,14-16;5,7-9)

 

Versetti 7-9

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

 

Essere Sommo Sacerdote per Gesù non è stato un ‘giro di onore’, ma aver offerto se stesso come vittima di espiazione. Vivere il nostro comune sacerdozio è unirci anche noi sia al Sommo Sacerdote, sia alla vittima di espiazione.

 

Dalla Passione secondo Giovanni (Gv. 18,1-19,42)

 

Versetti 7-8

Gesù domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù il Nazareno". Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano".

 

Sei andato al nostro posto: hai pagato tu perché noi potessimo essere liberi!

 

Versetto 11

Gesù disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".

 

Il Regno di Dio è diverso dai regni della terra, il potere di Dio non poggia sulle spade. Pietro, Chiesa, Cristiano, non lasciarti tentare dal potere delle spade: non è questo il modo di difendere Gesù.

 

Versetti 22-23

A queste parole, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù dicendo: "Così rispondi al Sommo Sacerdote?". Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".

 

Gesù non fa seccare la mano di chi lo ha preso a schiaffi, ma lo mette davanti alla verità e alle scelte che deve fare.

Il perdono non è semplicemente: ti perdono perché sono buono, ma: ti perdono perché spero tu ti renda conto di te stesso e della verità e cambi.

 

Versetto 28

Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio.

 

Quando la religione ha bisogno di un braccio secolare per nascondere le proprie condanne, non è più religione, è bestemmia.

 

Versetti 18,38.19,1

Detto questo, Pilato uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa".

… Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.

 

Poco prima Pilato aveva chiesto a Gesù: "Che cos’è la verità?".

E’ difficile che ci sia verità dove c’è solo ricerca di potere: si riconosce l’innocenza di un uomo ma per compiacere altri lo si fa flagellare e poi davanti ad un po’ di folla che si agita lo si fa anche crocifiggere.

 

Versetti 17-18

Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo.

 

Ultimo tra gli ultimi perché gli ultimi siano i primi

 

Versetti 26-27

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

 

E’ il tuo ultimo regalo, o Gesù. Colei che ti aveva regalato un corpo e che vede questo corpo devastato dal dolore, e che sente nella sua carne tutte le tue sofferenze, diventa Madre di tutti coloro che ti hanno messo in croce.

Grazie, Gesù! Grazie, Maria!

 

Versetto 30

Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò.

 

Tu sei l’Alfa e l’Omega. L’inizio e la fine. Puoi dire al Padre: "Li ho amati fino alla fine e così ho amato Te. Tutto ciò che mi hai dato te lo consegno nelle mani, insieme alla mia vita".

Un’antica leggenda chiamava il Calvario: ‘Luogo del teschio’ perché si pensava fosse il luogo della sepoltura di Adamo. Gesù, l’uomo nuovo muore ma il suo sangue raggiunge il teschio di Adamo e gli dà la vita.

 

La parola si fa Preghiera

Sono dieci, oggi, le grandi intenzioni che la Chiesa depone ai piedi della croce di Gesù, facciamole nostre.

 

Per la Chiesa di Dio: Il Signore le conceda unità e pace, la protegga su tutta la terra, e doni a noi in una vita serena e tranquilla, di rendere gloria a Dio Padre onnipotente.

Per il nostro Papa: Il Signore gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa, come guida e pastore del popolo di Dio.

Per i Vescovi, sacerdoti e diaconi e per tutto il popolo di Dio: il Signore conceda a tutti di servirlo secondo i doni ricevuti.

Per coloro che si preparano al Battesimo: mediante l’acqua rigeneratrice ricevano il perdono e siano incorporati a Gesù.

Per l’unità dei Cristiani: affinché tutti i credenti formino una sola famiglia nel vincolo dell’amore e della vera fede.

Per gli Ebrei: perché quello che fu il popolo eletto possa giungere alla pienezza della redenzione.

Per i non cristiani: perché illuminati dallo Spirito Santo possano anch’essi entrare nella via della salvezza.

Per coloro che non credono in Dio: vivendo con bontà e rettitudine di cuore possono giungere alla conoscenza del Dio vero.

Per i governanti: perché il Signore illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace.

Per tutti i tribolati: Dio Padre Onnipotente liberi il mondo da ogni disordine, allontani le malattie, scacci la fame, renda libertà ai prigionieri, giustizia agli oppressi. Conceda sicurezza a chi viaggia, il ritorno ai lontani da casa, la salute agli ammalati, ai morenti la salvezza eterna.

 

 

Davanti alla Croce

Fermiamoci davanti alla croce e sentiamo anche il dolce rimprovero di Gesù.

O mio popolo, che male ti ho fatto?

Che dolore ti ho dato? Rispondimi!

 

Io ti guidai dalla terra di Egitto:

e tu hai preparato la croce al tuo Salvatore.

 

Io ti guidai per quarant’anni nel deserto.

Ti sfamai con la manna. Ti portai in terra buona:

e tu hai preparato la croce al tuo Salvatore.

 

Io ti piantai come un splendida vigna:

e tu mi sei venuta aspra e amara;

hai calmato la mia sete con l’aceto,

hai piantato una lancia nel fianco del tuo Salvatore.

 

Io per te colpii l’Egitto nei suoi primogeniti:

tu mi hai colpito con flagelli e mandato a morte.

 

Io apersi davanti a te il mare:

e tu con una lancia mi hai aperto il fianco.

 

Io ti feci strada con la nube luminosa:

e tu mi hai condotto davanti a Pilato.

 

Io ti dissetai dalla roccia con acqua di salvezza:

e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.

 

Io per te distrussi ire dei Cananei:

e tu con una canna mi hai colpito il capo.

 

Io ti posi nelle mani lo scettro dei re:

e tu mi hai posto sul capo la corona di spine.

 

 

Io ti innalzai con grande potenza:

e tu mi hai sospeso al legno della croce.

 

 

sabato santo

Il Significato di questo giorno

 

Il sabato santo è trascorso in silenzio. Davanti alla morte di Cristo, alla cattiveria degli uomini, al suo amore totale, davanti alla sua tomba sigillata, il mondo tace.

Ma questo silenzio non è vuoto, è denso di ringraziamento per ciò che è avvenuto, e di attesa.

Questa attesa esplode nella liturgia più bella e più ricca di segni di tutto l’anno liturgico.

Per antichissima tradizione questa è "notte di veglia in onore del Signore". I fedeli, portando in mano la candela assomigliano a coloro che attendono il Signore al suo ritorno, in modo che quando Egli verrà, li trovi ancora vigilanti e li faccia sedere alla sua mensa.

La notte pasquale è il grande sacramento della vita del cristiano. Battesimo ed Eucaristia, che sono al centro della liturgia di oggi, ci rendono presenti e contemporanei gli avvenimenti che celebriamo, e ce ne comunicano il valore salvifico.

 

SEGNI E RIFLESSIONI DALLA LITURGIA

 

IL LUCERNARIO

Fuori della Chiesa si vive un momento di veglia attorno al fuoco.

Esso illumina, scalda, brucia.

Gesù è la luce del mondo; la sua risurrezione rompe le tenebre della morte; la sua parola scalda i nostri cuori; il suo amore brucia i nostri peccati.

 

BENEDIZIONE DEL FUOCO NUOVO

O Dio, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno. Per Cristo nostro Signore.

 

IL CERO PASQUALE

Dal nuovo fuoco si accende il cero pasquale segno di Cristo risorto.Egli è all’inizio, al centro e alla fine della nostra storia. Presentando il cero nella chiesa buia, come la luce di Cristo dalla quale tutti accendono la loro candela, il sacerdote ci indica colui che ha vinto il peccato e la morte per noi.

 

PREPARAZIONE E PRESENTAZIONE DEL CERO PASQUALE

Cristo è vivo ieri e oggi:

Egli è il principio e la fine, l’alfa e l’omega.

A Lui appartengono il tempo e i secoli.

A Lui la gloria e il potere per tutti i secoli in eterno. Amen.

Per mezzo delle sue sante piaghe gloriose,

ci protegga e ci custodisca il Cristo Signore. Amen.

 

La luce del Cristo che risorge glorioso,

disperda le tenebre del cuore e dello spirito.

 

PROCLAMAZIONE DELL’ANNUNCIO PASQUALE

Il più grande annuncio che fu mai dato sulla terra è proprio questo: un uomo, amato da Dio, che era morto e sepolto è ritornato in vita e per sempre. Con la candela in mano, per farci illuminare dalla sua luce, ascoltiamo con riconoscenza questo grande annuncio che coinvolge tutti noi nella gioia di Pasqua:

 

Esulti il coro degli angeli, esulti l’assemblea celeste, un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto. Gioisca la terra inondata da così grande splendore; la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo. Gioisca la madre Chiesa,splendente della gloria del suo Signore, e questo tempio tutto risuoni per le acclamazioni del popolo in festa. E’ veramente cosa buona e giusta esprimere con il canto l’esultanza dello spirito, e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente, e al suo unico Figlio, Gesù Cristo nostro Signore. Egli ha pagato per noi all’eterno Padre il debito di Adamo, e con il suo sangue sparso per noi ha cancellato la condanna dell’antica colpa. Questa è la vera Pasqua, in cui è ucciso il vero Agnello, che con il suo sangue consacra le case dei fedeli. Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitù dell’Egitto, e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso. Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato con lo splendore della colonna di fuoco. Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti in Cristo dall’oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo, li consacra all’amore del Padre e li unisce nella comunione dei santi. Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte risorge vincitore dal sepolcro. O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il Figlio! Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte di Cristo. Felice colpa che meritò di avere un così grande Redentore! Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra e il cielo e l’uomo al suo creatore! In questa notte di grazia accogli, Padre Santo, il sacrificio della lode, che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri, nella solenne liturgia del cero, frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce. Ti preghiamo dunque, Signore, che questo cero, offerto in onore del tuo nome per illuminare l’oscurità di questa notte, risplenda di luce che mai si spegne. Salga a te come profumo soave, si confonda con le stelle del cielo. Lo trovi acceso la stella del mattino. Quella stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

LA PAROLA DI DIO

Un grandissimo spazio viene dato in questa veglia alla parola di Dio. La risurrezione di Gesù non è un evento improvviso; esso è stato preparato con amore dal Padre fin dal terribile momento in cui i nostri progenitori hanno peccato. Nel lento snodarsi della storia della salvezza, così come ci viene descritta dalla Parola di Dio, vedremo come l’amore di Dio non si sia mai arreso di fronte ai rifiuti dell’uomo e come esso vinca definitivamente nell’obbedienza di Gesù sulla croce e nella glorificazione della risurrezione.

Sono ben otto le letture proposte in questa sera prima dell’ascolto del Vangelo:

 

Prima lettura – La creazione. (Gen.1,1-2,2)

Dio ha fatto bene ogni cosa e al centro del creato ha posto l’uomo fatto a sua immagine e somiglianza.

 

Seconda lettura – Il sacrificio di Abramo nostro padre nella fede. (Gen. 22,1-18)

Dio inizia la sua alleanza con un popolo attraverso un atto di fede incondizionato del suo capostipite.

 

Terza lettura - La liberazione di Israele e l’attraversamento del mare. (Es. 14,15-15,1)

E’ la grande pasqua del popolo ebreo, la liberazione dalla schiavitù, il passaggio attraverso le acque verso la terra promessa; è l’anticipazione della Pasqua ancora più grande di Gesù: Lui passa e ci fa passare dalla morte alla vita.

 

Quarta lettura – Dio è lo sposo che ha pietà del suo popolo. (Is.54,5-14)

Nonostante i ripudi e le ribellioni del popolo, Dio, il Misericordioso, lo Sposo, promette una nuova alleanza. Cristo è l’alleanza definitiva di Dio con l’uomo.

 

Quinta lettura – Dio dice: "Venite a me e vivrete". (Is.55,1-11)

Chi fa il cammino del ritorno e della conversione trova la tenerezza del Padre Provvidente.

 

Sesta lettura – Cammina alla luce del Signore. (Bar. 3,9-15.32-4,4)

Come può un uomo che ha trovato la luce, il senso della sua vita e dell’eternità, abbandonarla? Chi ha trovato Dio e il suo Cristo veda di non perderlo o barattarlo per l’oscurità e il buio.

 

Settima lettura – Dice il Signore: "Vi aspergerò con acqua pura, vi darò un cuore nuovo". (Ez. 36,16-17a.18-28)

La grande promessa si allarga. Non è più solo una terra, è il perdono, la purificazione, è la scoperta del cuore che si aprirà in Cristo alla dismisura di Dio stesso.

 

Ottava lettura – Cristo risuscitato dai morti più non muore. (Rom. 6,3-11)

In una grande catechesi battesimale, Paolo ci ricorda che noi siamo con-piantati, con-cresciuti, con-crocifissi, morti con Cristo, ma anche con-viventi con Lui per sempre.

 

Gioiamo col Salmo 117

 

Celebrate il Signore perché è buono;

perché eterna è la sua misericordia.

Dica Israele che egli è buono:

eterna è la sua misericordia.

 

La destra del Signore si è alzata,

la destra del Signore ha fatto meraviglie.

Non morirò, resterò in vita

e annunzierò le opere del Signore.

 

La pietra scartata dai costruttori

è divenuta testata d’angolo;

ecco l’opera del Signore:

una meraviglia ai nostri occhi.

 

IL VANGELO DELLA RISURREZIONE (Mc. 16,1-8)

Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.

Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?". Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.

Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra. Vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto".

Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno perché avevano paura.

 

LITURGIA BATTESIMALE

La grazia di Gesù risorto è giunta a noi per la prima volta col sacramento del Battesimo. In quel momento siamo diventati, a pieno titolo, Figli di Dio e lo siamo realmente. E sarà sempre dal fonte battesimale che scaturirà l’acqua della salvezza. Per questo, dopo l’invocazione di Maria e dei Santi, proprio in questa notte si benedice l’acqua con la quale saremo aspersi per rinnovare la nostra adesione a Cristo. L’acqua purifica, dà vita, uccide il male e il peccato e ci rende creature nuove.

 

BENEDIZIONE DELL’ACQUA BATTESIMALE

Fratelli carissimi, preghiamo umilmente il Signore Dio nostro, perché benedica quest’acqua con la quale saremo aspersi in ricordo del nostro battesimo. Il Signore ci rinnovi interiormente, perché siamo sempre fedeli allo Spirito che ci è dato in dono.

 

Signore, Dio nostro, sii presente in mezzo al tuo popolo, che veglia in preghiera in questa santissima notte, rievocando l’opera ammirabile della nostra creazione e l’opera ancor più ammirabile della nostra salvezza.

Degnati di benedire quest’acqua, che hai creato perché dia fertilità alla terra, freschezza e sollievo ai nostri corpi.

Di questo dono della creazione hai fatto un segno della tua bontà: attraverso l’acqua del Mar Rosso hai liberato il tuo popolo dalla schiavitù; nel deserto hai fatto scaturire una sorgente per saziare la sua sete; con l’immagine dell’acqua viva i profeti hanno preannunziato la nuova alleanza che tu intendevi offrire agli uomini; infine, nell’acqua del Giordano, santificata da Cristo, hai inaugurato il sacramento della rinascita, che segna l’inizio dell’umanità nuova, libera dalla corruzione del peccato.

Ravviva in noi, Signore, nel segno di quest'acqua benedetta, il ricordo del nostro Battesimo, perché possiamo unirci all’assemblea gioiosa di tutti i fratelli, battezzati nella Pasqua di Cristo nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI

Fratelli carissimi,

per mezzo del Battesimo siamo divenuti partecipi del mistero pasquale di Cristo, siamo stati sepolti insieme con Lui nella morte, per risorgere con Lui a vita nuova.

Ora, al termine del cammino penitenziale della Quaresima, rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno abbiamo rinunziato a Satana e alle sue opere e ci siamo impegnati a servire fedelmente Dio nella santa Chiesa Cattolica.

 

Rinunciate al peccato per vivere nella libertà dei figli di Dio?

Rinuncio.

 

Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?

Rinuncio.

 

Rinunciate a Satana, origine e causa di ogni peccato?

Rinuncio.

 

Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

CREDO.

 

Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

CREDO.

 

Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna?

CREDO.

 

Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù nostro Signore, per la vita eterna. Amen.

 

 

LA SEQUENZA DI PASQUA

Alla vittima pasquale si innalzi oggi il sacrificio di lode.

L’Agnello ha redento il suo gregge,

l’innocente ha riconciliato noi peccatori al Padre.

 

Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.

Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

 

"Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?".

"La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,

e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.

Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea.

 

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.

Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.

 

piccola antologia di preghiere

Vi offro qui una piccola antologia di preghiere. Ognuno, pur riscoprendo che la preghiera è sempre espressione personale e che spesso le parole non riescono ad esprimere ciò che si trova in un cuore, specialmente in questa settimana santa può trovare qualche spunto per la preghiera personale.

 

TI AMO O DIO CHE REGNI DALLA CROCE

Sulla croce, mio Gesù, tu mi hai stretto sul tuo cuore.

Hai sopportato i chiodi, il colpo di lancia, il colmo della vergogna, dolori senza numero, il sudore e l’angoscia, la morte…

Tutto questo per me, al mio posto, per i miei peccati.

Allora, Gesù che tanto ami,

perché dunque non amarti di un amore disinteressato,

dimentichi del cielo e dell’inferno,

non per ricevere ricompense, ma semplicemente perché tu mi hai amato?

E’ così che ti amo, così ti amerò, solo perché tu sei il mio Re,

solo perché tu sei il mio Dio. (San Francesco Saverio)

 

SE…

Tutto è per noi Cristo.

Se desideri medicare le tue ferite,

egli è il medico.

Se bruci di febbre,

Egli è la sorgente ristoratrice.

Se sei oppresso dalla colpa,

Egli è la giustizia.

Se hai bisogno di aiuto,

Egli è la forza.

Se temi la morte,

Egli è la vita.

Se desideri il cielo,

Egli è la via.

Se fuggi le tenebre,

Egli è la luce.

Se cerchi il cibo,

Egli è il nutrimento.

Gustate dunque e vedete quanto è buono il Signore;

felice l’uomo che spera in Lui. (Sant’Ambrogio)

 

CREDO IN TE, GESU’

Credo in te, Signore Gesù Cristo, Figlio eternamente amato, mandato nel mondo per riconciliare i peccatori col Padre.

Tu sei la pura accoglienza dell’amore, tu che ami nella gratitudine infinita, e ci insegni che anche ricevere è divino, e il lasciarci amare non meno divino che l’amare. Tu sei la parola eterna uscita dal silenzio, nel dialogo senza fine dell’amore, l’amato che tutto riceve e tutto dona. I giorni della tua carne, totalmente vissuti in obbedienza al Padre, il silenzio di Nazaret, la primavera di Galilea, il viaggio a Gerusalemme, la storia della passione, la vita nuova della Pasqua di risurrezione, ci contagiano il grazie dell’amore, e fanno di noi, nella sequela di te, coloro che hanno creduto all’Amore e vivono nell’attesa della tua venuta. Credo in te, unico Dio d’amore, eterno amante, eterno amato, eterna unità e libertà dell’amore. In te vivo e riposo, donandoti il mio cuore, e chiedendoti di nascondermi in te e di abitare in me. (Bruno Forte, teologo)

 

 

MANI PIAGATE DI CRISTO

Signore, Ci sono mani che contano volentieri il denaro;

mani che legano le mani degli umili;

mani che applaudono le prepotenze dei violenti;

mani che spogliano i poveri;

mani che inchiodano perché nessuno ci contenda il nostro privilegio;

mani che invano cercano di lavare le proprie viltà;

mani che scrivono contro la verità;

mani che trapassano i cuori.

Se potessimo dimenticare queste mani.

Se ci fosse un’acqua per lavare queste mani…

Per dimenticare le mie mani,

ho bisogno di guardare altre mani,

di sostituire le mie mani spietate

con le mani piagate del Cristo. (don Primo Mazzolari)

 

 

NEL FLUSSO DEL TUO AMORE

Gesù, Signore di verità, nostra roccia, venuto a salvare tutti i peccatori, insegnaci a non giudicare, insegnaci a lasciar penetrare in noi i nomi di Dio: bontà, pazienza, generosità.

Libera il nostro cuore dalla durezza.

Questo cuore di pietra diventi, grazie allo Spirito, un cuore di carne pieno d’amore.

Salvaci e fa che riposiamo in te: Tu solo puoi liberarci!

Sì, liberaci, Signore, dalle nostre meschinità. Trascinaci nel flusso del tuo amore.

Vieni a condurci nella tua libertà; e scuotici come spighe, fino a che abbandoneremo la nostra sufficienza, per desiderare con un cuore di carne il tuo regno che apre alla festa! (Pierre Griolet)

 

 

NON ELUDERE LA CROCE

Cristo Signore, hai molti che amano il tuo regno,

ma pochi che si preoccupano di portare la tua croce.

Molti desiderano la tua gioia,

ma pochi le tue sofferenze.

Molti si siedono a tavola con te: tutti bramano di godere,

pochi vogliono patire qualcosa per te.

Molti ti seguono fino alla frazione del pane,

ma pochi sino a bere il calice della passione.

Molti ammirano i tuoi miracoli,

pochi ti seguono nell’ignominia della croce.

Molti ti amano,

quando non sono toccati dalle sventure.

Molti ti lodano e ti benedicono finché ricevono consolazioni da Te.

Ma se ti nascondi per un istante, si trovano soli ed eccoli in pianto.

 

Cristo Signore, aiutami a non eludere la tua croce. (Imitazione di Cristo)

 

 

ABBRACCIO LA TUA CROCE

O Gesù, un giorno deporrai anche la mia povera anima e la mia povera vita nelle mani del Padre?

Allora deponi tutto, il peso della mia vita, il peso dei miei peccati, non sulla bilancia del giudizio ma tra le braccia del Padre.

Dove fuggire, dove nascondermi, se non presso di te, che mi sei fratello nelle amarezze, che hai patito per i miei peccati?

Ecco, io oggi vengo a te, mi inginocchio sotto la tua croce. Bacio quei piedi, che senza farsi sentire e senza farsi fuorviare, mi seguono con passo sanguinante lungo le strade tortuose della mia vita. Abbraccio la tua croce, o Signore dell’amore eterno, o cuore di tutti i cuori, o cuore trafitto, o cuore paziente e indicibilmente buono! Abbi pietà di me. Accoglimi nel tuo amore e quando il mio pellegrinaggio si avvicinerà alla fine e il giorno declinerà e le ombre della morte mi avvolgeranno, pronuncia anche sulla mia fine la tua ultima parola: "Padre nelle tue mani consegno il suo spirito." (Karl Rahner)

 

 

BISOGNO DI UNA MADRE

Gesù, nell’ora dell’estremo dolore abbiamo, come Te, bisogno di una madre.

Ripeti a Maria, ora come allora: "Ecco i tuoi figli"; perché, Signore, solo con lei, ai piedi della nostra croce sapremo come te morire di puro amore.

Abbiamo bisogno delle tue braccia tese per confidare nel gaudio eterno.

Abbiamo bisogno del tuo cuore squarciato, affinchè, inebriati del tuo amore, sappiamo resistere come te forti e sicuri sino alla fine.

Signore Gesù, lo vedi, abbiamo bisogno di te.

Di te solo e crocifisso. (Suor Maria Teresa dell’Eucarestia)

 

 

RICORDATI TUA MADRE

Signore, ogni volta che consideri i miei peccati, le mie mancanze,

ricordati della purezza di Tua Madre!

 

Signore, ogni volta che consideri la mia impurità, le mie sozzure,

ricordati della verginità, della radiosa santità di Colei che ti ha generato!

 

Signore, ogni volta che consideri le mie infedeltà,

ricordati delle suppliche di Colei che ti ha portato in grembo! (Dalla liturgia etiopica)

 

 

CON CHI SOFFRE

Padre, vengo a te per invocare aiuto,

per tutti quelli che soffrono e mi pesano sul cuore.

Io non so trovar rimedio, non so confortarli.

Te li porto in ginocchio a uno a uno, uno dopo l’altro,

Tu liberali dal male: ognuno dal suo male!

Non ti chiedo nulla per me, tu pensa a tutti:

a quelli che incontro, che sono con me, con cui soffro per un momento…

Tu ricordati di loro: te li indico solo…

Ricordati anche di quelli che scordo e sono tanti.

Tu resta con loro là dove li lascio.

E portali più avanti: vicino a te! (Marie Noel)

 

 

RESTA CON NOI, SIGNORE

Tu che vieni come luce per accompagnarci lungo un cammino di fatica e di speranza, resta con noi.

Resta con noi, Signore, quando i dubbi contro la fede ci assalgono e lo scoraggiamento atterra la nostra speranza.

Quando l’indifferenza raffredda il nostro amore, e la tentazione sembra troppo forte.

Quando qualcuno deride la nostra fiducia, e le nostre giornate sono piene di distrazioni.

Quando la sconfitta ci coglie di sorpresa e la debolezza invade ogni desiderio.

Quando ci troviamo soli, abbandonati da tutti, e il dolore ci porta alle lacrime disperate.

Signore, nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte, resta con noi! (P. Maior)

 

 

SIGNORE, ASPETTAMI

Signore, aspettami!

Non andare così in fretta…

Io non posso seguirti. Tu vai troppo forte per me.

Aspettami, lasciati raggiungere.

Signore, però non devi fermarti, né rallentare il tuo passo.

Signore, voglio percorrere la strada verso la tua casa.

Signore, non preoccuparti di venire verso di me. Io mi affretto verso di te.

Potremo parlarci lungo la strada, fare una sosta.

Signore, non sono degno di accoglierti sotto il mio tetto!

Però tu hai già aperto la porta e varcato la soglia: Signore non ho nulla di pronto, non ho preparato niente per riceverti!

Ma già l’amore senza limiti è entrato nella mia stanza e mi dice:

"Mettiti a tavola, voglio cenare con te". (Un monaco della chiesa d’oriente)

 

 

GRAZIE A TE

Grazie a te, Gesù, spero nell’avvenire e ne sono sicuro, non temo la mia miseria né le mie insufficienze.

Grazie a te, credo nell’amore di Dio, in te, credo che è possibile amare con lo stesso amore con cui sono amato.

Grazie a te, credo che l’amore fiducioso e generoso brucia ogni ostacolo e fa crescere la vita in me e intorno a me. Solo l’amore crea, ricrea, non muore.

Grazie a te, non temo la mia debolezza, né le mie possibilità, né la vita, né la morte, né gli uomini, né Dio…

Grazie a te, posso amare e accettare d’essere amato.(P. Monier)

 

 

TU SEI RISORTO

Tu sei risorto.

Nella tua risurrezione la nostra vita risultò eterna.

Da quel momento la speranza cristiana è la forza dell’uomo di cui il credente deve portare la testimonianza.

La gioia e l’amore sono lo spirito dominante del tuo Vangelo.

Tu fosti la nuova vita, l’inizio di una nuova creazione.

Dopo la tua risurrezione la nostra vita di fede non può più naufragare.

Davanti a te non c’è smarrimento, peccato o infermità che il tuo amore non possa risolvere in una situazione di grazia.

E così si apre, mio Dio, nella realtà spesso così dura, una nuova possibilità di resistere, comprendere e sopportare cristianamente. (Ladislaus Boros)

 

 

LIBERO IN CRISTO

Cristo, mio redentore,

sono libero quando accetto la libertà degli altri.

Sono libero quando riesco ad essere persona.

Sono libero quando non credo nell’impossibile.

Sono libero se la mia unica legge è l’amore.

Sono libero quando credo che Dio è più grande del mio peccato.

Sono libero quando solo l’amore riesce ad incatenarmi.

Sono libero se mi accorgo che ho bisogno degli altri.

Sono libero quando sono capace di ricevere la felicità che mi regalano gli altri.

Sono libero se solo la verità può farmi cambiare strada.

Sono libero se posso rinunciare ai miei diritti.

Sono libero quando amo il bene del mio prossimo più della mia stessa libertà.

(don Primo Mazzolari)

 

 

GIOIA PASQUALE

Ombre sparite: c’è la luce eterna! Sii benedetto, sii benedetto, sii benedetto: Santo, santo, santo. Sia benedetto il Signore, alleluja, "lumen Christi". La luce di Cristo brilla, la notte si illumina, la notte scintilla: Cristo è risorto, alleluja, alleluja, alleluja…

Mio Dio , ti amo, la cosa che più desidero al mondo è la tua felicità. Eccoti ora infinitamente felice per l’eternità; io ti amo, tu sei felice: io sono felice, o mio amato, alleluja, alleluja, alleluja.  (Charles De Foucauld)

     
     
 

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