Il lago di Piana degli Albanesi

 

Un bacino artificiale siciliano, a pochi chilometri da Palermo e recentemente uscito da un lungo periodo di degrado ecologico, offre oggi allo sportivo una varietà interessante di prede.    

 

Tra le numerose vestigia storiche della Sicilia, Piana degli Albanesi rappresenta qualcosa di unico, una sorta di isola in cui lingua, tradizioni e costumi dei fondatori continuano a vivere ancora oggi dal lontano 1488.  Un'altra caratteristica non comune nell'isola è la presenza vicino alla città, di un lago, un bacino artificiale costruito per fornire energia idroelettrica e acqua alla campagna circostante, e che è anche meta di numerosi pescatori.  Lo chiamano "il lago di Piana", e si può comodamente raggiungere da Palermo in mezz'ora d'auto.  Si trova a poca distanza dalla cittadina da cui prende il nome.  Nelle sue acque, che negli anni Settanta erano gravemente ammalate per l'inquinamento e avevano un bassissimo tasso d'ossigeno, si possono oggi pescare carassi dorati, persici reali, carpe, tinche e il black-bass.  Questo è un pesce che non è certo originario di questi luoghi e che ha fatto la sua comparsa misteriosamente, senza che se ne sia riusciti a scoprire l'esatto momento.  Sarà stata l'azione solitaria di qualche appassionato.

Soggetto alle piogge

 Il lago ha una lunghezza di poco più di 1 km e una larghezza di 4, riceve le acque di un ramo del Belice e il suo livello risente abbastanza del regime pluviale. E’  posto in una conca naturale ricca di verde, vicina alla città e dominata dalla calcarea Rocca Busambra, che supera i 1600 metri.  Le sponde sono di facile accesso e libere di vegetazione, che manca anche nel lago.  Sempre negli anni Settanta nel lago si scaricavano i rifiuti cittadini, almeno in parte, e le acque nere di due industrie, mentre oggi la salute del bacino è migliorata notevolmente. La varietà dei pesci che si trovano può accontentare tutti i gusti: le carpe da pescare a fondo, i carassi e le tinche, con il galleggiante, i persici e i black-bass a spinning.

Quali tecniche si adottano

Cominciamo con le carpe, piuttosto numerose.  Quelle di maggior taglia sono vicino alla diga, dove l'acqua è più profonda.  Ce ne sono parecchie, ma sono meno facili da pescare degli esemplari più piccoli, che invece si possono trovare nella zona della riva opposta a quella più vicina alla città.  Polenta o vermi come esca, una piombatura di 20/25 g, monofilo dello 0,25. 1 più "specializzati" possono ottenere risultati da far vergognare tutti i "tradizionalisti" con palline a base proteica, le cosiddette "boilies".  Il carassio è tin pesce interessante, molto numeroso nel lago e anche di discreta taglia presso la sponda più vicina a Piana degli Albanesi.  Si può pescare anche con una canna fissa di 5 m, sia a fondo con piombatura leggera sia a mezz'acqua con il galleggiante.  Le esche che danno i migliori risultati sono i pezzetti di verme, il pane (o palline di pastone a base di sfarinati e formaggio) e la larva di mosca carnaria. 1 persici reali abboccano soprattutto a cucchiaini ondulanti o rotanti, meglio se sull'ancoretta hanno un fiocco di lana rosso. 1 più grossi esemplari si pescano nelle vicinanze della diga e spesso ab boccano anche a esche naturali. Il black-bass-, infine, molto ricercato e apprezzato (anche perché era completamente sconosciuto. in. passato) si cattura soprattutto a spinning, con minnows. 1 conoscitori del lago dicono che gli esemplari più belli si trovano intorno alla riva ovest e usano di preferenza imitazioni di pesciolini muniti di elichette e anche i vermi bionici.