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Le montagne del

Friuli Venezia Giulia
 Il Tarvisiano e Sella Nevea

La carnia

Piancavallo

Alpi carnicheQuasi il 43 per cento del territorio della regione è montano, contraddistinto dalle Alpi Carniche e parte delle Giulie.

La Carnia è una delle aree meglio preservate dell'arco alpino ed ha saputo svilupparsi in sintonia con la natura, senza aggredire l'ambiente, né intaccare usi e tradizioni, che costituiscono il radicato patrimonio culturale della gente di montagna. Qui il turismo rimane a dimensione d'uomo, senza eccessi né affollamenti, ma con strutture e servizi di ottimo livello.

Il Tarvisiano è contrassegnato dalle Alpi Giulie che da qui si dipartono e presenta quanto di meglio può offrire una tradizionale vacanza in montagna: d'inverno sci dalla discesa al fondo, d'estate escursioni e passeggiate in riserve naturali ottimamente preservate oltre a innumerevoli arrampicate che un'organizzata serie di rifugi e bivacchi consente di effettuare anche per più giorni.
Piancavallo
Piancavallo, nel comune di Aviano, è una delle più attrezzate e moderne località sciistiche dell'arco alpino, dove si svolgono anche gare di coppa del mondo. La località ha conosciuto uno sviluppo repentino, ma ben regolato; dagli anni Sessanta sono state rapidamente innalzate le strutture che hanno permesso il suo decollo turistico, pur cercando di preservare al meglio l'ambiente.
Da Piancavallo, scendendo verso Barcis e il suo lago, ci si può spingere verso le vette delle Dolomiti Friulane della Valcellina, alcune delle quali assai rinomate, come il famoso campanile della Val Montania. La montagna pordenonese oltre alla Valcellina comprende la Val Colvera, la Val Tramontina, la Val Cosa e la Val D'Arzino. Sono luoghi ideali per le escursioni e le arrampicate sulle rocce, dove si trovano posti di grande suggestione e con la natura totalmente incontaminata.

 

 

Il Tarvisiano e Sella Nevea                      top

Il Tarvisiano, incuneato ai confini settentrionali d'Italia fra Austria e Slovenia, è effettivamente, come recita uno slogan turistico, una "finestra sull'Europa". Il territorio è contrassegnato dalle Alpi Giulie che da qui si dipartono.
Tarvisio e i suoi dintorni (Camporosso, Fusine, Malborghetto, Valbruna, Sella Nevea - Chiusaforte, Pontebba - Pramollo) presentano quanto di meglio può offrire una tradizionale vacanza in montagna: d'inverno sci a volontà, dalla discesa al fondo, d'estate escursioni e passeggiate in riserve naturali ottimamente preservate oltre a innumerevoli arrampicate che un'organizzata serie di rifugi e bivacchi consente di effettuare anche per più giorni. Nel Tarvisiano la stagione sciistica è lunga, a garantire la neve - che comunque può sempre essere rimpinguata con gli impianti di innevamento artificiale - è la particolare situazione geoclimatica d'alta montagna, anche se il fondovalle raggiunge solo 750 m. di altitudine.
Tarvisio - Monte LussariPer chi ama la discesa ottimi impianti e piste di ogni livello si trovano a Tarvisio e a Cave del Predil, a Sella Nevea (Chiusaforte) e a Valbruna (Malborghetto), da dove parte, fra l'altro, la telecabina ai 1765 m. del Monte Lussari.
Tarvisio è punto di partenza non soltanto per le discese sui versanti delle Alpi Giulie, ma anche per gli itinerari di fondo che si sviluppano, fra i boschi, per circa 70 chilometri. Gli anelli di fondo di Valbruna e Val Saisera e quello dei laghetti di Fusine sono tracciati all'interno di zone di grande rilevanza naturalistica, dominate dalle catene del Montasio e del Mangart. Un'altra pista da fondo si snoda in alta quota a Pramollo, sopra Pontebba, attorno al laghetto e per la Val Gleris.
Tarvisio Perfettamente attrezzato per le attività sportive tanto da ospitare gare delle Universiadi 2003
Tarvisio conserva dell'antica fortezza, innalzata nel XIII sec. a difesa del centro commerciale, il muro di cinta attorno alla chiesa quattrocentesca dei Ss. Pietro e Paolo e due torri (sec. XV), una ottagonale e l'altra circolare. Tarvisio punta molto sulla riscoperta delle tradizioni popolari, fra le quali particolarmente famosa è quella dei Krampus, i terribili diavoli che la sera del 5 dicembre di ogni anno accompagnano S. Nicolò mentre porta i doni ai bambini.
Krampus (maschera tipica)In zona, in bella posizione panoramica, si può inoltre ammirare il famoso santuario della Madonna del Monte Lussari, le cui origini risalgono al 1360 (ma l'edificio attuale è di questo secolo) ed è richiamo per fedeli italiani, sloveni ed austriaci.

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Malborghetto nel pregevole palazzo Veneziano ha sede il Museo etnografico che ha pure una sezione dedicata alla miniera di Raibl, oltre a reperti geologici paleontologici.

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Pontebba l'opera d'arte più conosciuta è l'incantevole Flugelaltar - un altare ligneo intagliato a sportelli con rappresentazione di episodi del Vangelo e Santi, opera del 1517 probabilmente di un artista austriaco -, conservato nella pieve di S. Maria Maggiore. A Pontebba chi ama lo sport, oltre alle piste di sci da fondo del Pramollo, trova il palazzetto del ghiaccio, aperto anche d'estate.

Lago di Raibl (Cave del Predil)A Cave del Predil, frazione di
Tarvisio, fino al 1991 erano ancora in esercizio le miniere di Raibl, note fin dall'XI sec. per l'escavazione di zinco e piombo. Reperti dei minerali estratti, disegni delle cave, strumenti di lavoro e la ricostruzione di una galleria possono essere visti nella Mostra dell'arte mineraria, aperta permanentemente a Cave del Predil.

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Moggio Udinese ha tuttora un grande fascino l'antica abbazia, che domina la vallata. La sua origine risale alla donazione del conte palatino di Carinzia Cacellino del 1084 o 1085 per l'edificazione di un convento benedettino. L'abbazia venne intitolata a S. Gallo ed esercitò soprattutto tra i secoli XIII e XIV importanti giurisdizioni ecclesiastiche e civili in Carnia, Friuli e Carinzia. Del maestoso complesso riadattato dopo il terremoto del 1976, si vede ancora il torrione, detto anche "le prigioni"; interessanti sono inoltre il piccolo chiostro riedificato nel 1548 e l'antichissimo battistero, oltre alla chiesa abbaziale, con affreschi del Settecento e un Cristo ligneo del Quattrocento.

Val ResiaNon lontano da Moggio Udinese
, si estende la val Resia dai piccoli ma suggestivi paesi abbarbicati tra le montagne, dove gli abitanti si tramandano secolari tradizioni (molto conosciute sono la danza e quelle del Carnevale), oltre all'antica parlata slava.

Sul Lago di Cavazzo
o dei Tre Comuni si affaccia anche il comune di Bordano dove è di grande richiamo l'iniziativa Bordano e Interneppo, i paesi delle farfalle, che si svolge durante l'estate con la realizzazione di "murales" cui partecipano numerosi artisti. Le farfalle, che tanto affascinano, possono essere scoperte seguendo i sentieri appositamente segnalati del monte San Simeone e attorno al lago.

Tarvisio - StambeccoLa foresta di Tarvisio
riconosciuta quale parco nazionale si estende per oltre 23mila ettari tra le ultime propaggini delle Alpi Carniche ed il gruppo settentrionale delle Giulie, che fa capo alla catena del Jôf Fuart-Montasio. L'intero territorio ha mantenuto incontaminata nei secoli (la prima citazione della foresta di Tarvisio risale addirittura al 1006) la sua selvaggia bellezza presentando tuttora integri ambiente, flora e fauna senza eguali in Italia. I boschi costituiscono circa i 2/3 della superficie della foresta, dove crescono principalmente abeti rossi e bianchi, pini silvestri e neri dell'Austria e faggi. Nell'area vivono cervi, stambecchi, caprioli, camosci, galli cedroni, aquile, martore, cinghiali, marmotte e persino alcuni orsi e la lince.

Il Parco Naturale delle Prealpi Giulie copre circa 10mila ettari nei comuni di Resia (sede dell'ente), Resiutta, Moggio Udinese, Venzone e Lusevera. Comprende un'area tra le Alpi e le Prealpi Giulie, al confine con la Slovenia. L'area, interessata da fenomeni naturali molto vari e diversificati, presenta l'altipiano carsico del Foran dal Mass, il ghiacciaio del monte Canin (m. 2.587), uno dei pochissimi delle Alpi Orientali e posto alla quota più bassa, le strette valli fluviali del Rio Nero e della Venzonassa. La flora è molto ricca ed ha sviluppato pure specie "endemiche". La fauna presenta elementi appartenenti ad aree geografiche molto diverse tra loro come la coturnice, il camoscio e l'ermellino. Sono stati avvistati pure la lince e l'orso bruno.


 

Il Gemonese "Cuore del Friuli", Gemona - Il Duomocompreso fra la zona pedemontana e i primi rilievi delle Prealpi Giulie, si presenta ai visitatori ricco di potenzialità culturali di prim’ordine e garantisce un'accoglienza turistica estremamente piacevole e rilassante. Sette sono i comuni che lo compongono, tutti ricostruiti dopo il drammatico terremoto del 1976: Artegna, adagiata attorno al colle di San Martino, sulla cui cima spicca la millenaria chiesetta, offre ai turisti i suoi piccoli tesori d’arte, storia e cultura. Oltre alla chiesetta già citata, ricordiamo il Castello dei Savorgnan e le Chiese di Santo Stefano (di origini longobarde) e di San Leonardo.

Venzone - Il Comune Bordano, meglio conosciuto come "il paese delle farfalle", grazie alle diverse specie di questi insetti che popolano il Monte San Simeone, visibili lungo il Sentiero delle farfalle ed anche dipinte sui muri delle case. Culturalmente importante la chiesetta alpestre di San Simeone (del trecento), sull’omonimo monte.

Forgaria nel Friuli, le cui origini longobarde si ritrovano nei resti del Castello di San Giovanni, offre ai turisti le Chiese di Santa Maria Maddalena e di San Rocco (quest’ultima fra le più antiche del territorio) e la Canonica di Flagogna. Suggestivo l’altopiano di Monte Prat, ideale per escursioni ed attività sportive.

Gemona del Friuli, il cui vivace passato storico e culturale ha lasciato le proprie tracce a partire dal centro storico di via Bini, con il Duomo romanico-gotico di Santa Maria Assunta, il Castello, Casa Gurisatti e Palazzo Elti. Di rilievo anche il cinquecentesco Palazzo Comunale e d il Santuario di Sant’Antonio.

Montenars, comune interamente montuoso, si presenta con due edifici religiosi di estremo interesse, quali esempi di strutture ricostruite in linee architettoniche moderne: la Chiesa di sant’Elena Imperatrice e la Chiesa di San Giorgio.

Trasaghis, affacciato sul Lago di Gavazzo o lago dei tre Comuni, presenta interessanti potenzialità ambientali; dal punto di vista culturale, suggestiva la Chiesa di San Michele dei Pagani, risalente al tredicesimo secolo e posta a ridosso di una rupe.

Venzone, antica cittadina medievale: superata la massiccia cinta muraria, nel centro storico si rimane affascinati dalle suggestioni storiche ed artistiche suggerite dalla Piazza del Municipio con il Palazzo Comunale e Palazzo Radiassi. Di notevole rilievo anche il Duomo romanico-gotico di Sant’Andrea e gli eleganti Palazzi Nobiliari.

 

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La Carnia riserva sorprese inaspettate dalle sue profonde vallate (Val Degano, Val Pesarina, Val Tagliamento, Valle del Lumiei, Valle del But, Valcalda, Canale d'Incarojo, che confluiscono nell'ampia conca di Tolmezzo), dai suoi boschi rigogliosi e dalle sue alte vette. E' una della aree meglio preservate dell'arco alpino ed ha saputo svilupparsi in sintonia con la natura, senza aggredire l'ambiente, nè intaccare usi e tradizioni, che costituiscono il radicato patrimonio culturale della gente di montagna. Qui il turismo rimane a dimensione d'uomo, senza eccessi nè affollamenti, ma con strutture e servizi di ottimo livello.
Il TagliamentoQuale che sia la stagione dell'arrivo, una vacanza in Carnia significa natura, sport, divertimento ma anche tranquillità oltre che gastronomia con gustosissimi piatti locali. Non mancano nemmeno arte e storia perché ci sono musei, pievi, chiese e importanti siti archeologici come Zuglio e centri antichi perfettamente conservati, con le caratteristiche architetture in pietra e legno. Piacevole è altresì raggiungere i graziosi laghetti alpini, le innumerevoli cascate e i vari corsi d'acqua che scaturiscono dalle montagne. Poi, durante l'anno, nei paesi si può ancora trovare la genuinità delle feste popolari, celebrate secondo secolari usanze.
Alpi CarnicheLa Carnia con i suoi fitti boschi, le sue erbe e i suoi fiori è una delle aree botaniche più importanti d'Europa. E' altresì rifugio di animali come camosci, tassi, marmotte, caprioli, aquile, gufi reali, galli cedroni, fagiani e pernici.
I suoi monti sono splendidi e fra essi spicca il Coglians (2.781 m.), il più alto della Regione. Le Prealpi e le Alpi Carniche - naturale proseguimento delle Dolomiti del vicino Veneto- contano sentieri e ferrate che portano a rifugi in quota, ideali per escursioni e arrampicate.
Piacevoli sono anche le piste da fondo della Carnia, dagli anelli per tutti i gusti e le capacità che si trovano a Sauris, Prato Carnico, Ampezzo, Lauco, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Sutrio, Sella Chianzutan (Verzegnis) a quello tracciato ai laghetti di Paluzza, utilizzato anche dalla ex campionessa del mondo e olimpionica Manuela Di Centa, che proprio da questi paesi proviene.
Per chi ama la discesa, i principali centri invernali carnici sono Forni di Sopra, Ravascletto, Sauris e Pradibosco ( Prato Carnico). Da Forni di Sopra si sale in seggiovia fino a Cima Crusicalas, da dove si vede un magnifico panorama e si intraprende la discesa del Varmost che si snoda per 12 km. fra i boschi.
A Ravascletto, invece, si scia fino a 1.990 m. di quota sullo Zoncolan, dove c'è anche una pista slalom con cronometraggio automatico. Inoltre, a Forni Avoltri si trova la sede del Centro internazionale di biathlon e per gli appassionati del fuori pista numerosi itinerari portano a una serie di rifugi in quota.

Tolmezzo, capoluogo della Carnia, nell'epoca medioevale fu un borgo fortificato con castello su un'altura (del quale rimangono alcuni ruderi) e nel 1258 ebbe dal patriarca Gregorio di Montelongo la concessione del mercato. Tracce dell'importanza di Tolmezzo fin dal passato sono ancora Tolmezzo - Museo arti e tradizionievidenti nei palazzi, nelle chiese, nelle piazze, nelle strade porticate del centro storico, dal Borgàt, il borgo più antico, a piazza XX Settembre, su cui si affacciano il duomo settecentesco e il municipio. A Tolmezzo il Museo Carnico delle Arti Popolari "Michele Gortani" comprende una collezione etnografica fra le più complete in Europa e ripercorre la vita e le tradizioni in Carnia dal XIV al XIX sec. attraverso la ricostruzione di ambienti domestici e di lavoro con oggetti, arredamento e vestiti.

Per ritrovare la perfetta forma fisica Arta Terme consente di trascorrere rigeneranti "vacanze-benessere" all'insegna della natura (la località, pur Alpi Carnicheessendo a soli 442 metri di altitudine, presenta pure la singolarità di una vegetazione di alta montagna). Gli effetti benefici della Fonte Pudia, che fornisce le acque allo stabilimento termale, erano conosciuti fin dal tempo dei Romani, che proprio nelle vicinanze avevano fondato Iulium Carnicum, l'odierna Zuglio. Alle cure termali ricorse pure Giosuè Carducci, che proprio al ritorno da Arta scrisse Il comune rustico. Ideali per combattere le affezioni delle vie respiratorie, le malattie del fegato e della pelle, le artriti e le artrosi, le acque di Arta sono molto efficaci anche per far ritrovare agli atleti la forma più smagliante. Oltre alle cure tradizionali, alle terme funzionano moderni reparti per l'estetica, la medicina preventiva e il fitness. Da segnalare ad Arta pure la gastronomia tipica, le attività sportive e le passeggiate seguendo itinerari naturalistici e storico-artistici.

Zuglio, fondata alcuni decenni prima di Cristo, fu vicus, municipium e quindi colonia romana: assunse un rilievo sempre maggiore per la sua posizione strategica, che permetteva di controllare la strada detta Iulia Augusta verso l'impervio passo di Monte Croce Carnico che conduceva alle regioni del Norico. A Zuglio gli scavi hanno messo in luce i resti del foro romano, di una basilica, di un tempio, delle terme. Molti reperti preistorici, preromani, romani e alto medioevali sono stati collocati nel Museo Archelogico Iulium Carnicum. Sul colle che domina Zuglio, che nei primi secoli della Cristianità fu anche sede vescovile, si staglia la Pieve di S. Pietro, la più antica della Carnia (genericamente menzionata fin all'808).
Zuglio - Scavi archeologici Oggi la si ammira nelle linee goticheggianti del rifacimento del XIV sec. Oltre a stare in un luogo panoramico, la pieve contiene interessanti opere d'arte: gli affreschi, il battistero e soprattutto l'altare maggiore intagliato da Domenico da Tolmezzo. Nei pressi è collocata anche la chiesetta della Madonna (Santa Maria del Monte) risalente al Trecento e successivamente ampliata. In comune di Zuglio nacque il famoso pittore Nicola Grassi (1682-1748), del quale si conservano nelle chiese delle frazioni di Sezza e Fielis alcuni dipinti.

Forni di Sopra dominata dalle splendide vette delle Dolomiti orientali, ha una situazione geoclimatica del tutto particolare, che le garantisce d'inverno un buon innevamento e d'estate il clima e la fioritura d'alta montagna. E proprio i suoi fiori e le sue erbe - le cui proprietà curative eForni di Sopra - Architettura rurale culinarie erano sfruttate fin dai tempi della Serenissima - sono alla base della gustosissima cucina, che viene messa in risalto durante la Festa delle erbe di primavera che tradizionalmente apre la stagione turistica estiva. Forni ha un caratteristico centro storico e molte strutture sportive. E' inoltre una località di villeggiatura particolarmente adatta alle famiglie con bambini per i quali un sentiero è stato appositamente attrezzato. A Cella di Forni di Sopra è di considerevole importanza artistica la chiesetta di S. Floriano con un bel dipinto di Andrea Bellunello del 1480 e uno dei più famosi cicli di affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo (eseguito nel 1500). In zona, di quest'ultimo artista, si possono ammirare altri notevoli dipinti nelle chiese di S. Lorenzo a Forni di Sotto e di S. Martino a Socchieve, il paese natale di Gianfrancesco, dove merita vedere anche la pieve di S. Maria di Castoia innalzata sul colle in cui stava anticamente una fortificazione.

Forni Avoltri è ideale per chi ama le arrampicate in alta montagna, le escursioni ai rifugi, gli sport alpini e, d'inverno, il fondo e il biathlon, che si possono praticare nei suoi dintorni, dominati dal Coglians e dalle cime più alte delle Alpi Carniche.

Ravascletto è il centro della Valcalda, una delle più belle della Carnia. Antico borgo dalle tipiche case in pietra, è conosciuto per gli impianti da sci del suo comprensorio e per l'ottimo livello della sua ristorazione: i piatti proposti sono quelli - semplici e genuini, ma gustosissimi - della tradizione carnica, affinati e interpretati con gusto e fantasia. La ricerca della tradizione, a Ravascletto, non la si trova soltanto in cucina e durante la manifestazione Fiesta tas corts - Savors di una volta (terza domenica di agosto), ma anche in una serie di belle e inconsuete iniziative come la Storia dello sci e la Festa del solstizio d'estate. Per escursioni è particolarmente indicata la strada, asfaltata e non, Panoramica delle Vette che da Ravascletto conduce a Tualis (Comeglians) e quindi gira intorno al monte Crostis (m. 2.251).
Di rilievo anche diversi edifici del vicino comune di Sutrio, nei cui cortili si tengono importanti mostre di lavori artistici in legno.
Circondata da una corona di monti che ne ha determinato per secoli l'isolamento, Sauris (Zahre, secondo l'antica parlata locale di lontana origine germanica) è il comune più alto del Friuli - Venezia Giulia (1.000-1.4000 m.) e uno dei luoghi più affascinanti della montagna friulana. Qui, infatti, Saurissono stata mantenute intatte non solo le tipiche case in pietra e legno (gli stavoli), ma anche la lingua, le tradizioni e soprattutto la gastronomia (i cui prodotti più conosciuti sono il prosciutto, lo speck e la ricotta affumicati). Sauris salvaguarda e valorizza altresì il suo passato con l'attività del Museo etnografico e la riproposta di antiche tradizioni, come il Carnevale o il Mondo delle Malghe. Oltre allo sci, Sauris è particolarmente adatto per le escursioni a cavallo, in mountain bike e le arrampicate, oltre al windsurf e alla canoa che si possono praticare nel ridente lago artificiale all'ingresso della vallata.

Il principale centro della suggestiva e ampia Valle d'Incarojo è Paularo con vari edifici storici di gran pregio: lo scenografico palazzo Calice-Screm del 1591, il settecentesco palazzo Mocenigo-Linussio-Fabiani, oltre a palazzo Calice di Villafuori derivato da una fortificazione medioevale. A Paularo la chiesa parrocchiale è innalzata su un poggio panoramico; da vedere anche la chiesa della frazione di Dierico per due opere del Cinquecento, l'altare ligneo e il ciclo di affreschi; e la cascata di Salino, assai suggestiva.

A Paluzza la chiesa di S. Maria ha un altare ligneo cinquecentesco con nove statue e in zona vi è pure la torre Moscardo, resto di un castello medioevale; nella frazione di Timau, il paese prima del valico confinario di Monte Croce Carnico, ricordano i combattimenti che si svolseroPaularo - Monte Dimon durante la Prima Guerra Mondiale il tempio ossario e il museo dedicato proprio alla Carnia nella Grande Guerra (sono possibili anche escursioni alle trincee scavate nelle montagne circostanti).
Non lontano, a 1300 metri di altitudine, è posto il castello di Valdajer (Ligosullo) esistente già nel XV sec. e ricostruito dopo la distruzione del Primo Conflitto Mondiale.
Interessanti sono altre località della Carnia.
A Invillino (Villa Santina) recenti scavi archeologici hanno fatto emergere i resti (IV-V sec.) di una basilica paleocristiana con pavimento in mosaico. Ad Ampezzo oltre ai pregevoli dipinti della parrocchiale eseguiti nel Settecento dal famoso pittore carnico Nicola Grassi, è da vedere il Museo Paleontologico della Carnia. A Ovaro nella pieve di S. Maria di Gorto, ricostruita nel 1431, è stata inglobata una parte dell'antico castello; nella zona si segnalano altresì per gli affreschi, le chiese di S. Vigilio di Ovaro, S. Pellegrino a Entrampo e S. Caterina a Luint e per gli edifici tipici palalzzo Micoli-Toscano di Mione. In Val Pesarina, oltre alla bellezza paesaggistica, sono rimarchevoli per la rustica architettura le chiese e le case di tutto il comune di Prato Carnico e in particolare quelle di Osais e di Pesariis. A Treppo Carnico, nella Pinacoteca De Cillia, sono esposte opere dei maggiori artisti friulani del Novecento. A Lauco c'è un'area archeologica e, sul monte, a Trava il pittoresco santuario della Madonna, molto noto nel passato.

 

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Piancavallo (Aviano), una delle più attrezzate e moderne località sciistiche dell'arco alpino dove si svolgono anche gare di coppa del mondo, ha conosciuto uno sviluppo repentino ma ben regolato.
PiancavalloAncora negli anni sessanta l'area su cui sorge l'odierna stazione montana, divenuta di livello internazionale, era solo una conca sassosa a oltre 1200 m di quota che, per vari mesi all'anno, rimaneva coperta dalla neve. Poi, cercando di preservare al meglio l'ambiente, rapidamente sono state innalzate le strutture che hanno permesso il suo decollo turistico.
Ora Piancavallo vanta sei seggiovie, cinque sky-lift, quattro anelli per lo sci da fondo ed è attrezzato anche per la pratica dello snowboard. Ha inoltre impianti per l'innevamento artificiale su diverse piste. E' sempre molto frequentato il palazzo del ghiaccio che, all'estate, viene usato anche per altre discipline sportive. Poi, sempre nei mesi più caldi, a Piancavallo si può praticare il calcio, il tennis, la pallavolo, il minigolf, l'hokey. A piedi, a cavallo, in mountain bike o con l'automobile è altresì piacevole inoltrarsi da qui verso le boscose e solitarie vallate del Cansiglio o della Valcellina, intravedendo così laghi, paesetti dall'architettura tipica, malghe. Ma per essere collocata subito sopra la pianura, quasi fosse un elevato e grande trampolino, Piancavallo - soprattutto dal sito della Castaldia, è uno dei posti ideali per i lanci dei deltaplanisti. In primavera ed in estate le iniziative di maggior richiamo sono certamente il Rally automobilistico Internazionale e il Festival del folclore con l'esibizione di gruppi anche extraeuropei.
Da Piancavallo scendendo verso Barcis e il suo lago, ci si può spingere verso le vette delle Dolomiti Friulane della Valcellina, alcune delle quali assai rinomate come il famoso Campanile della Val Montanaia. Sono luoghi ideali per le escursioni e le arrampicate sulle rocce. Lasciati gli abitati di Barcis, Andreis, Claut, Cimolais ed Erto e Casso, per chilometri e chilometri non si incontrano più abitazioni, vi domina il silenzio e si è sovrastati dalla selvaggia bellezza del territorio, che, in buona Barcis - Il lagoparte, è stato vincolato a parco. Anche nelle altre valli del pordenonese si trovano posti di grande suggestione e con la natura totalmente incontaminata. La Val Colvera (Frisanco, ma specialmente la frazione di Poffabro) si contraddistingue per le caratteristiche costruzioni dai ballatoi a graticcio (presenti anche ad Andreis) e la Val Tramontina per i suoi tre laghi (Tramonti o Redona, Ca' Selva e Ca' Zul). Il lago artificiale che dal 1954 ingentilisce il paesaggio di Barcis è di considerevole richiamo ed ha una piacevole passeggiata attraverso un percorso predisposto tutto attorno. A Barcis è altresì interessante l'architettura spontanea delle abitazioni e particolarmente pregevole appare la facciata in pietra del seicentesco Palazzo Centi con doppio loggiato. Il lago ed il torrente Cellina sono poi molto indicati per la pesca e la canoa. Di rilievo naturalistico è inoltre la Foresta del Prescudin. Nella vicina Claut nel Museo Casa clautana viene soprattutto messo in risalto il lavoro delle donne della Valcellina e specialmente delle "sedonère", che percorrevano a piedi le varie regioni del nord Italia per vendere utensili in legno costruiti dagli artigiani locali. Di notevole interesse risulta l'architettura rustica che si riscontra nelle case in sasso e pietra che, alte, slanciate e quasi addossate una all'altra, rendono caratteristica Casso e parte di Erto.

La foresta del Cansiglio è di grande pregio naturalistico e si estende tra le provincie di Belluno e Treviso in Veneto e di Pordenone in Friuli Venezia Giulia. La parte ricadente in quest'ultima regione copre 1.550 ettari dei comuni di Caneva, Budoia e Polcenigo. All'interno della foresta sono state individuate riserve Bosco del Cansiglionaturali integrali, geologiche e idrologiche. In località Crosetta è stata installata la strumentazione per raccogliere dati sul clima e la meteorologia. Il Cansiglio orientale è altresì fortemente caratterizzato da fenomeni carsici, compresi pure i corsi d'acqua sotterranei. Vi sono rappresentate tutte le unità superiori della botanica floristica, ma sono predominanti i boschi di faggio (da cui si ricava un legno di grande qualità). Consistente è pure la presenza degli abeti rosso e bianco. Come fauna sono numerosi i cervi, i caprioli, le lepri, i daini, i conigli selvatici, gli scoiattoli, i ghiri, le volpi e gli ermellini. Molte sono anche le specie migratrici. Si trovano comunemente pure il picchio, il gallo cedrone ed il fringuello.

Il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane si estende su quasi 37 mila ettari tra le provincie di Pordenone ed Udine ed è il più vasto del Friuli-Venezia Giulia. Comprende comuni dell'alta Valcellina, Tramonti di Sopra e Frisanco oltre a Forni di Sopra e Forni di Sotto nell'alta Val Tagliamento. La sede è a Cimolais. Si caratterizza per la presenza della catena dei Monfalconi con lo svettante campanile di Valmontanaia, delle montagne del Meduna e della Val Colvera. Erto e CassoNella zona si trova anche l'area in cui nel 1963 è franato il monte Toc provocando la tragedia del Vajont (nei pressi della diga in comune di Erto e Casso è stata eretta una cappellina progettata da Giovanni Michelucci). Recentemente nel territorio di Claut, sono state rinvenute impronte di dinosauro. Il patrimonio faunistico del parco è rilevante. Si trovano camosci, marmotte, caprioli, galli cedroni, galli forcelli, cervi, stambecchi e persino l'aquila reale. Molto interessante è l'area avifaunistica di Andreis dove vengono curati i rapaci feriti. La vegetazione dell'area è tipica della fascia temperata. A non molta distanza dal territorio del parco, tra i comuni di Montereale Valcellina e Barcis, sta la stretta del Cellina - un ambiente unico per la selvaggia bellezza - con orridi lungo la vecchia strada statale dismessa e grotte naturali.

Sacile fu fortificata prima del mille: si possono vedere ancora alcuni bastioni di diverse epoche. La città sorge su due isole formate dal corso del Livenza. Appartenente ai patriarchi di Aquileia, nel 1190 l'imperatore Federico Barbarossa permise ai suoi abitanti di possedere e vendere beni e di darsi un proprio statuto (è il più antico del Friuli). Alla dominazione veneziana va ascritto l'assetto suggestivo ed armonioso del centro storico. Per la bellezza e il rigoglio degli orti e delle campagne dei dintorni venne dato a Sacile l'appellativo di Giardino della Serenissima. Il DUOMO Sacile e il Livenzadi S.Nicolò venne rifatto nel 1474 (in un documento del 1249 si parla di una chiesa in quel luogo già nel 796). E' una costruzione solenne che contiene opere di Francesco Bassano (ca. 1549-1592), di Palma il Giovane (1584-1628) e sopratutto di Pino Casarini (1897-1972) autore pure delle formelle bronzee della porta. Il campanile di 63 metri, venne costruito nel 1582, al posto di quello abbattuto qualche anno prima. Sulla punta è stato collocato un'angelo di due metri e mezzo. Oltre alla chiesetta esagonale della Madonna della Pietà che si protende sul Livenza (contiene un Vesperbild o pietà in pietra dipinta del XV sec.), diversi altri pregevoli edifici cinque-seicenteschi meritano una visita: la loggia comunale, i palazzi Ovio-Gobbi (l'attuale canonica), Carli ed Ettoreo, ma specialmente PALAZZO RAGAZZONI-FLANGINI-BILLIA dal bel salone affrescato da Francesco Montemezzano (fine sec.XVI). Di rilievo risultano pure la cinquecentesca chiesa di S.Gregorio e la singolare chiesetta di S.Liberale.

Polcenigo, domina l'antico borgo, reso ancor più suggestivo da alcune cascatelle, il possente rudere del castello (prime notizie del 963). Interessanti sono poi il complesso della chiesa parrocchiale di S.Giacomo, già convento - dal XIII sec. - con chiostro e sala capitolare conPolcenigo venticinque metope quattrocentesche. Di eccezionale rilievo è l'area preistorica del Palù, che per una parte si protende in comune di Caneva, dove è stato rinvenuto un villaggio palafitticolo di epoca neolitica pur con preesistenze risalenti al paleolitico superiore (unico al mondo nell'ambiente fluviale lacustre). Attraenti sono altresì le sorgenti del Livenza (nei pressi dell'antica chiesa della Santissima Trinità) e del Gorgazzo; di interesse per l'istruzione naturalistica è il parco di S.Floriano (con chiesetta esistente già nel 905, affrescata nel medioevo) Originale è inoltre il Museo dell'Arte Cucinaria in Alto Livenza con menù, ricette, riconoscimenti e altro dei molti cuochi della zona famosi nella ristorazione internazionale.

Caneva - Sopra un pendio roccioso sono collocati i consistenti ruderi del castello e del borgo risalenti al Mille; all'interno della cinta si trova la chiesetta di S.Lucia risalente all'XI sec.

 

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