Visione
Economica: La Grande Depressione ed il "venerdì nero"
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Il
dibattito sul Proibizionismo divenne secondario rispetto allo shock
che scosse le stesse fondamenta economiche americane: il crollo della
borsa nel 1929. Gli Stati Uniti avevano registrato un vero e proprio
boom dopo la Prima Guerra Mondiale, un periodo in cui crebbero produzione
e consumi e si fece strada la tendenza ad avventure speculative con
l'acquisto di grandi quantità di azioni. Venerdì(il venerdì nero) 29
ottobre 1929 al New York Stock Exchange, in Wall Street, la borsa più
grande del mondo, appena aperta la seduta vide l'immediato crollo dell'indice
Dow-Jones valore medio rappresentativo dell'andamento dei 65 principali
titoli scambiati duranti le sedute nella borsa americana.
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Essa
fu infatti definita , crisi finanziaria, i titoli azionari persero
in tre anni circa tre quarti del loro valore originale; andando così
a chiudere il flusso dei finanziamenti alle imprese arrestando la grande
macchina dell'economia. Da economica divenne poi sociale, basti pensare
che in quegli anni circa 13 milioni di persone persero il lavoro a causa
degli improvvisi fallimenti che colpivano mortalmente le imprese. Purtroppo
non furono solo le industrie ad essere colpite ma, in particolar modo
al sud, anche l'agricoltura ne risenti tantissimo, circa i 3/4 dei già
poveri contadini fu ridotta alla fame.
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Alcuni
economisti definiscono l'accaduto come crisi di sovrapproduzione delle
industrie americane, cioè, a causa di un eccesso di prodotti rispetto
alla reale capacità di assorbimento del mercato; in realtà la crisi
fu amplificata dai fallimenti a catena delle banche di provincia che
si andarono a ripercuotere direttamente sull'intera società americana.
Nei primi tre anni, i più "caldi" della crisi, le banche si ritrovarono
improvvisamente senza denaro liquido quando migliaia di azionisti spaventati
dal crack di Wall Streat corsero a vendere i loro titoli. Altre banche
decisero invece di restringere i crediti, andando ad inceppare così
tutto il sistema economico. Nello stesso tempo il blocco dei prestiti
esteri americani, sui quali si era basato l'intero sistema della ricostruzione
dopo la I Guerra Mondiale trasmise la crisi nel resto del mondo. "La
crisi americana" infatti si riflesse poi su tutta l'Europa e parte del
continente asiatico. "La crisi" fece crollare tutti i mercati che si
stavano risollevando dopo la Prima Guerra Mondiale, mentre le imprese
si stavano riconvertendo da industrie per la guerra a industrie per
la pace e mise le basi per quella che sarebbe stata la II Guerra Mondiale
basti pensare che essa in Germania aprì le porte al nazismo.
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Nella
primavera del 1932, gruppi di veterani della Prima Guerra Mondiale marciarono
su Washington per chiedere un sussidio di guerra, il Congresso decise
di concederlo, ma il Senato ne blocco il pagamento. Molti dei veterani
decisero quindi di protestare nella capitale, ma furono dispersi dall'esercito
con l'utilizzo della violenza, due di essi morirono negli scontri. Pochi
mesi dopo vi furono le elezioni, l'opinione pubblica influenzata dagli
avvenimenti di Washington permise, con il 57,4 percento dei voti, l'elezione
del rappresentante democratico Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca
per intravedere una soluzione. Roosevelt lanciò un progetto conosciuto
universalmente come New Deal(nuovo corso), una politica che puntava
all'uscita dalla depressione iniziata nel 1929 e a una maggiore stabilità
dell'economia nazionale garantita da un più stretto rapporto tra Stato
e Mercato.
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