Sul Po a Villafranca

 

E’ un tratto dei nostro fiume maggiore, tra i più vicini alle sorgenti e ricco delle acque che riceve da numerosi torrenti alpini.  Qui il Po è celebre per i particolari temoli che lo abitano.

 

 A una quarantina di chilometri da Torino, risalendo il fiume in direzione del Monviso, il Po attraversa una zona di estremo interesse per la pesca, perché il suo corso riceve le acque di numerosi torrenti che scendono dalle Alpi.  Il punto di partenza di questo itinerario è il comune di Faule, che si può raggiungere comodamente da Torino oppure dall'uscita di La Loggia dell'autostrada Torino-Piacenza, seguendo le indicazioni per Carignano e Carmagnola, in direzione di Casalgrasso, fino a 5 o 6 chilometri prima di Moretta. Il paese di Faule si trova sulla sponda di destra: da qui si volta verso il fiume, che si raggiunge dopo un centinaio di metri, arrivando vicino ai resti di quello che un tempo era un vecchio ponte e che oggi non esiste più. Il Po in questo punto scorre abbastanza incassato, tra due rive piuttosto alte, con fondale prevalentemente ghiaioso e una profondità dell'acqua ridotta.  Siamo nella fertile pianura piemontese, a ridosso della catena delle Alpi Cozie,  tra prati, coltivazioni e fitti pioppeti. Anche le sponde del Po sono molto ricche di vegetazione, tanto che in alcuni punti, in estate, sono quasi impraticabili.

Attenzione al calendario

Questo tratto di Po, che prende il nome dal comune più grande che tocca, cioè Villafranca, a poca distanza da Moretta, è famoso per la sua ricchezza di temoli.  Le acque sono libere alla pesca, in concessione alla FIPS, ma non istituite in riserva di alcun genere e le uniche limitazioni riguardano il numero di temoli che si possono catturare in una giornata di pesca: tre, della lunghezza minima stabilita in 30 cm.  Un particolare molto interessante è che in queste acque, uniche in tutto il Piemonte, la pesca al temolo è consentita dall'alba della prima domenica di giugno al tramonto dell'ultima domenica di novembre, con una chiusura quindi protratta rispetto a quella vigente in tutte le altre acque piemontesi e che coincide con la chiusura della pesca alla trota.  Naturalmente, dato che è proprio questo uno dei periodi migliori per la pesca al temolo, da ottobre fino alla chiusura sono numerosi i pescatori che si incontrano sulle rive, ma il tratto di fiume è molto lungo e quindi non si corre mai il pericolo di uno spiacevole sovraffollamento.  Come abbiamo detto, la fama del Po di Villafranca è dovuta soprattutto alla presenza di parecchi temoli, presenza che negli anni Ottanta ha avuto a volte notevoli flessioni quantitative, con anni in cui si temeva addirittura che fossero scomparsi.  All'inizio degli anni Novanta, però, il numero dei temoli si è stabilizzato e si può davvero definire consistente.  Un altro fattore d'interesse per i pescatori è che in queste acque, oltre alla tradizionale pesca a mosca all'inglese, che però non ha una grande diffusione e richiede una notevole abilità ed esperienza, è consentita anche la pesca con la moschera o a fondo con la camolera (il famoso "piombo lungo").  La portata d'acqua è notevole e costante e non risente quasi mai di fenomeni che avvengono nel tratto più alto del corso, come quelli creati dal disgelo o da qualche sporadica piena.

Quando l'acqua è troppa

Nei primi mesi in cui si può pescare il temolo, da giugno a luglio, c'è spesso una quantità d'acqua tale che i pescatori hanno problemi a raggiungere le sponde e le posizioni adatte, anche a causa della folta vegetazione, fitta di rovi e ortiche, mentre il livello del fiume impedisce di procedere con le gambe nell'acqua.  Fortunatamente, esistono angoli liberi e raggiungibili da dove si possono fare delle buone catture.  A fine estate e in autunno, a meno di piogge eccezionali e non prevedibili, il livello dell’acqua si abbassa di quel tanto che permette ai pescatori di costeggiare le sponde avanzando nell'acqua.  Il fondo è sicuro perché ghiaioso e le lunghe lame si succedono le une alle altre, contornate in alcuni casi da brevi e piccole spiagge, che sono i punti preferiti dal pescatori.  Un'altra caratteristica di questo tratto del Po è la grande ricchezza di insetti, sia in acqua sia in superficie: nelle tarde ore dei pomeriggi estivi o in quelle centrali dei giorni d'autunno si possono vedere centinaia di bollate, causate dalla massiccia presenza di effimere.

Temoli speciali

Il temolo del Po ha, morfologicamente, qualche lieve differenza rispetto ai suoi congeneri alpini: il corpo più tozzo e massiccio, una livrea più chiara e un peso maggiore.  Sono numero i g i esemplari catturati che sfiorano il chilogrammo.  A camolera, le migliori catture sono state fatte usando le piccole camole chiamate "giapponesi", quelle con la testa costituita da una minuscola pallina dorata, per cui i temoli di Villafranca pare abbiano una particolare simpatia.  Per la mosca all'inglese vanno bene quasi tutte le imitazioni diffuse sul mercato, con una preferenza per quelle montate su ami molto piccoli.  Lo stesso discorso vale per la moschera.  Però, oltre ai temoli che costituiscono la maggior attrazione di questo itinerario, non bisogna dimenticare che nelle acque del Po di Villafranca vivono anche numerosi altri pesci.  A incominciare dai begli esemplari di trota marmorata, catturabili a spinning e in modo particolare con minnows o imitazioni di pesciolini, oppure a fondo. Per gli amanti della pesca a passata, ci sono anche cavedani, con esemplari decisamente grandi, che abboccano, anche a mosca, ai minnows più piccoli.  Mentre i barbi, che un tempo costituivano una nutrita e interessante popolazione del fiume, alla fine degli anni Ottanta sono diminuiti, ma non scomparsi.  Nelle acque di questo tratto è consentito l'uso del bigattino (dato che si tratta di acque di pianura) e a volte qualche pescatore non proprio sportivo usa le larve di mosca carnaria innescandole sugli ami della camolera, nel tentativo di avere allo stesso tempo più possibilità di cattura, dai temoli ai cavedani, dai barbi alle trote. lk un sistema che fa orrore ai puristi e'che non dà grandi risultati con acque limpide.  Dopo una piena, invece, o quando l'acqua è intorbidita, il risultato non mancherà.  Un consiglio ai pescatori a mosca: in questo tratto di fiume, data la portata d'acqua e l'ampiezza del letto, sono utilissimi se non indispensabili gli stivali più alti di cui si dispone.  Perfetti quelli che arrivano alle ascelle, che permettono di percorrere comodamente lunghi tratti di riva stando in acqua senza essere costretti a lunghi giri per oltrepassare i punti in cui la profondità rende inadeguati i normali stivali.