Sull’alto Pesio

 

Tre diverse riserve per un solo itinerario ben noto ai trotaioli piemontesi.  Sul Pesio vigono regole di pesca precise e in un suo tratto è persino obbligatorio praticare il no kill.

 

Il Pesio è uno dei torrenti da trote più famosi del Piemonte.  Scorre nella provincia di Cuneo, scendendo da Punta Marguareis (2650 m), una cima delle Alpi Marittime che sorge sullo spartiacque con la Francia. Affluente del Tanaro, il Pesio è soprattutto interessante nella sua parte più alta, che attraversa un territorio tipicamente alpino, compreso nel Parco Naturale dell'Alta Valle Pesio. Il nostro itinerario riguarda proprio questo tratto,  regolamentato in tre riserve distinte, accessibili a tutti i pescatori dietro pagamento di un buono giornaliero. Il punto di partenza è Chiusa di Pesio, che si raggiunge comodamente da Mondovi, dove incomincia la valle vera  e propria.  Abbastanza ampia all'imboccatura, questa valle incomincia a restringersi all'altezza di San Bartolomeo e rivela una grande bellezza paesaggistica, ricchissima di vegetazione.

La pesca tra il muschio

Il Pesio scorre parallelo alla strada ed è facilmente raggiungibile in ogni suo punto.  Dato che è molto infrascato, una sua caratteristica particolare è il muschio che ricopre la maggior parte delle rocce, contribuendo a dare la sensazione di un torrente immerso in una luce. che assume tutte le tonalità del verde, con acque molto limpide e un corso in cui lame circondate da rive alte e rocciose si alternano a correntine e a buche profonde.  Le riserve di pesca del tratto alto del Pesio sono comunali e offrono possibilità differenziate di pesca.  In questo itinerario ci  occuperemo delle due più interessanti, sia per quanto riguarda il  regolamento, sia, soprattutto, per la presenza di prede interessanti, come belle fario e grossi salmerini.  Esiste nel territorio del comune di Chiusa di Pesio una prima riserva, che però ha caratteristiche simili a tante altre perciò non ce ne occupiamo in questa sede.  Il nostro itinerario, dunque, incomincia dalla confluenza del vallone Paglietta, sulla strada a monte di Chiusa di Pesio, e prosegue fino al ponte del villaggio Ardua. In questa parte, dall'andamento abbastanza regolare senza eccessivi dislivelli ma con buone buche e lame abbastanza estese, si può pescare con qualunque tecnica (ovviamente tra quelle permesse), con un limite di catture giornaliere posto a cinque esemplari tra trote e salmerini.  Due giorni alla settimana la pesca è chiusa, generalmente il martedì e venerdì, a meno che non siano festivi.  Il regolamento della riserva, per un controllo più efficace, suddivide in due parti il periodo in cui è permesso pescare: al mattino dalle 7 alle 12, al pomeriggio dalle 14 alle 19.  Si utilizzano due tagliandi, il primo da imbussolare nelle apposite buche (in località Casermette e vicino al Ponte Certosa), il secondo da utilizzare durante la pesca, indicando il numero dei capi catturati al mattino e al pomeriggio, e da imbucare poi a pesca finita.  Nell'intervallo per il pranzo, tra le 12 e le 14, non si può pescare, e questo è facilmente controllabile dal guardiapesca. Si può incominciare dal Ponte Certosa, che attraversa il Pesio vicino alla famosa Certosa di Pesio, uno dei più celebri monumenti architettonici dell'arte sacra piemontese che merita sicuramente una visita. Più profano, ma senz'altro comodo, è il ristorante appena prima del ponte, frequentato da molti pescatori durante l'intervallo.

Spinning, tocco e mosca

Appena superato il ponte, si inconAtra una serie di grandi buche e una lama dove l'acqua è molto limpida, ma mai alta anche se in estate il livello a volte si abbassa a causa dei prelievi fatti per usi agricoli.  Il torrente scorre come in una galleria di alberi e le sponde sono infrascate quasi ovunque.  Ma questo non è un difetto: è anzi un vantaggio perché offre molti nascondigli naturali al pescatore, che deve sempre fare i conti con l'estrema limpidezza dell'acqua. Le tecniche più comuni, e redditizie, sono lo spinning leggero e la pesca al tocco, per la quale è sufficiente una canna fissa non superiore a 4 m.  E’ opportuno usare monofìli abbastanza consistenti, come lo 0,20 o lo 0,25, perché i pesci sono di taglia notevole e non  mancano belle fario superiori al chilogrammo di peso.  Le esche naturali sono quelle classiche, dal lombrico alle camole alle uova di Salmone. La larva di mosca carnaria è, ovviamente, proibita, e ne è vietato perfino il possesso nella zona di pesca.     Il sole raramente arriva a lambire l'acqua, tranne che nelle ore più calde, ed è per questo che un manto soffice di muschio ricopre buona parte delle pietre e dei massi.  Il tratto di torrente più vicino alla strada è nella seconda e ultima parte della riserva, con alcuni punti in cui le rive sono abbastanza sgombre di vegetazione: qui si può anche pescare a mosca. Ma il vero paradiso dei pescatori a mosca si trova nella seconda riserva, che incomincia dopo il ponte del villaggio Ardua e si estende al monte per circa tre chilometri.

La civiltà del no Kill

Qui la parola d'ordine è NO KILL. Il regolamento ha norme precise al riguardo.  Innanzitutto, è consentita esclusivamente la pesca a mosca, all'inglese o alla valsesiana.  Gli ami devono essere senza ardiglione, per ridurre al minimo i danni alla bocca del pesce.  Chi non fosse fornito di mosche montate su ami di questo tipo può facilmente far saltare l'ardiglione con un paio di pinze.  Non possono essere usati ami di nessun altro genere, né ancorette.  Il pescatore ha diritto, nell'intera giornata di pesca, di trattenere un solo pesce, di misura non inferiore ai 30 cm.  Tutte le altre prede devono essere rimesse sollecitamente in acqua, avendo cura di non danneggiarle o ferirle.  Il nostro consiglio, per evitare di asportare il muco protettivo che ripara la pelle dei salmonidi, è di bagnarsi le mani prima di toccarli.  Recentemente si è sostenuto che anche le mani asciutte non creano danni, ma per le trote non è ancora stato pienamente dimostrato.  Nel dubbio, quindi, non costa molto bagnarsi la mano prima di toccare la trota: almeno siamo completamente sicuri di non causare danni al pesce.  Questo tratto riservato ai pescatori a mosca è il più bello di tutto il Pesio con caratteristiche tipicamente alpine, e scorre in fondo a una valle molto stretta e boscosa.  Possiede tutti gli elementi che costituiscono l'andamento di un classico torrente: grandi rocce con  cascatelle che arricchiscono della loro acqua limpida buche profonde, lame racchiuse tra due rive rocciose, rapidi correntini di breve durata.  Salendo, gli alberi non sono troppo vicini all'acqua o almeno si trovano lontano quanto basta per poter fare buoni lanci senza impigliarsi in continuazione tra i rami.  Bisogna stare nascosti il più possibile, ma le prede sono decisamente interessanti, sia per la mole, sia per la combattività.  E non è male, per una volta, liberare la preda.  Non si perde nulla in soddisfazione, si ha modo di mettere alla prova la propria abilità e si contribuisce a mantenere integro un patrimonio naturale vivo e importante.