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S.6) Il concilio di Nicea
Si stabilì come determinare la data in cui i cristiani celebrano tuttora la Pasqua
Costantino il Grande Dopo Giulio Cesare, chi trovò il modo di imporre il proprio marchio sul calendario, fu Costantino il la Natività Grande (A.D. 280-337).

Costantino lasciò intatto il calendario di Cesare per quanto attiene ai 365 giorni e 1/4, ma apportò, tre importanti modifiche, all'interno della sua struttura:

- l'introduzione della domenica come
la Crocifissione giorno sacro in una settimana di sette giorni

- il riconoscimento ufficiale di festività
cristiane in date prefissate (come il Natale)

- l'innesto della celebrazione della Pasqua,
non officiata in una data fissa, poichè legata
la Resurrezione al calendario lunare ebraico, in uso all'epoca
della crocifissione di Cristo.

L'editto sulla domenica, fu pubblicato nell'A.D. 321, mentre i nomi scelti per i giorni della settimana furono: sol, luna, mars, mercurius, jupiter, venus e saturnus.

Dopo tale editto, dovettero passare un paio di generazioni, affinchè la settimana di sette giorni, si diffondesse in tutto l'Impero.

La più importante novità di Costantino, fu senz'altro la scelta di celebrare la Pasqua.

Per i primi cristiani, la questione costituì un vero enigma.

La determinazione, infatti, del giorno in cui celebrare la festa più sacra per i cristiani, è complicata dal fatto che, la resurrezione di Gesù, ebbe luogo durante la Pasqua ebraica, che viene celebrata in conformità delle fasi lunari del calendario ebraico.

Ne consegue che, rispetto al calendario solare di Cesare, la data della Pasqua ebraica, e quindi la Pasqua cristiana, è destinata a non essere fissa, ma a variare di anno in anno.

un Concilio cristiano La questione della Pasqua fu risolta a Nicea (oggi Iznik, a 130 Km da Istanbul) nell'A.D. 325, quando Costantino convocò il primo importante concilio cristiano.

A Nicea, anche a causa di un crescente antisemitismo tra i cristiani non ebrei, che manifestavano disagio per l'utilizzazione, che fino ad allora si era fatto, di date che dipendevano dalle decisioni dei sacerdoti ebrei, si stabilì di legare, la resurrezione di Cristo, all'anno solare e al calendario di Cesare, utilizzando l'equinozio di primavera, come riferimento fisso per la determinazione della Pasqua cristiana.

La regola che precisamente si stabilì fu: la Pasqua cadrà la prima domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera.

Fu anche stabilito che, la Pasqua cristiana, non dovesse essere mai celebrata il giorno dell'inizio della Pasqua ebraica. Se qualora dai calcoli fosse emersa la coincidenza, la celebrazione doveva essere spostata alla domenica successiva.

l' osservazione astronomica dell' epoca Su proposta, poi, a quanto pare degli astronomi di Alessandria d'Egitto, si stabilì anche di fissare al 21° giorno di marzo l'equinozio di primavera.

Si trattava di un mutamento dall'epoca di Cesare, in cui l'equinozio fu fissato al 25° giorno di marzo. Questa modifica costituì, probabilmente, un tentativo di compensare lo slittamento del calendario giuliano, nei confronti dell'anno solare. Dal 709 A.U.C. all'A.D. 325, infatti, tale slittamento era ormai vicino ai tre giorni.

Una pecca della soluzione adottata a Nicea, e a cui non fu posto rimedio, è il difetto fondamentale del calendario di Cesare, ovvero l'errore annuale pari a circa la 128-esima parte di un giorno (paragrafo A.1).

All'epoca del concilio di Nicea, di questo errore, si era ormai a conoscenza, anche se la sua entità non era precisa.

il sistema tolemaico Claudio Tolomeo Claudio Tolomeo (A.D. 100-170), ultimo astronomo di Alessandria d'Egitto, greco e cittadino romano, scrisse, infatti, un'imponente enciclopedia di astronomia e geografia, e, in merito ai calcoli sulla durata dell'anno tropico (o solare), che egli mise a punto a partire dagli Ipparco studi di Ipparco, accertò, come quest'ultimo, che, tale durata, era più corta, rispetto all'anno giuliano, di circa la 200-esima parte di un giorno.

Euclide L'enciclopedia di Tolomeo, insieme agli Elementi di matematica di Euclide (389-454 A.U.C.), furono dei testi base, utilizzati, per più di un migliaio di anni, da tutti gli studiosi che vennero dopo Tolomeo.

L'A.D. 406 rappresenta, per gli europei, l'inizio della fine del mondo antico.

i Celti A partire, infatti, da tale anno, ondate successive di orde di barbari, invadono e saccheggiano le città dell'Impero Romano.

L'A.D. 476 segna, con l'assassinio dell'imperatore Romolo Augustolo, la fine dell'Impero.

Il calendario di Cesare, però, sarebbe rimasto, per molto tempo ancora, il calendario ufficiale dell'Occidente, e siccome la data della Pasqua, poteva essere determinata soltanto da esperti in astronomia e matematica, i calcoli relativi, divennero il filo sottile al quale la scienza si aggrappò, per non soccombere all'Era dei secoli bui del periodo medievale, ormai sopraggiunto.



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