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# Echo - di Tania Lorandi #

Carissimi Lettori, l'Udienza a voi gentilmente concessa dall'Imperatore Analogico Enrico Baj è ormai imminente. Presto potremo conferire con Baj di Baj, di Pittura Nucleare, di Generali, di Anarchici e di Patafisica.
Soprattutto quest'ultimo argomento risulta per molti particolarmente ostico, e proprio per questo abbiamo pensato di offrirvi (dopo l'intervista del numero scorso) un altro assaggio delLa Scienza.
Il testo che qui pubblichiamo è stato scritto da Tania Lorandi "Foconina qui prima fuit in Italica Patafisica", che si occupa di Patafisica in Belgio e in Italia, è stata eletta al grado Ubiconorabile di Animatrice di Macchine Celibatarie Commenclatrice O.G.G. il 4 dicembre 1993 E.V a Locarno. Il testo è accompagnato da una dedica firmata dall'Imperatore in persona, che suona così: Imperator legit echo. vale patafisiciter. ha ha. Baj.
Vi annuncio subito che non è un testo facile. La Patafisica, parodia di tutte le Accademie e dell'Autorità sotto ogni forma, è, coerentemente, essa stessa una Accademia, che usa un linguaggio per iniziati ed ha una strutturazione rigidamente gerarchica. A incasinare ulteriormente le cose (passatemi il termine, che oltretutto ha un'origine illustre: viene dal greco casinos,-ou, che significa saggezza, come ricorda Hillmann e come ben sanno i miei dotti lettori), a questa parodia che avviene con l'assunzione della maschera dell'oggetto parodiato, si aggiunge la passione (autentica) per le scienze inesatte e le soluzioni immaginarie, il che crea un impasto caotico ma anche esplosivo, divertente, rivelatore. Insomma, assolutamente indegno di questo noioso preambolo.
Buona lettura.
D.Q,Onesimo.

4 Ha Ha 118
St.Berthe de Courrière
Egerie

Il volgare 3.10.91 per via di perturbata asse di scomunicazione impiego molto tempo a percorrere 100 Km e arrivo alla costruzione del bello nel XXI° secolo inoltrato. L'Imperatore analogico ha terminato una sua bolla che invierà per mezzo della Mail Art lo stesso giovedì.

Ha Ha!

Io porto la'postrofo nelle ciglia. Osservo certi santoni dell'Arte (come si nominava nel secolo scorso), e riconosco attraverso la minuscola goccia che sta scorrendo il pelo che protegge le mia sfera nervosa della chiaroveggenza, le molteplici cubiche facce dell'Imperatore.
Dottor Faustroll dietro di lui si tiene un po' in alto, sospeso ad una morbida scaletta che attraversa il soffitto e osserva i sette oratori con aria artistita. Per farsi riconoscere mi è apparso identico alla descrizione che fa Alfred Jarry fa dell'abitudine e delle continenze. Mi siedo e lo guardo accuratamente e mi accorgo che è soltanto un'illusione, un riflesso in uno specchio della parete che mi è frontale, l'immagine immaginaria di un personaggio che in realtà non c'è. Nonostante ciò al Forum della manifestazione poetica siamo in due consapevoli della presenza, ed io, esponente, indico la potenza a cui è elevata una grandezza; issando figura fatua gli indirizzo un discreto

"Ha Ha!"

Invece, l'Imperatore in-ponente, dall'estremità del lungo tavolo, volge lo sguardo verso il pubblico. Primo o ultimo della tavolata, si trova alla mia sinistra o alla destra del Dottor Faustroll (a seconda che si è di qua o dall'altra parte dello specchio); dirige un'attenzione incostante all'oratore che attualmente assume una posizione seduta riguardo alla produzione dell'estetico, ma è soprattutto attento ai particolari movimenti che assume il curatore inamovibile dall'alto del suo pulpito. Lo osserva attraverso un piccolo specchio che ogni tanto rimanda l'immagine rimpicciolita di Faustroll in quello più grande dietro di lui, in questo modo gli appare il personaggio non rovesciato da destra a sinistra.
Nel luogo dell'evento posti occupati da nature diversamente femminili e maschili intente a seguire il discorso, fotografi e operatori su computer, qualche posto libero per cellule pronte a riempirsi di pensieri generali poco attratti dalla singolarità.

I colori che ho indossato prima della partenza verso la metropolis mi circondano di vibrazioni energetiche che comunicando tra loro e amalgamandosi in giri cilindrici concentrici, provocano raggi ai quali il Dottor Faustroll non poteva restare indifferente. Inoltre avevo avuto cura di piazzare nella mia sacca da cantieri di battaglie, provvista di bussola sfunzionante e simbolica (ciò che impedisce al nord A culturale - per evitare un facile gioco di parole - di perdere l'azimut dei miei mezzi di salvaguardia), il manoscritto a reti che cattura l'attenzione delle più augurate rimemoranze. Di riflesso anche l'Imperatore lancia uno sguardo nella mia direzione e di questa interferenza il Dottor Faustroll approfitta per farsi più piccolo di sé stesso e ripetere il IX capitolo sull'umida'postrofo ciglia del mio occhio destro. Proprio così ho scoperto il riflesso a inversioni infinite della sala di conferenza. In effetti, speciali conversioni solo dall'acqua concava di una bolla riescono a invertire l'alto in basso come la destra con la sinistra. In seguito Faustroll penetrò il mio globo oculare per un'esplorazione scivolata sul filo della mia visione e fu dal fondo della mia retina che proiettò un'ultima volta la sua sagoma sullo schermo.
Riavvicinandosi allo specchio, la sua doppia rappresentazione, prima minuscola poi ingigantita, sparì d'un tratto a contatto con la materia vetrosa. Credetti per un attimo che gli applausi fossero rivolti alle figurazioni plasmate del dottor Faustroll, quando il mio occhio sinistro nel raggio del suo campo d'osservazione si accorse che l'Imperatore approfittava, per lasciare discretamente l'udienza, che l'oratore avesse posto il termine "fine" al suo discorso.
Passandomi davanti toccò la mia spalla con l'intuìto intento di esaminare quali perturbazioni aveva apportato in me l'interiorizzazione della personale esperienza,gesto di rapporto reciproco tra percezione sensoriale ed evidente cortesia.
Ma più che del savio esploratore il mio essere era impregnato del contenuto del manoscritto di Alfred Jarry che mi tenevo appresso e che lo scrittore mi legò lungo le mie peregrinazioni intorno al 1891.
Ero sempre stata fino a quel giorno molto restia a portare in giro il mio tesoro; non che avessi paura dei ladri (senza le orali spiegazioni che mi dette l¹autore quando me lo consegnò l'opera non poteva ritenersi di alcun interesse), ma fu per prudenza di vulgare pensieri che il XX° secolo non era pronto a sentire. D'altra parte il silenzio mi era stato consigliato da Jarry stesso nel corso del mio ultimo viaggio all'indietro, pertanto già iniziata ai benefici della sua teoria. Ora, lo scritto che rivela l'origine della Scienza, applicato alla mia macchina del Tempo, si proponeva di ventare d'attualità e l'enunciazione metrica dei ripetersi degli Ha Ha pensati che avevo rivolto all'universo animato in presenza dell'Imperatore, corrispondevano all'inizio di tre giri di ciclo di crescente lunghezza e velocità sulla stessa macchina. Il momento era propizio e presi la difficile decisione che d'ora in poi mi sarei unicamente diretta verso il futuro e che il retrocedere mi sarebbe soltanto servito a tornare presente. Limitavo il potenziale del mio veicolo ma canonicamente ai principi Jarryani mi liberavo verso il divenire della memoria.
Aprii il manoscritto a caso e m' apparve una mappa che si componeva di sette labirinti reticolati che ripetevano diversi percorsi regolati ma che avevano per funzione di perturbare la cognizione tra ragione logica e percezione intuitiva. Stimolavano a crescere lo spazio dell'inspirazione, mettevano in moto e provocavano attrito facendo vibrare termini di paradosso innati al nostro cervello potenziandone la funzione in questo modo:

[vedi estratto da 'Sapere potere osare ha ha.' di Alfred Jarry, tav. IX, pag. 63; manoscritto inedito]

L'operatore che segue un percorso metodico attraverso un circuito logico di più elementi trova una ragione alla forma, ai simboli, ai tracciati e alle configurazioni di questo sistema che lo abitua ai propri riferimenti. Tutto d'un tratto l'itinerario viene interrotto da una stranezza che rimette in gioco tutti i dati dell'evento. Appena il consultante ha assimilato la nuova probabilità,continua la sua investigazione che, di tanto in tanto, viene interrotta e stimolata a rimettere in causa i punti fissi che gli si erano creati. Ad ogni ritorno al punto di partenza il pensiero si potenzia e classifica nella memoria il suo vissuto. Ogni interruzione provoca un micro big bang e conseguentemente uno smarrimento… In questo spazio di tempo vuoto e interrogativo l'operatore può lasciarsi invadere dall'ispirazione suscitata dall'ignoto. La contemplazione di varie tavole di questo libro provoca l'ampliamento del suddetto spazio mentale , usando la materia disponibile e curiosa al fine del riempimento simboleggiato dall'oggetto generato, il pensiero evolve il suo intervento formale e ne delinea lentamente i contorni descrivendone le virtualità.
La stranezza in questo caso fu che mi vidi all'incrocio del settimo labirinto mentre l'Imperatore ne usciva verso la sinistra fuggendo lo spettro del curatore amovibile. Chiusi il libro, lo riordinai nella borsa e, con l'intenzione di intercettare il fuggente in un momento più opportuno, uscii dalla IX° tavola illustrata del manoscritto.
Vidi l'Imperatore analogico per l'ultima volta lontano e minuscolo mentre un occhio meccanico azionato da un homunculus tentava di catturare la sua immagine. L'obiettivo era la ricerca e non potevo non osservare l¹occhio con occhio divertito e perdente, l'inabilità dell'oggetto meccanico a fare sparire l'anima nonché il corpo imperato. E' più facile che Faustroll e i suoi Geni captino onde sulle nostre orbite che le oscure macchine mandino su due dimensioni i nostri rappresentanti ritratti. Ad un curioso Bazar, Bizarre Hazard, la merce, il mercato, il baratto confusero le frequenze, tutto sparì intorno a me e mi ritrovai per le vie della città.

Per Giove,'sto volgare Giove-dì Faustroll aveva messo merdra ovunque! Pronunciai la parola propiziatoria:

"Ha Ha!"

Era l'inizio di una nuova trilogia, si chiudeva un capitolo, se ne apriva un altro. Avevo già agganciato il 3x3 automatico sintonatore nella memoria della macchina; vaghe visioni e il loro Genio accompagnatore apparvero sullo schermo della libera che captava l'immagine con il ritardo necessario a definirla ricordo.

Il volgare 3.10.91 l¹Imperatore terminò una sua bolla che inviò per mezzo della Mail Art.
Quando l'una N'era in viaggi memoriali, fui presente, non soltanto in paziente rossa ad aprile. Ulterioravo desideri di selvagge e spontanee espressioni in una latente rabbia pronta a macellare l'rte istituzionalizzata.

A mente creai generatori di laboratori a sfere in
CREAzioni POtenziali Simboliche'TOpiche nel
"Collage de'Pataphysique".
Che l'involontario riconoscimento s'incappelli della'postrofo,
se lo desidera!
Non c'è da perdere l'Eden, il tempo è 0 e infinito, ma perdonate la biforcuta,
dimenticate quel che precede, è passato, ricordate soltanto che
le coincidenze non sono mai esistite…
Ha Ha!
Tania Lorandi