11 gennaio 2010
Dopo il Raduno

Ecco qua il primo diario di bordo del 2010.
Lo scrivo pochi giorni dopo il raduno.
E, ovviamente, di quello vi parlo.

Tutto quello che state riportando sul barMario, in merito, è entusiasmo, felicità, apprezzamento e gratitudine.
Chi lo confronta con altri raduni precedenti lo considera il migliore
di sempre.
Chi c'era la prima volta ne parla come di un'esperienza irripetibile.
Ci fa piacere leggervi così per alcuni motivi:
1 - LigaChannel e barMario non sono agenzie di spettacoli e lo sforzo che viene profuso da quelli che lavorano per organizzare una giornata così è veramente enorme.
2 - Credo che sia difficile metterci più a vostra disposizione che non suonare le canzoni che voi scegliete con tutti i musicisti che le hanno suonate in questi vent'anni.
3 - L'impegno, per quello che mi riguarda, non è esattamente... di secondo piano, e prevede diversi giorni di prova con vari gruppi per poter ripassare (o montare da zero in qualche caso) le canzoni che avete scelto.

Questo tipo di impegno, sia io che tutti quelli che lavorano con me, l'abbiamo sempre profuso. Però, nelle varie edizioni, più davamo, più si davano scontate delle cose, più c'era qualcuno che si lamentava. Finché dopo il penultimo raduno (quello di cinque anni fa, per intenderci) in cui ci avevamo messo tanto (più o meno come quello di pochi giorni fa), i primi, numerosi, commenti erano lamentele gratuite e, credetemi, piuttosto stupide.
Così io, Maio e Marco cinque anni fa ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti “Ok: è umanamente impossibile fare di piu'. Smettiamo di organizzarlo.”
Sapevamo che così venivano penalizzati quelli che si erano sempre entusiasmati e ce l'avevano fatto sapere ma ci eravamo veramente stufati di certe lagne e, soprattutto, di quella ingratitudine.
Negli anni ci è tornata voglia e il risultato è quello dell'altro giorno.
Con, per fortuna, una risposta pressoché unanime di entusiasmo da parte vostra.
Ora è veramente ufficiale: il Bar Mario è ancora aperto e riesce a rendere felici migliaia di persone.
E noi, finché ne avremo la forza e la possibilità e il vostro vero appoggio, continueremo a fare raduni.
Magari non ogni anno.
Ma ne faremo ancora.

A proposito di questo faccio i miei personali ringraziamenti a tutti i ragazzi dello staff e ai tecnici: lavoro straordinario.

Una volta chiarita questa cosa, lasciate che vi dica che ho letto alcuni blog sul sito del barMario che mi hanno provocato emozioni forti.
Sapete scrivere.
Sapete raccontarvi.
Sapete incontrarvi.

Una decina di facce... in prima fila... durante "Il giorno di dolore che uno ha"... ognuno dei quali in lacrime ma con il volto abbassato... quasi a non volersi far vedere da me o da chi gli stava vicino... mamma mia... il groppo di cui vi ho parlato...

Sappiate che ancora una volta, per chi voleva notarlo, era tutto uno specchio girato verso di voi.
Chi vuole il sound dei Clandestino.
Chi vuole il sound della Banda.
Chi vuole il sound attuale.
Chi vuole un salto indietro nel tempo di vent'anni.
Chi ne vuole uno in avanti di cinque.
Chi vuole il rock.
Chi vota le ballad.
Ricordate quella canzone che fa:
"C'è chi mi vuole come vuole
un po' più santo, più criminale,
un po' più nuovo, un po' più uguale
mi vuole come vuole"?
E' una canzone che canto da undici anni.

Rispetto a questo faccio un'ultima precisazione: non ero indispettito per le domande che alcuni iscritti mi hanno fatto sul palco durante il Botta e Risposta come qualcuno di voi crede.
Capisco pienamente chi me le ha fatte.
E' sicuramente fan.
E come tale vorrebbe le cose sigillate nel tempo.
Chi di noi non vorrebbe che le cose che ci piacciono rimanessero come sono per sempre?
La realtà è che tutto cambia, noi tutti cambiamo e non si può chiedere a un artista di non seguire una propria evoluzione, di non cercare di raccontare il suo rapporto con il mondo che cambia.
Fortunatamente ci sono i dischi che sono la fedele fotografia di come sono stato nei vari periodi della mia vita.
Quei dischi non cambiano, no?

Ah, per quelli del barMario: rilassatevi per il polsino. Mi piaceva. Ma un polsino è un polsino.

E' sempre ora di tenere botta.
Specialmente all'alba di un anno come questo.
Buon 2010 a tutti.