Sull'Adda a Pizzighettone

 

Sull'Adda sono numerosi gli itinerari di pesca possibili; tra questi uno dei più frequentati è quello che ha come punto centrale la cittadina di Pizzighettone, in provincia di Cremona.

 

Raggiunta la Pianura Padana a valle di Trezzo, il fiume Adda prosegue nel suo percorso tutto lombardo verso la confluenza con il Po, assumendo sempre più l'aspetto di fiume padano caratterizzato da grandi ghiareti, ramificazioni, rapide, sabbioni eccetera.  Da Lodi in poi l'Adda scorre più lentamente e con fondali più elevati e uniformi.  Dopo aver ricevuto l'apporto del fiume Serio, che ingrossa notevolmente la sua portata, l'Adda procede con molte anse e tortuosità, fra robusti argini, interrotti dalla confluenza di -qualche roggia o di alcune lanche.

Morfologia e pesci

Dall'ansa di Formigara, a monte, fino a Pizzighettone al nuovo ponte stradale della S.S. 234, a valle, l'Adda è caratterizzato da una grande portata d'acqua e da profondità elevata, ma irregolare perché spesso contrassegnata da tratti poco profondi su fondi ghiaiosi, alternati a grandi profondissime buche e a tratti più uniformi in brevi aste.  Ne consegue che anche la corrente varia di velocità, facendosi da moderata a veloce, per tornare lenta oppure per rompersi in insidiosi - mulinelli che non sono certo produttivi per la pesca.  Uno scivolo a cascata interrompe il corso del fiume press’a poco all'altezza di Maleo, un paese in provincia di Milano che si trova a un paio di chilometri dalle sponde dell'Adda.  Da Maleo ha inizio l'applicazione di precisi regolamenti che verranno meglio illustrati in seguito.  Le due rive, entrambe arginate, consentono il percorso in auto per lunghi tratti, ma (regola che non bisogna mai dimenticare) è sempre preferibile abbandonare l'automezzo a qualche distanza per procedere a piedi. Si avranno così maggiori possibilità di osservare e verificare non solo lo stato delle acque, ma anche quei punti che si ritengono i più proficui e che non sempre sono di facile accesso.  Si può anche tentare di scendere in acqua e inoltrarsi su qualche basso fondale ghiaioso per raggiungere posizioni favorevoli.  I pesci che popolano questo tratto sono numerosi e di varie specie, grazie anche alla vicinanza con il Po dal quale risalgono durante il periodo della riproduzione.  Anche il fiume Serio concorre alla ricchezza ittica di questo tratto di Adda.  E a proposito di quest'altro fiume, un suo ramo, detto Serio Morto, sfocia nell'Adda proprio a Pizzighettone.  Le savette e le lasche sono le specie dominanti, seguite a ruota dai barbi, anche grossi, dai cavedani e da rari pighi. La tecnica più indicata è dunque la pesca alla passata in corrente.   Nei punti di acqua lenta e dove si ravvisano buche profonde sono presenti i lucci, talvolta le,tinche, e non sono mancate persino catture di qualche rara trota. Si parla anche di storioni, ma la presenza di questi pesci è più probabile più a valle.  Infine sono da segnalare le anguille, che si trovano ovunque. 

I punti più indicati

La zona di Formigara (che fra l'altro è la meno frequentata) off-re molte possibilità ai pescatori che amano la pesca a fondo.  Una strada alzaia si dirige infatti dalla piazza del paese verso destra per qualche centinaio di metri, fino al fiume nel punto in cui il medesimo disegna un'ampia ansa.  Poco prima, una grossa lanca si estende a destra della stradetta e può essere un'ottima occasione per tentare la cattura di un luccio oppure per cercarvi l'angolino adatto in cui sistemare canne a fondo alla ricerca di qualche grosso ciprinide come tinche, carpe o pesci gatto.  Anche il fiume in questo tratto presenta condizioni d'acqua e di fauna analoghe a quelle della lanca, poiché la corrente è molto lenta e la profondità notevole, con fondali di sabbia che invitano a usare le tecniche da fondo.  Bisogna però considerare la velocità (seppure ridotta) dell'acqua.  Nel caso di punti profondi è meglio la lenza da fondo, con il piombo finale piatto sui 50 g e l'amo a 30-40 cm sopra il piombo.  Il terminale deve essere almeno dello 0,30, data la possibilità di catturare addirittura qualche storione, mentre non sono da escludere carpe e grossi cavedani.  Se si preferisce mettere l'amo dopo il piombo e innescarlo con grossi vermi, è possibile che abbocchino barbi o anguille, queste ultime durante le ore crepuscolari e notturne o, di giorno, in presenza di acque molto torbide.  Se l'amo è montato su un terminale d'acciaio, lo si innesca con il vivo (la scardoletta è l'esca migliore) per insidiare i lucci; il piombo sarà finale. Quando l'acqua è quasi ferma, si può ricorrere alla lenza con un grosso galleggiante scorrevole, tenendo sempre presente che la profondità è superiore ai 3 m. E anche qui vale lo stesso discorso: pesce vivo per il luccio, poiché l'esca artificiale, con ondulanti o rotanti, difficilmente rende data la profondità, ma si può provare magari con una seconda canna, lasciando in posizione la prima.  Esche naturali (vermi, impasti, mais) per cavedani e carpe.  Se si vuole provare nella lanca, meglio l'esca vegetale per i ciprinidi e ancora il vivo per i lucci.  La vegetazione di fondo impedisce l'utilizzo dello spinning.  Da Fon-nigara la strada si dirige a valle verso Pizzighettone, allontanandosi prima dal fiume, poi costeggiandolo lungo un'altra grande ansa e staccandosene di nuovo per raggiungere il paese.  A Pizzighettone, che il fiume attraversa con le rive congiunte da un ponte stradale e da quello ferroviario più a valle, le possibilità di pesca sono molteplici.  Giungendo da Formigara, ovvero dal territorio in provincia di Cremona, si può evitare di valicare l'Adda per seguirne il corso verso monte in sponda sinistra, portandosi nei paraggi del muro perimetrale che cinge le carceri.  Lì il fondale è fra i 2 e i 3 m e l'acqua non è troppo veloce.  E quindi possibile praticare la pesca a passata per insidiare cavedani, savette, lasche, qualche pigo, barbi, alborelle, vaironi eccetera. Se si valica l'Adda portandosi invece in riva destra (cioè nella provincia milanese) due sono le vie da scegliere: scendere lungo il fiume a valle fino alla cosiddetta "traversa" (ossia lo sbarramento di pietrame che determina la cascata) oppure risalire lungo l'argine verso monte, battendo le varie posizioni fino alla confluenza dell'Adda con una roggia proveniente da Cavacurta.  Quest'ultimo tratto è meno frequentato dai pescatori rispetto al precedente.