Gli stili del carp-fishing

In base alla distanza dalla riva da cui si lancia si parla di stili diversi di pesca alla carpa, ognuno dei quali richiede mulinelli dedicati e canne dotate di potenza adeguata.

Dal punto di vista tecnico, nel carp-fishing si identificano alcuni stili di pesca che, generalmente, si applicano in funzione della distanza di lancio. Infatti il lancio può obbligare spesso alla scelta di una canna piuttosto che di un'altra, quindi un simile approccio alla pesca viene modificato radicalmente dal tipo di lancio. Possiamo distinguere tre stili: pesca marginale, a media e a lunga distanza.

La pesca marginale - Molto spesso le catture di carpe più belle si effettuano nell'immediato sottoriva, a pochi centimetri di profondità. Le carpe, infatti, amano sostare sottoriva laddove vi siano ripari creati da ostacoli e, soprattutto nelle piume ore del mattino, le catture in questi settori sono altamente probabili. La reazione del pesce ingannato dallo hair tig è spesso molto violenta e si trasforma in una fuga a grande velocità che deve essere assolutamente ammortizzata dalla pronta flessione della canna. Nella pesca marginale la canna vincente ha un basso T.C. (test di curvatura), deve cioè possedere una grande morbidezza. Il test di curvatura ideale varia da 1,5 lbs, per le canne più raffinate e costose, fino a 2 lbs. Oltre tali valori la pesca è possibile solo tenendo le frizioni ben aperte per meglio lasciar sfogare la prima reazione del pesce. Dovendo pescare sottotiva non si dovrà portare alcun disturbo dell'acqua, dunque non si tratterà mai di "lanciare", ma di "poggiare" l'esca con grande delicatezza. Inoltre si lascerà il filo in bando e non si userà alcun avvisatore visivo. Il filo in bando eviterà, inoltre, che la carpa possa accidentalmente urtarlo, impaurendosi. Il terminale d'eccellenza per la pesca marginale è il bolt rig senza l'ausilio di alcun tubetto anti-groviglio poiché non è previsto il lancio.

La pesca a media distanza - t la pesca più comune e praticata. La canna universale è una 3,60 m con T.C. di 2,25 lbs in grado di far fronte a tutte le esigenze.

La pesca a lunga distanza - Senza dubbio questo è lo stile di pesca più completo e di maggiore spettacolarità perché comporta lanci su grandi distanze, ossia superiori a 70 m. Ovviamente le canne dovranno essere dimensionate alla potenza e ai pesi dei piombi richiesti, quindi servono attrezzi con T.C. di 2,75 lbs, capaci di lanciare fino a 120 g. Ma la capacità di lancio non è la sola caratteristica da richiedere a una canna visto che, trattandosi di mangiate che si verificano anche oltre i 100 m da riva, serve un attrezzo che riesca a imprimere grande forza alla ferrata. Una canna troppo morbida e con azione parabolica fallisce nettamente proprio sotto questo aspetto, lasciando preferire sempre canne con un'azione di punta come, per esempio, la Daiwa Shogun. Una canna con manico abbastanza rigido sarà ideale per combattere a lungo il pesce. Anche il mulinello riveste una grande importanza ai fini del lancio poiché un mulinello con buona capienza di monofilo e una bobina dal disegno largo faciliterà le operazioni. Nella pesca a lunga distanza servono anche ottimi avvisatori visivi. Ma perché praticare la pesca a lunga distanza? Semplice, perché solo in questo modo sarà possibile far giungere l'esca là dove il pesce è meno disturbato dalla pressione pescatoria. Gran parte dei pescatori dilettanti, infatti, tende a impiegare i propri attrezzi in una fascia compresa tra il sottoriva e una distanza di 50 m dalla sponda. t evidente che a un tale settore così disturbato il pesce si avvicini con grande cautela. t stato più volte notato che in simili situazioni, molto comuni nelle nostre acque, la maggior parte delle prede di una certa taglia tende a mantenersi attorno ai 100 m da riva. L’importantissima fase della pasturazione del luogo di pesca spesso rappresenta un ostacolo non facile da superare nella pesca a lunga distanza. L’impiego di Cobra o di fionde favorisce certamente questa pratica soprattutto quando si usano boilies di diametro abbondante, come il 18 o 22 mm, che, essendo più pesanti, raggiungeranno meglio le lunghe distanze. Dovendo sfruttare al massimo le capacità di lancio sarà utile preparare i terminali in modo che non intralcino in alcun modo la gittata. A titolo di curiosità basta pensare che l'effetto-elica causato dal finale con esca che ruota durante il lancio può portare a una diminuzione della gittata di oltre il 20 per cento. Il terminale per lunghe distanze per antonomasia è l'anti~tangle montato con tubetti rigidi e realizzato come segue. Si annoda lungo il tubetto il finale e la boilie con qualche centimetro di PVA che poi a contatto con l'acqua si scioglierà. Ciò manterrà l'esca perfettamente allineata al tubetto senza causare problemi al lancio. Volendo si può usare una montatura del tipo helicopter rig, anch'essa montata su tubo rigido. Per i più pigri, il ricorso ai piombi cruise, già dotati di un lungo tubetto rigido, risolverà ogni problema. Nella pesca a lunga distanza, l'uso dello shock-leader è assolutamente consigliato perché offre maggiore potenza nel lancio senza mettere a repentaglio l'incolumità dei vicini di pesca. Se si pretende di lanciare a tutta forza un piombo da 70 g con il solo monofilo da 0,30/0,35 mm si creeranno i presupposti per una rottura che porterà il piombo a volare verso terra, dove potrebbero esserci altri appassionati di cui verrebbe messa a repentaglio la sicurezza. Usando un filo di diametro superiore e di lunghezza almeno doppia a quella della canna si potrà invece scaricare tutta la propria forza nel lancio senza rischio alcuno di grovigli. A titolo di riferimento si può partire da uno 0,40 mm per piombi di 60 g, salendo di 0,05 mm ogni 10 g oltre tale valore.

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