FOTOGRAFIA ALL'ULTRAVIOLETTO


La radiazione elettromagnetica di lunghezza d'onda compresa fra 400 e 4 nm. è chiamata ultravioletta. Le sorgenti principali sono il Sole, le lampade a vapori di mercurio, di sodio e in generale i tubi a scarica nei gas. Anche eccitando determinate sostanze con radiazioni di minore lunghezza d'onda, come raggi X possono essere emesse radiazioni ultraviolette per luminescenza (fluorescenza e fosforescenza). Le radiazioni ultraviolette sono fortemente assorbite dall'atmosfera, in misura crescente con il diminuire della lunghezza d'onda. Lo spettro ultravioletto è dovuto per la massima parte a transizioni elettroniche; lo spettro di emissione viene ottenuto introducendo, per esempio, un metallo nella fiamma di un becco a gas, o in un arco voltaico; nel primo caso lo spettro è relativamente semplice, nel secondo caso assai più complesso. Lo spettro di assorbimento, ottenibile facendo attraversare una soluzione della sostanza in esame da radiazioni di adatta lunghezza d'onda, è molto importante per le analisi chimiche, perché, per le molecole dei composti organici, si ha assorbimento solo per gli elettroni di legami doppi o tripli, la cui presenza viene così messa in luce. L'occhio umano non è sensibile alle radiazioni ultraviolette, ma la loro osservazione può essere effettuata con uno schermo di materiale luminescente, la cui luminescenza è eccitata dalle radiazioni ultraviolette. La rivelazione degli ultravioletti si basa sul fatto che, fino a lunghezza d'onda di 230 nm, le radiazioni impressionano la lastra fotografica. Per lunghezze d'onda superiori si può ricorrere a speciali emulsioni, oppure interporre, come s'è detto, uno schermo fluorescente. Le applicazioni scientifiche dell'ultravioletto comprendono l'analisi dei minerali per fluorescenza, la microfotografia per uso metallografico, l'analisi chimica. Le applicazioni industriali comprendono la localizzazione di difetti superficiali di metalli, mediante inchiostri fluorescenti, la sterilizzazione dell'aria, l'uso delle radiazioni in fotochimica per la loro azione catalizzante, l'analisi chimica qualitativa e quantitativa. Le applicazioni mediche sfruttano l'azione stimolante delle radiazioni sul metabolismo, sull'attività dell'ipofisi, del surrene, della tiroide, del midollo e sulla secrezione gastrica. Gli effetti biologici della radiazione u., non considerando le fotoreazioni fisiologiche delle piante (come la fotosintesi clorofilliana), possono suddividersi in fisiologici e patologici. Gli effetti fisiologici consistono in fototattismo e fotoperiodismo. Gli effetti patologici consistono soprattutto in azione mutogena di tipo genetico, il cui massimo corrisponde al picco di assorbimento dell'acido desossiribonucleico, con conseguente effetto sulla struttura cromosomica. Si hanno anche azioni distruttive dirette sulle cellule e azione carcinogena. Le radiazioni ultraviolette possono, infine, essere causa di eritemi e di iperpigmentazione della cute umana, di congiuntivite e di ipercongiuntivite dell'occhio. Questo tipo di fotografia si basa sull'illuminazione di un soggetto con una sorgente di luce all'ultravioletto; la macchina fotografica registra, grazie a uno speciale filtro, solo i raggi ultravioletti riflessi. Un'importante applicazione di questo metodo viene impiegata nello studio di documenti cancellati, poiché le tracce di scrittura rimossa diventano visibili alla luce ultravioletta. Nella pellicola fotocromica studiata dalla National Cash Register Company viene utilizzato un colorante senza struttura a grana e sensibile agli ultravioletti, che permette enormi ingrandimenti; ad esempio, le pagine di un intero libro possono essere stampate impiegando una porzione di pellicola delle dimensioni di un francobollo.


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