Prelibatezze a portata di mano

Tra di noi possiamo dirlo: la pesca - di superficie o subacquea - può essere divertente solo per chi la pratica. Per chi aspetta, sotto il sole o prolungando forzatamente i tipici giochi balneari, è invece una grossa seccatura che, spesso, è causa di musi lunghi e litigi. C'è un solo modo per risolvere il problema coinvolgere tutto l'equipaggio. Per far ciò è necessario assegnare un programma preciso, semplice da realizzare e, possibilmente, di sicura soddisfazione, sia per gli adulti sia per i più giovani. Pertanto, togliamoci dalla testa di andare (o mandare) a ostriche o ad astici: ammesso e non concesso che un profano riesca a trovarli, non saprebbe poi come portarli a bordo. La soluzione ha due nomi: Donax Trunculus ed Ensis Ensis. Per cercarli e raggiungerli basta anche solo la maschera subacquea; i più raffinati potranno pure indossare le pinne. Dopo la prima mezz'ora di rodaggio tutti i componenti della task force avranno affinato la tecnica e le prede non tarderanno a raggiungere la quantità sufficiente a preparare una splendida spaghettata per tutti. A proposito, quasi dimenticavo di volgarizzare i termini zoologici: stiamo parlando rispettivamente di telline (o arselle) e di cannolicchi (o cappe lunghe), ovvero della popolazione a più alta densità negli immediati pressi della battigia nostrana. Più che di pesca, per le prime sarebbe meglio parlare di raccolta. E in effetti, con l'aiuto di un retino dentato (il famoso "tellinaro") si fatica di meno e si prende di più. Maggiore abilità è, invece, richiesta dai cannolicchi, i quali sono dotati di eccezionale velocità nell'insabbiarsi: per prenderli è necessario affondare le dita di una mano - con mossa fulminea - intorno alla preda (come per prendere un pugno di sabbia) ed estrarle subito dopo, ben serrate. Attenzione, però- la parte superiore della conchiglia è affilata come un coltello e, se sbagliate mira, sono dolori. Un consiglio. Più che andare a caccia di entrambi è preferibile che tutti seguano lo stesso tema, anche se il modo di cucinare le telline e i cannolicchi è pressoché identico. Nel caso delle prime ci si può fermare a mezzo chilo (per la cena di quattro persone), per quanto riguarda i secondi, ci si può regolare su una quantità minima di quindici per ogni commensale. Una volta a bordo, i frutti devono essere lavati e sciacquati più volte in un'insalatiera colma di acqua di mare (purché si sia certi che non è inquinata). A pulizia completata (l'acqua deve restare limpida e priva di sabbia), si scolano e si passano in una padella larga, posta su fuoco medio. Dopo pochi minuti quanto basta perché le valve si aprano devono essere tolti dal fuoco e scolati del loro liquido, il quale, però, verrà filtrato e conservato a parte. In un altro tegame, intanto, si sarà fatto scaldare dell'olio di oliva extra vergine e imbiondire uno spicchio d'aglio. A quel punto vi si possono versare i frutti, mescolandoli per circa due minuti e aggiungendovi due cucchiai del loro liquido (che prima avevamo messo da parte) e mezzo bicchiere di vino bianco. Aggiustare di sale, aggiungere del pepe nero appena tritato e versare nel tegame una proporzionata quantità di spaghetti (che avrete già lessato e ben scolato al dente). Amalgamate il tutto e spolverate con un po' di prezzemolo fresco. In sua mancanza, non usate quello secco e, infine, non cedete alla tentazione di arricchire il piatto con la passata di pomodoro. Gustate la portata ben calda e, all'ospite estasiato che vi domandasse di che cosa si tratta, rispondete: "Donax in court-bouilion". Farete un figurone!

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