A trote sul Rapido

 

Un interessante torrente dell'italia centrale che, pur non essendo caratterizzato da una grande portata, è ricco di trote e presenta acque molto pulite.

 

Ci troviamo nel Lazio sudorientale, ai confini con Abruzzo e Molise. Il Rapido nasce infatti dal versante occidentale delle Mainarde e la sua sorgente viene alimentata dalle acque del lago di La Selva che si trova a 906 metri di altitudine.  Il primo tratto di questo corso d'acqua è estremamente scosceso, con dislivello a forte pendenza; scendendo verso valle, il corso diventa meno torrentizio, fino al comune di Cassino, dove assume quasi l'aspetto di un fiume. Il punto di riferimento di questo interessante itinerario è proprio Cassino, il paese reso celebre dalla famosa abbazia benedettina. Cassino dista da Napoli circa 100 km e da Roma circa 130 km. E quindi comodamente raggiungibile percorrendo l'autostrada del Sole A 2, uscendo al casello che prende il nome da questa cittadina, che dista appena 6 km dall'autostrada. Per raggiungere il fiume, usciti dall'autostrada si volta a destra e si imbocca la S.S, 6 Casilina in direzione di Napoli, fino al ponte sul Rapido. Provenendo dall'Adriatico, si può utilizzare l'autostrada A 14 (Bologna-Bari) fino al casello di Vasto Sud: da qui Cassino dista 130 km. Si percorre una strada che attraversa tutta la bellissima valle del Trigno, passando per Isernia. 

Un torrente appenninico

La principale differenza fra i torrenti appenninici, di cui il Rapido è un classico esempio, e quelli alpini è rappresentata dalla portata d'acqua, decisamente inferiore a causa della mancanza di alimentazione da parte di ghiacciai perenni. Questo fondamentale elemento costituisce, allo stesso tempo, un vantaggio e uno svantaggio per i pescatori: se da un lato i torrenti del centro Italia non fruiscono di un apporto d'acqua consistente, dall'altro presentano temperature più calde e in genere un habitat estremamente favorevole a tutta la vita acquatica. Al di là dei pesci, è sufficiente osservare tutta la microfauna presente sotto il pelo dell'acqua per rendersi facilmente conto delle grandi differenze con i fiumi alpini dove la temperatura più rigida rende tutto alquanto più difficile.  Uno degli altri aspetti caratterizzanti è la presenza e la rigogliosità della vegetazione sia ai bordi sia dentro l’acqua.  Questa è una caratteristica ben presente sul Rapido.  Le alghe svolgono qui una funzione di grande importanza e, oltre a garantire un habitat perfetto per tutti i pesci, sono in massima parte responsabili dell’estrema limpidezza dell’acqua.

Uno sguardo dal ponte

Queste, fra le altre, sono le prime immediate impressioni non appena giunti sul ponte di Cassino: un fiume non grande, ma con acqua limpidissima dalla caratteristica colorazione verde smeraldo che deriva dalla presenza di una ricca vegetazione sommersa. Sempre dal ponte, è possibile vedere subito, senza difficoltà, splendide trote che pinneggiano tranquille, quasi incuranti dalla presenza umana: alcuni esemplari superano di molto il chilogrammo di peso.  Ma è meglio non farsi illusioni: per un tratto di trecento metri (metà a monte del ponte e metà a valle), fino ai bordi di un piccolo balzo d'acqua, è istituita una zona di ripopolamento, con divieto assoluto di pesca.  Nel tardo autunno si osservano delle discrete aree di frega. Per pescare è necessario spostarsi a monte, fino al comune di S. Elia (la S.S. 509 costeggia tutto il fiume) o a valle di Cassino fino alla confluenza del Rapido con il Gari.  E in questo tratto, a valle e a monte del ponte, che il torrente dà il meglio di sé, in tutti i sensi.  Si pesca anche a monte di S. Elia, ma con risultati decisamente inferiori.  Il tratto del Rapido consigliato è in concessione alla FIPS e vi si può accedere con il semplice possesso della tessera federale e della licenza di pesca governativa.  Sia in sponda sinistra sia in quella destra, per oltre dieci chilometri, il Rapido è costeggiato da due strade, una asfaltata e stretta, l'altra sterrata e un po' mal ridotta. Purtroppo, alcuni tratti sono stati incanalati in uno stretto manufatto, interrotto da piccoli slarghi e dighette con dislivelli mai superiori al metro d'altezza che fungono anche da scala di monta.  Paradossalmente, anche se questa modificazione del fiume ne altera le caratteristiche naturali, le possibilità di pesca in questo tratto sono decisamente buone e, spesso, vi si catturano le trote più grosse.  Proprio le trote costituiscono la maggioranza dei pesci presenti nel Rapido.  Nel tratto a valle di Cassino, e fino alla confluenza con il Gari, esse dividono il proprio habitat con cavedani e barbi che ben si ambientano nel tratto più pianeggiante del fiume.

La più grande sorgente d'Italia

Negli Appennini di questa zona esiste quella che viene definita la più grande sorgente d'Italia e che spiega le ottime condizioni di salute del Rapido e la sua grande ricchezza di pesce.  Il fiume Gari, in cui il Rapido si immette, nasce infatti proprio dal sottosuolo di Cassino, dalla sorgente citata prima; molte altre acque sorgive, disseminate nel grande parco delle Terme Varroniane (edificate sulle rovine della villa di Marco Terenzio Varrone e oggi sede di un campeggio) si riuniscono successivamente alla sorgente principale, tra una rigogliosa vegetazione di salici piangenti.  Questo breve e veloce corso d'acqua così formatosi, profondo e ricco di alghe, riceve, dopo poche centinaia di metri, il Rapido; il tutto si trasforma, in breve, in un fiume molto profondo (in alcuni punti fino a otto metri) e largo più di venti metri.  Tutto il tratto è ricco di alghe acquatiche e le rive si presentano estremamente infrascate, spesso inaccessibili. 1,a ricchezza di questo complesso sistema idrico naturale di rara bellezza è alla base della notevole presenza di pesce.  Al punto che i ripopolamenti con esemplari adulti, effettuati in occasione dell'apertura della pesca, sembrano quasi superflui e, a detta degli stessi pescatori locali, inutili e certamente non influenti sul contesto generale.  Questo importante interscambio di acque pulite e molto ossigenate è, infatti, in grado di garantire da solo (e senza aiuti esterni) le migliori condizioni per la riproduzione naturale delle trote fario, che nelle sorgenti del Gari trovano il loro vivaio naturale.  Da ottobre a dicembre questi salmonidi risalgono il Rapido per lunghissimi tratti e non è raro osservarle mentre superano, con acrobatici salti, le piccole cascate degli sbarramenti.

A spinning tra le alghe

Sul Rapido si può pescare sia con esche artificiali sia con esche naturali, con l'eccezione del bigattino.  Ricordiamo che per ogni giornata di pesca si possono catturare non più di dieci trote, mentre la stagione di pesca va dall'ultima domenica di febbraio alla prima di ottobre.  Le giornate consentite per la pesca sono il giovedì, il sabato e la domenica, oltre naturalmente alle festività infrasettimanali. Nei tratti più tranquilli rende molto la pesca a verme con il classico galleggiante piccolo e lenze molto leggere.  Questo è un sistema particolarmente indicato per i primi mesi della stagione.  A partire da aprile iniziano le grandi possibilità  per la pesca a spinning e a mosca.  Con l'eccezione del tratto più basso e profondo (dove si possono rivelare utili artificiali anche di 9 grammi), i cucchiaini più indicati sono i classici rotanti da 3 a 5 grammi, manovrati ad arte fra le alghe sommerse.  Se si pesca a discendere, adottando una canna di oltre due metri, un minnow galleggiante che sappia districarsi fra la vegetazione, alternando fasi di rilascio a fasi di recupero, può riservare delle graditissime sorprese.  Le fario più belle si catturano proprio così.  Le acque del Rapido, grazie alla loro temperatura, si prestano moltissimo alla pesca a mosca; le schiuse di insetti, nelle sere d'estate, sono veramente impressionanti.  Meno adatte a questa tecnica di pesca le sponde, in alcuni punti molto infrascate.  Nei punti incanalati, al contrario, questa pesca è abbastanza agevole ed è favorita in modo particolare dalla scarsa profondità dell'acqua.  Come accade in molte zone, anche qui esistono delle mosche artigianali che i pescatori locali confezionano e usano con straordinari risultati: si tratta di Spider, con filo addominale dorato, di colore nero (nei mesi freddi) o verde e viola (nei mesi più caldi) che si possono reperire in loco, se si interpellano i pescatori locali.  Sulla loro resa non ci sono dubbi.