Movimenti femminsti e diciannovesimo emendamento


Nella seconda metà del '800, tra le classi della medio-alta società americana, si affermarono gli ideali vittoriani. Rigidi e gerarchizzati, i vittoriani, si fecero promotori del "culto della vera maturità femminile" proponendo 4 valori cardini per le donne:
Pietà: erano fermamente convinti che la donna era più religiosa e spirituale dell'uomo, questo per natura;
Purezza: le donne americane supponevano che per essere pure di cuore, di mente e di conseguenza di corpo, non dovevano avere alcun tipo di rapporto sessuale prima del matrimonio;
Sottomissione: le donne dovevano accettare passivamente ogni atto e decisione dell'uomo;
Domesticità: la rivoluzione industriale creò una netta divisione tra la sfera della vita pubblica e quella della vita privata della casa. La casa deve diventare il dominio della donna ed il rifugio del suo cuore dalle continue tentazioni di tutti i giorni.


"Her eye of light is the diamond bright, Her innocence the pearl. And these are ever the bridal gems Worn by the American girl."

Famosi versi usati per esprimere l'orgolio americano riguardo alla purezza delle sue figlie


Giovani donne vestono "bloomers" al UW-Madison Woman's Gymnasium
Lentamente i rigidi schemi vittoriani andaro ad incrinarsi, i membri della società vittoriana si videro minacciati da tre fattori principali:

la riforma dell'abbigliamento;
la riformo sull'educazione femminile;
le donne lavoratrici;

La riforma dell'abbigliamento:
dopo il 1850, a causa degli elevati costi e delle restrittezze fisiche degli abiti vittoriani Amelia Bloomer e Elizabeth Cady Stanton, disegnaro un vestito più comodo e meno costoso, che passò alla storia col nome di "bloomers". Questo abito introdusse per la prima volta l'utilizzo dei pantaloni nell'abbigliamento femminile. Sebbene solo per la metà gamba, questo fatto suscitò grandissimo scalpore, dato che l'utilizzo dei pantaloni era da sempre stato prerogativa esclusiva del sesso maschile, spesso usato anche come "simbolo" distintivo per indicare il predominio dell'uomo sulla donna.
La riforma dell'educazione femminile: Nel diciannovesimo secolo tutto il mondo scientifico era concorde nell'affermare, secondo le teorie Darwiniste, che durante l'evoluzione della specie umana, la donna sarebbe rimasta ad un grado mentale inferiore a quello dell'uomo, di conseguenza la donna non era "idonea" all'educazione. In aggiunta la medicina del diciannovesimo secolo considerava il corpo umano come un "contenitore" di una quantità finita di energia, la donna doveva quindi dedicare la sua energia nella cura dei figli e della casa. A partire dal 1877 però vi fù un'inversione di tendenza nel pensiero degli studiosi, lentamente così tutti gli istituti scolastici iniziarono a prevedere corsi scolastici anche per le donne. Nacquero così i primi corsi differenziali per donne e successivamente vennero fondati anche "istituti femminili" e "istituti maschili".


Studentesse nel laboratoria di economia domenstica nell'Università del Wisconsin
Le donne lavoratrici: tutte le donne americana di povera origine e tutte le donne americane, per vivere furono costrette a lavorare, spesso il cercare lavoro nelle città era il primo passo verso la spirale che trascinava centinaia di donne alla prostituzione. Il lavoro fuori casa significò anche l'indipendenza economica dai propri padri e mariti e di conseguenza si avviò il lento processo dell'emancipazione.

La caduta dei valori vittoriani, la "nuova concezione" di donna e la sua indipendenza dalla famiglia furono i principali fattori che spinsero le donne americane ad unirsi per rivendicare diritti fino ad ora a loro negati. Dal 1870 fino alla Prima Guerra Mondiale, molte femministe diventarono conservatrici, si videro così nascere 3 differenti correnti di pensiero:
Le suffragiste: le suffragiste indirizzarono tutte le loro energie per far ottenere il diritto di voto anche alle donne. Rifancendosi al concetto vittoriano di purezza, esse dichiaravano il voto delle donne più puro politicamente.


Manifesto che invitava tutti gli uomini a votare contro il diritto di voto delle donne.


Carrie Lane Chapman Catt (1859-1947), fu per parecchi anni la guida del mivimento socialista.

Socialismo femminista: le femministe socialiste chiedevano come le suffragiste il diritto di voto, ma indirizzarono i loro sforzi verso le riforme sociali. Per questo le socialiste erano rappresentanti dei gruppi femministi immigranti. Esse in particolare credevano al diritto naturale della donna di partecipare alla vita politica, per poter così migliorare la vita sociale..
Femministe radicali: il movimento radicale proponeva una critica più dura alla politica, economia e società americana. Il membro di spicco del gruppo radicale fu Charlotte Perkins Gilman: sociologa, scrittrice ed auto-proclamata socialista. Nel 1898 pubblicò:"Donne ed Economia: I fattori economici tra uomini e donne come un fattore dell'evoluzione sociale", in esso è raccolta tutta la filosofia del movimento radicale, dove vengono duramente condannati i principi vittoriani ed il "culto della vera maturità femminile". Il libro suscitò grande scalpore nell'opinione pubblica durante il cambio di secolo, i 3 temi principali erano:
La comune umanità condivisa tra uomo e donna è molto più importanti delle differenze a livello sessuale;
Le componenti sociali, non la biologia, determinano i ruoli di uomo e donna nella socità;
In una socità industriale, la donne deve essere slegata dal vincolo della casa ed essere libera di trovare la sua strada per dare il suo contributo alla socità.


Charlotte Perkins Gilman (1885-1977), fu la leader del movimento radicale femminista.

Il diciannovesimo emendamento: un'altro punto di discordanza tra i gruppi femministi fu la Prima Guerra Mondiale, la maggior parte di esse si schierò contro l'entrata in guerra, mentre una minoranza di dichiarò interventista. Dopo l'entrata in guerra dell'America i movimenti femministi si incendiarono contro il presidente Wilson, questi, per placare l'opinione pubblica promise al gruppo di Charlotte Perkins che, dopo la fine della guerra, sarebbe stato concesso alle donne il diritto al voto.


La protesta delle femministe contro la guerra.


Documento dell'emanazione del diciannovesimo emendamento.
Terminata la Prima Guerra Mondiale, nel 1919, dopo le pressioni dell'allora presidente Wilson, il Congresso americano passò il diciannovesimo emendamento. Esso fu poi sottoscritto nei primi mesi del 1920 da tutti gli stati e divenne così attivo, il diciannovesimo emendamento prevede il diritto di voto per tutte le donne maggiorenni americane.

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